Conversazioni filosofiche. Presentazione del libro di Lucio Cortella, "L'ethos del riconoscimento" (Laterza)

Radio radicale Nuovo appuntamento con le nostre interviste filosofiche oggi siamo in collegamento con Lucio coratella professore di Storia della filosofia
All'Università Ca'Foscari di Venezia e ora in libreria con il libro pubblicato da Laterza letto su del riconoscimento di cui oggi parleremo con loro con luglio ben trovato professore
Grazie grazie a voi per questo collegamento
Allora il tema del riconoscimento al centro della filosofia sociale contemporanea riconoscimento significa che il soggetto
Diversamente da quanto diceva la filosofia moderna non forma una sfera originaria responsabile della Costituzione oggettiva del mondo ma è anzi a sua volta costituito dalle relazioni che lo circondano
Le relazioni di col riconoscimento esprimono di fatto delle forme riconosciute riuscite di relazione all'altro che consentono il pieno sviluppo
Della libertà dell'autonomia del soggetto e per contro costituiscono il criterio per una critica di quelle forme relazionali patologiche basate sul misconoscimento
In questo indirizzo di ricerca il libro di Lucio corte nella si inserisce con notevole originalità risalendo alle origini hegeliana e di questa idea
Allora professore la prima domanda che voglio farle relativa all'elemento a un elemento del titolo la parola ethos
A cui forse corrisponde il moderno eticità senza però che fra queste due ci sia una vera sopra Ponale offro sovrapponibilità ci sono due orizzonti di pensiero peculiari alle spalle di queste due parole e lei lo spiega fin dall'introduzione cosa distingue la tosse antico dalle eticità moderna e perché ha scelto di accompagnare il tema così moderno del riconoscimento
Con un concerto antico come quello di ethos
Allora il concetto di ethos molto utilizzato da Aristotele sullo di filosofia pratica i e politica
Ed è riferito non semplicemente a quello che potremo capire in prima battuta e cioè sostanzialmente il nostro comportamento morale dei nostri disposizioni pratiche l'ambito della del dell'etica in generale l'ho letto su un significato originario anzi questo sembra essere politici legificate etimologico preciso
Un po'diverso perché eletto indicata
Il luogo abituale da dividere la nostra dimora
La casa in cui noi indichiamo intesa non cui le le mura in cui testi circondo metallici insieme di relazioni vaticani
Poggiali che catalizzano l'essere umano questore il modo in cui avvistò per intendere fosse e lui spiega molto bene come la parola etica derivi da questo significato di ethos e poi di di
Da qui sa di tenda poi la concessione dei dei cosiddetti usi e costumi cioè di comportamenti pratici delle corre
Toquinho Aristotele credo significato ethos ovviamente a una devo così una compressione molto particolare perché la cosa riguarda in particolare i costumi di quella specifica città oggi tali fuoricorso ogni contesto pratico il suo ethos l'ethos degli Spartani non è lo stesso delle cose gli Ateniesi cioè le tossine molto caratterizza fondamentalmente una specifica tradizione e quindi offre uno specifico contesto
Nella modernità questo conta questo significato viene ripreso dai
Torno diciamo così una valenza demmo noi universalistica cioè che non riguarda più la nostra specificità ma riguarda in generale le condizioni universali dell'essere umano e questo perché ovviamente è stata l'antichità in modo moderno
è intervenuto un elemento fondamentale eh
Diciamo così la priorità della libertà soggettiva la priorità dell'individuo rispetto al collettivo se nel nel mondo antico il collettivo che è una priorità rispetto agli uguale
Nel mondo ruotano queste cose si capovolgono e quindi ripensare l'ethos in termini moderni si dica a fare i conti o questa libertate potremo chiamare libertà universale degli essere umani che è un concetto che attraversa l'intero Paese moderno in questo senso allora io utilizzo questa parola nella versione diciamo così
