Cammini di umanizzazione

Buonasera a tutti
Voi certo conoscete
Enzo Bianco il
Come una delle più ragguardevoli
E ascoltate figure del cattolicesimo italiano
Non solo di oggi o negli ultimi anni
Commentatore assiduo dipinti temi religiosi
Anche di rilievo civile sulle pagine pubblica della Stampa di Torino e di Avvenire
Ma anche autorevoli membri di grande successo
Ricordo soltanto due sue opere che hanno avuto una straordinaria diffusione
Ben oltre i confini
Del pubblico interessato alle questioni religiose
Il Panettieri due mila otto e ogni cosa
Alla sua stagione
Due anni
Alla sua stagione
Due anni
Però prima ancora che essere
Autorevole collaboratore di giornali e autore di
Saggi
Enzo Bianchi è fondamentalmente ed semplicemente un monaco
Per le ore e fondatore alla fine degli anni sessanta della Comunità monastica di Bose vicino a Biella
Bose e sicuramente uno dei frutti più belli
Del Concilio Vaticano II nella chiesa italiana
Una realtà monastica
Che conosce da tempo uno sviluppo e una che le attività sorprendenti in controtendenza
Soprattutto se si considerano i problemi di declino che oggi
Il monache esimo conosce non solo nel nostro Paese
Bose è una comunità ecumenica non solo nel senso del dialogo e della tessitura dei rapporti fraterni con le altre confessioni cristiane
Ma anche nel senso più generale crocevia di incontro con la cultura tutta del nostro Paese
Ricordo questo aspetto anche per rispondere alla prevedibile domanda che qualcuno potrebbe porsi
Che ci fa un monaco al Festival del diritto sulle incertezze della democrazia
Certo se si pensa all'esperienza monastica come a una realtà separata
Dedita a un grave fatto mondo dello spirito lontano dalla storia la domanda del tutto pertinente
E tuttavia
Quando l'esperienza monastica si abbevera alle fonti vive della tradizione ed è la rivelazione cristiane
Ha molto da dire alla società e ad ogni uomo
Testimone e in un certo senso custode di ciò che costituisce l'umano
Pensate soltanto cosa è stato il movimento benedettino per il costituirsi della civiltà europea nel primo millennio il suo secondo l'influsso sulla società e sulla cultura dell'Occidente
In questo senso
E sullo sfondo della profonda crisi delle nostre democrazie
Acquista un senso è un risalto vi invito
Il tema di cui ci parlerà stasera Enzo Bianchi cammini
Di umanizzazione
Priore di Bose affronterà
Un tema cruciale per questo tempo di passaggio di profonda
Trasformazione che la nostra democrazia sta attraversando
Il tema dell'incontro con l'altro
Particolarmente significativa in un contesto come il nostro corroso dai conflitti e dalla fatica a trovare un terreno comune di incontro
Sono convinto che
Le riflessioni di Enzo Bianchi questa sera
Daranno molto da pensare per il tema del Festival
Manifestando quanto possa essere prezioso lo sguardo di un monaco sull'umano soprattutto quando l'umano e messo alla proposta
Prego Enzo
Storno
Lieto
Di essere
In mezzo a voi
Per riflettere
Suo possibile cammini miei
Vie
Di umanizzazione
E per questo ringrazio dell'invito
A questo festival
Il carissimo
Stefano Rodotà per noi tutti
Autorevole e preziosissimo avessero in mente
E mi rallegro anche di ripetere qui
Il mio carissimo amico da cinquant'anni
Gustavo
Tarchiata cinquant'anni
Ormai
Camminiamo su strade diverse ma ascoltandoci null'altro
Nel mio intervento
Mi limito a esplorare
Solo alcune piste
Di questo tema così vasto
E le mie riflessioni vogliono semplice veste essere nient'altro che uno stimolo
Per ripensare
Nella nostra esistenza
Quotidiana
Quali possono essere davvero
I passi verso un'umanizzazione
Anche perché ci troviamo in una situazione
Veramente
Contraddittoria al cammino di umanizzazione
A molti livelli
Vorrei dire
Compreso il libello democratico
Perché viviamo un momento in cui si tenta hanno
Manovre
Di possibile tirannia nella nostra democrazia e questo e di una gravità tale che dobbiamo più che mai
Vigilare su questi cammini perché la democrazia sia confermata e non sia così offesa come lo è in questi giorni e come rischia di esserlo ancor di più nei giorni prossimi
Tutti noi siamo convinti che l'umanizzazione si gioca nel rapporto fra lì io
Il nove bis e gli altri
Ma va detto che spesso ricordiamo troppo sbrigativamente a queste categorie noi e gli altri per contrapporre
