Poca fiducia nel presente e nel futuro per gli italiani. L'analisi e il progetto Censis-Conad

Ancora è paura e non sono il passaporto per il futuro la crisi economica è e nel nostro Paese ormai anche crisi sociale ormai dal due mila e otto data x per l'avvio della crisi economico finanziaria di cui continuiamo evidentemente anche a pagare
Alcune conseguenze parliamo con Massimiliano Valeri direttore generale del Censis di un'analisi di un Progetto Censis Conad che è stato presentato qualche giorno fa proprio a Roma al Senato in cui si analizza un po'quella che è la realtà
Italiana una realtà sociale ed economica molto spaventata rispetta evidentemente ad alcune alcune situazioni che si sono venute a creare
Negli anni è evidente senza una crescita anche una percezione della disuguaglianza una grande paura nei confronti del del futuro
Ci sono varie vari considerazione forse da fare da dove partiamo dottor Valerio
Ma intanto partiamo dal fatto che in questi giorni in queste ore in cui tutto il dibattito pubblico
è concentrato su i decimali di punto percentuale della del rapporto deficit PIL nell'aggiornamento del Def e quindi quello che sarà una legge di bilancio per il due mila diciannove
Noi invece abbiamo voluto proporre una riflessione sull'immaginario collettivo degli italiani
Non perché quei temi naturalmente il rapporto deficit-PIL non siano importanti i più sono fondamentali in grado di cambiare anche le condizioni di vita di centinaia di migliaia di milioni di persone
Però non esauriscono la discussione c'è da accendere dibattiti invece su quella che è la crisi nell'immaginario collettivo degli italiani
Sembra un tema apparentemente molto astratto sfuggente immateriale invece l'immaginario è una cosa fondamentale
Perché è in grado di orientare determinare i comportamenti gli stili di vita anche i consumi delle persone
Che cos'è l'immaginario collettivo ma è un ente insieme no di di di valori anche di mitili ferimento di simboli
Che sono in grado non soltanto di plasmare i percorsi esistenziali di ciascuno di noi ma che poi per sommatoria definiscono l'agenda sociale di una comunità di una collettività di di di una nazione di un Paese
Ecco noi gli anni della crisi vi hanno rappresentato non soltanto una fortissima cesura economica di cui abbiamo parlato per dieci anni
Ma lo comportato anche un indebolimento uno frammentazione dell'immaginario collettivo che invece nei decenni passati aveva rappresentato una potente forza propulsiva che aveva spinto in avanti la società quella società che cresceva quella società acquisitiva
Caratterizzata anche da una stratificazione rialzo non soltanto del direi inviti ed i consumi quindi il tenore di vita delle persone
Ma anche dei livelli di istruzione delle aspirazioni oggi ci troviamo in uno scenario completamente nuovo
Perché sono naufragate quelle tre grandi narrazioni posta ideologiche che erano state egemoni
Negli ultimi anni cioè dopo la fine delle grandi ideologie del Novecento lui avevamo provato a costruire la nostra idea identità e a radicare il nostro benessere
All'interno di tutte le grandi narrazioni
La prima naturalmente era il sogno di una unione europea senza più frontiere sogno che nasceva naturalmente dal passato
Che però hanno visto crescere progressivamente secondo un un processo che pensavamo essere irreversibile di progressiva unificazione economica e politica del continente
Poi invece con la crisi abbiamo conosciuto o almeno percepito l'Europa ma matrigna dell'austerity
Abbiamo constatato la fragilità l'inadeguatezza della governance delle istituzioni europee di fronte alle due grandi sfide epocali cioè la recessione economica e la gestione dei rilievi di
Lieto di migratori e addirittura con la babysitter abbiamo visto proprio una retromarcia clamorosa di questo processo quindi quel grande sogno di una un Oropa unità ecco è andato infranto oggi percepivano percepiamo come Europa addirittura mimica almeno larghi strati della popolazione percepiscono un'Europa nemica
