Il fenomeno dei suicidi in carcere: un'emergenza tragica e un grido di allarme

Un anno che c'è un po'diversa dal solito rispetto alle conferenze Ali convegni ai seminari che abbiamo fatto in questi lunghi anni di attività del garante delle persone private della libertà personale
Del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte perché siamo ospitati oggi dalla sede della Giunta regionale
La cosa peraltro e ugualmente significativa non soltanto per un'esigenza logistica dei lavori in corso a Palazzo Lascaris ma perché tocchiamo un tema che ha una Diretta connessione con le competenze con i ruoli della Regione e della giunta regionale
Qui infatti
Seminario di oggi si apre con un saluto dell'assessore Chiara cucino che purtroppo però però un sopraggiunto impegno istituzionale non sarà presente ha mandato un testo lo leggo
Beh stante la stampa lunghi
Chiara Cau Cino che appunto assessore all'infanzia genitorialità ruolo della famiglia politiche del bambino politica della casa e comunque è stata in questi anni anche assessore I e servizi sociali ci scrive buon giorno a tutti è con estremo dispiacere che per un improvviso impegno istituzionale non posso partecipare personalmente a questo incontro focalizzato su quella che è da considerarsi un'emergenza sociale
Sulla quale intervenire i suicidi nelle nostre carceri parlo di emergenza perché è quella che descrive i numeri solo nel due mila ventidue le persone che si sono tolte la vita negli studi penitenziari italiani superano l'ottantina
Ma il dato di più toccante e che il cinquantatré per cento dei casi di morte dietro le sbarre avviene proprio per suicidio
La percentuale più alta di da quasi cent'anni
Il che rende l'idea della gravità del fenomeno della necessità di intervenire tutti insieme per individuare e mettere in pratica soluzioni che possono prevenire questa situazione
Da permettetemi di dirlo sottolinea l'assessore Caudo Cino paese che non è ancora del tutto civile
Dovremo iniziare ad interrogarci profondamente seriamente sul concetto di detenzione
Chi si toglie la vita è una persona generalmente disperata che sente di aver perso tutto probabilmente o forse soprattutto anche la dignità
Ed è da qui che occorre ripartire il carcere privazione di libertà accerto nello da un ognuno di noi nel suo piccolo ha provato se pur con tutti gli agi che cosa significhi non potersi muovere e dover tornare a casa entro una determinata ora tutti abbiamo compreso ancora di più quanto importante sia la libertà e come se se ne accorga solo quando questa viene a mancare
Formazione inclusioni rieducazione e prevenzione sono queste a mio parere le ricette per evitare i suicidi in carcere formazione inclusione rieducazione prevenzione
Ma è difficile mettere in pratica negli istituti detentivi italiani caratterizzati da un atavico sovraffollamento per non parlare della carenza di personale l'escalation dei suicidi deve finire
Il carcere da inferno tra virgolette deve diventare luogo di redenzione rieducazione
Per permettere ai detenuti certamente di scontare la loro pena ma senza mai perdere la speranza per un futuro nuovo
Perché è un nuovo futuro sia possibile deve diventare occasione di crescita e di rinascita Chiara Caucci no assessore della giunta regionale del Piemonte
Mi spiace che non sia presente una devo dire che alcuni passaggi sull'impegno il suo ruolo anche della Regione lì credo significativi diciamo da portare a casa come momento anche di condivisione
Per il delle riflessioni e dei dati che vedremo assieme
Adesso invece chiedo a Roberto Capra avvocato presidente della Camera penale del Piemonte occidentale della Val d'Aosta di fare il suo intervento per molti motivi io avevo deciso di chiedere ha coperto Capra
Il suo intervento qui oggi non da ultimo per il suo intervento fatto in sede di inaugurazione dell'anno giudiziario poche settimane fa che tra l'altro partiva proprio dall'elencazione dei nomi delle persone che si sono suicidati in carcere
Di che schiaccia il pulsante
Per e dei scusa
Sì grazie uno buongiorno a tutti i miei sono sostanzialmente come da programma dei saluti sono i saluti della camera penale che io rappresento che la Camera penale
Del Piemonte occidentale Valle d'Aosta e come tale diciamo copre una parte del territorio regionale e quindi per quanto riguarda il problema di cui oggi ci occupiamo diverse carcere disavanzi istituti pesa
Ringrazio
Bruno perché la sua sensibilità su questi temi e ovviamente nota e anche per la volontà di continuare a metterci insieme per analizzare provare a trovare soluzioni
E poi i riuscirà a mettere in piedi
Delle iniziative che possono servire per le nostre carceri a migliorare una situazione che come sappiamo tutti e drammatica ringrazio ovviamente anche il garante nazionale qui rappresentato da la collega Livia Rossi
Che ha fatto questa attività di analisi la questione del dei suicidi in carcere e
La punta ahimè più
Drammatica di una situazione molto complicata e lo specchio di come gli istituti di detenzione
Siano in sofferenza siano in difficoltà io faccio questo mestiere come dire per davvero che lo vedo con i miei anche enti detenuti si è in una situazione di grave carenza di prospettive
Non voglio parlare di carenza di risorse in accennavamo prima con il dottor Gianfrotta
E arrivato un po'un momento di
Non limitarsi a lamentarsi della poca della carenza di risorse della carenza di personale delle difficoltà perché sono temi e aspetti troppo rassicuranti per non dover fare quello che invece ognuno nel noi deve fare quindi non non parliamo del della carenza che lo sappia boccia tutti che in un paese diverso
Migliore potremmo avere più risorse più persone ma questo succede più o meno ovunque facciamo con quello che abbiamo e vediamo che cosa riusciamo a fare tutti insieme
L'avvocatura torinese quella penalista che in qualche modo io rappresento
Ha cercato io sono non presero
Sono in carica da circa
Quattro mesi abbiamo cercato in qualche modo di capire dove poter andare a parare per cercare di fare qualcosa per il carcere di Torino ma anche per gli altri carcere della regione
Io credo che ognuno per
La sua parte debba ritenersi oggi e io lo dico per primo per l'avvocatura responsabile di una situazione di difficoltà ma bisogna guardare al futuro per essere tutti assieme andare a cercare dove poter
Lavorare dove poter ottenere dei risultati perché il fenomeno dei suicidi in carcere che ripeto ovviamente nasce anche da storie personali da storie difficili
Ma e certamente acuito in questo la prova ne sia che la percentuale dei suicidi in carcere molto maggiore del della percentuale di suicidi come dire fuori dal carcere quindi inevitabilmente noi abbiamo un sistema che fatta fattore propellente per la il fenomeno del togliersi la vita
In carcere ma noi dobbiamo pensare a comica come intervenire complessivamente sulle sulle carceri
Il detenuto quando arriva in carcere s'alla sensazione di essere in un buco nero sostanzialmente di essere abbandonato questa è la cosa principale che secondo sulla quale possiamo lavorare tutti assieme
E quindi ognuno per la sua parte e le istituzioni che oggi ci ospitano e che secondo me se guardiamo bene hanno risorse da da spendere
Si tratta di capire se le vogliamo canalizzare in questa direzione così come la società civile e su questo vi chiedo come dire di sollecitare anche il ruolo dell'avvocatura perché gli avvocati
Non non hanno
Necessariamente un ruolo straordinariamente importante ma annulla sposi evita di fare da cuscinetto tra
Le istituzioni e la Società Civile parlo di imprenditoria di commercio e quant'altro perché io conosco meglio la realtà torinese rispetto a quella
Commedia regionale ma a Torino ci sono risorse che andrebbero solo come dire sfruttate gratta temi sia impegnate in alcuni in alcune direzioni una di queste può essere il nostro carcere cittadino bisogna coinvolgere bisogna fare in modo che
Ripeto sia la società civile
Espressione e dell'imprenditoria e di tutte quelle risorse positive che ci sono in questa città
Si svegli un po'e ci dia una mano per risolvere quello che è un problema provare a risolvere un problema pensare di migliorare che quello che è il problema del nostro calcio io parlo di Torino ma ovviamente
E allargabile alla a tutti gli istituti di pena della Regione Piemonte
Per consentire essenzialmente delle opportunità
Di lavoro perché il lavoro io credo poi ognuno vede quello che vede oltre fenomeni così complessi anno mille sfaccettature ognuno analizza poi quello che ritiene più importanti dal mio punto di vista se fosse avesse in mano i cordoni della borsa potessi decidere
Io farei l'attività serrata per offrire lavoro perché senza lavoro non si va da nessuna parte e non è un problema
Di rieducazione termine che a me non piace particolarmente ma di risocializzazione cioè di rientrare all'interno di un contesto civile o anzi meglio al in taluni casi entrare per la prima volta perché potrebbe essere anche il carcere un'occasione
Parlo come dire
Anche con un po'di sogni nel cuore però forse se ci mettiamo tutti assieme possiamo farlo
E quindi concludo portano salute ringraziandovi e scusandomi in anticipo ma Bruno lo sa che purtroppo facendo l'avvocato a mezzogiorno e mezzo sono davanti a una corte d'appello
Grazie
Grazie stamattina sarà un po'così spostato al microfono di Radio Radicale
Perché è un servizio pubblico credo che sia importante averla qui oggi per una conferenza che parte dall'alto da un lavoro prezioso fatto dal Garante nazionale è un'analisi dei Suicide gli esiti penitenziari italiani alla fine di una anno tragico come quello del due mila ventidue ma anche con un'apertura di lungo periodo sugli ultimi dieci anni io faccio solo una piccola chiosa iniziale
Abbiamo deciso di fare questa
Presentazione questa conferenza sabato partendo dal prezioso lavoro del Garante nazionale sarà illustrato da Emilio Rossi componente garante nazionale componente del collegio
Del Garante nazionale e poi discuteremo di questi temi con una a altri interlocutori a cominciare da Rita Russo provveditore dell'amministrazione penitenziaria del Piemonte Patrizia baschetto che la referente coordinatrice dalla sanità penitenziaria per il Piemonte i colleghi
Garantire la Regione Valle d'Aosta delle Squillace e della Regione Liguria Doriano Saracino tarato
