Presentazione del libro di Gianfranco Pasquino "Il lavoro intellettuale. Cos'è, come si fa, a cosa serve" (UTET)

Radio radicale Nuovo appuntamento con le nostre interviste filosofiche oggi per i nostri spazi di approfondimento torna a essere nostro gradito ospite
Gianfranco Pasquino professore di Scienza politica all'Università di Bologna eccovi parleremo del del suo nuovo libro il lavoro intellettuale cose come si fa a cosa serve
Da pochi giorni in libreria per
UTET ben trovato professore
Grazie dell'invito a sono molto contento di essere qui a chiacchierare con lei
Allora la prima domanda che vorrei porle una domanda di contesto è una domanda che lei spesso si pone a metà del suo libero e concerne il motivo la genesi di un libro
Perché un libro su la sul lavoro intellettuale da dove nasce la sua urgenza di rivolgersi agli intellettuali richiamando gli all'ordine che cosa vede che non va
Ma l'urgenza potrei dire scherzando in maniera un po'macabra dipende anche dalla mia età o se non adesso quando non è che posso spendere tantissimo ci sono due elementi che stanno alla base di questo libro
Da un lato il riflettere su quello che ho fatto però compatto per più di cinquant'anni quello che farò ancora per un po'di tempo ma per poco tempo
E dall'altro questo dibattito sugli intellettuali che gli intellettuali che parlo degli altri intellettuali
Prevalentemente dicendo che gli altri territori non esistono non esistono più però ormai soffermandosi sul suo come si fa il lavoro intellettuale ciò che cosa vuol dire esattamente
Perché l'intellettuale forse quello che fa
Quello che dice
Quello che scrive e né non ci si non si ripeta abbastanza su come lo fa come l'Unicef come lo scrive ad esempio sull'assunzione delle responsabilità di quello che dice in quello che non dice ed in quello che forse dovrebbe venire
Il suo libro si presenta come una vera e proprio come un vero e proprio manuale i capitoli sono scandiscono quello che lei ha appena detto l'attività del dell'intellettuale che cosa in che cosa consiste i capitoli sono leggere
Recensire ricercare iscrivere insegnare predicare e poi un bilancio finale e di congedo
Leggendo il suo libro mi è venuta in mente una copia di parole greche i inseguo Ria e Parri sia Lisa ivoriano l'uguale diritto di parola sancito costituzionalmente per cui tutti possono dire la loro la paralisi ha invece la libertà di parola
Nel senso del coraggio di una coraggiosa e perfino rischiosa esposizione della propria posizione
Questa copia significa che c'era tutto tutti per democrazia hanno diritto di dire la propria e la democrazia sancisce che tutela questa eguaglianza
Ma la democrazia a ben vedere vivificata anni fatti dalla parola di chi particolare preparazione per rettitudine per credibilità acquisito un certo ascendente viene ascoltato più di altri
Tutti abbiamo il diritto di parola ma questa è la domanda lei crede che l'intellettuale qualunque cosa questa parola significhi che poi lo chiariremo
Abbiamo un dovere e che la sua parola debba la sua voce debba essere delle sue debba suscitare maggiore attenzione rispetto al Cacco fonico affastellarsi di voci a cui siamo
Per esempio nei sociale abituati
Anzitutto la libertà di parola è al il cardine della democrazia forse anche della vita decente cioè non possiamo negare non dobbiamo negare a nessuno la libertà di esprimere il suo ghigno
Poi magari dobbiamo chiedere anche su che cosa sono basate quelle opinioni c'è chi parla ha detto qualcosa in materia
Se chi parla si è documentato sì che parlare sa quali sono le conseguenze delle sue parole è vero che le parole non sono pietre però molto spesso possono perire
Possono danneggiare possono creare delle situazioni in cui gli altri si attivano per scopi che non sono del necessariamente nobili
