La rassegna stampa estera

Buongiorno riesco datori di Radio Radicale sabato dodici gennaio questo l'appuntamento con la rassegna stampa internazionale a cura di David Carretta anche quest'oggi
In apertura ci occuperemo delle primarie americane la vittoria di Hillary Clinton di John McCain nel
New Hampshire
Leggeremo l'editoriale dell'Economist tutto operare all'America vuole cambiare il problema è che non sa che tipo di cambiamento vuole descrivere il settimanale britannico
Uscito ieri nelle edicole europea riproporremo anche un'analisi dell'International Herald Tribune di ieri
Il nuovo Presidente americano non
Rispetterà tutti i desideri dell'Europa leggeremo il perché
Passeremo poi un altro argomento le elezioni in Georgia di azioni che ci sono state
Sabato scorso che hanno visto la vittoria del Presidente uscente Michele Saakashvili confermato il primo turno con circa
Il cinquantadue per cento dei voti anche in questo caso prenderemo l'Economist per leggere un editoriale secondo il settimanale i colori delle
Rivoluzioni nell'ex Unione Sovietica sono un posto via diritti ma ancora abbastanza brillanti
Sulle elezioni Giorgianni desidereremmo anche un'intervista Salome giura BCP lì ex ministra degli esteri di Saakashvili che è passato all'opposizione diventata dal numero due
Dell'opposizione e
Chiede un secondo turno del presidenziali in chiusura poi ci occuperemo anche
Di Cuba la Cuba del dopo Fidel quest'ultimo solo di un'analisi
Di del mondo e che racconta quanto sta
Accadendo nell'isola precisando che i dissidenti denunciano una recrudescenza della repressione ma cominciamo dalle elezioni
Presidenziali americane darle primaria questa settimana come sapete Hillary Clinton e John McCain hanno vinto un po'sorpresa nel New Hampshire
Vogliamo proporvi l'editoriale dell'Economist tutto per aria l'America vuole cambiare solo che non sa che tipo di cambiamento il
Titolo scrive
Il settimanale britannico se nel Regno Unito si dice tra una settimana in un periodo molto lungo in politica cinque giorni sono un'eternità in America
Il tre gennaio Barack Obama aveva sconfitto Hilary Clinton di appena diciassette mila voti nelle primarie democratiche dell'Iowa
All'inizio della stagione che porterà alla nomination presidenziale
è stato il voto che ha provocato migliaia di editoriali il carismatico giovane leader di colore è stato paragonato a JFK a John Fitzgerald Kennedy a Martin Luther King e perfino a Ronald Reagan
Il quotidiano francese Libération salutato luogo che il restauro era l'immagine
Dell'America nel mondo
La nomination per non dire la Presidenza sembrava ormai acquisita come si Obama dovesse essere eletto per acclamazione globale
L'otto gennaio
Hillary Clinton ha fatto suo ritorno vincendo in New Hampshire con un margine ancora più ristretto sette mila cinquecento voti con sorpresa dei sondaggisti che avevano previsto una disfatta per la senatrice di New York ora all'improvviso
Si parla di trionfo dell'esperienza sulla speranza esperienza di Clinton la speranza Obama
Si parla della schiacciante macchina di potere Clinton del nuovo capitolo della storia dei Camber Keats i ragazzi che ritornano nel frattempo i repubblicani sembrano in una situazione ancor più drammatica
Da una parte il religioso Michael un cabina ha vinto nell'Iowa e lì ci sono
Stati commenti appunto sulla
Sulla forza l'influenza della destra religiosa e poi John McCain ha conquistato Liviu è invece
E anche qui è stato tutto un'ode all'esperienza nella e alle virtù dell'indipendenza e infine tra repubblicani c'è anche Rudolph Giuliani che ancora in testa nei grandi Stati che voteranno nel super martedì del cinque febbraio
In realtà spiega l'economista l'unica lezione certa da trarre è che la battaglia per la Casa Bianca un affare ancora straordinariamente fluido incerto
Tutto può cadere tutto e per aria e questo non solo perché questa è la più aperti a lezione americana dal mille novecentoventotto cioè l'ultima volta in cui non correva un presidente uscente un vice Presidente
Ma perché gli americani non sanno davvero quello che vogliono cento sentono il bisogno disperato del cambiamento con l'economia che stagni alla politica bloccate i giovani che muoiono in Iraq l'Amministrazione Bush vista come incompetente
In tutto il mondo un numero importante di americani crede da tempo che il Paese sia sulla strada sbagliata
Il problema scrive l'Economist e che non si sa cosa cambiare e soprattutto chi debba cambiare le cose
