"Le interpretazioni della Repubblica" convegno di studi organizzato dal 7 al 9 novembre dall'Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano - Facoltà di Storia Contemporanea presso la Sede, in Largo Agostino Gemelli 1

C'è
Modificazione innanzitutto nel programma perché il professor Scoppola
Non può essere presente del resto ha mandato la relazione
Sicché i lavori dopo un saluto del rettore del professor Bausola
Prenderà la parola Tiburtino Giovagnoli e poi seguiremo nel l'ordine indicato nell'opuscolo cioè Galli della Loggia e poi Andrea Riccardi
Questo è un incontro direi che
Portato qui a Milano direi nella storiografia contemporanea quindi e certamente
Una un incontro che si rileverà molto fecondo una riflessione quindi sui cinquant'anni della Repubblica italiana
In questo contesto devo dire sono un po'latitanti di storici economici ma Agostino aveva previsto l'intervento di stare circo non ci sono un po'in ritardo il sono con i loro lavori
Hanno posto all'ordine del giorno i temi del secondo dopoguerra come programma per sviluppare quindi probabilmente faremo un altro convegno sugli alcuni storici economici daranno contano riflessioni
Sul secondo dopoguerra questo un appuntamento e quindi un impegno che in qualche misura ci prendiamo
Io quindi darei senz'altro la parola al professor Bausola per questo saluto introduttivo
Grazie salute anch'io tutti molto cordialmente a nome anche di tutta la università per questo convegno come ha detto giustamente il presidente cova che raccoglie illustri storici le studiose di questi temi il titolo tra interpretazione da Repubblica un titolo ermeneutico sembra che sia un po'come sta sulla linea oggi morti queste tematiche in quella camera ottica sempre un peso ma in questo caso credo che il significato se ho ben capito dall'impostazione che è stata data poi dei titoli da quello che mi è stato detto
Non vuol dire tanto che suo ogni sul ciascuno delle tematiche che sono affrontate ci sono diversi punti di vista proposti con l'interpretazione perciò tra di loro che possono anche essere almeno in linea di principio contrastanti quanto piuttosto il tentativo di cogliere il significato di fondo di uno dei temi e in modo che poi tengano insieme poi di una panoramica che certamente da trotto resti l'autorevolezza dei relatori
Saranno molto interessante molto
Importante nostra università sempre avuto molta attenzione a questi temi anche qui del rapporto tra cultura e politica etica e politica anche il problema della formazione delle classi dirigenti
E anche da questo punto di vista perciò quello che verrà detto qui sarà certamente interessanti non rubo altro tempo perché purtroppo so che insiste sono limitati e quindi è bene subito che prestiti scala parola dal presidente di questa primo incontro il quale
Tra inizia ai lavori effettivi
Ma l'intervento di Giovagnoli anche per la sua collocazione mi pare diverso rispetto al programma
Apre stupito lo continuità e discontinuità nell'Italia repubblicana parolaia Giovagnoli
Grazie
Ecco prima di esporre la mia relazione che
è un po'modificata rispetto al progetto originario proprio per rispondere a questa diversa collocazione quindi è un tentativo sia pure provvisorio di dar conto di alcuni temi generali del dibattito storiografico
Ecco prima di disporre in relazione ecco vorrei coglie l'occasione per
Dire due bellissime parole soprattutto di ringraziamento io essendo un po'il responsabile di di questa iniziativa
Chi nasce proprio dal dal tentativo di chiedere gli studiosi che si sono occupati da sto Italia repubblicana di portare appunto il loro contributo illustrando il il frutto del loro lavoro e cogliendo appunto l'occasione per
Del cinquantennio dell'Italia repubblicana non per un'iniziativa di carattere formale ma appunto invece al contrario per un'autentica un dono tenti confronto sul piano storico sul piano storiografico
Che però tuttavia mi pare possa avere un qualche interesse di carattere culturale anche più vasto visto l'interesse del tema
Io credo che certamente si parlerà in questo periodo dei in questo questi due giorni di lavoro del Periodo delli degli inizi cioè del periodo che riguarda le origini italiane pubblicani a ma diverse il tentativo è proprio quello invece di cercare di esporre di individuare alcune linee di fondo della vicenda dell'Italia repubblicana del cinquantennio che è trascorso da quelle origini ad oggi e per cercando appunto di cogliere questa occasione per un confronto che a quello che mi pare è un po'il il primo che si tenta e quindi la parola di ringraziamento è sentita per tutti quei colleghi per tutti quegli storici che hanno aderito direi prontamente a questa iniziativa con molta gentilezza molta disponibilità che che quindi hanno preso sul serio questa iniziativa cosa mi fa molto piacere naturalmente un ringraziamento anche l'università e poi a tutti i presenti
Venendo ecco adesso appunto alla mia relazione che o intitolato provvisoriamente continuità discontinuità nella storia repubblicana
Come ho detto vorrebbe essere un tentativo di percorrere alcuni nodi della storia Italia pubblicano alcuni certamente la scelta come tutte le scelte parziali
La come se emergono come sono emersi un po'mi pare da una lettura anche questa ovviamente parziale della Storia della storiografia sul cinquantennio repubblicano
Ricostruzione storica dibattito storiografico sull'Italia repubblicana si sono concentrati per molti anni soprattutto sul periodo delle origini
Il quinquennio mille novecentoquarantatré mille novecentoquarantotto è stato al centro della attenzione per decenni invece si è parlato di un deserto storiografico che ha circondato gli avvenimenti successivi al mille novecentoquarantotto
La sensazione di essere ancora all'interno del ciclo storico che si era aperto allora
E la permanenza di molti elementi di continuità tra passato e presente hanno trattenuto gli storici dall'affrontare questo Periodo successiva quarantotto così
Se negli anni sessanta circa un ventennio dalla sua fine fascismo era già oggetto interessante analisi storiche
Molti avvenimenti la storia pubblicata sono rimasti ancora non indagate a distanza di trenta o quarant'anni
Solo dopo il mille novecentottantanove mi pare quando cioè forti elementi di discontinuità sono sembrati prevalere e chi chiudendo definitivamente un un ciclo
Almeno un Ching Ching lo storico e apparsa dopo l'ottantanove appunto una intensa produzione dedicata alla storia del primo cinquantennio dell'Italia postbellica nel suo insieme
La storia sia sull'Italia repubblicana però appare ancora oggi prevalentemente concentrate intorno a questi due poli di interesse
Appunto dalla patente pezzo delle origini e dall'altra quella dei bilanci complessivi
Tali studi sembrerebbe in questo senso ripercorrere sia pure molto allontana quelli dedicati al ventennio fra le due guerre di vista l'interesse per l'avvento del fascismo e l'analisi delle forme assunte dal regime
Forse però la storia della Repubblica non potrà essere scritta allo stesso modo con cui è stata scritta quella del fascismo per fare solo un esempio
I tanti documenti conservati all'Archivio di Stato di cui tanti studiosi si sono avvalsi per scrivere la storia del fascismo probabilmente non sono altrettanto illuminanti per quanto riguarda il periodo successivo
Il rapporto tra politica istituzioni amministrazione pubblica non se ovviamente articolato nello stesso modo
Non c'è insomma una Segreteria particolare del Duce con documenti magari annotati personalmente da Mussolini a cui fare riferimento
Lo stato italiano dopo la seconda guerra mondiale appare inoltre assai più complessa questa è la regione più decisiva e non riconducibili in modo altrettanto marcato come si è fatto per buona parte della storia sul periodo fra le due guerre alla dimensione politico istituzionale
Non a caso mi pare le ricostruzioni cinquantennio repubblicano fin qui pubblicate
Rivelano l'esigenza di fare riferimento a vicende internazionali a trasformazioni economiche a cambiamenti sociali la cui influenza è stata decisiva a molti livelli intorno ai due maggiori poli di interesse storiografico sull'Italia repubblicana c'è appunto il nodo di origine il Bilancio del cinquantennio sono finora emersi aspetti diversi
L'attenzione per le origine molto antica quasi coeva agli avvenimenti stessi opera com'è noto anzitutto dei protagonisti stessi di quella stagione
Se già nel mille novecentoquarantasei
Si parlava di restaurazione e questa sarebbe diventata un'ipotesi storiografica
Già qualche tempo dopo nel quarantasette si ipotizzava invece una diversa interpretazione che collocava appunto nell'avvento della guerra fredda l'interruzione del processo di cambiamento
Al avvenuto iniziato e qualche anno prima
Negli anni Sessanta maggiore spazio hanno trovato invece l'attenzione all'esistenza i temi del secondo Risorgimento
La la visione di quegli anni cioè gli anni di origine come un momento fondamentale in una vicenda storica nazionale che dopo la mobilitazione resistenziale secondo alcuni non si era interrotto ma era sostanzialmente proseguita nei decenni successivi
E noto invece che dopo il Sessantotto l'attenzione verso il nodo delle origini tornava ad essere per veemente mente critica e soprattutto cambiamo la prospettiva sullo sfondo della contrapposizione tra sociale e politico le varie ipotesi sulla restaurazione venivano rivisitate in una chiave più radicale sottolineando le tante forme assunte dalla continuità tra fascismo e post fascismo
Vent'anni dopo
Vent'anni dopo quel dibattito il tema dà continuità mi pare
Oggi ripreso e forse singolarmente ripreso in un'ottica che tuttavia molto diversa
De Felice ha aperto la strada un forte ridimensionamento dell'importanza dell'esistenza con un momento rinnovatore di fondativo della storia nazionale italiana
Pur in un ottica diversa altri studiosi hanno mostrato di condividere il giudizio sulla debolezza il contributo di esistenzialismo nascita di un senso nazionale diffuso
Negli ultimi anni grande attenzione è noto è stata rivolta alla al tema dell'otto settembre mille centoquarantatré al suo significato come un momento di dissoluzione della realtà è in un certo senso della stessa idea di Stato nazionale
E noto per esempio lo so il volume di Ernesto Galli Della Loggia dedicato alla morte della patria naturalmente queste tendenze hanno suscitato reazioni diverse
C'è stato chi come Barbagallo ha sottolineato che al di là del discussioni sulla Resistenza dopo la seconda guerra mondiale si è comunque affermata una positiva discontinuità attraverso l'avvento di una democrazia di massa
Mediata dall'azione dei partiti altri studiosi
Come scopo le Traniello per esempio hanno visto negli sconvolgimenti nelle reazioni suscitate dalla guerra all'inizio di un moto profondo di rinascita nazionale
Questo dibattito è stato ed è tuttora largamente concentrato sul pura della continuità né sui vari aspetti si è discusso anzitutto di continuità tra pre fascismo e post fascismo
Scusate apre fascismo e fascismo con implicazioni riguardanti l'intera storia unitaria il fascismo sono le famose
Discussioni
Da liberali azionisti come parenti su come rivelazione inseguì l'attenzione si è rivolta soprattutto alla continuità tra fascismo e posto fascismo spesso in rapporto al giudizio sulla qualità democratica della nuova Italia repubblicana in origine il dibattito e si fondava sull'assunzione del fascismo come il momento più negativo della storia d'Italia e sull'antifascismo come espressione della reazione delle forze più positive presenti in tale storia
Quel tempo questi riferimenti sono diventati meno certi la superiorità dell'Italia postfascista peraltro a suo modo fin dall'inizio non interamente riconosciuta da larghi settori della società italiana è stata messa in discussione prima sotto il profilo della democrazia e poi più recentemente sotto quello della nazione
Alla luce di Inter alla luce interpretazioni diverse dunque una lunga continuità negativa secondo molti avvolgere ebbe l'intera storia italiana dall'Unità ad oggi
Il rapporto tra continuità e discontinuità è stato affrontato anche dalle ricostruzioni complessive del primo cinquantennio repubblicano l'altro polo d'interesse della ricerca storiografica in questo campo l'attenzione si è concentrata anzitutto sul termine ad quem
La questione delle perizie periodizzazione ha preceduto la ricerca suggerendo fin dall'inizio alcune prospettive interpretative
Come si è detto
Questa nuova stagione storiografica è stata precedute stimolata da un forte senso di discontinuità diffuso dopo il miglior novecentottantanove e cioè dopo la caduta del muro di Berlino
Oppure dopo il mille novecentonovantuno e cioè dopo la dissoluzione
Del del blocco sovietico ho dei forti cambiamenti della politica italiana dei primi anni novanta
La scelta tra queste date tuttavia non è evidentemente indifferente se si assume come cesura principale mille novecentottantanove lo sguardo tende ad abbracciare tutto il periodo dopo il mille novecentoquarantasette inizio della guerra fredda o secondo altri dopo il mille novecentoquarantacinque fine della seconda guerra mondiale
Nel mille novecentottantanove infatti e certamente finita la guerra fredda ma secondo alcuni si è concluso anche il lungo dopoguerra
Concentrando invece l'attenzione sul mille novecentonovantuno si sottolinea la conclusione del lungo esperimento sovietico iniziato con la rivoluzione del mille novecentodiciassette
In questo caso si tende piuttosto a guardare al settantenne nel suo complesso e cioè quello che Hobsbawm ha definito il secolo breve
Indagine storiografica insomma imbocca sentieri e ancora riversi se si considera soprattutto la vicenda italiana in questo caso il termine ad quem psicologa si colloca tra il mille novecentonovantadue il mille novecentonovantaquattro
E coincide con la dissoluzione o la profonda trasformazione delle principali forze politiche precedentemente dominanti
Anche in questo caso tuttavia si riconosce in genere l'esistenza di collegamenti con più ampie vicende internazionali
E direi che forse proprio questi collegamenti sono probabilmente ancora più decisivi
Di quelle influenze
Dette revisionisti che perché proprio questi avvenimenti che
Verso la fine del secolo hanno segnato
Sembra aver segnato una così profonda discontinuità spingono anche a ridiscutere le
Ripartizioni classiche della storia italiana e cioè quell'età pre fascismo fascismo e post fascismo
E anche se per ora gli affetti forse non sono ancora così approfonditi come è possibile che siano in futuro si si coglie la tendenza
Ha un intreccio fra la periodizzazione che riguarda le vicende del secolo nel loro complesso e le questioni riguardanti la storia italiana in modo più specifico
La concentrazione sulle origini è indirettamente favorito la tendenza a guardare le vicende successive nel loro insieme senza talvolta sottolineare l'esistenza o meno di differenze interne
Alla localmente anche dei bilanci complessivi sull'Italia repubblicana sono emersi spinta considerare in blocco il primo cinquantennio postbellico
Sia l'una che l'altra ottica hanno insomma favorito seppure in modo non rigido un'implicita considerazione unitaria del cinquantennio
Successivo la questione del rapporto tra continuità e discontinuità mi pare invece porsi debba essere posta anche all'interno del cinquantennio repubblicano
