Dall’autogoverno comunale … all’Europa unita (PCM, Struttura di missione per gli anniversari nazionali, coordinamento dell’Università della Tuscia) (29 / 30 gennaio).
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Cultura e spazi urbani
professoressa di Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma
Una capitale europea minore? Roma e il suo mancato statuto
professore di Storia contemporanea all'Università di Cassino, Presidente SISSCO
L'apprendistato civico. Istruzione, scuole pubbliche e pedagogie educative
professore ordinario di storia della pedagogia presso l'Università di Roma Tre
Le eredità post coloniali nell’integrazione interculturale metropolitana
professoressa di Storia Contemporanea, Università degli Studi Roma Tre
La questione abitativa e le politiche municipali per la casa nel centenario di Roma capitale
professore associato di Storia contemporanea presso la Sapienza Università di Roma
Sospensione
Rappresentazioni e immaginari
professoressa associata di Diritto costituzionale all'Università degli Studi di Napoli Federico II
Dall’Anno Santo del 1950 al Grande Giubileo del 2000. Turismo e trasformazioni urbane a Roma
professoressa di Storia contemporanea presso l'Università La Sapienza di Roma
L'immagine di Roma capitale nelle televisioni locali
assegnista di ricerca in Storia Contemporanea all'Università degli Studi La Sapienza di Roma
professore ordinario di Storia contemporanea all Sapienza Università di Roma
professore di Storia contemporanea presso l'Università della Tuscia
Esclusive della
Presa ah ok ecco qua allora buongiorno a tutti
Ben ritrovati dopo la la giornata di ieri oggi prosegue la riflessione su Roma Capitale nella Repubblica proseguo che e e il si conclude oggi alla giornata conclusiva del convegno appunto su da Roma Capitale
è una riflessione iniziata io direi l'anno scorso con il convegno di febbraio quello che si è svolto a al binario metterci a via Marsala
Sui mali di Roma cinquant'anni dopo e che vede adesso appunto una tappa ulteriore come già si diceva ieri come ieri ha detto Maurizio Ridolfi
Sempre più diciamo il tema di Roma Capitale di Roma Capitale in generale Crippa di Roma capitale della Repubblica si propone mi sembra
Alla luce delle riflessioni l'anno scorso alla luce del in quanto si è detto ieri nella prima giornata di questo convegno mi sembra un tema l'impegno di di di attenzioni e di essere messo a tema di essere studiato son
Tenuto fuori molte riflessioni interessanti
Peraltro sono arte hanno trovato un ulteriore momento articolazione nel novembre di quest'anno
Provo un un convegno organizzato dalla Fondazione Carlo Levi su politica e cultura come al tempo dell'orologio quindi un convegno che restringeva lo sguardo negli anni del del dell'immediato secondo dopoguerra mentre invece questo Roma capitale della Repubblica estende
L'attenzione avverte tutta la seconda metà del Novecento nel tentativo appunto di rintracciare quei fili lunghi di cui parlava anche Marina Formica ieri
Con la sua confessione relazione su dalle esperienze repubblicane a Roma Chafik El settecenteschi allora i lavori pure oggi prevedono quattro interventi comincerà il il presidente della Cisco nonché collega e amico Marco Di Nicolò che a Roma
Devo parlare meno vicino
A che a Roma dedicato delle
Degli studi belli e importanti proseguirà Lorenzo Cantatore Maria Luisa Sergio e Bruno Bonomo mentre invece purtroppo non potrà essere presente Anna Villari
Con la sua relazione su sull'arca Roma
E poi ci sarà una pausa di un quarto d'ora e poi un un la sezione conclusiva su rappresentazioni immaginari
Invece quello di cui parliamo qui è cultura spazi urbani e quindi io a questo punto darei la parola Marco De Nicolò
Chiedendo di stare sui venti venticinque minuti
Venti venticinque minuti nella relazione oggi rispetto a ieri siamo sì però insomma siamo più rilassati perciò abbiamo sempre sette otto di relazioni quindi no poi se uno dice venti-venticinque SEPA dice siamo rilassati diventano tre quarti d'ora usciti a dire invece venticinque anche per lasciare tempo
Sì però anche corso considerato che è l'ultimo giorno del convegno lasciare un pochino di tempo anche per interventi riflessioni insomma per far circolare un pochino le idee verso le uscite e e e anche aprire un un po'di tempo per il dibattito quindi lascio
Volentieri la parola a Marco De Nicolò con una relazione su una capitale europea minore
Roma e il suo mancato Statuto
Allora grazie innanzitutto se siamo rilassati è previsto anche una pausa durante l'intervento per una piccola per un micro sono di cinque dieci minuti immagino vende
Visto che sono ridotto ormai diciamo in uno stato larvale potrebbe anche essere utile a chi ascolta allora
Dunque intanto sono molto contento che questo convegno a porti anche il logo della Cisco perché
Credo che sia una delle degli appuntamenti di di riferimento su una riflessione su Roma che effettivamente al diciamo a un doppio appuntamento e cioè quello col Giubileo e quello appunto con una legge che dovrebbe stabilire
Forse
Curcio all'arrivo il traguardo di uno statuto speciale per la capitale
Quindi devo dire che una riflessione sulla città non ne sono mancati in questi ultimi tempi come ricordava anche Elena
Però credo che sia veramente utile per fare un po'il punto su una città che mi pare sia stata s'governata negli ultimi insomma decenni
Quindi
Direi che insomma la la la cosa mi fa molto piacere dal dal punto di vista del coinvolgimento della Società Italiana per lo Studio Storia Contemporanea mi fa piacere come come studioso è sfido adesso come relatore la la sorte diciamo se uno credesse nella scaramanzia questo intervento non dovrebbe essere fatto
Perché ogni volta che ci si avvicina al traguardo di una legge speciale su Roma succede qualcosa e si rinvia quindi fare un intervento su questo tema è un po'ospitare la sorte insomma
E riavvolgendo il nastro questa a diciamo questo Statuto che non è finora mai giunto ha ha radici lontane
Radici lontane perché diciamo
Per la condizione non solo politica ma anche culturale
Dell'Italia
Nel senso che
Le grandi capitali europee da Parigi Londra Vienna Berlino già dall'Ottocento hanno avuto loro sistemazioni particolari che stabilivano regimi di autonomia
E che
Lei voleva né in una relazione chiara nei confronti dello Stato
Pensiamo in modo diverso no la dipartimento della Senna ha una struttura molto diverso dal London County Council non
Così come diciamo lo statuto di Berlino non è proprio quello di Vienna ma questi statuti hanno ha anche consentito per esempio
Il grande ammodernamento che intorno agli anni sessanta dell'Ottocento molte di queste città hanno vissuto pensiamo all'Hofburg di Vienna alla prima costruzione della metropolitana Londra nel sessantatré
Alla sistemazione certamente demandata a un prefetto come Haussmann a Parigi della del della capitale
Francese pago tutti i difetti che possiamo trovare in queste in queste costruzioni di capitali ma certamente questo aiutato a definire
Anche il sistema di regole nonché siano mancate polemiche durante queste grandi edificazioni ottocentesche
Però anche un sistema di regole che a Roma per esempio non ha avuto
L'uovo
E questo per esempio è uno non solo il principale per carità però è stato uno dei motivi per cui una città che è cresciuta in modo sregolato a è andato incontro anche a una incapacità di mantenere
Piani regolatori
Che fossero rispettati e no Penny la grande crisi edilizia degli anni Ottanta dell'Ottocento e così via
Allora nonché mancassero Progetti su Romano come sapete insomma da dalla Terza Roma di Mazzini alla Città della cultura di Sella eccetera ma quando si è trattato
Di andare sulla definizione dei confini di una struttura speciale per la Capitale belli per esempio
Due esponenti della destra si erano trovati già il conflitto Minghetti per esempio aveva proprio dichiarato esplicitamente che non aveva non aveva senso finanziare
In modo
Diciamo ad hoc dedicato le spese per la capitale
E quindi come si è risolta la cosa perché Parma capitale va mantenuta fa con diciamo si guidava affiancata da risorse che diciamo seguano una sua progettazione come centro dello Stato
è andata avanti con le leggi speciali e già la prima legge speciale mette in evidenza quella del mille ottocentottantuno come si sia perso tutto l'afflato risorgimentale
Nei confronti della Capitale quella capitale che Galasso aveva definito
Inevitabile no
E che aveva avuto apparterrà alla alla alle obiezioni di d'Azeglio pochissime
Pochissima obiezioni da parte di altri esponenti noti della politica risorgimentale e unitaria
Bene nel mille ottocentottantuno emergeva come tutta quella generazione che era che aveva alle nutrito questo sentimento di unificazione di Roman vitali della scelta
Assolutamente quasi senza discussioni per la Capitale e si trova in difficoltà rispetto a una nuova generazione politica che invece metteva in discussione
E il fatto che lo Stato potesse mettere a disposizione di Roma delle risorse per la sua edificazione istituzionale poi no perché poi erano in ballo la costruzione del Ministero della giustizia del del Palazzaccio quello c'abbiamo Palazzaccio e così via
Quindi questa questione della del timore ecco il timore
Di sollevare delle dispute municipalista ricorrente ricorre anche nel mille ottocentonovantuno
A ricorre diciamo in altri momenti si attenua molto nel periodo giolittiano quando con due leggi speciali né affetti noi abbiamo una capitale che può
Risolvere parte
Delle
Mancanze o Oppo avanzare in uno sviluppo urbano grazie però anche una serie di leggi nazionali che non riguardano solo la capitale
E che affiancano però un disegno di modernizzazione delle città come la municipi abitazione dei servizi pubblici eccome la tassazione sulle aree fabbricabili
Laddove queste due
Leggi appaiono
Appaiono sfruttate bene naturalmente le amministrazioni locali di grandi città hanno effettivamente Ono il tasso di modernizzazione abbastanza elevato e naturalmente quando arrivano le leggi speciali sul Roma se c'è una amministrazione che non pensa
Sonoramente alla redistribuzione tra ne usciamo una un ceto nobiliare imprenditoriale naturalmente comune nel periodo in cui nata sindaco di Roma ma allora anche queste leggi speciali hanno un effetto sommate a le leggi che vi ho detto
E questo è un po'anche uno dei nodi cioè la permanenza per lungo tempo di una Emmitt locale
Di di di antica schiatta lo diciamo saranno biliare aristocratica guarda dell'elenco dei sindaci di Romano sono diciamo una fotografia chiara di quale fosse DeWitt principale
In continua ne siamo negoziazione con lo Stato per a mettere con con ammettere diciamo altri ceti sociali come come evitano
Tant'è che appunto in quella lista molti figurano come sindaci ma sono facenti funzione di sindaco
è perché perché naturalmente questo testimonia anche la tensione tra le punto nota minando locale e il Governo centrale
Quindi una diciamo situazione che certo non favorisce la sistemazione di Roma e con uno statuto speciale cioè con una legge che riguardi la capitale i suoi rapporti con il governo centrale
E a furia diciamo di di questa corda che di riavere questa come
Ma che si tira da una parte e dall'altra B poi ci sono anche tentazioni di tirarla tutte insieme da una parte allora vispi fa circolare l'idea che si potrebbe finire come a Parigi con una sorta di prefettura del Tevere
Ed è un ballon d'essai per vedere l'effetto che fa sostanzialmente perché poi non si trova traccia si sa che c'è questa idea ma non c'è nessun documento che deve abbia neanche una bozza una parvenza di idea sulla prefettura del potere
E così via e di dieci anni dopo lo stesso Rudinì ammettere anche fare una legge speciale sul Roma cioè difficile
Perché
Naturalmente anche qui il timore di sollevare diciamo risentimenti da parte delle altre grandi città
Quindi diciamo quand'è che si rompe questo questo sortilegio insomma si rompe col fascismo con l'istituzione del governatorato
Governatorato in effetti è una legge che dà a Roma uno statuto particolare di capitare
Ma se uno va a vedere nelle pieghe naturalmente tutto giocato in funzione del governo centrale
Quando si presenti in Campidoglio annunciando Mussolini scusa quando Mussolini si presenta in Campidoglio annunciando la grande riforma del governatorato
In pratica quasi prende a schiaffi consiglieri comunali perché dice va be noi ci occupiamo della grandezza
Di Roma voi occupate delle cose che rimangono della necessità il che significava occuparsi anche di tutte le rogne e rimanevano all'edificazione della grandezza fascista di Roma mussoliniana
Quindi nella che la capitale diventi la vetrina del regime nonostante come nodo Mussolini non l'amasse così tanto
O diciamo il motivo forse principale di quello Statuto e riprende diciamo la tutta la filiera a parte
Cremonesi e Bottai se guardate appunto la lista dei governatori di Roma riprende senza soluzione di continuità la sfilza infinita degli de dei governatori di origine aristocratica immobiliare
Obama Colonna Borghese eccetera
E e quindi il diciamo questa contiene dava ovviamente ha una sua ultima appendice con una Doria Pamphili no subito finita
Picchiato dopo la liberazione di Roma insomma dopo un commissario Bentivegna
è e quindi si arriva alla Repubblica ora
Io non so cioè per me diciamo è un po'difficile metterla così perché io ho una sorta di venerazione per i costituenti però bisogna anche ammettere che ogni tanto diciamo anche persone di grandissimo spessore ogni tanto qualche errore forse lo compiono io uno dei delle poche dei pochi aspetti criticabili dei costituenti
Posso avanzare uno veramente nei confronti della strutturazione dei disegni del disegno regionalista
Quando diciamo l'idea di strutturare l'ordinamento territoriale in regioni non aveva compiuto nessun tipo di maturazione nella nello studio della
Del
Del ritaglio territoriale di ogni regione hanno
Quindi ogni regione quasi ogni regione italiana può essere declinato al plurale e in particolare
Diciamo voi sapete no vennero ripresi i compartimenti statistici che disegnati da correnti e da maestri nel mille ottocentosessantaquattro come riferimento per
La il disegno dei ritagli regionali ma
E questo effettivamente non corrispondeva forse
Forse non era mai corrisposto perché erano nati in cui quei compartimenti statistici con una finalità diversa non certo per diciamo una strutturazione regionalistica in Italia insomma
E naturalmente quando diciamo questa
Questa prima formulazione venne
Venne avanzata in sede costituente forse anche per la fretta si era già nell'aria marzo del quarantasette insomma
Venne ha preso ciò che c'era diciamo
E in particolare se questo diciamo era abbastanza azzardato per molte delle regioni per il Lazio era una cosa abbastanza surreale perché il Lazio di fatto è una regione che non esiste
Cioè la la questione voi trovate qualche nesso tra la parte settentrionale dell'altro e la parte meridionale qual è diciamo il rapporto che c'è
Tra Viterbo e Frosinone entrare latina e Rieti
è chiaro che la regione della città capitale
Guerra dei c'è un un una prova schiacciante di questo ok in un simbolo del simbolo della Regione Lazio Simone a rigenerarsi o che icona
A un simbolo unificante che possa rappresentare la nazione gli abusi eccetera è uno allora pago un caffè chi si ricorda il simbolo della Regione Lazio
Non c'è nessuno esso ricorda ovviamente scelto ma va be quindi tutti i guanti pagate un caffè a me a questa volta avrà so veramente fu ripidissima
Comunque Simone a regione Lazio è composto dallo stemma delle cinque province razziali
Cioè non sette Rovati solo con lo straccio di simbolo unificante
Per dire questo è il Lazio no
Perché è una somma è una somma in cui il centro rappresenta diciamo l'incrocio la razionalità la il motivo per cui esista una regione Lazio
Quindi
Da questo punto di vista diciamo noi abbiamo avuto una gli abitanti e che in pratica il centro
Diciamo che il raggiri scegliere anche dalla Regione questo diciamo per ciò che attiene ai rapporti con la Regione
E che però a diciamo un un carico anche a volte sproporzionato pensante
Ai rappresentanti del provincia di Roma nella regione razze pensato al numero di dei rappresentanti della Provincia di Rieti
Cioè è una sproporzione pazzesca no quindi anche in quel senso
La il peso politico maggiore ma viene esercitato obiettivamente da rappresentanti romani
E la quindi questo da una serie di di sermoni di alterazioni anche proprio nella nell'allocazione delle risorse
Perché ovviamente si poi ci sono ci saranno state giunte regionali
Più attente allo sviluppo locale eccetera ma naturalmente la maggior parte dei
Disegni strategici dello sviluppo regionale o parte o arriva a Roma no parte da Roma arriva a Roma
Poi teniamo conto che
Nel corso del tempo e qui non è più colpa dei costituenti ovviamente nel corso del tempo diciamo la strutturazione dei bilanci regionali
Si attesta per loro la media dell'ottanta ottantatré per cento da quello che ricordo
Presso studi però che ho fatto cinque sei anni fa quindi potrei avere qualche mancato aggiornamento
Ma ma la media dei bilanci regionali si attesta l'ottanta ottantatré per cento per ciò che attiene alla sanità no da quando alle regioni sono state diciamo devolute una serie forse eccessiva di competenze in materia
E allora
In effetti diciamo da questo punto di vista anche
Ah distorsione si aggiunge distorsione no allora come come Stendhal razionalizzarla naso libero quando perché sennò io anti prosegue Pedersoli sorta sì benissimo grazie