Trasformata di per qualificare quei rapporti universalistici di riconoscimento rimbalzo la nostra condizione umana
Avviciniamo questo concetto gradualmente e avviciniamo all'essere umano in primo luogo in quanto essere vivente
Noi in quanto esseri viventi siamo già in qualche senso diretti verso l'altro vediamo una sorta di brama di assimilazione mangiamo
Ci riproduciamo quando siamo in relazione ecco e come si capisce da queste azioni questa tensione desiderando tesi dirige verso oggetti della realtà non necessariamente verso altre persone
In questa intenzionalità nei confronti dell'altro quindi non si instaura una vera e propria relazione di riconoscimento dell'altro come soggetto e per contro non siamo a nostra volta riconosciuti come soggetti in che cosa consiste questa attenzione visiteranno tutte e soprattutto per ritiene importante con Hegel partire da qui perché questa non è che un punto di partenza è necessario ma non sufficiente per il nostro percorso
Allora intanto io direi che questo elemento relazionale caratterizza non solo essere umano ma caratterizza molte specie animali in particolare di mammiferi
Comunque il particolare rapporto dell'instaurarsi tra la madre e il figlio che non è come dire ha già detto ai primi e diciamo così mesi settimane di vita è un rapporto molto intimo a differenza di altre specie e pratico depongono le uova con le quali rapporto diverso i mammiferi hanno una naturale socialità questo nato male socialità che si sviluppa ovviamente anche nelle nelle i cosiddetti primati diciamo così cioè nelle scimmie più avanzate diciamo così dal punto di vista cognitivo intellettuali relazionale
Anche l'essere umano una ulteriore diciamo così dimensione uno ulteriore importanza
Perché noi non ci limitiamo semplicemente a collaborare con gli altri cose che accadono anche nelle specie animali ma noi presentiamo qualcosa di più
Pretendiamo tagliati di essere riconosciuti
Abbiamo bisogno del riconoscimento altrui questo è un bisogno e non semplicemente utilitaristico gli animali o l'hanno trattata la loro perché hanno
Utilità trova utile a collaborare tra loro ad esempio per cacciare taroccata procacciarsi cibo eccetera noi abbiamo milioni in più e caratterizza fondamentalmente la nostra Costituzione pisano di riconoscimento
Cosa intendo questo bisogno è un bisogno di essere rafforzati da una propria identità
E questo probabilmente ha origine nel modo in cui Luciano fa il noi siamo un misto di fragilità noi siamo esseri fragili
Limita infiniti e quindi se avvertono come dire avvertiamo il pericolo che proveniva dall'esterno è rilevabile ad un conforto da parte dall'altro questo conforto qualcosa che non può essere dato sempre semplicemente in termini utilitaristici ma ha bisogno di un riconoscimento di un riconoscimento vivo
Devono gli abbia avvisato di una stima di un ristretto
Questo è il nostro design desiderio fondamentale quello che caratterizza noi
Ci caratterizza perché noi insieme la nostra fragilità è un'altra caratteristica che siamo essere se è salito estremamente comunicativi
Perdiamo una capacità comunicativa che non è presente neanche nei nostri cugini primati per così dire e questa capacità comunicativa richiede
L'apporto il sostegno dell'altro
Ma a questo punto richiedendo supporto dall'altro noi al tempo stesso siamo portati anche a riconoscere l'altro per un motivo fondamentalmente che radicato nella filosofia di spiega molto bene
E io non posso sentirmi riconosciuto senza riconoscere perché non posso sentirmi riconosciuto da qualcuno che io non considero in qualche misura io parli quindi verso qualcuno io non ritenga capace o degno di riconoscermi a questo punto è scattato il meccanismo del riconoscimento il mio bisogno di visti sentirmi riconosciuto è diventato un riconoscimento attivo verso l'altro