A proposito di cambiamento l'International Herald Tribune Nieri pubblicava un'analisi di Judith dentro sei
Dal titolo il nuovo Presidente americano non rispetterà tutti i desideri dell'Europa
Tra questi desideri c'è anche un
Cambiamento dell'Amministrazione americana scrive il Tribune da qui a novembre medi europei saranno concentrati su quella che sembra essere una campagna per le presidenziali americane particolarmente eccitante
E non solo perché gli europei sono ancora affascinati dalla potenza americana nonostante la vasta opposizione alla guerra in Iraq che ha profondamente diviso l'Europa
Io l'ho preso un uniti nel volere un nuovo inizio alla Casa Bianca è un punto di vista comprensibile
Soprattutto
Europa vorrebbe vedere un democratico eletto Presidente
Perché credono che questo porterebbe a una svolta fondamentale nelle relazioni transatlantiche il problema per l'Herald Tribune è che gli europei rischiano di illudersi
Castel voi te l'inviato speciale americano in Germania speso anni a monitorare le svolte nelle relazioni transatlantiche in particolare
La spaccatura dopo l'attacco terroristico dell'undici settembre
Dice che gli europei si illudono sull'America le loro aspettative sono molto alte sulla prossima Amministrazione in particolare i tedeschi vogliono identificarsi con un Presidente come era successo loro con Chennedy e Bill Clinton
Vogliono credere che la prossima Amministrazione sarà fondamentalmente diversa e migliore di quella attuale
Il senatore Barack Obama ed è stato osannato come il nuovo Candy ritiri da numerosi giornali tedeschi ricorda le altri dello
L'opinione pubblica anche entusiasmante della principale rivale di Obama la senatrice Hillary Clinton e perfino del repubblicano John McCain
Il fatto che nessuno dei candidati alle presidenziali abbia ancora spiegati i dettagli della sua politica estera non sembra condizionare il desiderio di cotte e di cambiamento
Ed è proprio sui dettagli cioè il problema secondo il Tribune perché fino all'invasione dell'Iraq per molti europei gli Stati Uniti rappresentavano una forza del bene la querela che nacque teniamo lo scandalo dalla tortura Abu Ghraib
Hanno cambiato radicalmente il loro modo di vedere ora dice voi gli europei vogliono pensare che lo status quo ante possa essere restaurato
Il problema è che cosa praticamente impossibile gli attacchi dell'undici settembre l'invasione dell'Iraq hanno trasformato gli Stati Uniti e così anche le relazioni transatlantiche
Un cambiamento però era già in corso alla fine della guerra fredda cioè quasi vent'anni fa basti ricordare la presidenza di Bill Clinton con gli Stati Uniti che all'epoca oscillavano tra il multilateralismo e l'isolazionismo
Chiedendo al contempo gli europei di assumersi più responsabilità nella difesa delle operazioni di peacekeeping
Come George Bush anche Clinton non si avventurò in Medioriente per condurre i negoziati tra israeliani Prestine sì se non
Al nel alla fine
Del suo secondo mandato
La sua Amministrazione se poi rifiutata di sottoporre
A ratifica al Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici
E non ha sostenuto la nuova Corte penale internazionale lasciarla persuasione di Clinton hanno però contribuito a proteggere l'America dalle critiche o gruppetti
L'Amministrazione Bush si scritta dunque in continuità con queste politiche usando però un tono molto più duro si è ritirato unilateralmente dal Trattato antimissili balistici firmata con all'Unione sovietica nel mille novecentosettantadue
Trattato che vietava i testi del dispiegamento di un sistema di difesa missilistico
Amministrazione poi firmato un patto con l'India sostenendo il suo programma di armamenti nucleare che ha indebolito ulteriormente il Trattato di non proliferazione e poi c'è la NATO
Nato su cui ricorda l'Herald Tribune Clinton aveva delle riserve nel novantanove Clinton uso si l'alleanza militare per bombardare gli obiettivi serbi e fermare la pulizia etnica dei kosovari di etnia albanese
Ma è stato necessario fare molte pressioni sugli alleati europei della NATO per poter avere almeno la luce loro logistica
Allo stesso modo l'alleanza subito un downgrading dopo l'undici settembre quando di fronte all'offerta di attivare l'articolo cinque del Trattato sulla difesa reciproca in caso di attacco
Bus rifiuto
Questa offerta il Pentagono infatti non voleva interferenze da parte di un'alleanza multilaterale
