Presentazione del libro di Francesco Paolo Ciglia "La rosa e il perché. Per una fenomenologia del mistero" (ETS)

Radio radicale Nuovo appuntamento con le nostre interviste filosofiche oggi siamo in collegamento con Francesco Paolo ciglia professore presso l'Università Gabriele D'Annunzio di Chieti Pescara insegna
Filosofia delle religioni e ora in libreria con il libro la Rosa il perché per una fenomenologia del mistero Edizioni ETS
Ben trovato professore
Grazie bentrovati Santelli
Allora professore questo libro si prefissa un obiettivo ambizioso ma
è realizzato indolo con chiarezza con uno stile elegante a tratti anche poetico
Senza perdere però di rigore filosofico l'obiettivo è quello di tratteggiare l'esperienza umana del ministero cioè di quella domanda sempre aperta sottesa all'intera esperienza umana
Quella domanda dissenso non quantificabile non commisurata con misura con misurabile con misurabile scusate non completamente razionalizzare pile
Che accompagna ogni nostra esperienza senza però poter mai essere soddisfatta senza mai poteva essere esaurita
Da alcuna nostra l'esperienza quotidiana il mistero si annida lo si legge nel suo libro
Nella quotidianità orientando la in qualche modo riempiendo quelle linee di faglia
Quelle fratture quelle discontinuità che si aprono fra le nostre esperienze fra i significati che ti attribuiamo alle nostre esperienze
Lei descrive la nostra quote nella nostra esperienza mondana la nostra quotidianità la nostra vita normale indica il normale corso delle della nostra vita
Come una pluralità di regioni come una pluralità di orizzonti di significato che si intersecano che talvolta si sovrappongono che talvolta si aprono lasciando scoperti degli interrogativi sotto queste sotto tutte queste dimensioni che danno concretezza che si trovano in maniera storica e materiale la nostra fine Vitta
In senso fisico in senso biologico in senso chimico ma anche in senso culturale penetrando anche la nostra corporeità lei descrive la nostra fisionomia la non le nostre parole
Veniamo al mondo quindi già preceduti da una pluralità di normatività di logiche di regioni dotate di una propria consistenza semantica
Chiede quanto più esaustiva senza però semmai davvero integrale sempre parziale Co
Proprio su questa pluralità di regioni logiche voglio farne la prima domanda si tratta di dimensioni ontologiche cioè di principi di logiche ontologiche o di bolle epistemologica e che dunque hanno una loro storicità una loro geografia culturale e lo chiama multiverso cosmico esistenziale di che cosa si tratta
Allora intanto già da quello che mi ha detto finora si capisce bene che lei ha letto con molta profondità con molta attenzione il mio testo e di questo la ringrazio insomma ha toccato una quantità già in questa piccola introduzione di questioni veramente cruciali
Se vuole possiamo
Cominciare o dall'una e dall'ultima domanda oppure risalire un po'all'indietro con quello che lei ha detto all'inizio non ho adesso dal punto di vista forse passiamo dalla dalla domanda vere partiamo da una domanda vere proprio no io ho voluto usare in maniera un pochino provocatoria questo neologismo Multiverso
Per un motivo molto semplice anche per scuotere il lettore insomma che che cosa significherà diciamo neanche una strategia Retorica teatrale se se lei vuole no
Chiaramente il termine multiverso esemplare a Tosi in termini molto più comune e di uso quotidiano mondi Roberts sono ecco l'idea è questa che allora intanto bisogna dire che il volume è una è un tentativo di esplorazione della nostra condizione umana all'interno
Dei grandi scenari anche cosmico naturalistici entro cui questa avventura umana civici dipana
Ecco questo questi scenari enormi grandiosi sono in qualche modo contrassegnati
Da una molteplicità di strutture diverso e di dinamiche diverso sedi economie riverse
Che di primo acchito non possono essere ricondotte ad unità
Perciò non voglio parlare di pugni personal risalendo l'etimologia della parola comuni verso uno significa rivolto in una sola direzione in realtà la nostra esistenza e indiretta in una molteplicità di direzioni spesso divergenti che non si lasciano