Indubbiamente i tratti di continuità sono stati molti alcuni elementi rilevanti la storia politico istituzionale repubblicana sono stati presenti per tutto il corso del cinquantennio
Ciò ha influito sensibilmente sulle ricostruzioni storiche si tratta della maggior parte che hanno privilegiato appunto la prospettiva politico istituzionale
Probabilmente influito ancor di più la circostanza che fino al mille novecentottantanove la storia italiana si è svolta in un contesto internazionale costantemente dominato dal Comune costanti e anzitutto la contrapposizione Est Ovest
è evidente infatti il ruolo avuto da elementi come l'appartenenza dell'Italia all'Area C dentale ed europea la contrapposizione al blocco comunista influenza delle avere alleanze internazionali sui rapporti di politica interna e via dicendo
Tuttavia anche prima del mille novecentottantanove le relazioni internazionali non hanno costituito un sistema statico i loro mutamenti hanno influito seppure non meccanicamente neppure a senso unico sulla politica italiana
Insomma l'Italia sotto tanti aspetti paese di frontiera è stata spesso sensibile cambiamenti internazionali e la sua politica interna risentito degli elementi di discontinuità pur dentro un quadro di prevalente continuità a questi cambiamenti se ne sono salvati altri più interni alla società italiana ma anche essi strettamente legati al quadro internazionale si tratta delle trasformazioni economico sociale sociali realizzatesi nel cinquantennio
Mi accennava prima il professor cova come un campo importante di studi che in parte attende ancora di essere
Adeguatamente
Esaminato in questo campo può essere difficile cogliere la discontinuità più che venti puntuali infatti le vicende economico sociali si verificano com'è noto sul lungo Periodo
Tuttavia proprio sotto questo profilo si sono realizzati nel cinquantennio cambiamenti importanti
E si non sono avvenuti all'inizio o alla fine del periodo ma proprio durante il suo corso la ripresa ricostruttiva culminata poi con il cosiddetto boom economico innestato
Per esempio una trasformazione strutturale dell'economia italiana che non è qui Valentin tutta la storia unitaria
Il passaggio dalla maggior parte della popolazione attiva dall'agricoltura e altri settori è solo l'indice più noto di tali cambiamenti
Sotto il profilo economico si sono insomma determinati pure in un quadro di continuità elementi di discontinuità o almeno mi pare assai rilevanti
I in particolare l'impatto di questi cambiamenti sotto il profilo della storia sociale rende davvero diverso il volto della società italiana oggi rispetto a come era appunto cinquanta anni fa
Come per la Francia tra il mille novecentoquarantacinque il mille novecentosettantacinque infatti anche per l'Italia si può parlare con Braudel di una grande trasformazione che ha profondamente cambiato le condizioni di vita della larga maggioranza dei suoi abitanti
Si tratta soprattutto della parte della popolazione radicata da secoli in un ristretto mondo rurale o confinata da generazioni limitati orizzonti di marginalità geografica e di subalternità sociale
Tuttavia tali trasformazioni non hanno riguardato solo le condizioni esterne di vita ma ne influito profondamente anche sul carattere nazionale se così si può dire degli italiani
Questi sono cambiati fisicamente crescita della statura media miglioramento della salute allungamento della durata della vita ma ancora più profondi sono stati cambiamenti a livello di mentalità cultura di dire persino morale è cambiata la loro stessi pentita insomma che come scriveva Croce nel caso dei popoli non deriva da radici etniche ma è sempre il frutto della loro storia
Sotto certi aspetti fino alla seconda guerra mondiale e persino difficile parlare degli italiani come di un popolo con caratteristiche
Omogenee
Oltre a quelle sociali anche le differenze regionali linguistiche persino religiose apparivano fortissime specie in un contesto rurale
Malgrado i tentativi compiuti e delle classi dirigenti liberali e di quelli infatti Zatti dalla propaganda fascista la nazionalizzazione degli italiani se così si può dire era rimasta largamente incompiuta
Anche Mussolini
Si scontrò con senza successo
Con il mandolino Isma'il familismo degli italiani viceversa parafrasando lo storico Franceso francese urgente avverte si può dire che negli anni della Repubblica si sia realizzato anche nel nostro Paese seppure in ritardo rispetto ad altri Paesi europei
Una vasta trasformazione da contadini a italiani
Secondo un noto stereotipo infatti i contadini non so né francesi né italiani né di nessun'altra nazionalità ma lo devono diventare appunto perdendo in qualche modo le loro caratteristiche originali
Per quanto riguarda l'Italia non possediamo ancora una ricostruzione completa come quella tracciata da Webber per la Francia
Ho ove per forse visto le origini tedesche ma visto che è un autore francese
Tuttavia molti elementi già emergono dalle storie Italia repubblicane scritte da Ginsborg Lanaro lepre ed altri sei per quanto riguarda le trasformazioni sociali
Molti contributi presenti nei volumi della Storia Italia repubblicana pubblicati da Einaudi si propongono di illustrare aspetti specifici della Società italiana nel cinquantennio
Dall'insieme degli studi già compiuti
Sembra di poter ritenere che la trasformazione da contadini agli italiani avvenuta zoppo Kondo dopoguerra sia stata notevolmente diversa da quella avvenuta da contadini a francesi che si è realizzata principalmente a cavallo tra i due secoli
Nelle case anzitutto la nazione e apparsa in modo differente alle masse che si andavano appunto nazionalizzare indo nel caso francese la trasformazione avvenuta il contesto di uno Stato nazionale
Ormai consolidato da secoli da vicende unitarie proiettato all'epoca verso una politica di potenza in Europa fuori dall'Europa la guerra la sconfitta il crollo del regime le modalità dell'armistizio le condizioni della pace
Hanno invece spinto l'Italia post-bellica con le sue istituzioni di origine assai più recente e queste istituzioni sofferenti di tanti problemi
Queste condizioni Italia post belliche hanno spinto verso sentieri opposti al sentimento nazionalistico coltivato dal fascismo e che le reazioni dei prefetti attestano ancora vivo nell'Italia postbellica
La condizione obbligata di subalternità in quel Paese fu costretto nel dopoguerra si saldò poi con un nuovo quadro internazionale caratterizzato dall'affermazione del super potenze dalle divisione del mondo in blocchi contrapposti dalla guerra fredda
Dalla crisi dell'egemonia europea nel mondo
I mutamenti avvenuti nel corso del cinquantennio ogni somma modificato ma non totalmente queste condizioni originarie quali erano quelli appunto dell'Italia postbellica nel mondo
Lo stretto rapporto tra avvenimenti internazionali e vicende interne esercitata dall'influenza sulla popolazione italiana e noto l'aspetto che secondo le parole dell'epoca assunse allora
La scelta di civiltà fra opzioni che sembrava non solo politicamente ma anche ideologicamente contrapposte
Ma direi che ancora più forte è stata la percezione di un rapporto diretto dalla crescente integrazione dell'economia italiana nel contesto internazionale in prevalenza occidentale
E trasformi le coclee trasformazione delle condizioni materiali di vita che hanno interessato larga parte della popolazione
Per molti aspetti la nazionalizzazione delle masse del periodo repubblicano è stata in qualche modo una internazionalizzazione
Per molti
Un limitato confine un limitato orizzonte locale è sembrato improvvisamente aprirsi confinare con un mondo tanto lontano per esempio quello americano senza passare attraverso la mediazione della dimensione nazionale
Su questo sfondo in pochi decenni se compiuto la svolta epocale
Milioni di persone sono passate da livelli di mera sussistenza a un benessere diffuso
Talvolta i cambiamenti sono stati ancora più rapidi dall'inizio degli anni sessanta ad un notevole innalzamento dei salari ha corrisposto un improvviso mento dei consumi elementari in modo particolare della carne un cibo tradizionalmente molto raro nelle famiglie italiane
Molto è stato scritto sulle caratteristiche di questo sviluppo sulle sue distruzioni e sui suoi squilibri
Le analisi sociologiche hanno messo in luce le modalità sommerse che lo hanno in gran parte caratterizzato dagli anni cinquanta agli anni Settanta è stato particolarmente rilevante l'intreccio tra emigrazioni interni sviluppo delle città industrializzazione
Un altro insieme di problemi emersi soprattutto a partire dagli anni Settanta ha riguardato invece consumismo rivendicazioni corporative e spesa pubblica
La trasformazione di siciliani napoletani o di venite friulani in quelli che noi chiamiamo italiani è stato strettamente collegato al modo in cui questi processi si sono realizzati
Cito solo l'esempio delle migrazioni interne
Tale fenomeno ha costituito certamente è uno degli eventi più rilevanti nell'intera storia sociale dell'Italia unita e ha rappresentato un volano decisivo per un decollo industriale prevalentemente settentrionale
Pur rappresentando un vasto fattore di unificazione e la popolazione tale fenomeno sembra aver inciso in modo limitato sui rapporti tra nord e sud per quanto riguarda il Mezzogiorno immigrazione costituito più un fattore di impoverimento che di trasformazione molti meridionali sono andati in città ma è ma senza mai essere pienamente ammessi in quella civiltà rubano e che costituisce una specifica tradizione italiana
Il cafone in città come lo chiamava Francesco Compagna che lo ha descritto peraltro con attenzione e partecipazione non è mai diventato pienamente non è mai stato messo a diventare pienamente cittadino repubblicano
Emblematico e anche il modo in cui tanti pugliesi e calabresi liguri o piemontesi sono entrati in contatto con altri elementi caratterizzanti dell'identità italiana come la lingua la cultura anche su questo terreno infatti si è compiuto la svolta di portata analoga a quella realizzata sì sul terreno economico i decenni dopo la seconda guerra mondiale sono stati più importanti nella storia e linguistica italiana
E si hanno sovvertito i modi di parlare di intendersi degli italiani in proporzioni maggiore di secoli di vicende politiche culturali
In questo periodo la maggioranza degli italiani passata dall'uso prioritario del dialetto a quello della lingua nazionale anche in ambiti privati informale
Nella diffusione della lingua italiana o almeno di una certa cui ne
Che ha preso il posto della lingua italiana colta hanno avuto un ruolo l'effettiva estensione della frequenza nella scuola
E altri provvedimenti e altre provvede e altre riforme e alcune riforme come quella della scuola media unica
Tuttavia
Fattori ancora più decisivi sono stati l'urbanizzazione l'aumento dei redditi e soprattutto la televisione
Forse ha scritto De Mauro più di ogni altro fenomeno demografico e culturale l'espansione dell'ascolto televisivo abituale ha cambiato il volto linguistico della società italiana negli ultimi decenni
Trasferendosi dalle campagne alle città immigrati hanno guadagnato ma hanno anche perso hanno perso ad esempio i loro riferimenti le loro tradizioni
La nazionalizzazione degli italiani si realizzati insieme alla trasformazione di elementi rilevanti della loro identità tradizionale è il caso anche seppure l'esempio particolare dei riferimenti religiosi
Le vicende della Chiesa in Italia sono state spesso descritte perciò che tiene i rapporti fra cattolici e politica tuttavia e fette ancora più profondi hanno avuto in questo periodo le vicende socio religiose ed le trasformazioni dell'istituzione ecclesiastica di cui a più volte parlato Andrea Riccardi
Emigrare dalle campagne alle città ha significato per tanti perder il rapporto con la parrocchia come riferimento civile oltre che religioso e smarrire molte forme di religiosità tradizionale modernizzazione consumismo influenze di modelli stranieri
Impatto delle comunicazioni di massa hanno inciso sull'etica tradizionale spesso saldata all'insegnamento religioso cattolico generando come è noto il complesso fenomeno della secolarizzazione
Tuttavia nel corso delle trasformazioni
Di queste trasformazioni italiani hanno continuato a trovare un riferimento più che in altre istituzioni proprio nella chiesa che nel cinquantennio alta all'altro sviluppato un suo profilo istituzionale specificamente nazionale
Avendo parlato di italiani
Permettetemi di citare una frase
Logora forse per quanto essa è stata ripetuta nelle scuole italiane
E cioè la famosa frase di Massimo D'Azeglio che fatta l'Italia bisognava fare gli italiani
L'espressione rivelava una convinzione diffusa italiani come scriveva Gioberti nel primato non esisteva a centotrenta anni dall'unità invece italiani sono una realtà in radicamento nei diversi contesti locali e le contrapposizioni fra Regioni lo sappiamo sono ancora molto forti
Tuttavia italiani hanno oggi in comune fra di loro più che non all'inizio della vicenda unitaria
E sì però non sono stati formati almeno non sono stati formati soltanto principalmente come viceversa si attendeva con ogni probabilità la classe dirigente SOGIN vi risorgimentale non sono stati formati dallo Stato unitario e nelle sue istituzioni
All'assunto la loro fisionomia più recente non delle sette nell'esercito nelle scuole ma conoscendo un benessere improvviso guardando la televisione se così verificato una sorta di nazionalizzazione dal basso
Per così dire per molti versi spontanei disordinata non consapevolmente guidata da un progetto e non gestita per via istituzionale
Rispetto alle certezze e dubbi degli uomini del Risorgimento la situazione sembra presentarsi oggi dunque in un'ottica diversa
Se gli italiani appaiono a realtà seppure problematica molti interrogativi si addensano sull'Italia in particolare sullo Stato italiano
Per i geni passati italiani si sono progressivamente ritrovati in un'entità nazionale dei tratti spesso confusi ma pure con un suo ubi consistam mente il rapporto con le istituzioni con lo Stato rimanevo si faceva più difficile
Per quanto riguarda il cinquantennio i principali responsabilità di questa situazione sono stati imputate soprattutto ai partiti politici
Molte ricostruzioni da storie pubblicano hanno focalizzato l'attenzione su di essi Pietro Scoppola parla tutto curdi Repubblica dei partiti
E vero infatti che questi hanno svolto un'Italia repubblicana un ruolo inedito rispetto alla fase precedente e superiore a quello avuto da formazioni analoghe in altri Paesi
Tuttavia nel corso del cinquantennio
La visione mia dei partiti e il loro ruolo non sono rimasti sempre uguali
E vorrei riprendere qui appunto il tema della continuità della discontinuità anche a questo livello all'interno del cinquantenne Repubblica mi pare infatti che i fenomeni di discontinuità
Che sono stati rilevanti nel tessuto economico e sociale hanno avuto dei riflessi anche sul piano più strettamente politico istituzionale
La ha cresciuta importanza dei partiti rende evidente fin dalle origini
La stessa Assemblea costituente sanzione già esplicitamente questo ruolo certamente ha cresciuto dei partiti politici
Ma vi pare che non ci sia stata totale corrispondenza fra il modello disegnato allora da alcuni teorici dello stato dei partiti come Mortati per esempio e la vicenda successiva
