Critica e militanti

Buon giorno da critiche militanti oggi in questa rubrica vogliamo ricordare uno scrittore italiano che oggi nel due mila ventuno
Compirebbe cent'anni che non credo sarà particolarmente celebrato nei prossimi mesi parliamo di Domenico Rea nato nel mille novecentoventuno a Napoli cresciuto a Nocera Inferiore
Rea è stato lo straordinario narratore ma bruciato il suo successo appena nel giro di un decennio in quel momento
Di catastrofe di euforia tra Liberazione dopoguerra che ha chiamato interregno
Gli anni in cui ha buttato giù le trame di Spaccanapoli il libro di racconti come li definì Emilio Cecchi Allan Poe di Magnenzio o si può dire a rotta di collo
Su cui scommesse nel mille novecentoquarantasette l'editore Mondadori
Tre anni più tardi a consacrarlo precocemente furono i racconti appena più educati diciamo così di Gesù fate luce forse il suo libro più celebre ai quali seguirono nel mille novecentocinquantacinque i pezzi di quel che vide con me o che segna non brevissima fase classica della politica di Rea
E poi nel mille novecentocinquantanove arrivo una vampata di rossore cioè la performances da romanziere che tutti ormai esigevano da questo autore che era invece un velocista
Un romanzo che fu accolto con una sostanziale reticenza malgrado l'abbondanza di talento e anche di coraggio che aveva profuso in questa sua
Vischiosa colata narrativa qualcuno la definì una frase lunga duecentocinquanta pagine fino allora Rea fino al siamo alla fine degli anni Cinquanta
Era considerato uno dei protagonisti della nuova letteratura sembrava avviato su una comune linea di traguardo con Bassani con Fenoglio e soprattutto con lo speculare Calvino l'amico
Che castiga va avanti umiliava la fedeltà alla complessa umanità dei movimenti quotidiani come ha scritto di Rea dei suoi racconti TAF movimentati plebei invece dal mille novecentosessanta in poi anche per
Ragioni biografiche
Extra letterarie l'autore della vampata viene a poco a poco relegato sullo sfondo dalla nuova cultura
Insieme a il folklore neo realistico
In questo senso ore assomiglia nella sua sorte a quella dei figli della plebe dei tanti figli della plebe che popolano la sua narrativa così come si trova descritta già inizio anni cinquanta nel saggio le due Napoli molti di loro
Scrivere a specie nell'epoca del contrabbando uscirono dal vicolo godettero alcuni frutti del Nuovo Mondo finito ancorché il picco il contrabbando ridisceso non è letale ma con una coscienza uno spirito di versi
Col tanfo della sporcizia del vicolo sull'anima e sotto il peso di una colonna l'ingiustizia piantata in mezzo
Alloro dissonante cuore
Ma se è vero che il clima degli anni Quaranta aveva aiutato ore ad affermarsi a diventare quella quella quella autore giovane quell'uomo impaziente sospeso ancora tra l'eredità dei bassi e la gloria quell'uomo insomma ritratto in maniera così impietosa ad Anna Maria Ortese nel mare non bagna Napoli è però un errore crediamo agganciarlo alle carrozze neorealista e confonderlo con i documentaristi
Perché semmai il suo realismo così dinamico la sua dote ritmica le sue scene a Bolzano abbozzate in fretta e furia
E così precipitosa
Hanno alle spalle i prosa attori che in Italia non vecchia Mantica e osservo Muscetta che Arena si riprese Boccaccio non solo meridionale tra i toscani
Eterea racconta la vita dei suoi personaggi anche la sua con una sto dicendo a boccaccesca di un Boccaccio filtrato
Da Basile ossia comune avventura di corposa sconcezze una peripezie a Domenici denti malattie Colitti galleggiano dentro la schiuma di una scrittura grottesca e funereo una scrittura
Sinteticamente sghemba plastica piene di cicatrici
Un autentico frutto dell'interregno si direbbe nato dal contrabbando di Rimini scienze colte ficcante così a impronte in mezzo a dialoghi semi dialettali e a pezzi di italiano un po'approssimato Rea
Cercava così ha scritto Ruggero Guarini il ridicolo nel tour lo lo dice nel saggio ricordo Guarini che apre il Meridiano delle opere
Dove cita un pezzo molto emblematico icastico da Breve storia del contrabbando un pezzo di Gesù fate luce le donne erano le più bestiali scrive in questo pezzo area descrivendo
I viaggi rocamboleschi sui treni nell'interregno
Scaricavano superfluo come potevano le giovani lo facevano piangendo con le facce tra le braccia delle vecchie norme fatte invece si portavano le boccette dottore scaricava ne parlavano insieme dei barattoli del tonno che si portavano appresso
Con la scusa del sedile ogni contrabbandiere aveva un suo barattolo coi toni dipinti
Rea torna poi dopo trent'anni al mondo dei suoi bassi
Della sua contrada di nove finali as non c'era di questa sua intenzione alla Faulkner che lo accompagna
Dei suoi libri torna lì nel suo secondo e ultimo romanzo Ninfa plebea uscito da Leonardo Mondadori nel mille novecentonovantadue premiato allo Strega l'anno dopo cioè pochi mesi della prima della morte dell'autore
Ed è ancora questo romanzo una sorta di trionfo delle viscere anche qui come nel romanzo del cinquantanove il ventre femminile è un emblema di vitalità insieme di morte
Nel suo coccodrillo per Domenico Rea Giovanni Raboni scrisse che siamo stati così a lungo ipnotizzati dalle restare latino-americane nella letteratura da non accorgerci di avercelo qui in casa il nostro grande latino americano scriveva Raboni nulla Zarrillo
Insomma che le magie spagnole esche lei imparate da autodidatta trascinando tra le tragedie del Novecento una specie di Cunto de li cunti su cui si proiettano ancora le ombre della peste del trecento e un'aggressività da Novellino questo era Domenico Rea di cui del mille nel due mila ventuno cadono i cent'anni dalla nascite che abbiamo voluto ricordare a critica militante i perché
Anche perché pochi credo lo faranno altro a risentirci venerdì prossimo