Dazi, Brexit e agroalimentare italiano. Quanto pesa l'incertezza sull'export? Intervista a Luigi Scordamaglia

Torniamo a occuparci di economia e di commercio dei nostri prodotti made in Italy ma anche della questione dazi che da qualche tempo a dir tale economia globale per le annose questioni che sappiamo tra Cina e Stati Uniti ma che riguardano anche l'Unione europea in particolare il nostro Paese perché c'è ovviamente e siamo in periodo di scadenze da questo punto di vista il tema della Breaks it per parlare di tutto questo e avere un po'un quadro generale della situazione di quello che sta cambiando continuamente in queste ultime settimane
Abbiamo in collegamento Luigi Scordamaglia consigliere delegato di filiera Italia venne ritrovato su radio radicale
Buongiorno buongiorno a tutti voi
Forse partiamo proprio intanto dal tema Breaks Seat su cui con filiera italiana vi siete concentrati di più per capire quelli e saranno gli Effetti poi di questa seconda fase di un divorzio molto complicato tra la Gran Bretagna appunto l'Unione europea che ha chiaramente poi degli affetti anche su sull'export e sui rapporti a settori come l'agroalimentare l'agroalimentare italiano certamente certamente sì perché
Io che il Regno Unito rappresenta il quarto mercato di esportazione con oltre tre virgola cinque miliardi di eccellenze agroalimentari italiane esportate ogni anno no
E sette ero che su una cosa non c'è più incertezza cioè che a partire dal primo febbraio prossimo il pavimento non sarà più Stato membro dell'Unione europea è altrettanto vero che si apre poi un vero e proprio negoziato che durerà da febbraio probabilmente fino a dicembre
In quelle condizioni interscambi le situazioni rimarranno invariate ma solo in parte decidere quello che succederà
Dopo e quelli per la grande incognita secondo lei diciamo ci saranno anche per contro ripercussione questo ovviamente in chiave generica non solo sull'agroalimentare negli scambi tra Gran Bretagna
Europa Gran Bretagna e Italia con quali penalizzazioni per le parti
Molto dipenderà da appunto che cosa emergerà della discussione undici mesi in fondo sono pochi non sono tantissimi
C'è si andrà come tutti auspicano per su un accordo di vero e proprio libero scambio allora le condizioni
Non varieranno in maniera drammatica l'interscambio continuerà sicuramente per il settore agroalimentare ma anche per tanti altri settori sedi contro Johnson si farà ingolosire dal fatto di essere un Paese terzo che negozia liberamente con chi vuole al mondo allora le ripercussioni saranno pesanti
Il settore agroalimentare quello in cui è più evidente che chi per peretta in due
Perché è vero che sporte Remo molto meno a causa dei dati che poi verrebbero introdotti mentre tanto vero che un Paese come il Regno Unito che importa il cinquanta per cento del suo fabbisogno di generi alimentari di farmaci avrebbe incontro ad una infetto inflattivo gravissimo che per esempio sui generi alimentari di prima necessità porterebbe ad un aumento dei prezzi di oltre il venti per cento con tutte le conseguenze negative quindi soprattutto chi ha meno potere di acquisto nel Regno Unito
C'è una nuova diciamo così geopolitica che non solo con la Breaks SIT si sta imponendo un una nuova geografia sullo scacchiere internazionale che vede ancor più unite sicuramente in questa fase paesi come la Gran Bretagna e super potenze come gli Stati Uniti
Ecco ma sappiamo che tra l'altro anche dall'altra parte dell'Atlantico con il presidente Donald Trump ci sono state delle tensioni commerciali non solo con la Cina come dicevamo in apertura ma anche con il vecchio continente che fase sarà
è una fase in cui l'Unione europea non agisce tenne rischia l'irrilevanza
E quella subita che proprio il classico esempio è scattato raggiunto un faticoso accordo tra Stati Uniti e Cina sui gatti contro dati per questi due pesci e l'Unione europea rischia di pagarne le conseguenze perché come abbiamo visto negli ultimi tempi di Carlos
Trump si ora concentrato sulle minacce l'Unione europea sulle auto ma anche sui dati sul sistema agroalimentare
E non fatemi sicuramente che ci sia sempre qualche Paese membro dell'Unione Europea che decide essere più furbo degli altri parlo della Francia che ha negoziato
Tra l'altro ma incaricato di farlo a nome dell'Unione Europea un passo indietro sulla web tax e in cambio sempre per ottenuto un alleggerimento dei dati sulle proprie esportazioni agroalimentari quindi o l'Unione europea
Nell'ottica da sola nell'interesse collettivo
Oppure anche l'Italia impari a sedersi al tavolo con i vari paesi terzi e non a spetti appunto di pagare il conto come rischia di succedere per dare dei vantaggi a Paesi come la Francia che già sulla il bus ne hanno avuti aperta
Ecco un'ultima domanda quali sono i mercati a cui filiera del l'agroalimentare italiano si può rivolgere anche in questa fase un po'convulsa si parla spesso dei mercati asiatici ma non solo
E sempre l'Asinara il nostro riferimento bene io credo che sia assolutamente ingenuo pensare che è il secondo mercato di
Porta azione il primo Paese terzo che esportazione che sono gli Stati Uniti con oltre quattro virgola cinque miliardi esportati ogni anno
Possa essere sostituito paesi che per quanto importanti parta vaccina odiati affanno a malapena
Tre quattro cinquecento milioni di esportazione quindi
Non è un'alternativa insomma non è un'alternativa concreta sicuramente da perseguire la stiamo perseguendo nella diversificazione delle destinazioni ma l'obiettivo prioritario raggiungere un accordo con gli Stati Uniti che guarda caso
Hanno introdotto da che soprattutto sui prodotti che limitano al meglio sul Parma e D'Anna piuttosto che sui nostri salumi quindi recuperare il rapporto con gli Stati Uniti assolutamente prioritaria
E secondo lei questa situazione di con certezza quanto si protrarrà e con quali conseguenze ovviamente poi anche sull'economia italiana ma che è una situazione certe da
Attenti sullo sviluppo globale e lo dimostra il fatto che nel due mila diciannove largo in cui il commercio mondiale
E cresciuto di appena l'uno virgola cinque per cento non era mai successo un tasso di crescita così passo e e cresciuta addirittura meno del PIL mondiale quindi ad un Paese esportatore come l'Italia le pensioni sicuramente
Non vanno bene ripeto accanto all'attività di un'Unione europea che deve ritrovare più compattezza poi il nostro governo deve negoziare bilateralmente di questi giorni il ghiaccio del sottosegretario Scalfarotto e quindi auspichiamo che così come la Francia anche non sappiamo gestire poi parallelo l'Europa i nostri interessi
Ci fermiamo qui grazie davvero a Luigi Scordamaglia consigliere delegato di filiera Italia buon lavoro contro Napoli