Ci appelliamo a desse anche in buona fede
Per comprendere problemi
Risolvere situazioni intricate giustificare atteggiamenti e incomprensioni
Eppure se siamo appena più attenti
Ci rendiamo conto che è arduo definirei come i confini tra
Il noi e gli altri
E ancor di più stabilire con certezza chi appartiene all'una o all'altra e in che misura
E per quanto tempo
Quando giusta poniamo i due termini in realtà intraprendiamo un percorso suscettibile di infinite varianti
Ci possiamo infatti inoltrare su un ponte gettato tra due mondi
Noi e agli altri
Oppure andare a sbattere contro un muro che li separa
O ancora ritrovarci nessuna strada che li mette in comunicazione e in confronto
Possiamo anche a scoprire l'opportunità di un intreccio fecondo dell'insopprimibile connessione che abita noi e gli altri loro
Perché ciascuno di noi
E anche degli altri
Esiste in quanto essere in relazione
Con quanti lo hanno preceduto compie gli è
O gli è stato accanto con il prossimo
Con coloro che ha avuto o avrà modo di incontrare nella vita come il pensiero la vita e le azioni di persone
Che non ha mai conosciuto personalmente
E perfino compie non conoscerà mai
Ma che contribuisce con la sua esistenza la sua fatica il suo mestiere di vivere a quel mirabile corpo collettivo che è l'umanità
E una consapevolezza quella dell'intima connessione tra ciascuno di noi e gli altri
Una consapevolezza che pare intestata in questa nostra epoca
In cui si è giunti con ragione a ipotizzare
Come ha fatto Luigi Zoja la morte del prossimo
Cioè la scomparsa di colui
Che letteralmente e più vicino
Se infatti veniamo quotidianamente sollecitati ad una generica solidarietà con chi è lontano
Siamo nel contempo spinti a non vedere che c'è accanto
E attende
Prima ancora che un gesto di relazione il semplice riconoscimento della sua esistenza
Noi oggi
Comunichiamo a distanza
Abbiamo possibilità di comunicazioni impensabili fino
A dieci anni fa
Interagiamo in tempo reale
Ci sentiamo connessi con una rete globale
Ma di storniamo lo sguardo dall'altro che accanto a noi
Nella paura
Che il diverso cessi di restarci estraneo e inizia inquietare la falsa sicurezza che regna tra quelli
Che si sentono simili
Michel deserto
Un antropologo straordinario
Che ho potuto conoscere
E d'essergli amico
Un instancabile viaggiatore attraverso paesi culture
E persone diverse
Riteneva che il primo fondamentale cammino di umanizzazione
Consistesse nella vere il gusto dell'altro
è un'espressione straordinaria
Ah Vuarnet include loro diceva lui in francese avere il gusto dell'altro non del simile a bere il gusto di chi è diverso decidesse un'altra strada
Di che facilmente per noi sarebbe e strane
O addirittura nemico
Invece il gusto di poter
Aprire una relazione
Con chi davvero e altro rispetto a noi
Qui c'è il deserto era anche un teologo
Non capito Dalla Chiesa
La sua fine di teologo isolato mostra come fosse difficile nel suo discorso
Ma dal teologo cristiano definiva il cristiano semplicemente commenti cerca di far posto all'altro
I bastava questo
Per lui l'altro è io riducibile e colui senza il quale vivere non è più vivere
In questo senso possiamo declinare in rapporto tra di noi e agli altri copre una relazione dinamica
In cui entra in gioco anche la dimensione temporale
Ovvero
Oggi io sono
Quello che altri sono stati prima di me
E a loro volta agli altri possono diventare quello che io sono ovvero
A un certo punto della media dicendo umano
Nella dialettica tra noi e gli altri si gioca il difficile equilibrio mai raggiunto pienamente
Tra identità e convivenza tra soggettività e comunità
In che a bordo non solo conservare ma innanzitutto riconoscere e coltivare la propria identità
Senza collocarla in rapporto dinamico con l'essere accanto prossimi al diverso
Eccole convivere in un confronto civile tra persone e te mie religioni etiche culture diverse
Senza aver chiara consapevolezza della propria di identità
E di come la nostra identità si sia venuta formando proprio attraverso successive ininterrotte mescolanza di
Con l'alterità che da lontano e si fanno vicine da estranee diventano familiari
Da
Chiamate barbare
Diventano semplicemente contributi essenziali alla nostra dinamica
è possibile in una parola sperimentare che in definitiva