Ma c'è stata anche una seconda grande narrazione egemone
Quella della globalizzazione quella della globalizzazione in chiave positiva quella
La globalizzazione che si sarebbe presentato come una grande tavola imbandita in cui tutti avrebbero tratto beneficio e Bachini livellato gli
Lo dico disuguaglianza invece il rallentamento con invece abbiamo visto delle quegli altri che si sono inasprite abbiamo visto che ci sono
C'è chi è rimasto indietro in questa corsa e non mi riferisco soltanto a i Forgotten nel medicale per ma anche in Italia in Europa tutti quelli che hanno cominciato a trincerarsi dietro nuovi nei muri barriere figli fili spinati alle diverse latitudini europee
Dove che addirittura dischiude o quel vaso di Pandora del populismo del sovrani Simo con nuove intolleranze anche rispetto agli altri agli stranieri
Quindi questa è stata la seconda grande narrazione che in qualche modo è andata in pezzi e poi c'è stata la terza grande narrazione quella per cui internet la rivoluzione digitale avrebbero sparso ai quattro angoli del pianeta conoscenze democrazia poi invece ci troviamo già di spiegarci come difficoltà Traffic News otto verità
Nuova propaganda e censura su internet in violazione della privacy e tanti altri problemi e quindi passiamo un grande problema di spaesamento nel momento in cui queste tre grandi narrati narrazioni sono andate in pezzi e ad oggi non sono state sostituite ancora
Da un nuovo anche spazio fisico ideale entro il quale costruire la nostra identità è radicale il nostro benessere il risultato
Quello che stiamo vitella Paola quaranta natura nuovo antropologico dell'insicurezza è questo più al cuore della politica ecco le volevo fare una domanda lei prima ha parlato della globalizzazione con un processo da luci ed ombre evidentemente anche poi
Completato il pensiero dicendo e parlando della dell'internet la rivoluzione industriale quattro punto zero quale delle due dei due aspetto si sono le secondo lei aspetti legati a maggiormente diciamo allargato la crescita delle disuguaglianze perché la tecnologia il progresso noi abbiamo sempre pensato come no un fattore positivo e realtà poi ha allargato soprattutto in questi anni
La differenza tra le competenze anche richieste da un mercato del lavoro che è sempre più Complesso oggettivamente quindi allargato anche la fetta tra quelli che sono adeguatamente formati e competenti chi non lo è per varie per varie ragioni per diciamo anche
Problematiche sociali o di Vello di distruzione vorrei proprio perché con lui
Nel senso che noi avevamo avuto fiducia in un progresso lineare
Senza contraddizioni e quindi non sono stati effettivamente messi in campo di correttivi a quelli che
Alcuni effetti collaterali che naturalmente questo grande processo dalla globalizzazione ha comportato la differenza nelle competenze che naturalmente sono il veicolo primario per l'accesso al mercato del lavoro che lei ha richiamato sono sicuramente uno di questi il risultato qual è che oggi viviamo come in uno stato di come l'incombente minaccia permanente per cui quelle che potrebbero essere delle idee da cogliere alcune delle opportunità
Vengono invece percepite come come delle minacce anche con riferimento specifico al mercato del lavoro
Aspetti come la robotica l'intelligenza artificiale l'automazione
Questo feticcio come tutti nominiamo come l'algoritmo che diverse sono delle tecnologie che potrebbero essere in maniera molto efficiente messa al servizio delle comunità
Oggi invece li rileviamo come una minaccia incombe perché è un problema di alfabetizzazione anche nella diciamo ridotto alla alla all'osso la questione ma forse anche una paura mi viene da dire da osservatrice in qualche modo razionale perché se i Paesi io anche come il nostro e l'Europa tutto a fossero in grado di garantire gli strumenti adeguati sufficientemente capillari probabilmente anche la percezione per esempio si parla oggi dei centri per l'impiego i centri per le competenze
