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La presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa ospita Silvio Berlusconi, Ferruccio De Bortoli e Paolo Graldi.
E' l'occasione per una ricognizione sull'attività di governo, a cominciare da quella che è ormai l''emergenza' giustiziaRoma, 5 dicembre 2001 - Il processo di riforma della giustiza doveva essere realizzato per gradi lungo un periodo di tre anni.
Ieri invece si è compreso che potrebbe essere necessaria un'accelerazione.
Berlusconi stasera conferma.
«E' opportuno ritornare ad un vero Stato di diritto».
Perciò «la volontà emersa nella maggioranza è stata quella di anticipare le … scadenze».
L'occasione è la presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa: «La scossa».
Rispondendo alle domande del noto giornalista, di Ferruccio De Bortoli e Paolo Graldi, il presidente del Consiglio ammette che le scadenze previste nel programma di Governo necessitano di un'accelerazione.
I motivi sono quelli espressi tra le polemiche dal sottosegretario Carlo Taormina e che ieri l'hanno costretto alle dimissioni.
E cioé, come spiega Berlusconi, «un po' per le ultime vicende che si sono verificate nel settore della giustizia, per il modo in cui alcuni magistrati hanno recepito leggi votate da questa maggioranza, che sono state disapplicate e per come è stata recepita anche una sentenza della Corte Costituzionale».Ciò non significa - aggiunge il premier - che, conformemente alla maggioranza degli italiani, egli abbia perso fiducia nei confronti della magistratura.
«Ho sempre pensato: ci sarà un giudice a Berlino.
Anche per il fatto di Napoli.
Dopo 7 anni e mezzo io ho trovato un collegio, il collegio più elevato, la Cassazione, che ha detto: 'Berlusconi non ha commesso il fatto'».Tutto è bene quel che finisce bene, dunque.
Ma resta il fatto che «nell'operato di quei magistrati non c'era la voglia di giustizia, ma c'era quell'intento di persecuzione che è una cosa ben diversa dall'azione giudiziaria».
«Questo - ripete il presidente del Consiglio - in uno Stato di diritto non può più verificarsi».Nessuna amnistiaAlle accuse di D'Alema che parla della Legge di Bilancio come un capo dell'amnistia incrociata concessa agli imprenditori, Berlusconi replica che non è nei piani della Cdl concedere aministie «né per i politici né per chi ha commesso altri reati».
Nelle intenzioni della maggioranza c'è invece l'idea di arrivare «rapidamente alla separazione della carriere».
Ancora scetticismo sul mandato di cattura europeoAncora critiche da parte del Governo per il mandato di cattura europeo.
«Sistemi giuridici diversi», «principi» (in primis l'art.25 della Costituzione) e «ordinamenti diversi», rendono largamente sconsigliabile l'istituto in questione.Nessun rimpastoPer quanto concerne invece l'attuazione del programma, Berlusconi esclude che i ritardi nella realizzazione delle grandi opere pubbliche possano portare ad un rimpasto della formazione di governo.
«Siamo di fronte ad un governo di coalizione, con personaggi che non hanno mai fatto i ministri, che non hanno mai avuto il coordinamento di un presidente del consiglio con una mentalità imprenditoriale...
Tutto questo richiede un'amalgama, richiede un esercizio».Il conflitto d'interessi è già in ParlamentoE' invece «già in Parlamento» il provvedimento sul conflitto d'interessi.
Berlusconi informa che verrà esaminato subito dopo la finanziaria.
Naturalmente - specifica il presidente del Consiglio - «nessuna delle soluzioni che verranno individuate accontenterà la sinistra».Le possibilità che si apra il fronte somaloSarà la Somalia il prossimo fronte nella guerra contro il terrorismo? Silvio Berlusconi, concludendo il suo intervento, affronta le questioni di politica internazionale, e rispondendo ad una domanda del direttore del Corsera, invita alla prudenza.
«Gli americani ci hanno detto che a loro giudizio la Somalia ospita diverse basi di terroristi, ma noi, insieme ad altri partner europei, li abbiamo invitati alla prudenza perché c'e' sempre il pericolo che l'allargamento dei fronti di guerra porti a un indebolimento della coalizione antiterrorismo e a un irrigidimento dei Paesi arabi moderati che ora ci sostengono».
