I simboli della Repubblica

Buona sera tutte e a tutti e benvenuti con questo incontro concludiamo il breve ciclo di seminari storico-culturali dedicati ai settantacinque anni per l'entrata in vigore della nostra Costituzione
Il seminario di questa sera ad oggetto un tema particolare quello dei simboli
Quando parliamo di simboli in questo contesto ci riferiamo alla bandiera che trova anche un preciso riferimento testuale nell'articolo dodici della Costituzione ma anche all'inno nazionale conosciuto come l'inno di Mameli e all'emblema della Repubblica
La scelta di questo tema serve ad affrontare la qualità della Costituzione da un particolare angolo prospettico che se volete e quello più popolare più visibile e condivisibile
I simboli infatti in tutte le epoche servono a rappresentare lo spirito di una comunità a riconoscersi attorno ai valori che quei simboli rappresentano a riconnettersi con la propria storia e la propria cultura
Al di là dunque del naturale valore retorico ragionare discutere attorno ai simboli serve anche a fare il punto sull'evoluzione del loro significato nel corso degli anni e in ultima istanza anche sullo stato delle nostre istituzioni e della nostra democrazia
Senza volere immaginare una sorta di gerarchia dei valori che questi simboli esprimono ed evocano a me piace soffermarmi quando ascolto Linea nove con la bandiera con l'emblema
Sul pressante eppure intimo direi personale impulso all'unità
Come un richiamo di quell'articolo cinque dove si dice che la Repubblica è una e indivisibile
Unità
L'unità nelle sue varie declinazioni un bene prezioso a volte fragile ha bisogno di essere curata perché a sua volta possa fare da cura per i malanni che la nostra comunità come tutte può incontrare sul suo cammino
Sono sicura che sarà davvero interessante seguire i nostri ospiti che con competenza e passione ci guideranno dentro questi temi
Ringrazio in modo particolare per aver accettato il nostro invito questa sera Maurizio Ridolfi professore ordinario di Storia contemporanea presso l'Università della Tuscia
Anna Maria Poggi professoressa ordinaria di diritto costituzionale presso l'Università degli studi di Torino e Adalberto Signore giornalista e presidente dell'Associazione della stampa parlamentare
I brani scelti per il seminario di questa sera saranno letti e interpretati da Michela Cescon che ringrazio per la sua disponibilità il suo impegno
E anche per il contributo filmato che ha realizzato per la promozione del seminario sui diversi canali sociale
L'incontro sarà introdotto come di consueto ormai abbiamo imparato a riconoscere il format da un filmato appositamente prodotto per noi da RAI cultura che ci condurrà nel pieno del clima politico istituzionale dell'epoca
Ringrazio quindi la RAI per la consueta collaborazione
Gli uffici della Camera che ringrazio di cuore per tutto il lavoro che quotidianamente offrono alla nostra istituzione hanno predisposto il libretto di sala che offre una sintesi ragionata di materiali di documentazione utili a ricostruire il contesto storico-politico di quella stagione costituente
I nostri seminari hanno infatti l'intento di promuovere una riflessione di carattere storico istituzionale sulla Costituzione muovendo dalla prospettiva parlamentare e dalle sue dinamiche così come si sono sviluppate nella storia d'Italia
Una prospettiva che può avvalersi del vasto patrimonio di documentazione di memoria storico culturale custodito presso la biblioteca e l'archivio storico della Camera che a disposizione di tutte e di tutti nella brochure che vi è stata distribuita trovate tutte le informazioni utili per usufruire dei servizi resi da queste due struttura sono certa per ciò che la riflessione di questa sera come è stato per gli altri seminari potrà fornirci utili spunti di riflessione
Non solo per ritrovare le radici della nostra esperienza costituzionale ma anche per l'azione concreta nelle istituzioni e nella società
Lascio quindi subito lo spazio alle immagini che ci introducono in modo efficace e ai temi che saranno oggetto dell'incontro di questa sera ringrazio nuovamente tutti e tutte per la partecipazione
Con la vittoria della Repubblica al referendum istituzionale del due giugno mille novecentoquarantasei ha inizio una nuova storia
L'Italia dopo la catastrofe del secondo conflitto mondiale doveva ricostruirsi non soltanto materialmente ma anche moralmente attorno agli ideali della Repubblica
Si trattava di ricondurre alla nuova forma di Stato anche coloro che avevano votato per la monarchia un compito non facile che richiedeva tempo e intenso lavoro una sfida dove simboli hanno ovviamente un ruolo importante
Nonostante l'atteggiamento prudente dell'Assemblea costituente nei confronti proprio della simbologia identitaria che tanto era stata sfruttata dal fascismo in questo orizzonte l'eredità del Risorgimento additata dalla lotta di liberazione RIM aveva comunque un punto di riferimento ineludibile a partire dal tricolore nazionale adottato nel mille settecentonovantasette come simbolo della Repubblica Cispadana e ispirato agli ideali repubblicani chiedevano animato la rivoluzione francese e quei tre colori il verde il bianco il rosso saranno celebrati anche da Giosuè Carducci nel primo centenario della bandiera il sette gennaio del mille ottocentonovantasette
Il bianco la fede Serena le idee che fanno divina l'anima nella costanza dei santi il vero la perpetua di fioritura della speranza frutto di bene nella gioventù dei poeti il rosso la passione che il sangue dei martiri ed è vero una bandiera che nel secondo dopoguerra perderà la croce sabauda ed entrerà nei principi fondamentali della Costituzione con l'articolo dodici
La bandiera della Repubblica e il tricolore italiano
Verde bianco e rosso
Da tre bande verticali
Di eguali dimensioni lungo nove altrettanto si poteva dire per il Canto degli italiani conosciuto anche come Fratelli d'Italia
Composto nel novembre mille ottocentoquarantasette da Goffredo Mameli e musicato da mi
Che le Novaro Lino fu eseguito per la prima volta a Genova nel dicembre dello stesso anno
E se durante la fase Mona antica adesso si preferisce la Marcia Reale con la vittoria della Repubblica del due giugno mille novecentoquarantasei