Doriano Saracino neo nominato garante dopo fallisce della anche la Regione Liguria si adeguata la collega garante comunali Torino Monica Cristina Gallo
E nel attendiamo l'arrivo per un era in ritardo di Stefano Anastasia cui avevamo chiesto di fare
Le conclusioni speriamo che riesca ad arrivare prima delle conclusioni
Solo una una chiosa anche per introdurre
Il lavoro di analisi
Ovviamente la questione dei suicidi in carcere non è nuova l'attenzione nuova perché nuovi e drammatici sono i numeri però è importante dire otto in sede Palazzo della Giunta della Regione Piemonte che su questo tema abbiamo un importante piano nazionale di lavoro sulla prevenzione del rischio suicidiario auto decisivo che del ventisette luglio due mila diciassette
Che ha previsto Piani regionali di attivazione la Regione Piemonte è stata una delle prime alcuni non sono ancora riuscite a fare un piano regionale non ce l'abbiamo e del ventinove aprile due mila diciannove del piano regionale ha previsto che ciascuna realtà territoriale ciascun istituto penitenziario in accordo fra Amministrazione penitenziaria e ASL presidio sanitario regionale se territoriale
Sì condividessero dei protocolli operativi su chi fa cosa nella prevenzione e nella gestione della rischio suicidiario dell'evento suicidiario
E quindi noi abbiamo in tutti gli istituti in tutte le ASL con presidio sanitario penitenziario un protocollo operativo
Ultima cosa che voglio dire sottolinea è così ringrazio anche per la presenza del Presidente
Francesco Gianfrotta perché la Regione su questi temi ha deciso di organizzarsi all'interno del gruppo tecnico interistituzionali sanità penitenziaria che l'organismo di consulenza che la Regione Piemonte si è dotata all'interno dell'attività dell'Assessorato sanità e nella più ampio lavoro
Non sempre facile non sempre produttivo non sempre diciamo lineare
Del gruppo tecnico abbiamo se non c'è stato un lavoro suddiviso per temi ed è stato definito un tema che è una sottogruppo proprio sulla prevenzione del suicidio
Degli atti autolesivi di cui impaziente Gianfrotta par fa parte e che l'assessorato regionale mi ha chiesto di coordinare
Adesso do subito la parola ad Emilio Rossi per una lite illustrazione nel dettaglio della dell'analisi che appunto è stata presentata a fine anno ma aggiornata all'inizio della con i dati relativi all'intero due mila ventidue e che offre alcuni spunti non solo dei numeri ma anche nelle negli stimoli di attenzione su questioni su particolari elementi critici Emilia rosse
Grazie buongiorno innanzitutto voglio ringraziare Bruno Mellano garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte per aver voluto questo incontrò per aver voluto
La presentazione dello studio del Garante nazionale sui suicidi che si sono verificati lo scorso anno in carcere
E davvero il ringraziamento e sincero l'apprezzamento del Garante nazionale e sincero perché questo è un tema che non può
Esser lasciato cadere
E che invece richiede un'attenzione costante
Proprio perché richiede interventi molto precisi urgenti allora nel due mila ventidue si sono tolte la vita ottantacinque persone nei nostri istituti penitenziari però non c'è un'attenzione che questo numero si inserisce sul numero delle morti che ci sono state in carcere ruspe nello scorso sono stati duecentoquattordici le morti in carcere
E di questi duecentoquattordici trentadue sono per così dette cause da accertare e cause accidentali e questo numero che va comunque tenuto presente anche nello studio sul sui suicidi
Perché
Gli accertamenti su queste morti molto spesso riconducono quelle morti andati sui cinghiali quindi e non non a caso quello umano abbiamo tenuto presente e continuiamo a tenerlo presente
Perché si è già verificato il caso un una di queste persone
Morta per cause da accertare e che poi la Procura della Repubblica competente ha verificato
Che la causa era un suicidio quindi sono stati ottantacinque suicidi accertati in più quelli che non sono stati accertati quindi un numero un numero davvero inquietante guardate che quest'anno va molto meglio
Non va molto meglio perché ad oggi sono sei le persone che si sono tolte la vita in carcere
Quindi è un andamento intrattenuto di nuovo sotto controllo l'anno scorso già di questi tempi il Garante nazionale
Esprimeva allarme per la situazione che stava osservando proprio per l'arredamento
In crescita progressiva e diversa da quella che si
Stava verificando che si era verificata negli anni negli anni passati e proprio da
Da questo emendamento che poi abbiamo visto
Sommando i suoi numeri significativi a metà dell'anno abbiamo deciso di fare uno studio
Anche perché lo studio era necessario
Anche perché noi non ci accontentiamo mai di risposte semplici mai su qualunque fenomeno riguardi la privazione della libertà personale
E sul caso dei suicidi sul fenomeno dei suicidi le risposte semplici erano davvero troppe
E molto giustifica Torino
E allora il sovraffollamento
E il degrado delle strutture e Riccardo signora mia che caldo che ha fatto nell'estate del due mila ventidue
Allora erano risposte davvero troppo semplici anche perché sovraffollamento non è nuovo
Il degrado materiale degli istituti penitenziari italiani appunto si
Arricchisce diciamo cresce di anno in anno ma non è una novità
è il caldo insomma al caldo
Il caldo ricorrente non nel nostro Paese allora proprio per questo abbiamo voluto andare a vedere
Se invece questo fenomeno e questo campanello d'allarme non fosse riconducibile ad altre cose
Come vedrete dalla dall'analisi la la potete scaricare dal sito del Garante nazionale lo studio è fatto di due parti una e concentrata sul fenomeno del due mila ventidue l'altra è un'analisi diacronica aspetto ai dieci anni precedenti quindi a partire dal due mila dodici
Già quella da dei segnali l'analisi diacronica da dei segnali importanti perché tanto per cominciare
Dice due cose
La prima e che il sovraffollamento coordina il numero di suicidi c'entra pochissimo per non dire niente perché per esempio nel due mila ventidue c'erano ben undici mila seicentottantasette persone detenute in meno rispetto al due mila dodici ma i suicidi erano sono stati ventinove di più
Quindi già s'provvediamo diciamo liberiamo il campo da questo argomento e secondo dato drammatico che ci ha riportato questa analisi diacronica e che il numero di ottantacinque persone che si sono tolte la vita non è stato solo superiore in assoluto c'è una punta
Assoluta rispetto ai decenni precedenti
Ma è stata di gran lunga superiore alla media degli anni precedenti che si aggirava intorno alle quarantaquattro persone la media quarantaquattro persone all'anno mentre ne abbiamo avute ottantacinque
Allora che cosa ci ha detto subito questo studio appena propria pena l'abbiamo cominciato come e ha ricordato bene Bruno Mellano è stato uno studio tipo e abbiamo aggiornato alla fine dell'anno ma abbiamo cominciato elaborarlo intorno alle sarte alla fine dell'estate
Il primo dato che ci ha consegnato
E che questa visione deterministica
Per cui le morti per suicidio sono riconducibili
Quasi oggettivamente a delle situazioni materiali come dicevo sovraffollamento il degrado caldo eccetera non reggeva
Non reggeva di fronte all'osservazione di un primo dato il primo dato e il numero delle persone che si sono tolte la vita in carcere a pochi giorni in alcuni casi
A poche ore
Dall'ingresso in carcere il dato finale che abbiamo raccolto e cinquanta e il cinquantanove per cento delle persone che si sono tolte la vita l'anno scorso in carcere cinquanta persone se non perfetto male i numeri con cui ha più confidenza del mio presidente io cerco di imitarlo insomma cinquanta persone
Il cinquantanove per cento di questi ottantacinque suicidi si sono verificati entro il sei mesi dall'ingresso in carcere
Ma a me il dato che ha colpito di più è che voglia davvero riportarvi consegnarvi sono le dieci persone che si sono tolte la vita entro ventiquattro ore dall'ingresso in carcere
Alcune molto giovani in una di queste era appunto una delle persone che si sono tolte la vita quattro Rino allora vedete bene che
Entro ventiquattro ore
Nessuna persona può apprezzare
Nel degrado materiale
Del sovraffollamento
Nel caldo tra l'altro le prime ore in carcere sono erano
Trascorse nelle celle
Destinate alla prevenzione Covington il che non ha diciamo favorito molto
Il superamento dell'impatto con l'ingresso in carcere perché erano situazioni di isolamento
Però ecco a poche ore dall'ingresso in carcere che queste condizioni materiali possano essere la causa scatenante un suicidio davvero difficile
Io non vi ho premesso lo faccio adesso che l'analisi sui suicidi naturalmente parte da un rispetto delle scelte individuali
Delle drammatiche scelte individuali che non sono mai
Come dire per scontati di fino in fondo
E quindi prendiamo sempre le distanze rispetto a un dramma è uno sconvolgimento dell'esistenza
Che va a semestre
Insomma tenuto in considerazione
Però e lo studio sul fenomeno in qualche modo deve deve prescindere dalla attenzione totale alla libertà individuale soprattutto quando la libertà individuale si esercita in condizioni di non libertà
E diverso il suicidio all'esterno verso i cd all'interno del carcere prima Roberto Capra
E mi fa piacere aver sentito dal presidente della camera penale del Piemonte
Parole che vengono dall'avvocatura torinese di cui faccio parte devo dire con molta fierezza quando sento
Analisi come quelle che ha fatto Roberto capra e certo che c'è una bella differenza tra Issime suicidi
All'esterno e quelli all'interno del carcere il numero dei suicidi all'interno del carcere e di quindici del quindici per cento in più
Rispetto al numero dei suicidi Esterni l'Italia lo riportiamo al nostro studio non è
Tra i Paesi d'Europa in cui si registra il più alto numero di suicidi ma è tra i Paesi in Europa in cui si registra più la percentuale più alta fatte le dovute proporzioni
La percentuale più alta di differenza tra i suicidi in carcere quelli nella società esterna e questo è un elemento da tenere in considerazione però appunto dicevo
Il primo dato
Che sconfiggeva alle suggestioni diventate poi patrimonio comune di dei vari dibattiti
Che si sono tenuti soprattutto nella scorsa estate sul fenomeno dei suicidi primo dato era quello che vi ho detto ma poi c'era anche il numero delle persone
Che si sono tolte la vita ha poco tempo dall'uscita questo ancora meno spiegabile perché se sei rimasto molto in carcere e sei prossimo all'uscita ha poco tempo tra l'uscita vuol dire a meno di un anno