Secondo tale modello i partiti dovevano costituire formazioni politiche corrispondenti in modo possibilmente diretto ed organico a gruppi sociali organizzati la loro politica ne doveva esprimere visione ideologica interessi economici
Questa corrispondenza si è realizzata però solo in parte menti partiti hanno costituito a malga mi molto più complessi sia sotto il profilo sociale che ideologico
Negli anni Sessanta
I politologi proponevano due modelli che sono diventati poi famoso fa musiche di uso ormai giornalistico corrente per descrive il sistema politico italiano e cioè il modello del bipartitismo imperfetto e quello del pluralismo polarizzato
Sotto il profilo storico però tali modelli mettevano insieme due fenomeni diversi da una parte e si registravano le dipendenza ripartiti da rendite di posizione e cioè da insediamenti geografici e sociali talvolta molto antichi
Dall'altra invece questi modelli cercavano di fissare di interpretare il fenomeno della progressiva concentrazione intorno alle due formazioni maggiori che che avrebbe raggiunto questa concentrazione il sua Act come nelle elezioni del mille novecentosettantasei quando tre voti su quattro andando proprio a una delle due formazioni maggiori tale tendenza la tendenza appunto a una crescente concentrazione di voti
Sulla democrazia cristiana sul partito comunista dimostrava la capacità da parte di queste formazioni di acquisire consensi anche al di fuori degli insediamenti originari e Stati molto diversi e la società italiana
La storia della DC
Dalla polemica Desk degasperiana contro il quarto partito riformismo fan Fagnano dal centrosinistra la strategia Moro Thea rivela il tentativo di questo partito di sfuggire alla definizione di partito della borghesia o di partito di o base di massa della borghesia
è evidente che anche il Partito Comunista sia stato in grado di acquisire consensi anche molto al di fuori del del dei ceti
Operai ed è significativo che due partiti abbia raccolto alcuni di loro più decisivi successi
Proprio nel Mezzogiorno assorbendo qui soprattutto tra gli anni quaranta e gli anni sessanta larga parte dei consensi prima raccolti dal blocco politico conservatore
Insomma nel cinquantennio malgrado la continuità biografica di molti loro dirigenti
I partiti sono cambiati più volte a livello di riferimenti esterni di strutture Interna di linea politica gialla democrazie cristiane di Fanfani non era la stessa di De Gasperi così come il partito di Zaccagnini differiva da quello dei loro tempi
Ma qualche cosa di analogo si potrebbe dire per gli altri partiti per il partito comunista e in modo ancora più vistoso per il partito socialista che ha conosciuto una radicale
Discontinuità in Terna
Emblematiche appaiono anche le vicende degli ultimi anni che a parte gli aspetti più noti sono rivelatori direttrice queste vicende della
Trasformazione o se volete anche della corruzione del rapporto precedente tra partiti e società
Anche nell'evoluzione della politica repubblicana mi avvio a concludere
Anche nell'evoluzione del politica repubblicana nel suo complesso durante il cinquantennio appaiono dunque discontinuità pur nella continuità
Come è noto questa evoluzione è stata scandita da varie alleanze che hanno dato il nome a diversi periodi della storia repubblicana centrismo centrosinistra solidarietà nazionale pentapartito
Tuttavia varie ricostruzioni storiche mettono soprattutto in luce alcune fasi principali pure in assenza di chiusure radicali
Simona Colarizi colla che negli anni Sessanta l'acme della capacità dei partiti svolge una funzione positiva prima della degenerazione partitocratica
In un Fo adesso il centrosinistra come il frutto della volontà peraltro destinata all'insuccesso di cogliere l'occasione del cambiamento per mutare gli equilibri di potere i rapporti di forza esistenti nel Paese
Altre opere come quella collettiva curata da Barbagallo
Vedono invece negli anni settanta un decisivo punto di svolta nella vicenda storica dell'Italia repubblicana e anche Sant'Enzo Santarelli colloca negli anni settanta un cambio di fase
Fino agli anni Sessanta
I gruppi dirigenti dei partiti politici e in particolare quelli di governo credettero probabilmente di poter guidare gestire il processo di modernizzazione del Paese
E si coltivavano l'ambizione o dicevano di coltivare l'ambizione di trasformare la società attraverso lo Stato
In particolare il centrosinistra apparve come il coronamento di varie scelte precedenti compiuti in presenza di forti condizionamenti internazionali di interni
Ma quelle scelte compiute con la speranza di raggiungere e di provocare una fase diversa
Questo progetto di governo venne presentato come il tentativo di risolvere secolari problemi italiani per esempio la di cui su quegli anzi e sociali in particolare il dualismo tra Nord e Sud l'estraneità delle masse dallo Stato
La contrapposizione tra laici e cattolici la polarizzazione dello scontro politico tra forze inconciliabili e via dicendo
Si credette allora che il processo iniziato con il suggerimento avrebbe potuto essere compiuto dalla modernizzazione
Grazie a uno sviluppo opportunamente guidato lo Stato nazionale avrebbe potuto raggiungere gli obiettivi che non era stato in grado di realizzare nel corso del suo precedente cammino
Ma secondo un giudizio quasi unanime degli storici le speranze probabilmente eccessive che erano state riposte nel centro sinistra andarono deluse
Quel fallimento obbligo ai partiti soprattutto quelli di governo a ripensare le proprie strategie
Ma i loro disegni furono sconvolti da processi la cui rilevanza si manifestò improvvisamente soprattutto a partire dalla fine degli anni sessanta
In Italia i movimenti sociali che ebbero inizio allora sarebbero continuati per circa un decennio
Si discute sull'influenza di fattori internazionali di quelli interni sul lungo movimentismo italiani
Certamente si può dire che la nuova fase che Venezia partire alla fine gli anni sessanta introdusse elementi di novità più in Italia in Italia più ancora che in altri Paesi
Il cambiamento investì anche i partiti politici è noto la divisione del mondo in blocchi contrapposti perse gradualmente quel carattere ideologicamente vincolante su quei partiti avevano costruito molte delle loro fortune
Su questo terreno essi guadagnare indubbiamente una libertà su questo terreno tra una politica estera e si guadagna indubbiamente una libertà in precedenza sconosciuto assumendo posizioni nuove nello stesso periodo mi pare significativa la coincidenza in movimento sociale abbandona ogni volontà terza forzista secondo lo slogan
Che esso seguiva da tempo nei russi e ne America ma Italia
Per collocarsi questa formazione sull'interpretazione radicale della politica atlantica da quel momento in poi
Nella stessa fase una parte della democrazia cristiana aderiva con crescente convinzione alle prospettive aperte allo stop già l'Ostpolitik tedesca e piccini iniziava il suo lungo il cammino verso lo strappo da Mosca poi sancito nel mille novecentottantuno
Tuttavia per i partiti
La crisi tradizionali riferimenti internazionali costituì avrebbe costituito nel tempo anche un motivo di minore autonomia di minor forza se vogliamo davanti alle pressioni che venivano dalla Società italiana
Dalla fine degli anni sessanta entrano in crisi alcuni elementi essenziali della politica fin allora seguita per esempio dalla Democrazia cristiana
Di cui parlo ovviamente
Con più competenza e quindi mi permetta di fare qualche esempio in più riguarda questo partito laringali sessanta
Entra in crisi o almeno in parte il rapporto con gli americani il rapporto fra gruppi dirigenti tecnici e americani entra in crisi il sostegno del retroterra cattolico e anche le alleanze con i tradizionali alleati di governo a sua volta il Partito comunista è noto avvertì la necessità di allontanarsi progressivamente dei suoi legami internazionali della sua politica tradizionale e per i socialisti ebbe inizio la crisi che sarebbe sfociata nel radicale mutamento del mille novecentosettantasei
A partire da fine sessanta i partiti sembrano apparire in condizione di crescente debolezza a me pare davanti alla società mente aumentava per altro verso la loro pressione ce la pressione dei partiti sulle istituzioni
Abbandonando gradualmente speranze velleità di governo secondo un disegno ideologico ma talvolta anche abbandonando speranze di governo secondo un più modesto programma politico
E si iniziarono a raccogliere alcune delle spinte tra le più diverse che veniva dalla Società italiana
Dapprima tali spinte si manifestarono prevalentemente sotto l'aspetto del movimentismo sociale
La lunga emergenza degli anni settanta sembrò dare loro nuove chance di mediazione in termini di recezione delle esigenze provenienti dalla società e di legittimazione popolare di istituzioni gravemente
Colpiti da critiche e in crisi in seguito invece con la frantumazione dei vivi rivendicazioni la crescita delle divisioni corporative corrispose la ricerca di nuovi rapporti fra decisione politica e opinione pubblica mente si manifestava una crescente incapacità di tradurre il consenso elettorale in azione di governo
La crisi la centralità democristiana già evidente all'inizio degli anni ottanta fu probabilmente sono l'espressione più evidenti di un declino più vasto che coinvolgeva anche altre formazioni
La politica italiana dunque ha conosciuto fasi diverse
Nel periodo repubblicano
Davvero questa volta sono prossimo alla conclusione
La politica italiana a dunque conosciuta o fasi diverse dopo un primo periodo in cui sembrava convinta la politica italiana gruppi politici italiani i gruppi dirigenti dei partiti per essere più esatti
In queste vanno convinti di poter governare il cambiamento è subentrato in Cina un ciclo in cui questo cambiamento è stato piuttosto subito
Per un certo tempo
I partiti di governo si sono richiamati agli obiettivi storici come ho ricordato dello Stato nazionale unitario con l'ambizione di portare a compimento il che il cammino iniziato nel Risorgimento come si diceva con una certa in fase in seguito invece sono sembrati più importanti altre esigenze come quelle di comporre le lacerazioni interne alla società italiana o di favorire sul piano internazionale la distensione
Tuttavia mi pare che pur nella loro diversità queste fasi e questa diversità certo importante hanno avuto tratti in comune
Negli anni Sessanta e settanta si affermava con una certa enfasi con troppa enfasi
Che l'unificazione del Paese si stava ormai compiendo e che attraverso i partiti e le masse tradizionalmente escluse si parlava di cattolici e di operai anche se evidentemente le due categorie non è omogenea
Le masse tradizionalmente escluse stavano finalmente entrando nello Stato
Oggi invece si rimprovera i partiti di aver favorito appartenenze ideologiche separate contrapposte piuttosto che far crescere un comune senso nazionale
E si rimprovera sempre i partiti di perseguito riferimenti internazionali invece che far gol favorire l'affermazione dello Stato italiano nel mondo
Nell'uno e nell'altro caso cioè sia nel caso dell'enfasi sulla capacità dello Stato italiano di diventare veramente aperto
Alle masse popolari quindi di risolvere definitivamente i suoi vizi originari sia nel senso molto più critico che è prevalso negli ultimi anni nei confronti dei partiti politici
In entrambi questi casi c'è però forse un rischio a mio avviso il rischio cioè di sopravvalutare in positivo o in negativo il ruolo dei partiti
Ripercorrendo la vicenda dell'Italia repubblicana emerge una sensazione d'insieme a me pare la sensazione di una debolezza della politica per quanto importanti si voglia dare ad essa infatti le questioni del radicamento delle istituzioni nella società della loro autonomia del loro funzionamento vanno ben al di là della politica contingente
Allo stesso modo l'attenzione non può concentrarsi solo sui suoi protagonisti i gruppi dirigenti dei principali partiti italiani hanno certo ha avuto un grande spazio nella storia repubblicana
Le loro insieme essi hanno costituito un ceto politico caratterizzato da una singolare ampiezza di ambizioni e di confini tuttavia mi pare il problema delle classi dirigenti del Paese dei loro progetti delle loro responsabilità rispetto alla storia italiana i suoi problemi suoi limiti i poveri le classi dirigenti
è stato ed è certamente molto più ampio di quello dei suoi ceti politici di quello dei dirigenti dei partiti o se vogliamo di quello dei partiti stessi nel loro insieme grazie
Una valanga di spunti dunque per la discussione io per essere per non fatta dalla tensione
Ti dà la parola a Galli della Loggia poi fare magari dieci minuti di pausa per ariani marci e poi ripartire con la terza relazione delicato e poi con il dibattito sarà piuttosto animato
Quindi Galli
Grazie io innanzitutto voglio chiedere scusa altro Ettore appresi te a voi tutti per il ritardo con cui sono arrivato dovuto a una colpevole sbadataggine o semplicemente detto di quindici e trenta invece delle quindici
Il mio tema è l'identità nazionale nella storia repubblicana
Deluderò credo la stessa se non altro di Agostino Giovagnoli perché mi soffermerò in particolare la mia relazione si soffermerà
Il testo che è stato molto arato molto esplorato dalla storiografia però come sappiamo
Questo lavoro storiografico a assicuratore almeno fino a tempi recenti trascurato per l'appunto il tema che rivolge della mia relazione l'identità nazionale quindi
Mi è parso interessante opportuno in un certo senso dovuto dalla livello degli studi
Una ulteriore esplorazione di questo quinquennio iniziale che poi come cerco di dire in vari punti della relazione si proietta potentemente sui decenni successivi
Nazione identità nazionale
Grandi discussioni sono sorte non appena la storiografia italiana è ritornato a questi temi o via per la prima volta messi a fuoco molte di queste discussioni di queste polemiche di questi fraintendimenti anche dipendono dal fatto che si tratta di termini molto ambigui insomma che
Hanno una diversità possono avere una diversità di definizioni quindi se non si è uno di quei casi in cui è particolarmente necessario credo prima di entrare nel merito porre avanti la definizione che sia in testa parlando della cosa
Cioè cosa si intende per nazione cosa si intende per identità nazionale questa mi sembra una premessa indispensabile per poter poi entrare dicevo nel merito
Tra di noi ci sono persone come Silvio Lanaro che ha molto appunto
Arato anche questo aspetto così definitorio terminologico contenutistico di questi concetti
Io devo dire che su tutte le definizioni di cui mi sono imbattuto mi atterrò e mi sembra anche diciamo così per le ragioni che dirò immediatamente la più sensata una vecchia definizione di Pasquale Stanislao Mancini
La definizione di un'azione che da Mancini e alla fine dell'Ottocento e una società naturale di uomini da unità di territorio di origini di costume di lingua conformata comunanza di vita e di coscienza sociale
Per tutto questo la definizione più a me appare più convincente di quella tante volte cintata di Renato per esempio perché mi sembra che quelle di Rena tende a privilegiare in maniera unilaterale il dato ideologico volontaristico per fin quasi direi insomma il dato politico su tutti gli altri mentre invece credo che la nazione si uno di quei tanti concetti delle scienze sociali ambiguamente in bilico tra universi DiVersi
