Centenario della Grande Guerra: intervento del Sindaco di Monfalcone, Silvia Altran, e del Professor Claudio Magris

Gentile signor Presidente gentili atterrita e ospiti
E con grande gioia che porto al Presidente della Repubblica il saluto e il ringraziamento di tutti in un parco Nesi
La sua presenza oggi nella nostra città confermano il profondo senso di appartenenza della nostra comunità alla patria alle istituzioni repubblicane e ci fa sentire l'orgoglio del nostro ruolo nella storia d'Italia
Non Falcone è stata uno dei luoghi centrali nello svolgersi della prima guerra mondiale
La mostra che stiamo presentando al pianterreno è una mostra importante una mostra che ricorda testimonianze che possiamo mettere a disposizione delle nuove generazioni
Testimonianza di un grande passato un passato crudele
E
Ed anche la mostra Alisto le ali della storia e un iniziativa che ci vede coinvolti con
Molti partner
Della nelle del territorio circostante la nostra città il nostro
La nostra Regione e che ci vede proprio protagonisti di uno sforzo comune per insiste poteri interpretare il passato il presente ed il futuro di questi territori
Parlando dei della prima guerra mondiale dobbiamo ricordare che le nostre genti accolsero e pianse ero i soldati italiani che provenienti dai luoghi più lontani nel nostro Paese persero quella ditta
Videro cadere i soldati degli eserciti nemici e molti figli di questi luoghi furono mandati a morire sui fronti dell'Europa orientale sotto le divise dell'esercito austro-ungarico
è abbastanza frequente per noi trovare proprio
Nelle nostre radici nei nostri ricordi nonni che dava
Hanno combattuto da un da una parte e dall'altra in questo territorio
Questa città che grazie all'intuizione dei fratelli Cosulich era già divenuta sede di quello che sarebbe diventato il più importante cantiere navale dell'Adriatico
Sopprimere l'immane tragedia con le sue distruzioni e il dopoguerra carico di odi e rancori che strappo il nostro antico tessuto multietnico e plurilingue
Nessuno come noi gente di compimento dato di capire l'importanza del processo di integrazione europea
E di come progressivo stringersi di legami politici economici e civili tra i popoli del continente sia il migliore antidoto affinché gli orrori che abbiamo vissuto non si ripetano più
Proprio per questo viviamo con grande apprensione questo periodo dove il sotto i colpi della crisi il processo di integrazione appare rallentare incontrare ostacoli quando dovrebbe invece accelerare ed essere più difficile più deciso
Ed è per questo che noi lavoriamo alacremente in tutte le opportunità ci vengono offerte assieme agli altri partner nei progetti che ci permettono in condizioni di appunto di a vere
L'opportunità di essere protagonisti assieme agli altri di un percorso comune
Non Falcone nel corso degli anni è diventato un importante centro industriale i nostri lavoratori i nostri cittadini hanno dato un contributo rilevante alla crescita economica e civile dell'Italia
E oggi guardiamo con orgoglio alle costruzioni frutto del nostro ingegno e la forza del nostro tessuto industriale e possiamo confidare nei successi dei nostri giovani che affrontano con grande impegno le sfide del futuro
La storia delle nostre genti è stata dura abbiamo saputo ripartire tante volte come alla fine dei due conflitti mondiali
Abbiamo patito le fatiche e le tragedie del mondo del lavoro come l'esposizione all'amianto per molti operai e tecnici e a nome di tutti e dell'Associazione Esposti amianti
Voglio ringraziarla signor Presidente per come la sua autorevole voce abbia contribuito allo svolgersi di quel percorso di giustizia che auspicavamo da tanto tempo
Siamo cresciuti economicamente e civilmente diventando la terra che molti hanno scelto per cercare un futuro migliore perse e per le proprie famiglie
Non Falcone su territori hanno affrontato prima di altri le sfide della storia siamo un luogo dove il futuro arriva molto presto e sappiamo che ciò che riusciamo a realizzare lo facciamo per tutta la nostra nazione