Beh il degrado materiale leggiadri subito affrontato il sovraffollamento pure il caldo va bè non sarà stato il primo anno di caldo che avrei vissuto in carcere e quindi anche quello era un dato che
Determinava un interrogativo forte che cosa sta succedendo davvero ci siamo chiesti e l'analisi arrivò presto alle conclusioni dell'analisi l'analisi
Ci ha portati dritti dritti verso la direzione delle fragilità e del della perdita delle prospettive
Verso la situazione delle fragilità delle fragilità sociali delle fragilità economiche delle fragilità esistenziali ventitré per cento delle persone che si sono tolte la vita era senza fissa dimora
Il sessantaquattro per cento delle persone che si sono tolte la vita era in carcere per reati contro il patrimonio quando noi diciamo reati contro il patrimonio
Tutti noi che abbiamo un'osservazione diretta sul carcere
A partire dagli avvocati tutti quelli che operano sul carcere sanno che reati contro il patrimonio vuol dire molto spesso
Tossicodipendenza o indotto dalla legge sulle droghe questo aprirebbe anche un altro filone no Titti analisi e di ragionamento e di riflessione sulla legislazione sulle droghe che non abbiamo il tempo di aprire qui ma che dobbiamo sempre tenere presente quando consideriamo da chi è fatta
L'umanità che sta in carcere il trenta per cento delle persone
Stanno in carcere restano in carcere per reati di droga
Comuni ecco non per traffico internazionale va bene chiudo la carente si droga e che altrimenti si fa troppo lunga
Però il ventitré per cento delle persone
Che si sono suicidati ai senza fissa dimora significa che abbiamo a che fare con persone che magari avevano tutti i termini di legge per accedere alle misure alternative
Oggi anche le pene sostitutive ma semplicemente non avevano i mezzi non avevano gli strumenti perché una persona senza fissa dimora non ha un domicilio se non è domicilio come fai vedere la detenzione domiciliare
E non avevano un lavoro ha detto bene Roberto Capra il problema è il lavoro ma la cosa
Diciamo ad un'ovvietà sconcertante ma e il punto della riabilitazione sociale anche il Garante nazionale non usa mai di educazione
Riabilitazione sociale reintegrazione nella società
Offerta alla persona che è entrata in carcere di una vita diversa da quella che ce l'ha portato dentro il carcere
E
Ventotto delle persone che si sono suicidati se venivano da precedenti tentativi di suicidio e questa o qualcosa ci dice anche
Sulla tenuta dell'attrezzatura diciamo ordinamentale e di risorse all'interno degli istituti sulla prevenzione dei suicidi
Investe naturalmente anche il settore dell'assistenza sanitaria ventiquattro erano sottoposte a grande sorveglianza quindi erano già in una situazione in cui il rischio suicidiario era stato individuate addirittura si era attivata la grande sorveglianza che però non evitato l'evento succitati io
Undici persone erano affette da patologie di tipo psichico ora voi sapete bene chi opera all'interno del carcere che c'è una bella differenza c'è una distanza diciamo
Notevole
Tra le persone alle quali è stato accertato un disturbo di natura psichica e che entrano nel circuito dell'assistenza sanitaria
Per il disturbo psichico che viene sviluppato all'interno del carcere quindi un'altra cosa rispetto alle aree non sa eccetera eccetera a quelli che stanno in carcere sviluppano lì il disturbo psichico e che vengono entrano in questo circuito
Che bene o male in alcuni casi anche bene li tutela che quello delle articolazioni e tutela della salute mentale e poi c'è
Un
L'umanità
Che dal punto di vista dei numeri e incommensurabile
Di persone che soffrono di disturbi comportamentali quelli che parliamo tra ente addetti ai lavori
Con i garanti territoriali e con editrice vengono molto spesso inseriti nelle sezioni ex articolo trentadue
Del regolamento di esecuzione cioè le sezioni dove ci vanno finire tutti quelli che non si sa come gestire alle sezioni ordinarie e creano queste sezioni
Insomma di di complicata gestione bene il numero delle persone che soffrono di disturbi comportamentali e estremamente più ampio e va costituire anche quello il bacino preferenziale di quelli che poi compiono atti di autolesionismo anche di suicidio
Questo per quanto riguarda le fragilità troverete però anche nello studio
Il il fenomeno della perdita delle aspettative
Allora la perdita delle aspettative cioè questa sensazione da parte di chi entra in carcere di essere caduto in un altrove esistenziale
In una sorta di imbuto dal quale diventa difficile uscire
Anche perché fuori c'è uno stigma sociale estremamente forte
E la stessa sensazione che colpisce quelli che magari alla fine di un percorso di esecuzione della pena magari di un percorso che è andato pure bene
Si tolgono la vita perché non sanno quello che li aspetta fuori hanno paura dell'esterno molto di più di quanto possono aver avuto paura dell'interno
Che da un certo punto di vista li ha contenuti gli ha quasi protetti cosa lo aspetta fuori quando in tutti questi anni di carcere quell'ateneo trattato pochi giorni fa una segnalazione di una persona detenuta a Rebibbia ma
Cito lui ma insomma proprio un caso tra
Tra migliaia che è già in semilibertà
E simili Bertani dopo tre anni di applicazione delle licenze
Allungate ecco che hanno consentito alle persone in semilibertà di rimanere fuori per tutto il tempo per tre anni durante i quali si era costruito si era ricostruito la vita fuori aveva preso un appartamento aveva cominciato a cercare contatti di lavoro poi finita l'emergenza accordi d'
Come dire il il legislatore ha deciso citato nell'altro senso ha deciso di non concederle più queste licenze allargate e quindi quei quattrocento più o meno
Semiliberi che c'erano sono rientrati in carcere e in tutto ciò che è una persona in semilibertà ammessa al lavoro Esterno ma sempre alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria
E non si sono sviluppate delle offerte di lavoro che gli consentano una volta che usciva di
Riprendersi la vita che è esattamente quello che lui sta chiedendo allora
Come lui
Molte altre persone si avvicinano all'uscita all'esterno in quali condizioni condizioni intanto di chi ha vissuto una vita diversa da quella che avviene fuori pensate solo alle tecnologie no fuori sono progredite mentre dentro assento si riescono a usare il computer e non non vi dico
La fatica che si fa che facciamo tutti i giorni per ottenere che una persona che sta studiando e che è iscritto all'università posso avere un computer dove scrivere la tesi o consultare materiale di studio
E che
E che hanno timore anche dello stigma sociale perché lo stigma Esterno
E fortissimo
Ed è l'ostacolo di maggiore no nella reintegrazione della persona condannata
Figurarsi la persona condannata che ha scontato una pena in carcere questo un problema culturale opera culturale rispetto al quale dobbiamo porci tutti con estrema forza
E questo tipo di iniziative vanno esattamente in quella in quella direzione molto difficile molto difficile perché questo Paese è stato allevato ormai da decenni non ricordo nemmeno più facciamo mentre
A una
A ad alimentare la domanda securitaria e a chiedere risposte di tipo securitaria le risposte di tipo securitaria portano la marginalizzazione di chi ha sbagliato persino guardate il significato simbolico di dove vengono costruite nel carcere sempre lontane sempre fuori dall'abitato sempre lontane dagli occhi e lontano dal cuore delle città e questo significa perché io posso ignorarla una realtà che non vedo no
Allora tutto questo studio qua concludo perché se no profit tutto il tempo è servito per dire perché ancora una volta ancora una volta un discorso serio sulla pena
Essere sull'educazione esecuzione pena si fa riportandosi al senso all'utilità
Della funzione della pena guardate all'utilità l'utilità sociale a che cosa serve alla società che ci siano persone
Che scontano una pena in carcere
E alle necessità di questo senso di questo finita l'ora se noi l'utilità sociale che dettata dalla Costituzione la vediamo nella riabilitazione nella risocializzazione e allora bisogna mettere in campo tutto quello che serve a strutturare in questo senso
E tre suggerimenti sono venuti dal Garante nazionale che trovate in questo studio
La il primo è quello di introdurre all'interno del carcere come professionalità parte quindi fare un passo avanti rispetto a quello che già abbiamo ma è necessario delle figure di mediazione sociale di mediazione sociale sono figure diverso e sono persone sono professionisti
Che devono creare elementi di connessione con l'Estero ce ne sono quelli che a un certo punto si devono dare da fare per capire qual è la prospettiva di reinserimento sociale che la persona detenuta vuole
E che come darsi da fare per offrirli era
Agendo sull'esterno la seconda colmare la distanza rispetto all'esterno anche con l'introduzione delle tecnologie
Non soltanto quelle che servono per mantenere i contatti con le famiglie ora noi siamo ancora un po'indietro rispetto alla alla all'affermazione del diritto all'affettività ma almeno almeno
All'affermazione del diritto al mantenimento dei rapporti con i familiari in un modo pochettino più progredito avrei dei colloqui per telefono una volta alla settimana una volta al giorno contingentati nei minuti ecco
Prima li potremmo anche arrivarci senza troppi cedimenti verso le esigenze di tutela di cautela
E l'aumento di comunicazione di informazioni con l'uso delle tecnologie perché paradossale una persona esca dal carcere si confronti con la realtà che è andata avanti
Rispetto a un tempo in cui l'entrata in carcere dove ancora si batteva a macchina magari no
E il terzo suggerimento si e la diminuzione dei numeri la diminuzione dei numeri serve per consentire dei trattamenti effettivamente individualizzati un'effettiva presa in carico delle persone che entrano all'interno del carcere
Oggi vi dico oggi rispetto ai numeri troverete nella relazione mi rivolgo il giudice Commons
Oggi ci sono mille quattrocentoquarantaquattro persone Sud cinquanta sentire qualcosa
E che devono scontare una pena inflitta inferiore ad un anno inflitta cioè ci sono giudici di questo Paese
Che infliggono appena ventisette mesi otto mesi dieci mesi undici mesi naturalmente che devono essere scontate perché quella persona avrà delle recidive non può condizionale