Di rivoluzione tecnologica e di nuovi lidi nuovo sapere ecco per se questo fosse alla portata di tutti forse
E anche la percezione cambierebbe e che cosa ne penso
Che è esattamente così quando dicevo non sono stati messi in campo dei correttivi intendevo esattamente delle misure che avrebbero permesso chiunque o comunque almeno la maggioranza delle persone
Di poter gestire con maggior fiducia e consapevolezza questi processi nuovi il risultato e momenti in cui sono venute meno queste iniezioni che sarebbero state necessarie
Il lottatore cioè la sensazione di impotenza rispetto a questi grandi cambiamenti e allora Fini percepisco impotente mi chiuso e chiudo quella che è un'opportunità la percepisco come una minaccia anche perché ricordiamoci un aspetto che
Spesso non viene valutato nella sua pesantezza
Noi siamo proiettati in uno scenario nuovo in incognito inesplorato anche perché in questi anni è successo qualcosa che rappresenta un inedito nella storia sociale ed economica del Paese
Cioè dal dopoguerra in avanti aveva guidato lo sviluppo di questo paese un patto sociale una tacita promessa quella per cui le nuove generazioni avrebbero potuto di condizioni sociali economiche occupazionali di bene migliori di quelle delle generazioni che l'avevano preceduta effettivamente è stato sempre così al dopoguerra in avanti
è stato sempre così addirittura durante il miracolo economico tra gli anni sessanta e settanta nel giro di una un paio di decenni i figli degli operai i figli delle famiglie contadine finora ritrovati insieme ai figli della borghesia costituire quel grande ceto medio Secondo una stratificazione al rialzo per tutti
Anche dei livelli di istruzione dei consumi del benessere materiale
La censura della crisi ha rappresentato la rottura di questa tacita promessa che era alla base dello sviluppo cioè la rottura dei meccanismi di ascesa sociale
Quindi quel grande e potente meccanismo che aveva decretato lo sviluppo per mezzo secolo in questo questo Paese quella mobilità sociale si è rotto UNI
Possiamo fargli dire anche che non c'è stato neanche l'altro meccanismo che in alcuni casi nella nostra storia passata aveva avuto una funzione cioè quel conflitto sociale conflitto sociale si innescano per chiedere il cambiamento
Penso al sessantotto di cui ricorrono i cinquant'anni penso alla al movimento dalla contestazione settantasette in fondo anche gli anni del terrorismo non rappresentato questo in Italia
Di cui i primi attori naturalmente erano i giovani sia dei meccanismi di ascesa sociale che deve crimine il conflitto sociale i primi attori erano i giovani che oggi sono ridotti in Italia veramente al lumicino ma per un effetto di
Denatalità che ci portiamo dietro da vent'anni
Ecco questo ci proietta in uno scenario inedito non c'è più il meccanismo della mobilità sociale che era rappresentano un motore anche di fiducia rispetto al futuro
Perché oggi le condizioni dei giovani invece sono oggi e soprattutto in prospettiva peggiori di questi quelle dei genitori delle generazioni di giovani che mi hanno preceduto
Ne c'è il conflitto
è e e d'altra parte questi grandi di processi di cambiamento di trasformazione che operano a livello globale ci danno un senso di impotenza questo è un quadro che complessivamente spiega la paura che oggi è una delle emozioni più più forti che viviamo quest'anno Mantero Polonia della dell'insicurezza che naturalmente costituisce anche il prima prepolitico entro il quale tutti siamo immersi
Ed ecco l'importanza dell'immaginario collettivo che è importante non soltanto perché come dire orienta i comportamenti delle persone ma anche perché poi si riflette immediatamente nelle loro scelte politiche
E questo descrive lo Stato che viviamo in Europa in Italia in fondo che caratterizza anche il resto dell'Occidente se pensiamo dall'altra parte dell'Atlantico