La quindi pensate a alla razionalizzazione che c'è stata delle Unità sanitarie organi degli ospedali eccetera hanno e naturalmente avvenuta già su questa base
Che inizia in modo distorto sia per ciò che attiene a relazioni
Politiche il peso politico dei rappresentanti di ogni provincia all'interno della Regione sia per quanto attiene al disegno più generale di una razionalizzazione che ha comportato dei tagli diciamo disastrosi
Allora in tutto ciò
Però diciamo dal riprendendo il filo della del mancando Statuto se n'è discusso in più occasioni di Sciarrone per carità non è che siano mancante
Ma anche venne lei proposte insomma se ne ritrasse neri comincia a parlare a quattordici anni dalla liberazione di Roma
Poi però naturalmente appunto c'è sempre sia il peso di una
Di una competizione
C'è la diffidenza
A diciamo che vede Roma già una città privilegiata
C'è il carico di una
Non dico di una competizione ma certo il peso Roma è una tripla capitale no una capitale
Di una Chiesa universale la capitale di uno stand la capitale di una regione
Per non considerare altre voci e naturalmente il fatto che sia anche il secondo comune più grande d'Europa quasi una cosa che è passata diciamo così in modo un po'sottovalutato non so o no
I versetti avrebbe meritato una considerazione in più anche perché non per rifarmi alla locandina di Godzilla ma le dimensioni contano è e la dimensione di una città come Roma
Naturalmente non può
Ali nere l'Asti lo stesso governo
Del comune più piccolo d'Italia
Ora c'è qualche molisano in sala
Perché prima di fare una comparazione devo
Premura armi di non offendere nessuno però che la regione Molise trecento mila abitanti abbia una facoltà legislativa
E una città come Roma di quasi tre milioni di abitanti non abbia una capacità legislativa a me fare una questioncella un po'surreale sono
Perché questa questione diciamo a una continuità nel corso del tempo
In cui più che guardare diciamo ai singoli Progetti per diciamo voi sapete che lo Statuto di Roma Capitale
è stato Boy diciamo a Bolzano anzi ha bocciato presentato in più occasioni nel due mila tredici nel due mila diciotto due mila ventiquattro ultimo
E lei modifiche sono abbastanza interessanti nel passaggio dall'una all'altro perché pongono alcune alcuni aggiornamenti piuttosto interessanti per esempio
Viene recepito questo questa questione che è stata centrale anche in uno del referendum popolari e cioè la questione dell'acqua come bene pubblico la questione della partecipazione
Cittadina alla composizione delle linee dei municipi
Naturalmente questo significa che c'è una una attenzione anche perché una delle cose che lascia che ha lasciato di più nell'incertezza in questi ultimi anni
è proprio il fatto che non ci sia stato un particolare raccordo tra poi tra il Campidoglio e i municipi no questa
Articolazione ulteriore del territorio
Forse è necessaria corse eccessiva per altri versi però a diciamo bisogno
Intanto di una insomma più generosa dotazione municipi se vogliamo mantenere no una una programmazione voi fate conto che Milano è come quattro municipi di Roma
No se prendiamo l'Appio latino
I quattro e gli altri tre che sono confinanti o l'appello di un abbiamo fatto Mila no cioè non queste sono le dimensioni
Quindi anche una programmazione in terra ha bisogno di una di una serie di risorse e naturalmente
Lo Statuto
Uno statuto di Roma Capitale dovrebbe comportare anche l'assegnazione di risorse a cascata non per il decentramento spesso del Comune ora le diciamo
Queste cose sono state Mammano assimilate non mancano diciamo anche osservazioni possibili su sul sulla questione della dello statuto non mancano picco secondo me anche cose che si potrebbero essere poste in discussione ma perché non possono essere più posto in discussione
Perché diciamo non tesa è stata così lunga che diciamo se succedesse quello che è successo diciamo con la fine del governo Draghi e cioè l'interruzione
Di un iter legislativo per l'approvazione dello statuto ecco speciale di Roma rischieremmo di aspettare altri quattro fa due mila venticinque meno mille ottocentosettanta
Ecco al rischieremmo di aspettare ancora o un certo numero di anni prima che Roma possa essere ma non è una rivendicazione municipalista ma è una questione direzionalità prima che Roma possa essere governata non da cosa un po'improvvisata e no vi ricordate tutte le
Mediazioni mera vedere più soldi meno soldi dalla diciamo dalla contrattazione tra strade comune fino al parto da Bayard fino a queste cose un po'che che che sono un diciamo ma che figura ci facciamo da lacci del mondo a dire adesso vi diamo più soldi perché abbiamo magnate attagliata insieme insomma francamente devo dire che a me non pare una cosa molto seria
è oppure regolate ogni venticinque anni del flusso dei soldi che danno i Giubilei
Perché l'ultimo e più grande investimento pubblico che ha avuto Roma nella sua storia è stato il Giubileo del due mila
Ora aspettare ogni venticinque anni la ricorrenza di una diciamo di un anniversario opposto dalla religione secondo me è anche un colpo alla laicità di questa città grazie
Allora ringrazio Marco di vincolo per essere stato perfetto nei tempi ma soprattutto involontariamente però perfetto nei tempi se della mia presenza di alcunché e soprattutto per questa bellissima e ricca relazione ci fa vedere ancora una volta poi come tante delle questioni delle polemiche
Delle ieri problemi relativi a Roma con cui abbiamo a che fare oggi nel due mila venticinque ultimo Statuto due mila ventiquattro
Abbiano in realtà delle radici di lunga durata delle radici ottocentesche questa relazione se sono si sono viste bene che quindi Roma Capitale nella Repubblica si porti poi dietro tutto una storia che è invece quella relativa a Roma Capitale
Insomma io sto io vivo in un municipio che è il terzo che a un certo punto ha messo insieme tutto un insieme di iniziative che avevano come titolo come nome grande come una città il terzo Municipio fa trecentocinquanta mila abitanti effettivamente e grande come
Come una non piccola città accomuna media italiani ora io non vorrebbero però diciamo insieme sulla questione del Molise ma insomma pulizia siamo oltre Molise insomma va
Il terzo Municipio fatte centocinquanta mila Angelo
Quindi questo così come come dire davvero quest'ultima annotazione sul fatto che il finanziamento maggiore di Roma sia stato l'ultimo Giubileo cessi allegati ai il ai venticinquennale del Giubileo i questo pone una questione importante ancora una volta fa di questa città
Come dire un
Sì calcio diciamo la la specificità assoluta secondo me che è quello di fatto questa recita a suo modo unica al mondo
Il fatto che il finanziamento arrivi da da i Giubilei cioè che il Massimo finanziato l'ultimo finanze terribili giubilare giù giustamente pur questioni di grande rilevanza e anche qualche proposi come la lunga teoria dei Doria Pamphilj dei Colonna dei Borghese dei Torlonia oppure quella questione
Che questa relazione insomma pone
D'accordo allora io a questo punto deve la parola a Lorenzo Cantatore che invece ci propone reazione sull'apprendistato ciclico
Istruzione scuole pubbliche il pedagogiche educative Lorenzo Cantatore all'università di storia della pedagogia di all'università di Roma Tre a qui lascio quindi volentieri la parola rinnovando diciamo l'attenzione a rimanere possibilmente entro venti venticinque minuti
Gran grazie grazie Lerna Bongiorno tutto e tutti
Si trovi ringraziare naturalmente organizzatrici gli organizzatori di questo convegno e in particolare del collega il professor Maurizio
Ridolfi per avermi invitato
L'Italia rinascerà dalla scuola potremmo iniziare da questa enfatica affermazione di Guido Gonella mille novecentoquarantasei dal discorso di insediamento da ministro dalla Pubblica istruzione
Per tracciare un percorso conoscitivo di Roma Capitale nella Repubblica come recita il titolo del nostro convegno dal punto di vista della vita dell'infanzia e in particolare
Delle più significative ancorché sfidanti esperienze di scolarizzazione di base
Attraverso appunto nei primi decenni di Roma Capitale
Di Roma Capitale dopo la seconda guerra mondiale
Quella premessa garanzia di Gonella reagiva alla catastrofe del fascismo ampiamente della guerra di Mussolini dell'occupazione nazista
Della guerra civile di liberazione reagiva soprattutto al ventennio nero nel quale malgrado tutto l'infanzia romana e la Scuola romana avevano goduto
Senz'altro di una loro forte identificazione dal punto di vista degli spazi costruiti e degli spazi aperti come sappiamo
I luoghi dell'educazione insieme dell'ubbidienza era ben chiaro quali fossero
Eppure nell'intervento del me neo ministro democristiano l'immagine della rinascita della ricostruzione faceva da contrappunto ha lo sguardo ha uno sguardo rientrato sul crollo nella scuola
Dunque sul disastro morale e culturale certo anche materiale del nostro Paese le macerie della guerra
Chi non ricorda la maestra Ida Mancuso protagonista della Storia di Elsa Morante che in una Roma violentata dalla guerra continua a insegnare in condizioni sempre più disperate
Fino a che un giorno al posto della sua scuola trova un cumulo di macerie ecco così Monica che offre apre il capitolo sull'approdo alla Repubblica nel suo volume Tutti a scuola istruzione nell'Italia del Novecento infetti
Si tratta di un'immagine concreta e simbolica nello stesso tempo le macerie del Paese sono soprattutto le macerie della scuola
L'istruzione dell'educazione che del fascismo erano state fra le più imprese e più importanti veicoli di propagandate rastrellare consenso
Quelle macerie si abbattono sulle nuove generazioni
C'è un'analoga visione letteraria di macerie scolastica
Anche nel romanzo di Pier Paolo Pasolini come ricorderete Ragazzi di vita lì fra l'altro a decollare è una scuola Monteverdi mi Monteverdi ma la Franceschi di via di Donna Olimpia
All'interno della quale erano andati a vivere molti sfollati
Il crollo dunque riguarda la scuola riuscì ma anche la casa ovvero i luoghi emblematici dei diritti civili e della difesa della dignità umana
Ricordo che l'inchiesta come ci ricorda ridotto l'inchiesta parlamentare del cinquantuno cinquantadue
Sulla miseria in Italia registrava Roma novantatré mila e cinquantaquattro persone residenti in abitazioni impropria
Casa e scuola dunque si legano in un nesso profondo che innerva le problematiche più vibranti della realtà urbana
La Roma nella ricostruzione eredità del recente passato una profonda scissione fra centro e periferia tra quartieri e borgate una pagina che già a suo tempo è stata
Magistralmente ricostruita dagli studi e dalle inchieste di Berlinguer Della Seta di Insolera di Cederna di Ferrarotti
La logica delle asserite negazione
Seguita agli sventrato menti del centro storico l'immigrazione interna il costume dell'abusivismo la speculazione l'assenza di servizi e infrastrutture che riflette l'abbandono e la noncuranza da parte dell'amministrazione pubblica
Tutto ciò non fa che concimare i fenomeni dell'esclusione della devianza dello sfruttamento minorile della marginalità
Non totale assenza di politiche giovanile che sono profondamente connessi alla piaga in quegli anni ancora molto preoccupante dell'evasione dell'obbligo scolastico
Gli sciuscià firmate da Vittorio De Sica studiati recentemente da Bruno Maida nel bel volume omonimo sono la sintesi simbolica di una realtà educativa fortemente critica
In questo intervento vorrei fare rapidamente riferimento quattro casi emblematici attraverso i decenni di sperimentazione educativa in chiave democratica
All'interno di scuole romane decisamente di frontiera per gli anni Cinquanta la maestra Maria Luisa Bigiaretti al Trullo per gli anni Sessanta Albino Bernardini a Pietralata
Per gli anni Settanta don Sardelli al Mandrione infine Teresa dei regali a Cinecittà Don Bosco sul finire dei settanta
Si tratta di una galleria di esperienze
Che in parte dimostra che molti dei traguardi del processo di democratizzazione furono raggiunti anche grazie all'operato di sodio docenti coraggiosi determinati e per certi versi visionari come loro
Ma necessariamente attivi in un limbo territoriale che potremmo definire nello stesso tempo una terra di nessuno è una terra di tutti nel bene e nel male
Che segna fortemente la sfida spesso drammatica contraddittorie rischiosa talvolta violenta fra il dentro e il fuori
Uno spazio ancora una volta fisico e simbolico dove alla scuola potenzialmente tutto il POR messo
Sia farsi passiva anticamera della galera sia attrezzarsi come un'operosa fabbrica della cittadinanza
La piaga nel dell'analfabetismo and è indubbiamente l'aspetto più rilevante della realtà scolastico educativa con cui si scontrano i nuovi governi
A livello nazionale anche lungamente
Un esempio sempre Romano borgata di Tor di Quinto mille novecentoquarantotto nasce il Centro di cultura popolare emanazione doveva nazionale per la lotta contro l'analfabetismo in quegli anni
Ancora presieduta da Francesco Saverio Nitti qui ci imbattiamo in situazione estrema che Raffaele Carnevale che fu il primo direttore di quel centro di cultura popolare descrisse con parole che se ben si adattano chiaramente
Alle altre
Realtà periferiche romane il quartiere Formicola ala di gente di tutte le età e si stentava a credere che tutti quelli che vivevano di giorno nelle strade potessero trovare un posto per dormire la notte
Tra le poche casette e le baracche della zona di giorno il quartiere aveva un aspetto peculiare essendo popolato di vecchi e bambini che vivevano nelle strade dove mai potevano andare
Non vi erano altre possibilità
Questi giovani tra i quindici e vent'anni
Erano alla dannazione dei genitori dei vicini dei carabinieri e persino della giustizia il quartiere di Tor di Quinto aveva conquistato in quegli anni il triste primato della delinquenza minorile
Le famiglie si raccomandavano perché li facessimo rinchiudere nelle case di rieducazione neri formatori o insieme istituti
Ecco in questi contesti la scuola deve essere no ricostruita ma costruita ex novo evidente questa scuola deve curare
Ma soprattutto prevenire motivare includere dialogare aprirsi al territorio interagire con i bambini con gli adulti nella stessa misura
Deve far da sé inventare qualcosa di nuovo
è in questo tipo di realtà che si trovò a lavorare presso la scuola elementare Carlo Collodi al Trullo la Mestre Bigiaretti a partire dal cinquantaquattro al Trullo come sapeva borgata
Fra le molte costruite negli anni Trenta sul finire degli anni Trenta
Lungo la via della Magliana allora aperta campagna per raccogliere
Gli sfollati realizzate entra mente il centro storico in questo caso soprattutto del rione Monti
In origine si chiamava borgata Costanzo Ciano
Ecco pioniera del movimento di cooperazione educativa e convinta sostenitrice delle nuove tecniche didattiche
Dalla tipografia scuola al testo libero dalla corrispondenza alle attività grafico pittoriche dal teatro al calcolo vivente alla scrittura collettiva
Bigiaretti afferma viveva ogni giorno alla scuola
In un affascinante avventura ero convinta che era necessario allontanarsi subito dal tradizionale classe uditorio e creare invece una classe laboratorio attività centrale
Di questo laboratorio appunto sarà la tipografia scolastica e la pubblicazione di un germe giornalino di classe che uscì per trent'anni
Denominato appunto il collo di non era un mensile
Chi per i bambini e bere e per le bambine fu un momento di grande confronto democratico di distribuzione di ruoli e dei compiti di selezione scelta delle informazioni di costruzione individuale e collettiva
Nell'apparato verbo visuale è un segnale importante di coscienza rispetto alla realtà contemporanea i problemi del territorio alle esperienze
Diciamo esplorative che si potevano fare in città a cominciare dalle puntuali relazioni
Delle ispezioni dei bambini sia sul loro territorio del Trullo sia in città le visite ai musei e le varie gite ecco fanno di questa rivista proprio una uno sguardo sul mondo dei bambini di borgata
Di quegli anni
Al vertice di questa sperimentazione ci fu l'attività che Rodari andò a svolgere nella classe della Bigiaretti nei primi anni Sessanta approdando a un straordinario esperimento di scrittura collettiva con i bambini che è la torta in cielo uno dei racconti più belli di Rodari interamente ambientato al Trullo del Trullo si riconoscono luoghi sparsi personaggi i commercianti
E con un
Con un grido finale dello scrittore
E recital e ce ne sarà per tutti un giorno all'altro quando non si quando si faranno le torte al posto delle bombe con un forte messaggio di impronta pacifista
Quando Albino Bernardini invece giunge a Roma la Sardegna crede di trovare un contesto più progredito rispetto al mondo primitivo di Lula e delle sue Beckett che si è lasciato alle spalle
E invece a Pietralata borgata est della capitale
Fra uno straripamento dell'altro dell'Aniene adesso le fragili gli argini incontra un agglomerato umano che della parola cittadino
Non conosce il significato
Uno spaventoso miscuglio di tradizioni e abitudini
Racconta Albino nel suo celebre memoriale del sessantotto un anno a Pietralata in una continua tremenda lotta giorno per giorno minuto per minuto contro tutti e tutti dove ogni mestiere buona
Ogni attività valida pur di vivere in questo contesto la scuola della Repubblica
Era in sostanza un ideale non realizzato
Perché invece di rappresentare un'occasione di emancipazione rimaneva bloccata e continuava a perpetrare la disuguaglianza Bernardini a Pietralata diventa il paladino della liberazione del riscatto dell'infanzia