E quindi dobbiamo chiederci in che modo con il regolamentare se dobbiamo libertà di parola credo che tranne che nel mille le parole che ieri incitano alla violenza dovevano essere molto attenti alla vita non regolamentare cioè lasciare il massimo di libertà
L'intellettuale e la libertà di parola come tutti gli atti
Non dobbiamo dare un peso maggiore d'essere lui che si conquista una posizione con la credibilità dei quello che dice
Con il rapporto tra quello che dice quello che fa perché si dice delle cose buone fratellanza diventa poco credibile naturalmente
Cercando di valutare che se quello che dice coerente con quello che ha scritto nel passato ce la coerenza è un'apertura di due coloni e se cambia idea deve spiegare perché ha cambiato idea cioè deve sapere creare un dibattito pubblico e deve parlare al pubblico all'opinione pubblica lì c'è una non voglio andare avanti su questo perché penso che lei mi pone una domanda
Non dobbiamo concedere l'intellettuale semplicemente come colui che parla al potere critico coloro che hanno scritto libri e articoli anche intelligenti sul fatto che l'intellettuale deve dire la verità al potere no nel canto e deve dire la verità
Sapendo che la sua verità non è necessariamente sempre tutta la verità nomine anzi dovremmo essere molto grati Haring elettori dissenzienti
E risentono senza offendere
La opinione pubblica in generale ma spiegando perché il dissenso e lo dico con un termine che diventano molto usato per intellettuali pensare della discussione politica sociale e culturale religiosa
Allora qui già lei solleva due questioni che poi le Porro oltre in particolare quella della coerenza dell'intellettuale
Ma prima di arrivare a questo vorrei chiederle di questo rapporto dell'intellettuale con la ferita che lei ha suscitato in ultima battuta
Per avvicinare questa figura dell'intellettuale lei che si dichiara un un critico severo della siccome era con cui taluni si fanno monopolisti e propagatore di verità
Dall'altra parte però ritiene quando almeno parziale l'idea di Norberto Bobbio secondo cui l'ente l'intellettuale deve seminare dubbi domande qual è il giusto equilibrio tra un atteggiamento critico e dubbi tant'è che la parola rileva rivelata come si può adottare una postura affermativa e non semplicemente negativa
Sì e al contempo non sfociare nella propagazione di verità
Dobbiamo anzitutto dire qual è il contesto nel quale l'intellettuale opera e dobbiamo sapere che il primo l'intero iter stesso deve dire fino adesso abbiamo saputo questo questo e quest'altro e ci sono delle nuove posizioni
Nelle nuove certificazioni che ci dicono che forse una parte di quello che abbiamo saputo e che abbiamo trasmesso e inadeguato probabilmente sbagliato
E quindi dobbiamo correggerlo ciò renderebbe non può mai rigettare tutto quello che i suoi colleghi i suoi predecessori hanno fatto ma deve spiegare che cosa non va bene ed in quello e lo deve spiegare naturalmente certamente anche il titolo del potere che sulla base di spesso il inadeguati conoscenze regole degli intellettuali prendono delle decisioni
Certo si possono sollevare dei dubbi ma non basta sollevare dubbi bisogna dire quali sono le certezze o quali sono alcune delle verità dei brandelli di verità che possediamo voi solleviamo i lupi
E su quella base non lo vedo costruire delle nuove verità
Negando che dubitiamo di quello che abbiamo ricevuto e quello che si dice e pensiamo che sulla base di quello che abbiamo studiato che abbiamo preso perdemmo ricercato ci può tenere una verità diversa
Sapendo che anche quella verità vera sottoposta a controllo da parte degli arredi intellettuali e qualche volta per fortuna anche da parte della realtà cioè quello che è sicuro è che nessun intellettuale
Deve mai propagare dei dogmi il dogma è contrario a qualsiasi concezione che l'intellettuale mi disse dell'intellettuale che vogliamo proprio fare progredire una società abbia disse e di quello che dice di quello che scrive