Pacificamente conciliare in una visione unitaria
Qui nasce un problema enorme
Non voglio disconoscere non posso e non voglio disconoscere assolutamente il fatto che l'essere umano e contrassegnato da questa tensione verso l'uno altri altrimenti andiamo nella frantumazione
Della persona della conoscenza delle io no
E questo non è qualcosa di augurabile no
Quello che io avevo quindi riconosco questa tensione verso l'uno uno che poi è un tema caratteristico della storia della filosofia dal la le riflessioni sulla che preso un raggio in fondo cercavano una unità che potesse in qualche modo dunque si può dire non dico spiegare un fondare l'universo ma uniti intera molteplicità della nostra esperienza potesse essere ricondotta
Ecco quindi questo per queste quello che è quello che dicevo
Quindi questa tensione verso l'unità è tipicamente umana e e irrefrenabile e imprescindibile dobbiamo in qualche modo dare una soddisfazione quello che io voglio stigmatizzare con termini di Multiverso e che questa tensione verso l'unità non può non deve appagarsi di riunificazione
Frettolose
Comode che ci mettano subito in pace perché altrimenti si cade nel riduzionismo
E quindi termine multiverso vorrei dire che questa nostra ricerca dell'unità che irrinunciabile e Sempre una tensione aperta sofferente molte volte no
Posso usare una metafora se mi è concesso immaginiamo di avere su su un tavolo cinquecento perline piccolissime no e noi volessimo afferrare le con una mano no è chiaro che le perline scappano da tutte le parti non ci riusciamo
Allora ci può venire l'idea di prendere un filo sottile dover infilare una per una
Queste cinquecento perline e e e si possono tenere con due dita diciamo in questo filo e il problema è che nella nostra esistenza non è così semplice
Che questi cinquecento perline continuamente diventano cinque mila e dieci mila milioni no e il filo non regge più
E allora che cosa accade che noi siamo chiamati continuamente a tessere ritessere questo filo che rimarrà è questo discorso resterà aperto finché resteremo all'interno della condizione umana insomma
Questi nostri tentativi di attribuire significato all'interno di quelle che lei descrive come delle regioni con una loro normatività con una loro logica è appunto una condizione di ricerca sempre aperti a lei diceva anche sofferente a insomma
Fra queste regioni ci sono delle fratture poi perché non si arriva mai davvero una a una collana di perline coerente e integrali soddisfacente in queste fratture i significati che solitamente diamo alla realtà che ci circonda rimangono sospesi o diventano inefficaci
Sono quei momenti che lei descrive come disse mici cioè in cui la semantica
Così coerente così funzionali in tempi normali va in frantumi
Apprendo delle domande qualitativamente molto diverse rispetto a quelle che ci poniamo nel corso della nostra quotidianità sono momenti anomali in cui qualche cosa si distrugge qualche cosa si rinnova momenti in cui l'intera somma di significati che possiamo accumulare nel tempo ordinario non basta a colmare la straordinarietà delle domande che si impongono che cosa avviene in questi momenti
Allora guardi per usare un linguaggio diciamo molto comune in alcune correnti della psicoterapia
Contemporanea che io sono molto attento a questi ambiti di ricerca perché hanno a che fare con l'uomo insomma il nuovo interessò moltissimo anche il filosofo
Cioè accade che nella nostra vita noi costruiamo come si può dire delle strutture significative che cercano di tenere insieme le esperienze ma voi intacchiamo nell'esperienze in assi mila indigeribili in assimilabili che rompono i nostri schemino
Questi momenti sono momenti insieme tragici provvidenziali
Tragici perché ci crolla addosso il mondo no non ci imbarchiamo in qualcosa che contrasta fortemente con le nostre costruzioni semantica no
E di fronte a questo possiamo di sperarci possiamo possiamo pensare che tutto è perduto possiamo però possiamo anche approfondire lo sguardo e pensare che in definitiva forse i nostri schermi vanno in qualche modo rimodulati rimodulati daccapo no