Signor presidente ha avuto modo di vedere la mostra dedicata alla Grande Guerra e in particolare alla guerra aerea
Dalle immagini prese da i velivoli militari si vedono il nostro territorio il mare il Carso le opere umane e le bellezze naturali
Oggi guardando dall'alto le nostre terre non si vedono più i confini quelle barriere che per troppo tempo hanno diviso delle genti unite da tanti legami
Le assicuro signor Presidente che la nostra città è stata e sarà sempre in prima fila in tutte le azioni in favore del rilancio dello spirito europeista
E di tutti i progetti che vedano i Governi e popoli del nostro continente lavorare insieme e costruire una patria comune
Grazie
Prende la parola all'onorevole professor Claudio Magris
Signor presidente autorità signore e signori
E l'imbarazzo che provo prendendo
La parola in questa occasione non nasce solo
Dalla consapevolezza di una inadeguatezza personale ma ancora di più dalla coscienza di
Quanto sia precario quasi abusivo parlare
Dinanzi alla realtà che siamo qui a
Onorare
A ricordare dinanzi protagonisti cui siamo qui a rendere uno maggio commosso e inevitabilmente impari al loro destino
L'unica adeguata
Testimonianza potrebbe essere forse
Il Requiem perché il requiem come ha detto qualche giorno fa il maestro Muti deve quindi perdite ascolteremo stasera e fatto per i morti i protagonisti oggi sono quelli che non possono parlare non sono tanto i vivi
Quanto di morti fra i quali molti di noi annoverano anche minima del dei loro cari
Potrebbe farlo forse l'arte per questo ne prendo la parola proprio perché
Forse soltanto l'arte quando non è soltanto arte pur grandiosa ma riesce a essere qualcosa di più
L'espressione dell'umano Pedrini umano potrebbe rendere giustizia omaggio a questa grande terribile un trenta che stiamo lo qui onorando ricordando
Tra infinite cose che vengono a mente pensando la Grande Guerra
E c'è soprattutto
Anche la incredibile ingenuità con cui l'Europa Ando incontro
A quel terribile distruzione che avrebbe segnato fra l'altro il suo suicidio come disse Benedetto quindicesimo la fine del suo ruolo dominante e centrale nel mondo
Il mio amico ha da un bando logica grande storico nostri ecco mi raccontò che lui si chiamava a da me
Perché quando suo padre partendo quale ufficiale austroungarico all'inizio della guerra proprio qui per il Carso dove di lì a poco sarebbe morto
La madre era incinta il padre partendo disse se sarà un maschio dovrà chiamarsi Adam perché da questa guerra nascerà il nuovo Adamo Buonuomo fraternamente amico di tutti gli altri una concordanza
Di popoli
Su questa sarà l'ultima guerra che sarà combattuta insomma il mondo sarebbe divenuto avrebbe dovuto diventare un paradiso dire di pace
E in tutti i Paesi che si apprestavano a combattersi così velocemente si pensava che si sentiva in grande maggioranza in un modo Naro
La prego la guerra avrebbe generato un uomo nuovo rigenerato la vita risolto problemi in giustizia e secolari
Per diverse ragioni
Alcune violente
Voglio dire di potenza violenza né i nazionalisti tutti i Paesi
Molti generosi sogni di correggere antiche ingiustizie e di creare nuovi rapporti fraterni tra i popoli autentico e fraterna mordi patria
Io mio zio Galileo morì a diciotto anni poco dopo i diciotto anni volontario da Trieste subito austro-ungarico andrò volontario marito poco dopo
Sul Carso per altri pressoché spiriti e altri sogni spingevano pro a
Ad accettare in qualche modo a volere la la guerra
Sappiamo benissimo perché dopo questa terribile strage strade che rispetto a questi obiettivi fu anche come dice
Benedetto quindicesimo pure inutile che gli obiettivi
Sognati di diari più alti per cui
Era scoppiata la guerra
Non si realizzano affatto
I problemi che aveva scatenato la guerra rimase euro e risorse al fine della guerra
Più violenti prima