L'altro siamo noi
Io gli altri Steva ha meditato molto con la sua collocazione
Dio ebrea
E di senza patria
Per raggiungere
A questa affermazione l'altro siamo noi
O per dirla
Con pollo Rizza
Ognuno deve cogliere se stesso come un altro
Certo sono molto Lia ambiti sui quali potremmo interrogarci in merito a questa affascinante problematica dell'umanizzazione io mi limito a tre questa sera
E certamente so bene
Che mai pretenderei di farlo in modo esaustivo ma certamente abbozzo dei cammini non di più
Primo cammino di umanizzazione incontrare l'altro per eccellenza
Lo straniero
Secondo cammino incontra nell'altro perché emergenza
Se volete per religione
Ho semplicemente perché
Crede
Ma non credenti io
E crede
In altre ragioni che lo motivarlo e che comunque permettono alla sua coscienza di essere esercitata come una coscienza che sa discernere il bene del male
E che dunque apre un cammino di umanizzazione
Infine
Incontrare l'altro nell'etica
Sono cioè cammini è poco ma mi sembrano oggi più urgente da noi cui in Italia in questo momento
Incontrare l'altro per eccellenza lo straniero
è inutile dirlo lo riconosciamo tutti che ci troviamo di fronte ha una presenza consistente di immigrati
Milioni di uomini e donne
Appartenenti a mondi etnie e culture lingue religioni diverse fino a ieri estreme l'una all'altra
E si trovano a vivere innanzitutto affianco tra di loro questo è un fenomeno nuovo per tutta la storia dell'umanità
E poi
Accanto a noi
In un Paese
La cui cultura per loro è una cultura altro
Il fenomeno della migrazione e non del nuovo basterebbe che ricordassimo l'emigrazione italiana da quando esiste lo Stato unitario fino
A pochi decenni orsono
Ciò che c'è di nuovo e la convergenza simultanea di diversi i flussi migratori verso l'Europa
Una complessità di situazione che desta interrogativi
Dal primordiale ma perché vengono da noi non possono stare nei loro Paesi
Al più preoccupato che ne sarà della nostra cultura
Del nostro modo di vivere qualcuno arriva a dire che ne sarà della nostra democrazia
Le risposte al primo tipo di domanda appaiono facili anche se tendiamo a rimuoverle
Da sempre mi permetto di dire non è il pane che si muove corre verso i poveri ma da sempre sono i poveri che accorrono dove c'è il pane
Da sempre quando gli uomini hanno speranza di trovare una vita migliore sono pronti a tentare l'avventura della migrazione a costi altissimi
Pensate solo il Mediterraneo
Questa tomba
Di migliaia e migliaia di persone che tentavano semplicemente di realizzare un sogno
Sappiamo che le ragioni che spingono questi individui a lasciare la propria terra sono un misero iliaca restie
Conflitti regimi politici insicurezza violenza
Che inducono
A volte insieme minoranze posteggiate a cercare altrove ausilio
A questo si aggiunga il sogno di un mondo ricco di beni e consumi che i mezzi di comunicazione
Alimenta hanno per questi popoli
Che sono appena usciti dal ristrettezze economiche
O vivono ancora situazioni di miseria e di fame
Ma
Certamente questi interrogativi
Vengono posti materialmente
Hanno dalle persone che ormai stanno nei nostri condomini nelle nostre strade neanche più nelle nostre periferie delle città
La presenza dell'altro
Dello straniero
è vero è una presenza che ci interroga desta timori e paure
Perché lo straniero è radicalmente altro
Diverso da noi
E allontanarlo ed ora è vicino era sconosciuto e lo trova accanto
E fisiologico che la presenza dello straniero
Ponga noi in questione
Proprio perché ci manca un terreno comune
Su cui fondare l'intesa e la conoscenza del retroterra da cui proviene
Ciò che nasce spontaneamente di fronte allo straniero e la paura
E dobbiamo esser molto chiare i soldi presto
Io non sopporto quelli che del ritorno la paura
La paura effettivamente c'è
Se voi ascoltate la gente comune a una certa paura degli stranieri
La paura non va né del riesame minimizzata
Ma va presa sul serio
Va fronteggiata va soprattutto a ragazzi io analizzata per poterla dominare vincere
Il vero problema è che in Italia si è permesso di cavalcare questa Paola per ragioni politiche e che strumentalizzarlo
Queste intanto il guaio
Permettetemi di dire è una vera e propria barbarie di cui dovremmo
Arrossire le cose che ancora oggi sentiamo