E ma questo discorso è un discorso strutturale un discorso non semplicemente temporaneo come se un giorno arrivassimo diciamo a a a una
A una completezza non solo ma questi momenti di crisi ci invitano ad un salto che è un salto ontologico un salto esistenziale un salto oltre le scenografie quelle che io chiamo le scenografie regionali questo questo salto CD ci apre gli orizzonti del mistero
Cioè allora fino a quando noi nell'anno nel nostro trantran quotidiano in questo brusio
Di voci che costituisce sottofondo della nostra quotidianità tutto gira tutto va bene i meccanismi oliato poi quando arriva qualcosa che rompe allora noi siamo costretti a fare un passo indietro
A vedere il mondo la nostra esistenza le altre persone l'universo
A un a un passo di distanza e li subentra lo stupore la meraviglia che può diventare orrore può diventare uno stupore positivo no ecco lì in quel momento non cd stanziamo
Dalla routine quotidiana
Questo non significa uscire dall'esistenza perché l'uomo non può uscire dalla sua esistenza ma è una caratteristica paradossale dell'esistenza umana quella di riuscire a distanziarsi da se stessa senza uscirne
Ecco io faccio sempre un esempio
Quando per esempio rapporto affettivo molto profondo entra in crisi no un rapporto che ha girato benissimo per me per anni e anni entra in crisi ecco allora io faccio un passo indietro di conti e quest'altra persona che ho davanti no
Che cosa stiamo facendo insieme no e qui si apre un orizzonte diverso ecco le lei parlava all'inizio
Che questa dote
Cito ci chiediamo il problema ci poniamo il problema nel senso che è diverso dalla problema dei significati mondani ma il problema del senso non è lei diceva giustamente quantificabile con misurabile Orazio analizzabile questo non significa che siamo condannati alla irrazionalità
Ma penso che molto più umilmente molto più umilmente anche molto più criticamente dobbiamo riconoscere che la razionalità
Che io chiamo regionale quella che vige nei diversi settori del nostro trantran quotidiano no nell'unica nazionalità possibile
Ma forse ci sono altri tipi di irrazionalità e poi la radicalizzazione di questa domanda ce l'ha fornita di grande Laid Ben Issa solida a suo tempo e non è una domanda che ci poniamo tutti i giorni però ci capita di dire ma perché c'è qualcosa e non piuttosto il nulla no ecco allora tutto l'universo
Del del noto del consueto ci sembra ci sembra strano la meraviglia visto insomma anzi filosofico no
Perché esiste qualcosa come strano il mondo nuovo lo dice e questo questa è l'elemento diciamo più specificamente umano
Presso il quale l'uomo non posso stare tutta la sua vita ma appunto come diciamo in momenti
Abba particolarmente perturbanti ecco
L'uomo incontra questo momento questa breve riflessione sul senso poi c'è chi lo fa di mestiere il filosofo lo fa di mestiere quindi riflette su questo
Senso più integrale
Qui
Tra le fratture della razionalità mondana della razionalità che lei dice regionale delle logiche quotidiane
Si annida abbiamo detto il mistero un mistero che lei riconosce essere anche avere anche un versante religioso sacro
Anche in prima dimensione in primo luogo a una dimensione mondana laica sebbene sfugga a qualsiasi Fenomenologia le si voglia applicare
Però una prima chiave d'accesso a al mistero è fornita secondo lei proprio dalla fenomenologia l'intuizione fenomenologica quindi la domanda che cos'è la l'intuizione fenomenologica e più in generale quale forza penetra attiva può garantire la filosofia e quali limiti invece deve riconoscere la ragione umana il contatto con il mistero
Per interrogarlo senza snaturarlo cioè lasciandolo essere mistero lasciandolo essere nella sua
Diciamo così non irrazionalità ma in qualche modo alterità ecco
Ecco dunque questo è il punto nodale del discorso nove va infatti il sottotitolo della del mio nel mio volume sinti e si intitola appunto fino per una fenomenologia del ministero
Allora prima di
Arrivare al punto io vorrei fare una piccola parentesi giocosa diciamo così le ha detto il giusta almeno a questo molto profonda che noi non possiamo sta sostare