Lei ha ritornato all'inizio di questa risposta sul rapporto con il potere rapporto col potere è un problema fondamentale per l'intellettuale l'intellettuale
Spesso in passato anche in presente al nel presente ha interpretato il proprio lavoro come quello del consigliere del potente del principe si sarebbe detto con Machiavelli
Di colui che e quindi il compito di colui che dice la verità ellissi suggerisce al potente la strategia più oculata più vincente quando perfino non si incarica lui stesso l'intellettuale di dell'iniziativa politica
Ma scrive lei giustamente nel suo libro questo limita drasticamente la sua libertà la sua lingua libera ricerca ecco
Lei scrive che l'intellettuale ha la funzione di controllare che il potente che sia il potente della politica dell'economia del della religione
Non abusi del proprio potere riferendo le proprie rilevazioni
A due pubblici quello della comunità scientifica
Di proprio riferimento
Della materia di cui è intellettuali esperto e l'altro pubblico è quello della pluralità di fare e vivi e
E molteplice della sfera pubblica
Questa la domanda si tratta quindi di un'incessante faccia a faccia con il potente con il potere in complicità con la l'opinione pubblica
Stiamo parlando del intellettuale andarci dei di memoria sessantottina
La sua domanda è molto complessa
Perché da una parte certamente ci sono stati e ci sono ancora dell'intellettuale che intendono interagire con il potere o meglio con i potenti per influenzare l'euro decisione
In una certa misura Machiavelli voleva fare questo però dovrà sostenere che magari si sarebbe sottomesso al potente di turno è sbagliato
Ma che ereditava dei consiglieri avrebbe certamente controllato
Come quel potente applicava quei consigli
E sicuramente avrebbe preso le distanze c'è quel potente manipolano i consigli li piegava ai suoi interessi e così via l'intellettuale consigliere del principe è una versione si può anche essere consigliere dei cibi del principe in una fase e non esserlo più e nove sono stati prima e non volere solo più dopo naturalmente tutto questo e le è lecito spiegando anche perché si è scelto un determinato principe
Io penso che coloro i grandi intellettuali
Che circondavano che negli saprebbero spiegare benissimo e anzi molti di loro hanno scritto perché volevano influenzare quenelle il quale era molto aperto alle opinioni degli intellettuali il suo gabinetto di guerra per esempio in occasione per la crisi dei missili a Cuba e dal fatto del persone di grande capacità intellettuali
Però ci sono i telefoni che vogliono parlare non solo al principe
Di politica me vogliono parlare anche all'opinione pubblica colta e che quindi non sono dei veri e propri consiglieri sono la la parola loro sono predicatori predicatori di buona politica
Predicatori che di un certo tipo di azione necessario in un determinato momento
Spesso mi sono chiesto ma nel libro non lo metto perché l'argomento è troppo delicato nel dovrebbe saperne di più che cosa avrebbe detto Machiavelli a Galileo Galilei
Quando la chiesa impone di rinunciare all'idea all'idea alla teoria viola così che era che la terra gira intorno al Sole e non viceversa che cosa gli avrebbe detto
Abbio rare arbitrario e continuare a fare ricerca oppure semplicemente a ritirarsi dicendo basta mi allontano per sempre da voi cioè qual è il punto riequilibrio
E l'intellettuale deve avere rispetto a principi che sono opprimenti in questo caso e che non non non è che non si fa l'attenzione sui consigli ma che gli vengono persino la libertà di ricerca né di esprimere quello che ha ottenuto cioè la situazione diventa estremamente complessa però credo che alla fine la posizione interessante
Visco discutibile è quella di Moroni
Nel quale si si autodefinisce uno spettatore impegnato e io prendo la parola spettatore lente Aroldo come colui che guarda che cosa succede e poi è impegnato perché ha dell'idea delle teorie queste teorie vuole esporre