Anche da parte di alcuni che pretendono di essere attiguo e di Governo e che sono vere razzisti e lo mostrano con molte dichiarazioni
Nell'incontro con gli stranieri
è vero
Dobbiamo pigliamo sul serio la possibilità di una nostra paura
Ma non vediamo dimenticare anche la paura
Di chi è accolto dello straniero la sua paura
Perché anche lui ha paura
Arrivare in un mondo che egli estraneo un mondo che non conosce
Di cui non conosce la lingua
E nel quale non a protezione
La prima sensazione nel rapporto tra residente che accoglie e immigrato che arriva
E la paura
Due paure a confronto una di fronte all'altro
E qui non bisogna imboccare elementi ideologici neanche principi religiosi per esorcizzare la paura
Va affrontata
Come presa di consapevolezza della distanza della diversità della non conoscenza
E bisogna fare entrare la ragione su questo
Perché la paura dell'altro
è una sensazione paralizzando
Che va superata non le muovendo la
Ma assumendola razionalizzandola cercando la soprattutto di cogliere
All'interno di una vera dinamica della polis
Nell'attuale non è possibile
Che appaia il nuovo che appaia all'estraneo
Che appaia all'inedito
Due i rischi della nostra lotta contro la paura
Negarne l'esistenza
Fino ad assolutizzare la differenza dell'altro
Oppure sacrale utilizzare l'altro
Rinunciando alla nostra identità la nostra cultura
Il rischio poi è quello di assolutizzare la nostra identità come
Esclusiva ed escludente
Assumendo un atteggiamento difensivo dei propri valori fino a farne un presidio da difendere
Anche con la forza contro ogni minaccia presunta
Minacce all'identità culturale o religiosa
Bisogna ricordare che l'identità a livello personale comunitario
Si forma storicamente si rinnova quotidianamente dell'incontro nel confronto nella relazione con gli altri il diverso io gli stranieri
Identità è un concetto necessario
All'interno di una polis
Ma un'identità non è mai statica e dinamica è in costante di venire non è mai monolitica
è una identità plurale
è un tessuto costituiti da molto simili che si sono intrecciati re gli hanno dati a più riprese
Nel corso della storia
Quando il fantasma dell'identità appare
Porta a ridurre le relazioni sociali alla materialità del dato etnico
All'uomo genericità della cultura
Della religione praticata
E allora si apre la via a forme di politica intollerante e prima o poi totalitaria
Il riso urgenti nazionalismi oggi dovremmo chiamarli bus
Tendenze localistiche
Si accompagnano sempre a spinte xenofobe e razziste che tendono all'esclusione dell'altro
E si risolvono in un autismo sociale
Una mancanza
Di ossigeno vitale contrabbandata come nicchia dorata
Ma che in realtà diventa un sistema asfittico in uno spazio in cui l'unica pianta in grado di crescere e la barbarie
Scrive balle dei NAS
Che ha dedicato tutta l'esistenza
Alla ricerca sull'identità
Io ho solo
Nella sola misura in cui sono responsabile dell'altro
Ecco ciò che siamo chiamati a vivere
Anche nell'incontro con lo straniero
Al di là della paura e al cuore della nostra identità
Incontro dell'altro non significa farsi un'immagine in una situazione
Ma assumersi una responsabilità
E ripeto
Non mi si dica che questo è solo cristiano perché non credo che solo Sons che sia solo Cristiano
Deve assumersi una responsabilità senza attendersi la reciprocità
Non è il comandamento cristiano quello che vieta la reciprocità è un cammino di umanizzazione e il fatto che uno come le Minas non cristiano e non credente
Abbia potuto affermarlo con forza mostra
Come il cammino di umanizzazione arriva
Io sono un ex non sa quelle dell'altro anche se l'altro non dà nessun cenno di arresti di reciprocità
Nei miei confronti
Secondo punto incontrano nell'altro
Per confessione della sua credenza
Sì ci possiamo spostare nell'ambito della religione
E possiamo affermare che tale
Da quattordici secoli per il cristianesimo soprattutto l'altro religioso per eccellenza lo sapete e l'isola
E viceversa
Ma va anche detto che da alcuni decenni ormai che in Italia
Una variegata presenza di immigrati musulmani
Eppure sembra anche di questa presenza e dei problemi
Da questa presenza posti alla nostra società
Ci si sia accorti solo a partire dagli eventi dell'ultimo decennio
