Presentazione del libro di Gabriele Segre "La cultura della convivenza. Di cosa parliamo quando parliamo di politica" (Bollati Boringhieri)

L'occasione c'è offerta dal libro la cultura della convivenza di Gabriele Segre che ne discuterà con Corrado Augias stimolati dalle domande di Alessandra sardonico
Inflazione autore direttore della fondazione Vittorio Dan Segre che ai temi dell'identità e della convivenza dedica i suoi studi
Grazie dottor Augias e la dottoressa sardonico immagino solleciterà i nostri ospiti soprattutto a partire dalla seconda parte del titolo di cosa parliamo quando parliamo di politica
Dico subito che questo libro di grande interesse di altrettanta complessità probabilmente in omaggio a una considerazione centrale nella riflessione e cioè che viviamo un tempo di estrema complessità ma per riprendere quanto afferma il professor Canfora nell'introduzione questo libro non vuole essere quello di un sognatore quanto invece di un politico insofferente della disumanità dominante
Ed ecco che ritorna la politica nel titolo nell'opinione di chi ha firmato l'introduzione perché questo un libro politico
Non nel senso di come siamo abituati a osservare quando nelle librerie gettiamo uno sguardo al settore della saggistica qui non si parla di governo o di opposizione di questo o quel partito movimento
O personaggio balzato sulle prime pagine o materializzato osi
Ne tolte televisivi e nemmeno di quello che solitamente va sotto la sigla del Grande gioco cioè le azioni e reazioni delle potenze sullo scacchiere globale
Qui si parla di convivenza o più precisamente di cultura della convivenza
Ed è la sfida che è possibile vincere sapendo però che l'impresa è tutt'altro che agevole
Ad avviarsi su questa strada senza rinunciare alla propria identità e per converso senza che questa Erika muri invalicabili alla possibilità dello stare insieme
Perché è chiaro che il destino dell'umano corre sul filo sottile e fragile dell'accettazione delle identità anzi l'autore parla di celebrazione della dignità dell'identità che oggi acquista caratteri di maggiore difficoltà sia Effetto della pervasività della cultura individualista sia perché viviamo una stagione di crisi particolarmente angoscianti
Dall'esplosione della pandemia la ricomparsa della guerra sul suolo europeo ai travolgenti cambiamenti climatici senza dimenticare i continui rischi di Shock finanziarie produttivi identità non può essere l'elemento che incastra il singolo individuo in un compartimento isolandolo ogni persona è legata alle altre grazie a una serie articolata di intrecci che compongono la trama di una comunità
Promuovere la cultura della convivenza proprio in questi conti vuol dire portare alla luce le ragioni che ci fanno stare insieme invece che dividerci
Per seguire l'amicizia la solidarietà la fratellanza tra le persone ricomporre fratture contrapposizioni che disgregano rinsaldare i valori condivisi che ci rendono parte di una stessa comunità
è un impegno politico e sociale che si poggia sulla convinzione della necessità del rispetto delle libertà personali e della garanzia dei diritti di ognuno
Non voglio farla lunga credo che tutto e tutti vogliamo sentire cos'hanno da dirci i nostri ospiti
C'è però un'ultima cosa che mi preme aggiungere ed è un merito che mi piace riconoscere a questo libro
Scorrendolo prende forma consiglia Rezza l'idea che l'autore ti stia conducendo a riportare in superficie ripescando le dà qualche soffitta dove le avevamo collocate
Le domande fondamentali che riguardano ognuno di noi la nostra capacità di vivere in armonia con gli altri o all'inverso tinozza per lo più fare
Come ci viene detto nella presentazione di questo lavoro che spero davvero rinasca bucare la nebbia delle discussioni effimere a cui assistiamo troppo spesso cito la cultura della convivenza in poche pagine porta nel dibattito un che di fresco di ritorno ai fondamenti che forse proprio quello di cui abbiamo più bisogno in un momento di sbandamento globale come quello che stiamo vivendo
Grazie grazie anche al collega Cuperlo per avermi dato questa opportunità tutte le colleghe e colleghi presenti e buon lavoro