Poi vedremo che tipo di l'impatto hanno sulla realtà sugli altri intellettuali di cui bisogna naturalmente tenere conto e su coloro che prendono le decisioni
Poi parleremo anche di Galli le i e anche di altri intellettuali poi alla fine della conversazione ci ritorno però prima vorrei sollevare una questione su un capitolo in particolare del suo libro quello dell'insegnamento in cui ho notato una la
Lei si concentra su niente sull'insegnamento universitario perché evidentemente quello che ha frequentato maggiormente
Non crede però fondamentale in una sana democrazia considerare anche l'insegnamento nelle scuole primarie e secondarie
Non tanto come pratica di addestramento di bravi soldati disciplinati quando come costruzione di spirito critico di cittadinanza attiva non è anche questo compito dell'intellettuale come vede
Lei la scuola e il modo in cui la politica la trapela distratta
No le assicuro che possono esserci anche delle persone che sono effettivamente intellettuali eseguivano le suore altrove le scuole su sono tendenzialmente burocratiche e quindi chiedono la
Ripetitività ed un'attuazione di un programma che viene espressa avvilito a livello ministeriale cioè procedono in realtà poco attività intellettuale autonoma
Da parte dei maestri da parte del console le scuole medie forse talvolta a livello di liceo possiamo trovare persone che riescono fa esiti fare valere le proprie idee ma sanno che devono programmazione di burocratizzazione tremendo
Non solo nelle scuole italiane intendiamoci eh per escono un po'di tutto il mondo immagino anche se non le conosco tutte ma per esempio negli Stati Uniti c'è una quotazione notevolissimo da parte dei parenti
Del dei genitori degli studenti c'è un controllo addirittura da parte di alcuni provveditori chiamiamoli così la politica entrate pesantemente a livello di quello che ci può insegnare quello di che per quello che non si può insegnare
E il politicamente corretto civile degli devastante ed devastate naturalmente per qualsiasi attività intellettuale
Poi succede e in alcuni contesti alcuni professori del in particolare dei viceré naturalmente
Possono utilizzare al massimo la loro autonomia ed esibirsi in qualche operazione di carattere intellettuale
Però non è non è lì che si può avere il la l'espressione migliore dell'intellettualità o dell'intellettualismo perché c'è questa Costituzione su beh derivante dal programma
è chiaro le vorrei ora porre due casi un il primo viene dalla contemporaneità dall'attualità più stringente
E riguarda che cosa è bene che l'intellettuale di Inca di che cosa è bene che l'intellettuale parli mi spiego poco tempo fa il fisico Carlo Rovelli è stato al centro di una polemica politica per alcune sue
Posizioni politiche su guerra e pacifismo in contrasto con la linea di governo è stato escluso d'ufficio dalla partecipazione un importante salone del libro a Francoforte commentando questa esclusione Umberto Galimberti ha affermato che un fisico è bene che parli di fisica e non di politica o pacifismo così come dice Galimberti sarebbe stato bene che Einstein
Alla domanda sulla sua fede in Dio non risponde se si limitasse al solo discorso sulla fisica
Secondo lei è un intellettuale tale da potersi esporre solo su ciò che ha studiato mentre diventa un semplice in privato cittadino quanto alle altre posizioni o Aguado ha inviato una credibilità tale da espandere i propri interventi anche in ambiti non di sua stretta competenza
Se una intellettuale non può mai essere sullo stesso piano di un privato cittadino perché ha nelle competenze
A due pubblico
Ha una credibilità acquisita nella sua disciplina sa delegare quando parla di altre cose su che quali sono le sue basi cioè avrei chiesto a Rovelli ma lei che cosa lasciare la guerra ha letto qualcosa sulla guerra ha imparato qualcosa dei grandi teorici della guerra e della pace presente a letto ha letto il libro di Bobbio sulla guerra ha detto qualcosa di Cantet su sul fatto che le democrazie non si fanno la guerra per esempio
