Critica e militanti

Buongiorno da radio radicale qui Matteo Marchesini per la rubrica etiche militanti negli ultimi decenni chi segue la politica italiana aveva constatato che c'è stato un grandissimo forse eccessivo interesse per la poi via dialettale
Perché il dialetto è stato in qualche modo per molti i filologi poeti Esperti l'ultima incarnazione della lingua autonoma della poi via di questo mito moderno Virgilio giochi diceva Pasolini
Io non parlo in dialetto in casa ma parlo in italiano mentre invece scriveva
In dialetto tentino perché il dialetto e la lingua della poesia
E nell'Italia però è vero ha avuto davvero dei notevoli poeti dialettali sia nella prima metà del Novecento appunto giochi Marina per certi versi Noventa che non è solo un poeta dialettale
E poi nella seconda metà del secolo poeti come Franco Loi come Tonino Guerra che è stato anche un moltissimo importante sceneggiatore ed è lo stesso paese di Tonino Guerra Santarcangelo di Romagna ha operato Raffaello Baldini un suo coetaneo nato del mille novecentoventiquattro è morto nel due mila cinque
Che un giornalista che ha cominciato a pubblicare poi vietare via poco poco riunite in volumi Einaudi ANIE mondadoriano I
E di cui oggi Quodlibet nella sua collana extra pubblica una piccola antologia in lingua italiana a cura di Daniele Benati ed Ermanno Cavazzoni sono traduzioni d'autore traduzioni dello stesso Baldini che funzionano piuttosto bene anche anche al di fuori del dialetto
Baldini è romagnolo quindi terre tuba Pora tematiche sognanti malinconiche tra il mare la pianura il fiume terre appunto Fellini alle ma lui è un poeta in qualche maniera beckettiano come sottolinea lo stesso Daniele Bennati
Di un Becket riportata una realtà di paese in cui certe cose molto solide realtà succedono
Sono in dialetto e quindi sono in dialetto vanno raccontate quindi eletto non estetizzante ma un dialetto necessario
Nell'intervista che si trova dopo la la raccolta riversi Baldini fa un paragone molto intelligente dice in Italia per dire che uno parla bene si dice parla come un libro stampato
C'è in questa battuta senz'altro un po'di ironia ma c'è anche sottintesa l'idea che l'Italia con il suo meglio l'italiano scritto stampato
E l'Italia lo stampato non è un po'su sulla tempi di uno che parla in dialetto non sia mai che parla come un libro stampato
Ma c'è di più di uno che parla in dialetto non si può dire meno che parla bene perché in dialetto si parla sempre bene
Si parla bene tutti italiano infatti ha delle regole ha una grammatica e una sintassi e può sembrare addirittura che grammatiche Kentucky vengano prima della lingua
Nelle quali infatti si studia grammatica e sintassi da bambini quando non si sa ancora parlare bene quando si sbaglia c'è sempre la maestra la mamma che corregge non si dice così
Ma in dialetto non ci sono né grammaticale e sintattica parlare in dialetto non si sbaglia mai il dialetto lo parlano benissimo anche gli analfabeti e allora finisce Baldini continuando il paragone della caserma allora non si può dire che il dialetto è in posizione di riposo che addirittura in libera uscita
Ecco questo dialetto il dialetto di un poeta che sente le voci come chi è solo
Livio Dei Godollo Ghitti attrarli di Baldini è quasi sempre un mio solo nella nebbia della solitudine che parla per aggiustarsi una compagnia
Che di continuo Scuba ENI e accumula affastella le fra libertà finirle
Quasi che per darsi energia si debba ricominciare continuamente continuamente daccapo c'è ad esempio l'ultima il famosa poco lirica anzi famoso monologo pronto pronto un uomo che non ha fatto in tempo a rispondere al telefono il richiamo per una serie di amici conoscenti e pensa poi di richiamare tutto l'elenco telefonico di Santarcangelo in questa sua sia di stabilire un contatto
è una poi via anche della della prossimità paesana botteghe bar vecchie sale di cinema amori furtivi tra le chiacchiere thailandese
A volte sono poi che che hanno la struttura resa appena meno riconoscibile della barzellette a volte appunto in quest'auto traduzioni senta bambole giuramenti lo si vede bene solo però delle politiche dolenti ma illuminate da data delle piccole epifanie apportata del paese e qui vorrei chiudere leggendo dei cura delle meno lunghe intitolata a luglio
Il nove luglio un'automedica dovevano essere le cinque del pomeriggio Ciolla proprio in cima alla casa di Barusso
Parli dietro nell'ombra tra la fine perché di là cala Lubritto nel fondo di lasagna e il muro che era tutta un'apertura con un venticello che faceva ogni tanto un po'di traverso io fra le canne
A un tavolino giocava da tre stelle riteneva di sassi sulle carte perché era un po'la ferrovia
E guarda quello di Varallo gli è venuta la cricca di coppe
E tre tre pensa danari
Gonfiato un po'ma Fitto non si è fatto capire se accomodato sulla sedia poi uscito collages e lo diceva ancora niente va dalla contentezza ha dato una botta sul legno che nei bicchieri di vino
Ha tremato tutto e la cicala sul ciliegio taciuto di botto dalla paura
L'aria allora è diventata così leggera che sul crocicchio sentito piccola il campanello arrugginito di una bicicletta e la giubba lontano polare un aeroplano sopra il mare
Quindi il consiglio di oggi è Raffaello Baldini piccola antologia in lingua italiana editore Quodlibet a risentirci venerdì prossimo