Se affrontiamo la questione in profondità possiamo cominciare col notare che il rapporto tra queste due religioni non è mai stato facile
E soprattutto
è radicalmente non simmetrico perché
Proprio perché il Corano asserisce proclama che il cristianesimo fa parte dell'Islam
In quanto l'Islam non solo si è innestato su ebraismo e cristianesimo
Ma nell'autentica espressione secondo loro l'Islam si considera
La continuazione profetica di ebraismo e cristianesimo
Allora questo certe operano i cristiani pone un problema serio
L'Islam non possiamo inglobarla onore nel cristianesimo resta una realtà successiva ed esterna allori
In un certo senso non solo non necessaria ma estranea
Per molti aspetti vorrei dirvi a livello geologico resta un cerotto enigma
Una profezia successiva a quella rivelazione compiuta che il cristianesimo afferma in Gesù Cristo
Inoltre non solo la fede ma anche la storia apportata dividere profondamente queste due religioni
E a convincerle di esserlo l'opposta all'altra
Fino a identificare in Ersel totalmente altro l'altra presenza religiosa nella storia
L'Islam sia dilatato rapidamente
Ha conquistato le antiche terre della cristianità
Le terre dei Padri della Chiesa e non per riferire
Non per riferire
Tutto ciò che la Chiesa e oggi
Lo deve a quella decina di padroni che nel quarto secolo erano
Tra
L'attuale Tunisia Sant'Agostino
All'Egitto alla Turchia e tutt'al più alla Grecia
Per cui
Aver perso quelle terre certamente
E aver perso
Una parte
Di un corpo ma dobbiamo anche dire che
Quando si è dilatato in quelle terre
Furono i cristiani che apriva non la porta i mussulmani delle loro città
Dicendo che sarebbe stata comunque una situazione migliore
Di quella che gli imponevano i bizantini non dimentichiamo questi dati storici
Le porte di Damasco all'avvenuta
Dell'Islam sono state aperte dai cristiani che hanno poco applaudito l'ingresso
Nella loro città
Ma certamente
Poi dopo c'è stato una competenza seppur con le restrizioni di tutte le minoranze
Certo l'Islam tra con questa armata penetrazione socio culturale
Sia dilatato riducendo i cristiani a piccole minoranze
Sono stati secoli poi nutriti di polemica religiosa
Non ci sono stati dialoghi Barry né in Oriente né in Occidente
E soprattutto in Occidente
Abbiamo fissato il fine schiavisti hanno orrori i confini dei cristiani
La cristianità al di là dell'attuale c'era il mondo musulmano all'interno tutt'al più
L'alterità era assicurata dal Giubileo e dalle etico
Ma all'interno della cristianità il giudice delle leggi provenivano perseguitati
All'esterno
Il musulmano meritava semplicemente la crociata questo e quel che ci sta alle spalle
Oggi veri cristiani riusciamo a leggere nell'isola
No una continuazione del cristianesimo ma certamente una profezia
Antidolore
Idolatria ICCA che ha portato la fede monoteistiche alle genti ai padani
Ma quanti sono impegnati nel dialogo nel confronto culturale sono ben consapevoli delle difficoltà
Gravi
Che ci sono tra questi due mondi
Anche per la presenza del mondo islamico di un fondamentalismo aggressivo che arriva ad usare la violenza il terrorismo
Quale dialogo quale confronto
Il dialogo qui da ha detto
Abbisogna soprattutto di un'indicazione
Che è stata data in maniera indubbiamente maldestra perché aveva confessato ma molto vera da Benedetto sedicesimo
Quando Benedetto sedicesimo vi ripeto in modo maldestro
E in modo che tre o dei grossi problemi anziché aiutare il dialogo e per la collocazione per il mondo tuttavia desse l'accusa che
La più essenziali
Che le religioni possono comunque già allungare con loro a patto che non Ciarlo il dialogo della ragione la ragione è presente in tutti gli uomini
Se la ragione non guarderà la religione se la ragione non corregge la religione
Le possibilità sono il fondamentalismo sono indubbiamente l'intolleranza sono l'integralismo con tutto quello che noi conosciamo nel territorio
Il dialogo
è un dialogo certamente difficile
Ma il dialogo tra comunque tutte le religioni deve passare attraverso la razionalità
E deve essere costantemente invocata la ragione come antidoto a ogni deriva di intolleranza e di fondamentalismo
In questo senso mi piace ricordare una delle espressioni più forte Di Benedetto sedicesimo e cito soprattutto l'ultimo perché non certamente si può dire che era un uomo