E che più Repubbliche così le chiama vacante si mettono insieme siete ed erano ma più diminuisce ombra almeno grande per risolvere la guerra cioè proveniva espresso la sua preferenza personale
In quanto tale perfettamente praticabile naturalmente da chi altri preferenze personali maternità tutti coloro che o non so qualcosa sull'argomento sul quale lei si è espresso in maniera forse un po'la sbrigativa
E quindi su questo vero criticarlo non avrei mai tolto la parola Rovelli ovvie ragioni perché sono la libertà di espressione però certamente lo avrei criticato molto duramente per la sua incompetenza in materia
Un altro caso anzi altri due casi vorrei porle uno Lanza anticipato lei lei
Contesto lei nel suo libro scrive che è molto critico nei confronti dell'incoerenza degli intellettuali di chi predica bene e razzola male per dirla con un'espressione un po'corriva
Allora mi viene da pensare a Galileo Galilei e alle sue scoperte astronomiche alla sua abiura Galileo sconfessati crede in ciò che ha scoperto per aver salva la vita però questo mi vien da pensare può farlo perché la sua scienza non ha bisogno del suo sostegno della sua testimonianza personale parla da sé la sua scienza con la forza dei fatti non perdi nulla
Dalla sua abiura formale
Il secondo caso è invece quello del filosofo Arthur Schopenhauer che predicava com'è noto l'astensione come forma di confronto con la NATO con una natura che ci porta riprodursi a fare così la sua volontà
Si racconta che lui giorni una sera alcuni suoi allievi lo abbiano visto uscire da un bordello
Gli allievi che ovviamente astinente di perché fedeli all'insegnamento di Schopenhauer chiedono a Schopenhauer conto di questa sua frequentazione e Schopenhauer risponde
Non dovete mai giudicare la filosofia dalla condotta di un filosofo
Che cosa ci dicono questi due casi della figura dell'intellettuale
Galileo in qualche modo tutela la sua possibilità di continuare a fare ricerca
Ma cercando ovviamente molto a malincuore il dovere abiurare quello che fatto fino a quel momento dopodiché prosegue pecore disattesi credo che qui dobbiamo ricordarci di quello che diceva un altro grande filosofo politico riserbo in linea
Dobbiamo sempre scegliere tra due mali
Dobbiamo scegliere ovvie ovviamente a quel punto scegliere il male minore il male minore in questo caso e direi a a quei preti
Persecutori quello che vogliono sentirsi dire e quindi qualche potere poi continuare
A fare ricerca e questo è quello che fa davvero io lo capisco benissimo e spesso mi chiedo che cosa avrei fatto probabilmente avrei fatto la stessa cosa nel mio piccolo dice che alla fine Pasquino non è Galileo per quello che riguarda ciò che l'autore potrebbe esordire scherzando
Un tempo indicendo che Schopenhauer andava a praticare la Filosofia in quel bordello no egli e non erano fatti degli altri
E certamente l'idea hanno un loro percorso sono anche dalle persone che dalla dalla vita privata delle persone che le intrattengono no qui c'è certamente un elemento di incoerenza
Ma che non secondo me non riduce la portata della filosofia di di Schopenhauer c'è una distanza tra i suoi comportamenti la sua filosofia e in questo caso credo che sia utile tenere presente questa distanza
Però sa che non ho non non può venire uno può scegliere di
Generosità il comportamento di Schopenhauer
Benato sarebbe un filosofo politico che si richiede che si chiarì pacifista perché poi approvi per esempio l'uso delle armi o lui stesso l'utilizzo delle armi in questo sarebbe certamente qualcosa che distrugge
La sua filosofia pacifista
Un'ultima domanda gliela voglio fare relativamente alle ultime parole del suo libro
Nelle fasi finali nelle battute finali del suo libro lei non parla di questo libro come di un nuovo libro il suo più recente libro ma come del suo ultimo libro che ultimo nel senso che lei scrive non ho intenzione di scriverne delle a degli altri