La scelta non poteva che ricadere sul Canto degli italiani il dodici ottobre dello stesso anno il Consiglio dei ministri dispone che provvisoriamente si adotti come inno nazionale l'inno di Mameli e così sarà fino al due mila diciassette quando con l'approvazione della legge numero centottantuno del quattro dicembre la Repubblica lo adotterà definitivamente quale proprio i non ha
è unanime infine l'emblema che doveva differenziare l'epoca repubblicana da quella monarchica e fascista
Il ventisette ottobre mille novecentoquarantasei
Il governo De Gasperi istituisce una prima commissione che ha il compito di studiare il nuovo emblema dello Stato
Tra il mille novecentoquarantasei e il mille novecentoquarantotto vengono organizzati ben due concorsi per scegliere l'immagine più adatta ad assicurare l'impunità e la concordia della pazzia no due concorsi aperti a tutti che assegnano la vittoria un unico Bozzetto tra i tanti prototipi presentati quello del pittore Paolo Pasquetto
Nella seduta del trentuno gennaio mille novecentoquarantotto l'Assemblea costituente approva l'emblema
Così l'artista Paolo prescritto descrive il bozzetto l'ulivo simbolo di pace la Quercia di vigore la ruota di lavoro e di progresso
L'Italia raffigurata dal stile rinasce al suo nuovo destino nella pace operosa il mille chi compie attività
No
Allora
Presidente parlare
Parole quelle di perfetto semplici immediate scultore e come il tricolore e l'inno di Mameli
Suonato nelle feste nazionali e in particolare il due giugno festa della Repubblica intendono evocare nei sentimenti e nella memoria di ogni appartenenti alla comunità nazionale i principi e i valori
Del nostro vivere comune
Era buonasera buonasera a tutti grazie per essere qui a questo appuntamento che conclude il ciclo di seminari storici organizzati dalla Camera in occasione del settantacinquesimo anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione
Un incontro peraltro che anche oggi come nelle precedenti occasioni accompagnato davvero da un ricco interessantissimo lavoro di di documentazione fatto dalla Biblioteca dall'archivio della Camera
Direi che l'introduzione della vicepresidente hanno Ascani e anche diciamo il il filmato che sovvenzionato dalla RAI abbiano un dato il quadro quindi passerei subito la parola ai nostri ospiti che ringrazio per essere qui la professoressa Anna Maria Poggi costituzionalista e professore di Maurizio Ridolfi storico
Io inizierei dando la parola al professor Ridolfi e chiedendogli quali sono un po'le radici storiche di questi simboli che legano la storia d'Italia lungo tre secoli il tricolore nasce nel fine SabMiller settecentonovantasette Lino nel mille ottocentoquarantasette l'emblema piccola costituente nel quarantotto quindi settecento ottocento e novecento
Sì sì sì
Grazie intanto dell'invito grazie
Alla Camera dei deputati
Gli onorevoli ai colleghi della Università presente a molti giovani
Che ho riconosciuto e che seguono le iniziative storico politico culturali che la Camera e le istituzioni romane stanno promuovendo
Ha fatto bene a a delineare questa traccia
Non ci avevo pensato subito ma in realtà è molto significativa e tiene insieme
Centocinquant'anni della nostra storia attraverso tre simboli
Identitari molto forti al di là dell'uso politico che ne abbiamo fatto che fatto anche oggi e che credo si continuerà a fare dal punto di vista storico culturale
Abbiamo che fare con tratti identitari forti della nostra storia
Intanto che cos'è un simbolo a che cosa serve il simbolo è quell'insieme di segni grafici di colori di immagini
Che nel tempo si sono riproposti per rappresentare un'idea comune possibile appunto un'idea di nazione di Stato di commi di comunità
E i singoli hanno un'altra prerogativa sono di facile percezione nella storia contemporanea perché si comincia a a fare uso del simbolo politico
Nella costruzione degli Stati nazionali tutti hanno avuto necessità di avere un una bandiera un inno uno stemma qualcosa che li rappresentasse
Perché singole facilmente percepito non c'è bisogno di avere avuto la fortuna di svolgere studi diciamo selezionati o di o di qualità è una percezione visiva che alimenta l'in mente stile immedesimazione emotiva sentimentale e qui la forza del simbolo ieri come oggi
A che piace la bandiera rossa che piace la bandiera azzurra che piace la bandiera tricolore a che piace
Ecco come scatta questa adesione scatta sulla base di un sentimento di una immedesimazione di un coinvolgimento
Emotivo
E allora questi tre simboli forse ce ne sarebbero anche altri in un secondo giro se se vorrà si può anche forse ipotizzare che la nostra Repubblica viva anche perché ci sono altri simboli ma questi indubbiamente hanno una storia lunga e noi abbiamo bisogno di storie lunghe perché abbiamo bisogno di riconoscersi in un passato che viene almeno dalla fine dell'URSS del settecento quindi è chiaro che la modernità della politica la modernità dell'idea di nazione di nazione in politica risale a quegli anni all'influenza l'impatto della grande rivoluzione francese anche anche in Italia ed ecco il tricolore che emerge con questa combinazione appunto di colori il verde al posto del blu
Noi siamo molto diciamogli E.T. e legati alla Poesia
E al romanticismo carducciano ma in realtà il vero per il colore della guardia civica milanese e quindi ha un suo fondamento storico che va oltre la rappresentazione
Immaginifica che nel mille ottocentonovanta
Sette come avete sentito anche del filmato ne diede ne diede Carducci
Della Repubblica Cispadana era questo per la prima volta un piccolo Stato che aveva tutte le sembianze di uno Stato moderno si dava un simbolo quale quello quale quello del tricolore
Che poi ecco nel corso dei duecento anni e più che ci separano da quel momento è stato rivissuto secondo le indicazioni che sono state sono state ricordate l'inno di Mameli fateci caso
Di solito un un un inno un canto sono attribuiti all'artefice della della musica pensate le opere verdiane noi diciamo sono opere di Verdi
Raramente ci ricordiamo di chi ha scritto i testi in questo caso invece dell'inno di Mameli proprio perché quello che rimane e che colpisce la musica dell'inno di Mameli piace non piace voi sapete c'è qualcuno che ha
Si emoziona tanto qualcuno che ha qualcosa da ridire