I conflitti nazionali i confini il conflitto sociale l'emergere il nuovo ruolo delle masse la storia il nuovo Adamo si trovò in un'Europa molto presto
Vittima di feroci totalitarismi barbarie
Ma ciò che colpisce e la generale e diffusa incapacità di immaginare che la guerra potesse essere così tremenda e dovesse e potesse durare tanto
La leggerezza criteri si intellettuale non certo morale con cui ci si precipitò e in questa catastrofe
E anche la conseguenza di quella
Incapacità che quasi sempre noi abbiamo
Di pensare veramente che la realtà possa mutare
La sorpresa con cui ci si trovò o nel male massacro di verde dire o politiche e del Carso
Rivela proprio questa e le più grandi limiti della ragion umana questa difficoltà
Di credere che la realtà così come siamo abituati a viverla vedere arriva e possa cambiare mentre noi abbiamo come fossimo Tabili
Io ricordo sempre che ai nei primi giorni novembre del ed ottantanove quando Diana di incubatore dimostrazioni
Le proteste a Berlino Este
Io incontrai un giovane regista molto ho impegnato
In queste proteste i quali torno subito a Berlino est e mi disse impossibile dire cosa succederà una cosa è certa il muro durerà per molti anni e dopo due tre giorni di Moro era caduto
E lui aveva contribuito a farlo cadere io naturalmente l'altrettanto convinto perché siamo incapaci di credere che il mondo possa cambiare nel bene o nel male
Dimentichiamo troppo spesso detto ebraico che ci ricorda come il mondo può essere distrutto tra la sera e il Mattino ma dimentichiamo anche cosa che ancora più grave
Le possibilità di cambiamento positivo che anche una realtà negativa che subiamo non è necessariamente immutabile
E decreto da questa nostra povertà di immaginazione che nascono le guerre
Naturalmente la guerra conosce e anche contribuisce a creare valori umani
La realtà la fedeltà il coraggio l'amor di patria per inserito in quel più grande coro dell'amore di altri uomini per altre patrie premessa per una reale fraternità e solidarietà
L'amicizia la solidarietà verso il compagno in difficoltà
Il talvolta anche l'umana solidarietà nei confronti del nemico espressa da tanta poesia nato dal dolore per la guerra pensiamo
Noi il nostro Ungaretti pensiamo a quella bellissima poesia di Giulio Barni nella buffa che celebra appunto l'epopea della Fanteria
Quando descrive la morte di quel soldato seguire un bosniaco un pastori Bagnaluca
Che muore dicendo batte fratello al soldato nemico in questo caso un soldato italiano pensiamo a come tanti grandi figure le nostre
Parte anche hanno vissuto e combattuto la guerra sto pensando a quel patriottismo democratico di Stuparich faccio non faccio altri nomi che propri assumono questa
Tremenda ma e grandiosa sintesi di guerra e umanità giù di umanità e qualcosa che di per sé nega la guerra che
Nega l'umanità benché peraltro non riesce non riesce distruggerlo naturalmente l'umanità che ha più partito
La guerra
E l'umanità semplice oscura
Dei ceti subalterni abituati a sentire passare su di sé il vento della storia accettato come si accetta la pioggia come si accetta l'inverno sono soprattutto questi che sono sepolti qui vicino in un numero così grande
In tanti tanti altri nei luoghi del mondo e questo in fondo il cimitero di cui dice la canzone cimitero dicono i soldati forse un giorno ti vengo a trovare
Naturalmente io credo io non credo che esistano guerre giuste possono esistere guerra necessarie
Credo ad esempio che fosse necessario la
Fare la guerra il nazismo che altrimenti avrebbe trasformato il mondo intero Innaro CEIS ma la guerra cioè proprio grazie a questa nostra
Mancanza di la povertà di fantasia alla capacità
Di presentarsi come qualcosa di ineluttabile
Quali l'identificarsi con la vita indistinguibile dalla vita ricordate quel bellissimo film vecchio fin la grande illusione già Renoir dove appare tra questo senso terribile e umanissimo fraterno e contemporaneamente vittima