Grazie grazie anche per questa presentazione per la sottolineatura del carattere politico che a questo libro
Che è molto molto ricco veramente di spunti e che pone una prima domanda che è quella che tra quale comincerei con Corrado Augias e poi però come in una declinazione di domande né ne pone anche altre
La domanda di base è quella come possiamo convivere preservando le nostre identità
La risposta è la cultura della convivenza cioè la cultura della convivenza che il titolo e che anche il sottotitolo politico che sottolineava rimane Ascani è la risposta a questa domanda
E la diciamo il passaggio successivo quando la domanda che poté può fare il lettore è che cosa significa eh celebrare la dignità dell'identità poi da qui si dipana un ragionamento che molto complessa lo dicevamo prima anche con comporrà Author con Corrado Augias
Che tiene conto di questa fase specifica anche del fatto che
Non c'è più e mi ha molto colpito quel passaggio la leva della paura della deterrenza a spingerci verso una cultura o forse verso la necessità della convivenza
Questo non c'è più viviamo in un contesto con con due guerre
E quindi penso facendo anche come dire leva su questo particolare aspetto di contesto che il libro abbia un particolare significato però per andare in ordine perché il libro appunto poi a una declinazione piuttosto minuziosa
Spiega che cosa sono le identità spiega cosa significa convivenza analizza la parola nella pienezza dei suoi significati anche nella storia dei suoi significati però credo che sia più utile partire dalla prima domanda
Corrado Augias
Come possiamo convivere preservando le nostre identità chiede da si chiede Gabriele Segre la risposta che dà la convince Ciccotti convince qual è e quale sarebbe la tua
Mi convince come speranza
Pur potrei anche dire come utopia
Perché in realtà è una domanda senza risposta
Tanto più in questo momento per due ragioni dico tanto per in questo momento la prima e che la convivenza forzata
Con persone che non partecipano della nostra cultura
è un dato di fatto
La seconda è che sono venuti meno
Quegli ideali di fraternità
Mi ricordo una vecchia canzone
Nostromo hanno
Nostra legge la libertà nostro la il mondo intero
Non solo sono cose che non ha non hanno più molto senso perché
Il punto di partenza e questo
Ne siamo dobbiamo esserne consapevoli saluto la vicepresidente della Camera
Noi viviamo attraversiamo la più grande rivoluzione che sia mai accaduta nella storia del genere umano
Perché quattro cinque fattori tutti insieme convergono
E si sono scatenati per cancellare modificare sostituire quello che c'era prima
Il cambiamento
Climatico
Spaventoso sia attuale sia nelle prospettive
Intere zone dell'Africa che per a rigidità il calore diventeranno sono diventati inabitabili donde migrazioni di massa di dimensioni epocali bibliche
L'avvento della cultura digitale che sostituisce quello della carta sulla quale incombe l'intelligenza artificiale con tutto ciò che porterà di bene e di male
La perdita di punti di riferimento nel equilibrio del pianeta
Che sembravano stabiliti per sempre dice scrive Gabriele Segre ricorda Gabriele Segre che a cavallo tra l'ottantanove e novantuno si era parlato addirittura di fine della storia
Quando venne giù il Moro e poi venne giù anche l'Unione Sovietica fine della storia non è vero niente
La storia continua affannandosi zoppicando
E e gli equilibri cambiano le nuove potenze emergono le vecchie potenze è inutile che faccia i nomi qua
Barcollano faticano a mantenere
Diciamo pure un dominio o e nella formula benevola un equilibrio che dal mille novecentoquarantacinque
Ha garantito bene o male a questo vecchio pianeta di andare avanti
Oggi incombono le guerre insomma io lo capisco
Che le persone meno avvertite ma anche quelle avvertite
Vivono questi cambiamenti con una prensione forte
Che credo sia anche una delle ragioni
Dei risultati che non volevi elettorali che non solo in Italia non solo in Europa ma nel mondo
Noi vediamo dobbiamo registrare
Perché davanti a un tale sconvolgimento la le persone hanno paura
E quando si ha paura ci si rifugia il in una preteso un uomo mi donne movimenti partiti forti che sembrano offrire una garanzia e una situazione molto brutta quella che vediamo dunque
