Critica e militanti

Buongiorno da critica e militanti l'anno scorso Sellerio ha ripubblicato un libro bellissimo insegnare al principe di Danimarca di Carla Melazzini uscito per la prima volta nel due mila undici due anni dopo la morte dell'autrice
Ora l'edizione accresciuta accompagnata oltre che da un ritratto di Cesare Moreno marito il collega della Melazzini da una introduzione di Claudio Giunta due pezzi perfettamente in tono con il libro quello di Giunta perché sottolinea che la Melazzini cui non parla solo di come insegnare ma di come vivere e quello di Moreno perché ricorda la libertà contemplativa del suo carattere una sorta di disperazione gioiosa destinata a nutrire l'azione che emerge poi fortissima dalle pagine che seguono il principe di Danimarca è un ragazzino
Delle periferie napoletane che vive il dramma di Amleto il tradimento materno e il desiderio ambiguo di uccidere e la sua evocazione subito un esempio del modo esatto mai pretestuoso con cui l'autrice fa rivivere i classici
Carla Melazzini si è trovata davanti Mimmo insieme ad altre centinaia di adolescenti quando con Moreno e altri dopo una gioventù da normalista e dalle mie da militante di Lotta continua
Ha deciso di fare la maestra di strada tra Barra Ponticelli San Giovanni a Teduccio insomma nei rioni di camorra e troppo spesso di falsi riscatti mettendo in pratica il meglio
Della lezione antiautoritaria del Sessantotto qui in particolare
Si racconta del Progetto chance durato nel periodo che va dalla fine degli anni Novanta la fine degli anni Zero l'impresa cito di far prendere la licenza media dei ragazzi per i quali una cosa che nelle scuole italiane non si nega pressoché a nessuno
Era un'amica irraggiungibile
Le condizioni dice la Melazzini sono state eliminare la retorica democratica
E riconoscere il pezzetto di il pezzetto di Bush che cova in ciascuno di noi oggi si direbbe meglio di Trump
Prendere atto delle differenze senza giudizio né pregiudizio prendere atto dell'affinità sostanziali che affondano nel comune substrato corporeo ed emotivo
E questa è la cosa più difficile che parecchi rifiutano per autodifesa non è comodo riconosce una parte disse
Nell'urlo di paura o di rabbia di un ragazzo di strada ma è la via maestra di una doppia riparazione poi accettare che i tempi di questa riparazione scrive ancora la Melazzini
Sono lunghi e lenti e privi di esiti garantiti incommensurabili in questo come in ogni altro campo alla velocità delle distruzioni
Con Udo
Limpido come le montagne tra cui è cresciuta l'autrice del suo resoconto ci offre una sola morale possibile quella che consiste nell'esporsi al rischio quotidianamente mantenendo però sempre il contatto con se stessi l'autonomia di sguardo
Necessaria restare consapevoli dei prezzi che ci costano le nostre interazioni sociali dalle più comuni alle più estreme Freud Better pancia Alamo
Aiutano la Melazzini a montare una narrazione che contempla le contraddizioni senza offrire scorciatoie ma soprattutto l'aiutano
Le le sue domande la sua attitudine a domandare quella che del resto contraddistingue la rivista una città per cui alcuni dei capitoli del libro sono stati originariamente scritti la Melazzini
Non ha problemi da stratega come don Milani e dunque è più coraggiosamente onesta diminuì molti sarebbero i passi da citare quelli sulla futilità dei riti di iniziazione scolastici nella nostra società ad esempio o le trascrizioni delle voci degli alunni gli scorci familiari con la pagina splendidamente a dormire alla sulla sigla della Nuova camorra organizzata ma tra tutti scelgo il brano che dei mistifica la retorica sulla memoria storica questo esorcismo maldestro del male a partire dall'esperienza di un figlio che appena ha visto il film Schindler's List
Molti ragazzini e ragazzine in sala spiega Melazzini ridacchia vanno degli ebrei nudi
E osserva che forse tra loro ci sono proprio quelli che si vergognano di fare le gite al mare con gli amici e dimostrare il proprio corpo riso Lino e dunque identificazione disagio che non merita rimproveri scandalizzati degli insegnanti il ragazzino continua l'autrice è schiacciato nella sua posizione
Inferiorità di fronte al mondo adulto e nel caso non gli si propone una fiaba che riscatta questa inferiorità ma una storia di annientamento dei più deboli dunque
Non è pensabile scrive la Melazzini che l'angoscia prodotta dalla immediata identificazione con la vittima non produca a sua volta un segreto desiderio diventi ficcarsi con il carnefice allora il senso di colpa connesso a un simile desiderio non potrebbe trovare sollievo finalmente nella negazione che tutto ciò sia mai realmente accaduto
Di conseguenza imporre la memoria storica non serve serve invece dialogare con l'angoscia chiarire da dove vengono la crudeltà apparente il cinismo
E negazioniste una lezione che oggi si può riproporre credo per tutti noi rimasti così spesso adolescenti anche nella mezza età inoltre così spesso usciti da scuole che non ci hanno davvero fatto riflettere sul passato
E che ci consegnano quindi disarmanti a un presente insopportabile davanti al quale molti di noi tentano allora la fuga nella negazione o nel fanatismo che illude le contraddizioni
A risentirci venerdì prossimo