Il testo però è entrato nella storia nella nostra rappresentazione nella percezione comune che tutti noi abbiamo anche con le sue diciamo aderenze che ad un tempo allontanano ma Mele aveva una formazione classica
Aveva una forte conoscenza della storia romana e quindi insomma ci sono ganci come sapete a storie anche anche lontane e però ci sono passaggi emblematici come quando lui ricorda appunto il tricolore
Come un qualcosa che allora era il mille ottocentoquarantasette
Poteva unificare avrebbe unificato
L'Italia unita è nata intorno all'idea di un tricolore sabaudo e poi e poi per il Regno d'Italia fino arrivare ai nostri ai nostri giorni
La vicenda del del lino poi al singolare perché nella ripresa democratica dopo il mille novecentoquarantatré all'inizio c'è un dubbio il governo Badoglio è più propenso a scegliere la canzone del Piave e quindi e più propenso a guardare a un ricevimento che era legato alla prima guerra alla all'epopea della della prima guerra della guerra della grande della Grande Guerra fu solo nel quarantasei con una scelta da Repubblica è stato ricordato che la scelta fu fu chiara fu e fu le fu definitiva seppure in una forma in qualche modo provvisorio e però fine quarantatré quarantacinque ancora c'è quel dubbio
Nelle cerimonie nelle prima cerimonia negli anni della transizione democratica la canzone del Piave spesso è presente
A a vantaggio anche dell'inno dell'inno di Mameli
Singolare poi è stata la vicenda della scelta dell'emblema della Repubblica che qui è stata ricordata
Perché fu un lavoro che dura un paio di anni le due Commissioni la prima commissione
Guidata da da Bonomi a un esponente importante di tutta l'Italia del Novecento la seconda invece da un esponente repubblicano che aveva le idee un pochino più chiare
C'era Giovanni Conti e fu Giovanni Conti che alla fine produsse un risultato con la cosa singolare che il vincitore in entrambi i casi era stato questo Paolo baschetto che poi è entrato nella nostra nella nostra memoria pubblica
Ecco questa triangolazione di simboli funziona io penso di sì
Perché raccoglie un senso della storia lungo di cui abbiamo bisogno quali si è la percezione di questa simbologia è una domanda però che mi porrei nel secondo giro cioè il nostro sentimento repubblicano è forte è solido
Ha bisogno anche di altro io credo che questa sia una domanda che in una circostanza come quella di oggi pomeriggio potrebbe essere posta ora ora ci arriviamo
Intanto al noto che diciamo la la versione romanzata del biancorosso verrebbe bianco la ne del Werder il i prati del rosso del sangue dei soldati diciamo per romanzata insomma romanzata non è qui
La professoressa Poggi chiederei di la prima cosa che mi ha molto incuriosito soprattutto rispetto al all'emblema nel senso che
Dei simboli della Repubblica l'unico in Costituzione la bandiera un articolo dedicato addirittura il dodici
Interamente dedicato poi ho scoperto appunto in questa lettura che alcuni dei costituenti sostenevano quell'articolo dodici ha copiato pari pari dalla costa dalla Costituzione francese tornando alla questione
Francese mentre non c'è nessun riferimento all'inno ma non c'è nessun riferimento neanche all'emblema che diciamo viene appunto discusso un'Assemblea costituente discusso per sono in maniera mi sembra complessa non credo fosse un problema di estetica sono no immagino ci fosse un problema anche politico non lo so
Prego
Si sente sì benissimo grazie anche io ringrazio davvero moltissimo per questo invito davvero molto molto gradito del resto una costituzionalista stavo parlare della Costituzione è sempre
è sempre un'occasione anche di come dire di rimotivazione nei propri studi nelle proprie ricerche
Dunque in Assemblea Costituente la vicenda dei simboli non è stata per niente semplice anzi anzi è stata davvero molto complessa perché la questione della bandiera è andata tutto sommato in maniera molto tranquilla ma per due motivi
Il primo è che tutte le Costituzioni coeve contenevano riferimento alla bandiera quindi era in qualche misura impossibile non inserirlo e poi c'era un'altra questione c'è un'altra questione che la bandiere anche un segno di identificazione della personalità internazionale dello Stato e quindi in qualche misura la questione della bandiera non ha suscitato grandi discussioni non le poteva suscitare per i c'erano queste due motivazioni giuridicamente molto forti no che infatti se uno fa leggere gli atti dell'Assemblea costituente rimane quasi un po'deluso ma come sulla bandiera tra i principi fondamentali ma
Invece molto interessante grazie per avermelo chiesto è la questione dell'emblema perché dell'emblema si è discusso di più paradossalmente di quanto non si sia discusso della bandiera è proprio nelle discussioni sull'emblema sono emerse tutte quelle questioni no che stanno dietro la questione dei simboli perché il simbolo come dicevi tu prima è un qualcosa di emotivamente forte ma politicamente può essere molto divisivo può essere molto divisivo e Lissone mense davvero tutte la questione delle belle davvero molto significativa
Perché sulla questione dell'emblema
Sostanzialmente subito viene insediata una commissione nell'ottobre del quarantasei quindi aggiungersi ottenuto il referendum ma e perché la questione dell'emblema è una questione importante
è perché l'emblema resta su tutti dopo la documentazione ufficiale della Repubblica dalle sentenze dei tribunali e dei nostri carte d'identità quindi la questione del mutamento dell'emblema era una questione
Giù giuridica importante quasi quanto la bandiera
E lì succede però qualcosa di davvero interessante i costituenti in sostanza non ne vogliono discutere della questione delle pillole
Non ne vogliono discutere
E quindi si arriva a rinviare complice anche il fatto che il primo bando
Perché commissione a i bozzetti per l'emblema da esiti insoddisfacenti quindi se ne fa un secondo
Quelli in questo secondo invece c'è un risultato interessante che porta appunto alla alla selezione della Bozzetto di baschetto ma quando si arriva alla fine
Sostanzialmente arriviamo al diciannove gennaio del quarantotto
Quindi sono le ultime sedute dell'Assemblea costituente
Diciannove gennaio del quarantotto
E e lui e tu quindi a un certo punto deve