Solo quando i talebani hanno cominciato a guadagnare terreno nel due mila cinque in Afghanistan
Washington è iniziato chiederà la NATO di mandare più soldati
Il problema è che i suoi membri europei sono stati sempre più reticenti a fa a farlo a mandare questi soldati
Richiesti da Washington e chiunque vinca novembre la NATO e i suoi membri europei
Dovranno aspettarsi domande richieste molto chiare molto più forti da parte di Washington perché perché i politici americani
Sono che sono convinti che l'Europa
Essendo stabile e prospera e unità
Possa portare su di sé molte più responsabilità rispetto la sicurezza globale i Stati Uniti si aspetteranno molto più aiuto dall'Europa
Che si assume si aspetteranno che si assuma più responsabilità e corra più rischi per risolvere problemi comuni spiega cori Sciacca
Ricercatore alla cultura Institutes on che tra l'altro è stato nel National Security Council durante il primo mandato di Bush ma nessuna di queste aspirazioni Sava realizzate e questo spiega l'Herald Tribune
Perché l'Europa non sa ancora quello che vuole quando si tratta di politica estera e di relazioni transatlantiche i kolossal così il presidente francese
Vuole che la Francia reintegri comando militare della NATO da cui si era ritirata nel mille novecentosessantasei ma solo a condizione che l'Europa diventi una potenza militare indipendente dagli Stati Uniti
Il primo ministro britannico Gordon Brown rimane scettico sull'Europa la cancelliera tedesca Angela Merkel che dice di essere impegnata nella NATO esitante mandare
Soldati nei posti più caldi l'Afghanistan e inoltre impegnati in un ciclo elettorale che durerà fino al due mila e nove
L'Europa non riesce nemmeno mettersi d'accordo sull'uso della forza come mezzo per fermare i conflitti come dimostra la crisi del Darfur
Insomma non c'è ancora un'Europa che parla ha una voce sola aspettate di grandi problemi nelle relazioni transatlantiche dice benissimo è crescente ex Ministro per l'Europa del Regno Unito
Io ripeto devono capire che fino a quando non inizieranno a parlare con una voce sola continueranno ad avere pochissime influenza europee inoltre conclude tra l'altro l'Herald Tribune
Possono aspettarsi problemi con la prossima Amministrazione americana sul commercio e sui cambiamenti climatici non va dimenticato che i democratici sono molto più protezionisti di Giorgi Dario Bush così
L'Herald Tribune avverte gli europei sui rischi
Di quella che sarà la prossima amministrazione americane in particolare sì democratica
Dalle elezioni americane
Che devono ancora venire a le presidenziali in Georgia che ci sono state la scorsa settimana
Torniamo sull'Economist che commenta la vittoria di Mikhail Saakashvili con un editoriale i colori delle rivoluzioni nell'ex Unione Sovietica un sono un po'sbiaditi ma ancora abbastanza brillanti il titolo
Scrive
Il settimanale britannico
Per l'esuberante opposizione della Georgia queste elezioni quelle di sabato scorso sono la dimostrazione che loro presidente Mikhail Saakashvili è un despota arrogante giusto un po'meglio dicono con un'iperbole in latino Putin
Dopo aver tagliato le ali ai loro Presidente però gli avversari di Saakashvili sperano di prendere il controllo del Parlamento in altre lezioni le parlamentari che si terranno quest'anno e potrebbe avere successo
Nel frattempo in Ucraina un'altra amica dell'Occidente Yulia Tymoshenko è riuscita con estrema difficoltà a convincere il Parlamento a fare di lei la prima ministra
Il suo rivale russo Viktor Yanukovich ha fatto questa oscura previsione processi crisi e scandali e presto potrebbe tornare al potere
Le notizie in altre parole per l'Economist sono buone
La democrazia
Lo scontro duro la contesa avverta sono vivi in almeno due Paesi in cui le proteste le manifestazioni di strada sono prevalsi hanno prevalso su governanti autocrati posso vieti ci modo spettacolare
In entrambi questi Paesi rivoluzioni colorate hanno avuto conseguenze confuse questa confusione esso ha esasperato sia di utopici
Che
Vedeva non i drammi di strada una contesa tra la luce dell'Occidente le tenebre sovietiche sia i cinici che insistono nel dire che gli abusi di potere non moriranno mai in questa parte del mondo
In realtà per l'economista sia la Georgia sia l'Ucraina sono luoghi migliori di quelli che sarebbero se le rivoluzioni non ci fossero stati basta guardare l'atmosfera che venga qui rispetto ad altri