Come un dialogo lo semplicemente sentimentale
Ma per arrivo a dire
Che grazie ai grandi valori dell'illuminismo le religioni possono dialogare tra di loro
E che solo ricorrendo alla razionalità dell'illuminismo si può accendere
Un pacato dialogo tra le religioni stesse
Ecco
Noi qui come cammino domani già azione abbiamo bisogno di un dialogo che si nutra di ragioni
Che faccia uso delle scienze umane
Si declini nel rispetto dell'altro che non è facile
Ma è indispensabile se si vuole abitare insieme questo mondo che senza pace senza giustizia e destinato all'invivibilità
La grande sfida che attende
Quelli che vogliono davvero il dialogo è quella di evitare una lettura delle differenze come scontro tra bene e male
Rifuggire l'identificazione tra un'isola
Astratto incarnazione del male
Di rifiutarsi di demonizzare l'altro
Per riuscire in questa impresa
Ciascuno deve fare appello alla ragione di cui tutti sono muniti e che nel suo secondo intrecciarsi coi dati dalla regolazione ci conduce alla fraternità
Terzo cambino
Incontra nell'altro l'altro per reti
Un terzo ambito in cui emerge con forza l'alterità e quello relativa all'etica
Si potrebbero affrontare volte questioni alcune continuano a essere da un decennio almeno in Italia all'ordine del giorno all'interno di questo campo
Che ben conosciamo
Io percorro un sentiero forse per molti di voi desueto
Connesso però alla ricerca morale etica degli uomini e delle donne del nostro tempo
Nel contesto di conflittualità e polemiche
Della quale confronto tra credenti agnostici non credenti non mi fermo sul linguaggio io non amo questo termine non credenti
Ma non posso neanche usare con facilità il termine è atteso che perlomeno presuppone una certa militanza
Noi purtroppo siamo lontani da quello spirito che si è saputo esprimere col Consiglio
In cui voi si diceva che l'essenziale essenziale per l'umanità e per l'umanizzazione e soprattutto il girarlo
E soprattutto il dialogo
Noi oggi abbiamo bisogno di questo dialogo ma un dialogo che avvenga anche con i non credenti è che attenga anche però su dei punti molto precisi
Mi permetto di dire
Ho scritto su Repubblica la mia gioia per la lettera
A Scalfari
Di Papa Francesco tutti credo che siamo stati contenti di un gesto
In cui il finalmente la Chiesa cattolica accetta di scendere a dialogo con qualcuno che non si dice credente enti
E tuttavia io oso dire
Quella è l'apertura dell'agenda semplicemente
Perché ormai allora se questa è la via
Noi dobbiamo scendere al confronto dobbiamo scendere all'ascolto reciproco dobbiamo tracciare vie di etica condivisa
Non possiamo restare semplicemente su un'affermazione del dialogo tra
Cosiddetti credenti e non credenti
Non ci basta se voi volete il cortile dei gentili
Il passo ulteriore è
Un cammino di umanizzazione insieme
è possibile che credenti e non credenti si confrontino attorno alle domande del senso della vita
è possibile che il cammino di umanizzazione essenziale per non cadere nella barbarie sia percorso insieme
Io credo che è molto importante molto importante
Che noi credenti innanzitutto cominciamo a
Ah Corriere in modo pieno
Che i non credenti hanno la capacità
Dia vera è un'etica e di formulare un'etica e uno morale quanto noi cristiani
Non c'è bisogno per gli uomini di nessuno è però non mi
Ne sono esterno nomi
L'entità
Non crescente tardi
L'etica discende dalla ragione dalla nostra umanità
E in questo noi dobbiamo assolutamente ascoltarci
Perché
Quello che va messo in evidenza e che noi crediamo che gli uomini tutti sono dotate della coscienza
La coscienza diceva il Concilio e questo santuario indegnamente ad ogni uomo
La quale
Sa come una voce
Di reato ogni luogo ciò che il bene ciò che il male
Questo è il cammino da fare una riscoperta della coscienza
Perché è quella che ci unisce tutta il vero problema
E effettivamente quello che in qualche misura ci tocca tutti credenti e non credenti
E l'attuale situazione di mancanza di fiducia di mancanza di fede in cui non si crede più non sempre dall'altro non si crede nella polis non si crede nella vita non si crede nella storia d'amore non si crede nel domani
Io gli altri Steva con cui recentemente ho avuto un dialogo su questo
Proprio è arrivata a dire
Perché non facciamo
Una specie di complicità