Dei beni anzi Terracini deve interrompere la discussione rinviare al trentuno gennaio del quarantotto che sarà poi la seduta in cui si risolve la questione
E cosa emerge in quella discussione me anzitutto una spaccatura
Radicale tra monarchici e Repubblica
Apro parentesi
Ricorderete bene che il referendum istituzionale del due giugno del quarantasei
E un referendum in cui la Repubblica vince di poco rispetto alla monarchia se voi andate a vedere i dati molto interessanti che sono contenuti
In questa pubblicazione che accompagna l'evento di oggi è molto interessante perché il otto regioni otto
Su venti
E vince la monarchia
C'è il numero quindi
E quindi c'è un problema di fondo c'era c'è ancora un sentimento diffuso nel Paese un sentimento monarchico diffusa nel Paese
E i monarchici
Sì monarchici presenti Linda in assemblea costituente o comunque quelli che non sono dichiaratamente monarchici ma in questo sentimento
Diffuse dicono va be'ma è già entrata bandiere costituzione ma perché ci dobbiamo preoccupare anche dell'emblema l'emblema lo possiamo lasciare così come
E alla fine lo scusi se la interrompo no avrebbero voluto rinviare diciamo a Baveno dispiegarsi alla fine Terracini il trentuno di gennaio
Siccome poi l'Assemblea costituente silenzio pioniera ancora solo più qualche seduta ad un certo punto Terracini alza la voce
E alza la voce cosa che conoscendo anche la figura di Terracini è emblematica del tipo di discussione che si sta sviluppando alza la voce dice questa questione non è rinviabile perché non è possibile che c'è la Repubblica e nella documentazione ufficiale della Repubblica c'è l'emblema monarchico non è possibile
E quindi lui dice basta ora io non vi consento più rinvii e si volta
E c'è un tra parentesi negli atti dell'Assemblea costituente in cui
C'è scritto in corsivo si volta si fa la prova è la controprova come per dire chiedono anche la controprova e alla fine è approvato il bozzetto ha scritto ma non entra in costituzione solo approvato quindi l'assemblea e questo tra l'altro approva anche qui sono una parentesi da questo punto di vista non c'è il minimo dubbio che noi scontiamo che l'Assemblea
è imbarazzata dal modo in cui la simbologia
è stata utilizzata nel periodo fascista
Questo è palpabile nel nelle discussioni Della sembra ed è anche palpabile questo imbarazzo dei presidenti di turno che a un certo punto devono interrompere queste discussioni perché sono discussioni in cui la vicenda dei simboli dico questo semplicemente perché le costituzioni
Le altre nelle altre costituzioni non c'è solo la bandiera è
In due costituzioni europee c'è anche l'inno
E in quasi tutte le costituzioni la simbologia e più ricca della nostra e più ricca
Questo per dire che da noi bisogna aspettare un po'di tempo e qui bisogna davvero ringraziare alcuni Presidenti della Repubblica partire da Scalfaro
Scalfaro poi Ciampi poi Napolitano poi Mattarella che riescono in qualche misura a depurare depurare la questione dei simboli
Da tutta queste da tutte queste incrostazioni che son delle incrostazioni che l'ultima cosa che dico e poi finisco il mio primo intervento
Quando è stata approvata nel due mila diciassette la legge sull'inno
Una forza politica ha votato contro
Perché
Quelli no non rappresentava la sua come dire no
La sua
E voleva un altro inno e questo comunque per dire che siamo nel due mila diciassette quindi
Non solo nell'assemblea costituente ma anche successivamente la questione della simbolo Gia repubblicana
è una questione non solo giuridica ma anche culturale per cui bisogna ringraziare davvero i presidenti della Repubblica che sono operanti affinché avvenisse quest'opera di depurazione e anche di
Come dire di contestualizzazione della simbologia nel nuovo scatto
Democratico Repubblica
Bene grazie molto interessante peraltro
Zamorano subito la parola alla lettura però spulciando sempre documenti allo scopo io non sapevo che c'è stato anche un grosso dibattito sull'eventualità di mettere un simbolo sulla bandiera
Cioè aggiungere lì ci fu la di se possono dei Savoia piuttosto sì sì ma quando tu gli atti disse ma
Siccome nelle nella precedente bandiera c'erano un Zac mettiamo lo mettiamo il bozzetto vaschetta o e ci fu sostanzialmente una
Una ribellione e quindi si dovette veramente fermare la discussione questo per dire come la questione della simbologia nera
Veramente una questione anche
All'epoca politicamente divisi
Bene allora è arrivato il momento della prima lettura quindi lasciare la parola Michela ci ascolti ci leggeva all'intervento che fece il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
Il sette gennaio due mila quattro a Reggio Emilia in occasione della festa del Tricolore
Signor Presidente della Regione signor presidente dell'amministrazione provinciale caro sindaco sopra tutti cari italiani uniti nel tricolore
Il Parlamento della Repubblica affidato alla ricorrenza del sette gennaio il dovere di onorare la nostra bandiera
La bandiera delle nostre città
La bandiera delle nostre case la bandiera delle forze armate italiane che ha sventolato nelle guerre di indipendenza
La bandiera che abbiamo amato e che fortemente amiamo
Il tricolore
è il simbolo moderno di un popolo antico
Ricco di cultura di tradizioni di arte nobiltà d'animo ma anche sofferente per secoli per la mancanza di un'insegna che lo unisse che rappresentasse la volontà di un destino comune
Noi amiamo il tricolore come i nostri padri perché il tricolore nato in questa città nove generazioni fa ha rappresentato il riscatto il risveglio
Il miracolo di un popolo che all'improvviso diventa volontà comune
Risorgimento Risorgimento è una parola bella che ci fa ancora sentire quanto breve sia il tempo che ci separa da anni tristi
Mi quali eravamo divisi e per questo deboli come ci ricorda l'inno di Mameli nella sua magnifica strofa
La bandiera verde
Bianca
Rossa
è un simbolo vivo
Attuale
L'ho fissato sventolare soprattutto in tante città di provincia paesi da nord a sud
Is poniamo il tricolore nelle nostre case custodiamo lo con cura il tricolore regaliamolo ai nostri figli
è importante che i sindaci che hanno il privilegio di indossare la fascia tricolore
Lo possano donare disposti quando celebrano un matrimonio