Ex Stati sovietici dove la vecchia guardia ancora al potere
Il contrasto tra Mosca e Kiev è palpabile a Mosca c'è una paura costante che riflette il fatto che nessuno può realmente sfidare Putin a Kiev e il contrario
Se è vero che le strade di TBC hanno vissuto qualche momento di paura novembre quando Saccà civili ha ordinato di sgomberare l'opposizione
La Georgia rimane un paradiso del dissenso
Nel momento in cui la Russia lancia le sue sfide al resto del mondo in alcuni circoli occidentali c'è la tendenza a considerare la democrazia e diritti umani in Russia ma anche
In altre parti del suo vicinato prossimo come una causa persa
Ma conclude l'Economist nonostante tutta la loro confusione le rivoluzioni delle rose e la rivoluzione arancione offrono ancora un sacco di prove per contrarre questo disfattismo a proposito delle lezioni Giorgianni segnaliamo
E sussidi segnaliamo soltanto per ragioni di tempo
Un'intervista di liberazione di ieri a Salomè dura BCP ex ministra degli esteri di Saccà civili che è diventata la numero due dell'opposizione
Georgia chiediamo un secondo turno e il titolo dura bicipiti è molto critica nei confronti
Del Presidente anch'esse e leggendo l'intervista si scopre che Saakashvili non è accusato di frodi
Elettorali semmai di avere
Troppo potere e di bloccare in qualche modo l'opposizione per chiudere ci vogliamo occupare rapidamente di Cuba lo facciamo con le monde un'analisi di John Michel cargo kapò
Cuba nel dopo Fidel il titolo
Scrive il
Quotidiano francese riuniti il trentuno dicembre per la loro predica annuale i preti della Sant'Elia cubana hanno prudentemente evitato di pronunciarsi sul futuro politico dell'isola attesa con impazienza numerosi cubani
La lettera dell'anno annunciato catastrofico
Climatiche un aumento della criminalità ed epidemie ma sia evitata ogni profezia sulla salute di Fidel Castro lontano dal potere dal luglio due mila sei
A seguito di una grave emorragia intestinale
Nel momento in cui la rivoluzione cubana entrata nel cinquantesimo anno però le aspirazioni cambiamento si esprimono sempre più apertamente in dicembre Castro infatti ha lasciato intendere che potrebbe abbandonare il potere
Che è rimesso provvisoriamente al fratello Cavour allettati ottantun anni fondatore della rivoluzione cubana ha sottolineato che il suo dovere elementare non è di attaccarsi alle sue funzioni con meno di chiudere la strada ai più giovani
Ma di apportare esperienze e idee
E lavorato prima dell'annuncio della malattia del leader maximo lo scenario della successione scrive le Monde apparentemente prosegue come previsto eppure sarebbe prematuro proclamare la fine delle Rakkaz strozzo
In sostanza per le non tutto dipenderà
Dalla
Fine del lungo processo elettorale banca bisogna attendere marzo per sapere
Se Castro rinuncia definitivamente le sue funzioni di Presidente del Consiglio di Stato di Capo del Governo
La questione centrale è sapere se gli elettori seguiranno la sua consegna di un voto unito di un blocco in favore dei seicentoquattordici candidati all'Assemblea i delegati dissentiamo una sorta di Parlamento cubano
Il problema è sapere se quanti cubani sceglieranno quest'ultimo blocco oppure sceglieranno di differenziare il loro voto si asterranno
Dando un carattere più plebiscitario la consultazione
Il voto unito presentato dei media ufficiali con una dimostrazione di unità patriottica e un fermo appoggio al socialismo di fronte agli attacchi di Washington nel frattempo i dissidenti denunciano una recrudescenza della repressione
Segnata da detenzioni temporanei manifestazioni di ostilità contro gli oppositori
Se scusi secondo sguardo paia una delle figure di punta della dissidenza la grande novità di questi mesi che tutti cubani ormai pensano
Che la fine del regime è possibile che accadrà allungo discreta la Chiesa cattolica moltiplica gli appelli in favore di un processo graduale di cambiamento
Secondo i vescovi questi cambiamenti non possono essere ritardati perché sono attesi con ansia dalla popolazione
Per commemorare il decimo anniversario di giovani la visita di Giovanni Paolo secondo a Cuba il cardinale Tarcisio Bertone e atteso lavando per deve incontrare Raul Castro
Dieci anni fa Giovanni Paolo II aveva chiesto cupa di aprire di aprirsi al mondo e al mondo di aprirsi a Cuba l'appello conclude nel mondo che resta d'attualità
E noi abbiamo concluso David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale