Emergenza alluvioni: intervista a Francesca Ottaviani sulla mancata prevenzione del rischio idrogeologico da parte di comuni italiani

Emergenza alluvioni ne parliamo con Francesca Ottaviani di Legambiente nazionale che anche portavoce della
Campagna Operazione fiumi di Legambiente insieme a protezione civile nazionale
La campagna Operazione fiumi pubblica ogni anno anche un dossier che si chiama ecosistema a rischio di cui è tata anticipato un mese fa circa la parte riguardante proprio la Regione Veneto quella colpita attualmente dalle inondazioni
Ci sono centosessantuno comuni a rischio idrogeologico secondo questo vostro rapporto
I secondo con i dati che noi abbiamo presentato in questo dossier che è stato appunto diffuso durante la tappa dell'anno
La campagna Operazione fiumi realizzata in Veneto la nostra è una campagna appunto che realizzata in collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile
E che ha oltre alla finalità di monitorare la condizione relativamente al rischio idrogeologico nelle regioni italiane
Di realizzare anche altre attività a fini di fidelizzazione informazione relativamente al rischio
Secondo i dati che ne abbiamo pubblicato nei comuni che sono stati in cui siano presenti aree ad elevata criticità idrogeologica come tu hai ricordato sono centosessantuno
E questo nel Veneto questo secondo un report pubblicato nel due mila e poi dal Ministero dell'ambiente e dal dall'UPI Unione delle province italiane
E contro i nostri dati perché mai monitoriamo la condizione del rischio in questi Comuni attraverso un questionario che inviamo ogni anno a tutti i comuni italiani che siano classificati a rischio
Secondo i nostri dati quello che viene fuori è che il problema principale in Veneto ma anche nelle altre regioni italiane e l'eccessiva urbanizzazione antropizzazione delle aree a rischio
Per quel che riguarda i Comuni veneti ci risulta che nel settantaquattro per cento di comunicarvi che siano presenti abitazioni in aree classificate a potenziale pericolo di esondazioni o di frana
Che nel ventinove per cento dei casi creano precedenti addirittura interi quartieri e dato maggiormente preoccupante nel quarantasette per cento dei casi sono presenti in zone a rischio degli insediamenti industriali e produttivi
Questo cosa vuol dire che in caso di calamità come quelle che si stanno purtroppo verificando in questi giorni esiste un pericolo non soltanto per le persone che lavorano in questi insediamenti industriali ma anche un forte pericolo
Ambientali e per la possibilità che si verifichino sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque nei terreni
Quindi il uno dei fattori di rischio maggiori è proprio la presenza di abitazioni e costruzioni in generale
Nelle aree a rischio il dato del Veneto in realtà molti
Tubicino quello nazionale gli almeno secondo il rapporto l'anno scorso si avvicinava intorno al settantanove per cento e dato il dato del Veneto da questo punto di vista è vicino a quello nazionale perché il problema dell'effettiva antropizzazione delle aree a rischio
è il problema cruciale che riguarda tutto il nostro territorio il nostro è un territorio naturalmente fragile vuol dire che altri con la della diversità della condizione del territorio dipendente un territorio esposto questo rischio sia il rischio di esondazione che il rischio di frana in molte altre località
Per l'eccessiva antropizzazione di queste aree ha ovviamente determinato un'amplificazione di questo rischio naturale
Perché non soltanto etiche ovviamente una peggiore esposizione delle delle strutture degli insediamenti di cittadini che vivono e lavorano in queste aree ma anche perché l'aggettivo consumo di suolo non consente più al terreno di drenare l'acqua in eccesso quindi quando si verificano precipitazioni meteorologiche concentrate
In poco tempo come avviene in questi giorni ovviamente l'acqua si riversa con maggiore violenta con maggiore quantificando i fiumi e quindi perfettibile che si verificano ed eventi calamitosi come questi quindi esondazioni
Dati anche interessanti che deve emergono posso rapporto nel solo il sette per cento dei casi i Comuni provvedono a delocalizzare le costruzioni a rischio idrogeologico
E nell'ottantacinque per cento dei casi esistono dei piani urbanistici che prevederebbe ero