Credenti e non credenti invitando gli uomini oggi a farlo contro la barbarie e a fare un cammino di umanizzazione recuperando la fiducia la fiducia nell'altro
Perché è per l'umanizzazione il primo punto è la fiducia
Se noi non abbiamo una fiducia l'uno all'altro non facciamo storia d'amore neanche all'interno della vicenda dell'amore
Se non abbiamo fiducia all'interno della società non possiamo darci un assetto di Polis
Se non abbiamo fiducia all'interno della politica la vera politica
Noi non possiamo assolutamente fare un cammino eventualmente oggi dobbiamo chiederci
Se i politici che abbiamo sono credibili sono affidabili se meritano la fiducia
Ma se noi non siamo capaci dell'atto di fiducia
Non costruiremo nessun la democrazia
Perché
La prima
Necessita della democrazia
E che gli uomini possano avere fiducia
Questo è abbiano assente questo fa parte dell'eredità di tutto il nostro pensiero e in cui i cristiani e non cristiani credenti indire non credenti possiamo davvero fare un cammino
Che è contro il nichilismo che è contro tutto ciò che in qualche misura minaccia la possibilità di credere dall'altro uomo
Qualcuno a volte lo ripeto perché
Cioè Gustavo che ma ascolta e qualche volta l'ha sentito anche lui con me
Nominare
Da Stoiber stia una sua frase che si nomina tormento se Dio non c'è allora tutto il possibile
Questa è una grande stupidata è un'offesa al pensiero cristiano
Se il Dio non c'è non è vero che tutto non è possibile resterà l'umanità resta la coscienza dell'uomo anche senza dirlo e non è vero che tutto è possibile
Direi
Che esse non incentivano l'uomo non è capace di una coscienza
Non è capace buoni
Come dice tutta la teologia significa rinnegare che comunque l'uomo è fatta a immagine e somiglianza di Dio è una contraddizione la fede cristiana
Quei cristiani che tolgono
Ahi noi cristiani la possibilità
Di un discernimento tra bene e male la possibilità di un'etica
La possibilità di un cammino di umanizzazione offendono la loro sede mentre offendono i non cristiani
Credenti e non credenti
Io credo che non possono essere insensibili ad affermazioni che percorrono come una data Gio una comune validità
In cui ciò che ci ha chiesto è davvero di acconsentire alla fiducia nell'altro fino alla possibilità
Di percorrere vie storia di amore l'uno dell'altro
Conclusione
In continuità con quanto detto come ultima apertura di orizzonte vorrei abbozzare solo delle urgenze di dialogo per l'umanizzazione
Rispondendo a una semplice domanda
Come percorrere questi cammini di dialogo di comunicazione con l'altro
Primo punto
Il riconoscimento dell'alter ritta
Noi dobbiamo imparare a riconoscere l'altro nella sua storia singolarità specifica
Riconoscere la sua dignità ad un uomo il valore unico il Repetti ville di una persona
Della sua libertà e della sua differenza
Teoricamente questo riconoscimento è facile
Ma in realtà proprio perché la differenza di religione di etica di cultura fa paura
Occorre mettere in conto l'esistenza di sentimenti ostili da vincere
C'è in noi un'attitudine che ripudia tutto ciò che è lontano da noi
Per cultura morale
Religione costumi
Noi oggi dobbiamo esercitarci a desiderare di ricevere dagli altri
Considerando che i propri modi di essere di pensare non sono i soli esistenti non solo i solo dignitosi
Ma
Che invece
Ci sono altri
Per i quali noi dobbiamo imparare relativi Zandonai le nostre posture
C'è un relitto un Rella attivismo culturale che significa imparare la cultura degli altri senza misurarla sulla propria
E questo atteggiamento è necessario in una relazione di alterità in cui si deve prendere il rischio di esporre la propria identità a ciò che non sia ancora
Noi non sappiamo Cobar saremo in Italia tra cinquant'anni Sessanta
Ma
è un rischio è una via da percorrere l'importante è che approviamo una biglia in cui ci umane iniziamo
Secondo punto l'ascolto a partire da questo atteggiamento preliminare diventa possibile mettersi in ascolto
Attitudine ardua
Attitudine essenziale quella di ascoltare una presenza
Una chiamata che esige da ciascuno di noi una risposta dunque sollecita la nostra responsabilità
L'ascolto non è un momento passivo della comunicazione
è un atto creativo
Che instaura la confidenza
Che instaura la possibilità della fiducia tra i partner del dialogo