Nonché la prova vivente di come occorra fa rivivere la scuola facendo da sé ancora una volta a tu per tu con i problemi di tutti affinché l'articolo trentaquattro della Costituzione venga messo in pratica
Solo pochi anni dopo a sud est al Mandrione lungo il vecchio acquedotto Felice i baraccati incontrano
La generosità educativa di don Roberto Sande Sardelli che li fonda la scuola settecentoventicinque del numero identificativo della baracca
Addossato addossata al celebre reperto archeologico che ancora oggi con nota il paesaggio di quel quartiere della città di quel quadrante della città scusate anche questo è un capitolo centrale di un'ipotetica controstoria della scuola a Roma nei primi decenni della Repubblica
Una controstoria determinata e costantemente segnata dallo sforzo di adottare personalizzare a contesti estremi
Per renderlo efficiente un apparato scolastico educativo che è sempre arrivato i cittadini e le cittadine con l'ipocrita autorevolezza di una legge uguale per tutti
Adattarlo ai diritti e bisogni di tutte di tutti adulti e bambini così come al patrimonio di saperi che attraverso i vissuti educativi e depositato in ogni persona a ciascuno la sua scuola
Utopia illusione forse ma per molte educatrici per molti educatori
Sfida sociale e civile politica e culturale improrogabile urgente tensione incontenibile a fare di più a fare meglio a sperimentare a ricercare a inventare
Anche per l'esperienza romana di Sabelli si è parlato di utopia concreta
Non tacere all'emblematico libero del titolo costruito da Sardelli con i suoi bambini e bambine alunni della setta centoventicinque che ovviamente era un dopo scuola la scuola pomeridiana che quindi integrava
Le falle dalla scuola pubblica del mattino perché ci andava o oppure la sostituiva perché non c'è andata
La scrittura collettiva è ancora una volta lo strumento democratico per scendere e mettere in campo tutte le forze educative abbattendo definitivamente l'ordine in genere gerarchico tra e mittente destinatario
Certo la lezione di don Milani dell'amatissimo da Sabelli don Mila ni viva ma qui c'è in più la forza dell'ambiente metropolitano ovviamente che caratterizza in senso ancora più sfidante
L'operato
Scolastico educativo e li trasmette un un'energia che si coagulo per esempio nella celebre lettera al sindaco che lei ricorda Clelio Darida del mille novecentosessantanove
E Illy ha il diritto e il dovere di sapere che migliaia di suoi cittadini vivono nei ghetti è questa è l'incipit della lettera di questi bambini al sindaco nella lettera denuncia
Infine interessa avere Galli poco distante dall'Acquedotto Felice di don Sardelli a Cinecittà Don Bosco una maestra che ha fatto la Resistenza forse molti di voi ancora oggi la vedono ogni tanto ospite nere
Trasmissioni di Floris di Fazio quasi centenaria
Ha fatto la Resistenza
Sull'Appennino emiliano e che fra gli anni Settanta e Ottanta sapranno trine di vita la sua scuola uscendo dagli schemi ministeriali per motivare i bambini le famiglia lavoro scolastico
Insegnando loro gramsciana mente ad essere cittadini no non indifferenti
No no egoistiche aperti alla società e al mondo proprio come lei stessa aveva fatto con donne ragazzi Montanari o combattenti per aiutarli a sconfiggere il nazifascismo
Perché dice a pensarci bene non c'è niente di più politico dell'insegnamento
Nella scuola della periferia romana
Siamo ovviamente in anni Diversi ci sono state le grandi riforme dei primi anni Settanta fra cui i decreti delegati e la bocca e l'abolizione delle classi differenziali
Per Galli mette in atto una sperimentazione pedagogica alla vancomicina all'avanguardia
Proprio nella relazione fra scuole territorio urbano basata sull'inclusione sulla responsabilizzazione di bambini e bambine rispetto al gruppo classe sull'autogestione sulle scambi esso e-mail ci gemellaggi con altre scolaresche
Italiane e straniere sull'esplorazione del territorio al fine di conoscerne e valorizzarne il tessuto sociale il patrimonio naturalistico e artistico e archeologico così come per denunciarne
Le criticità all'assessore Nicolini in questo per lei fu una spalla straordinaria
Nel lavoro quotidiano con bambine e bambini
E dei regali riesce a interpretare con sensibili intelligenza le novità culturali e politiche che interessano la scuola degli anni settanta
Tempo pieno partecipazione delle famiglie attività integrative programmazione collegiale
Inclusione dei disabili era anche il momento dell'amministrazione capitolina guidata da Luigi Petroselli il sindaco comunista che seppe aprire con le scuole un dialogo costante costruttivo
Al contrario di Darida
Progettuale e anticonvenzionale tra il sequestro Moro l'attentato a Giovanni Paolo secondo la questione della casa del femminismo e la lotta al terrorismo la scolaresca d'aver Galli partecipa attivamente alla vita della città
E del Paese sfidando coraggiosamente lo scontro lo scoglio dell'ignoranza appunto dell'indifferenza finché nessuno resti indietro anche in questo caso il fulcro
Di questa officina didattica sulla creazione di un giornalino straordinaria di un giornale di classe le cui annate originali sono state recentemente donate dalla stessa avere Galli al Museo della scuola di Roma Tre
Dall'emblematico titolo senza paura quasi una sfida lanciata a una città tradizionalmente nemica o quanto meno indifferente all'infanzia
Ecco tutte queste esperienze conclude questi paesaggi umani e materiali sono profondamente rivelatori di un aspetto centrale nella storia della scuola in Italia e a Roma
Come riflesso appunto del Paese cioè del fatto che le grandi rivoluzioni pedagogico educativo sono state in realtà inizialmente esperienze isolate condotte in situazioni di grande criticità con pochi mezzi e grande forza di volontà rispetto alle leggi e decreti alle circolari ai programmi perfino alla trattatistica pedagogica
Che sono la storia ufficiale della scuola dell'educazione questi episodi di micro storia
Come ho detto costituiscono i capitoli di una vera e propria controstoria che ha raggiunto obiettivi segnato conquiste suggerito cambiamenti dal basso
E in linea di massima aggirando le regole
Poi in alcuni casi influenzando la costruzione di nuove regole
Che ora hai messo la fortemente messe in discussione proprio in queste settimane a livello
Ministeriale a Roma in particolare tali esperienze hanno la forza di confrontarsi con se con la con le conseguenze di quella che Vidotto a definito politica della pulizia sociale fascista
All'esclusione la segregazione questi maestri oppongono un paziente lavoro di inclusione e di inserimento nella vita sociale della città
Riportare al centro ciò che allora era stato portato e abbandonato in periferia
Sappiamo quanto tutto questo però per durato in fondo per duri ancora in altre forme no
Ci sono casi di periferia molto costruite in anni molto più recenti
Che hanno di fatto vissuto la stessa situazione umana e culturale e sociale
La forza della sperimentazione didattica e tutta orientata all'adesione alla vita reale della città e del Paese in particolare argomentando e discutendo con i più piccoli le sue criticità quindi anche in forma di denuncia
Si tratta di maestri che hanno una visione ben chiara e guardala che la società e i suoi mutamenti i suoi bisogni ma anche le sue risorse
Che nella vita dell'infanzia risorse che proprio nella vita dell'infanzia soprattutto nella liberazione dell'infanzia da inaccettabili traiettorie di predeterminazione ben possono coagularsi
Non a caso Dina Bertoni Jovine proprio in quegli anni parlava di alienazione dell'infanzia
Ecco tutto ciò mi pare che aggiunga un tassello non secondaria quell'accesso alla democrazia di massa di cui parlava ieri Umberto Gentiloni
Che nel mondo della scuola di base romana prodotto straordinari casi di studio che contribuiscono a restituire il ritratto di una città
Che con grande fatica percorso e sta ancora percorrendo lo sottolineo il cammino dell'inclusione del rispetto delle identità e della loro valorizzazione per la costruzione di un tessuto
Culturale vario attivo e ricco e accogliente
E soprattutto comune e egualitario vi ringrazio molto
Grazie davvero nel San Pietro ed è questa
Relazione personalmente ho trovato veramente molto molto affascinante molto affascinante questo panorama insieme materiale umano
E anche questi e si vede connessi esperimenti diciamo di scuola democratica di pedagogia inclusiva che si sono poi susseguite nel corso di decenni nelle isolate spesso dei relitte periferie romane abbiano abbiano costituito da bere un patrimonio prezioso sedimentato stratificato grazie alle iniziative
Isolate ma pazienti intelligenti di maestri e maestre veramente un patrimonio preziosissimo
Che in qualche misura preceduta tante classi di Barbiana anche prima di Barbiana hanno già negli anni Cinquanta negli anni in cui come dicevi giustamente tu dopo vent'anni di pedagogia fascista pedagogisti fascista nei contenuti e pedagogisti fascista nei contenuti fascista
Mi metto dicessero ci fosse davvero tutto da reinventare di questi anni Cinquanta mi sembra poi ma appunto raccogliendo intrecciandosi con le con le sfide poste dalla storia del Paese agli anni sessanta anni Settanta insomma
Perso fa un po'impressione vedere come questo patrimonio preziosissimo sia un pochino sfidato messa in discussione sono
Ti ringrazio molto
Ecco adesso il momento di Maria Luisa Sergio
Che invece il CUP il titolo per la cui relazione all'eredità post coloniali dell'integrazione interculturale metropolitana Maria Luisa sette insegna Storia contemporanea all'Università di Roma
Senza sociali anche le slide no diciamo un po'distrae verrà grazie
Non piange su una città coloniale scriveva di Roma Pasolini nel mille novecentosettanta in meditazione orale
E quindi anch'io voglio proporvi in un arco cronologico degli anni settanta e novanta del novecento l'affresco delle dinamiche plurali di una Roma in divenire che il frutto anche delle rotte migratorie cioè di tanti dinamiche di adattamento di silenzi e Autore invenzioni ma prima di addentrarci su questo aspetto vorrei chiedervi con uno sforzo di immaginazione di accompagnarmi per Roma sulle tracce dell'impero coloniale
Usando come guida simbolica quella mappatura di luoghi di memoria del fascismo realizzato dall'Istituto Ferruccio Parri che poi ha portato quel ormai noto un volume curato da Lucia Ceci e Giulia Albanese
E cominciamo il nostro percorso da i Fori Imperiali seguendo il muro perimetrale della Basilica di Massenzio dove vedete
Queste tavoli geografiche in marmo policromo
Policromo inaugurate dal Duce nel trentaquattro che descrivono appunto l'espansione dell'intero poi andiamo da via di San Gregorio non bella passeggiata fino a piazza di Porta Capena vedete il grande edificio di Roberto Ridolfi che oggi ospita la FAO che invece era destinata ad essere il ministero dell'Africa italiana
Dove davanti c'era la stele di Axum trafugata dai fascisti nel trentasette e poi restituita addetti ora all'Etiopia nel due mila e tre poi passiamo dal ponte Sublicio andiamo a largo Ascianghi che ovviamente deve il nome a largo di Ascianghi che vide le vittorie
Di Badoglio contro l s Lassie queste la Gil la la vecchia casa della Gil Gioventù italiana del littorio all'interno vedete insomma in grigio
Un grande affresco di Mario Mafai
Che ritrae
Il il corteo ad un imperatore vittorioso seguito da schiavi e poi una rappresentazione in stucco dell'Africa del trentasei dove sono riportate
Le date delle delle vittorie dell'esercito fascista coloniale poi scava andiamo Villorba
Lungotevere dei Vallati per andare sul ponte Pasa che l'acronimo il principe Amedeo Savoia Aosta che vedete era il viceré dell'Etiopia ma anche il governatore generale
Dell'Africa orientale un ponte inaugurato nel quarantadue in memoria di questo viceré dell'Etiopia che Mora appunto quell'anno
Poi prendiamo un taxi e questo è davvero uno sforzo di immaginazione del ferro ma non si trovano per andare alla stazione Termini tornano indietro
A piazza dei Cinquecento che viene rinominata in questo modo nel mille ottocentottantasette in memoria dei cinquecento caduti di Dogali
Prima c'era questa obelisco di doveri che adesso si trova in via delle Terme di Diocleziano
Poi chi vuole signora nel secondo Municipio che ognuno detto dove abito io abito nel secondo vicino al quartiere africano che ho scoperta insomma preparando queste relazioni che si viene
Diciamo costruita a partire da intitolazioni coloniali del
Governatore dell'Urbe fascista Boncompagni Ludovisi ma in realtà viale Eritrea largo Somalia
Viale Libia eccetera
Sono intitolazioni che sono collegate al progetto di espansione urbanistica di un sindaco democristiano Salvatore Rebecchini ultra cattolico con entrature vaticane che a partire dall'Anno Santo del cinquanta
Inizia questa intitolazione in memoria dell'intero sarebbe da approfondire secondo me
Lasciamo queste tracce coloniale ed ho scelto soltanto alcuni luoghi simbolo perché oggi paradossalmente ospitano sono i teatri i nuovi pentita interculturali da guardare con lo sguardo dell'altro
Perché come ci insegnava il grande Chuck Berry orientalista storico dell'indipendenza algerina
L'autorappresentazione del passato coloniale e la sua monumentalizzazione è una forma indirette ulteriore di De possessione di un mondo cioè di espropriazione culturale e quindi ancora di repressioni di negazione dell'identità dell'altro
Per guardare appunto con gli occhi dell'altro però dobbiamo ampliare la panoplia delle fonti utilizziamo fonti letterarie memorie private le fonti statistiche dei nuovi soggetti della mediazione interculturale comincerei dalle fonti letterarie
Se non ho il tempo per addentrarmi nelle utilissime considerazioni metodologiche di Maria Malatesta sull'importanza del romanzo come testimonianza storica però utilizziamo queste fonti per raccontare i primi nuclei migratori
Che si collocano negli anni settanta e che vengono proprio dalle nostre ex colonie dell'Africa orientale ad arrivare negli anni settanta
Sono gli ex Mullah Attini sangue misto come si chiamavano sono i figli della contaminazione proibita delle razze nati sotto l'occupazione coloniale cresciuti poi negli anni Cinquanta negli istituti religiosi dove sono sottoposti ad una italianizzazione forzata
Arrivano negli anni settanta in Italia come apolidi perché per avere la cittadinanza un funzionario della nostra ambasciata chiede un certificato bio tipo metrico che impatto
Per tutto uguale a quella prova della razza che veniva richiesta dalla legislazione coloniale fascista
Arrivano negli anni Settanta perché coincidono con la diaspora somala
A partire dal sessantanove l'avvento di SIAD Barre poi seguirà il percorso già sporco degli eritrei dal settantasette in coincidenza col terrore rosso terrore rosso di mentis tu
Conosciamo questi migrazione con il volto delle lavoratrici
Somali eritrei che lavorano come domestiche nelle casse della Roma borghese i cui ricordi sono raccolti oggi dalla poetessa italo eritrea di indicarci battutine a un blocco trova posto coloniale volo e il dialetto tigrino
Loro ricordano le stanzette vicino alla cucina
Quel confine spaziale simbolico tra la sporcizia e la pulizia che di fatto
Perpetua va alla segregazione Dias mare di Mogadiscio
Tema appunto i romanzi sono soprattutto romanzi di nuove voci femminili di origine somala eritreo etiope
Che raccontano un'identità ibrida
Tra un presenti locale che Roma un passato transnazionale che il Corno d'Africa e una dimensione nazionale l'Italia che o assente oppure marginale conflittuale un'identità ibrida in bilico che si riassume nel termine di Jabbar scelgo Disma tria
Che racconta quel senso di di saper tenenza
In assonanza con
Il termine spaccio quel senso di di saper tenenza che le madri e le donne hanno nei confronti sia della cultura di provenienza che di quella di appartenenza sentite entrambe come sfuggenti io inafferrabili o per tutte e in il percorso di già Pacheco comincia nel romanzo la mia casa è dunque sono proprio da Termini la stazione che descritta come cito un microcosmo di vita e di morte
è una galassia di affetti ma termini che vuole bene chi disprezza termini una speranza ma anche l'Apocalisse
E nel racconto saggio Roma negata per corsi post coloniali nella città
Ci descrive piazza dei Cinquecento
Secondo le sue parole una nuova Asmaro Mogadiscio cito ancora negli anni Settanta già scorrazzavano le donne sommarie con i loro garba SAR multicolori e candidi scema delle ASL Marini
E la piazza dei migranti oggi una babele folle le lingue si intrecciano per contaminare la lingua di Dante i cinquecento sono
I caduti di Dogali ma oggi la piazza dei somali degli eritrei delitti io che di tutti i migranti
Invece a piazza di Porta Capena si interroga ancora parole sue sul silenzio assordante che avvolge le vittime del colonialismo italiano ricorda le pelli nere rese bianche da una morti ignobile della iprite il gas mostarda
Mentre davanti all'iscrizione del ponte Amedeo d'Aosta
La sua memoria ma i giovani sono ma di giovanissimi che sbarcano a Lampedusa sui barconi sempre più fatiscenti che sanno di essere approdati in un Paese che ha fatto nel bene e nel male parte della storia della loro terra fine della citazione
E si chiede però ma gli italiani conoscono la loro storia
Se scelgo parla in prima persona invece Cristina un Barça Ali Farah racconta i figli della diaspora i ragazzi nati cresciuto a Roma come tariffe nome che significa storia