E oggettivamente complice di ciò che distrugge questa paternità che l'accettazione della guerra come destino in cui proprio si realizzano anche valori come l'amicizia e solidarietà
Il coraggio la disciplina
Ricordo molti anni fa forse ho sentito la televisione francese
Come in un'intervista di un anziano leader vietnamita nord vietnamita di quel dice una cosa bellissima di se noi abbiamo un grande pericolo siccome siamo in guerra da decenni prima con lui per quegli altri e quindi quasi non abbiamo vissuto senza fare la guerra inoltre più grande pericolo e di non riuscire più a distinguere la vita della guerra a non riuscire più a pensare una vita senza una vita senza senza la senza la guerra
Il se naturalmente in questa
Questa povertà di fantasia
Ha smentito terribilmente la speranza del padre
Del mio amico adombrando logica dopo diciotto le guerre non sono finite non sono finiti nemmeno dopo i quarantacinque la Terza guerra mondiale possiamo chiamarla per quarantacinque l'ottantanove
Che si è svolta per nostra
Istica fortuna non so però se il teste avuto pare quarantacinque milioni di guerre di morti
La guerra continua ancora in tanti focolai in tante parti del mondo il un fuoco che appare inestinguibile da guerra dell'Afghanistan sta durando due volte e mezzo la seconda guerra mondiale
E
Qualche volta ipocritamente facciamo finta che non ci siano più guerre anche perché non le si dichiarano al più ma ci sono i margini
Perché don della ogni tanto di Tanzi ad ogni nuovo spargimento di sangue questa nostra umanissima comprensibile ma ottusa sorprese
Non sarà facile spegnere i focolai di guerra che si accendono nel mondo
E non sarà certo un
Ingenuo pacifismo buonista spegnerla perché gli uomini non sono fratelli non sono animati da sentimenti tra Terni
Fatto decido sembra quasi essere una delle strutture fondamentali antropologiche il
Pregiudizi conflitti interessi degli squilibri ingiustizie intollerabili sono causa di guerra
E occorre quindi l'unico modo per combattere la guerra e riuscire cosa difficilissima lo si potrà fare solo se si sia vende conto di quanto sia difficile e non basta una buona volontà i buoni sentimenti ma proprio l'impegno radicale
Occorre disinnescare le mine che fanno poi inevitabilmente scoppiare le guerre risolvere le situazioni che rendono
La guerra così frequente è un compito difficile che non richiede un facile
Così ingenuo ottimismo bensì una profonda consapevolezza di quanto difficile sia tutto questo ha quindi se volete una certa dose di pessimismo ma non il
Pessimismo invece le di chi si compiace di criticare soltanto
Di
Di parlar male del proprio Paese uno sport briosa praticando dovunque è in corso anche né da noi non
Il pessimismo apocalittico cupo che si arrende all'inevitabilità del fatto
E della tragedia e del e del mare
Ma piuttosto quelle pessimismo della forza come ci ha inizio ancora meglio quel pessimismo della ragione per citare Gramsci
Il pessimismo della ragione che stimola l'ottimismo della volontà necessario per mutare quello che si può mutare
Di ciò che provoca la la la la tragedia
E il e credo che
Soltanto la lucida consapevolezza del male possa aiutare a combatterlo
Va benissimo allora benissimo capito un altro grande
Decaduto del primo conflitto mondiale questa volta numerose parti impedì
Sto pieghi che se per unire la sua profonda profondissima fede religiosa a un intrepido amore per la libertà per la democrazia basta pensare alla sua lotta contro quella specie di prova generale dei futuri orrori che è stata la campagna antisemita conto tra il face di cui del PD fu un grande difensore
E per gli
Disse scrisse una volta
Per cui cattolico profondamente credente
C'è la più grande virtù la speranza è certa speranze più grande da fare la speranza e più grande la Caritas perché più difficile perizie perché così difficile vedere comici accuratamente vanno le cose
E tuttavia volere e credere che debbano andare altrimenti e battersi perché vadano altrimenti riuscendo in questo modo a farli andare almeno un po'esimenti grazie