Poco prima di Natale ho affidato al ministero dell'Interno i volumi della Costituzione della Repubblica da consegnare ai nuovi cittadini italiani al momento del loro giuramento
Sono undici mila le persone che ogni anno diventano per loro scelta italiane
Dobbiamo far loro sentire il nostro affetto la nostra gioia
Una nazione che grazie ai valori scritti con lungimirante nella Costituzione
Riesce a integrare come cittadini persone venute da paesi e culture diverse perché se desiderano condividere il nostro modello di vita i nostri diritti nostri doveri
è una comunità
Vita
è una comunità
Forte
è una comunità
Unità che per questo si sa rinnovarsi e allargarsi
L'Italia vive nelle istituzioni che tengono insieme la comunità italiana nel mondo
Forte di centoventi milioni di persone
Ma chi non sarebbe comunità senta le tante associazioni nazionali e regionali senza il lavoro di scuole italiane come quelle di Rosario in Argentina di Buenos Aires di Montevideo di San Paolo del Brasile di Paulette fiume
Che ho avuto la fortuna di visitare
Molto possono fare i comuni le province le regioni d'Italia per rafforzare questi legami che sono determinanti per il nostro futuro per lo sviluppo della nostra economia e per la dignità della nazione
Proponiamo cinque di fare i di più
Di fare di più per la costruzione della Comunità degli Italiani nel mondo di impegnarci di più nella diffusione della lingua e della cultura italiana di riannodare con pazienza
I fili dell'affetto
E della simpatia con le seconde
Con le terze generazioni
Questo mio peregrinare per visitare tutte le province italiane è per me un modo sicuramente inatteso di conoscere a fondo la mia patria
Non la conoscevo bene la mia patria essendo portati spesso a ritornare quasi sempre negli stessi luoghi che ci ricordano momenti belli ma credetemi
Visitando sistematicamente l'Italia
Ci si rende conto di quanto l'Italia sia veramente una nazione ci sono delle differenze pure evidenti di tante realtà tradizioni locali che dobbiamo conservare gelosamente
Ma viene
Un comune sentire
Di questo di questo comune sentire dobbiamo esserne fieri
Di questo comune sentire dobbiamo farci forza e continuare insieme proprio in un giorno come questo il giorno dell'unità a ripetere non per retorica ma Pieri intima convinzione
Viva
Il tricolore
Vita
La nostra Daniele
Finita
L'Italia
Allora ripartirei da questo intervento del del Presidente Ciampi sul tricolore bandiera inno sono diciamo senza dubbio di simboli distintivi più più vivi nel sentimento popolare sono forse anche grazie allo sport che però fino ancora ai Mondiali del due mila e sei era anche qui Collino era motivo di grandi polemiche non sui calciatori che cantavano non cantavano l'inno
Però diciamo la sensazione che poi quando si arriva a un po'nei dintorni della politica sui simboli ci si divida o un sommo inizio creino dei problemi no perché c'è quel partito che se ne appropria
Oppure c'è
Come
Ricordava in qualche modo ci sono stati i partiti insomma la Lega prima di elevarsi al Nord da ma dalla dicitura che insomma ha costruito una narrazione contro il il tricolore contro l'inno di Mameli a favore del del va pensiero
C'è questa diciamo dualismo nella percezione
Ma Massi perché del tricolore hanno bisogno tutti i a prescindere dalle storie dall'ideologia dalle culture politiche di ricevimento il conte con la bandiera del tuo Paese che devi fare
Voi pensate alla storia della della simbologia dei partiti e dopo il quarantacinque quarantasei
Illiberale il movimento sociale il Partito comunista con la falce e martello in evidenza ma dietro i tre colori
I tre colore della della pandemia Forza Italia
C'è il tricolore è usato in modo a volte evidentissimo macroscopico a volte è un ritorno di immagine che serve a costruire un immaginario più largo che tenga insieme la cultura identitaria al auto rappresentativa e e l'orizzonte l'orizzonte nazionale
Ma questo avviene in tutti i paesi sono i guardassimo altrove la Francia e la Germania
C'è un gioco di colori di rappresentazioni e e il riferimento è spesso la bandiera nazionale allora si valorizza uno dei tre colori solitamente sono tre i colori delle bandiere nazionali invece invece che un altro
Allora tocca alle istituzioni tocca al Presidente della Repubblica tocca Parlamento Senato
A chi ha e svolge ruoli di garanzia tocca i nostri sindaci
Svolge questa funzione di pietra ecologia civile
Che cosa non è se non un trattato in micro di pedagogia civile questo che c'è stato appena letto di di Ciampi
E Ciampi viene da una storia che quell'azionista democratica repubblicana laddove il senso della patria mazziniano era fortissimo ma lui lo sposava però coniugava con l'idea di Repubblica
Il suo è un patriottismo repubblicano senza retorica
Che parlava a tutti noi rossi bianchi è vero dei di qualsiasi colore fossimo diciamo nelle nostre culture politiche di differimento
E che cosa in fondo diceva nel due mila quattro Reggio Emilia
Tocca a tutti voi che avete un ruolo istituzionale in Parlamento
A livello comunale le regioni ovviamente il Presidente della Repubblica qualcosa qualcosa dirò pedagogia civile vuol dire costruire un discorso pubblico
Laddove in grandi valori che ci tengono insieme i valori della Repubblica stiamo parlando dei singoli e della Repubblica questa sera si non evidenti detengono
Qualcosa di quotidiano nonché torna nelle scuole nelle elezioni nelle nostre attività educative nelle università nel vostro modo di fare comunicazione politica anche partitica perché questo anche il mestiere
Dei molti di molte di voi
E il ruolo del per dei presidenti della Repubblica nella nostra storia è stato fondamentale
La percezione del tricolore prima alludevo questo
A questo tema insomma nel nostro sentimento repubblicano non sempre abbiamo avuto una larga percezione condivisa dell'importanza del tricolore
Perché c'erano i retaggi del ventennio fascista e quindi sa la sinistra era un po'recalcitrante verso un uso
Strumentale a volte che ti da qualcuno veniva fatto poteva poteva essere fatto ricordate il ruolo di Pertini fondamentale in questo passaggio nel e costruire un ponte tra una storia novecentesca della sinistra italiana è la storia della sinistra da quegli anni in avanti
Il Mondiale dell'ottantadue si diceva che il calcio qualcosa che ci appartiene chi è un pochino grande ascesa