Perennemente di fronte a questo mistero altrimenti non viviamo noi dobbiamo rifare il problema del mangiare bere riposarsi curarci dalle malattie io mi ricordo una bellissima vignetta registrata Moreno Morisco di cui non ricordo il nome
E c'è la scena di una piccola famiglia dentro un'utilitaria
Popolare guida ci sono tre bambini dietro la moglie anziani sono in una marea di traffico sono in un ingorgo stradale il padre nervosissimo non sa come uscirne
E una voce da da dietro uno dei bambini chiede al padre papà
Malumori chi siamo da dove veniamo dove andiamo è chiaro che una domandina opportuna ne dobbiamo riuscire a Restinco orgoglio stiamo pensando a queste cose
Lei dice il filosofo fa fa di professione almeno intervengono un po'i brividi perché sia nel senso che anche se il filosofo e portato a formalizzare in senso tecnico tecnico nazionale queste domande ma in il filosofo e un uomo con un altro quindi e altrettanto nudo di fronte a queste domande come tutti gli altri uomini non ha la risposta nel taschino no
Quindi ebbene formalizzare queste domande formularle in chiave filosofica che poi una cosa anche un po'per addetti ai lavori ma è una questione universalmente umana come appunto anche diceva lei no
Allora io insisto sul fatto che questo mistero
Questo mistero
Degli dentro del tutto della totalità che ci avvolge questo e un mistero radicalmente laico
Nel senso che non può non inquietare interessare chiunque qualunque sia la sentenza danze religiose che sia che sia interessato o meno a questioni religiose no cioè questa domanda la domanda sul senso globale della nostra esistenza che ci discuto un mistero perché è una domanda alla quale non abbia una risposta
Così da monetizzare facilmente no questa domanda non può lasciare indifferente nessuno non è una domanda che riguarda solo uomini gli religiosi diciamo abituati a frequentare sacrestie ma insomma
Lei crede che
Che un po'chiunque può credere forse che sapere che la nostra vita umana ha un senso meno si era così indifferente ma insomma stiamo scherzando no ecco quindi questa è la domanda fondamentale che ne so poi gli uomini impostano questa domanda la organizza nei modi più diversi no immondi e potremmo definire laici noi molto cioè la domanda è profondamente laica perché profondamente umana
Cioè perché esistiamo no dove stiamo andando dove vediamo qual è la nostra identità
Questa domanda può anche assumere una curvatura religiosa nell'ambito nell'ambito de della della interrogazione sul sacro
Sul sacrosanto ecco gli ho fatto tutta una questione su sagre sul santo
Si si si compie un passo particolare che non tutti gli uomini sono chiamati a compiere cioè il tentativo di stabilire una relazione certe volte personale e coinvolgente con questo mistero
Nel mistero vostra contemplarlo lasciarlo lì
Godermi lo nell'apparizione a sua pensione estetica no la rosa las lo splendore della rosa
Posso interrogarlo criticamente nella filosofia ma possono anche fare un altro passo cercare una relazione con ma con questo mistero si potrà mai parlare
Lui potrà rispondermi io potrò dire di ecco questo a questo punto siamo a livello del sacro del Santo e delle sue organizzazioni religiose
Però la domanda verteva soprattutto sul rapporto tra Fenomenologia del ministero allora
Il tema della senologia del ministero sembra una ossimoro no perché se fenomeno Fenomenologia fare se non è già significa mettere in luce
E portare alla luce la metafora visiva è molto forte nel pensiero di Cusano
Ma frenologia del allora se Fenomenologia come può essere tenuta gialle mistero che è quanto di più oscuro
Possano esserci no essendo mischiare veramente mistero non sarà per caso distrutto dal raggio fenomenologico
Quindi sembra una contraddizione in termini senologia del mistero se fenomenologie non può essere il ministero se è vero mistero non se ne può fare una fino Fenomenologia
E questo è un po'la provocazione del mio libro in realtà io penso che la fenomenologia c'è una lunghissima storia storia risalente a Platone poi Cartesio insomma un sacco fino ai giorni nostri agli strumenti per trasformare per trasformare le asperità dei fenomeni in opportunità positive io posso dire questo fenomeno che mi si presente un fenomeno oscuro