Sarà appunto l'universo della se volete dell'etnicità
Del lungo periodo di lunghissimo periodo e invece l'universo
Della libertà l'universo dei valori sociali dei valori politici insomma penso che una di finzione quella di Mancini tenga conto dei due setto e più un più forti analitici sul concetto di nazione quello di Kellner tutto giocato sul volontarismo persino sull'artificialità volontaristica della costruzione nazionale e quello di Anthony Smith che invece come sapete tutti a insiste sul carattere sulle origini etniche delle nazioni per riprendere appunto
Il titolo del suo del suo libro
Rispetto alla definizione di nazione che ho appena dato direi che nel concetto di identità nazionale che un alto concetto ancora
Che rete deriva da quello ci sia un sia contenuto sono io almeno così lo interpreto così lo leggo e quindi diciamo così così poi me ne servo nell'analisi degli averi degli eventi storici sia contenuto nell'espressione identità nazionale uno sviluppo diciamo così in senso valoriale dell'idea di nazione cioè mi sembra che identità nazionale
Non possa prescindere ancor più di nazione non possa prescindere dal sentimento
Della della medesima
In ambito storiografico d'identità nazionali implica mi sembra l'idea che la nazione almeno un certo tipo di idea di nazione rappresenti un valore e la categoria di identità nazionale non può andar disgiunta
Da questo corollario che insieme una premesse diciamo così una conseguenza
Proverei
Prima di entrare nel merito degli avvenimenti a definire così lì il il identità nazionali il concetto di identità nazionale
L'idea che il proprio Paese il popolo che lo abita in forza della vicenda storico-culturale rappresentino una peculiarità importante da preservare
La quale è il suo punto di riferimento obbligato nella strutturazione di questo popolo paese in una comunità politica cioè in uno stato ed è l'idea di identità nazionale corrisponde all'idea che entrambi la nazione il suo stato
Il mantenimento del retaggio storico dell'una della nazione la libertà e l'efficacia dello Stato costituiscano debbano costituire un bene inseparabile da qualsiasi prospettiva ideologico politico o di partito che poi si addotti nella normale lotta politica rispetto a questo modo di intendere l'identità nazionale il nodo di eventi che coinvolge l'Italia tra il quarantotto e il quarantotto si presenta con caratteristiche con effetti di vero e proprio trauma
La fondazione della Repubblica ne risentiranno profondamente dunque anche la vita della Repubblica anche se in modo nascosto per lo più non percepito e non immediatamente percepibile ma forse proprio per questo in modo più denso di conseguenze
Sono convinto infatti che una parte considerevole della storia politico ideologica del Paese nell'ultimo mezzo secolo possa essere letta anche come un modo per oscurare questo dato
Cioè il dato del trauma rappresentato dagli eventi storici vissuti dal Paese rispetto alla sua identità nazionale e per oscurare almeno in parte la portata degli affetti di questo dato traumatico
Dei quali affetti vorrei citare quello che almeno sembra di a me non essendo il principale
E cioè il difficile processo di legittimazione della nuova sede istituzionale rappresentata dalla Repubblica democratica e dei suoi valori
La crisi dell'identità nazionale coincidente con lo stile la con la nascita dello Stato democratico repubblicano
Può essere considerata deve essere considerata la massima causa di quel tratto tipico
Della nostra vita pubblica dell'Italia repubblicana che la schiacciante prevalenza dell'identità e delle risorse politiche rispetto alle identità e alle risorse in senso lato istituzionali
Sono soprattutto tre mi pare gli ambiti
In cui tra il quarantatré quarantotto si consuma con la massima evidenza una frattura nell'identità nazionale italiana quali si era storicamente costituita e l'ambito della sovranità l'ambito della legittimazione l'ambito delle culture politiche e delle capacità nazionalizzati lisci delle culture politica
Il primo ambito dicevo e quello della sovranità il trattato di pace e la ratifica insieme concrete simbolica della gravissima perdita di sovranità che l'Italia subisce in conseguenza della guerra voluta e perduta dal fascismo
Dirà Alcide De Gasperi e le sue parole sono tanto più significativa in quanto non sono parole pubbliche ma sono parole rivolte a un gruppo ristrettissimo di collaboratori
Che lo attorniano di una stanza dell'ambasciata italiana a Parigi durante le discussioni del trattato si tratta di un vero e proprio diktat nella sostanza
L'Italia torna alle condizioni di prima del Risorgimento le sue frontiere restano completamente aperti a suoi territori nazionali le vengono strappati le clausole economiche sono gravissime
Tutte le mezze promesse fatte ci si legge
Nello stesso giro di settimane in un dispaccio di quello che credo sia stato il nostro più lucido ambasciatore Pietro Quaroni
La personalità più dotata di senso di di realismo sull'altro punto essendo stato ambasciatore lungo tempo a Mosca Russia di Stalin aveva appunto era stato ad una grande scuola di realismo
Tutte le mezze promesse fatte ci scrive Quaroni in un dispaccio
A De Gasperi per l'appunto e poi ritirate sci
Non erano altro che mezzi tattici per arrivare al fine che si desiderava raggiungere l'eliminazione dell'Italia come grande potenza sia pure l'ultima e si toglie l'Italia non solo i mezzi di o stendere ma anche in quanto possibile i mezzi di continuare la sua politica tradizionale destreggiarsi fra i contrasti gli aggruppa menti delle potenze maggiori le eliminazioni di quell'Italia in una parola che per cinquant'anni almeno era di uscita dal fastidio e a farsi pigliare sul naso da tutti
Il trattato di pace del quarantasette e la ratifica che l'Italia e divenuta ormai che definitivamente un piccolo paese sia pure con un importante punto importantissima posizione geografica e quindi almeno con questa risorsa da utilizzare
Ma per tutto il resto un piccolo paese
Veniva con ciò colpita al cuore l'immagine dello Stato e della nazione italiani che le classi dirigenti avevano sempre avuto dal Risorgimento in avanti un Paese cioè un'identità dal grande passato storico che doveva per forza mirare ad un avvenire in qualche modo congruo a questo passato veniva cancellata cioè il presupposto non solo di tutta la proiezione all'esterno del Paese per un secolo circa di tutta la sua politica estera di tutte le sue ambizioni politica estera
Ma veniva cancellato il modo stesso di guardare al mondo e dunque a se stessi delle club
Sì diligenti
La sconfitta militare insomma produceva una frattura oltremodo significativa nello svolgimento storico dello Stato nazionale e la repubblica democratica democratica costretta impiccarsi con questa frattura
Si accinse al difficile compito di dichiarare che tutto questo era tutto sommato irrilevante e quindi anche i rilevanti le conseguenze le implicazioni
Anche se appunto il processo fu difficile
Basti pensare che ancora nelle elezioni nel qual del quarantotto per esempio nei programmi di tutti i partiti di tutti i partiti in lizza veniva cioè un punto in cui appunto ci si impegnava ogni singolo partito si impegnava a non rinunciare alla cessione delle colonie
Cosa che a me sembra oggi a distanza di mezzo secolo del tutto
Incredibile ma questo appunto
Indica anche quali sono stati i grumi forti di sentimenti dell'opinione pubblica che è stato necessario affrontare in questo processo di cancellazione di questi di queste conseguenze a cui ha dato una mano fortissima evidentemente la guerra fredda
Fatto sta che non appena la guerra fredda finirà e della situazione che stiamo vivendo sarà arduo e oggi arduo eludere il problema del rango internazionale dell'Italia
Di un Paese che solo durante la discussione alla Camera sul trattato di Osimo nel mille novecentosettantacinque verrà a sapere dalla bocca del suo presidente del Consiglio dell'epoca Mariano Rumor
Che grazie al trattato che ci si appresta ad approvare cioè al Trattato di Osimo sarebbero state finalmente eliminate cito testualmente le parole di un work
Le sacche create dagli sconfinamenti effettuati nel quarantasette dalla Jugoslavia allorché per l'inesistenza di qualunque dispositivo militare italiano al momento dell'entrata in vigore del Trattato di pace
Il confine non aveva potuto essere adeguatamente presidiato da nessuno sì che era per l'appunto accaduto che il sedici settembre del mille novecentoquarantasette le truppe jugoslave
Avevano occupato varie zone di importanza strategico di strategica
Che rientravano nel territorio italiano e l'avevano mantenute appunto fino ad allora
La frattura rispetto al passato di cui sto parlando in tema di sovranità e resa a mio giudizio più drammatiche ed acquista tutto il suo significato storico a causa del contesto
Dei modi cioè non visibili ma che si avvertono chiaramente sullo sfondo all'insegna dei quali il declassamento di Potenza si sostanzia effettivamente come perdita della sovranità e dell'indipendenza evidentemente si tratta di cose molto diverse il declassamento di Potenza e poi la perdita dell'indipendenza
La virtuale scomparsa di una forza militare la cessione
A territori e quant'altro stabilito dal trattato di pace non è infatti tutto del tutto quello che bisogna prendere io credo storiografica mente in considerazione portare alla nostra coscienza storica
Accanto in aggiunta a queste cose
Ci sono situazioni di fatto di cui le cronache la memorialistica Formica forniscono indizi numerosi magari numerosissimi ma che per loro natura sfuggono tuttavia ad una rigorosa tematizzazione di carattere storico scientifico dal momento che le loro tracce rimangono sepolte in archivi tuttora e chissà per quanto tempo inaccessibili
E noto per esempio che ancora del tutto inaccessibile l'archivio della Decima Mas che fu
Preso dagli americani che per non per me dire che borghese si si vendette in cambio della propria
Salvezza così come restano tuttora
Invisibili in molti dossier sugli industriali italiani per esempio che l'ho esseesse il servizio segreto americano di Donovan fece compilò negli ultimi mesi della guerra
Sì è chiaro non intendo affatto sollecitare una lettura dietro logiche demonizzate per intenderci a base di Tokio stato con relativi grandi vecchi burattinai d'oltre oceano d'oltre cortina assolutamente non è questo
Non voglio appunto suggerire una lettura del genere di mezzo secolo di storia lettera di storia nazionale però ci sono indizi troppo numerosi per non suggerire alcune considerazioni
A causa della sconfitte degli eventi successivi almeno un paio di servizi segreti stranieri hanno modo di radicarsi nella penisola di stabilire rapporti conoscenze filiere destinate a durare a lungo
Altre potenze straniere hanno modo di servirsi di partiti che sotto molti punti di vista si considerano ed esse considerano delle loro articolazioni organizzative nel passaggio tra fascismo Salò resistenza Repubblica epurazione molto importante questo elemento che è stato a lungo sottovalutato credo sotto questo aspetto
In questo passaggio così tormentato sono in molti a cercare la salvezza in un fortino un'informazione fatta filtrare al momento giusto in un accordo sottobanco in un tradimento al momento giusto
Nel fuoco divampa anche della guerra civile si vendono e si acquistano dossier sì sì gitano segreti e realtà imbarazzanti si distillano veleni nascosti che un giorno torneranno buoni
Grazie all'impotenza militare nostra che ci obbliga ad appoggiarci in tutto e per tutto agli alleati occidentali si realizza un'altra profezia che Quaroni affida un messaggio
Dell'aprile del quarantasei
Ormai evidente scrive Veroni che inglesi e americani sono ben decisi a ridurre al minimo indispensabile dal loro punto di vista
Le nostre forze armate per poi poterci con il pretesto che noi dobbiamo contare sul soccorso collettivo in caso di aggressione
Imporre tutta una bella serie di basi navali ed erede di vie di comunicazione di accordi militari navali
Per cucinare ci in una parola nella migliore salsa egiziana
Egitto evidentemente era l'Egitto di Farouk
Accade così che la Repubblica nel corso dei decenni sarà un Paese
A sovranità sostanzialmente limitata
Senza alcun vero alcuna vera capacità di controllo delle sue comunicazioni del suo territorio dei suoi servizi segreti
Gravato di ostacoli minacciosi quanto efficaci nell'esercizio di scelte proprie ed autonome ancorché poi discutibili quanto si voglia
Nell'ambito di quei flussi decisivi del mondo moderno che sono per esempio l'Energia e le armi
I nomi e le vicende di Enrico Mattei o di Felice Ippolito stanno lì a ricordarcelo
Ah certo un valore puramente aneddotico ma eccetto significativo della riduzione della sfera della sovranità nazionale italiano e della percezione che tali riduzioni c'era all'e sterno
Il fatto che nel mille novecentoquarantaquattro perfino nei palazzi apostolici che immagino non sono
Usi a concepire questo tipo di progetti cominci a girare un Progetto di estensione territoriale dello Stato della Città del Vaticano che si parli di un allargamento alla vicina villa Pamphili di uno sbocco al mare
Figli partiti di uno sbocco al mare a Civitavecchia
Io credo che assai più
Del
Orrori notissima sconfitta militare sia stata questa crisi forte della sovranità spinta sia limite
Di una virtuale perdita di indipendenza ad aver avuto sia stato questo elemento ad aver avuto effetti profondi e di lungo periodo sull'identità nazionale italiana
Solo l'immagine che dell'Italia hanno avuto le sue classi dirigenti politiche credo di tutto lo schieramento politico e sul egli affetto che questa immagine avuto sulla pratica politica
Sulla concreta azione politica di queste classi dirigenti
C'è stato anche sicuramente forse in occasioni che andrebbe specificato una forma diciamo di di acquiescenza colpevole a questo dato di fatto ma sta dipingendo il mal l'elemento importante
E innanzitutto l'esistenza del dato
Di fatto
Probabilmente ciò questa il condizionamento che questo dato di fatto esercitato sull'azione e sull'immagine sulla pratica politiche sull'immagine delle classi dirigenti politiche
E non è andato disgiunto dal senso della consapevolezza dell'effettiva fragilità in senso nazionale che aveva la costruzione della Repubblica dalla scarsa legittimazione nazionale
Rappresentata dalla Resistenza
Non entrerò in questo argomento
Che diciamo così
Noto che peraltro sono anch'io penso che
La lotta di liberazione per caratteristiche sue di carattere oggettivo voglio insiste su questa parola oggettivo non per malizia di nessuno ma per ragioni oggettive legate a contesti che travalicano la possibilità di influenza di chicchessia
La lotta di liberazione non è riuscita a fornire alla democrazia italiana una vera e forte legittimazione di tipo nazionale realmente dotata cioè di capacità anche diffusiva
Nell'epoca e tanto meno poi possano farlo ormai diciamo così a distanza di decenni come invece auspica mi amico Scoppola che però qui
Non c'è
E questo ambito quello della legittimazione il secondo ambito dopo quello della sovranità in cui si consuma con la massima evidenza in coincidenza con gli eventi del quarantatré quarantotto una frattura dell'intimità nazionale destinata a protrarsi negli avvenne decenni successivi
Terminata la guerra c'è una metà del Paese l'Italia meridionale che non ha avuto alcun esperienza della lotta di liberazione Manni ha avuto invece una seduta della guerra in casa e della occupazione
Una parte del Paese che non solo non si riconosce nel CLN ma che in posizione assai polemica con tutta la sfera della nuova politica democratica
E l'Italia che si schiera in larga maggioranza per la causa del re e l'Italia dove più forte si agita la protesta contro il trattato di pace contro la cessione delle colonie contro il distacco di Trieste
Dove la frustrazione del sentimento patriottico si fa più sentire fa tutt'uno
Con il qualunquismo e con il risentimento sia verso il Nord industrialista e sfruttatore che verso la Roma di politici inutili e corrotti o corrotti e corrotti insieme
Sebbene con qualche punta di asprezze di di calcio radicalismo credo che tuttavia questi Italia sia rappresentativa di odierna orientamenti largamente diffusi
Nei ceti medi in tutti i ceti medi del Paese specie in quelli impiegatizia e burocratici
La sua presenza alla presenza di questa Italia
Che visibilmente non si riconosce non vuole riconoscersi
Nella Democrazia repubblicana pone il problema appunto del rapporto il rapporto non soltanto in quel momento ma poi mi gli anni successivi fra questi ceti e la nuova organizzazione dello stato del Paese
Sono questi ceti in particolare
Ad avvertire la crisi della monarchia e la sua fine come un momento di grave rottura dell'identità nazionale e del loro rapporto conta l'identità del loro rapporto cioè o anche di fedeltà e di riconoscimento nello Stato
Si tratta di un sentimento che pone l'accento su un problema reale quello della funzione che la monarchia e le sue immagine avevano tradizionalmente svolto nella vicenda italiana
Da un punto di vista storico non c'è dubbio che l'identità dello Stato nazione da noi si era avvalsa in misura significativa tanto per il proprio alto riconoscimento simbolico quanto per la propria concreta strutturazione dell'immagine della dinastia
L'immagine del re per un gran numero di abitanti della penisola il sentimento della pace e dell'identità nazionale si identificava con la monarchia
Ciò e zero rimane vero anche dopo i quarantacinque anche dopo il quarantasei una parte del Paese mantiene un forte investimento ideologico emotivo sull'istituzione monarchica
Percepita pur con tutte le critiche possibili alla figura
Di Vittorio Emanuele terzo la istituzione monarchica percepita come una portatrice più affidabile di quanto lo sia eccellendo il mondo dei partiti degli interessi e dell'identità nazionale
Un'istituzione più vocazione al menti in grado di incarnare cioè quella dimensione super partes a cui si richiama deve richiamarsi la categoria di nazione
E questo il punto di vista presente confessa di Benedetto Croce che appunto molto
Contrario alla continuazione anche per un solo giorno del regno di Vittorio Emanuele terzo tuttavia invece era a favore della
Della mantenimento dell'istituto monarchico l'atteggiamento di questi scelti
Pone il problema della
Esistenza come già accennato e della inadeguatezza della Resistenza fungere da mito di fondazione nazionale della Repubblica
Si tratta certo questi ceti esprimono un punto di vista marcatamente conservatore
E però appunto questo punto di vista contiene in sé un problema reale che va al di là appunto del punto di vista stesso ma che riguarda tutto il contesto italiani e cioè che effettivamente e che in sede storiografica va considerato in maniera molto più attenta di quanto sinora non sia stata fatta in treno
E cioè che effettivamente la scomparsa della monarchia dopo il due giugno ma già prima dopo l'otto settembre il ridursi della monarchia
A una parte politica come le altre in lotta appunto nei nella nel nell'agone politico istituzionale che si apre
Immediatamente tutto questo
Questo appunto Processo di degradazione possiamo dire così della monarchia e qui valse a mettere nell'angolo a far scomparire a cancellare qualsiasi importanza politica di quella componente della lotta di liberazione della Resistenza che si era riconosciuta in un carattere apartitico per l'appunto monarchico istituzionale e che se avesse avuto un rappresentante politico più in grado di
Rappresentarla che non fosse la monarchia alla quale era appunto
Mutilata nelle sue funzioni politiche da tutti i compromessi avuti con il fascismo avrebbe potuto svolgere un ruolo di primo piano nell'accomunare antifascismo in azione
Nel promuovere cioè una identità nazionale antifascista viceversa questa sovrapposizione fra antifascismo e nazione
A mio avviso non scattò per una parte rilevante del paese e probabile che per una parte
Sia scattato ma per una parte molto consistente non è scattata
Non ci fu cioè io credo io l'identificazione dell'antifascismo con la nazione a causa della irrilevanza politica nella quale la Resistenza non partitica si trovò relegata o per dir meglio fu relegata
Da quella partitica Celli mistica egemonizzata dalle sinistre il perché di questo messe da parte evidente si trattava naturalmente di evitare che l'istituzione monarchica sua naturale rappresentante naturale rappresentante di questa
Resistenza
Se ne potesse avvalere nella battaglia istituzionale che la vedeva in causa ciò appare già in misura evidentissimo il venticinque aprile del quarantasei quando a Milano si celebra
Il primo anniversario della liberazione del paese e scoppiano dei disordini diciamo così vedono coinvolto anche De Gasperi quale manderà un telegramma di solidarietà
Vedo appunto coinvolti nei disordini le formazioni
Garibaldine Egl da un lato delle informazioni autonome soprattutto piemontesi dall'altro i quali sono già se c'è una gigantesca scazzottata perché le une non vogliono che gli altri sfidino con una bandiera eccetera
Dietro l'identificazione
Con la monarchia di gran parte dei ceti medi mai meridionali ma non soltanto meridionali così come dietro tanta parte della protesta qualunquisti con nazional patriottica se non addirittura nazionalistica che percorre
Il sud tra il quarantaquattro e quarantasette ma che lascerà un deposito tenace anche negli anni successivi
Io non credo che ci sia un orientamento ideologico reazionario in senso proprio o di vera Nostalgia filo fascista c'è soprattutto la protesta contro l'assetto ideologico che tiene a battesimo la Repubblica con il quale tali scelti identificano il ruolo di il nuovo regime e che ai loro occhi questa setto
Politico ideologico che tiene a battesimo il nuovo vittime si caratterizza per un antifascismo di contenuto esclusivamente ideologico non nazionale un antifascismo che sembra non sapere cosa farsene del colonnello Montezemolo o della divisione Acqui per riservare ogni attenzione ad altri eroi che ad altri miti
Non a caso da Napoli nella capitale del Sud che sorgerà l'unico per quel che so
Monumento alla memoria Di Salvo D'Acquisto un nome che invece forse altrettanto non casualmente non è menzionato neppure nel saggio sulla moralità della resistenza di cui è autore
Claudio Pavone
Credo che le considerazioni che ho fatto adesso concordino a spiegare quel fenomeno centrale della storia politica repubblicana che è stato rappresentato dalla lunga egemonia della Democrazia Cristiana
E noto che un momento decisivo di della costruzione di questa egemonia sulla conquista del consenso di centimetri lo ricordava anche Agostino Giovagnoli nell'Italia meridionale io sono convinto che la DC riuscì in tale impresa
Con grande rapidità anche perché in qualche modo di uscire a presentarsi sempre di più dopo il quarantasette come un partito bene o male è legato anche ai valori della nazione ai valori patriottico nazionali tradizionali
Tale immagine tale opera operazione ebbe sicuramente in Alcide De Gasperi il suo artefice una De Gasperi che per la sua formazione era egli stesso d'altra parte compartecipe di quei di quei valori
La progressiva dissociazione dalla Resistenza social comunista tra virgolette
L'uso forte del tema popolarissimo e dall'alto valore simbolico di prigionieri di guerra non restituiti dall'Unione Sovietica il palese asseconda mente secondamento dell'emozione suscitata dalla perdita di Trieste dell'Istria
Furono alcuni degli snodi significativi attraverso i quali si costruì
L'immagine patriottico nazionale della Democrazia Cristiana ognuno di tali nodi fu posto al servizio di un unico obiettivo strategico quello di proporre cioè l'anticomunismo come l'unica arma anima possibile del sentimento nazionale dei ceti medi tradizionali credo che sia stato questo il cuore di una operazione politica di grandissimo successo
Che appunto e ha visto protagonista innanzitutto la leadership
Degasperiana l'anticomunismo come la versione possibile in quel momento politicamente necessaria l'unica possibile in quel momento data l'impraticabilità di qualsiasi altra del sentimento nazionale l'anticomunismo cioè come il surrogato ma insieme anche il riassunto
Forse il pm dire il minimo comun denominatore ideale diciamo così di un'identità nazionale per il resto quanto mai incerte a brandelli
Un anticomunismo peraltro bisogna aggiunge evidentemente
Che a differenza di
Si avvaleva della ecco fortissimo che era rimasto nel Paese dell'anticomunismo lasciato dal fascismo ma che a differenza del fascismo si proponeva nella dimensione pienamente democratica dell'antitotalitarismo
L'uscita di scena della monarchia insomma amplifica
Non foss'altro che per il suo significato simbolico le conseguenze della sconfitta bellica la rottura dell'identità nazionale quale si era storicamente costituita e al tempo stesso il venir meno della nazione
Questo mi sembra il punto importante il venir meno della nazione come centro dell'apparato ideologico di legittimazione del sistema politico e delle forze politiche
Tra queste forze politiche sono la Democrazia Cristiana riesce a restare in qualche modo agganciata al tema e al valore dell'anno della nazione parlo delle forze politiche con un insediamento di massa
Grazie alla curvatura liberale nazionale che la leadership di Castelli Anna riesce a dare all'anticomunismo
E alla funzione
Nazionale perché scudo diciamo così contro una un un'ideologia tutta quanta registrata come equivalente a una potenza straniera come scudo in contro appunto la
Couscous contro lo straniero
Ma un'operazione non meno importante e quella che sempre De Gasperi compie nello stesso ambito nei confronti credo del mondo cattolico cioè in un certo senso
Ma appunto sorvolo su questo che soltanto un suggerimento l'anticomunismo e la mobilitazione che esso sussurra cita
Fungerà hanno per il cattolicesimo anche che fino allora è rimasto più lontano se non estranea l'identità nazionale come di tramite importante per l'accesso alla idea di nazione naturalmente ad una certa idea di nazione che non potrà però fa il primo poi incontrarsi con
Con le altre
Resta tuttavia vero che in Complesso l'avvento della Repubblica democratica significa
Un riff una frattura notevolissima delle culture politiche della appunto cultura politica generali espressa dalla dei nuovi equilibri rispetto all'identità nazionale anche nell'ambito appunto di queste culture politiche
Per misurare lo stacco drammatico rispetto al passato su questo terreno basti pensare che per qualcuna delle culture politiche che tengono il proscenio dopo il quarantacinque il concetto di interesse nazionale può subire una torsione tale
Da divenire compatibile con comportamenti che non già nell'Italia fascista ma nell'Italia giolittiana
Sarebbero stati tranquillamente definiti come alto tradimento per c'è un mutamento che credo non sia avvenuto in nessun altro Paese democratico d'Europa
Di
Della valutazione media di appunto comportamenti politici che sono passati dall'essere considerati tutto sommato
Normali accettabili non so come dire nazionalmente compatibili
Sono costati consigliati così mente ciò cinquant'anni prima avrebbero in comportato un giudizio completamente
Diverso mi avvio a concludere
Richiamando
Alcuni Effetti meno messo a fuoco meno indagati
Di quelli appunto che sono stati prodotti da questo generale rompe lontananza rispetto all'identità nazionale storicamente data dell'universo politico che è divenuto egemone del dopoguerra
Queste G Monia politica dopo una decina d'anni e diventata con il tramonto della influenza crociana
E diventata anche direi dalla metà degli anni sessanta in poi una decisa una corposa egemonia culturale
E accaduto allora che alle condizioni oggettive di precarietà proprie dell'identità nazionale la Repubblica Democratica per tre ragioni che ho richiamato nel mille discorso fino adesso a questo tipo di precarietà se n'è aggiunta un'altra
A partire dagli anni sessanta nel campo
Della cultura
Prendono da cultura di massa della cultura che Silvia trasmette attraverso l'istituzione scolastica attraverso la televisione attraverso i media eccetera quelle che plasma il senso comune medio
Prende il sopravvento
Un insieme di prospettive di interpretazioni della storia nazionale improntate a un deciso criterio di negatività
Prende appunto a dominare nell'opinione nel senso comune medio come
Derivazione delle culture politiche Germont e una cultura che guarda al passato del Paese mette avendo come assi portanti
I temi della rivoluzione mancata nonché della gracilità che nella nostra storia sarebbe caratteristica di tutti i fattori deputati in astratto a rappresentare la possibile positività alla borghesia il capitalismo i partiti tutte queste cose in Italia sono stati inesistenti deboli gracili
E dall'altro e indotto questo paradigma storiografico che diventa egemone e che la derivazione sul piano culturale della e giù e Monia politica consolidata questo paradigma indotti ha sottolineare
Nei punti alti
Della storia italiana un in club implacabile ripetersi di fenomeni di segno negativo da conquistare già lo sfruttamento il Sud il trasformismo Giolitti Isma'Crispi ISMU prima ancora il colonialismo l'interventismo per finire ovviamente con il fascismo tutta la storia nazionale
Ho detto questo sto dicendo implica sappia grandi discussioni perché non non si non voglio sostenere che non ci siano elementi di negatività
Quello che mi interessa però suggerire eccome questi elementi di negatività di cui appunto tutti noi per professione siamo ben a conoscenza che fanno oggetto delle nostre discussioni i nostri libri
Acquistano valore ben diverso nel momento in cui si compongono in un paradigma culturale di massa
Diventa allora un'altra cosa diventano
Un'immagine un giudizio negativo dell'Italia come nazione giudizio negativo badate bene che non è di carattere storiografico tende sempre a non essere carattere storico ma di carattere etico
Tende cioè a una continua eticità azione del
Giudizio storico e così che questo paradigma culturale storiografico però sì trasmette ne scaturisce un'immagine della storia della nazione
Nella quale i pochi valori presenti se e quando esistono sono sempre soltanto attribuiti alla cosiddetta Alta Italia sono sempre patrimonio di minoranze per lo più
Atipiche
In questo modo la Repubblica democratica già nata all'insegna di una crisi traumatica e dell'intensità nazionale
Assai scarsamente capace per la sua cultura di formarsi e ne una propria ed autonoma rende l'eventuale impresa ancora più difficile privando sì di qualsiasi passato spendibile positivamente