Come molti come molti di noi insomma il ricordo di quel Mondiale della presenza di Pertini
A Madrid ma un altro passaggio fondamentale
Voi sapete il il ruolo sia il presidente nel momento in cui c'è un ricevimento c'è un qualcuno che viene a visitare il nostro Paese al Quirinale il picchetto delle forze militari
Il capo dello Stato mostro il capo dello Stato che arriva in visita in Italia
A un certo punto nel corso di una di queste manifestazioni Pertini si ferma esce dal protocollo esce dal cerimoniale si avvicina la bandiera tricolore e la bacia
Pertini era stato il socialista volontario
Fine ottocento confinato antifascista Presidente della Camera dei deputati e poi presidente della Repubblica quello fu un gesto incredibile
Agli occhi di tanti che cominciano a porsi la domanda ma questo tricolore di tutti allora è anche nostro
Lo pensarono anche quelle che fino a quel momento avevano dei dubbi se quel tricolore forse anche anche loro per poi scendere arrivare fino ai giorni ai giorni nostri
Hai ricordato Scalfaro l'introduzione della festa del giorno civile diciamo del sette di gennaio che da da allora dal dal mille novecentonovantasette è parte del nostro calendario civile si deve a Scalfaro
Diciamo che abbiamo detto potremmo dire che Napolitano ma insomma in questi giorni ovviamente
Abbiamo ne hanno dette ne abbiamo dette tanto non voglio infatti Zare questa questa dimensione per non dire dei dei Mattarella
Che cosa non è la sua se non una pedagogia civile continua quotidiana
In cui alimenta un discorso pubblico un discorso repubblicano a vantaggio di tutti a vantaggio delle diverse culture politiche
Facendo sì comprendere da i ragazzi per i giovani e molto amato dai ragazzi dai bambini
Così come
Molto malato ve lo ricorderete
Era Pertini ma non solo Ciampi questa idea di un Paese che dal basso contribuisce a costruire o a ricostruire un sentimento repubblicano
Tocca alle istituzioni romane alle istituzioni centrali tocca al Presidente della Repubblica al presidente della corte costituzionale
Alla Camera al Senato tocca ai nostri sindaci fare tutto questo cannoli dentro le università a chi ha una funzione culturale che si muove nel mondo della comunicazione come come lei il Lessico repubblicano è qualcosa che ha una storia lunga Kim alimentata quotidianamente lo devono fare lo dobbiamo fare tutti noi che abbiamo nel nostro piccolo ruoli
In ambiti diversi comunque laddove c'è un contatto con
Un i cittadini con i giovani e in meno e i meno giovani credo che quest'idea di un sentimento repubblicano rinnovato ridefinito e rilanciato abbia bisogno di tutto ciò che abbia bisogno di sì
Abbia bisogno di ciò che noi stiamo discutendo questa sera
Quindi
Lei lei immagina un percorso diciamo pedagogico
In questa direzione io devo dire
Le volevo chiedere il suo parere la vedo un po'più la parte diciamo di
Di frenata di rallentamento nel senso che e su certe cose ho avuto la sensazione che la politica sia arrivata con con difficoltà per esempio mi ha molto colpito lo lo ha scovato ieri per caso insomma che nel settantasei Rino Gaetano cantava sfioravano le viole Michele Novaro incontrano Amelia insieme scrivono un pezzo tuttora in voga
Diciamo
La politica ci ha messo oltre quarant'anni ha nel due mila diciassette a far diventare l'inno d'Italia meno ufficiale del del nostro Paese questo questo è dovuto cosa è dovuto a un ritardo casuale è dovuto poi appunto un percorso pedagogico che forse era ancora
Infine ieri dunque io mi sono un po'fatta questa idea dunque anzitutto tra tra i pochi che si occupano è di queste gli argomenti anche nel diritto costituzionale
C'è stato anche chi ha detto che una che avverrà trascurato ovvero oscurato la questione dei simboli per esempio nella nella dottrina no nella diffusione culturale
E abbia fatto il sì che cosa che alcune forze politiche senesi hanno appropriate se ne siano letteralmente appropriate
In questo modo continuando a perpetrare l'idea che i simboli non sono di tutti no ma sono rivendicate solo da una parte da un qualcuno
Quindi c'è c'è questo dibattito e non è che non ci sia l'idea che io mi sono fatte questa perché mi sono sempre chiesta ma come mai Scalfaro nel novantasei sostanzialmente novantacinque novantasei riprende con forza la questione dei simboli
Io c'ho pensato ripensato io metto in relazione parte l'intelligenza dell'uomo indubbia e la sua sensibilità io metto in relazione
Questo cioè questa sua quest'questo inizio di idee con una quello che era successo qualche anno prima con Tangentopoli con Tangentopoli il paese si era letteralmente spappolato anche dal punto di vista no delle forze politiche
Secondo me Scalfaro a intuito che c'era anche questa è una mia interpretazione ha intuito che c'era veramente bisogno no
Di di ridare unità unità politica del Paese e per fare queste operazioni c'è bisogno anche della simbologia non c'è il minimo dubbio tra l'altro sempre
In quegli anni Nardi c'è la Corte costituzionale perché ne abbiamo detto i presidenti hanno avuto una grande importanza ma anche la Corte costituzionale perché la Corte Costituzionale con due sentenze che sono una dell'ottantasette e una del due mila diciotto ha contribuito molto
Appunto a reintrodurre un discorso anche culturalmente diciamo così di Stato democratico nell'ottantasette arriva alla corte una questione molto carina ma anche dal punto di vista giuridico
Perché è in corso un processo penale
Contro
Cittadino di minoranza slovena che durante
La i festeggiamenti del venticinque aprile
Anzi sventola la bandiera slovena
C'è all'epoca vigente una legge del mille novecentoventinove e quindi pieno regime che vieta senza autorizzazione la esposizione delle bandiere straniere
La questione finisce davanti alla Corte costituzionale la Corte costituzionale dice per la prima volta ma è la prima volta che gli arriva una questione di questo genere dice una cosa rivoluzionaria c'è dice la bandiera
è sì collegata allo Stato ma non è un elemento di esclusione ma è un elemento di inclusione cioè chi come dire sventola la bandiera italiana
Da un certo punto dire cioè per un verso come dire e orgoglioso di essere cittadino italiano ma quello è un elemento di inclusione perché è un elemento di inclusione