A presenta dei lati diciamo in trattabili
Posso dire allora rinuncio oppure questo non è un fenomeno che può essere studiato filosoficamente oppure possono dire come fanno i fenomenologica che proprio questi asperità costituiscono un modo di darsi del ministero
E quindi una caratteristica positiva e mi apro queste asperità queste difficoltà di approccio mi aprono l'orizzonte di una possibile confronto filosofico allora io nel mio libro faccio due cose
E di fronte al mistero prima di tutto cerco di cogliere il mondo di darsi anche se io non riesco a penetrare negli anfratti più profondo il mistero che sono poi non è più un mistero però posso studiare il modo in cui il ministero si dà e poi una seconda cosa questo mistero che si dà quale figura assume e io dato così una risposta una proposta di risposta
Il mistero sita nella figura della gratuità che si contrappone all'economia l'economia normativa delle delle delle regioni delle scenografie regionali e assume la figura della differenza e della differenziazioni
Ma il mistero resta perché io non non potrò mai rispondere a due domande ma perché il mistero sfida nella forma della gratuità e non per esempio una forma completamente riversa perché il ministero assume la forma della differenziazione e non un'altra ecco io a questo punto devo dismettere la come si può dire l'atteggiamento fondativo che contrassegna ogni ricerca filosofica
E devo diciamo umilmente mettermi di fronte al mistero studiarlo come posso cercare di afferrare quello che
E possibile afferrare come diceva Kant in Thalberg Renzo dal buonsenso erano cioè all'interno
Dei limiti della sola ragione ma senza avere la pretesa di astenersi ministero nel taschino e dire ed ecco adesso ormai abbiamo capito tutto no
Ecco quindi una fenomenologia del ministero non vuole sciogliere il mistero ma vuole a un sfruttarlo umilmente discretamente delicatamente per cogliere qualche riflesso
Che per il pensiero rappresenta una provocazione estremamente positiva
Perché se il pensiero penso soltanto se stesso M è una specie di monologo è una specie di come si può dire atteggiamento autoreferenziale ma la grande sfida della tradizione filosofica occidentale è sempre stata quella di pensare e l'altro rispetto al pensiero no
E pensare un essere che non si riduca pensiero se togliamo questa differenza tra c'era il pensiero abbiamo distrutto tutto insomma è un pensiero morfologico autonomo circolano non sappiamo che farcene insomma
Prima il riferimento al non possiamo sostare in prossimità della domanda del ministero sul mistero in maniera indefinita
Era un vago riferimento a per esempio l'appello filosofia di Giorgio Agamben
Che ha come destinazione l'eleganza in quanto tale come destinazione davvero umana e sciolta invece dalla dal dalla realtà fenomenica quindi come
E Konko come dimensione di salvifica oltre questo mondo ma in questo mondo noi dobbiamo starci e infatti leggendo il suo libro noi mi veniva in mente l'immagine platonica dell'animale bipede
Dell'uomo come animale bipede cioè di quell'animale che alzatosi sui due piedi si libera della prospettiva limitata al terreno che ha sotto il muso
Per aprirsi a una visione panoramica
è quella che la filosofia morale chiama la capacità trascendentale cioè quella capacità che ha l'uomo di collocare gli aspetti determinati della propria esperienza che in un orizzonte più ampio
Che l'uomo non riesce forse mai ad abbracciare interamente ma nel quale può mettere in relazione può prendere distanza può comprendere lei declina questa natura umana questa definizione
Per quanto siamo sospettosi nei confronti di delle definizioni delle implicazioni politiche chieda esse derivano lei l'ha declinata nella dimensione della alimentazione se ne vuol parlare
Sì allora proprio partendo dal tema dell'alimentazione del per me è fondamentale no nella mia tradizione nella mia
Prediletta tradizione ebraica che sono uno studio non sono nostri di origini ebraiche ma sono appassionato del bradisismo spesso ho filtrato il ho filtrato diciamo la Messaggio