Che viene cresciuto in nel romanzo madri piccola do due cugine somale domenica e Barney la sua vita si si snoda tra il call center vicino Stazione Termini di Xun entra Dorio cioè la trattoria negozio di Camarda
Dove i migranti in attesa di chiamare dai call center e verso i loro cari rimasti in patria scambiano memorie storie descrive questo scenario che per me è Lorenzo è molto familiare perché noi anche noi facciamo da senza e la formazione è stata termini Esquilino quindi anche noi conosciamo questi questi luoghi dove vendono appunto come dice ali farà ICAR Passardi voilà fiori sotto gonne di raso con ricami di Perla e collane d'ambra gialle eccetera in è il comandante nel fiume racconta la storia di un diciottenne gli a barre
Il fiume è il Tevere l'arteria pulsante di Roma dove gli Hubbard senti un'istintiva empatia nei confronti di una comunità di senza tetto marginalizzati indipendentemente dalla nazionalità si africani italiani asiatici
Mentre invece disprezza il panafricani Smodis strade i sentimenti a critici di fratellanza salvo poi scoprire all'aeroporto di Fiumicino quando gli viene contestato l'ingresso nonostante il passaporto italiano gli viene contestato per la non sua conformità alla norma somatica della pelle bianca si accorge di essere ancora percepito come un corpo estraneo
Lasciamo punto adesso le fonti letterarie per andare alle memorie private perché come ci ricorda Giulia Fabiano fra gli effetti perversi dell'eredità post coloniale bianche
Il restringimento del campo di utilizzo della memoria migrante soltanto agli aspetti pubblici ed ebbene immensi Ali trascurando invece i processi memoriali di trasmissione e riapre la questione intergenerazionale allora da questo punto di vista mi appoggio su una mia ricerca di qualche anno fa sulla base di interviste orali realizzata in occasione dell'esodo dalla Libia
Nel mille novecentosessantasette dei la comunità di misura in me degli ebrei locali in fuga
Dal pogrom del cinque giugno del sessantasette ricerche in parte pubblicata su dice Histoire Mimmo Amministrante che e memoria viva oltre che la rivista del fondazione Curami morde la deportazione di Parigi in parte ancora inedita ed ed in tutto e per tutto il racconto questa intervista orale di un'emigrazione posto coloniale perché parliamo di una comunità autoctona che aveva subito la presenza italiana
Due volte prima con l'occupazione coloniale poi con le leggi razziali esportate nel trentotto anche nelle colonie
E nei dai loro racconti emerge sia uno spaccato della Libia fra l'indipendenza del cinquantuno e lascia Maria di Gheddafi ma soprattutto emerge il gioco di specchi tra la Roma immaginaria del Progetto coloniali italiano
Che sopravvive nell'educazione scolastica perché ricordiamo che viene affidata dalla legge trecento sessantatré del mille novecentocinquantadue al ministero degli affari esteri il luogo della soppresso il ministero dell'Africa italiana quindi diciamo il gioco di specchi tra la come immaginabile
Del Progetto coloniale e la Roma reale dell'approdo migratorio
Descrivono appunto questa rom immaginare nell'educazione scolastica ricevuta nella scuola che non a caso si chiama scuola Roma nell'allora via ratio ora Sciarra mi strane dove studia hanno i figli della piccola e media borghesia Tripolina quella che come mi racconta Clemente Halfon
Ricordando il nonno Musci Pini imprenditore edile che si era arricchito vendendo selle di cavalli
A all'esercito italiano un punto Musci Alfano costruisce queste case per esempio di corso Vittorio Emanuele terzo che sono secondo le sue parole una fotocopia di Roma in piccolo
E studiano in questa scuola Roma
Dove vivono le strane azione mi racconta mi chiama medie Nagy fra la loro quotidianità Domestica dove i genitori indossano ancora lascia la biglia il barra Cano
E la scuola dove ricevono un'istruzione basata sui programmi della scuola pubblica italiana che in quel momento è connotata dal tipico nozionismo degli insegnanti italiano
Dove resistono retaggi della educazione coloniale per esempio tutta la retorica dell'archeologia romana suscita attrice di sentimenti imperialisti ci messi in analogia con i locali sito archeologico di Leptis Magna
Però c'è anche la Roma sognata della modernizzazione del boom economico quelle canzoni di Sanremo che mi ricorda mosso detta arrivano nei bar del Lido di Tripoli
Dovevi Miccichè ma proiettano i musicarelli di Gianni Morandi le serie di Angelica e Maciste le commedie di Franco e Ciccio
Pete Tripoli tra l'altro il Pilot Testing di questi film che vengono trasmessi a Tripoli prima che a Roma per il sondare il gradimento del pubblico quando però poi l'approdo migratorio dopo l'esodo forzato del sessantasette riporta nella capitale scoprono una Roma molto diversa e la Roma delle stanzette dove vengono stipati questi profughi in piazza di Porta Maggiore anche se Amos
Ne scappa insomma per vedere dietro le griglie Caterina Caselli che si esibisce nei locali di piazza Vittorio Marone una delusione perché uno a Roma
Provinciale mi ricorda Victor Magiar noi eravamo cresciuti non a Tripoli cosmopolita internazionale perché eravamo ebrei e arabi italiani ciprioti maltesi spagnoli eccetera e invece scopriamo nelle classi scolastiche di Roma
Uno dei grandi sciocco fu cito manager scoprire
Che Roma non era affatto internazionale gli italiani erano più provinciali di un Tripoli
No medio ma conoscevamo la gente di tutto il mondo la nostra grande fortuna e che noi abbiamo visto con l'occhio innocente dei bambini la diversità che per noi era un fatto normale
Per conoscere la Roma multiculturale come la viviamo oggi dobbiamo invece aspettare le migrazioni degli anni ottanta
Però a questo punto sono migrazioni su alti numeri non sono più soltanto quelli legati a i percorsi posto coloniali non sono più soltanto migranti dall'Africa orientale o dalla Libia
E a questo punto ci appoggiamo sulle fonti statistiche in particolare quelle del Cisp Comitato italiano per lo studio dei problemi della popolazione curato insieme al dipartimento della Sapienza di Scienze democratiche una ricerca pubblicata
Agli inizi degli anni Novanta condotta però in due fasi nell'estate dell'ottantaquattro e dall'ottantasei all'ottantasette
E ci spiegano appunto che ormai l'immigrazione ha un carattere policentrico vengono dall'Asia dalla Medioriente dalle Filippine è il periodo in cui noi iniziamo a parlare negli anni ottanta con nuovi termini la Filippine vu'cumprà
Questo perché l'immigrazione femminile a Roma
Soprattutto un'occupazione Domestica molte sono Filippine nel novantaquattro per cento in condizioni di lavoro dipendente mentre l'immigrazione maschile e irregolare e saltuariamente il rapporto Coppi tecnica alla dell'ottobre novantacinque aprile novantasei ci descrive la nascita di un'economia locale ma questo è coerente anche con i dati della Caritas il primo dossier statistico del novantasette una nuova economia metropolitana con specializzazioni a etniche con gli asiatici che lavorano nel settore spersi Ario gli africani nel commercio gli egiziani molti nel settore alberghiero nella ristorazione
Insieme ai cinesi soltanto a partire dal Duemila ci dice una indagine della Fondazione Basso
Per conto dell'Osservatorio permanente dell'economia romana ecco questo era la diapositiva si riferiva il bar di Tripoli ai ricordi di a Moschetta queste sono foto private dicevo la Fondazione Basso
C'era conto ma invece un'economia che nei quartieri di Esquilino pigneto Torpignattara e Magliana si rivolge anche è agli italiani attraverso servizi di ristorazione bar pizzerie quindi non è più soltanto etnica business
Ma non possiamo capire questo universo migratorio qui e mi avvio alle conclusioni senza recarci in un luogo specifico e in una data specifica siamo all'inizio della via Casilina e il ventitré gennaio mille novecentonovantuno data tragica che dovremmo ricordare in un calendario metropolitana repubblicano simbolico perché siamo nell'ex pastificio della Pantanella
Ribattezzato cassa di cristallo Città di cristallo perché qui vengono sfollati tutti quei migranti io al insigniti a parlare di extracomunitari che non sono stati regolarizzati dalla legge Martelli dell'anno precedente del novanta
Lo riconosciamo dalle grandi vetrate sfondate una Babele dove si parla uno quarantatré lingue
E dove però agli inizi di ottobre un ragazzo tunisino di ventidue anni Mastrovito femm
Muore nelle sue coperte di cartone per una broncopolmonite e l'inizio di episodi di violenza a settembre era stata violentata una ragazza tossicodipendente romana ma l'episodio più grave a novembre quando inizia la guerriglia
Fra africani asiatici vecchio occupanti contro nuovi a colpi di pietre bastoni e coltelli
E anche l'inizio delle rivolte dei quartieri romani limitrofi che non vogliono la costruzione di centri di accoglienza Città di cristallo diventa allora nel gergo giornalistico Città degli stracci bomba etnica monumento al degrado eccetera
Mentre i romani guardano in televisione i primi bombardamenti americani a Baghdad perché siamo negli stessi giorni della guerra del conguaglio it e questi migranti vengono soprannominati Saddam il ventitré gennaio di cui parlava prima inizia lo sgombero
Forzato con la polizia da parte della polizia mille duecento persone che vengono scollate oltre il Raccordo annullare
E Luigi Di Livio Di Liegro monsignor Luigi Di Liegro che era presente in quei giorni dice ho visto persone sotto choc prelevate come si trattasse di una deportazioni
La Pantanella è soltanto il primo
Di di tanti altri luoghi come il parco del Colle Oppio che ospita i richiedenti asilo dal Kurdistan sarà così soprattutto nei giorni del caso Challant
Ma pensiamo anche alle baraccopoli di Tor Bella Monaca il cui si affollano i profughi bosniaci che fuggono
Dalle guerre nei Balcani San Gregorio al Celio dove ci sono le baracche dei rumeni i nordafricani polacchi a stazione hanno Assocostieri se e via discettato
Come ricordo una bella inchiesta che fece all'epoca Marco Damilano nel novantadue la giunta Carraro decide la Costituzione l'ufficio speciali migrazione che diventa
Operativo soltanto nel novantaquattro con la Giunta Rutelli ma non è finita è solo l'inizio tante altre Pantanelli e seguiranno altre spiagge altri sbarchi altri ghetti altri deportazioni
Grazie a Marisa Maria Luisa sette siete bravissimi non avete bisogno dei bigliettini dei pizzini nei quali giudice cinque mi
Cinque minuti tre minuti due minuti vi si regolati benissimo da soli grazie a Maria Luisa si vede proprio negli anni ottanta sono la soglia qui a avviene qualche cosa di diverso indiane qualche cosa diversa
Anche nel anche nel tessuto urbano peraltro non sapevo affatto che l'odonomastica del quartiere Africano risalisse a un democristiano ultra cattolico degli anni Cinquanta veramente non lo sapevo insomma da davo per scontato altro questi anni Cinquanta si propongono sempre di più come un momento interessante da e da studiare così come non sapevo quello che è venuto fuori ieri e cioè che nel dibattito su quale piazza romana dedicare alla Repubblica fossero in ballo piazza Esedra a piazza dei Cinquecento e si fosse scelta piazza Esedra
Perché perché il perché piazza cinquecento era la piazza di dove quindi era intoccabile insomma e anche questo nel secondo dopoguerra quindi tante cose interessanti e adesso sempreché parlando di spazi urbani abbiamo qua un esperto sul tema già presente peraltro al convegno dell'anno scorso sui
Mali di Roma cinquant'anni dopo che a Bruno Bonomo che insegna Storia contemporanea qui alla alla Sapienza
E la cui relazione il titolo la questione abitativa e le politiche municipali per la casa nel centenario di Roma Capitale quindi lascio la parola a a Bruno
Allora sì grazie grazie all'ENA per per la presentazione grazie ad Andrea Guiso e a Maurizio Ridolfi per per l'invito a partecipare al al convegno
Nel centenario di Roma capitale il sindaco Clelio Darida più volte ricordato pronunciato due discorsi celebrativi in Campidoglio il primo il ventuno aprile
In occasione del Natale di Roma il secondo il venti settembre ricorrenza della Breccia di Porta Pia
In questo secondo discorso dopo aver richiamato le vicende di cui Roma era stata protagonista nel Risorgimento le motivazioni storico ideali che avevano portato a sceglierla quale capitale del Regno d'Italia
Le difficoltà incontrate nel definire compiutamente e nel tradurre in atto l'idea guida che avrebbe dovuto sorreggere poi questa sua funzione il sindaco passò a parlare della Roma attuale
Sulla base dei grandi numeri e delle dimensioni dello sviluppo finora raggiunto disse la nostra città presenta indubbiamente oggi i caratteri di una metropoli tentata dal destino di megalopoli
E tale aggiunse è diventata quasi completamente contraddicendo
Alle condizioni di leggi che nel mondo occidentale e in genere in tutti i Paesi progrediti hanno preceduto allo sviluppo delle grandi concentrazioni metropolitane
Dopo aver accennato alla struttura economico produttiva della città
Al fatto che nel Lazio mancasse una solida armatura urbana
E cito Darida ai drammatici dati della congestione cittadina
Agli squilibri urbanistici ed edilizi che vedono Roma detenere il triste primato degli alloggi abusivi in cucina Ufi misticamente definiti impropri
Darida si interrogava su come si fosse potuta sviluppare e lo cito ancora una siffatta metropoli cresciute in maniera disordinate tumultuosa
Il sindaco quindi tornava sulle motivazioni che hanno determinato la scelta di Roma come capitale menzionava il debole sviluppo produttivo delle regioni centro meridionali dell'Italia evidenziava che l'economia romana era imperniata sulla rendita fondiaria e sull'attività edilizia
Citava alla debolezza della tradizione municipale e la mancanza di una classe dirigente locale capaci di Corsico autentica espressione della città e soprattutto salda guida del del suo sviluppo
A cento anni dal suo ricongiungimento all'Italia chiosava Roma era dunque questa città cresciuta su se stesse in modo disordinato in fretta
Che sembra non essere ancora riuscita a creare un valido rapporto tra storia tradizione cultura ed esigenze e attese di una metropoli moderna al centro di un Paese progredito
è questa città nella quale i Problemi certi problemi in particolare sono ormai giunti a livello di esplosione
Ecco il centenario di Roma capitale giungeva a coronamento di un periodo di profonde trasformazioni per la città
Nel mille novecentosettanta sostanzialmente sarà raggiunto l'apice di uno straordinario progresso di espansione demografica urbana tenente anni precedenti ha visto la popolazione romana aumentare di oltre due terzi principalmente grazie all'apporto delle migrazioni interne e l'aggregato urbano espandersi in tutte le direzioni sui terreni del suburbio e dell'agro romano
Perfetto di un boom edilizio tanto intenso quanto disordinato nel quale il libero dispiegamento degli interessi privati aveva prevalso sulla regia pubblica
Si era compiuta ormai largamente la trasformazione di Roma dalla città la metropoli come si sarebbe poi intitolata l'edizione italiana di un importante studio di radiografare francese Ammari se non valgono ricordato anche ieri
Ho in una prospettiva diversa da capitale a periferia per citare notissimo libro sulle borgate i borghetti pubblicato in quello stesso mille novecentosettanta dal sociologo Franco Ferrarotti che qui insomma forse particolarmente opportuno ricordare
Come il sindaco non mancava di riconoscere anche in un'occasione celebrativa la città che si guarda allo specchio a un secolo dalla breccia di Porta Pia doveva fare i conti con rilevanti problemi urbanistici e sociali basterà ricordare l'abnorme sviluppo della periferia abusiva carente anche delle opere di urbanizzazione primaria
Che in quegli anni registrava una crescita sul piano quantitativo e una maggiore differenziazione verso l'alto in termini di tipologie edilizie e di composizione sociale
Oppure menzionare l'insufficienza delle attrezzature collettive dei servizi in particolare nei quartieri di recente edificazione
Ho focalizzarsi sulle ali sull'inadeguatezza della rete del trasporto pubblico frutto di scarsa attenzione e di scelte poco felici
Se non dissennate volti a favorire la mobilità privata che si associava a una congestione urbana che avevate raggiunto ormai livelli di guardia
A imporsi come il problema più gente tuttavia era quello della casa
Un'offerta di edilizia residenziale privata sbilanciata verso tipologie medie e signorili cioè una produzione di edilizia pubblica inferiore rispetto alle necessità della popolazione
Si erano tradotte nella difficoltà per le classi popolari ma anche per i settori a più basso reddito dei ceti medi che accedere a soluzioni abitative a costi contenuti confacenti alle proprie esigenze e aspirazioni
Il problema della casa si manifestava in una molteplicità di forme e di gradazioni quelle più estreme riguardavano le decine di migliaia di persone
Diciamo che le l'Est le rilevazioni ma anche le stime più attendibili oscillavano tra sette otto mila e dieci dodici mila famiglie
Che vivevano in alloggi precari
Per lo più nei numerosi Borghetti che coste lavora ancora il terre il territorio della capitale ma anche neri sin qui nuclei di casette provvisorie sono state definite baracche ufficiali di borgate fasciste come Gordiani Prenestina
Tanto che in una contro celebrazione tenutasi il venti settembre in un palazzo occupato dei baraccati a piazza dell'Esquilino