E questo sta all'origine dalla nostra umanità lui giorno ritengono ritengo un elemento fondamentale che per Teresa la nostra differenza urbana per così dire rispetto anche ad altre specie animali per altri versi molto vicina è ciò che fa Dinoi non semplicemente degli animali comunicativi o degli animali capaci di maneggiare concetti ma degli animali normativi cioè capaci di una sentimento di rispetto e di Colico fugge dall'altro
Allora in questa risposta ha messo in fila
Tre concetti il legame tra la coscienza che abbiamo di noi e la relazione di riconoscimento la comunicatività e la normatività prendiamo il primo concetto lo stretto legame tra la coscienza che abbiamo di noi e la relazione di riconoscimento con altri che è la garanzia chi siamo in quanto ci troviamo in relazione lei lo scrive chiaramente in una serie di pagine molto intense in cui finisce per affermare che l'autocoscienza nasce già intersoggettiva
E però questa conquista è tutt'altro che pacifica anzi sembra nascondere una contraddizione ha nel suo interno riconosciamo l'altro in un processo attraverso cui speravamo invece di ricevere nuovi riconoscimento di avere non riconferma di chi siamo già proprio mentre volevamo essere confermati nel nostro punto di vista dobbiamo riconoscere l'esistenza di altri punti di vista e questa è un'esperienza frustrante armi soprattutto minacciosa
Questa è la condizione del conflitto a cui lei scrive nessuna buona volontà può porre rimedio
Proprio lei in conflitto lei scrive noi apprendiamo la pluralità dei punti di vista e soprattutto impariamo a
Relativizzare il nostro punto di vista da qui dalla molteplicità dei punti di vista nasce il mondo oggi Kimbo
Il prodotto di un lavoro di competizione e collaborazione potremmo dire
L'oggettività lei scrive un lavoro sociale
Riconoscere
Quindi è riconoscere quindi è la condizione di ogni conoscere ecco questa è un'altra cosa che lei scrive
Qui affermando l'originalità originarietà della relazione stiamo andando contro una certa concezione tradizionale che presuppone il conoscere rispetto al il conoscere rispetto al riconoscere
C'è una realtà oggettiva a condurre l'incontro e la relazione che cosa vogliono dire queste cose
Allora due problemi io prenderei dalla sua domanda il primo la formazione dell'autocoscienza questa è una cosa che caratterizza specificamente l'essere umano e noi siamo come dire
Esseri viventi che hanno una consapevolezza di sé stessi non solo hanno una conoscenza di se stessi
Ora questa cosa come accade come accade questo strano fenomeno non solo il fenomeno della coscienza ad una capacità di conoscere ma questa seconda cosa in cui noi oltre alla capacità di conoscere siamo anche capaci di conoscere noi stessi
Per una conoscenza del nostro corpo e mente la l'autocoscienza ancora molto complicata per certi versi enigmatica
E qui e dimore di grande aiuto secondo me l'indagine che io lo svolge nella fenomenologia dello spirito perché spiega che la conoscenza di noi stessi non sarebbe mai potuta sorgere
Se noi fossimo da soli
Insomma non non siamo in grado individualmente di produrre quest'autocoscienza variabili sono di uno sguardo oggettiva ante Esterno Peci guardi da fuori e noi guardandosi dal punto di vista dall'altro impariamo a conoscerci
In questo modo acquisiamo quella strana cosa che la consapevolezza di noi come oggetto come soggetto per quest'autocoscienza qualcosa che abbiamo conosciuto oggettivamente come gli altri oggetti ma che ha caratteristiche soggettive
Questa strana
Oggettività che l'autocoscienza l'acquisiamo attraverso un giro cominciò diciamo così include anche l'altro per quell'altro invece di essere di essere qualcuno semplicemente estraneo a noi entra dentro di noi il suo sguardo fa parte di noi
Ovviamente non solo lo sguardo di uno specifico Angloma di tanti anni
Però se autocoscienza il risultato di una serie ininterrotta di riconoscimenti qui noi abbiamo al nostro interno tanti anch'io dico sempre noi siamo molteplici questo ovviamente rompe una un dogma quasi una filovia moderna pensa il soggetto qualcosa di unitario di comparto mi auguro costituito il contrario