L'ascolto è un sì radicale all'esistenza dell'altro io ti ascolto perché accetto che tu esisti come persona e se esiste come persona hai tutti gli eventi
Entrava in relazione con me
E io sono responsabile della relazione che accendiamo
L'ascolto e la possibilità
Entro la quale le rispettive differenze perdono l'assolutezza
Quelli che sono dei limiti all'incontro
Diventano addirittura risorse per l'incontro stesso
Terzo
Simpatia empatia
Nell'ascoltare occorre rinunciare ai pregiudizi che ci abitano
Noi siamo abilitati da pregiudizi
Dobbiamo dirlo
Ci sono delle tipizzazioni
Presenti
Innovi
Dei Giudici popolari che abbiamo ereditato anche dalla memoria collettiva
Chi può negarlo
Si tratta di modificare le immagini dell'altro in noi stessi
Di riflettere sui condizionamenti culturali psicologici religiosi in cui siamo soggetti
E quando si sospende il giudizio ecco che si appresta all'essenziale per guardare all'altro sentendo con Lori sento arteria
Ossia con un'osservazione partecipe la quale accetti anche di non capire fino in fondo l'altro e tutta degli attenti
Dissentire con lui
La simpatia decide poi l'empatia che non è lo slancio del cuore che ci spinge verso l'altro
Ma la capacità di metterci al suo posto
Straordinaria metta di un cammino di relazione
Io
Mi metto al posto dell'altro e dunque arrivò a esercitare quella regola d'Oro che il comandamento di tutte le culture e non solo della fede cristiana
Cerca di fare all'altro ciò che tu vorresti sia fatto atti
In tutte le culture è stata chiamata la regola aurea o il comandamento assoluto
Ma per arrivare a questo
Dobbiamo avere la capacità di porci al posto dell'altro
Quarto punto l'intero comprensione
E il dialogo che consente di passare non solo attraverso l'espressione di identità e differenze
Ma attraverso un cammino in cui si cercano di condividere i valori non per farli propri ma per comprenderli
Dialogare non è annullare le differenze
E accettare solo le convergenze
Il vero dialogo farli evolvere le differenze allo stesso titolo delle convergenze
Dobbiamo metterci in testa che il dialogo non ha come fine il consenso
Guai se uno dialoga per il consenso
Sì dialoga però un reciproco progresso ONU camminare insieme un avanzare insieme
No perché l'altro arrivi sulla mia posizione o io arrivo e la posizione dell'altro
Nel dialogo c'è una contaminazione di confini
Traversata in territori sconosciuti
Strade inesplorate
Quarto punto la responsabilità
Il cammino
Per corso così porta ad assumere subisse la responsabilità dell'altro
Incontrare l'altro in verità significa porsi come responsabile di luce
E senza attenderci reciprocità
Ciò che è l'altro può fare nei miei confronti
Riguardarlo un
La responsabilità verso di lui invece impegna radicalmente la mia persona
Ognuno di noi è responsabile di tutto e di tutti davanti a tutti
Ma io sono più responsabile degli altri
Ecco la vera via dell'umanizzazione
Quella della responsabilità
Che ancora
Ricordo Ermanno Guagliardi NAS diceva è la struttura essenziale primaria e fondamentale della soggettività
Uno
Esce dall'individualismo entra nella soggettività nella misura in cui diventa responsabile dell'altro
Un individuo responsabile dall'altro è un soggetto finché non è responsabile dell'altro resta un individuo
E così che la vicenda dell'incontro con l'altro si Flavia di umanizzazione
Cammino di orizzonte comune verso una speranza condivisa verso una terra più abitanti
Ma attenzione
Se questo è il cammino del dialogo se è una via di umanizzazione
Tutto questo però avvenga
E siamo all'interno di una
Cultura di una società
Che
Non inizia questo cammino oggi ma c'era dietro le spalle una tradizione
Già dei principi permettetemi di dire c'ha una Costituzione
E proprio noi potremmo
Insieme fare questo cammino
Ma a patto che il nostro cammino avvenga sempre in quelle tre
Tre elementi che torno sempre la giustizia
La giustizia la giustizia che significa anche legalità
L'uguaglianza senza la quale non c'è
Una giustizia fino in fondo e che si muova poi certamente verso la fraternità il tutto nella libertà questi sono valori per tutti gli uomini laici e credenti
Ma attenzione il nostro compito nell'oggi dobbiamo declinarlo cui in questi giorni nella nostra democrazia grazie dell'ascolto