Sempre in questo modo accade che nei due decenni in cui avviene la massima trasformazione socioeconomica del Paese appunto ricordata anche nelle relazioni Giovagnoni
In cui il paese cioè costruisce definisce i caratteri della propria modernità in cui milioni di italiani delle classi popolari accedono per la prima volta alla maturazione socioculturale all'istruzione al consumo e la produzione di idee
Proprio questo tipo di fenomeno di grandissima crescita culturale del Paese non può accompagnarsi ad alcune nazionalizzazione delle masse ad alcuna acculturazione in senso nazionale per la mancanza della prospettiva positiva in cui evidentemente solo in cui ciò può accadere
Io penso che milioni di contadini caro Agostino non siano riuscite a diventare Italia non abbiano potuto diventare italiani non potendo diventare italiani sono diventati qualcosa d'altro
Hanno tentato di diventare qualcos'altro poi sono diventate varie cose naturalmente ma non c'è stato il passaggio da contadini agli italiani se ci fosse stato molti i nostri problemi sarebbero oggi probabilmente ho non ci sarebbe lo si porrebbero in modo diverso
Io credo che sia stata anche la mancanza di una cultura della nazione cioè cultura degli interessi nazionali quello che ha reso impossibile che rende tutto il possibile la formazione di una classe dirigente
Le classi dirigenti amministrative e non politiche si possono formare soltanto laddove esiste una cultura degli interessi nazionali perché la loro cultura la cultura lo Stato al bene pubblico
Ha bisogno essenziale del riferimento dell'interesse nazionale altrimenti appunto non
Si forma
Ad occupare tutto lo spazio del discorso pubblico e dell'immaginario di massa
Ed è Masto così solo la promessa di cittadinanza con forte valenza sociale contenuta nella Costituzione da realizzare attraverso lo strumento principe della mobilitazione politico partitico sindacale
L'identità nazionale italiana
Finisce in questo modo per essere totalmente surclassata dall'identità politiche e di converso come diceva all'inizio l'investimento di risorse sulla politica compiuta dalla società
Cresce in misura inversamente proporzionale agli Investimenti sulle istituzioni masse con un debole senso di identità nazionale in una società iper politicizzata e guidata dei Lit anche se tutti interne all'universo politico
E in questo modo con questo scenario che la crisi degli equilibri della prima Repubblica sorprende il Paese agli inizi degli anni novanta
Un Paese nella cui agenda si apprestano a fare il loro ingresso distruttivo il secessionismo e il corteo di proposte federaliste
Avanzate Pati pateticamente da chi sull'esempio immortale di don Ferrante
Crede che sia possibile combattere il male eso schizzando no con il semplice cambiargli nome grazie
Capito adesso le migrazioni Galli ulteriore materiale per il dibattito facciamo quindi dieci minuti di pausa poi la presidenza la sumera Giovagnoli presso essendo la stagione dei convegni io stesso devo partire
Partecipare all'oscuro nella graduatoria allegra sono
Tanto cinquantotto
L'arcivescovo di Milano Montini teneva un discorso impegnativo diceva e diffuso da noi ha detto che l'Italia è un Paese cattolico ma dobbiamo riconoscere che grandissima parte dei nostri fedeli sono infedeli e che il numero dei lontani supera quello dei vicini
è un'analisi severa dell'identità cattolica del Paese sembra che alla fine degli anni Cinquanta dopo un decennio di governo cattolico una personalità sensibile come Montini
Cominci a dubitare del carattere cattolico dell'Italia
Da sempre considerato un carattere non recessivo
L'appartenenza del popolo italiano alla Chiesa cattolica era in discussione
Sì lo Stato lo sappiamo negli anni dell'Unità era stato laico ma la nazione era stanca era stata sempre considerata profondamente cattolica
Cioè il Paese capi reale era cattolico indipendentemente da quello legale
E la non corrispondenza dello Stato alla nazione cattolica veniva spiegata
Dalle autorità ecclesiastiche con l'influsso di d'esterni dal liberalismo al laicismo al protestantesimo o con la realtà di classi dirigenti irrispettosa della natura cattolica del Paese
La fiducia nell'esistenza della nazione cattolica era quasi qualcosa di metà storico la presenza dell'asse di Di Pietro nella penisola rappresentava un innerva mento provvidenziale di tutto il paese
Eppure il discorso di Montini
Mettere in discussione una realtà considerata scontata scontata
Quasi un dato metà storico
Non voglio sostenere che la Chiesa di Roma non avesse dubitato o avesse chiuso gli occhi sui limiti del cattolicesimo italiano
Ma il problema era che la realtà del Paese la nazione reali in tutti i suoi aspetti le sue pieghe veniva considerata intimamente cattolica e la grande questione della storia italiana per la Chiesa non era solo quella romana
Ma era la sintonia tra una nazione cattolica e lo Stato come raggiungerla
Non è qui il caso di ripercorrere la vicenda otto novecentesca vorrei soltanto sottolineare come nel cattolicesimo italiano fino agli anni del fascismo e dopo vive l'attesa della restaurazione di una sintonia tra lo stato e la nazione cattolica
Con il fascismo questa restaurazione non avviene
E la chiesa di più undici quelle di più dodici si rivolgono sempre più al popolo considerandolo naturalmente cattolico l'Azione cattolica i parroci i vescovi italiani le masse che sperano nella chiesa in tempo di guerra gli italiani e le italiane che vengono considerati naturalmente cattolici
Nel dramma della guerra come abbiamo detto mentre la monarchia e lo Stato si Miquel fanno il Papa si erge come un riferimento nazionale
Cioè il papato recupera un rapporto con il popolo
In una maniera estremamente intensa non solo a Roma ma in tutt'Italia non solo con i cattolici ma anche con quelli che immediatamente militanti cattolici non sono e dal cardinal Schuster a Milano a Mimì a Bari situazioni tanto diversificate
La Chiesa si mostra Defensor civitatis il Papa e i vescovi con maggior fortuna e taluni con minor fortuna incarnò la figura del consumo dei di memoria gregoriana
L'arcivescovo Penedès Tino di Milano si erge nella città in crisi come padre della città e difensore di essa la chiesa si sente negli anni della guerra madre fedele della nazione di fronte alla latitanza dello Stato questo orgoglio trapela
Per esempio nelle parole di monsignor Monterisi arcivescovo di Salerno da cui Badoglio pretendeva la cessione del seminario
Che Badoglio spazientito chiede a Monterisi eccellenza ma lei e italiano
L'arcivescovo
Levando si dice non permetto che si mette in discussione la mia italianità mi sento sono più italiano di è il maresciallo Badoglio
Quando il popolo è rimasto solo e stremato dalle sofferenze della guerra io vecchio di settantasei anni col mio clero sono rimasto al mio posto a conforto e sollievo della popolazione
Mentre il maresciallo Badoglio è scappato a Pescara
Così il vecchio arcivescovo si rivolgeva a Badoglio
Ma in queste parole secondo me non si esprime solo il carattere forte di Monterisi
Ma una coscienza la coscienza che il rapporto tra la chiesa e il paese è passato attraverso i dolori della guerra
E siamo all'alba della Repubblica il tempo di guerra è stato per la Chiesa considerato un tempo di verità
Un tempo di verità in cui mentre tanti autori Tassili quei facevano l'autorità del Papa e dei vescovi si è elevata nel passaggio della guerra quasi si sentono investiti di una missione nazionale
Come se le antiche ferite del processo unitario fossero totalmente sanate
In questo periodo
Tra cattolici tra vescovi negli ambienti vaticani e diffusa una convenzione quasi provvidenziale
Che solo la chiesa la possibilità di fondare la ricostruzione su basi solide
La crisi della guerra avrebbe mostrato che non ci sono forze nazionali che escano con una legittimazione forte come il cattolicesimo
Pio dodicesimo
Nel mille novecentoquarantasei
Parlando di laureati cattolici la fucina della classe dirigente quasi ivi arringa e dice solo un pensiero animato dalla fede cristiana può dare al mondo la pace vera e tutelare la civiltà salvate e conservate l'Italia salvate conservate in Italia facendo crescere la civiltà cattolica
Certo l'impegno della Chiesa e del Papa
Per l'Italia non è che uno dei numerosi capitoli dell'impegno di Pio dodicesimo questo papà italiano questo papà italiano che ogni volta che si rivolgeva ai suoi connazionali richiamava diceva la vostra nazione
E quando riceveva il Presidente da Repubblica è inaudito
Non usava la lingua dell'ospite come di norma ma usava la lingua latina per marcare la differenza tra Luís e il presidente dello Stato che riceveva nel dopoguerra la Chiesa di Roma si sente chiamata rifondare prima di tutto la comunità delle nazioni
è un discorso universalistico e la Chiesa cattolica offre se stessa come esempio di un internazionalismo pacifico
Nel quarantacinque più dodicesimo dice
Nel discorso natalizio al Collegio dei cardinali a Roma apparirà Città eterna universale caput mundi Urbs la città di cui tutti sono cittadini sede del vicario di Cristo
Verso la quale si svolgono si volgono gli sguardi del mondo intero
Nell'Italia sotto aggiunge terra benedetta perché accoglie nel suo seno Roma ne rimarrà diminuita anzi splendeva agli occhi dei popoli partecipe di questa grandezza
L'universalità il primo obiettivo della Chiesa cattolica dopo la guerra che si definisce madre la la Chiesa cattolica non la guerra madre di tutte le nazioni e di tutti i popoli
Il male da curare nell'Europa distrutta dalla guerra è il nazionalismo quel nazionalismo che Secondo più dodicesimo al suo rivelarsi immediatamente colpisce la chiesa
E tenta quasi di renderla prigioniera di un orizzonte nazionale il Papa spiega la storia novecentesca come la distruzione dell'unità del genere umano che invece la Chiesa vuole dice
Un vieto liberalismo volle contro la Chiesa creare unità mediante la cultura laica e un umanesimo secolarizzato qua e là come frutto della sua azione di solvente gli succedette il totalitarismo in una parola
Quale fu dopo più di un secolo il risultato di questi sforzi senza la chiesa e spesso contro la Chiesa la tomba della sana libertà umana
In queste parole
C'è una diffidenza profonda maturata attraverso l'esperienza delle due guerre
Diffidenza di una internazionale qual è la chiesa cattolica verso il nazionalismo
In questo senso la Chiesa di Roma è molto diffidente rispetto alle altre chiese cristiane verso le affermazioni nazionali
Che le sembrano tanto spesso sconfinare nel nazionalismo rifiuta il rapporto tipico delle Chiese protestanti con la nazione per esempio quella anglicana che giunge fino all'essere religione civile
Mentre la Chiesa cattolica per porre ben altre strade rispetto a quella di le chiese ortodosse
Che si identificano nello Stato sono considerate da Roma infeudati allo Stato anche quando lo Stato è sovietico o comunista
Per Roma il problema e affermare i valori universali
Un saggio e un sano rapporto tra universalità chiesa e nazione i rapporti tra Italia e Chiesa offrono un modello di relazioni tra identità nazionale universalità
Più dodicesimo dice
Nei lunghi periodi di tempo in cui la nazione italiana ha offerto il Capo della Chiesa la chiesa nel suo complesso ha sempre conservato intatto il carattere internazionale
E anche ora aggiunge il clero italiano nel suo insieme senza pregiudizio al naturale amor di patria ha continuato a essere fedele sostegno della sopra nazionalità della chiesa
Italia e Chiesa cattolica debbono in questa visione offrire un modello
E direi qui c'è tutta una lunga politica della Santa Sede tese a evitare che alle porte di Roma si informasse una chiesa nazionale
E anzi si può dire che il processo di unificazione
Nazionale ha fatto sì che Roma ha esteso il suo controllo sul cattolicesimo della penisola cattolicesimo che non controllava in maniera così forte come alla fine dell'ottocento e nel novecento
Ma nel dopoguerra guardando al futuro
L'identità nazionali italiana nella visione della gerarchia cattolica si deve modellare in maniera armonica con il valore sovranazionale della chiesa
Questo non riguardava solo il popolo ma la classe dirigente e la sintonia tra popolo Chiesa e Stato ritrovata nella guerra non andava smarrita
L'amor di patria argomentava il Papa è naturale e legittimo ma cosa sono i sentimenti naturali legittimi di fronte alla missione della grazia bisogna saperli armonizzare con la priorità della missione
E la Chiesa sente di dover servire una grande missione internazionale rom l'Italia terra benedetta per il fatto che c'è Roma non sarà diminuita dal conformarsi a questa missione
La Repubblica nasce al cospetto di un grande Papa vincitore
Così si rafforzano gli onori alla Chiesa ai suoi rappresentanti mentre cade ogni forma di sacralità se così vogliamo dire dello Stato per la monarchia deserte del regime fascista il Paparesta le subprime pontifici come dicono i francesi malgrado ottanta laicità
Mentre i presidenti della Repubblica non assume un ruolo liturgico di un capo dello Stato nemmeno quello ridotto dei re sabaudi
Einaudi tra l'ombra monarchica il carattere schivo dell'uomo la Roma pontificia interpreta bene questo ruolo modesto è ritirato del capo dello Stato l'Italia non si identifica
In un uomo sia per via di Coop Italia repubblicana sia per via di consenso che di dissenso
I volti della classe politica sono un poco grigi anche se rappresenta no un'importante rete di notabilato a livello locale ma lo Stato non deve avere un volto le uscite del Papa le uscite di più dodici per Roma sono circondate da rispetto sacrale quelle di Giovanni ventitreesimo sono accompagnate da fervore popolare come i viaggi ad Assisi che a Loreto
La presenza di Paolo sesto in Italia e nel mondo eseguita dalla televisione con grande rispetto il Papa resta un capo di Stato che vive in Italia non è un leader straniero ma non è nemmeno un capo religioso come gli altri
I presidenti della Repubblica che si susseguono sono leaders pallidi al suo cospetto le ombre Di Pietro che ossessionava Vittorio Emanuele secondo al Quirinale diviene una realtà che fa parte del panorama della capitale
Il Papa è un sovrano in Italia il solo sovrano che resta come notava il generale de Gaulle dopo una visita Pio dodicesimo aveva parlato con il papà della monarchia
E della difesa della monarchia dei Savoia in Italia e De Gaulle annota mi sembra che non gli dispiaccia restare l'unico sovrano in Italia
L'esistenza del Papa la sua malattia la sua morte sono seguite da un'attenzione unica nel nostro Paese molto più intensa di altri paesi di tradizione cattolica
Eppure più dodicesimo i suoi successori non hanno il potere politico e io sono convinto che più dodici non voleva in Italia un regime cattolico sul modello franchista un sala zarista
Uno Stato cattolico come si vede in Spagna era molto più cogente per la Chiesa che una repubblica laica in cui cattolici fossero fortemente rappresentato la chiesa del dopoguerra non vuole il governo come risulta chiaro dalla documentazione ma intende restare l'anima della nazione
Roma elitaria debbono comprendere il valore della missione universalistica della Chiesa
Se non ci fosse stato il così detto pericolo comunista alla fine probabilmente avrebbero prevalso tra cattolici le tesi di un incerto disimpegno della chiesa dalla politica
L'interesse universalistico della chiesa converge con la freddezza di una parte cospicua dell'opinione pubblica dopo l'esperienza bellica verso le pazzie le passioni nazionali