La domanda di Gabriele Segre
La proposta viene a cadere
In un momento
Di io non esito a definirlo molto drammatico molto altamente drammatico
Parlare di convivenza
Qui la gente spara
C'è un risvolto io posso andare avanti
C'è un risvolto che anche in quello dei qui tante
Non ci siamo perché guardate è inutile che ci prendiamo in giro
Il filigrana
Caro Gabriele
Sotto questo bel discorso alto propositivo delle ultime pagine illuminato da un raggio di speranza
Sotto questo di io vedo Israele
Sbagliano
No non sballo sotterra Spagna è così evidente
E allora
Che cosa ci porta a dire a proposito della cultura della convivenza
Che in Israele
E dal mille novecentoquarantotto in poi
La cultura della convivenza è fallita
E fallito dopo la guerra dei sei giorni nel sessantasette è fallito dopo lo l'assassinio di Rabin
E quello che vediamo oggi a due facce uno di cui si parla molto e uno di cui si parla molto meno
Quello di cui si parla giustamente molto e la tragedia di casa con le vittime civili
Dovute ricordo alla scelta criminale di Hamas di mettere le sue basi mescolate alle scuole agli ospedali alle case private
Di modo che fosse praticamente impossibile cacciare i terroristi senza colpire anche gli innocenti facendole diventare forzatamente complici
è uno di cui si parla meno ma che altrettanto drammatica che è quella dei territori
Della US Bank o come della Cisgiordania
Quei territori della Cisgiordania quando finì la Guerra del sessantasette vennero temporaneamente occupati da Israele
Con il nobile pretesto che sarebbero stati rilasciati non appena gli Stati arabi interessati avessero riconosciuto l'esistenza di Israele
Cosa che in parte è avvenuta l'Egitto la Giordania in parte non è avvenuta soprattutto nel mondo sciita
E che con i governi
Caro Gabriele lasciami dire deplorevoli dell'ultimo periodo
Di Israele
A moltiplicato le colonie gli insediamenti illegali
In maniera tale che ogni ipotesi di cultura della convivenza è venuta meno
Né in quel territorio di cui si parla bene dove la situazione certe meno tragica di quella di casa
Va dove dal punto di vista della cultura della convivenza forse ancora più complicata
Allora per ragioni generali che ho cercato di accennare
E per le ragioni particolari se stringiamo il focus su Israele e ancora più stretto Zoom mando proprio sulla Cisgiordania
Io credo
Caro Gabriele che tra i nobili propositi adesso rispetto se li trova espressi EUR
Prime pagine per il momento
Debbano essere messi da parte in attesa che a breve possano riaffacciarsi
Allora Gabriele
Ha dato una una prima cioè il microfono
Grazie fosse
Chi lasciare subito la parola Gabriele perché mi sembra intanto
La filigrana indicata da Corrado Augias spera giusta riconoscibile naturalmente e sicuramente è il caso di tutti quelli che si possono fare non è l'unico di diciamo di questione delle identità così così forte così lacerante ma certamente forse nel caso più forte sotto i nostri occhi in questo momento anche se c'è anche un'altra guerra che anche lì c'è un tema di identità
E quindi ti ti darei subito la parola per rispondere a Corrado Augias che è meno ottimista mi sembra DDT come voglio dire però che il libro non è un'utopia e non propone un'utopia quindi è diciamo c'è un aspetto una valenza positiva affidata alla politica
Anche all'idea che la politica possa costruire una cultura della convivenza
E e quindi c'è questo afflato positivo però non ha ragione Canfora quando dice non è un sognatore ecco però
Le come dire la parola alla difesa
Grazie mille intanto permettete più un istante per di ringraziare trentatré la vicepresidente da cavallo scarni
I miei come relatori Corrado Augias grazie infinite di essere qui adesso passando a Nievo non ringraziamento particolare a Gianni Cuperlo che comanda amicizia che ci lega del sequestro Moro questo incontro possibile ma soprattutto credo perché l'amicizia che ci lega
Una
Un intento comune ovvero quello e vado subito a parlare del del delle domande che avete posto voi
Di di guardare al tema della convivenza non sono son d'accordo aveva
è ottimista in questo libro è ottimista
Nella sua funzione di non arrendersi alla desolazione