Ma il riconoscimento non già una seconda cosa questa seconda parte un po'la sua domanda che io ho individuato e cioè e noi grazie a questo riconoscimento altrui
Non solo diventiamo consapevoli di noi stessi ma a questo punto scopriamo che c'è anche l'altro e c'è un punto di vista diverso dal dal nostro
E quindi il nostro originario possiamo chiamarla così desiderio di essere soli con voi stessi non vorremmo essere i confronti nella nostra solitudine il nostro quasi delirio di potenza in cui siamo noi stessi nel mondo viene in qualche modo eroso rimesso in discussione la presenza di un altro capiamo ma c'è un punto di vista diverso sul mondo
E a questo punto anche le il nostro modo di guardare le cose il nostro punto di vista la nostra prospettiva viene in qualche misura corretta messa in discussione dall'ancora con altri conferito il riconoscimento è strettamente intrecciato ai corsi tra due cose stanno insieme non c'è riconoscimento senza all'infinito non c'è conflitto senza riconoscimento e a questo punto mi pare una cosa fondamentale
E il nostro modo di guardare le cose non sono le cose ma solo il nostro modo di guardarle perché c'è un altro crede in maniera diversa
E a questo punto nasce la possibilità che i due sorgere due soggettività o meglio le molte soggettività che incontriamo nella nostra esperienza si correggano reciprocamente e grazie a questa correzione reciproca
Impariamo che cosa è il vero mondo che sta di fronte a noi
Questo punto abbiamo preso una cosa fondamentale e noi siamo diversi dal mondo il mondo e fuori di noi per il mondo su un consenso è costituito a cose che siamo e sono diverso da noi quindi impariamo l'oggettività delle cose ecco l'idea un po'ingenua
Per l'oggettività lui la prendiamo semplicemente guardando le cose è totalmente sbagliata perché guardando semplicemente le cose avremo totali identificazioni tra voi le cose poi penseremo di essere le cose impariamo questa distanza questa differenza
Perché ci si voglia piegati ce l'hanno insegnato
E quindi impariamo a capire che il mondo ormai come luglio vediamo va infatti in maniera molto diversa sotto differenti e molteplici punti di vista
Il secondo elemento che prima abbiamo tirato in ballo la comunicazione perché tutto questo
è i è una rinite di relazioni di riconoscimento che viene intessuta attraverso la rete la comunicazione nella comunicazione ci mettiamo l'uno nei panni dell'altro cioè assumiamo l'altrui in prospettiva del mondo sul mondo
Vediamo l'altro incorpori amo le norme che regolano questa sua osservazione potremmo dire eppure non siamo già alla dimensione etica
Lei definisce etica l'esperienza non solo di vedere l'altro e confinare con nella sua bolla di libertà cioè finché non ci si presenta in uno con l'altro
Ma l'esperienza positiva attiva di promozione reciproca della libertà
E intanto che cos'è la comunicazione umana c'è davvero una pena collaborativa all'origine della stessa nostra essenza sociale contro la concezione competitiva e bellicistica tipicamente moderna
E io qui ho utilizzato alcuni studi anche recenti di psicologia evolutiva in particolare quelli svolti da Michael Tomasello
Tutti coloro dall'età evolutiva un tricolore uno psicologo evoluzionista che ha lavorato per tanti anni in Germania al Max Planck Institut di Lipsia che le sue negli Stati Uniti questo piccolo ruolo fondamentalmente mostra come all'origine della dell'umanità chi sia
Un essenziale collaborazione che noi non saremmo quello che siamo
L'aspetto dominante e siamo diventati fondamentalmente sugli atti e sui dividendi se non avessimo avuto questa capacità di collaborare con gli altri non li siamo originariamente non egoisti
Ma siamo lievemente collaborati abbiamo appeso che potevamo ottenere di più diciamo così potevamo raggiungere obiettivi più ambiziosi se collaboravamo con gli altri movimento e collaborare con l'altro
Per noi è una cosa molto diverso dal modo in cui per esempio c'è la collaborazione fra tante specie animali