Non crede di doverci dire ancora molto e che non può lasciarsi senza le ulteriori sue riflessioni
Non non può ripensarci
Ma qualcuno potrebbe dire tanto per cominciare costruito troppo io di solito dello di fronte a questa espressione dico che non basta dire troppo bisogna dire male perché non c'è mai troppo c'è c'è naturalmente la qualità la qualità declinante
Credo che questo sia il mio ultimo libro per due ragioni fondamentali
La prima naturalmente che scrivere un libro richiedere delle cose originalità di Rachel ripetersi non non non è qualche cosa che mi e mi piace particolarmente negli altri meno nell'ancora per mi piace perché se mi ripeto mi annoio se sono cose che ho già scritto notevole di scriverle
Salvo casi eccezionali ma in questo caso potrebbe stare un articolo un intervento una bella intervista Perego messo su YouTube che circoli e così via il primo elemento il secondo e più e più grave la seconda regione più grave ho l'impressione che il dibattito pubblico sia declinato in maniera straordinaria
Sia inquinato in maniera solitaria ho l'impressione che quello che scrivo quello che dico
Quello che faccio abbiano meno possibilità di essere appresi perché qualche volta addirittura mancano le basi sento dire delle cose incredibili magari qualcuno glielo dico anche adesso
C'è ora parlando con un presidi con componente della Commissione affari costituzionali e discettano ovviamente sulle riforme sulle leggi elettorali gli ho chiesto a un certo punto io mi ero limitato gli ho chiesto ma lei ha mai detto un articolo scientifico sulle leggi elettorali risposta dice io ne trent'anni che calcoli palcoscenico della politica non ho bisogno di leggere niente se è così siamo a livelli nome dei quali mi sento l'impotente cioè quello che scrivo che ha una base profonda
In quello che ho letto in quello che succede in quello più ricercato si incontra con qualcuno che sostiene che calcare il palcoscenico della politica sia sufficiente
Ciò vuol dire che le idee ormai non toccano più i luoghi dove invece dovrebbero essere importanti per struttura le modalità con le quali non siamo insieme
Scegliamo i rappresentanti in qualche modo produciamo quel conseguenze politicamente rilevante
E quindi questo senso riuniti in Q inutilità mi opprime
Non si legano a Storo mai più niente anzi nel frattempo dopo il libro già scritto un paio di articoli abbastanza interessanti per i resoconti dell'Accademia dei Lincei
E che sono così dare relativamente brevi ma abbastanza incisive che rimangono quello sepolte nei resoconti chissà quanti lettori avranno più di chiude il ventiquattro di Manzoni ma non so se arrivano duecento un un minimo e nulla ci si aspetterebbe vedi continuerò a scrivere però la come dire la visione complessiva la portata di un libro
Non credo che mi mi sfugge da non non lo forse non avrò la forza fisica portano lavoro la voglia possono avrò neanche il tempo per farlo perché qui si vede richiedono naturalmente del tempo
Richiedono riflessione richiedono qualche volta anche di lasciarli a maturare una volta scritti e poi rileggerli e dunque non lo so però intendiamoci
Non credo che nessuno debba sentirsi particolarmente come dire
Addolorato da questo se volete sentirmi potrete ha premiato Cina che si possono rileggere i libri che ho scritto per Passaro ma ci sono altre modalità con le quali il contenuto cioè il polso ad esprimermi in materia di politica
Di intellettuali
In Brindisi tra
Noi ce lo auguriamo sinceramente
Abbiamo parlato con Gianfranco Pasquino professore di scienza politica all'Università di Bologna abbiamo parlato del suo nuovo libro il lavoro intellettuale cose come si fa a cosa serve pubblicato da UTET
Grazie molte professore
Grazie a lei grazie anche del nuovo poteva dire nuovo virgola forse ultimo virgola libero Orsello intimo
E alla prossima
Grazie