Il segretario nazionale dell'Unia al dottor zitti aveva buon gioco nel proclamare polemicamente Roma capitale delle bare
Il centenario di Roma Capitale cadeva in un frangente cruciale tanto per le rotte per la casa a livello cittadino quanto per le politiche abitative a livello nazionale
Nel mille novecentosettanta la tre
Dizionari egemonia dell'organizzazione legate ai partiti di sinistra in particolare al pc le consulte popolari e poi l'unica sul terreno delle mobilitazioni per la casa i servizi e il miglioramento delle condizioni di vita nelle periferie più disagiate era ormai intaccata dall'emergere di nuovi attori
In Borghetti come l'Acquedotto Felice che è stato ricordato o Prato Rotondo
Operavano da qualche anno gruppi di giovani cattolici riuniti attorno a sacerdoti carismatici e combattivi come don Roberto Sardelli menzionato poco fa e Ferrara with
Nel mille novecentosessantanove aveva fatto la propria comparsa il Cab comitato di agitazione borgate
Un organismo in cui confluirono militanti di base del del PCI del PSIUP studenti cattolici di sinistra
Negli anni seguenti su questo terreno si impose l'attivismo di militanti di organizzazioni riconducibili all'arcipelago della sinistra diciamo così detta extra parlamentare
Pur rivoluzionaria
Ne risultò ampliato rinnovato e nell'insieme radicalizzato il ventaglio dei presupposti ideologici delle parole d'ordine dei repertori d'azione e degli obiettivi della lotta per la casa
E più generalmente delle lotte urbane nel cui ambito assunsero un ruolo di primo piano i comitati di quartiere
Tornando al sessantanove durante l'autunno caldo sarà tenuto lo sciopero nazionale promosso dai sindacati per reclamare una nuova politica della casa sciopero che aveva raccolto una vasta adesione anche a Roma
Sull'onda della mobilitazione politica e sindacale in materia di di abitazione
Le abitazioni si sarebbe giunti nel settantuno ottobre all'approvazione della cosiddetta legge per la casa
Un provvedimento che avrebbe contribuito tra l'altro a rilanciare l'attuazione dei piani adottati in base alla legge centosessantasette del mille novecentosessantadue
Volta ad agevolare l'acquisizione da parte dei Comuni delle aree per l'edilizia economica e popolare che a raccordare più strettamente gli interventi in questo settore con la pianificazione urbanistica generale
Allora quali furono le politiche municipali che l'amministrazione capitolina mise in campo per far fronte al problema della casa nella Roma del centenario
La giunta di centrosinistra preceduta da Darida insediato a fine luglio sessantanove diede un segnale di particolare attenzione verso questo sequestro verso questo problema
Con l'istituzione di una speciale ripartizione per l'edilizia economica e popolare
La guida fu affidata a Paolo Cabras
Democristiano di sinistra
La ripartizione doveva da un lato provvedere alla definizione e all'attuazione dei piani di zona della centosessantasette dall'altro promuovere interventi diretti a favore dei nuclei familiari alloggiati in abitazioni improprie e malsane
Partiamo
Da questo secondo ambito
Per assolvere a questo compito il Comune costruì alcuni fabbricati economico popolari all'inizio del settantuno ad esempio risultavano completati centoquaranta appartamenti lungo la via Prenestina
Altri centosettanta circa erano in costruzione ad Acilia
L'amministrazione però puntò soprattutto sull'acquisto o l'affitto di stabili da privati o da enti pubblici
Per concedere i relativi all'oggi in locazione alle famiglie che vivevano nelle baracche in altre sistemazioni precarie
Il canone fu fissato a due mila cinquecento lire Albano mese un importo molto contenuto ragguagliato alle possibilità economiche ovviamente limitate dell'inquilinato di riferimento
Questa strada fu seguita anche per dare risposte sul versante della lotta per la casa
Ad esempio per sistemare coloro che nel sessantanove avevano occupato stabili dello IACP al Celio e al Tufello o delle FS all'Ostiense
Vennero presi in affitto poi acquistati due complessi edilizi per quasi cinquecento alloggi a Ostia
Nei primi anni Settanta il Comune promosse grandi operazioni di risanamento che interessarono alcuni tre Borghetti più popolosi
Della città a nonché dei più vivaci quanto esperienze di autorganizzazione sociale e mobilitazione per il diritto alla casa
I già menzionati Prato Rotondo e Acquedotto Felice
Nell'aprile settantuno il consiglio comunale approvò una delibera della giunta che stabiliva l'acquisto di diversi fabbricati alla Magliana per più di sessanta appartamenti da destinare agli abitanti di Prato Rotondo e altri Borghetti in via di risanamento
Il mese successivo inizio al trasferimento nel nuovo quartiere quartiere la cui recente edificazione era stata segnata da rilevanti irregolarità urbanistiche
Qui Magliana l'ex baraccati trovare una casa vera ma anche una situazione critica sotto il profilo delle opere di urbanizzazione e dei servizi
Strade non asfaltate illuminazione pubblica deficitaria mancanza di una vera rete fognaria insufficiente dotazione di scuole assenza di strutture sanitarie
Verde attrezzato impianti sportivi eccetera
Nonostante il miglioramento delle condizioni abitative lo spostamento letteralmente dall'altra parte della città in quello che allora poteva essere considerato un esempio paradigmatico di quartiere dormitorio
Comportò per gli ex parà capi di Prato Rotondo difficoltà legate alle carenze di cui ho appena detto all'adattamento al nuovo ambiente urbano e alla vita in condominio
E anche al mantenimento delle occupazioni e delle fonti di reddito che arrivano nella zona diciamo di provenienza
Nelle testimonianze che insomma anni fa raccordarsi quindi a decenni dal dal trasferimento a Magliana emergeva un senso di disorientamento e frustrazione
Qui si accompagna un ricordo venato di nostalgia per alcuni aspetti della vita nel Borghetto molto probabilmente idealizzata proprio in contrasto con la nuova realtà
Dinamiche problemi non dissimili caratterizzarono il trasferimento dei baraccati dell'Acquedotto Felice a Nuova Ostia avvenuto due anni dopo su cui però non ho il tempo di di soffermarmi dirò però che in precedenza alcuni ambiti ad alcuni abitanti del Borghetto era stata assegnata una casa a Spinaceto lungo la via Pontina aldilà del grande raccordo anulare
Era stato Spinaceto il primo tre grandi piani di zona previsti dal piano per l'edilizia economica e popolare adottato nel sessantaquattro ai sensi
Della legge centosessantasette a interrare in fase di attuazione
Diciamo fondamentalmente grazie al fatto che i terreni erano già di proprietà del Comune quindi non non c'erano problemi di gli espropri
Ed era Spinaceto sostanzialmente l'unico di questi piani di zona che a cavallo del settanta potesse dirsi realizzato sia pure non integralmente
Allora come ho detto per l'amministrazione capitolina l'attuazione della centosessantasette costituiva l'altro grande ambito d'intervento per far fronte al problema della casa
In un supplemento al primo numero di Capitolium la rivista ufficiale del Comune del settantuno che illustrava le realizzazioni delle giunte succedutesi Giacon sugli nella consiliatura che si andava concludendo
Si evidenziava che erano stati approvati progetti planovolumetrici per molti Piani di Zona centosessantasette si era poi proceduto all'assegnazione delle aree agli enti per l'edilizia popolare alle cooperative e ai privati
In una ventina di piani di zona tra cui oltre Spinaceto Tor de'Cenci Nomentano Casal de'Pazzi Rebibbia
Tiburtina nord e sud Casilino Corviale Laurentino e vigne Nuove
Nel novembre mille novecentosettanta era stato presentato in una conferenza sui problemi dell'edilizia il secondo programma di attuazione della centosessantasette approvato dalla competente commissione consiliare un programma da duecentottanta mila stanze distribuite il ventitré piani di zona
Tra cui Castel Giubileo Serpentara Vigne Nuove Tor Bella Monaca Laurentino Grotta perfetta vigna murata e appunto Corviale
Secondo la rivista ufficiale del Comune si poteva prevede si poteva credere con sufficiente realismo
Che questi interventi sarebbero stati realizzati cito nello spazio e di tempo tra i due e i cinque anni avendo sì i primi insediamenti di popolazioni sin dal secondo anno per raggiungere il plenum allo scadere del quinquennio si trattava tuttavia di una previsione che peccano di eccessivo ottimismo
Parecchi di questi quartieri non sarebbero stati ultimati forse ultimati non è il termine giusto prima degli anni ottanta
Tornando a Spinaceto
Il quartiere che tante attese aveva suscitato per il carattere innovativo del progetto la generosa previsione di servizi la ricca dotazione di verde
Stava rivelando anche sono i primi anni Settanta isolati problematici
Il ritardo nella costruzione degli edifici destinati a ospitare gli esercizi commerciali e di servizi eccezion fatta proprio per le scuole in questo caso e l'isolamento risultanti dalla localizzazioni eccentrica coniugata le carenze del trasporto pubblico mancavano in particolare collegamenti veloci su su rotaia
Fece Losey che Spinaceto potesse apparire comunque artigliere dormitorio anche agli occhi di chi specie a sinistra solo pochi anni prima aveva guardato con grande fiducia e speranza alla sua realizzazione
Allora due parole rapidissime per concludere
Credo sia emerso quanto rilevante direi centrale fosse la questione abitativa nel centenario di Roma Capitale
Quello della casa si imponeva come il più drammatico il più gente tre non pochi problemi di una città che aveva assunto le dimensioni i caratteri di una metropoli
Incalzati dall'opposizione in consiglio comunale e dalla pressione di un movimento di lotta per la casa più articolato il radicale che nel recente passato
Le giunte guidate da Darida profuse ero un impegno tutt'altro che trascurabile per risolvere le situazioni più critiche e rilanciare l'attuazione del piano per l'edilizia economica e popolare
Un bilancio anche sommario delle politiche municipali per la casa tuttavia non poche restituirne luci e ombre
Sì i provvedimenti e le iniziative del Comune consentirono a migliaia di persone di migliorare
Anche notevolmente le proprie condizioni abitative
Essi non furono però immuni o comunque dovettero fare i conti con i limiti gli squilibri le storture i ritardi anche i grandi ritardi
Che arrivano e avrebbero segnato lo sviluppo urbano di Roma bene al di là degli anni a cavallo del mille novecento settanta
Grazie
Grazie a molte a Bruno Bonomo per questa relazione con le parole che descrivono Roma sembrano sempre essere pallore insomma sembra sempre la città sul punto di esplodere sul punto o di implodere
Destinato a uno sviluppo non regolato massima addirittura diciamo destinata a essere non regolabile a no sempre gli aggettivi sono molto sregolato norme abusivo
E anche il fallì diciamo possiamo dire forse per davvero il fallimento della centosessantasette ma luci e ombre però di fatto l'applicazione di un certo sperimentalismo architettonico
Ha avuto di fatto già su questo magari poi torniamo dopo perché mi piacerebbe tornarci sopra anche comperando lo all'applicazione della centosessantasette in altre città
Anche avere in altre città che ho in mente però questo magari ne parliamo dopo se c'è un po'di spazio per il dibattito adesso io direi di fare una pausa di dieci minuti un quarto d'ora per poi riprendere con la seconda parte dei lavori questa mattina
Grazie all'etichetta costituirà
Credo che sia il pubblico rientrato elettro possiamo cominciare questa seconda se se ne della della mattina
Per
Non è non è abituale il ringraziamento per avermi coinvolta agli organizzatori e particolare anche ad Andrea Comiso perché sono molto abili omaggio dagli in quest'Aula in particolare nel nel panel che viene è stato chiesto di coordinare io faccio la sociologa della cultura e dei media e quindi sono dicevo in in grande sintonia con prima tributi che ascolteremo almeno per quello che ho potuto apprendere dalla dalla lettura degli atti Strutter sono dei contributi che affrontano il tema delle trasformazioni della città e delle rappresentazioni della città
In relazione a fenomeni socio economici appunto culturali
Da un lato il turismo e dall'altro i processi di mediatizzazione della immagine della città operati dalla televisione locale
Entrambi un'altra cosa che mi sento di sottolineare oppongono in dialogo a mio avviso in modo molto efficace la scala urbana con quella nazionale
E globale Roma non è una città globale Saskia Sassen nella tenuta rigorosamente fuori dal network del global city is quando le ha studiate nel senso che non è stata interessata a quel livello di scalata ai fenomeni di finanziarizzazione della economia il capitalismo informazione Ale ha solo sfiorato Roma e che Roma non c'entra nulla con Londra New York Tokyo eccetera né tanto meno e stabilmente inserita ma su questo forse esserci potrà dire
Qualcosa nel network delle città che stabilmente ospitano i cosiddetti mega il venti per via della guerra per esempio ha mancato l'appuntamento con all'export nel novecentoquarantadue
E dopo il conflitto ai nuovi le esposizioni hanno spostato il fuoco del loro interesse in Asia abbandonando progressivamente
L'Europa quindi a Ducato in qualche misura a quello che è stato nella almeno per la sociologico ne apprezza approccio sociologia della cultura con approccio storico
Uno dei momenti centrali per la modernizzazione delle capitali europee che appunto è stato rappresentato dal turismo espositivo
E proprio per questo è interessante però siccome c'è c'è molto no del del moderno nella storia del due novecentodue molto interessante andare
Ad osservare queste trasformazioni nei luoghi dove sono avvenute ti conseguenza
Dove si sono sviluppati dove possiamo cogliere questi questi segnali quali sono stati gli eventi che hanno portato una riconfigurazione
Dello dello spazio rubava ebbe i suoi asset a comprimere il peggior il patrimonio culturale immateriale di cui il sentimento religioso i suoi simboli e le autorità che sono presenti a Roma
Costituiscono parte
Integrante ed è su questo punto ci dirà molto meglio ricorrendo introdotta alla relazione di Capuzzo il cui titolo è dall'Anno Santo del mille novecentocinquanta al Grande Giubileo del Duemila turismo e trasformazioni urbane a Roma grazie
Grazie grazie Stefania buongiorno a tutti
Grazie anche da parte mia agli organizzatori di questo convegno in particolare a Maurizio Ridolfi Andrea Guiso ben romana bucati DiVersi
Di media eventi io tutti i grandi eventi quater quanti est si voglia non solo l'esposizione universale quarantadue ma anche nell'Italia repubblicana in tempi più recenti
Le Olimpia di e se non vado errato anche l'Expo due mila trenta no però diciamo nella seconda metà del novecento a Roma si sono svolti anche se legati alla sfera come abbiamo sentita religiosa e spirituale due grandi eventi in realtà è diciamo i Giubileo del Novecento sono stati diversi sono stati benna sei a partire appunto dal mille novecento avendo una cadenza venticinquennale
A cui si sono aggiunti nel mille novecentotrentatré nel mille novecentottantatré come ci ha ricordato ieri Augusto D'Angelo altri due Giubilei straordinari
Che saranno poi seguiti anche dal Giubileo straordinario poi indetto da Bergoglio nella due mila sedici Roma una grande tradizione insomma l'abbiamo sentito
Bene o male da diverse relazioni
Nella rapporto tra grandi eventi e e sviluppo urbano perché questi grandi eventi a partire dall'età moderna diciamo hanno ma ancora prima storica quindi dall'inizio dei l'indizione dei Giubilei hanno storicamente rappresentato l'occasione fondamentale per tutta una serie di trasformazioni urbanistiche o di riqualificazione di alcune parti della città
E
Contribuendo però a dare complessità a quelli che sono sul lungo periodo i processi di pianificazione della città che soprattutto adesso vedono convivere memoria e innovazione da una parte e costituire dall'altra per la città e i suoi dintorni un significativo potremmo dire PV turistico
E questo ha fatto sì che Roma presenti una conformazione urbana abbastanza composito in cui l'abbiamo sentito anche ieri richiamato Coin vivono i segni delle diverse fase storiche che ne hanno plasmato l'aspetto attraverso momenti di costruzione alternati a interventi distruttivi penso al piccone fascista no
E e che hanno dato vita appunto a una particolare forma
Uno bis che peraltro ritroviamo realizzata a livello artistico in occasione del Giubileo della due mila quando tre artisti
Tra cui l'incisore Riccardo Tommasi Ferroni realizzano
Una cartografia intitolata proprio forma Urbis romane che riprende quella che era la tradizione cartografica
Settecentesca dedicata a Roma come sanno bene i geografi con le piante famosissime di Giovanni Battista Nolli del mille settecentoquarantotto è quella di Giuseppe Vasi del mille settecentottantuno tra l'altro mi fa piacere ricordare che la pianta
Di Giovanni Battista Nolli una copia di questa pianta esposta
In uno dei luoghi topici del Grand Tour a Roma
Che è la casa la casa-museo di voce ambiente presente a via del Corso trentotto
Conclude il percorso terminale museale delli ambienti in cui diritte tra il mille settecentottantasei e il mille settecento ottantotto era vissuto qui a Roma intervallando la presenza romana al viaggio a Napoli e in Sicilia
Io mi soffermerò non solo per motivi di tempo ma anche per ragioni
Diciamo di carattere specifico sul Giubileo del cinquanta e sul grande Giubileo del due mila perché sono i due eventi che hanno avuto maggiormente rispetto agli altri