Questa cosa accade anche Marisa diciamo le Formiconi reati che hanno forme di collaborazione dall'altra tra l'altro molto complesse ma la nostra collaborazione diversa perché noi collaboriamo con i dati in maniera fondamentalmente nuova perché noi ci mettiamo nel punto di vista capaci di metterci nel punto di vista dell'altro è un tema per scontato anche durato psicologo battista americano Armide che mostra che per collaborare peraltro presso per comunicare per semplicemente per aver mozione dei significati delle cose lo dobbiamo metterci nel punto di vista dell'altro
Questo è stato un vantaggio evolutivo fondamentale perché se dobbiamo cacciare insieme pensiamo alle origini della specie umana studiamo prende una preda
E dobbiamo farlo insieme nel gruppo dei cacciatori è chiaro che non l'abbia un vantaggio evolutivo al momento in cui si ha sappiamo anche le intenzioni degli alti cioè giovani ognuno di noi non si muove dal punto di vista dell'io
Ma se ognuno di noi si muove dal punto di vista Del Noce presa quella che possiamo chiamare una sorta di intenzionalità collettiva
Questo una capacità chiamiamo sonori Marco Tomasello ha fatto molti esperimenti con gli scimpanzé mostrato come gli scimpanzé abbia non solo di collaborazione ma sono sono in grado di cattiva le intenzioni dell'altro e di metta sino al punto di fare l'acquisto
è ciò che sta alla base riconoscimento perché perché mettersi dal punto di vista vuol dire che io considero l'altro come me
Perfino l'altro soggetto degno di rispetto così come io penso che io debba essere degno di rispetto a questo punto la collaborazione altruistica semplicemente utilitaristica
Diventa collaborazione altruistica etica noi apprendiamo a questo punto le di cui abbiamo bisogno che l'altro sia autonomo
Perché la nostra autonomia dipenda dall'autonomia dell'altro e quindi noi abbiamo introiettato una sorta di dovere morale Pequeno non solo di riconoscere l'altro come pari noi ma che dobbiamo entro quanto più possibile autonomo
Per cui quanto più autonome l'altro tanto più ricevevano in autonomia
La nostra autonomia ma un altro gruppo ma poco sociale e quindi quanto più i tre leggiamo la socialità tanto più diventiamo
Autonomia egualmente quindi qui è sbagliata la prospettiva emette la nostra libertà individuale come dire in contrapposizione alla libertà sociale
è sbagliato disse no perché la nostra libertà individuale una conseguenza Della libertà sociale
E tutto questo l'ascoltatore avveduto avrà capito quanto pur partendo da delle premesse che sono di del pensiero moderno stiamo andando ben oltre quanto il pensiero moderno avrebbe accettato
Tutto questo avviene in un gioco di riconoscimenti molteplici plurali
Al centro del quale si trova il soggetto si forma il soggetto si forma il soggetto libero il soggetto non si forma da sé
Non Chamot non Chamot liberi noi diventiamo Soggetti e diventiamo soggetti liberi sono Traverso relazioni di riconoscimento
Che sono declinate in differenti modi a seconda del contesto storico culturale e sociale
Un gioco a cerchi concentrici se capisco bene
Io così e io ho sempre avuto questo problema di capire cosa fosse la specificità della libertà umana
Perché è chiaro che le le licenze contemporanea della Radiologia la la Neurologia ispirano che praticamente le noi puntino alle nostre decisioni nostre lavorazioni concettuali dipendono da una chimica interna ai nostri neuroni dipende da elementi fortemente connotate ideologicamente non non
Costante il problema è come in questo contesto pensare la libertà umana qui questa questa problematica mi ha sempre spinto appesa alla libertà come qualcosa che non appartenesse a una sorta di regno su una sensibile
Con una sorta di dotazione spirituale che convive con la nostra pluralità ma anche la nostra libertà e in qualche modo avesse basi biologiche
Quello sì è una contraddizione in termini Radiologia sembra dirci noi siamo totalmente determinati e deterministica ebbene
Io attraverso rapporti di riconoscimento non riusciamo a capire qual è la specificità delle libertà umana