Bisogna ritrovare in qualche modo quindi di paradigmi nuovi
Entro i quali costruisce costruire il nostro benessere futuro sapendo che certi pilastri del passato difficilmente potranno tornare in campo penso ad esempio ai sistemi di protezione
Pubblica di un welfare pubblico che avevano garantito per mezzo secolo una rete di protezione che spingeva le persone a anche ad assumersi dei rischi individuali comprarci una casa a metter su un'impresa aprire un negozio e così via
Per il prossimo mezzo secolo noi dovremmo riorientare la nostra costruzione dell'identità la radicare il nostro benessere Hinton contento
Molto diverso profondamente diverso da quello che abbiamo alle spalle questa è una fase di transizione storica dominata dalla paura
Che avrà come dire dominerà il campo fino a quando non avremmo rimesso insieme di nuovi paradigmi
E quali costruire il nostro benessere futuro
E secondo lei gli strumenti che si stanno ipotizzando in queste ore parliamo ovviamente nella legge di bilancio e anche delle strategie messe a punto dalla governo Gialloverde sono adeguate a questa paura
Che a queste sfide evidentemente
Mi sembra che le misure che io no per ora ipotizzata non non sappiamo ancora se in Savoia scadrà effettivamente nella legge di bilancio signorili misure volte soprattutto a rassicurare piuttosto che a dare lanci per il futuro
Penso in particolare al tema degli Investimenti ora su questo pure si riflette troppo poco negli ultimi dieci anni gli investimenti pubblici sono diminuiti in Italia del trentadue virgola cinque per cento
Ecco non mi sembra che al al momento ci siano ricchi riflessioni da parte delle istituzioni e della politica per rovesciare
Questo ciclo in effetti sono fondamentali non soltanto perché sono quelli che sono in grado di poi di innescare dei Circuiti positivi nell'economia reale
Rimettere in moto anche il tema dell'occupazione di un'occupazione più qualificata di quella che abbiamo conosciuto negli ultimi due o tre anni di ripresa occupazionale
Ma invecchiamento è per antonomasia una scommessa una posta sul futuro mentre mi sembra che al momento le misure che siano più numerose sono più caldeggiate sono quelle volta una rassicurazione perché in questi anni pure sofferto gli effetti della crisi intermedi certo
E disuguaglianza abbiamo un maggior numero di persone che sono scivolate sotto la soglia della povertà
E in ogni caso quello il discorso che io ho provato a fare chiama in causa delle scelte politiche che vanno oltre le autorità anche le autorità nazionali nel senso che anche i balletti di queste ore a cui stiamo assistendo
Per cui di fronte a delle scelte gratuita politiche nazionali vengono sempre chiamati in causa i mercati le agenzie di rating il giudizio di le autorità di Bruxelles il le le reazioni di Francoforte cioè vengono continuamente chiamato in causa dei dei giudizi che vanno che sono effettivamente formati presi oltre i nostri confini nazionali
Non ha torto in fondo perché in questo nuovo scenario non dopo la grande cessione di sovranità che abbiamo fatto verso l'alto verso istituzioni sovranazionali
Effettivamente le autorità politiche nazionali non hanno sempre l'ultima parola e quindi hanno un potere effettivo ridimensionato rispetto al passato
Questo significa che le grandi scelte dovranno essere compiute ad una scala più elevato e quindi il nostro futuro dipenderà anche se non soprattutto su quello che sarà un processo di Rifondazione dell'Unione Europea che fino ad oggi ha mostrato più difetti che pregi
Davvero grazie a Massimiliano Valeri direttore generale del Censis per questo progetto e per questa analisi presentata già qualche giorno fa appunto dal Censis con Andrea
E ovviamente buon lavoro buon proseguimento perché questa un progetto in itinere corretta grappe voi mi auguro che perché c'è il futuro per l'articolo sui palchi di questo prodotto grazie ancora