Ma non è ottimista in termini di prospettiva a quella prevalente che voglio dire
Ci troviamo di fronte a un da
A un momento e Lea oggi essa la spiegato in maniera magistrale talmente sconvolgente talmente desolante talmente
Come ci si sente disperati quasi incapacità di rispondere alle sfide che abbiamo di fronte che non possiamo non provarci perché l'alternativa al nichilismo
Darling alternative Osvaldo l'alternativa è abbandonarsi alla disperazione e aspettare che chi invece disperato non è e ha intenti e radicali anche meschini
Facce di della sua agenda d'agenda collettiva allora io quello che ho voluto fare con questo libro era dire a me stesso e ai lettore che chiaramente la voglia
Che il nostro primo e unico
Obiettivo da nostre prima e unica necessità in questo senso e richiamarci a una progettualità condivisa cioè noi non possiamo rispondere alle grandi sfide che lei giustamente ricordato
Senza attivarci essenze attivarci politicamente
Allora la politica e esattamente quella funzione quell'arte qualcuno la chiamerebbe quella fatica mi sentirei di dire
C'è risponde hanno bisogno di guardare la complessità che ci accompagna e farne qualcosa a proposito io definiscono il libero dalla comunità in maniera molto chiaro molto specifica per me comunità e non significa Adele
Valori come in comune principi in comune
Storia in comune identità in comune questo non basta a creare comunità ciò che crea la comunità e l'intenzione di fare qualcosa in proposito
L'intenzione di avere un progetto in comune
Oggi quell'azienda immancabili tutta da da fonte Maggio maggiore della mia disperazione non è vedere il contesto che abbiamo di fronte
Ma è la mancanza di un'intenzione Colli condivisa compone che citerei che terrei comunità
Per farne quei fan per farci qualcosa in proposito
Allora questo libro permette e la convocazione a un progetta la progettualità e la convocazione al guardare i problemi nella loro complessità
E quindi non solo star le vie a guardare basiti ma ad attivarsi al fine di un'intenzione collettiva per me il problema centrale che determina poi tutti quelli che lei giustamente ha ricordato e che noi viviamo in una fase storica e non soltanto di questi anni ma certamente dell'ultimo secolo
In cui per la prima volta nella storia noi guardiamo a noi stessi
Come individui
Individui come io io che posso muovermi che possano essere libero di essere ciò che si trovano che posso otto progettare nel futuro come mi pare
Ovviamente non tutti possono farlo questo lo sappiamo e dobbiamo mettere tutti nelle condizioni di poterlo fare ma in termini di cultura riconosciamo che tutti dovrebbero avere la possibilità di farlo e questo è un enorme non non non non mi fra intendete è un e norme
Con questa che dobbiamo tenerci stretta
La possibilità di essere noi stessi la possibilità di manifestare e come dicono cerebrale le nostre identità Lanza mobilità di
Seguire con un progetto di vita libero nei nostri vocazione nostre determinazioni e qualcosa di problema mente
Come dire estremamente caso estremamente
Importante che a cui non possiamo incorre in alcuna maniera rinunciare ma ma dobbiamo sapere che viene a un costo e questo cosa è quello di dimenticarsi che dai controlli noi risolviamo tutto
E dimenticarci che comunque dobbiamo convivere con l'altro
Non solo per evitare di farci la guerra ma anche per immaginare uno spazio di progettualità condivisa immaginare un senso di noi stessi che vada un po'più in là rispetto alla determinazione individuale
E questo è necessario al fine di rispondere a tutte le grandi sfide ricordate precedentemente ora sotto d'una parola Alessandra
Finisco brevissimamente ama
è stato ricordato giustamente Israele alcuni libera per la verità non si ispira ma certamente fa parte del del del contesto e del della mia storia ed è il modo in cui io guardo
La nostra società e la mia stessa vita io passavo
La mia vita tra Israele e l'Italia eccome ne ricordavo prima ancora di più oggi perché non mi sento non sento di potermi permettere di lasciare il campo hanno disperazione neanche il e quindi bisogna presidiate dopo in campo col lì come quelli e ma la convivenza non è una sfida soltanto di chi spara la convivenza invece ricordare e quell'atto di fatti che ha e di volontà che riguarda tutti noi nel nostro quotidiano