Ci sono mille quattrocentoquarantaquattro persone che scontano un tempo vuoto in carcere perché in sei mesi il sette il noto ma pure in un anno
Non si attiva ve lo dico nessun concorso trattamentale perché ne servono sempre a fare la relazione di sintesi
Quindi
Due mila seicentoquarantasette sono le persone in carcere per scontare una pena inflitta tra uno e due anni allora rispetto a queste
Persone a questo tipo di bene la riforma Cartabia forse qualcosa può fare perché ha introdotto l'istituto delle pene sostitutive vedremo poi come i nostri magistrati nostri tribunali saranno capaci
Di di applicarle
Che consentono di applicare delle pene diverse da quelle della reclusione in carcere
Va tutto bene sì ma solo se ci sentiamo tutti coinvolti siamo tutti coinvolti e la società esternate coinvolta non gli enti pubblici e basta
Siamo tutti noi sono gli imprenditori che devono andare a portare lavoro in carcere siamo noi che dobbiamo darci da fare per rimuovere lo stigma sociale sono gli enti e le cooperative che devono offrire risorse alle persone più fragili
Perché sono quelle si suicidano e che non ci sarà nessuna riforma Cartabia nessuna pena sostitutiva nessuna giustizia riparativa non ci sarà nulla se la società non si darà da fare per offrire a chi lì dentro e un emarginato le possibilità
Per ritornare fuori senza essere emarginato questo è il punto e rispetto a questo dobbiamo tutti darci da fare
Grazie grazie grazie a migliaia anche per l'illustrazione di una analisi sul lavoro che preziosissimo e che come dicevi tu prima e on line sul sito del Garante nazionale emetteremo in vinca anche la nostra
Presentazione che sarà sul sito del Consiglio regionale del Piemonte
L'idea dei sei di pur brevemente pur nelle dinamiche di una conferenza stampa un po'anomala pena di commentare le cose che ci siamo detti le relazioni che ci sono che avete trovate in cartellina
E quindi e in primo luogo vorrei sentire la parola della del provveditore dell'amministrazione penitenziaria Rita Russo e di Patrizia caschetto che come dicevo prima dei coordinatrice della rete dalla sanità penitenziaria per il Piemonte
Prima di dare parola Rita uso voglio ringraziare tra i tanti in sala la presenza dei colleghi difensore civico della Regione Piemonte Paola Baldovino che tra l'altro è anche garante della sanità la scelta che la Regione Piemonte ha fatto qualche anno fa di no creare una nuova figura Pati a arricchire lungo
Lo storico e istituzionale del difensore civico e il collega garante degli animali dei diritti degli animali Paolo Guizot
Do la parola a Rita russo
Buongiorno a tutti sarò molto veloce anche perché mi piacerebbe insomma sentire gli interventi dei garanti della Liguria della città di Torino e della Valle d'Aosta
Rispetto alla ricerca del Garante nazionale sul valore che la stessa rispetto al dato dei suicidi che si sono registrati nel due mila e ventidue indiscutibile soprattutto perché l'attenzione di Mauro Palma
E e dell'ufficio di garante è stato insomma una tensione che chi non si è avuta soltanto rispetto ad un dato così alto non si è avuta sempre a prescindere
Dei dati alti o bassi che fossero dei suicidi perché fosse anche soltanto uno soltanto il suicidio comunque una sconfitta del diritto una sconfitta dello Stato
Per cui insomma al di là dei numeri
Credo che
La perdita la morte di una persona in un istituto penitenziario c'è sempre un problema del governo dal metodo per vedere come un problema molto grande che bisogna necessariamente risolvere
In questo caso parliamo di numeri abbastanza corposi perché insomma prima diceva
Si diceva che nel due mila ventidue
A fronte di una popolazione detenuta
Che non è una gara insomma dove c'erano quasi dodici mila detenuti in meno si sono avuti ventinove suicidi in più quindi insomma la scusante tra virgolette del sovraffollamento e non regge o meglio ancora non regge soltanto il sovraffollamento
Rispetto a tutto alla ricerca insomma che occupato leggere con attenzione
Una cosa che io ritengo sia molto importante evidenziare e che spesso
Ripeto anche nell'ambito delle riunioni e degli incontri che faccio istituzionali da quando sono al provveditore
E la cosa che mi e e e che mi connota anche da direttore d'istituto penitenziario nel senso che anche quando facevo il direttore
Il bisogno che io avvertivo rispetto al mio fallimento della perdita di un detenuto nell'istituto penitenziario che dirigevo ed a quello dell'invisibilità
Cioè le persone entrano invisibile per Manconi fisico visibili negli istituti penitenziari non è l'istituto penitenziario renderli invisibili
Prima si parlava di persone senza fissa dimora dei detenuti schiude le persone insomma straniere e qui in Piemonte come anche insomma nella nella Valle d'Aosta ma anche in Liguria
Il tasso di detenuti stranieri e altissimo quasi l'ottanta per cento se non no credo più o meno è una popolazione detenuta straniera ciò significa che implicito il fatto che siano senza fissa dimora e che non abbiano un'iscrizione anagrafica
Quindi entrano già con una mancanza di dignità sociale dignità sociale intesa come un nome e un cognome e una persona che può fruire dei servizi sul territorio
Quindi che e e questa situazione di totale invisibilità non fa altro che dica una volta che si diventa detenuti può soltanto essere complicata perché alla fine le persone vengono identificate con un numero e o meglio ancora di vengono prese le impronte digitali viene vengono registrate sul sistema e più una visibilità
Meccanica no che viene data alla persona però di fatto una dignità sociale nel vero senso della parola un po'concludiamo tutti quanti cittadini
Non c'è e e non è un problema di poco conto nel senso che
Le persone possono fruire di misure alternative post notturni fruire di progettualità significative
Che vengono proposte nell'ambito degli istituti penitenziari
E soprattutto vengono destinate alle persone che hanno una una residenza che hanno una dignità sociale che hanno una costruzione di una personalità nel senso civico
E e io credo che proprio questa mancanza di dignità sia un elemento fondamentale io do per certo che noi siamo i principali artefici
Sandra dei nostri fallimenti come Amministrazione finanziaria quindi non c'è scusante questo lodo già per certo quindi sui difetti dell'amministrazione penitenziaria non si discute
Però insomma rispetto all'invisibilità io non vorrei che si corresse il rischio che diventasse uno status giuridico che diventasse una una finzione giuridica no una una che che potesse ex fungere da scusante no per gli insuccessi che noi abbiamo rispetto al carcere
L'invisibilità discende proprio dal fatto che una persona nel momento in cui viene dimesso dal carcere così com'era entrato invisibili così esce invisibile
Quindi sul territorio ritroverete e per l'ennesima volta una persona senza fissa dimora una persona che non ha un nome una persona che non ha una qualità una persona che non può neanche rivolgerci ai servizi sul territorio per avere un aiuto
Per cui uno degli obiettivi che io mi sono proposto anche quest'anno di dare ai ai direttori degli istituti penitenziari sono pochi devo dire che mi sono rimasti pochi direttori
Nel distretto o troppo quattro undici istituti vacanti Smith direttore
Uno degli obiettivi che ho dato e di questa è una è una notizia più parole anche restituire circa restituire quello meglio una degli obiettivi che ho dato quest'anno
è stato soprattutto ai direttori di restituire visibilità ai detenuti qualsiasi azione possibile che possa dare visibilità io spesso il mio punto di riferimento espresso da dire la Relazione del Garante nazionale
Che viene fatta no ogni anno nel in Parlamento dove uno dei delle del degli argomenti che si ripete nella relazione il nome
Il nome
Cioè nelle se voi leggete la relazione delirante e e vi chiedo di farlo come se fossimo libero perché è una cosa molto molto interessante in soli molto interessante ma credo che sia anche in dovere civico in segno di cittadinanza attiva leggerla
Spero che dedica delle delle parti fondamentali riguarda il nome il nome delle cose il nome del carcere i nomi l'uso di nomi nel carcere ma soprattutto i nomi delle persone detenute
Ecco perché io ho imposto dei direttori che quest'anno non obiettivo ci vale sarà la dissi visita dei detenuti bisogna renderli visibili sul territorio perché altrimenti insomma tutte come diceva prima l'ufficio del Garante entrare in in carcere esserci darsi dopo ventiquattro ore
Significa che così come non c'era nessuno prima dopo ventiquattro ore non sono sexy continua ad essere nessuno ma si riesce ma siccome si diventa anche in soltanto un numero che ancora più grave spersonalizzo ancora di più le persone detenute
Quindi io credo che il lavoro di tutti deve essere nel senso di eliminare l'invisibilità nomine nell'istituto penitenziario dove io vengo insomma da dove io poi dopo son passato a fare il provveditore
Avevamo creato uno staff per invisibili l'avevamo chiamato proprio così
Perché ci occupavamo di tutte le persone che non facevano domandine che non uscivano mai dalla stanza che non facevano colloqui con i detenuti categorie giuridiche anche la letteratura penitenziaria diciamo nell'ambito e anche velisti del del interna all'Amministrazione aveva già paventato come no insomma uno dei simboli di maggiore disagio per i detenuti l'invisibilità
Quindi prenderla adesso però in questo momento storico in questa Regione duecentottanta per cento della popolazione detenuta straniera anzi diciamo che fare progetti che hanno a che fare con i detenuti residenti sono già fa tra virgolette è difficile farlo perché è difficile trovare vicino intonaci molte o i residenti in Liguria piuttosto che residenti in Valle d'Aosta quindi è molto difficile
Per cui
L'obiettivo che il rischio che si corre è quello di rendere la visibilità l'invisibilità uno status giuridico e questo forse sarebbe bene che tutti quanti
Insomma medesimo atto di questa cosa diceva prima non è soltanto una questione di Stato il carcere del bello non è soltanto una questione del nostro governo è una questione che riguarda tutti quanti proprio perché siamo cittadini