Non qualcosa di contrapposto alla nostra una pittura
Ma qualcosa che grazie alla natura
Ci rende liberi in qualche modo la nostra natura biologica grazie curva alla comunicazione al riconoscimento riesce a far Dinoi qualcosa e si muove su un terreno per così dire in cui valgono le norme bagliori spettò vale dell'etica vale l'autonomia dell'altro e quindi si è generata attivata terreno biologico una logica e pur dipendendo da questo terreno obbedisce ad altri criteri
In che modo è la libertà che nasce sulla base della naturalità quindi è una sorta di Processo che dalla naturalità produce la libertà e l'autonomia ovviamente non possiamo parlare di libertà assoluta
Come l'avevo pensato incerti se già così filo moderno sa libertà è sempre condizionata ma condizionata dalla natura Marchesan tempo stesso possibile la rottura e questo passa attraverso un processo di formazione lo chiamo così il modo in cui lo chiamai che per certi versi però negli anni proprio questa build uno scozzese concesso di formazione e di apprendimento noi apprendiamo sempre di più a diventare liberi
E questo grazie alle differenti relazioni di riconoscimento che possono essere le azioni appunto affettive possedesse riconoscimento di diritti possono essere l'azione giuridica relazioni politiche relazioni sociali di Spina sono differenti
Stante il riconoscimento dentro i quali noi ma curiamo
Il nostro processo di formazione quindi la nostra specifica libertà umana questa è solo nostra non c'è nessuna trattativa o non siamo né animali né Dei siamo una cosa intermedia
E riesce a diventare liberi grazie alla natura e questo in qualche modo possiamo quasi chiamarlo la specificità la nostra umanità
Lei per parlare di questi riconoscimenti che prima ho detto a cerchi concentrici cioè ad un processo di out di apprendimento sempre più complesso
Per parlare di questo lei avvicina la filosofia il pensiero di Axel Olmert pensatore della scuola dell'ultima generazione di della Scuola di Francoforte
Però non abbraccia completamente il pensiero di arse donne te anzi lo critica soprattutto in un punto Connect non sembra in grado di rispondere a una domanda fondamentale cioè perché dovremmo riconoscerci lei passando per Hegel e arrivando fino ai lavori a noi contemporaneo di poco comunque molto recenti di a pelle Habermas cerca di approfondire questa domanda perché dovremmo riconoscerci
Lei Gianni passi precedenti di questo percorso aveva rintracciato degli indizi nel senso della comunicazione e ne abbiamo parlato nella parte finale del libro sembra essere proprio in questa direzione che dobbiamo muoverci per poter parlare non tanto di soggetti adiacenti che come abbiamo detto rispettano la libertà altrui fintanto che non interferisce con la propria quanto invece di soggetti impegnati in una attiva promozione reciproca della libertà qui si rivela il tenore non solo cognitivo del riconoscimento ma anche normativo etico era il nostro terzo elemento prima menzionato ce ne vuol parlare
Allora
L'utilizzo molto la teoria di voler per certi versi ne sono dipendente o sono stato a Francoforte diverse volte ho osato dei seminari fino a lui in qualche modo il suo pensiero mi ha sportivamente influenzato
Però ritengo che su questo punto la sua teoria sia carente
Perché fondamentalmente alla domanda radicale perché dobbiamo riconoscerci Louis fonderebbe semplicemente beh dobbiamo riconosce semplicemente se vogliamo essere Autonomie liberi autorialità
Ma questo libro con il problema perché dobbiamo essere autonomia degli autorganizzati insomma a questa questione volle sembra sui gironi meno sembrano dare una risposta convincente
Allora io intraprenda uso un un percorso che è un non fa perché vuole non prendo in considerazione secondo me l'opera che più di tutte potrebbe aiutarci a risolvere questi problemi ed è la fenomenologia dello spirito di Hegel