E riguarda tutti noi con noi stessi prima ancora che con l'altro
Allora certamente Israele oggi offre
Degli degli importanti spunti e delle occasioni ci auguriamo
Di trovare allora ogni si a lavorare e a fare politica
E a fare politica immaginando un progetto insieme immaginando o meglio determinando manifestando l'intenzione di un progetto assieme
Se si perde di si è persa per tanti
Ma ma quel progetto lì e quelli bisogna di progetto che Celli
Non va dimenticato qua e non va dimenticato da nessuna parte dove c'è una relazione umana
E mi fermerei qui per il momento
Certo vedo che Corrado Augias vuole intervenire subito poi uno quindi a perfetto tre sibilo Granata credo che ci siano veramente molti spunti sottolineo soltanto questo nelle cose che ci ha detto Gabriele sei Graeme
E ancora a proposito dell'individualismo facilitarono trovò nel libro il riassunto di quello che ha detto Gabriele adesso
Dice
Ognuna di queste due abbiamo molte identità
Ognuna di queste indispensabili per impaginare
E provare a costruire quell'ordine dissenso quella prospettiva futura quella scritta verso qualcosa di nuovo che contribuisce profondamente a definirci come comunità infondendo ci fiducia
Sulla possibilità di vedere la luce anche se oggi navighiamo nelle tenebre io che dico la verità sono vecchio
Lascio la prospettiva della luce
Alessandro Sbordoni
Fanno Ascani a Gianni Cuperlo che solo giovani combattivi e fanno politica
Io non avendo al momento poi c'è otto tutto cambia mai nulla si perde
Gli scippi sono lunghi ma poi si alternano quindi la luce tornerà Moggi sapendo dove vedo una prova di questa mancanza della luce noi abbiamo lamentato per mesi forse per anni che i giovani fossero sbagliati come ha scritto in un bel libretto Michele Serra sviste Ryan
Apatici ignari davanti a ignavi
Non mi importa
E poi
Quando si risveglia lo si alzano dal divano e si mettono a fare quello che ognuno di noi a seconda delle generazioni ha sempre fatto
Che fanno fanno le manifestazioni per la Palestina sacrosante per la carica per carità ma il nome di principio sbagliati senza sapere bene di che cosa stanno parlando
Dicendo Israele uguale nazismo
Cioè abbagliati dava conoscenze superficiali non
Si ha l'impressione che non sappiano bene di che cosa stiamo parlando perché cosa vogliano veramente combattere
E allora e questo anche che contribuisce per un uomo come me intendiamoci a spegnere la luce però altre la manterranno accisa e quindi il calo il cammino prosegue
Allora
Gabriele Segre il parte naturalmente se vuoi contro replicare a queste osservazioni di Corrado Augias però
Mi scusi volevo sollecitare atti su una specie di a simmetria che vedo nella situazione attuale perché
A proposito dell'identità diciamo e e diciamo se sì dobbiamo aggiungere complicazione a un quadro già complicato e anche drammatico e anche che hai raccontato anche in modo vibrante nella sua drammaticità
E vero la sopravvivenza e la necessità di sopravvivere a tutto questo è sicuramente una molla però c'è una simmetria a proposito di identità tra chi
Per la propria identità società in cui si per la propria identità è pronto anche a dare la vita a combattere
Non soltanto diciamo si può fare un ragionamento come dire sociologico di situazioni di miseria che è un ragionamento che abbiamo fatto su alcune parti del mondo ma l'abbiamo visto invece anche in una in società dove mi riferisco anche all'Ucraina dove fino Da Rin tutti ricorderanno Emilia scoppio della guerra le immagini di quelli che la sera prima stavano prendendo gli aperitivi come facciamo noi qualche volta quando possiamo
Quindi c'è questa simmetria tra chi per l'identità è pronto a questo e chi sembra totalmente come dire
Non non curarsi di questo proprio di questo problema e quindi delle necessità nemmeno non si pone nemmeno il problema di una cultura della convivenza allora come la costruisci anche in questo mondo che anche questa simmetria e aggiungo
Tutto questo e la costruzione della capacità di celebrare le la dignità di quella che tu chiami la dignità dell'identità presuppone un una cultura umanistica in un senso un umanesimo tu parli