Di salvaguardare le aree a rischio cioè non costruendo però nonostante questo le costruzioni vengono vengono fatte o comunque si trovano
Costruzioni in aree a rischio può dirci qualcosa di più su questo letti riferisse in questo momento al dossier che abbiamo pubblicato nel due mila nove è stato effettui ecco di esistono di vincoli
Perché non che impediscono di costruire nelle aree a rischio
è necessario che al
Unifichino insomma chi vadano di pari passo l'identificazione e l'individuazione delle aree che sono classificate a rischio e la pianificazione urbanistica
Questo vuol dire che è necessario dare maggiore forza questi vincoli che esistono evitando ordini costruire queste zone
E poi una volta costruito sarebbe necessario che l'alta provvederà delocalizzare una volta costruito uno degli interventi di prevenzione che sarebbe necessario
Mi pare ovviamente dove è possibile è quello di delocalizzare le strutture presenti nelle aree esposte maggiore pericolo sia che si tratti di abitazioni che è che si tratti di insediamenti industriali
E questo deve però troppo raramente dargliele troppo raramente perché ovviamente la percentuale che hai ricordato relativamente all'ortodossia del natura
Dell'anno scorso ha soltanto il sette per cento quindi vuol dire che in tutta Italia sono ancora troppo pochi i comuni che riescono a realizzare questi interventi
Un altro problema è che anche quando si interviene a volte
Gli interventi effettuati rischiano di essere inefficace come quello come gli interventi ad esempio di difesa idraulica dei fiumi
Le attività di prevenzione che possono svolgere in diversi modi quello che noi diciamo che qualora la FIBE prenda l'prendano avvio degli interventi strutturali il principio che deve ispirare questo intervento è quello il più possibile di rispettare la naturalità dei corsi d'acqua
E quindi è necessario evitare di intervento imperativi che possano ridurre il rischio laddove chi realizza intervento penso di fare l'intervento penso ad esempio delle arginature impotente componenti che possono mettere in sicurezza territorio ma che spesso rischiano di creare un problema maggiore a tale laddove l'acqua si riversa ovviamente con
Maggiore forza e potenza quindi è necessario che gli interventi di messa in sicurezza vengano realizzati studiando tutto il percorso del fiume quindi studiati su scala di bacino
E che al tempo stesso vengano realizzati anche degli altri interventi di messa in sicurezza come ad esempio le delocalizzazioni
E e appunto interventi per noi Bettino la natura dei corsi d'acqua
Una volta che però questi piani strutturali non sono stati fatti e l'alluvione avviene o comunque dell'emergenza vengono ci sono i piani di protezione civile anche queste monitorato nel vostro dossier può dirci qualcosa in più
Fino a molti troviamo anche questo è l'attuazione e da questo punto di vista dobbiamo dire che la situazione in Italia assolutamente molto più confortante nel senso che il nostro sistema nazionale di Protezione Civile certamente alla Corte all'avanguardia un'ottima capacità di risposta in caso di calamità per primo per intervenire a prestare soccorso alle popolazioni
E da quel che ci risulta anche molte anche a livello locale molti Comuni stanno attivando per predisporre i loro piani di emergenza locali
Questo vuol dire che aumenta la risposta di la capacità di risposta tempestiva in caso di calamità il punto è questo non basta per mettere realmente in quel territorio a questo deve essere affiancata una pratica costante di monitoraggio e prevenzione
Perché è evidente che non è sufficiente essere solo in grado di rispondere
Ti do soltanto un dato su questo per quel che riguarda il nostro dossier sul Veneto il cui i Comuni del Veneto al disponibili comuni novantatré per cento dei Comuni del Veneto che abbiamo intervistato dispongono di un piano di mille emergenze nell'ottantaquattro per cento dei casi questi piani del parco sono stati
Aggiornati negli ultimi due anni quindi vuol dire che dal punto di vista della pianificazione dell'agente della capacità di risposta incaricato di calamità siamo un buon livello
D'accordo la ringraziamo Francesco Taviani di Legambiente in particolare della campagna Operazione fiumi per averci spiegato un po'affondo quelli che sono i rischi che partono
Poi a venti tragici come quelli dei di questi giorni grazie grazie a voi