Perché siccome non siamo più nello Stato fascista ma saremo nello Stato repubblicano il valore che domina oggi è il pluralismo quindi anche il pluralismo delle bandiere e questa è una cosa assolutamente dal punto di vista giudicati quella legge viene dichiarata incostituzionale ma è una svolta perché lega la bandiera non tanto appunto Allo stato no come elemento di di identificazione ma allo Stato come elemento di pluralismo e questa è una cosa rilevantissimo nel due mila diciotto la corte fa un'altra sentenza ugualmente importante questa volta il caso è diverso
Arrivai in un davanti alla Corte la una legge della Regione Veneto
In cui la Regione Veneto aveva sostanzialmente introdotto una norma che poi la Corte dichiara incostituzionale in cui ogni volta che si esponeva la bandiera della Regione Veneto si doveva esporre anche quella italiana quindi insomma andando un po'al contrario rispetto alla legge vigente del mille novecentonovantotto
E lì la Corte fa di nuovo un discorso dichiara la legge del Veneto incostituzionale
Però fa un discorso interessante perché dice guardate che le bandiere sono un simbolo
Diventi citazione ma di esclusione perché noi le dobbiamo noi dobbiamo vedere i simboli come elementi che sono elementi che stanno dentro uno Stato pluralistico costituzionale cioè l'immagine è un'immagine bella importante
Perché sgancia la simbologia e anche la bandiera dalla personificazione dello Stato cioè lo Stato non è più cioè lo Stato per Stato pluralista
E dunque e dunque sebbene abbia la sua bandiera che continua ad essere il suo segno di identificazione è uno Stato in cui convivono anche e questo è un elemento importante perché attenti che comunque il dibattito no tra il simbolo come il segno di punto di identificazione e di esclusione o come simbolo di inclusione è un dibattito che continua a rimanere
Sul terreno inutile dirlo infatti quel fatto un'osservazione che io reputo un'osservazione importante noi ci dobbiamo chiedere che cosa sono i simboli oggi per noi
Perché non è la storia la possiamo ricostruire possiamo ricostruire tutto quello che è successo in Assemblea costituente ma alla fine ci dobbiamo chiedere cosa sono i simboli per noi
E secondo me ce lo dobbiamo chiedere in quanto componenti di uno Stato costituzionale pluralista non ci dobbiamo chiedere cosa significano i simboli oggi all'interno di uno Stato costituzionale pluralista in questo io credo che certo non non vengono meno le difficoltà dell'inquadramento ma da cosa son dovute alle difficoltà beh son dovute dal fatto che è innegabile
Che alcune forze politiche si appropriano dei simboli e quindi facendo così eccome se li facessero diventare una parte del tutto ma il punto è tutto lì
Che invece il simbolo deve diventare non una parte del tutto ma il tutto dentro il tutto perché altrimenti è chiaro che scatta no cioè se io vedo la parte politica che se non sono di quella parte politica è chiaro che ho nei confronti di quel simbolo e questo secondo me il passaggio
Culturale prima che giuridico però lasciatemi dire che anche le norme in questo sono importanti perché comunque aver introdotto la legge del novantasei
Scusate della legge del novantotto la legge del due mila dodici che che nei percorsi scolastici chiede di fare dei percorsi in cui Sissi Camossi introduce la conoscenza della costituzione dell'inno e della bandiera la legge del due mila diciassette le sentenze della Corte costituzionale
Cioè non è solo un problema culturale secondo me anche un problema di riconoscimento normativo perché le norme e le norme sono la proiezione di una cultura e le norme sono fondamentali anche per diffondere la cultura il fatto che una legge ci sia o non ci sia fa la differenza
In Italia fino al novantotto non abbiamo avuto leggi e di fatti
Abbiamo visto che il dibattito ha stentato quando hanno cominciato ad essere introdotte le leggi il dibattito quindi io penso che da questo punto di vista la responsabilità della politica sia sia sia importante sia importante ha fatto bene il Parlamento a fare quella legge ha fatto bene a fare la legge del due mila dodici quella del due mila diciassette
Perché se non ci sono le norme non c'è nemmeno il dibattito culturale almeno questa è la mia neo è la mia prospettiva
Allora
Ho notato che entrambi i nostri interlocutori hanno citato ripetutamente
Diversi Presidente della Repubblica
E peraltro uno dei simboli dalla Repubblica forse il più giovane lo stendardo presidenziale forse è il caso diciamo che negli ultimi anni checché il vessillo diciamo che segue il Presidente della Repubblica quando non è crinale sulla macchina o nei luoghi dove è in visita istituzionale
Che negli ultimi anni sta un po'prendendo piede insomma sta diventando un po'una una faccia conosciuta anche per gli italiani e forse anche diciamo il motivo sto interventi di oggi confermano
Al al Quirinale insomma che spetta soprattutto questo compito pedagogico come diceva lei
Con l'istituto e da un po'di anni in queste cose che stiamo le stiamo studiando proprio punto dell'emblema del Quirinale che noi vediamo sul torrino quando il presidente Roma in giro per il mondo per l'Italia quando se ne va fuori
Bellorini c'è il
La ricordiamo velocemente diciamo ogni presidente aveva qualche sua vocazione quindi a cambiato spesso leggiamo la configurazione del dell'emblema presidenziale
Ma ancora fu Ciampi a diciamo dare un'impronta vera a tutto questo risalendo a cosa
Alla prima vera repubblica diciamo in una cessione nazionale che noi abbiamo avuto erano gli anni di Napoleone mille ottocentodue mille ottocentocinque cappotti e Pita ne minano
C'era una bandiera un emblema che quella Repubblica d'arte la Repubblica italiana nella denominazione che noi storici adottiamo quella è la la Repubblica la Prima Repubblica italiana
Il riferimento dove a quell'emblema a quei arco arco a quella configurazione anche dei colori
Con una bardatura di azzurro azzurro blu che il colore delle forze armate come come tutti il come tutti sappiamo perché il presidente La Repubblica è il capo delle forze armate
Nel caso malaugurato che un giorno nessuno dei problemi
Di natura di natura militare e e e questo è un emblema infortunato perché con la crescente presenza pubblica dei presidenti non ci siamo abituati correntemente Loi riconosciamo lo individuiamo