Al pari di come ci sono sono persone i detenuti che stanno nel carcere di Torino piuttosto che in altri istituti penitenziari quel pensate un detenuto che gela invisibile una persona che era già invisibile fuori quando è entrata no come e come può poi diventare ulteriormente invisibile farsi fino all'ultimo giorno di Crema prima si diceva un mese di pena ma se lo fanno tutto il mese di pena perché non hanno una dignità sociale una dignità civica una una una dimora piuttosto che una carta d'identità anche gli consenta di partecipare alla vita sociale o a progetti che hanno a che fare conduttori e con un rientro anticipato nella nella vita quindi se qualcuno pensa
Che
Su scala sulle sul territorio delle nostre città non si ritroverà la stessa persona invisibile che è entrata un mese fa sedati ritroverà uguale uguale stessa
Se stessa così come era entrata dopo un mese di pena
E così la questo il piccolo particolare che mi piaceva riportare che da questa ricerca si rileva assolutamente molto chiara grazie
Grazie applicazioni Caruso oppositore dell'amministrazione del Piemonte Liguria Valle d'Aosta
Adesso chiedo alla dottoressa Patrizia baschetto che il coordinatore regionale della Rete della sanità penitenziaria responsabile dell'ATS MD Torino articolazione per la tutela della salute mentale in carcere un luogo obiettivamente anche cruciale rispetto alle dinamiche dell'istituto sono una piccola considerazione rispetto giustamente le cose che diceva Rita Russo
Abbiamo e lo dimostra bene la la ricerca l'analisi del Garante nazionale abbiamo nel analisi dei casi quelli che in qualche modo erano attenzionati suicidi che arrivano dopo tentativi dopo
Sono crisi che erano evidente in qualche modo anche diciamo osservabili e poi invece in molti casi abbiamo quello
Che non aveva parlato che non aveva
Detto nulla quello che non somma che è la sorpresa che peraltro poi manda particolarmente in crisi magari il sistema quello che non te l'aspetti proprio perché stava diciamo silente nella sua stanza che difficilmente magari esprimeva il suo disagio che queste proprio quello che ci interroga anche di più per cui si insomma c'è la la questione del riuscirà avere le antenne per capire che cosa succede do la parola a Patrizia vasche
Ringrazio le terme l'anno per l'invito
Ripa continuano a tutti e ringrazio Bruno Mellano per avermi invitato qui oggi a confrontarmi con voi su questo argomento che ci coinvolge tutti nel nostro lavoro quotidiano
Come drizzare le antenne rispetto a questo fenomeno e complessa intanto io credo che l'unica sul piano proprio logico l'unica condizione per non assistere per i suicidi in carcere sarebbe noni ferire nessuno in carcere ma non è possibile
Allora occorre però secondo me è un approccio che ci consenta di valutare che il carcere e il collettore di una serie di marginalità
E che quindi un'analisi di quelli che sono i problemi e i possibili interventi per prevenire il suicidio in carcere
Richiede la valutazione del sistema ben più complesso di cui il carcere l'ultimo pezzo
Che vada alla prevenzione dei reati all'interno di un contesto sociale va alla gestione del percorso legale dell'iter giudiziario che devo affrontare una una persona imputata e poi eventualmente condannata
Per poi arrivare a quello che nel contesto del trittico
Nerissime Necci mentre si parla del sistema il modello sistema formaggio svizzero no tante fette di formaggio che sono i vari meccanismi attraverso i quali si controlla una serie di eventi per prevenire eventi catastrofici o comunque eventi avversi quando però si allineano le varie fette di formaggio e il boogie coincidono un certo punto l'evento avverso accade e quindi il carcere il contesto detentivo e l'ultima fetta di formaggio su cui noi siamo chiamati ad operare io credo che sia indispensabile un confronto con tutti gli altri aspetti un dialogo più aperto fedeli credo che dovrebbe essere presenti anche molte altre figure in questa sede per poterci confrontare su questo argomento in modo costruttivo e fare veramente della prevenzione
Per cui il carcere
Prevenire i gli eventi suicidare in carcere secondo me implica proprio come si sottolineava prima Bruno Mellano poteri tra le antenne rispetto situazioni estremamente eterogenee profondamente diverse chi non parla mai e chi cerca di suicidarsi diciotto volte al giorno e qualche volta anche per sbaglio tutti pur essendo dimostrativo strumentale ahimè ci riesce o si fa molto male con gravi conseguenze dell'ingresso in carcere chiaramente è un evento traumatico a priori per chiunque entri io credo che da un lato ne siamo chiamati a
Intervenire sotto due aspetti uno sia quello faccio la psichiatria quindi questo mio questo far questo propongo quello relazionale
Cioè dobbiamo fornire a chi viene ristretto gli strumenti per poter pensare come affrontabile l'esperienza della detenzione
Pensare affrontabile l'esperienza detenzione vuol dire anche responsabilizzarsi rispetto al senso della detenzione qui del reato che uno ha commesso perché chiunque abbia fatto di colloqui in carcere si trova novantanove su cento gente che è lì per sbaglio per l'equivoco che non ha fatto niente
La riabilitazione la risocializzazione io credo parte laddove uno dà un senso anche al fatto di dover essere ristretto perché ha una responsabilità a prescindere da ogni giudizio non faccio il giudice non mi interessa faccio il clinico
Però credo che essere responsabili di ciò che si è fatto consenta di dare un significato a quell'esperienza e quindi lavorare contribuirà anche all'interno di un percorso riabilitativo il primo aspetto il secondo
Luogo è sicuramente quello del percorso riabilitativo in carcere come Torino mille quattrocento detenuti mille trecentocinquanta mila e quattrocento a settantotto articoli ventuno a a sessanta semiliberi
Centotrentotto persone su mille quattrocento che hanno un contatto con l'esterno non volete ringrazio la dottoressa Viberti per avermi dato questi dati non ho i dati di chi lavora all'interno dell'istituto
Però sappiamo che ci sono altre realtà che in questo senso possono essere un modello da raggiungere mi confrontavo con un collega Dini che è stato ad opera recentemente mi diceva su mille quattrocento detenuti quattrocento lavorano
Allora il cosa qual è il problema il problema con cui spesso con gli educatori ministeriali ci confrontiamo è proprio quello di creare una rete con l'esterno
Spesso ci sono le condizioni per un articolo ventuno ma non c'è una sede lavorativa perché un datore di lavoro di fronte un detenuto dice a me non interessa
Io credo che chi garantisce i diritti delle persone con rispettano libertà debba forse promuovere dei dei ponti una cultura che consenta di includere chi ha fatto un percorso ovviamente con i dovuti controlli con la dovuta attenzione che garantendo quindi anche la vostra sicurezza di chi accoglie il detenuto che comincia a uscirà dal carcere la possibilità di promuovere appunto del maggiore accoglienza all'interno del nostro territorio perché credo che quello che accadrà carcere complesso come Torino sia non sufficiente
Inoltre nella nostra realtà io credo che uno degli aspetti complessi che rendono anche difficile la prevenzione anche la moltiplicità di Cipputi che ci sono a Torino se non è non rinvenuta perché una sciocchezza mi pare se non ventisette ho detto ventisette sezioni insomma rispetto ad altri calci di con altrettanti detenuti decisamente molto alto e siccome è molto difficile da gestire
Sul piano sanitario poi e qui dovrebbero esserci ancora altri interlocutori dell'assessorato alla Sanità
Io credo che si indispensabile promuovere dei percorsi di cura anche per chi non ha i documenti
Perché ancorché ci sia una misura di sicurezza nei confronti di qualcuno non c'è una struttura residenziale alternativa parlare sta che accoglie il detenuto che a questa misura di sicurezza
Tutto è stato chiaramente stiamo parlando del privato sociale convenzionato perché tutte le comunitario indicative sono di questo tipo raramente sono pubblica
Ma comunque non c'entrano un documento non ci si entra per cui uno delle cose complessi stime che si fanno quando si arriva alla mensa per i nostri detenuta pazienti che sono anche i detenuti
E quello di consolato promuove a tutta una serie di permessi per poter poi inserire e andare oltre l'esperienza del brand dovrebbe essere l'estrema ratio non invece il primo criterio di scelta per chi non ha documenti a prescindere dalla psicopatologia
E questo è uno dei limiti sui quali secondo me la sanità devo un pochino confrontarsi
Grazie
Siamo qui adesso per interloquire largamente della Regione Valle d'Aosta garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale ma anche il difensore civico garante garante dell'infanzia credo
Garante disabili insomma un ruolo decisivo
A te aderisco troppi sì
Allora
Io vorrei partire
In maniera molto concreta per aiutare a capire chi magari non si occupa tutti i giorni di questa materia allora devo dire che già come difensore civico e prima ancora come funzionale del Ufficio Difesa civica io mi occupavo prevalentemente di disagio sociale economico
Quindi il target mio era quello che è il quaranta per cento per del target del difensore civico nella mia regione
Poi diventata difensore civico garante dei detenuti
Per la prima volta ho avuto con l'approccio diretto perché accompagnato il mio predecessore nei colloqui però sono finalmente dire così in prima persona davanti al detenuto allora io la prima cosa che voglio dirvi e qui sta non si spiega ma anche cos'è un colloquio precisamente cioè il primo dovere di un garante dei detenuti è proprio questo
Allora per farvi un esempio tanto per bene nel traffico e ventisette di dicembre sotto Natale come un periodo molto delicato emotivamente a mio modestissimo parere
Su una popolazione detenuta che oggi è di centosedici unità su centottantuno numeri di possibile capienza
Più della metà stranieri io in quella dato avuto undici colloqui uno dopo l'altro
Che sensazione
Ho avuto quel giorno come la settimana scorsa quando magari dovuti solo cinque di colloqui la prima cosa che personalmente faccio guardoni guardo la persona che ho di fronte a volte vedi un po'sempre le stesse facce che ti chiedono colloqui a volte delle new entry quindi la prima valutazione guardo il detenuto e cerco di capire sei rispetto la volta precedente con la prima volta che lo vedo
Anche se io sono laureato in giurisprudenza i suo stato di salute cioè se mi rendo conto che è molto dimagrito che è più giù rispetto alla volta prima che ha un approccio con me più intuito meno in questo anche semplicemente verbale se il il primo istante poi mi viene fattura conto un acconto io sono solo dodici mesi che svolgo questa funzione per me il racconto così come avviene da difensore civico