Precisamente di umanesimo che la la nostra stessa società in parte in buona parte sta demolendo e perfino una cultura progressista
Lo sta demolendo mi riferisco anche elementi di cassa il calcio perché ci sono i negli Stati Uniti cioè
Ecco metto questo
Questo elemento così così e con queste asimmetrie queste contraddizioni che ci sono nella società per indire
Secondo te da dove si può partire
Non so se poi appunto contribuisco attenere alle tenebre di Corrado Augias in questo modo
Sì ma mi permetto di dire che che
Raccolgo
Le parole di di Augias non come tenebre
Bensì con un dato di fatto e io credo che ognuno abbia
Da costruire proprio ruolo all'interno del dalla società in cui viviamo è lei lo fa
Da sempre e con grandissimo impegno e anche nell'impegno degli nel dire da la verità più più faticosa perché in questo momento lei in fondo al tunnel non vede una luce
E io sono d'accordo io sono assolutamente d'accordo io non vedo alcuna luce in questo momento alla fine del del tunnel
Questo non mi esime verso continuato va a cercarla ecco
E e questo non esime chi chi ha essi si impegna nella società da qui ovviamente prendo no non posso che imparare da lei ma e secondo me parte della risposta di questa luce
Forse non lo so perdono suggestioni che mi permetto di di avanzare e
Eh sì deriva un po'dalle parole che diceva Alessandra salgono in questo istante ovvero è vero c'è una grande fetta di cultura mondiale
E direi forse
Sempre più larga
Che mette né identità
Prima di tutto
Mette la propria identità come l'unica verità per la quale vecchio è giusto anche morire
E ridammi la mia risposta alla domanda di Alessandro Sbordoni e
Cambiamo il il numero del del soggetto non parliamo più di identità al singolare parliamone criminale
Le identità cui ho fatto riferimento da quella uterina quella dei di alcuni Nadia di qualunque altro razionalismo che oggi i nazionalismi sono quelli che più di tutto
Determina questa spaccatura tra tra novità o noi o loro
Diventa però patologici
Nel momento in cui sono intesi al singolare un'unica identità io sono quella roba lì e nient'altro io sono Gavino sono so io sono ebreo e non sono diventato io sono israeliano e grosso campo
Palestinese io so palestinese quindi sono antisraeliano
E via dicendo io sono di destra ed Enzo retropalco e non sono di sinistra io sono
Scegliete voi
Ma nel momento in cui l'identità
Poesie di Duce a con unica singolarità vengono agli non c'è di luce e che tenga in fondo al tunnel perché
Qui non c'è possibilità di costruire uno spazio di relazione con l'altro sarà sempre io contro qualcos'altro
E quell'altro sarà sempre o in funzione del del verde ed magnificare la mia identità quindi magari soggiogato a me oppure un pericolo per me quindi devo semplicemente distruggerlo
Ma nel momento in cui io capisco che sono
Italiano quelli non sono francese Mastro no anche europeo quindi magari non se la meritava ma sono anche caucasico qui non sono magari asiatico ma sono anche ebreo e quindi non sono mancati
A un certo punto tra tutte le identità si creano delle intersezioni
E quella imperfezione ricreano in relazione
Ovviamente è un percorso difficilissima perché richiede uno sforzo di comprensione Derna complessità individuale e della complessità
A tende del delle comunità e delle società in cui viviamo
Della dinamicità con cui queste identità camper io io ne ho parlato a lungo nel libero le identità non solo sulla molteplici Giario un casinò permettetemi il francesismo ma
Sono
Mobili sono dinamiche cambiano nel tempo e nello spazio stare dietro l'evoluzione di tutto ciò e estremamente complicato
Estremamente faticoso
Ma non c'è alternativa
Non c'è alternativa allora se noi costruiamo una cultura che riesce a riconoscere la complessità di questo spazio
D'identità così articolato è faticoso ma così permettetemi
Vero cioè corrispondente a ciò che
E andando possiamo trovare spazi di relazione
E la politica dato che siamo nella casa della politica
La politica acquisito in modo qua prima di tutto agli ufologi ricordarci che noi costruiamo i nostri progetti comuni a partire da quelle diversità ma non perché gli prestasse la band di perse perché mesi fa sono ciò che abbiamo