Anni giubilari un impatto sulla città
Tra l'altro da un punto di vista storico lo sappiamo si collocano in due tornanti storici importanti il primo nel secondo dopoguerra in particolare in un momento difficile
Della guerra fredda perché nel corso del mille novecentocinquanta scocca la guerra di Corea
E poi e il Giubileo del due mila che si pone a cesura potremmo dire a censurare l'apertura tra il secondo e il terzo millennio
In cui la globalizzazione riceve un nuovo impulso grazie alle tecnologie informatiche alla diffusione del web che si rifletteranno anche sulla Giubileo del due mila naturalmente tutto ciò che dirò sarà suscettibile di ulteriori approfondimenti questi sono dei primi come dire carotaggi su questi temi di cui peraltro assai poco si sono occupati gli storici contemporaneisti riferiti alla novecento
A parte un volume pubblicato poco più di vent'anni fa e curato
Da Gennaro
Perdonate in questo momento mi sfugge il corno il cognome
Pubblicato da Rubbettino nella due mila tre a cui peraltro aveva partecipato anche Augusto D'Angelo e in realtà si sono occupati di questi temi o gli storici economici oppure i sociologi della turismo
Gli storici contemporaneisti
Non vi hanno dedicato grande attenzione per quanto riguarda il Giubileo della due mila viene indetto da più Dodicesima ok il che è stato il Defensor civitatis della città di Roma
Dopo il comportamento del luglio del mille novecentoquarantatré
E si dispone da un punto di vista questo Giubileo economica infrastrutturale come un evento di non secondaria importanza nella ricostruzione post bellica e nelle avvio delle dinamiche turistiche
Di quello che diventerà appunto il di lì a poco il turismo di massa in Italia e nel mondo occidentale
C'è un'organizzazione che si costituisce sulle due sponde del Tevere
In Vaticano nasce il comitato centrale per l'Anno Santo che è composto da ecclesiastici e da membri della nobiltà romana che ancora un'élite non secondaria
A Roma nel mille novecento cinquanta mentre dall'altra sponda del Tevere è già nel mille novecentoquarantasette viene istituito un comitato centrale studi dal Governo per elaborare un programma
Finalizzato a mettere in atto un'adeguata
Accoglienza per i Pellegrini a questo comitato prendono parte invece i rappresentanti degli albergatori delle agenzie di viaggio del commissariato del turismo che è stato da poco
Creato della peregrinazione umana Apetri sede ma che viene ecco costituita nel che era stata costituita nel mille non centotrentatré in occasione della dell'anno giubilare
E che è destinata a diventare poi la romana
Pellegrinaggi
Sono inseriti in questo comitato anche dei deputati di area cattolica come Carmine De Martino e Igino Giordani che se non erro ieri è stato richiamato e Giovanni Battista vera diaria socialista
Nel mille novecentoquarantotto poi viene costituito da Inter funzione
Anche il comico il comitato interministeriale per l'Anno Santo che ha il compito di collegare i vari ministeri uffici Colli governativi il comitato centrale e naturalmente dilla comune di Roma
Uno dei primi problemi che viene posto a tappeto e che genera delle preoccupazioni è quello della ospitalità cioè quello delle strutture ricettive e noi Lomu capiamo leggendo tutta una serie di articoli che vengono pubblicati tra il mille novecentoquarantanove e il mille novecentocinquanta in una rivista che si intitola turismo e alberghi
Roma nel mille novecentocinquanta ha una capacità ricettiva di dieci mila posti letto ma si dice che ne servono almeno venti mila e quindi si mette subito in atto la macchina organizzativa
Sia quella ecclesiastica sia quella statale emanando diciamo una legge apposita per
L'incentivazione diciamo alberghiera
E e qui la cosa diciamo si fa interessante perché è un po'quello che succederà
Con le olimpiadi del mille novecentosessanta Roma si troverà nella stessa identica situazione naturalmente il vaticano
Offre Attraverso conventi e istituti religiosi ospitalità ai pellegrini che vengono distinti
I dal comitato centrale per l'Anno Santo che pubblicherà una in pur grosso volume nel mille novecentocinquantadue in cui dà conto da racconto di tutta la situazione
Questi istituti religiosi
Sono
Dislocati in molti casi su una strada che è strategica
Per il Vaticano che la via Aurelia che ancora oggi è costellata lo sappiamo da istituti religiosi mantengono realizzati lungo le vie consolari e ciò è lungo la via Flaminia la Tiburtina
La via Casilina la via Aurelia ma anche sulla circonvallazione due Clodia una serie di centri dedicati a santi
In cui vengono ospitati
Pellegrini isolati cioè coloro che compiono il pellegrinaggio in forma individuale oppure per
In comitiva e a questi poi a questi centri di accoglienza vengono affiancati poi altre strutture che
In alcuni casi riqualificano ex stabilimenti industriali
In altri casi
Vengono affittate delle palazzine apprezzi medici modici per ospitare questi Pellegrini mentre questo dal punto di vista della ospitalità religiosa
Mentre da parte del Comune di Roma si dà la possibilità ai romani di
Affittare camere nei propri appartamenti così come succederà in occasione delle Olimpiadi del mille novecento sessanta
E poi c'è un altro elemento particolare che ha concorrere
Alla ospitalità romana c'è anche il Touring club dal che realizza la cosiddetta casa del Touring nella zona della Madonna del riposo per ospitare i propri soci che desiderano recarsi a Roma per
Effettuare l'Anno Santo e
Che
Rappresenta un qualche cosa diciamo di estremamente particolare cioè è un tipo di ospitalità che si differenzia
Dalle precedenti
Devo andare diciamo velocemente
Chi sono i pellegrini e da dove vengono meglio da due vengono qual è la provenienza geografica dei pellegrini a parte gli italiani
A parte romani che non vengono conteggiati nelle statistiche delle presente presenze ma si conteggiano soltanto quelli che vengono
Dalle regioni al di fuori del Lazio peraltro
Di questa regione che come già detto Marco De Nicolò estremamente composta peraltro c'era un libro tanti anni fa che si intitolava di regioni introvabili ma
Abbiamo poi e questo ci fa capire come il Giubileo del mille novecentocinquanta sia un e vento di carattere globale
Abbiamo Pellegrini che vengono ovviamente da vari paesi europei che secondo le stime Della comitato centrale
Sono circa seicento mila a fronte degli italiani che sono un milione e sei e tra questi seicento mila il comitato centrale per l'Anno Santo individua circa due mila novecento Pellegrini che definisce profughi che sono coloro che provengono dai Paesi dell'Europa dell'Est sta
Ad eccezione però della Bulgaria e della Unione Sovietica
Tra i pellegrini che vengono
Dall'estero numerosi sono gli americani
Gli americani che non è la prima volta che partecipano nel Novecento autunnale intanto perché sono già arrivati a Roma anche se in misura nettamente minore in occasione del Giubileo del mille novecentoventicinque
Sono dei
Pellegrini trattino turisti molto particolari perché non pensiamo non possiamo pensare che una volta giunti a Roma gli americani non facciano anche turisti tra l'altro danno una grossa mano al rilancio del turismo a Roma gli americani
Proprio negli anni cinquanta non a caso poi
Verrà girato il film Vacanze romane
Sono dei hanno diciamo un profilo particolare perché rispetto ad altri pellegrini fanno largo uso delle agenzie di viaggio per gli aspetti organizzativi e fanno anche naturalmente data la provenienza geografica un largo uso il uso del trasporto aereo per giungere a Roma
Di più non dobbiamo dimenticare il fatto che tra i pellegrini americani ci sono anche
Dei militari che appartengono alle forze Statunitensi che sono presenti sul continente europeo
Che vengono da Trieste da Norimberga da
Da altre parti della Germania e dell'Austria
Questi militari
Che probabilmente in alcuni casi avranno fatto anche la seconda guerra mondiale e quindi forse erano già stati a Roma e desideravano ritornarci
Erano supportati dal nasce Marchetto lì Community service che era un'organizzazione nata nel mille novecentoquaranta molto attiva nell'organizzazione dei pellegrinaggi e presso l'American cattolico dal che era un'altra organizzazione veniva istituito un apposito ufficio su proposta di monsignore Walter Karol della Segreteria di Stato vaticana poi ci sono i pellegrini che
Venivano dalla americana latina anche erano circa diciassette mila e i pellegrini che venivano dall'Asia poco più di tre mila e cinquecento e ha
E circa mille trecentocinquanta Pellegrini che addirittura venivano dall'Australia e quindi nel loro insieme
I fedeli giunti a Roma costituivano con la loro presenza a inserire Roma capitale della cristianità
Non solo favorendo e la ripresa di un ruolo internazionale della città come è stato ieri richiamato ma inserendola all'interno di una dinamica turistica che appunto negli anni postbellici
Sta assumendo sempre più le dimensioni di un fenomeno internazionale di massa
Caratterizzato anche da dinamiche fondate sulla cooperazione internazionale il turismo nel secondo dopoguerra diventa uno degli strumenti da diplomazia culturale una funzione di pacificazione
Avvengono effettuati una serie di interventi
Infrastrutturali che riguardano devo andare veloce Greco cinque minuti la stazione Termini a via della Conciliazione
Viene aperta la ferrovia delle quarantadue che praticamente all'odierna metro Biche si chiamerà così soltanto a partire dal mille novecentottanta quando sarà aperta la linea
Poi verrà risistemato Lario porto di Ciampino che dal mille novecentoquarantasette è stato aperto all'aviazione civile che servirà anche per il le Olimpiadi della mille novecentosessanta
Questa complessità non la ritroviamo di
Organizzazione e di risistemazione diciamo della città la ritroveremo in maniera più ampia nel Giubileo del due mila dove addirittura ci sarà un commissario straordinario per il Giubileo
Che sarà appunto il sindaco di Roma Rutelli sarà creata anche una agenzia per la preparazione del Giubileo la quale ci darà conto alla fine di questo evento che a Roma
Erano arrivati ventiquattro milioni e mezzo di pellegrini Rispetto due milioni e mezzo del mille novecentocinquanta anche se la categoria
Dei pellegrini una categoria molto sfuggente perché soprattutto negli ultimi anni si sta avvicinando alla categoria dei turisti insomma quello che succede dal punto di vista delle infrastrutture
Che assorbono i settanta mila
E oltre miliardi che vengono investiti per le per il Giubileo
Le conoscete diciamo tutti
Tranne ma non la possiamo conoscere perché non venne realizzato il sotto passino di Castel Sant'Angelo perché bocciato dal sovrintendente Adriano la Reggina
Anche in questo caso non vengono creati nuove strutture ricettive però si introduce una nuova struttura che è quella dei bed and breakfast
La cui legge istitutiva del mille novecentonovantanove e comincia diciamo la prassi dei cosiddetti affitti Brecht
Ci sono poi
Altri elementi su cui non mi posso soffermare tranne dire che con il Giubileo del due mila si diffonde il fenomeno delle agenzie Hollanda delle cosiddette
O Cota
Che favorisce l'offerta ricettiva per i pellegrini e nell'ambito appunto dei
Assistite no poi c'è la sistemazione dell'aria di Tor Vergata per i grandi eventi dove nell'agosto del due mila si celebra l'aggio quindicesima giornata per
La gioventù con due mila giovani cosiddetti Papa boys
Un'ultima osservazione
è questa che se l'Anno Santo del mille novecentocinquanta rappresenta un momento significativo per il rilancio del turismo internazionale a Roma
Il Giubileo del due mila viene ricordato soprattutto per essere stato un evento
Che ha permesso
Per certi aspetti significativi miglioramenti
Infrastrutturali per la città e quindi ha migliorato
Per certi aspetti la vita dei romani
Fortemente preoccupati come sicuramente tutti voi ricorderete degli affetti di questo evento sulla vita della città tutti dicevamo dovremmo andare via da Roma nel due mila non ci potremmo stare poi in realtà
Siamo rimasti credo forse non senza troppi disagi
Un'ultima osservazione che è questa
I Giubilei sono dei grandi eventi
Come dei grandi eventi sono anche gli eventi sportivi le Olimpiadi campionati di calcio che prima sono stati richiamati però ci sono delle significative differenze perché i giubilari gli hanno una durata più lunga
Che coinvolge una gamma più ampia di infrastrutture rispetto e di servizi rispetto agli eventi sportivi che hanno una durata più breve ovviamente e che quindi muovono flussi turistici più bassi c'è un pericolo insito però
Giubilei e che e cioè che
Quelli più recenti come anche quella attuale
Diventi no eventi
Non soltanto spirituali ma legati al turismo religioso che peraltro è una delle forme più antiche di turismo e che quindi i clienti
Quello del due mila venticinque così come lo è stato per certi aspetti quello del due mila
Un'occasione per visitare Roma Peraro minarne le bellezze storiche artistiche e monumenti o come avrebbero detto i viaggiatori del Grand turca
Per essere affascinati dai Mirabilia Urbis della nostra città
Grazie scrisse reazioni ancor oggi
No come molti spunti di interesse proprio il primo che mi viene in mente di sottolineare studiando esattamente le dinamiche dell'OPEC tourism in relazione ai grandi player diciamo dell'economia urbana contemporanea che sono progressivamente sempre meno attori pubblici istituzionali oppure religiosi è in questo caso appunto le piattaforme digitali come avviene oggi stanno giocando oltre a sviluppare diciamo un volume d'affari probabilmente incomparabile rispetto a quello sviluppato precedenti occasioni no puntuali che che tu hai richiamato però c'è un progressivo lasciare il campo libero nota parte probabilmente degli attori istituzionali parlo del problema della ricettività che trovai segnalato perché la dei regolamentazione in campo turistico e ricettivo in particolare sotto gli occhi di tutti Essa producendo oggi molto interessante ma è
Va in chiave storica perché sta producendo oggi
Dei fenomeni di profonda e radicale trasformazione non più soltanto dei quartieri immediatamente diciamo così riferibili alle aree centrali che sono già turisti cliccate da tempo
Ma anche a quartieri immediatamente a ridosso del centro storico penso a San Lorenzo Pigneto con delle identità e una relazione di vicinanza spaziale a quelle aree che li rendono bersaglio di questi processi rispetto ai quali ecco
Gli attori pubblici e politici o religiosi come ha evidenziato tu sono largamente assenti
In e in questa fase
E poi il ruolo diciamo così dei media ma dai media della partecipazione e della mediazione in questo caso il turistica
Ma passiamo con la relazione di Giulia Crisanti ha osservare i media della rappresentazione Colella richiamiamo stampa tv in radio
Gira Crisanti evidenzia un altro aspetto cruciale pelle dite
Delle nostre città e di Roma in particolare quello che lega appunto i media alla immagine della città e alla costruzione
Dello spazio pubblico le città sono le città e le loro immagini sono tradizionalmente dei territori contesi anche tra opposte rappresentazioni
Mediali perso appunto alla cronaca che tende ad enfatizzare a o assorba rappresentare anche in alcuni grave del in alcuni casi il degrado il disagio dei cittadini dall'altro le influenze della politica dei governi locali che tendono perderebbero sperabilmente ad evidenziare
Il buon funzionamento della macchina amministrativa ecco da questo punto di vista l'esperienza delle televisioni locali nei nei decenni che la relazione di agitati tanti prende in considerazione ci dicono molto di questa relazione tra lo spazio urbano e la sua rappresentazione anche
Relativamente alle dimensioni di connessione no tra cittadini e territori da un lato e tra Scala
Locale globale dall'altro perché Roma sopra questo problema qui e molti dei suoi quartieri hanno questo problema sono compiutamente locali possono in realtà delle porte verso la dimensione nazionale e non soltanto immagino citare qualcosa di più nella tua relazione che si intitola le televisioni locali di Roma negli anni ottanta una realtà locale
Grazie dal sacro al profano si potrebbe dire e no buongiorno a tutti tutti grazie di essere qui grazie agli organizzatori di avermi coinvolto in un convegno
Così ricco a me l'onore e l'onere di chiudere e di frapporre mica voi il pranzo quindi proverò a essere più concisa possibile
E parto voglio dire che il mio intervento di oggi originali interno di una ricerca in corso per un primo un il Prina Tlass all'interno del quale ci stiamo occupando di ricostruire la storia delle televisioni locali in Italia tra gli anni settanta e i primi anni novanta quindi fino a diciamo più o meno
Alla legge Mammì e al definitivo San cimento del duopolio
Quello che vorrei fare arte e qui oggi quindi di utilizzare l'analisi dell'intreccio fra la storia delle televisioni locali di Roma e la storia di Roma
Perseguire due tracciati dal lato esaminare come la città è stata presente nelle sue televisioni locali producendo tutta una serie di specificità che rendono le emittenti locali di Roma diversi da altre esperienze televisive
Al contempo però analizzare anche come le televisioni locali per di questa città ponendosi come strumento di Commissione fra la città stessa e i suoi abitanti siano stati i soggetti attivi e partecipi della vita politica e culturale di Roma e costituiscano di conseguenza anche delle fonti utili a ricostruirne la storia per quanto
Diciamo sono stati finora un tipo Ku utilizzate a questo scopo