è un racconto su cui in prima battuta prendo appunti cerco di capire cerco di capire se posso dare una risposta immediata se la darà successivamente qual è il problema
Quando voi il colloquio termina e io mi confronto e con la direzione carceraria e con l'altra del perché è un altro punto molto importante siamo una regione autonomia speciale c'è un osservatorio primi mister giustizia per cui l'accordo regione autonoma Valle d'Aosta ministero e che la direzione sanitaria sia gestita Dallas Della Valle d'Aosta
Con determinate forse che sono quelle non più loro cerco di capire l'interlocutore quale possa essere rispetto alla domanda
Dopo il racconto mi rendo conto che racconto eh
Un racconto ma la risposta data dalle rispettive amministrazione diversa di faccio un esempio soltanto perché ci capiamo subito ci sono i garanti in sala
Allora i ventisette dicembre un detenuto mi racconta tenete presente che io ho una passione come giuri giurista per modo di dire come manovale del diritto che il procedimento disciplinare del Pubblico impiego quindi la materia che io padrona i giochi mi piace
Mi dice no guardi detenuto straniero mi fa capire ero nell'area esterna del carcere
Ho fatto una passeggiata intorno ci sono dei lavori in corso che tra l'altro si stanno completando e ne siamo felicissimi perché dal mille novecentottantaquattro che il carcere di Brissogne l'aveva lavori importanti
è ho trovato due Cellini lo mette in tasca poi si è unito al consiglio di disciplina e ho avuto quattro giorni di isolamento
Io ho in mente il criterio della proporzionalità sulla procedimento disciplinare che mi confronto con gli educatori con la direzione carceraria con il comando allora vengo a sapere chi Chiodini non erano i chiodini come io immaginavo per appendere un chiodo e puntuale la parete erano Chiodi di queste dimensioni
Quindi chiaramente era stata proporzionata la sanzione ricevuta dal punto di vista emotivo tutti questi colloqui che che ritorno mi hanno dato tutti lamentano maggiore ascolto cioè vorrebbero a bere più personale educatori quindi parlo di funzionari giuridico pedagogici anch'da quell'auto e più possibilità sotto il profilo di un dialogo con uno psicologo
Ma questo si scontra con un problema di ordine economico e brutto parlare di questo però c'è un Baggio perché l'altro della Valle d'Aosta cassa ammende devono rispettare quindi questo ascolto cerchiamo tutti di far ciò che possiamo e devo dire voglio spendere una parola su questo Bruno c'è anche da parte del comando della gente degli agenti almeno della casa circondariale di Brissogne e chiaro che io parlo di una realtà piccola perché regione autonoma centoventicinque mila abitanti la casa circondariale di bisogni ripeto a centosedici detenuti in questo momento con una capienza massima di centottantuno
Quindi è piccolo ciò di cui parlo
Però io trovo almeno per il momento ho trovato degli agenti penitenziari a parte gli educatori che son pochi purtroppo adesso attendiamo le solite cose il reclutamento di personale nuovo
Attentissimi
Emotivamente sempre molto coinvolti di riporto solo un episodio piccolo poi due osservazioni mi taccio Bruno
Qualche mese fa un agente penitenziario ha avuto un sinistro cioè che è stata scagliata contro una caffettiera
La cosa avuto insomma degli strascichi noti edili soprattutto dal punto di vista emotivo per questa persona che non si è ancora ripresa pienamente
Quindi c'è anche tutto questo mondo cioè quando noi pensiamo alla Casa circondariale immaginate che poi Brissogne in una posizione come diceva bene la dottoressa prima
Geografica molto particolare è in una zona d'ombra cioè perché la valle simile vive in Adrian vere Lambert quindi è la parte in cui le ore di sole d'inverno sono meno
Adesso i lavori che si stanno svolgendo quasi ultimando serviranno per coprire un po'di più l'aria esterna per consentire di passeggiare un po'di più e per migliorare le attività agricole che si svolgono nell'interno piccole c'è produzione di zafferano per esempio
Oppure anche prodotti proprio dell'orto durante l'estate ma questo dura tre quattro metri perché penombra impedisce le altre attività quindi queste sono le buone notizie e l'altra buona notizia è la regione autonoma attraverso l'Osservatorio di cui parlavo prima attraverso due assessorati istruzione cultura e politiche del lavoro
Ha promosso qualche giorno fa tredici febbraio un'iniziativa informativa per tutti i detenuti con una brochure
Ve la faccio vedere solo così parole per curiosità open da lei
Già
Però è interessante nel senso che tutte le attività di istruzione e le chance lavorative
Fermo restando che ci muoviamo sui numeri che che i relatori così i relatori eccellenti che ci son stati fino adesso
Hanno riportato cioè per attivare un percorso lavorativo la Regione Autonoma Valle d'Aosta chiede i fondi sociali europei gli altrettanto almeno cinque unità
Cinquant'anni la popolazione di detenuti composta da più del cinquanta per cento di stranieri non è altro che un giochino
Mi farò qui Bruno aggiungo solo una considerazione ripeto
Secondo me occorre poter avere oltre l'associazione di volontariato risorse in più di ascolto perché e questa la prima difficoltà del detenuto è ci si sente terribilmente soli e e si ha una percezione della realtà che viene riportata nei colloqui che come dico eh e molto molto particolare quando poi ti confronti con chi ha agito ritorni a colloquio perché loro te lo richiedono nuovamente
E ricostruisce i cioè c'è stato un detenuto che a oggi ha in Valle d'Aosta prima era a Torino che a un certo punto richiede ma così testuale potrebbe mettere la buona parola per un mio trasferimento in Sardegna
O rimango senza parole nel senso che dico ma mi scusi quando ho fatto l'istanza quindici giorni fa io ho detto mi scusi eh solo come difensore civico se l'istanza era fatta quindici giorni fa dia tempo almeno trenta giorni all'amministrazione per dare un riscontro no
Vengo a sapere dalla direzione carceraria che in realtà quando mi ha parlato l'istanza era già stata respinta perché questa persona non aveva una buona condotta nell'interno della casa circondariale ha seri problemi psicologici ancora
Non ha fatto i conti neanche con se stesso dicevano gli educatori in questo preciso momento
E quindi questa
E poi Bruno venti secondi giuro solo per dire una cosa perché Bruno mi mi stimola molto in questi ragionamenti e perché o quando ci parliamo per telefono mi racconta delle cose Sempre interessantissime
Io non lo so se tu l'hai visto oppure no c'è stato un film recentemente grazie ragazzi interpretato da un Antonio Albanese
Direi con una buona interpretazione tuttavia io l'ho guardato con attenzione il film mi è piaciuta l'interpretazione di Antonio Albanese ma non mi è piaciuto per intero come regista
Ha rappresentato la realtà carceraria perché la figura della direttrice la figura degli agenti penitenziari secondo me
Poteva avere delle pennellate diverse
Questo perché dico questo Bruno perché in realtà le comunità che cosa conoscono del carcere un filmato
Un libro un articolo di giornale che colpisce particolarmente che ne so io vivo in Valle d'Aosta è chiaro che quando abbiamo avuto il caso della mamma di Cogne in una comunità di centoventicinque mila abitanti non posso dire che non abbia colpito o il caso dell'Erika Di Nardo
Non posso dire che uno si si dimentichi questo
Però quell'immagine data di agenti penitenziari che si nell'interno di questo film di questa rappresentazione
A me non è piaciuta mentre molto mi è piaciuta l'interpretazione dell'attore principale e che quindi ha perlomeno evidenziato guardate che in carcere cioè guardate che sofferenza ce n'è tanta e guardate che qualcuno può rinascere da lì mi fermo qui grazie tantissimo
Grazie adesso chiamo Doriano Saracino che appunto le tra gli ultimi garanti eletti in Italia dopo insomma il percorso di garanti territoriali un percorso che parte del due mila tre e quindi Liguria Sardegna sono arrivate alla fine di questo percorso ma ben arrivati Doria
Insomma dovrei dire scusate il ritardo in qualche modo no no va bene Cadonaghe arriva a San qualche modo si scusa per l'effetto è stato anche Emilio Longo intanto fatta anche se lo dice l'avvocato Sambugaro del garante
Come diceva la città di Genova che è stato impedito anche lui per impegni legati all'udienza eccetera per cui però siamo arrivati più o meno che fa veramente cercare di colmare un vuoto
E soprattutto a cercare di incontrato una realtà come quella di quella certamente
Che ha delle dimensioni ridotte rispetto a quello del Piemonte
Ma siamo anche contenti di far parte di un complesso più basso col ritratto capitasse tra regioni perché questo facilita anche il confronto lo scambio e questo è importante perché il discorso dell'isolamento comunque sempre un rischio ecco
Volevo chiedere alcune cose su questo tema strettamente suicidio a partire da una ricerca che
O potrà davanti come Università di Genova fuori dalla Liguria parlo di una regione diversa perché come garante cieco nell'attività di ricerca e di condurre al di fuori in un istituto penitenziario aveva fatto alcuni interviste nel due mila ventuno fino al due mila ventuno ci sono stati diversi casi di suicidio in quel carcere
Ben sei delle persone intervistate
Ci hanno riportato il tema del suicidio su trentacinque che né da me intervistati quindi alcuni riferendo proprio di avere tentato il suicidio potrebbero assistito suicidio quindi diciamo è uno choc che colpisce l'intera comunità
Che travolge il singolo che travolge i suoi familiari se ne ha qualche volta abbiamo persone che non hanno praticamente sul territorio come si diceva
Ma
Colpisce l'intera comunità penitenziaria di lago solo alcuni brevi estratti di queste
Interviste gramo chiama incremento registrato
Il venticinque ottobre è morto mio amico qui alle tre e da lunedì giocavamo a pallavolo del passeggio lui ha fatto la corda questo il modo con cui viene indicato impiccagione in carcere
Ho subito chiamato l'appuntato per salvare l'acqua si moto scivola schiuma bravo respiravo pensato Graziadio che gli ha dato un'altra vita prenda atto d'infermeria poi sono tornate abbiam parlato molto