E ciò che abbia in quanto ciò che abbiamo
Facciamo
La legna sul fuoco che abbiamo qui capiamo
La complessità delle delle identità e le riportiamo a livello di progetto politico
Non come valore in sé ma come necessità per creare nel momento in cui questa diventa il valore di una parte sola ecco che diventa un'altra identità
Se invece noi comprendersi offre un dato meramente antropologico e sociologico cioè del fatto che siamo tutti fattori di tanti di tante parti
Aveva il ruolo della politica è quello di creare relazione da queste parti
E dove lui c'è conflitto tra una parte e l'altra ricordare a chi ha un pezzo di un'identità e un pezzo dell'alta in conflitto che hanno altri dieci mila pezzi che non lo sono in conflitto
E possono essere uno spazio per costruire soggetto in comune
Corrado Augias tre certe
Sì sì
Sì sì
Mentre
Volevo scusate volevo dire
Una frase che leggere una breve brevissima frase che aveva molto colpito
Che dice la democrazia
Non è mai così fragile come quando trionfò anzi
Diventa debole proprio quando siamo così sicuri della sua forza che la diamo per scontata
Io estendo queste parole
Anche alla pace
Anche la pace
Non è mai così fragile come quando la diamo per scontata
La democrazia e la pace sono due edifici barcollante
Che stanno lì fino a quando la volontà di impegno
La cultura della convivenza di ogni lo sforzo di o il giorno li tiene in piedi
Quando questo viene bene l'assuefazione di ottant'anni all'interno dell'Unione Europea
Di ottant'anni di pace può far venire meno quell'impegno
E può far barcollare sia la democrazia sia la pace
Ecco da questo punto di vista limitandomi a questo Carlo insomma voglio dire sono due cose enorme ma limita delle oppure solo a questi due concetti la democrazia e la pace io lì sposo in pieno quello che scrive Gabriele se
Perché è chiaro che se
Le nuove generazioni
L'Europa chi se ne frega votare non ci penso proprio la pace ma tanto sta lì la democrazia non so bene che ma va bene come ecco lei si pongono le premesse per un possibile collasso
E questo è il contrario della cultura della convivenza perché io richiamo la vostra attenzione sul titolo del libro nella politica
Della convivenza politica avere dopo e la cultura della convivenza che è qualcosa di diverso
La cultura è qualcosa che coinvolge intellettualmente cioè con convinzione
Un certo numero una vasta o più o meno fast Area di persone e diventa un motore allora sì della convivenza secondo me scusate aperta lo so di dire delle cose brutte
Ma secondo me questa cultura della convivenza
Non non dico cioè ma non è abbastanza diffusa
Mi sembra questo è sprezzante per sua definizione le le parole finali ma credo che sia che tutto che sia molto giusto questo richiamo però al fatto che la al titolo alla cultura della convivenza nel senso che a volte mi pare che ci sia una rinuncia proprio alla cultura ecco in se stesse invece lo stesso richiamo all'umanesimo che si faceva prima avrebbe bisogno di queste invece spesso c'è una separazione anche all'interno della cultura e anche su in Italia secondo il mondo molto forte anche fra le generazioni
Sul piano proprio di come è come vivere la cultura però Gabriele Segre non so se voi io direi che ti lascerei l'ultima parola
Anche perché Corrado Augias ci diceva che doveva andare sì sì prego poi non so se c'è qualcuno che vuole
Che Gianni Cuperlo dicesse qualcosa
Mi piacerebbe essenziali per Cuperlo
A terra anche eh già no è quello
Sì fuoriserie voi Bova credo stiamo trasferendo il premier lo vuoi dire qualcosa si è trovato a casa poi ovviamente progredì Cuperlo grazie mille
Quello che ha detto i due concetti democrazia e pace
Democrazia e pace richiedono come ha ricordato giustamente partecipazione cioè bisogna attivarsi per tenerli vivi è soprattutto per mettendo in discussione non esiste democrazia se non è democrazia discussa se non è di democrazia
Crediti chiaramente osservata e lettere analizzata se non ci si pone il la domanda di cosa manca non cosa abbiamo perché la dopo che il sei e il quel sistema che ci permette di cambiare così come cambia il mondo e come cambia la storia e se smette di cambiare si fosse Lindsay non dogmatismo ideologico che non serve più di qualunque altra ideologia allora la domanda è cosa manca nonché cosa abbiamo che cosa perdiamo questa è la domanda della democrazia e lo stesso vale per la pace cosa manca