Perseguire questi due tracciati mi sembrava utile partire da un passaggio di contrasto cioè inquadrare la storia delle televisioni locali di Roma all'interno del più ampio panorama televisivo e dell'emittenza locale in Italia non potendo però chiaramente studiare in generale ma stare qui a parlarvi delle centinaia di televisioni locali che hanno abitato la città di Roma ho deciso di individuare una serie di casi studio concentrandomi soprattutto su quattro emittenti quattro mittenti selezionate sia perché sono fra le sono quattro fra le sei sette otto emittenti più popolari della storia di Roma cioè sono quattro di quelle che hanno avuto i maggiori risultati in termini di ascolto ma anche in senso generale di fama
Ma selezionate anche perché secondo me ben sintetizzano l'esperienza e dicevo prima soprattutto le specificità nelle televisioni locali di Roma rispetto a un panorama nazionale questi ritratti sono Tele Roma cinquantasei che è il caso studio prioritario sul capo e sul quale ci siamo concentrati ai fini del Prina video uno che l'altra emittente a cui qua abbiamo guardato con una certa diciamo attenzione
E poi G. BR telero ma Oropa che in realtà rispetto al primo occupano una posizione più marginale ma che hanno un certo interesse rispetto alla discussione possiamo fare qui oggi
Si tratta tutti di tutte emittenti che nascono fra il Milano centosettantasei mille novecentosettantotto cioè che nascono sull'onda della sentenza della Corte costituzionale dell'Estate il settantasei che liberalizza ad avere Vert liberalizzato le trasmissioni via Capo anch'via cavo anche le trasmissioni via etere
Sono quindi emittenti la cui nascita è perfettamente inquadrabile del egli fu espressione di cui il più generale clima di liberalizzazione decentramento produttivo che attraverso all'Italia e il Petros alla Società italiana e la televisione italiana
Soprattutto a partire dei primi anni settanta e che portò in tutto il Paese all'emergere di alta di centinaia di televisioni locali andando di fatto a rompere il monopolio pubblico sulle trasmissioni televisive sono quindi emittenti sono da altri militanti che poi negli anni Ottanta assunsero sempre un po'di più dimensioni di rilievo seguendo sia un'evoluzione commerciale sia un tentativo di allargamento del proprio raggio d'azione attraverso l'ingresso o la promozione di circuiti nazionali le cosiddette sin da che Jean inerti turca sono quindi mittenti la cui traiettoria e almeno in parte è stata conforme a la traiettoria di molte altre televisioni private nell'Italia degli anni ottanta
Sono però anche realtà che spetta alla narrazione storica dominante sulle televisioni locali di questi anni in realtà divergono in parte da quella che è stata diciamo la ricostruzione principale una ricostruzione forte forse pesa un po'no
Su cui pesa un po'lo schiacciamento sul modello vincente berlusconiano
è una narrazione infatti che atteso ad individuare proprio nel passaggio degli anni sette negli anni ottanta proprio nel passaggio agli anni Ottanta una trasformazione delle televisioni locali da televisioni libere a televisioni private
E quindi da soggetti votati alla libertà d'antenna che è un po'l'invocazione di primi anni Settanta rispetta la nascita sia delle radio libere che delle televisioni libere
Da soggetti votati alla realtà alla libertà d'antenna a realtà commerciali
Mi sempre meno interessata all'informazione sempre più inclini a proporre un'offerta di intrattenimento si tratta della narrazione secondo cui la televisione locale
A questo punto privata degli anni ottanta si afferma soprattutto proponendosi e e e neppure ponendosi come quella che Peppino Ortoleva definito la televisione sogno un'offerta televisiva sganciata dalla realtà
Priva di cronaca funzionale a creare uno spazio pubblico che distrae dalle crisi in corso e funziona creare uno spazio pubblico protetto dai partiti in contrapposizione alla parallela invece lottizzazione delle reti televisive della RAI
Ecco rispetto a questa narrazione tuttavia le televisioni locali di Roma ci dicono qualcosa di diverso
Ci dicono qualcosa di diverso è qualcosa che è diverso in maniera legata al contesto in cui operano cioè ma in maniera legata alle specificità della città stessa in tal senso sono tutte emittenti in cui vediamo che si c'è un'evoluzione commerciale ma c'è anche un costante invece interesse
Per l'informazione e soprattutto un tentativo di coniugare la dimensione commerciale una forte più o meno forte caratterizzazione politica ma anche con atti forte vocazione dal basso
Per caratterizzazione politica ti chiaramente è almeno in parte conseguente alla prossimità geografica con i centri del potere politico che sono a Roma
La prima risposta che si può dare quindi alla domanda come per esempio a Roma nelle sue televisioni locali anticipa la presenza della città nella televisione e deriva dalla presenza delle televisioni nella città
Cioè è il contrasto Romano stesso che produce una serie di specificità che rende le televisioni locali di Roma molto diverse sia delle televisioni del nord Italia sia dalla da le televisioni più caratterizzate da una certa identità regionale del Sud Italia la prima di queste specificità è la forte caratterizzazione politica lo dicevo prima delle emittenti romane ripetutamente le emittenti romane vengono distinte dalle altre perché definite contraddistinte non solo come emittenti politiche e questo è un tema che ritorna
Ma addirittura come emittenti direttamente in alcuni casi legati e dei partiti politici
Il momento di svolta in tal senso sono le elezioni del mille novecentosettantanove
Le elezioni politiche di quell'anno in cui per la prima volta ci si rende conto che in un contesto come quello di Roma è possibile e anzi il contrasto si presta ad un utilizzo di queste televisioni come strumento di comunicazione politica o addirittura di campagna elettorale questo perché era proibito dalla legge il caramente
Era e anzi era imposto dalla legge il silenzio politico
Senza elettorali scusate in prossimità delle elezioni però non esisteva una regolamentazione sull'emittenza privata e quindi si poteva andare in televisione nelle televisioni locali continuare a fare campagna elettorale e i partiti lo fecero e chiaramente sul Roma
Questo è molto più facile perché immediato quindi l'inaugurazione il debutterà con le elezioni del novanta ma per realtà per tutti gli anni Ottanta e fino ai primi anni Novanta le televisioni di Roma vengono ripetutamente contraddistinte dalle alte che sottolineando nell'apoliticità
L'inaugurazione in tal senso la fa proprio il l'apripista in tal senso è proprio Tele Roma cinquantasei Tele Roma cinquantasei emittente che nasce la prima emittente via etere di Roma
Nasce il nove luglio del settantasei per iniziativa di Bruno Zevi e Guglielmo Arcieri
Nasce per fare un'università in televisione un idea di democratizzazione e l'accesso alla cultura
Già nel settantanove però limitante viene venduta da Zeri al partito radicale proprio in corrispondenza della tornata elettorale la tornata elettorale che porterà i primi radicali in Parlamento
E sancirà diciamo anche il primo utilizzo il partito radicale di una televisione dal punto di vista di dare del Cern il laghi di arcieri la decisione di vendere
La televisione ai radicali risponde stai esigenze di natura sia politica sia soprattutto economica
C'è una volontà di fare il salto lo stanno facendo tutte le televisioni locali il salto commerciale
Si cerca però una risposta che non è direttamente commerciale aziendalista è piuttosto una risposta politica il partito radicale integrerà la televisione la radio supportando entrambe con l'utilizzo dei fondi del finanziamento pubblico ai partiti
Quindi miriamo Quaggia una traiettoria che difforme rispetto a quella di altri contesti
Ma politica di partito è stata anche di di uno limitante viene fondata anche in questo caso de dal mondo intellettuale in un certo senso perché ne fondata da Renzo Rossellini nel mille centosettantasei
Già due anni dopo però e qui di nuovo siamo nel Trecento ha tolto il settantanove viene acquisita dalla stessa casa editrice che con che controllava il quotidiano Paese Sera e si lega direttamente anche in termini assetti proprietari al Partito Comunista Italiano
Video uno è l'emittente che inaugura su Roma i fili diretti col sindaco fra il settantanove e l'ottantuno Petroselli TNT settimanalmente delle trasmissioni di fili indiretta
Sul filo su un video uno che tra l'altro sono partecipi a quel tentativo di presentarlo come un sindaco che a diretto contatto con la cittadinanza
Ma politiche di partito e anche G. BR anche se in questo caso la risposta politica arriva un po'dopo G. BR nasce nel mille centosettantasei in questo caso grazie all'iniziativa di un imprenditore romano Giovanni del piano diventa forse la televisione locali più famosa d'Italia nel settantotto perché la televisione che riesce a riprendere la scoperta del corpo di Aldo Moro
In via Caetani nonostante però diciamo questa fama per cui oggi Biarritz cede gratuitamente alla RAI che gli pesa purché si veda il simbolo di G. BR ben chiaro
E in televisione nonostante questa fama realtà limitante va in crisi nei primi anni ottanta prova a dare una risposta aziendalista la crisi provando entrare in un circuito nazionale il circuito elefante
La strategia fallisce nell'ottantacinque DPR dichiara il fallimento verrà acquisita poco dopo decine TV un'azienda che per il tramite di Vincenzo Balzamo il tesoriere del PSI
Era direttamente legata al Partito socialista e soprattutto a Craxi che metterà la direzione di G. BR Anja Pieroni e vediamo oggi BR ritornare per tutta la seconda metà degli anni ottanta come un'emittente chiamato addirittura in alcuni casi tele Bettino un po'diverso infine il caso di Tele Roma Europa in questo caso non si tratta di un'emittente direttamente legato a un partito o direttamente evidentemente politica però viene sempre viene ripetutamente considerata ogni mittente viaria Diana democristiana
Perché viene acquisita nel settantotto da due dei tre figli di del già nominato Salvatore Rebecchini il primo sindaco di Roma in età repubblicana democristiano
Acquisita da Philippe Gaetano Rebecchini che la manterranno una televisione di area moderata democristiana per tutti gli anni Ottanta finanche in realtà nei primi anni Novanta Gaetano Rebecchini e tra i padri fondatori di Alleanza Nazionale
E Gaetano Rebecchini stesso poi in una fase successiva riconoscerà come Tele Roma Oropa avesse giocato un ruolo nel e qui cito dare voce alle istanze del nascente centrodestra nell'etere laziale durante la campagna elettorale del novantaquattro quindi vediamo ancora i primi del Novanta nei primi anni Novanta un utilizzo
Politico di queste televisioni
Ma la forte caratterizzazione politica la le scusate quindi sono televisioni in cui la politica è molto presente molto lontane dai paradigma della televisione sogno con una televisione Kempes
Prima quasi prima di cronaca quasi priva di diretta se è una televisione in cui la politica non entra soltanto nello schermo intra anche negli assetti proprietari dell'emittente
Sulla cronaca mi soffermerò bene ma insomma sono televisioni che vengono accostate molto di più alla RAI che non ad altre televisioni locali e per cui la RAI rimane di fatto la vera controparte per tutti gli anni
Tanta e infatti al pari della RAI scusate qui mi sono scordata la data ma questo è un articolo del mille novecentonovantuno al pari della RAI sono televisioni costantemente accusate di essere lottizzati e di muoversi a seconda di dove il partito vuole che si muovano
E quindi che nascono da quella logica che ha spesso contrapposto la televisione pubblica un certo tipo di offerta televisiva
E ancora su un certo tipo di relazione con l'informazione da invece le le le televisioni commerciali che poi punto la ricostruzione storica sono spesso state modellate su l'esperienza di Fininvest
Ma dicevo prima la caratterizzazione politica non è l'unico elemento di distinzione di caratterizzazione delle televisioni locali di Roma rispetto al resto del contesto
Dell'emittenza commerciale italiana l'altro dato anche questo deriva dal contesto o forse ancora di più deriva dal contesto
Perché origina dal fatto e sono televisioni che operano in un contesto in in un in un ambiente in cui il locale ha un significato molto diverso che altrove
Per capire come e perché forse utile partire da da una considerazione che Umberto Eco fece nell'articolo dell'ottantatré con con articolo Celebre dell'ottantatré in cui ecco propone la differenza fra il mio televisione Paolo in televisione
La distinzione fra mia televisione palo divisione forse un po'tranchant ma ecco in quell'articolo dice una serie di cose molto interessanti rispetto al nuovo al nuovo tipo di televisione
Che sta prendendo corpo a seguito della rottura del monopolio RAI e fra queste cose dice anche che una delle caratteristiche della mia televisione e di puntare la telecamera sulla Provincia
Mostrando al pubblico di Piacenza la gente di Piacenza riunita per ascoltare la pubblicità di un raggio di Piacenza di un orologiaio di Piacenza
Mentre un presentatore di via senza fa battute grasse sulle tette di una signora di Piacenza eccome e ci riesce ecco guardare col cannocchiale girato dall'altra parte
Ma che significa girare il cannocchiale dall'altra parte in un contesto come quello romano
Cioè il cane chiari televisivo puntato su Roma c'è sempre stato Roma è sempre stata centro di produzione televisiva e anche molto presente nella televisione italiana
è presente con personaggi presente anche con gli studi fisici quindi diciamo che in un certo senso la logica del decentramento produttivo ma anche la logica del decentramento della trasmissione del decentramento rispetto ai contenuti
Funziona meno in una realtà come quella di Roma tant'è che in corrispondenza della nascere le televisioni locali su Roma
A Roma altri partiti Altic si è un settore e l'informazione si stanno sviluppando in chiave nazionale basti pensare alla fondazione di Repubblica che più o meno degli stessi anni un quotidiano di carattere nazionale allo stesso tempo non è soltanto un contesto rispetto a cui l'idea del decentramento funziona benino ma anche un contesto in cui locale significa di fatto contemporaneamente quartiere e nazionale
E infatti le queste sono decisioni che nascono in quartieri e che poi piano piano sì scherzi stando nella città ma proprio rispetto a questo rapporto fra la dimensione locale
Le riprendere chiuderà il tratto di strada questo rapporto con la dimensione locale di Roma vi vorrei far sentire tre brevissime testimonianze i tre protagonisti della storia di Tele Roma Carlo Romeo ex direttore l'informazione
Manuela Moreno giornalista che è proprio su un video uno e Tele Roma con i primi passi
Paolo vigevano che all'epoca era tesoriere del partito radicale e che tutti nel parlare della dimensione locali Roma arrivano più o meno alle stesse conclusioni sperando si senta bene l'audio
Poi una caccia
Cioè la politica del Vaticano c'è tutto quindi era è tutto qui no ai ministeri quindi è difficile considerare una televisione locale romana come locale
Perché il prodotto è nazionale si poteva parlare di qualunque cosa gli scenari internazionali piuttosto che di politica nazionale può locale
Un'azione
Qui
Stazione
Quindi e questo tema è un tema che ritorna vedete una dichiarazione simile in tal senso di Rebecchini uno dei proprietari dicevo premetto che Roma Europa
Quindi ancora prima che attraverso lo schermo televisivo Roma invade lo spazio televisivo delle sue emittenti conferendogli una dimensione in cui ha un forte radicamento sul territorio convive l'adozione costante
Convive con l'adozione costante di uno sguardo nazionale e qui passiamo dalla presenza delle televisioni in città alla presenza delle televisioni incita
Altre strade la presenza e la città nella televisione infatti questa dialettica fra locale e nazionale torna in tutta la programmazione di queste emittenti
Va detto però e qui devo fare una missione che il problema di indagare l'immagine di Roma all'interno di queste realtà e che ciste che è stato anche il problema principale
Della nostra ricerca cioè ci siamo trovati davanti a un ripetuto voto d'archivio e televisioni locali sono soggetti privati
Che non di solito non hanno sono stati sconti ma se i soggetti privati che di solito non hanno conservato un archivio o quando l'hanno conservato non hanno messo in atto un vero e proprio sforzo di salvaguardia di accessibilità
Per cui mi dovete immaginare che il materiale documentario quasi inesistente il materiale di unità divisivo quando c'è è difficile accedervi o perché il supporto è tecnologicamente vetusto o perché la tecnologia volte la troppo veloce o perché magari sono materiale divisivi conservati dai singoli individui che sono stati parte la sede mittente che ce l'hanno in chissà quali scantinato
Questo Dini non significa che non è possibile indagare l'immagine la città significa però che la ricerca dei frammentarsi e deve quindi saper combinare diciamo fonti diverse
Per Telenova in realtà siam sono riuscita a individuare ad accedere a buona parte del materiale audiovisivo della della televisione
Perché proprio dello stretto legame col Partito radicale l'archivio di radio radicale ha conservato parte materiale divisivo ma trenta conservato quello più direttamente legato a l'attività del partito