Forse a volte più dell'emblema classico della nostra Repubblica quando fu dato il mandato nei concorsi che abbiamo ricordato come fare l'emblema della Repubblica
Nella direttiva si diceva deve essere un simbolo parlante
Cioè che dice che racconta
Non so se questo è del tutto vero nell'emblema che alla fine è stato scelto
Perché non l'hanno messo in mezzo al bianco al bianco del nostro tricolore perché non è facilmente decifrabile
Noi dobbiamo interrogarci tutte le volte allora la ruota dentata vuol dire quello l'Ulivo vuol dire quello Mastella vuol dire quell'altro nella percezione diffusa l'Arca del nostro pubblico dei nostri cittadini
è così semplice questa percezione non lo è quelle un altro motivo per il quale al di là del fatto che l'eredità del fascismo veramente era ritenuto un peso ingombrante perché non era un simbolo parlante non arrivava subito
Al cuore non non creava emotività condivisione l'emblema del del presidente forse arriva di più ma questa è una percezione personale
Bisognerebbe verificarlo insomma
Sull'emblema tornano a quello che che ci diceva la professoressa no nel senso che
Insomma no a Novi hanno visto ottocento bozzetti mi pare siccome c'hanno messo quasi due anni e area evidentemente sì mi hanno visto ho dovuto tenere insieme
Monica molte esecuzioni hanno visto i tantissimi ma in Assemblea Costituente comunque di hai ragione c'era il
Gli interventi erano interventi a parte appunto i monaci Marani interventi cremasco Bozzetto non è parlante
Cioè ci vorrebbe un progetto più bello ma come ma ne siamo un popolo di artisti ma come è possibile che non siamo riusciti a a a partorire qualcosa di più di di di di quello no
Quindi questa cosa è vera c'è questa cosa dell'emblema è vero però è anche vero che come dici tu oggi
Quello presidenziale probabilmente è più parlante da questo punto di vista ma l'inno e la bandiera sono sicuramente oggi nella percezione anche diffusa try tra i giovani che noi abbiamo c'è una c'è c'è c'è una identificazione no indubbia queste
Va bene allora ringrazio i nostri ospiti
Ringrazio tutti i presenti per essere stati con noi lascio di nuovo la parola a Michela Cescon per la lettura che conclude questo ultimo incontro del ciclo dei seminari Michela Cescon ci legge dal discorso di presentazione del progetto di Costituzione che fece alla Costituente il presidente dalla Commissione dei settantacinque Nuccio Luini nella seduta del dodici dicembre nella novecentoquaranta sette
Onorevoli colleghi
Ecco il testo definitivo della Costituzione che mi appresto a consegnare al Presidente dell'Assemblea
Era un compito difficile e faticoso
Il comitato di redazione è apparso molte volte quasi in una mitica unità
I suoi membri si sono divisi ed hanno combattuto fra loro ma dopotutto dopotutto vi è stato e si rivela oggi uno spirito comune
Uno sforzo di unità sostanziale
E da oggi il comitato compatto sente la responsabilità e la solidarietà del suo lavoro
Inter orgoglioso di averlo portato a termine
Questa è un'ora nella quale chi è addossato alle proprie parlamentari
Chi è stato in trincea
Chi ha conosciuto il carcere politico
è preso da una nuova e profonda emozione
è la prima volta nel corso millenario della storia d'Italia che l'Italia unità si dà una libera costituzione
Un bagliore che fu cent'anni fa nella Roma repubblicana di Mazzini
Mai tanta la di storia è passata sopra di noi
E ciò avviene in una congiuntura non ancora definitiva
In un processo di trasformazione ancora in cammino in cui alcuni istituti Betti non sono ancora morti ed altri nuovi non sono ancora interamente inviti
Esistono due crepuscoli tra il giorno e la notte
Questo più ora scorgiamo sarà per la nostra Italia crepuscolo di Aurora e non di tramonto
Dobbiamo darci la nostra Costituzione in una situazione tragica dopo la disfatta dopo l'onta di un regime funesto dobbiamo cercare di costruire qualcosa di saldo
E chi durevole mentre viviamo in piena crisi politica economica sociale e penne
Vi siamo riusciti
Questa carta che stiamo per darci è e sta spessa un minino di speranza e di fede
Infondato è ogni timore
Che sarà facilmente divelta sommersa e che sparirà presto infondato
No noi abbiamo la certezza che durerà a lungo e forse non finirà mai ma si terrà completando e adattando all'esigente dell'esperienza storica
I principi fondamentali che sono sanciti nell'introduzione e che possono sembrare pagine nebulosi
Corrispondono a realtà ed esigenze di questo momento storico
Che sono nello stesso tempo posizioni eterne dello spirito e manifestano un anelito che unisce insieme le correnti democratiche degli immortali principi
Quelle anteriori e cristiane del sermone della Montagna e le più recenti del manifesto di comunisti nell'affermazione di qualcosa di comune
E di superiore alle loro particolari aspirazioni FD
La formulazione della nostra Costituzione
Non poteva che svolgersi con metodi democratici
Una costituzione non può più essere l'opera di uno solo o di pochissimi
Deve risultare dalla volontà di tutti i rappresentanti del popolo e i rappresentanti del popolo non si conducono con la violenza
L'unico modo in democrazia di vincere
E di convincere gli altri
Tutti i rappresentanti del popolo tutte le correnti del popolo da essi rappresentate possono dire
Questa Costituzione
Mia
Questa Costituzione
Mia perché lo discussa ed io messo qualcosa onorevoli colleghi l'esigenza dell'opera collettiva della collaborazione di tutti in democrazia è l'inevitabile
Ed è la forza stessa della democrazia e via un'altra cosa inevitabile
Una conseguenza di questa stessa esigenza
La Costituzione come ogni opera collettiva non può che essere come si dice nel senso deteriore un compromesso
Preferisco dire con il purissimo Cattaneo che non può essere se non una transazioni la Costituzione è una transazione come tutta la storia ed è
Equilibrio
Questa è la caratteristica della nostra Costituzione
Equilibrio
Un equilibrio realizzato com'era possibile fra le idee e le correnti diverso
Quando oggi voteremo
Il largo suffragio che daremo alla nostra Costituzione
Attesterà che malgrado i dissensi
E le lacerazioni e le lacerazioni
E scaturita dalle viscere profonde della nostra storia
La convergenza di tutti in una comune certezza
Il sicuro avvenire della Repubblica italiana
Abbiamo un quiz