Però poi dopo taglio e dice alle diciannove e quarantacinque rimasto da solo perché il suo cancellino come viene detto è stato chiamato per la telefonata e allora in quel momento ha fatto di nuovo la corda si è ammazzato io quel giorno non dormo più
E poi racconta di come dopo questi episodi anche lui abbia tentato suicidio magari con un gesto meno convinto eccetera ma quindi scatta anche una spia affetto emulativo
Questo episodio è stato raccontato più o meno con coincidenza di fatti da un'altra persona che ha visto questo stesso episodio nella sezione un altro un'altra persona detenuta
Parlando del di come sono venuti a conoscenza di questi episodi in carcere dice nessuno dice nulla non lo scopriamo per il clima che si crea chiacchiericcio le celle sequestrate ma formalmente nessuno dice nulla
è una cosa gravissima Simona un detenuto non importa niente a nessuno non c'è rispetto per le persone perché non avvertire c'è un silenzio vetrine degli animi tranquilli riserva un volto in una comunità
E come se morisse qualcuno in una casa di riposo dice il cappellano facesse finta di niente
Ecco e in garante dice non è stato il informato in articoli di giornale si lamentava di questo fatto e la direzione del carcere rispondeva che non era tenuta informale garante di questo chiaramente sono tutti episodi sono tutti episodi concatenati
Io credo che sia come dire l'analisi che ha fatto il Garante nazionale
è importante perché cerca di mettere insieme la dimensione di prossimità alla dimensione di distanza cioè non c'è il l'individuazione dei casi singoli ci si allontana però poi si va a vedere che dietro a queste storie ci sono delle fragilità anche spesi individuali
Ed è insomma significativo che ai oggi parliamo dei suicidi in carcere
Nel mille ottocentonovantasette turca facendo il suo corso decide in cui diceva signorina alla cassa scemenza dire che ci si suicida perché c'è caldo ci si suicida perché vengono meno i legami sociali e in carcere questo succede
Il picco dell'anno scorso ad agosto diciassette persone che si sono tolte la vita non sono diciassette persone che sono
Impazzite per il caso che questa vulgata la sentiamo raccontare tanto spesso troppo spesso e temo che la sentiremo a raccontare ancora ne vogliamo spezzarla questa ad agosto
Il ministro le attività si ferma la scuola ci sono meno volontari il carcere che non è più un'istituzione totale a mio avviso rispetto al passato ha però questo riflesso dell'istituzione totale si fa presto a tornare indietro
Cioè ringrazio di pressione dall'esterno salva la vita delle persone salva la vita di tutti che un'ultima cosa su questo discorso del dello shock
Che comporta il suicidio in carcere
A la Spezia dove è successo un suicidio nel nel nel due mila ventidue questo anche un po'a conferma di quello che diceva
L'avvocato Emilio Rossi
è uno non è riportato un elenco degli ottantacinque però diciamo le persone lo lo conteggio nuova direzione lo conteggio con un suicidio quindi vuol dire gli ottantacinque sono una parte c'è un gruppo ancora in qualche modo che non viene ecco hanno detto ci sono stati mandati anche gli psicologi a supporto del personale ed erano parlato con la comandante di questo è indice di come che si sentiva è stata sentire come molto opportuna c'è sentire che ci possa essere un supporto perché vive in un suicidio e incontra una persona giornalmente quotidianamente questa persona scompare sottopunto si toglie la vita non soprattutto alla comunità
E questo sciocchi in carcere è molto più frequente c'è il dato che veniva detto prima l'incidenza di suicidi rispetto alla popolazione allora a spanne a spanne perché i numeri sono un po'così
Grosso modo una persona su mille sta in carcere in Italia
Sa cinquantacinque milioni De Rita cinquantasei milioni di abitanti e cinquantacinque mila presente tenuto uno somiglia stancarci
In carcere ci sono stati ottanta suicidi diciamo ottanta per semplicità e all'esterno ne vendiamo quattro mila complessivamente quindi un suicidio
Su
Cinquanta avviene in carcere una persona su un milione è in carcere un suicidio su cinquanta avviene in carcere questa eredità cioè chi si trova in carcere alla possibilità di trovarsi esposto
A questo rischio infinitamente più alto infinitamente piazza chiaramente per storie personali ed è giusto quello che si dice per prima riallineamenti dei fattori di rischio
Però questo è un dato importante chiaro possiamo anche andare a vedere quali sono i tassi di suicidio la popolazione maschile possono approfondire mille cose possiamo fare mille studi però non dobbiamo dimenticare questo
Un suicidio su cinquanta in Italia avviene in carcere e questo ne siamo qua per questo
Cioè se noi affrontiamo questo problema affrontiamo una quota rilevante della problematica suicidio unitaria norme a quota significa
Grazie
Grazie piazza Doriano adesso la parola Modica Cresima Gallo che garante delle persone private della libertà della città di Torino nel frattempo è arrivato
Ringraziamo lo Stefano Anastasia che aveva preannunciato che va un po'levati il volo aereo che a cui affideremo le conclusioni Monica
Grazie tu no grazie a tutti fatta insomma una mattinata di confronto
Direi molto interessante e appunto relativamente ai numeri i delegati dei dicessi e le modalità io credo che siano state veramente sospese e tante parole giuste ed interessanti
Io volevo soffermarmi soltanto su due punti di riflessione insieme a voi il primo riguarda l'intervento della progredite dice la dottoressa russo
Il momento in cui parla dei tanti invisibili
Dentro il carcere fuori dal carcere
Io credo che su questo bisogna anche aprire una riflessione nel momento in cui le persone entrano in carcere e vi è un colloquio di primo ingresso questo colloquio di primo ingresso e accompagnato
E da una Scheda tecnica diciamo che compila l'educatore o l'educatrice che fa questo colloquio che il più delle volte e insomma mentre abbiamo analizzato quelle della città di Torino e semplicemente una pagina dove secondo noi non è non possono essere raccolti sufficienti dati quella dell'ASL guarda resta baschetto
E a parte però sufficienti dati che possono anche aiutare
Insomma noi garanti a capire chi sono gli invisibili e chi non sono gli invisibili
L'altra riflessione è rispetto a coloro che non sono invisibili quindi vuol dire che loro hanno una famiglia sul territorio hanno dei legami
E il la morte ovviamente un mi ha detto traumatico un suicidio c'è un arresto uno distaccamento della persona dalla famiglia e dagli affetti è un trauma una persona che si suicida all'interno del carcere
Ovviamente il trauma diventa grande enorme
Quando però c'è questa famiglia alle spalle io credo che non sia ancora sentita la necessità di coinvolgimento della famiglia abbiamo avuto questo caso Torino e lo riporto perché il primo caso che analizza la Relazione del Garante nazionale Alessandro aveva una famiglia in quindici giorni non ha avuto contatti tra la famiglia
Purtroppo la prima arricchiti a prima possibilità di colloquio no avuta il sedici agosto però purtroppo lui si era suicidato il quindici agosto non una telefonata in una videochiamata
Eppure quella famiglia c'era era importante era una famiglia che lo aveva adottato ed era una famiglia che ancora oggi per non avere
Neanche come dire ricevuto la comunicazione del decesso in una maniera adeguata perché una telefonata del cappellano non può essere una maniera adeguata per la comunicazione
Quindi un evento così drammatico
Ci sono
Delle istituzioni totali che stanno lavorando sul rapporto con le famiglie nei riferimenti in riferimento all'urto e e che hanno uno sguardo secondo me molto ampio e sanno una una se al una serie di approcci e di tecniche appunto
E ricavate dalle dalla dalla letteratura che possono effettivamente accompagnare le famiglie le persone in questi e venti che lasciano ovviamente questa grandissima disperazione e questo vuoto incolmabile
A cogliere prontamente i familiari fornire il tempo per l'ascolto ai membri della famiglia nel lutto indie identificato un incaricato di rimanere sempre accanto i familiari permette ai familiari ed esprimere liberamente i propri sentimenti
Dare il permesso ai familiari di toccare abbracciare il corpo del defunto e tante altre che non so poi a chi interessa ovviamente
Purtroppo le salme tante volte vengono dati ovviamente all'autorità giudiziaria e prima che si possa rientrare anche sono in contatto con i leader vorrebbero passa veramente molto tempo questo aggiunge il dramma a un dramma in mezzo grazie
Grazie Monica ricordo appunto che lei due mila ventidue abbiamo avuto questi quattro decessi su Torino tutti nella seconda parte dell'anno
Comune escalation teatri
Contribuito
Qualche modo accendere un'ulteriore attenzione e riflessione sia a livello nazionale che a livello locale che come giustamente ricordava Monica Gallo
Proprio l'analisi del Garante nazionale parte con una premessa del Garante nazionale che cita proprio il Ferragosto il tragico ferragosto del carcere
Di Torino
Adesso nel dare la parola Stefano Anastasia che è garante
Delle persone private della libertà sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio portavoce nazionale della Conferenza dei garanti territoriali faccio un due note
Per evitare poi di farle alla fine ricordando come su questi temi io sono contento che il Consiglio regionale abbia approvato una mozioni di e impegno una commissioni di indagine sulla sanità penitenziaria che è stata attivata nel seno della commissione quarta sanità del Consiglio regionale che ha cominciato a lavorare tra l'altro proprio audendo il provveditore la dottoressa trascrittore
Alcuni stakeholder poco per capire qual è il servizio sanità penitenziaria che la Regione Piemonte riesce a fornire sul tredici casi del Piemonte più il carcere minorile
Uno dei punti su cui più volte abbiamo avuto occasioni di segnalare sia del gruppo tecnico interista una sanità penitenziaria ma anche nel sottogruppo
Di prevenzione del rischio suicidiario era anche l'attenzione rispetto alle figure degli psicologi davvero una figura decisiva che deve essere della struttura pubblica a sostegno dell'amministrazione penitenziaria e della gestione
Delle nostre carceri infine qui credo anche prendendo spunto dei suggerimenti dei tre suggerimenti che Emilio Rossi ha voluto il nucleare io spero che nella prospettiva di un importante progettazione regionale finanziata dalla Cassa delle ammende con la compartecipazione della Regione Piemonte dove in accordo Regione Piemonte amministrazione penitenziaria si è deciso di Opare