In parte stiamo facendo lo stesso del video uno perché ci sono delle cose all'amo de tra i grandi c'è l'amo d'però in generale quello che è stato importante è stato andare poi soprattutto studiare i palinsesti in generale le la stampa locale per ricostituire il dibattito su alcuni programmi
Dalla combinazione di queste fonti emergono due cose uno e di nuovo il fatto che Roma è enorme è infatti a Roma di televisioni locali ce ne sono state tantissimo torniamo all'idea che una città gigantesca estremamente dispersiva e che anche rispetto al ruolo delle televisioni viene raccontata dalle televisioni stesse come una realtà dispersiva una realtà di quartiere
In cui soprattutto nella fase iniziale l'esperienza di questi televisioni si confina nei quartieri e a volte per quelle che non non sopravvivono rimane confinata il quartiere
L'altra cosa che la presenza della città all'interno della programmazione è durature costante qui vedete degli esempi di programmi notiziari dedicati
Attività programmi o rubriche di cronaca locale dedicata a cena con ricorrente presenza
Di figure della mondo politico e culturale di Roma va notato che ritorna un'immagine sempre la stessa per parlare di Roma ossia quella del Campidoglio avete prima vista Campidoglio ottantanove la trasmissione in occasione delle elezioni amministrative dell'ottantanove
Ma vediamo l'ora del Campidoglio Campidoglio la voce del Campidoglio
Dall'altro lato c'è una buona una una buona presenza di programmi come questo per la strada o qui a Roma che invece raccolgono istanze dal basso e quindi servono a dare voce ai cittadini e APAM insomma a a dare voce alla popolazione
A questo però locale estremamente cittadino si sovrappone un locale e nazionale in tal senso altrettanto costante duratura la presenza di programmi attenti alla cronaca e alla politica non solo nazionale ma addirittura internazionale
E anche qui come presente la dimensione di Roma Capitale in queste televisioni facendo sì che possiamo considerarle tra tutte le televisioni locali d'Italia quelle più nazionali e internazionali addirittura in una prima fase sembrerebbe esserci una prevalenza di programmi nazionali ed internazionali dedicati alla grande politica e al Palazzo con la P maiuscola
Questo è in mia addio verso la chiusura ed è questo è vero in realtà in una prima fase poi in realtà cambia negli anni Ottanta nel senso che con l'aumento del bisogno di distinguersi
Anche attraversa e nella relazione con la città dalla RAI dei network nazionali aumenta la dimensione cittadina di queste emittenti a mente aumento allo sguardo cittadino di queste emittenti
Dicevo dalla RAI che rimane la principale controparte politica ma poi sempre di più chiaramente in contrapposizione anche ai network dei grandi editori infine al solo network di Berlusconi
E al il su questo si può dire che si può assistere si intravede nella nella programmazione un progressivo meno interesse per Roma come capitale della nazione mi mente quindi come contasse nazionale e un progressivo maggiore interesse per Roma città e quindi un ritorno forse una dimensione dispersive quindi sempre lento interno se vogliamo noi
In tempi non nazionale ma interna la città stessa di Roma
Il primo passaggio di tanto in tanto penso sia in prossimità dei decreti Berlusconi a cui queste mi tanti rispondono accentuando il carattere locale delle delle loro della loro programmazione e accentuando anche l'offerta sportiva qui deve riaprire un capitolo intero
Sul fatto e poi queste emittenti comicamente si reggevano sul parlare della Lazio e della Roma purtroppo non c'è tempo di farlo ma chiaramente anche quello ci parla di una relazione in quel territorio
L'altro punto di svolta Brent al senso sia proprio in prossimità della legge Mammì
Non solo perché la legge che sancisce di fatto il budino Poglio ma perché obbliga a riservare il venti per cento la programmazione all'informazione locale lasciando quindi di fatto invita soprattutto in un contesto come quello romano
Solo le emittenti che erano stati maggiormente in grado di essere una presenza su quel territorio ed attraverso la presenza di distinguersi ancora una volta chiaramente
Dalle reti nazionali di coprire gli spazi di i buchi di informazione lasciati vuoti dei network in un contesto come quello di Roma quindi aprì disperdendosi
E infatti il periodo dal dal dei decreti Berlusconi alla ai la metà degli anni novanta il periodo di maggior attivismo di questi emittenti incita li vediamo farsi promotrici Costantini inchieste politiche di denunce c'è Gerace che viene messa Pro Sesto sugli schermi della Roma cinquantasei
Per un'inchiesta sul patrimonio edilizio
Diventano dei veri e propri Piazzi politiche che vengono riconosciute anche a livello pubblico come strumento essenziale di una presa di parola di cittadini all'Inter la città e di creazione di un filo diretto fra l'amministrazione e i suoi abitanti
E ritornano ad essere una realtà che si presente che viene percepita come
Raccogliere dal basso istanze di informazione e quindi quasi più simile a quella che ha la vocazione delle divisioni locali delle origini
Piazze politiche piazze elettorali per seguono diventano strumenti di campagna elettorale per tutte le tornate amministrative gli anni Ottanta
Il debutto I dell'era cinquantasei e con le elezioni del rettore di sapienza qui lo dico perché siamo in questa sede già nel settantasei ci sono che anche degli arcieri
Ma poi il per tutti diciamo gli anni Ottanta fino agli anni Novanta si potrebbe addirittura aprire un intero capitolo sulle televisioni locali di Roma i sei sindaci di quest'anno di questi anni dicevo i fili diretti di Petroselli
Ma Carraro è presente negli studi di G. BR
E diciamo questi tantissimi buono tutte i vari scandali che attraversano l'amministrazione Carraro quando si dimetterà amministrazione giubilo nell'aprile dell'ottantanove le opposizioni va a incontrarsi negli studi Roma video ma cinquantasei che va in diretta per l'occasione
Rutelli
Sì l'ultima slide elaborazioni che ho chiuso e Rutelli è un protagonista costante di Tele Roma cinquantasei negli ultimi anni
E questa è l'ultima slide e quindi questa dimensione localmente nazionale nazionalmente locale delle emittenti
Arriva all'apice con le elezioni del novantaquattro che però sembrano quasi un canto del cigno nel senso e le lezioni si aprono sottolineando in tutta Italia vale la potenziale importanza di delle delle televisioni locali si chiudono invece con una dichiarazione di ritirata
Che nel caso di quelle romane ancora che evidente perché sono tutte emittenti vengono travolte insieme i loro partiti dalla fine della Prima Repubblica
I radicali vendono Tele Roma tenero ma cinquantasei video uno viene venduta nel novantacinque di BR finisce sotto accusa i diritti di riciclaggio dentro lo scandalo di Tangentopoli
Telero morava ve lo dicevo prima del partecipe del lancio del programma nel progetto di centrodestra nel novantaquattro e nel novantacinque diventa super tre un'emittente che immagino conosciate più Bersani e Birillo che non per l'attenzione alla città
E infatti oggi sono in televisioni di poco conto rispetta altri contesti italiani
Poco influenti che diciamo vale una traiettoria un po'diversa ma che ci restituiscono comunque una storia del rapporto tra televisione e politica tra anni ottanta e novanta diversa da quelle che siamo abituati ad ascoltare e che ci parla
In maniera forse a volte troppo Teolo teleologica del successo di Berlusconi legato a Fininvest scusate
Hans sono previste le conclusioni degli organizzatorio dunque su una cosa molto bravi chissà se riusciremo mai a
Liberarci di questo carattere di di eccezionalità del caso Roma che vi pare sia trasversale rispetto agli studi e campi disciplinari e proprio alle applicazioni della ricerca e probabilmente la grande ricchezza poi del del lavoro che si può fare su Roma però mi chiedo se nello stesso momento
Studiosi della cittadino Lorca si stanno ponendo il sindaco perché mi pongo io cioè come conosciamo dall'eccezionalità e e se è possibile se sarà mai possibile leggere Roma
Io la la gara che non sia così fortemente connotata da queste premesse che lo non lo dico come non lo dico polemicamente perché se come ricchezza questa premessa che dobbiamo fare il caso Roma è un caso asse sistematicamente da qualunque punto come salvarsi affronti e qualunque invenzioni di ricerca si prenda in considerazione se Andrea Guiso Maurizio Ridolfi però io e sua a chiudere lascio volentieri il microfono e grazie ancora dell'invito
Allora grazie Stefania anche per questa ultima l'annotazione che hai fatto sulla necessità per per me è un po'una deformazione sarà l'idea di comparare i fenomeni perché stiamo studiando fenomeni appunto sociali politici istituzionali ieri quando facevo riferimento a Roma città
Dove c'è un disegno di sviluppo centrato sul ceto medio ma questa è la storia della città americane in quegli anni quindi
Se vogliamo capire dove dove siamo dove ci posizionano dobbiamo studiare i problemi in questa chiave
Maurizio io sono con l'azione è legittimo essere soddisfatti dopo
Due giornate di intense però veramente molto ricche di
Di temi di spunti non so se oltre le nostre aspettative sicuramente
Diciamo si sta con sia composto anche un mosaico
O proprio perché le non sebbene non abbiamo da poco in cappello una chiave
Un'ipotesi di lavoro forte centrata sulla sulla cultura sugli immaginari sulle sui simboli sia in realtà preso forma un quadro ben più Complesso e e secondo me è un primo aspetto dove da sottolineare che ha funzionato molto la dimensioni di lungo periodo
Che addirittura nell'intervento di Marco va necessariamente retrodatata addirittura all'Ottocento pure qui c'è c'è un tema fondamentale
Perché appunto la dimensione lungo periodo ci consente due tipi ragionamento da un lato
La storia del di Roma è la storia del Paese in qualche modo il Vidotto in quel straordinario libro Roma contemporanea questo fa
Accompagnare il nostro sguardo su Roma sempre con un riferimento ai cambiamenti in atto nel Paese questo è vero però da da un altro punto di vista non dovremmo forse
Problema attizzare dolore finisce la storia del paese inizia quella specifica della città non è
In una cosa banale perché quando facevi riferimento a questo come dire a questa difficoltà difetti definiamo anche un centralismo difficile nel nostro Paese una una difficoltà no di a imprimere ai cambiamenti sociali politici istituzionali e soprattutto un disegno razionalizzatore perché perché l'Italia il giovane si è fatta in un contesto di forti
Aveva di forte eterogeneità culturale sociale e amministrativa no quindi questo continuo bisogno di ricorrere delle pratiche di mediazione no con le realtà locali eccetera e questo impedisce qualunque
Tipo di velleitario nazionalizzate riceve il nostro del nostro Stato delle nostre istituzioni e questo è un è un tema che Roma si porta si porta dentro cioè devi tenere conto di tutti qua insisto beh quindi non creare dei privilegi all'interno del e questo è un tema è un tema molto interessante ma insomma lo ritroviamo poi importante in tante
Relazioni quella che abbiamo ascoltato adesso di Giulia
In quella di Terni di tennis come giustamente cioè appunto dove dove c'è la specificità romane dove Roma essa che è lo specchio della storia del del sistema Paese
E un'altra questione
Torna torna secondo me tema centrale che è il rapporto fra politica e cultura
Stefania Benatti guardo con timore perché insomma la studiosa dei processi culturali indire cultura vuol dire tutti ovviamente ma anche dire politica vuol dire tutto e niente però politica e cultura in realtà secondo me
Emergono da questo convegno la la loro dialettica ma soprattutto all'attenzione lo scontro fra queste due dimensioni è una chiave importante per interrogarsi
Su Roma perché in qualche modo ce lo diceva Umberto Gentiloni ieri ma l'abbiamo sentito in tante relazioni
Insomma e tecnico Roma e il teatro strategico principale si si combatte per affermare un'identità che sia prevalente sulle altre tante identità della città no
Il retaggio di un anno andiamo un rapporto irrisolto fra la città sacra nella città laica ma poi si va oltre questa dicotomia un po'semplificato annua
E però il paradosso quale che al tempo stesso proprio perché c'è una sorta di guerra culturale permanente su cosa Roma debba essere alla fine
E la cosa strana è che questa è una città capace di digerire tutto ora potrà metabolizzare qualunque contrapposizione di temere in qualche modo sforzarsi terrena in qualche modo insieme tutto quanto
Sviluppando che cosa un'arte della flessibilità hanno la definirei proprio come direbbe grave avrebbe detto Craveri l'arte del buongoverno
Ma insomma una una predisposizione alla mediazione no fare della politica
Il luogo della mediazione
Poi l'abbiamo visto sentito anche nella relazione di Mattia Diletti c'era il punto certo punto arriva il bagno di realtà cioè a tutti voi pensano sempre che Roma debba essere di Simpson ma il Progetto
Toh di sviluppo di euro di ammodernamento da città debba ispirarsi a grandi visioni e poi alla fine ci si rende conto che la politica richiede costruzione del potere a partire dalle condizioni date dei grandi interessi che ci suonavano quindi Roma in certo senso veramente un un caso emblematico dell'arte flessibile della politica uno e di qui per reazione la cultura che individua nella politica il male assoluto insomma tutto il discorso antipolitico che poi è retaggio anche di quello nell'Ottocento anti per l'antiparlamentarismo nell'Ottocento in qualche modo sono tutti dei dei fili che si tengono fino appunto a connotare la cultura come qualcosa di separato rispetto alla politica
Una sorta di democrazia negativa della sfiducia una contro democrazia come nelle definisce Rosa invano nonché appunto
Diventa anche in qualche modo parte integrante del
Della cultura romana
Questo è un possono alcune suggestioni
Che ho visto ma
Lascio la parola versi organizzatori si è talmente infervorato dei risultati del convegno che stava facendo un'altra versione
Perché cessi stava mettendo dentro
Io sono l'ultimo tra di voi che ha cominciato a studiare Roma perché voi siete tutti studiosi i più giovani ovviamente un po'di meno ma perché vi state attrezzando per però tutti gli altri amici e colleghi è da anni che hanno coltivato questo tema
E però è un tema contagioso io vivo a Roma da pochi anni ma come vedete sommesso poco
Grazie a cercare di entrare dentro il vostro mondo
Io c'ho visto intanto credo un bel convegno perché
Molti di voi hanno portato risultati originali ricerche e non avete solo diciamo messo appunto quello che già più o meno si sapeva
Dopodiché io che cosa o proposto Andrea raccolto in fondo
Quello che è un po'un mio modo di lavorare
A me interessa sempre tenere insieme la realtà del quello che studio con le rappresentazioni le percezioni
Noi abbiamo il compito di dire come le cose sono andate Traverso nostre fonti i nostri documenti
E poi di interrogarci su cosa arriva commi arriva e lì ovviamente presentazione le percezioni sono fondamentali ormai indispensabili perché altrimenti il nostro fare storia rimarrebbe incompiuto diciamo
L'altro aspetto che notavo mentre tu parlavi io guardavo loro è che la grande parte di quelle che hanno partecipato a questo convegno in realtà sono degli otto celtista e di formazione
Che poi per le varie vicende legate al mestiere al fatto che gli anni passano per tutti si sono anche avvicinati al Novecento
Quasi tutti noi questi che ho visto qua che ho ascoltato hanno avuto una formazione da ottocenteschi e quindi è per forza che parlando comunque del secondo dopoguerra ti porti dietro
E allora il tema di Roma Capitale che è stato studia Tissi mo'per l'età liberale
Che è stato molto studiato per gli anni del fascismo con
Il tema corollario del mito della Mitologia che accompagna ovviamente questa città per tutte le cose che sapete
Il nostro problema è capire era capire cominciare a capire un pochino meglio come dentro la Repubblica dentro una democrazia con un altro equilibrio dei poteri con un altro ruolo per Roma
Svolto assunto questo sommando studieremo lo vedremo come questa dinamica
La si pose studiate da parte di noi storici con i sociologi con i gli urbanisti con gli storici dell'arte questo è un approccio di studio al nostro che non può non essere interdisciplinare fare lo dobbiamo fare insieme a voi mi do da fare insieme anche ad altri colleghi studiosi e però allora Roma capitale e Repubblica
Dovevano essere i due corni diciamo rullante di questa sfida interpretativa e di indagine
E io credo che la grande parte di quelle che ho ascoltato questi due cornici di siano portati dietro poi ognuno di voi ci ha messo ovviamente la propria competenza la rete proprio vocazioni come come è giusto che sia quindi direi sì Stato
Un ma due giorni produttiva feconda
Perché deve comportare credo la raccolta dei testi nei tempi io su questo sono sempre molto perché tutti voi avete tante robe da fare però in tempi ragionevoli insomma deve diventare un volume
Che serva poi anche ai ragazzi più giovani dottorandi hanno gli stessi ovviamente
A mettere a fuoco ancora meglio i percorsi dice
No
Cosa dice assolutamente con
Bene allora questo punto vista anche l'orario
E che abbiamo praticamente scritto quasi l'introduzione dell'iniziativa
E
Sì sì c'è per fortuna era di orari
Grazie davvero grazie della partecipazione del insomma del vostro un tempo del dell'impegno che avete messo in questa
In questa sfida grazie
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