Sono stati discussi i seguenti argomenti: Cultura, Donna, Ginzburg, Intellettuali, Letteratura, Libro, Storia.
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Rubrica
Commissione
15:00, Perugia
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9:06 - Roma
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14:00 - Stresa (VB)
15:00 - Roma
9:20 - Milano
critico letterario e scrittore
Buongiorno da critica militanti oggi vorrei parlare di Carola Susani una scrittrice
Nelle cui pagine si trova quasi sempre la traccia di un'infanzia eccezionale comunitaria
Che continua a trasmettere il suo slancio pratico rivoluzionario e messianico non di rado i suoi libri affrontano una deriva civile nella quale tocca un gruppo di bambini rifondare diritti essenziali ricreare
La vita come un primitivo bricolage lo si intravede già nel suo romanzo d'esordio uscito nel mille novecentonovantacinque intitolato il libro di Teresa e oggi ripubblicato da Marinetti con una postfazione di Chiara Valerio
Spesso davanti alle scrittrici italiane si citano a sproposito Natalia Ginzburg con Elsa Morante ma stavolta è giusto farlo il libro di Teresa infatti lastra freschezza del primo romanzo Ginsborg diano la strada che va in città
E si esercita su una saga di stampo Moranti hanno sottraendo la per così dire alla pedanteria fiabesca dell'autrice della storia e riducendo la a una scheletrica leggenda biblica come Natalia Ginzburg Susani osserva dal basso con ilarità cruda il disfarsi
Delle tribù familiari della carne delle generazioni macellai anche un tema della Ginzburg anziana la sparizione del maschio padre intellettuale imponente scapigliato cui si sostituisce un tipo di uomo ragazzo fragilissimo
Qui la storia è quella di una famiglia di piccola borghesia italiana tra il fascismo il boom economico scandita
Per capitoli tableaux a più voci e prospettive si diceva metaforicamente dello stile biblico che annunciato già nel titolo che secondo la teoria
Per il finale degno di Giovanni allude all'ultima erede destinata inglobare tutti gli antenati è un titolo che sa insieme di libro di profezie di conti domestici il testo è breve ma grazie alla sapienza dell'autrice si dilata nel ricordo
Come un fiore in acqua il giorno che arriva lo spirito era mezzogiorno alla tavola era apparecchiata per sette
Così l'incipit dove lo spirito piccione bianco colomba ma al tempo stesso è letteralmente la terza persona della Trinità la trama è fatta di rivelazioni e decisioni improvvise brusche irrevocabili che segnano la vita di sudori di svenimenti di disgusto i e il sacro il sesso sono quindi inscindibili
L'orgasmo non è legato alla fusione con un altro essere umano gli altri
Umani o animali sono semmai fonte di godimento laddove se ne vede prevede o provoca la morte confermando un proprio schema teologico
Il risultato è una specie di mistero medievale che allinea sullo stesso piano Storia maiuscola e cronache minute
Morte festa euforia fanatiche nausea della vita con un effetto a volte di solenne conica multa e arresto cos'altro sono per lui certe fulminee vite illustrate dei santi
Questo registro permette di far coincidere ad esempio nel mistero della morte del padre Aldo il caso il fatto la natura e una data storica precisa la meschinità del regime e l'epica
Aldo incarna una piccola borghesia che alle visioni incapaci di illuminare
Perfino il delirio fascista del resto ci vuole una scelta delirante in epoche ambiente piccolo borghese per stare davanti a Dio
E riflettere il linguaggio nel libro di Teresa come in altri libri di Susani ci si dimentica spesso sa parlare un maschio o una femmina sembra sempre di avere a che fare con un essere al di qua e al di là del sesso una voce bianca e cupa senza età
Lo sguardo sadico del bambino o del vegliardo
Quei brani di prosa o forse si dovrebbe dire i versetti hanno una perentorietà una rapidità ritratto che sopporta solo il racconto se con le sentenze
O la mimesi epistolare o le citazioni da testi ideologici trasfigurati così in testi di storia religiosa ma non le descrizioni nei dialoghi in cui ci si spiega diffusamente
Quando si evoca così il sesso il sacro al sangue
Le metamorfosi naturali quando cioè si mostra un così ossessivo e acre Cousteau per le creature in decomposizione e per la purezza dell'ostia se non si vuole cadere in un estetismo fin troppo tipico bisogna andare a passo svelto marciare come in montagna
Susani ha capito che occorreva mettere l'uno accanto all'altro dettagli in apparenza arbitrari caustici e campi lunghi
Lavorare a togliere materia per evitare che lo straniamento sfuma asse
Nella retorica del pittoresco giocando con le categorie di Auerbach potremmo dire che in seguito ha provato a passare dall'essenzialità biblica una minuzia quasi o medica spesso con abilità ma anche appunto correndo questo rischio resta comunque sempre in lei
L'attrazione per la Storia e le storie ridotto innalzate a giocattoli macabri insomma per il trionfo della morte
E resta l'equilibrio anzi la tendenziale coincidenza tra un'acuta consapevolezza dell'atrocità dei destini e un rispetto allegro della verità di ognuno questa narratrice assomiglia a una bambina che di volta in volta travestita da scienziato mistico politico immagina come sarebbe costruire una comunità da zero immaginando le capita di essere sia Fox Sica Hannah Arendt
Dove finisce una comune dove inizia una tribù o una cosca e viceversa sembra questa la domanda radicale che ispira la narrativa di Carola Susani e forse a dover rispondere sarebbero le incarnazioni di quel fosco contorto profeta la cui assenza nelle sue trame duole come un arto amputato a risentirci venerdì prossimo
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