Di sperimentare anche in Piemonte gli agenti dirette struttura appunto di figure professionali già attive nella regione Lombardia con l'obiettivo può Prodi creare le interconnessioni fra il dentro e il fuori fra operatori
Che hanno poi compiti tanti compiti che si sono sedimentati in questi anni e che sicuramente nel fare il loro compito finisco magari da appendere la visione d'insieme o perdere la visione di relazione io credo che questa scommessa degli agenti dirette
Spero possa essere davvero qualcosa di nuovo che possiamo offrire anche al territorio piemontese Stefano Anastasia chiamo via
Bene grazie chiedo scusa per il ritardo che non mi ha fatto sentire gran parte dell'incontro e quindi diciamo sì sarà poco delle delle conclusioni queste saranno semplicemente delle mie considerazioni sincero poi immagino che abbiate detto e fatto corse
Cose molto utili e molto importanti così come molto importante il lavoro che è stato fatto da garante nazionale di ricognizione di
Quella tragica storia
Del due mila ventidue che non possiamo mettere da parte perché una tragica storia che non ha eguali nella storia recente delle istituzioni benefiche intensa italiani quindi è importante
Tornarci a riflettere con me Bruno Mellano avuto ha voluto fare in questa in quest'occasione
A partire dalle informazioni appunto che cita quel quello studio del del Garante nazionale
Di quanto pesi no i primi giorni nel trauma dell'ingresso in carcere
Quindi quanto sia delicato sui gusci via intercettare il disagio forse misura del primo giorno delle prime ventiquattro ore
E poi di quanto pesi la la stabilizzazione ventuno istituto
E cioè c'ho fatto un po'di conti cosiddetto nel secondo trimestre cioè c'è prima il trauma dell'impatto poi c'è diciamo
La realtà del carcere con cui si comincia a fare i conti dopo qualche mese e che pesa tanto sul sulle vissuto delle persone in carcere poi ancora
Ando sulle garante nazionale sottolinea diciamo il il peso che ha assunto
Non solo sul l'ingresso in carcere ma anche sulle persone condannate in modo particolare quelli condannati a pene brevi o che sono a fine di bene
Cioè quelli che devono fare i conti con che cosa sarà la loro vita dopo il carcere
E queste e la cosa che chiama in causa tutti
Non solo evidentemente l'amministrazione penitenziaria che fa il suo nella gestione
Del del momento diciamo sì del dell'istituzione penitenziaria ma quello che succede dopo quello chiama in causa tutti chiama in causa la tutta la comunità e gli enti territoriali quali prospettive si danno alle persone che sono in carcere
Per diciamo così in qualche modo poter
Quindi aver fiducia su un futuro che non sia è uguale al passato peggio del passato perché esperienze detentiva può anche privare anzi generalmente priva nelle poche risorse che ci fa sì che magari si hanno prima di entrare in casa
E questi sono lei i problemi drammi con cui
Abbiamo a che fare appunto ed è difficile che per gli operatori penitenziari diciamo sì affrontare e risolvere diciamo così
Io non so più a quanti diciamo sì protocolli piani le soluzioni circolari e sotto circolari siamo arrivati nella prevenzione rischio suicidiario personalmente nel Silvio un ruolo di garante
Della della mia regione che sto facendo Sordi facendo il giro di tutti gli istituti penitenziari per la remissione di pena per i piani per il rischio suicidiario che sono stati fatti giusto dobbiamo continuare a farli bisogna
Predisporre qualsiasi cosa sia possibile predisporre capendo che però
Come diceva bene Doriano Saracino prima quando ricordava il peso che il carcere assunti suicidi nella popolazione italiana
Che i proventi starci
E che è difficile diciamo sì pensare che ci possa essere
Un carcere e senza tragici eventi di questo genere allora serve il concorso evidentemente degli operatori che sono in carcere serve la prospettiva rispetto a quello che può accadere dopo
Serve anche la la relazione tra pari proprio su sollecitazione della Della garante del del Comune di Torino ieri abbiamo avuto un
Un
Col
Wedding artigiano tra
Tra i colleghi garantito d'Italia e sulle esperienze di cambio supporter cioè sulla formazione
Dei degli stessi detenuti insulsi ad essere agenti di prossimità dei loro dei loro compagni
Perché gli invisibili e degli operatori stessi toni Croce gli invisibili
Li possono passi ed in qualche modo individuare degli agenti di prossimità come i detenuti che vivono insieme con i loro compagni e che capiscono che i loro compagni stanno male
Tutto questo bisogna mettere mentre l'opera diciamo in terreno per anche con lo sforzo di uscire in avanti dalla esperienza che abbiamo vissuto di questi anni del Codino
Perché io credo che ne siamo troppo facilmente rimuovendo quello che sta che abbiamo vissuto
E e io credo che invece che e questo eccezionale il numero di suicidi che c'è stato nel due mila ventidue
Non si possa diciamo sì separare da quello che abbiamo vissuto ci e dal fatto che durante immensi negli anni più duri della pandemia i detenuti hanno sofferto tanto tantissimo come hanno visto che soffriamo anche noi fuori
E quindi diciamo così hanno come dire stretto i denti tirato la cinghia che sono andati avanti
Perché diciamo sì di fronte come dire al
A rischio del della pandemia diciamo sì bisognava in qualche modo diciamo sì cavarsela segnava calarsi innanzitutto bisogna calarsi quando poi la morsa della pandemia si è allentata noi ci siamo progressivamente liberati diciamo sì
Più o meno responsabilmente o ci sta andando bene e va bene così perché non l'avvertiamo no e e ci siamo progressivamente liberati il carcere invece è rimasto lì
è rimasto lì con i suoi problemi di sempre
Spesso aggravati dalla pandemia perché tante attività e tante cose sono inevitabilmente si sono si sono interrotte perché esperienze che andavano avanti da anni il le stesse persone che le portavano dall'esterno hanno avuto difficoltà a ricominciare eccetera eccetera eccetera
E quindi il carcere tornato scusi come era prima e forse peggio di come stava prima
E questo di signor Rossi nel vissuto di di chi è in carcere che viene chiamato sacrificio durante la pandemia ma riconosce con quote quel sacrificio sacrificio comune comune asse comune agli altri fuori
Quando qui scopre che quella condizione diciamo siti in qualche modo superata fuori ma invece rimane rimane pesante dentro l'istituzione penitenziaria
Ecco allora diciamo questo secondo l'intesa nel senso di solitudine abbandono che evidentemente c'è stato sì nelle carceri italiane scorso lo scorso qualora
Su questo dobbiamo evidentemente riflettere capire le cose che è possibile fare in più al di là discussi della stretta prevenzione rischio suicidiario
Per esempio noi
Oggi abbiamo ripreso il di iniziativa che è stata promossa dalla Conferenza del Volontariato Giustizia per
La promozione insomma sia il mantenimento delle forme di comunicazione di dialogo tra i detenuti
E i loro e i loro familiari che sono stati sperimentati in pandemia è che ora si essendo finita la fase di emergenza devono tornare allo status quo ante sta su quante significa
Una telefonata da settimane di dieci minuti
Una scossa affinché
Non anche fare
Con l'esperienza umana di questo secolo visti e di questi anni a che fare con l'esperienza di quando
E chi alla metà faceva faceva la naja o andava a studiava fuori o andando in vacanza d'estate faceva raccoglieva i gettoni durante la settimana per fare la telefonata
In famiglia mi si faceva alla fine della settimana quell'esperienza i ragazzi di oggi
Mettiamo in carcere che diciamo che non hanno più nessuna forma di comunicazione con le stelle
Salvo la telefonata in dieci minuti eccetera
Dico quindi anche a tutte queste cose dobbiamo pensare se vogliamo lavorare sulla prevenzione di specificità che non solo evidentemente all'attenzione alle singole persone e agli invisibili certo molto importante
Ma anche più in generale al clima al funzionamento dell'istituzione penitenziaria alla capacità di chi intento di temere un filo di comunicazione con l'esterno
è una sfida molto complicata ma credo appunto che quella tragedia dello scorso anno che non dobbiamo dimenticarci spinge appunto ad affrontare grazie
Stefano ci assicurò che se è stato assolutamente in tema nelle conclusioni negli argomenti che hai toccato io faccio solo una battuta finale perché poi dobbiamo anche lasciare la sala
E la battuta finale questa io proprio richiamando il Ferragosto tragico del due mila ventidue
Ricordo sempre un mio personale Ferragosto tragico perché nel due mila quindici sostato al carcere Vialba praticamente in contemporanea ad un suicidio
E all'inizio del mio mandato e quando arrivo l'imputato dovevo andare con il sottosegretario dell'epoca c'era Enrico Costa che quanto parla tutta che ed ero arrivato e ho capito che c'era qualcosa che non andava poi ho capito che qualcosa che non andava e che avevano appena tirato giù ragazzo giovane padre di famiglia che aveva segnalato qualche disagio ma su cui stavano intervenendo e c'era di classico direttore a scavalco che al carcere di Alba ma non era il suo suo carcere e c'era il comandante e ovviamente non ho visto il contesto del del suicidio ma ho visto le facce per il direttore del comandante della gente e devo dire che ancora adesso mi porta a fare questa conclusione ha riconosciuto che
Anche il due mila ventidue sagrato che gli agenti di polizia penitenziaria sono la forza di polizia che era ha riscontrato più sui cd sul lavoro come forza di polizia e sicuramente non è una battuta ma è una seria proposta quella di dire l'intervento di di psicologi Peyron
Le persone detenute ebbene gli operatori soprattutto ripeto guardo Francesco Gianfrotta ma anche Tatiana Sartor per quell'iniziativa che tento il sottogruppo per la tutela della sanitarie per il tentativo di superamento dei rischio suicidiario abbiamo più volte indicato c'è un un intervento di formazione di presa in carico degli operatori e appunto anche il progetto dei PIR supporter con l'intervento delle ASL per fare
Un'attività che
Poi
Permetterà agli operatori e anche ai detenuti di essere attivi nel osservare nel segnalare punto tragicamente anche nell'intervenire nel caso tragico grazie a tutti grazie in particolare garante nazionale qui nella veste viene a farsi grazie