Del resto le passioni del secondo dopoguerra sono limitatamente di carattere nazionale anzi sono per lo più
Politiche e partitiche perché la storia perché le passioni nazionali hanno come tutte le passioni politiche una loro storia e dei loro andamenti Complessi e contraddittori
Ma la presenza di un forte partito comunista
E quindi l'anticomunismo spinge la chiesa anima e madre della nazione
Ad assumere una posizione forte ma non contro i nemici esterni barbari alle porte ma in contrapposizione contro una parte stessa della sua gente
Bisogna battere il comunismo e la difesa della civiltà contro i barbari e il nuovo Islam che dilaga nel cuore dell'Europa
Questa lotta però costringe la chiesa madre della nazione a diventare parte della nazione
E l'esperienza materna nella guerra e quella politica dell'anticomunismo nel secondo dopoguerra negli anni de la Repubblica sono due aspetti quasi contraddittori dell'atteggiamento della chiesa
Madre della nazione e parte in lotta
Il confessionali Isma'degli anni Cinquanta porta al riconoscimento della posizione speciale della chiesa in Italia ci sono delle pagine molto note di ieri molo a questo proposito quando parla di puntigliosa estensiva applicazione del Concordato
E con fissazione arrivismo italiano opera la conciliazione difficile tra la nazione laica e lo stacco tra l'Azione cattolica lo Stato laico
Contraddizioni giuridiche ce ne sono il matrimonio il trattamento delle minoranze religiose
Come si trovano tra carta costituzionale Patti del laterano
Ma il governo cattolico
O il governo centrista sa gestire queste contraddizioni con un basso profilo
Si può definire in Italia come si vuole c'è l'Italia della Costituzione repubblicana
Ma si può parlare dell'Italia anche come nazione cattolica trovando pure appigli giuridici e soprattutto richiamandosi alla storia secolare della chiesa
Si può dire che c'è uno Stato guelfo come Faye molo cent'anni dopo la caduta dei sogni neo guelfi tanti profili sono ammissibili in questo Paese purché
Non si tenti di imporre troppo un unico profilo a questo Paese
Il rito cattolico e l'unica ritualità collettiva i nuovi riti della patria repubblicana stentano a decollare
E non hanno alle loro spalle l'anima di una fede nazionale i riti in memoria dei caduti e ricordo della vittoria impallidiscono e non è facile poi ricordare i caduti di una guerra perduta
E la Chiesa con i suoi diritti si propone come madre della nazione
Alle cerimonie ufficiali non mancano il clero e la benedizione religiosa a scuola si insegna la religione cattolica e funerali laici e matrimoni civili fanno ancora
Notizia a maggior in mezzo alla maggioranza della popolazione
Per una parte del mondo cattolico quello facente capo diciamo alle posizioni di Gedda o alle posizioni più intransigenti bisognerebbe confessionali Zare di più l'Italia
Perché i tiepidi riceverebbero un incentivo dal conformismo sociale ma tutto resta un po'nell'equivoco tra Stato laico e cattolico e la classe dirigente democristiana gestisce con grande accortezza queste contraddizioni
Nel cinquantotto
L'anno in cui Montini tiene il discorso che ho citato
Con il caso fior belli si giunge a una chiarificazione dolorosa
Lo sciocco del confessionali Smoke il vescovo di Prato condannato in prima istanza per diffamazione aggravata per aver scomunicato due coniugi sposati civilmente
è un po'il simbolo di questo sciocco la reazione dell'episcopato italiano e del Papa è fortissima è un poco scomposta
L'Italia viene paragonata la Cina comunista la cattedrale di Bologna viene parata a lutto da carina Lercaro più dodicesimo sospende le feste per l'anniversario dell'incoronazione del suo pontificato
Forse un po'eccessivo ma sia toccato un nodo quello del matrimonio tipico dei due profili contraddittori della nazione
I cattolici umbri scrivono una lettera di protesta e alla fine dicono ma questo è il comportamento la condanna del vescovo che ci si attende da un tribunale di un Paese cattolico come l'Italia
La soluzione del prelato in seconda istanza non ricompatta il clima confessionale
Don Milani si chiede se non si ha perso il senso della misura aveva ragione
Ma in quell'occasione ci fu il senso della vertigine per tanti dirigenti cattolici
L'appartenenza cattolica era facile e lo Stato non sembrava più un raccordo con la nazione cattolica
Del resto la nazione cattolica si era proprio in fragilità negli anni del governo democristiano nel cuore stesso del popolo
C'è un'Italia che rifiuta di ascoltare la voce materna della chiesa
Anzi chi aderisce all'universalismo suber tintore di Mosca e l'Anno Santo del cinquanta quello del gran ritorno non segna la fine o almeno la crisi del controllo comunista sulla massa il vero pericolo non è l'Italia dei tribunali ma quella delle masse comuniste ma perché queste Italia vota comunista questa domanda inquietante ogni elezione viene posta nelle riunioni dei responsabili ecclesiastici
La presenza comunista in Italia è qualcosa di più che un fatto politico è un fatto inspiegabile
Per tanti aspetti o la cui spiegazione sembra difficile ai responsabili ecclesiastici ingratitudine del popolo debolezza dei democristiani al governo propaganda subito l'attrice scarsa opera della Chiesa secolarizzazione
Lei cinismo non riescono a trovare una spiegazione
Il pensiero ecclesiastico alla fine degli anni Cinquanta si trova stretto tra la fede nella cattolicità nazionale e l'inquietudine per un popolo poco fedele o quasi infedele
Ora quando ho finito signor perché l'inquietudine italiana si congiunge all'inquietudine europea che già nella Francia della guerra aveva scoperto Parigi come terra di missione
Bisognava cambiare cambiare idea della nazione idea della società cambiare approccio della chiesa
Nel sessanta la nascente Conferenza Episcopale Italiana cioè una commissione per studiare la presenza comunista
La terapia è
Gli italiani debbono diventare più coscienti del fatto che sono cattolici perché perché sono preda di una identità di una propaganda politica per la loro scarsa identità religiosa
Lì si difenderà dall'influenza straniera comunista se saranno più cattolici
In questo spirito parla anche Montini non ci si può più fidare delle altissime percentuali di battezzati che annualmente pubblica l'Annuario pontificio
Dove sono i vicini dov'è la nazione cattolica
Comincia la sociologia religiosa e la sociologia religiosa comincia a tracciare la mappa religiosa dell'appartenenza e della pratica i risultati
Dell'appartenenza degli italiani e della pratica degli italiani saranno molto inquietanti
Il profilo della nazione cattolica non era mai stata negata la classe dirigente democristiana l'aveva gestito come o dopo come ho detto con un profilo ideologico ridotto
La stessa carenza di politica estera aiutava a non sottolineare troppo l'identità nazionale
Paradossalmente ma lo dico per inciso
Quando ci sono delle proiezioni internazionali tra cattolici come nel caso di la Pira o di Fanfani si tenta una riflessione sul ruolo dell'Italia e sull'identità nazionale ma questo è un discorso è un altro discorso
Il senso della nazione
Galli della Loggia lo diceva anche Giovagnoli nell'Italia repubblicana e sentite in maniera tutta particolare la generazione cattolica maturata negli anni del fascismo e distante dall'armamentario dei sentimenti dell'ideologia e delle idee delle parole della nazione perché va detto la cultura cattolica porta un'altra impronta
Ma c'è un altro aspetto che vorrei richiamare
Direi strutturale dell'esistenza della Chiesa italiana
Non è un problema secondario in Francia per esempio esiste un etilista è falsa
E quando nel la Santa Sede le cinquantacinque sopprime i preti operai mondo nel mondo titola un articolo molto forte parlando di interesse nazionale francese alla prosecuzione dell'esperienza
Cioè c'è un etilista Air France pure in regime di separazione
Coscienza nazionale di Chiesa in Francia in Italia la chiesa nazionale non esiste c'è un movimento cattolico fin dall'Ottocento che tocca con diverse approfondita le varie parti del Paese
Il movimento cattolico è uno sperimenta unificante per i cattolici della penisola
Ma sull'Italia si estende indiscusso il primato della Chiesa di Roma chi guida i tanti segmenti lo diceva Agostino Giovagnoli di chiese locali e regionali dalle caratteristiche tanto differenti e con orizzonti propri si pensi alle chiese al Mezzogiorno
Esiste un movimento cattolico ma non c'è una chiesa italiana e lo snodo il punto di unità delle chiese italiane è Roma e il Papa e gli affari religiosi della penisola non sono trattati dei vescovi come avviene in Francia Belgio Germania ma dagli uffici vaticani dalla Segreteria di Stato e dalla Congregazione Concistoriale cioè c'è una chiesa romana e molte chiese italiane
La Chiesa romana alla direzione delle questioni italiane
Ed è stata la Santa Sede a non volere un'organizzazione unitaria dei vescovi italiani quando Leone tredicesimo ha deciso di riunire presso l'in conferenze regionali
In Francia c'è
Fin dalla l'Ottocento l'Assemblée des tardino ed esacerbare in Germania la conferenza plenaria dei vescovi di Fulda niente di simile in Italia
L'orizzonte nazionale comincia ad affacciarsi per la prima con la prima organizzazione unitaria dell'episcopato nel cinquantadue con Pio dodicesimo ma cresce un poco con Giovanni ventitreesimo e viene lanciata da Paolo sesto
E non era possibile che l'iniziativa di creare un centro organico della Chiesa per l'Italia non venisse che dal Papa
I vescovi si ritenevano incompetenti degli affari italiani ed è solo dopo il Concilio Paolo sesto che vuole creare un centro di guida della chiesa italiana
E lo vuol fare anche perché teme nella recezione del Concilio un'eccessiva polarità nell'un senso o nell'altro per esempio della chiesa di Bologna con Lercaro o della chiesa di Genova consigliere
Le conferenze episcopali la Conferenza Episcopale Italiana tra le tra i grandi Paesi occidentali è una delle ultime ad essere formata la Chiesa italiana ha un profilo gracile
Rispetto ai profili delle chiese regionali fino agli anni Sessanta
Tuttavia ed è un aspetto del Della non infatti Zazie uno del non sentivo del sentire scarsamente nazionale dei cattolici
Tuttavia l'Italia esiste nessuno la mette in dubbio come dice parafrasando il titolo di un famoso libro francese divo esiste io l'ho incontrato l'Italia esiste e tutti l'hanno incontrata nella loro vita
Esiste anche se
Non si riesce a trovare un linguaggio nuovo o vecchio per esprimere idee sentimenti a proposito ma nessuno la nega anzi il Risorgimento riceve ampi riconoscimenti dai papi in special modo da Paolo sesto quello considera un procede con molta
Con con una rottura con una tradizione precedente considero dice il Risorgimento un processo liberamente prima di tutto per la Chiesa
Ma non sembra utile ai cattolici della Repubblica ridefinire l'identità nazionale
La società civile la democrazia la vita politica la giustizia sono i temi ricorrenti che ovviamente hanno per sfondo l'Italia su cui non si sente il bisogno di indagare troppo
Forse un documento da segnalare ma non mi dilungo
è un testo della Cei come ridefinizione del Paese del sessantotto su cristiani e vita politica
Con gli anni Settanta viene invece evidente la crisi di identità della nazione cattolica presunta e sono proprio i cattolici a mettere in dubbio l'esistenza di una nazione cattolica
Cioè perdono il senso di sicurezza nell'esistenza di una nazione cattolica non ci sono più le cifre per fondare il confessionale dicessimo
Il popolo cattolico anche sotto le taglienti analisi della Sociologia rivela i suoi confini ridotti
La Chiesa che si considerava madre della nazione appare una comunità di credenti e non più un'istituzione nazionale e per giunta in crisi
Paolo sesto invita la riforma religiosa parla di una tradizione ottima ma ormai stanca del popolo italiano la chiesa non si sente più dagli anni dalla fine degli anni sessanta di rappresentare l'anima della nazione
E sembra che la Chiesa rinunci a una prerogativa di preminenza civile per cui aveva lottato per decenni le preoccupazioni ecclesiastiche si concentrano sulla vita religiosa
La Chiesa non è più un referente nazionale com'era apparsa per decenni ma diviene sempre più autoreferenziale
I vescovi non sono leader nazionali e Paolo sesto il Papa forse il più italiano e come ha detto il mio Pula il solo papà democristiano
Paolo sesto è Turner e molto poco popolare rispetto ai suoi predecessori e finita la nazione cattolica
L'Italia si dice laica e secolarizzata che l'approvazione della legge
Del divorzio e la sconfitta al referendum del settantaquattro dei cattolici
è il funerale del profilo della nazione cattolica la Chiesa non parla più di nazione cattolica ma di evangelizzazione di una società secolare
Si sciolgono i presupposti tipici dell'età di Pio dodicesimo e la Chiesa sembra concentrarsi sulla sua missione religioso o spirituale
La fine del profilo cattolico di nazione chiariva forse un equivoco ma apriva un vuoto l'Italia non era una nazione cattolica ma che cos'era per i cattolici in Italia
Forse una tappa decisiva per riproporsi del problema dell'identità nazionale e proprio quel mille novecentosettantotto soprattutto l'assassinio di Aldo Moro
Ai funerali di Moro fatti alla presenza dell'anziano e un poco cadente Paolo sesto e di tutta la classe dirigente italiana e del presidente leone si compone un dramma del sentire nazionale
I funerali sono occasione di coscienza collettiva come lo sono stati recentemente qualche anno fa quelli dire Baldovino per un Belgio che era sull'orlo del divorzio tra fiamminghi e valloni
In realtà i funerali italiani sono in genere occasione quelli dell'Italia repubblicana di forti polemiche contro lo Stato per esempio
Lacca per la causa della morte delle vittime del Vajont o per il terrorismo della macchina spesso lo stato della nazione si presentano divisi in quelle tristi occasioni chi non ricorda per esempio
L'omelia severa del cardinal Pappalardo ai funerali del generale Dalla Chiesa a Palermo quando non strinse la mano all'imbarazzato presidente del consiglio Giovanni Spadolini
Il funerale di Moro tra scese le polemiche pur presenti in quel periodo e fu un momento di dolore nazionale
Fu celebrato in una basilica situata però non in territorio italiano ma in territorio vaticano extraterritoriale e fu presieduto dal Papa
La piazza San Giovanni teatro delle manifestazioni comuniste sindacali e dei funerali di Togliatti era piena di gente con bandiere rosse e bianche mentre le forze di polizia erano in stato d'assedio
La preghiera di Paolo sesto segna un punto di passaggio riferendosi Aldo Moro dice fa che noi tutti raccogliamo nel puro sudario della nobile memoria l'eredità superstite della sua diritta coscienza
Il vecchio Papa assente di dover portare l'avallo morale della sua chiesa ha un'identità nazionali in crisi fuori dalla logica di Madre della nazione ma anche di parte in lotta
In questo quadro i rapporti tra Stato Chiesa nazione sono cambiati anche se un poco confusi
I binari dei Patti del laterano quelli del confessionali Isma'sono entrati in crisi
Non è nemmeno lo si vede in laterano la stagione delle contrapposizioni il Papa e la Chiesa vogliono sostenere lo Stato in crisi infatti in quello stesso anno nel luglio settantotto