L'antico se abbiamo costruito che cosa abbiamo non siamo riusciti a costruire che cosa ci manca qual è il pezzo successivo questa cosa richiede partecipazione
Era ricorda tristemente la partecipazione non c'era gente lo va a votare e soprattutto la gente doveva interessata
La gente dall'interessata
E qua lungi da me e dal criticare chi senta il bisogno di partecipare o no ma credo che sia il nostro lavoro nostro partito per chi usa il pensiero come lo strumento del proprio lavoro
Chiedersi che cosa serve per partecipare di più
Comprendere di più rispetto all'identità
Comprendere di più rispetto al fatto che
La complessità delle identità dà spazio
Ha la volontà di fare progetti assieme quindi a a costruire comunità
Ecco questa cosa qui
E uno strumento utile alla partecipazione secondo me tra me ne uccida la mia partecipazione del poi quella degli altri chissà
Quindi credo
Voglio ringraziare hanno Ascani la vicepresidente della Camera i colleghi e le colleghe del gruppo parlamentare che sono tornati a votare
Il telegramma finale questo ringraziamento ad Alessandra Sardone Corrado Augias
E naturalmente Gabriele segrete questo suo lavoro
E io penso che quando Gabriele parla della necessità di progettare assieme
Ci dice qualcosa che ha a che vedere conato anche con la sfera del linguaggio Ponte delle parole con cui su cui tu sei il maestro per molti di noi mi ha sempre colpito mi ha colpito in anni recenti riflettere sul fatto che ho una figlia grande
La generazione dei ragazzini più giovani ma insomma
Ragazzi quelli che hanno già trent'anni oggi più o meno sono cresciuti si sono formati in un tempo storico
Durante il quale sono stati avvolti dentro un linguaggio che Elia condizionati pensando
Alla caduta del Muro
Al crollo delle borse
Al collasso dell'economia
Alla crisi dell'ideologia alla fine delle speranze e via di questo secolo
E penso che invece tu appartenga bimbo ad una generazione io ho conosciuto alcuni autorevoli esponenti di dirigenti della sinistra italiana
Che
A a ridosso dell'età dei novant'anni quindi più adulti tutte
Parlavano con difficoltà con me della stagione della lotta di liberazione della Resistenza della lotta armata però poi quando faceva loro qualche domanda sugli anni successivi disciplinato dagli occhi
E il linguaggio che adoperavano ricorreva a termini come
La liberazione dal nazifascismo la ricostruzione dell'Italia il boom economico nuove frontiere della scienza e della tecnologia e penso che sia diverso se
Una generazione due o tre generazioni crescono in un tempo storico dove il loro linguaggio linguaggio del discorso pubblico è fatto di collassi crisi infine dell'ideologia
Cadute OCSE cresce un tempo storico dove invece la prospettiva che anche quella della liberazione della ricostruzione del boom della scoperta di nuove possibili frontiere e e dico questo ringraziandovi ancora una volta per questo pomeriggio breve ma intenso perché forse uno dei meriti di questo lavoro di Gabriele quello di riscoprire
Un linguaggio che è un linguaggio della speranza ma nel senso della positività
E e penso approfitto di questa occasione per dirlo che questo ciclo di trasmissioni che tu hai guidato quest'inverno sulla sette
Abbia avuto esattamente un letto analogo che è stato quello di restituire a a molte persone soprattutto più giovani di me e Dinoi
Quella prospettiva che qualche anno fa una ventina d'anni fa l'ultimo grande movimento globale aveva battezzato come un altro mondo è possibile ecco se la tua generazione riesce a trasmettere questo
Significato e questo sentimento quello di un altro mondo possibile anche a partire dal linguaggio questo sarebbe un merito preziosissimo e credo che tutto sommato
Al netto della giusta valutazione sulle temere che ci circondano se un'affinità oggi pomeriggio mi è stata tra voi due per tutti e tre penso di poter dire e che quella speranza non va rimossa grazie ancora di essere
Sì allora grazie a Corrado Augias a Gabriele Segre grazie a voi buona serata