Questa sindrome prevede che l'autodeterminazione dei cittadini sia un fatto secondario e rinunciabile, una variabile dipendente da altro, ad esempio dal sapere e dal potere medico, e non rappresenti, invece, l’unico scenario possibile per l’esercizio della medicina contemporanea e della democrazia".
Con queste parole Carlo Flamigni dava indicazioni per … affrontare un problema non facile, quello della "voglia di paternalismo" che non si limita a garantire - e solo apparentemente - una gestione più semplice dei pazienti /malati, ma si estende all'intero ambito della partecipazione democratica.
I progressi della medicina interrogano le modalità democratiche di partecipazione alla vita sociale.
Passare dalla medicina del sintomo, alla medicina della relazione, alla medicina di genere, appaiono passi più concreti verso una medicina contemporanea post-paternalista, più partecipata ed egualitaria, più democratica.
Più utile a tutte le parti in causa.
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