è in quell'opera che lei descrive innanzitutto e noi abbiamo bisogno di riconoscimenti ma ovviamente dirà che noi abbiamo bisogno di riconoscimento abbiamo detto prima non significa ancora che dobbiamo riconoscere allora il bisogno di riconoscimento come dire dipende dalla nostra fragilità vi sono di conforto dicono di sostegno ma poi dobbiamo capire perché da questo bisogno nasca
L'impegno morale a riconoscere l'altro non solo il riconoscimento passivo ma riconoscimento attivo per spiegare questa cosa dobbiamo capire il tipo di relazione oggettiva tiri restituirsi tra due soggetti che si riconoscono noi pensiamo erroneamente che quando due soggetti si riconoscono io in in campo solo quei due soggetti in realtà in campo e anche lo chiamo un terzo soggetto la relazione oggettiva che è rimasta divisi tra di loro
E questa relazione oggettiva quella cosa un po'complicata collocati spiegare prima per cui io non posso sentirmi riconosciuto senza dove i dati in possesso riconoscere l'ampio
In qualche misura la relazione a questo punto impone a chi ha bisogno di riconoscimento impone nonostante la sua bontà non fosse quella di riconoscere impone di riconoscere il body conoscere attivamente l'altro e quindi la relazione a questo punto si erge quasi come una dominanza nel rapporto fra i due ebbene questa relazione
è evidente ma abitata dai Galli anche se poi alla porta verso come dire conclusioni diverse rispetto a quelle a cui voglio andare io perché io la interpreto fondamentalmente come l'affermarsi tra indurre di una relazione etica
Cioè quello che si impone fra i due è appunto quello che abbiamo chiamato prima il corso cioè una relazione oggettiva che ha i caratteri dell'etica in altri termini non lo possiamo incontrarci riconoscersi reciprocamente se prime loro tra di noi
Non agisce un'etica oggettiva che fa sì che ognuno dei due riconosca l'altro
In questo modo questo ethos che sta tra i due entra nei guai diventa in qualche modo qui anche qui uso una espressione che è una diventa una loro seconda natura
Per qualcosa che è incorporato dentro loro stessi per cui noi siamo naturalmente portati a rispettare l'Arpac possiamo che non rispettano in certe situazioni però è è una cosa che ci viene naturale
Io ho fatto dire di molto banali se non per tra l'altro devo vediamo di qualcuno zoppica o qualcuno si inciampa e cade per terra siamo naturalmente portati ad aiutarlo oppure se vediamo qualcuno che soffre
Anche se non per fare un'analisi ma noi abbiamo questa capacità empatica di soffrire anche al nostro interno ecco questa cosa fa parte della nostra natura non della natura biologica
Ma della nostra seconda natura quello che abbiamo ha preso nei rapporti il riconoscimento questo è diventata parte di noi stessi e una volta che è stata precisa
Non viene più dimenticata
Questo interessante venir fuori anche da Aristotele Aristotele dice che l'uomo e ha preso l'avvio duro ma dimentica Pinuccia di
Dimenticanza della virtù ecco Aristotele usa questa parola virtù
Detto diciamo in maniera moralistica dotata di due una disposizione che noi abbiamo acquisito attraverso le abitudini accettazione ecco il riconoscimento ci fa diventare etici in maniera abitudinaria che non è una cosa banale per nel senso che l'etica fa parte in qualche modo di noi stessi e questo fa sì che noi siamo tendenzialmente portati a rispettare la lo e in qualche modo a promuovere una
Abbiamo terminato il nostro tempo
In mezz'ora si può fare solo un rapido sorvolo di tematiche così importanti quindi l'invito è quello di andare davvero a leggere approfondire questo libro letto del riconoscimento di Lucio portella è un libro nutriente importante Corona
Anni di ricerca meditazione che con i libri precedenti corta nella ha portato avanti
E che qui trovano un complimento davvero brillante davvero importante quindi l'invito è a leggere
L'ethos del riconoscimento editori Laterza deluso corta nella che ringraziamo per la disponibilità a conversare con noi grazie professore
Grazie a voi ragazzi quindi e un saluto a chi già ascoltato alla prossima