E' l'occasione per una ricognizione sull'attività di governo, a cominciare da quella che è ormai l''emergenza' giustiziaRoma, 5 dicembre 2001 - Il processo di riforma della giustiza doveva essere realizzato per gradi lungo un periodo di tre anni.
Ieri invece si è compreso che potrebbe essere necessaria un'accelerazione.
Berlusconi stasera conferma.
«E' opportuno ritornare ad un vero Stato di diritto».
Perciò «la volontà emersa nella maggioranza è stata quella di anticipare le … scadenze».
L'occasione è la presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa: «La scossa».
Rispondendo alle domande del noto giornalista, di Ferruccio De Bortoli e Paolo Graldi, il presidente del Consiglio ammette che le scadenze previste nel programma di Governo necessitano di un'accelerazione.
I motivi sono quelli espressi tra le polemiche dal sottosegretario Carlo Taormina e che ieri l'hanno costretto alle dimissioni.
E cioé, come spiega Berlusconi, «un po' per le ultime vicende che si sono verificate nel settore della giustizia, per il modo in cui alcuni magistrati hanno recepito leggi votate da questa maggioranza, che sono state disapplicate e per come è stata recepita anche una sentenza della Corte Costituzionale».Ciò non significa - aggiunge il premier - che, conformemente alla maggioranza degli italiani, egli abbia perso fiducia nei confronti della magistratura.
«Ho sempre pensato: ci sarà un giudice a Berlino.
Anche per il fatto di Napoli.
Dopo 7 anni e mezzo io ho trovato un collegio, il collegio più elevato, la Cassazione, che ha detto: 'Berlusconi non ha commesso il fatto'».Tutto è bene quel che finisce bene, dunque.
Ma resta il fatto che «nell'operato di quei magistrati non c'era la voglia di giustizia, ma c'era quell'intento di persecuzione che è una cosa ben diversa dall'azione giudiziaria».
«Questo - ripete il presidente del Consiglio - in uno Stato di diritto non può più verificarsi».Nessuna amnistiaAlle accuse di D'Alema che parla della Legge di Bilancio come un capo dell'amnistia incrociata concessa agli imprenditori, Berlusconi replica che non è nei piani della Cdl concedere aministie «né per i politici né per chi ha commesso altri reati».
Nelle intenzioni della maggioranza c'è invece l'idea di arrivare «rapidamente alla separazione della carriere».
Ancora scetticismo sul mandato di cattura europeoAncora critiche da parte del Governo per il mandato di cattura europeo.
«Sistemi giuridici diversi», «principi» (in primis l'art.25 della Costituzione) e «ordinamenti diversi», rendono largamente sconsigliabile l'istituto in questione.Nessun rimpastoPer quanto concerne invece l'attuazione del programma, Berlusconi esclude che i ritardi nella realizzazione delle grandi opere pubbliche possano portare ad un rimpasto della formazione di governo.
«Siamo di fronte ad un governo di coalizione, con personaggi che non hanno mai fatto i ministri, che non hanno mai avuto il coordinamento di un presidente del consiglio con una mentalità imprenditoriale...
Tutto questo richiede un'amalgama, richiede un esercizio».Il conflitto d'interessi è già in ParlamentoE' invece «già in Parlamento» il provvedimento sul conflitto d'interessi.
Berlusconi informa che verrà esaminato subito dopo la finanziaria.
Naturalmente - specifica il presidente del Consiglio - «nessuna delle soluzioni che verranno individuate accontenterà la sinistra».Le possibilità che si apra il fronte somaloSarà la Somalia il prossimo fronte nella guerra contro il terrorismo? Silvio Berlusconi, concludendo il suo intervento, affronta le questioni di politica internazionale, e rispondendo ad una domanda del direttore del Corsera, invita alla prudenza.
«Gli americani ci hanno detto che a loro giudizio la Somalia ospita diverse basi di terroristi, ma noi, insieme ad altri partner europei, li abbiamo invitati alla prudenza perché c'e' sempre il pericolo che l'allargamento dei fronti di guerra porti a un indebolimento della coalizione antiterrorismo e a un irrigidimento dei Paesi arabi moderati che ora ci sostengono».
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