Dell'ebraismo questo la grande stagione culturale spirituale attraverso autori francesi che ingresso mi viene una citazione in francese c'era le dinastie una volta citava un rabbino che diceva
No e limone dice e il mangiare e una costante no e poi diceva anche l'uomo che mangia
E l'uomo più giusto di tutta la terra no perché il mangiare qualcosa dire allora volevo intanto precisare una cosa questo animale bipede
Che ai piedi piantati per terra non si staccherà un mai da questa terra no
Allora la corporeità è un avamposto detto io dell'umano all'interno diciamo della della materialità
Naturalistica ma non nel senso che l'uomo si liberi li pesta materialità ma nel senso che la sovra determina
Cioè fa compiere a questa animalità una una svolta radicale che non non cancella la materialità ma la porta a un altro livello e faccina saggio molto concreto
Il neonato dei primissimi giorni che è una figura che mi antistante affascinata zo anche per esperienze personali no vedendo proprio come un bambino di pochi giorni e che si attacca al seno materno
Inconsciamente istintivamente che cosa cerca cerca l'alimentazione cerca la nutrizione l'istinto lo porta il lo stomaco vuoto le urla vede bene la fanno i morsi della fame lo portano a cercare il seno con la o i sostituti dei serbi Bernie biberon ma mentre l'essere umano neonato
Cerca l'alimentazione trova molto alto trova una relazione
Io trovo che la stessa NATO mia umana sia diciamo oppure la parola metafisica no
Nell'uomo il seno materno e collocato fisicamente a un palmo dal volto della madre
Per esempio se lei prende un vitello che che che ebbe che beve il latte succhia il latte dalle mammelle della madre diciamo che la testa della madre lontanissima dalla dal dal dalle mammelle non per cui evitando beve il latte succhia il latte e basta invece il neonato umano comincia a succhiare il latte poi comincia ad alzare gli occhi e incontra un volto e quest'incontro col volto è un evento fondamentale e che dà una svolta radicale alla sua vita perché comincia una relazione e l'inizio della spiritualità all'interno della della materialità
Chiaro che punisce la prassi sempre bisogno di mangiare no non è che ci porti che diventiamo degli esseri spirituali ma allora all'inizio il neonato non riconosce il volto no il volto Materno ma poi i col passar del tempo con comincia a metterlo a fuoco
E questo dà una svolta perché il volto apre la strada alla parola no e e qui e qui diventiamo uomini restando pienamente animali impero in questa sintesi straordinaria insomma
Tra tra umanità e animalità che solo l'essere lo l'essere umano possiede no e quindi
Penso che appunto
L'alimentazione giochi però questo è solo un aspetto della sovrana determinazione che l'essere umano poi si trova a compiere dalla sua animalità per esempio pensiamo alle rossa la sessualità note io
Non ho trattato no i miei autori l'hanno molto trattato per esempio affascinante la trattazione che le Vinassa dell'eros sin dal tempo e l'altro no più ma anche queste e potremmo citare cento mila altre strutture dell'animalità che in qualche modo
Poi si trasfigura non nel senso della ratio relazionalità no una
Da una corporeità in cui l'uomo rimane radicato ma dalla quale l'uomo si fa uomo veramente accede alla dimensione antropologica ed acquista la trascende verso il mistero
Professor abbiamo terminato il nostro tempo come si può fare In mezz'ora abbiamo potuto fare solo
Un sorvolo delle tematiche contenute in questo libro la rosa e il perché che guardate è un libro
Davvero filosofico nel senso più nobile e più ampia ed è più intenso di questo di questa parola un libro che abbiamo appunto di cui abbiamo tratteggiato i temi ma che va approfondito Valetto va a messo va messo a a frutto attraverso la riflessione e un confronto Franco e sincero professore la ringrazio per la disponibilità e per la chiarezza con cui ci ha parlato di del suo libro
Grazie a lei l'attenzione per l'invito che il raccolto con molto con molta gioia diciamo così
E ringraziamo i radioascoltatori e un saluto alla prossima
Arrivederci