Paolo sesto irritualmente saluta l'elezione del presidente socialista Sandro Pertini dalla finestra del Palazzo apostolico e dice
Che diremo
Per non essere forestieri nella patria che pur nostra anche se la nostra missione si attesta sopra una zolla di terra quella vaticana del tutto indipendente in occasione della nomina del nuovo presidente
Sì noi onore Remo nel primo magistrato di questa nazione il suo primo titolo L'Unità Roma è unità non solo della gente italiana ma della stessa chiesa cattolica Roma parla al mondo di unità
Settantotto e concludo
è l'anno dell'elezione di Pertini ma pure della morte di Paolo sesto e dopo il breve pontificato di Giovanni Paolo primo deve esaurirsi della leadership italiana alla testa della chiesa con la scelta di Karol Wojtyla
Ieri molo interpretava così l'elezione del papa polacco diceva
E si augurava
Che sarebbe venuta una separazione talare alta nazionali italiana e il papato in realtà la zolla di terra come Paolo sesto definiva il mondo vaticano
E coinvolta è impastata in una maniera molto particolare e forse non ancora decifrabile
In questo in questa Italia degli anni settanta ottanta e novanta e impastata con la vita e la storia della nazione il Papa polacco
Ma la vicenda è molto recente appena l'accenno si mostra un sostenitore convinto dell'identità nazionale italiana e del ruolo geopolitico del Paese
C'è quasi in Giovanni Paolo secondo una tipologia delle nazioni di cui la riflessione sulla Polonia è un modello
Nell'ottantasei Giovanni Paolo secondo si reca al Quirinale dove ogni passaggio dei Papi ha avuto un rilievo simbolico a partire da quella visita drammatica di Pio dodicesimo nel trentanove quando progettò di tener fuori l'Italia dalla guerra Giovanni Paolo secondo
In presenza del Presidente Cossiga dice il popolo italiano e destinatario custode privilegiato dell'eredità degli apostoli Pietro e Paolo è un'eredità vi fa per Papa Wojtyla la nazione si fonda sulla cultura e le nazioni possono vivere senza Stato così la cultura italiana è dice impregnata da quella che considera l'eredità viva della chiesa
La lettera i vescovi italiani del novantaquattro in un momento di crisi esprime questo sentire
L'eredità dell'anni unità
Maturata nel corso del diciannovesimo secolo e radicata nella coscienza degli italiani che in forza della lingua storia fede cultura si sono sentiti un unico popolo L'Unità si misura non sugli anni
Ma sul set Colli
Direi che dopo gli anni di Giovanni di Paolo sesto con Giovanni Paolo secondo riprende da parte della Chiesa un discorso sulla nazione l'Italia
Per la Chiesa di Giovanni Paolo secondo a una funzione per la geopolitica cattolica l'Italia esistenti in una qualche misura Giovanni Paolo secondo seppure con categorie in parte estranee alla nostra cultura politica nazionali anche religiosa Giovanni Paolo secondo
Dopo più dodicesimo e forse più di Luís e uno dei papi che parla tanto di l'Italia e prova a definire l'identità nazionale
Ma l'Italia ormai è uno Stato laico la cui società appare secolarizzata in maniera impensabile vent'anni fa
La confessione Rizzi azione della società italiana e dello Stato solo sono una realtà del passato l'Italia non è più una presunta nazione cattolica
Eppure in un pub in uno scontro Stato laico in una società secolare non è caduto quel rapporto intimo tra Chiesa Santa Sede cattolicesimo tra Chiesa Santa Sede cattolicesimo nazione è stato forse questo rapporto intimo e uno dei caratteri che fanno quella particolare identità nazionale che chiamiamo Italia grazie
Ringrazio il professor Riccardi per la sua ricca relazione e vorrei Erika subito dare la possibilità qualcuno che lo desiderava di intervenire e porre qualche de domanda o o fare qualche osservazione relatori
Prego pregherei di venire qui
Così possiamo registrare gli interventi
Naturalmente
Si prega di dire il proprio nome così appunto per la registrazione resta
Bianco
Pronto sì mi chiamo Mini Nicola Oddati insegno storia dei movimenti e partiti politici assalendo mio non è non è diciamo una domanda
è un breve intervento forse più che un breve intervento vuole essere una riflessione che pongo appunto all'attenzione di voi ascoltatori
E infatti per quanto si cerca di esorcizzato e mi è venuto in mente questa riflessione ascoltando proprio le prime relazioni il primo periodo cioè gli anni dal quarantasei al quarantotto torna continuamente in discussione
Forse è davvero il più indagato come come dice Giovagnoli ma è ancora quello da cui partire per fare un discorso sull'identità nazionale
Come afferma Galli della Loggia
Ma con quali discorsi storici e storiografi storiografici facciamo queste analisi
Cioè prendendo in considerazione forse vecchie ricette che o vecchi stereotipi storiografici dimenticando che analisi nuove le possiamo ottenere solo dopo aver studiato o daccapo questo periodo senza dimenticare le nuove fonti a disposizioni degli studiosi
Che sono a disposizione appunto degli studiosi specialmente in questi ultimi anni
E per fare degli esempi dei documenti diplomatici italiani in via di pubblicazione questo periodo già completati i documenti dell'OSS Office of Strategic Settis
L'attuale CDA i documenti militari americani del National e National Cais di Washington i documenti del Foreign Office presso va beh col topos di Londra e nocumento inerenti governo disabili sono deficitarie alcune fonti reali più importanti ancora da approfondire
E per fare qualche veloce esempio
Possiamo ricordare che da questi elementi vengono problematiche importanti riguardano i rapporti che riguardano i rapporti della Chiesa
Tra la Chiesa il partito comunista e la Democrazia Cristiana quindi per semplificare i rapporti tra Giambattista Montini Togliatti e De Gasperi quindi si può capire come diceva come diceva Riccardi ancora di più il perché io non di una atteggiamento filo democratico cristiano da parte di Montini ma a parte questo elemento che forse ci interessa relativamente c'è da ricordare ancora come per esempio grazie sì
Legge da questi documenti come un arcivescovo come Monterisi sempre citato da Riccardi
Affermava in un articolo su un giornale cattolico un giornale del nascente democrazia Democrazia Cristiana Salernitana
Scriveva un articolo nel quale descriveva in modo mirabile come doveva essere l'uomo l'uomo politico cattolico e questo tra l'altro è un passo mirabile ma non ma misconosciuto ed ancora ultimo elemento che io voglio punire alla vostra attenzione e qui prendo spunto da ho preso spunto da cari via Dharma da Galli della Loggia quando praticamente ha citato Salvo D'Acquisto mi dà bene Salvo D'Acquisto Salvo D'Acquisto le possiamo aggiungere Gelli all'episodio di Cefalonia possiamo aggiungere Mignano Montelungo possiamo aggiungere il generalato al Gonzaga
Ma sono fatti ancora noti ma quanti Dinoi per un'analisi sulla identità nazionale ha preso in considerazione chi alla fine della guerra nel quarantacinque la fine della campagna d'Italia
Sul milione e duecento mila soldati che hanno combattuto contro il nazifascismo
Trecento mila città appartenevano allegro esercito italiano
Mentre alla resistenza hanno ferito circa cento mila cento mila cento mila cento mila persone ecco soltanto questi elementi la mia diciamo riflessione termina qui avrei tante altre cose da dire ma non sarebbe più una riflessione voleva essere soltanto appunto un piccolissimo a brevissimo intervento grazie
Grazie ecco c'è qualche
Altro intervento ormai ancora qualche domanda
Premesso che io non sono uno storico ma una voleva più un mese di questa università studente alla facoltà teologiche aspirante studente alla Gregoriana di Roma di diritto canonico volevo sollecitare il professore Andrea Riccardi
A dire poche cose sul Concordato dell'ottantaquattro come gioca l'accordo del diciotto febbraio ottantaquattro che ha apportato modificazioni al Concordato lateranense del ventinove nel discorso che ho appena fatto e che mi ha entusiasmato molto grazie può dire il suo nome presentarlo Ravasi
Ci sono
Una domanda a metà strada tra Giovagnoli Galli della Loggia nelle passaggio
Dell'Italia che un po'affermato Giovagnoli Galli della Loggia in parte contestava e cioè il passaggio dai contadini agli italiani
è stato un po'accennato al ruolo delle grandi famiglie
Si può un poco approfondire questo discorso che ruolo hanno giocato queste garanti famiglie nel
Nel fatto
Fare questo passaggio oppure nell'opporsi a questo qualsiasi cosa intende più grandi
E dei ci accennava prima cioè c'è stato un gruppo di grandi famiglie militari famiglie pur con che conta con
Prego
Ci sono Guido Formigoni volevo fare due rapide osservazioni intorno a questa centralità della questione nazionale che ci ha occupato oggi pomeriggio da tre diverse angolature
Che hanno che fare la prima con il ruolo della cultura cattolica della politica poi espressa dai cattolici in questo Paese
Nel senso che secondo me giustamente Galli della Loggia nella sua relazione chiariva come la democrazia cristiana avuto una opportunità di valorizzare riprendere un immaginario nazionale nella sua conquista del consenso
Nel dopoguerra e ne ha fatta una carta politicamente significativa
A mio parere però non bisogna diciamo attribuire questo carattere soltanto alla figura di De Gasperi ma bisogna far riferimento ad una filone più profondo e molto più lontano nel tempo che parte addirittura da una ripensamento che naturalmente è sui due parole è difficile proporre ma che bisognerebbe credo fare sulla rottura tra cattolici Stato risorgimentale perché in realtà quale non fu una rottura tra cattolici e idea di nazione
Ma la coltivazione di una diversa idea di nazione che poi torna fuori nella filone del movimento cattolico intransigente a più riprese negli anni ed è la prima guerra mondiale soprattutto e emerge con caratteri addirittura nazionalisti per qualche aspetto negli anni Trenta
Qui siamo in un essere cattolica almeno una riferimento come dire sintetico la figura di gemelli non lo possiamo trascurare quindi questi cattolici che sono sicuramente omino est novi rispetto allo Stato
Nazionale nel quarantacinque anni realtà dalla loro parte
Tutta questa tradizione che è è molto forte e mi sono occupato
Di di politica estera della Democrazia Cristiana scelte e la dimensione nazionale si traduce proprio nel tentativo di rilanciare una politica nazionale
Con De Gasperi ministro degli esteri e la politica nazionale che fa vivere in modo veramente diciamo traumatica trauma
Particolare andrebbe fatto anche per il partito comunista con molte diversità ovviamente ma hanno tutt'altro che diciamo ci sono tutta due colpevolmente adagiate in questa fase sulla crisi dell'identità nazionale e hanno cercato a loro modo soprattutto Democrazia Cristiana con anche Successo di recuperare alcuni elementi in questo senso
La seconda osservazione che invece volevo proporre era legata alla necessità di riflettere ulteriormente sulla questione della debolezza successiva nel corso del cinquantennio di questa riferimento nazionale e allora io credo che bisognerebbe aggiungere le cose che sono dette almeno tre riflessioni una il peso degli elementi pregressi cioè della drammatica crisi del poco a cui il nazionalismo aveva portato
Il Paese e a cui l'enfasi nazionalista aveva portato appunto il Paese e questo è un elemento di di grave difficoltà per qualsiasi recupero del tema culturale nazionale nel dopoguerra il secondo elemento è il nuovo quadro internazionale cioè il fatto che la guerra fredda e il bipolarismo
Mettono in buona parte dell'Europa in condizioni molto diverse una cultura nazionale perché se è vero che in Italia c'è una svendita di sovranità c'è una debolezza c'è una difficoltà sul terreno anche della cessione
Di territori per le basi militari dobbiamo pensare che questo trauma è vissuto da Paesi che hanno una una storia e una cultura nazionale molto più solida come la Gran Bretagna per esempio no
E un terzo elemento è la mancata sedimentazione culturale del tema nazionale e su questo concordo con l'osservazione di Galli Della Loggia relativamente alla mancanza di una vulgata storiografica
Equilibrata sulla storia nazionale e questo però a mio parere ci porta sul terreno un po'diverso da quella dell'identità nazionale concepita quasi come contrapposta alla politica
Ci porta sul terreno della cultura nazionale cioè della costruzione culturale del della concetto di nazione che naturalmente è un elemento tutto giocato all'interno dalla politica
E quindi certo la cultura nazionale per esempio dei cattolici che ricca BCE chiamava è una cultura che risente ancora dell'eredità Guelfa dell'identificazione nazione religione ed è troppo angusta per diventare un terreno di consenso più ampio rispetto al mondo cattolico con chiuso c'è otto la tentativo di identificare interessi del proletariato interesse della nazione che la cultura marxista compie nel dopoguerra è troppo debole su questo passaggio certo però c'è anche una grossa responsabilità di tutta una cultura diciamo erede della tradizione risorgimentale liberale che anch'essa non riesce a superare questo vincolo nel costruire una elemento culturale più solido e più passibile di un consenso generale allora mi pare che su questi elementi fosse qualche riflessione ulteriore si potrebbe fare
Bottiglie
Alfonso Botti Università di Urbino pur avendo apprezzato tutti tre le relazioni per ovvie ragioni Simone stringo alle agli interrogativi a ad una a quella di Galli Della Loggia
Volevo ripercorrere con tre rapide domande tre punti attraverso i quali Galli Della Loggia articolato la crisi della nazione dell'idea di di nazione
Nel periodo compreso tra il quarantatré quarantotto
Il primo punto era la sovranità e l'ha parlato non solo di sovranità ma anche della questione del prestigio
Dell'Italia parlando in Italia che si scopre piccolo paese nella fase delle diciamo che la delle trattative di pace
Quando si mettono attorno al tavolo per
Ne ricitare come uscire dalla guerra re io chiedo se sul fronte della sovranità certamente siamo di fronte a un dato nuovo per quello che riguarda invece il prestigio per quello che riguarda il piccolo paese a me sembra che questa questo dato di novità manchi perché mi sembra che sia la stessa situazione nella quale l'Italia si troverà all'indomani della prima guerra mondiale
Per quello che riguarda la questione della legittimazione
Galli Della volo Galli Della Loggia osserva che
Per ragioni oggettive sottolinea le ragioni oggettive non scattò identificazione tra antifascismo in azione
Io chiedo tra per ragioni oggettive Galli Della Loggia include il fatto che il termine e i valori che si riferiscono alla nazione sono stati infangati
E se la quale espressione troppo forte usiamo un'altra più asettica sono stati inflazionati
Durante il regime fascista
E allora se è così non sarebbe forse più corretto parlare anziché di debole nazionalizzazione del periodo repubblicano parlare di diciamo di un processo che natura che nazionalizzato quel tanto che è possibile posta proprio in una situazione oggettiva di partenza
Ultima questione riguarda le culture politiche i partiti che il terzo dei livelli sui quali Galli Della Loggia articolato la crisi dei l'azione dell'identità nazionale fra il quarantatré e il quaranta e il quarantotto
è stato detto che probabilmente solo la democrazia cristiana sia pure in modo contraddittorio svolge una funzione e un ruolo nazionale non so o non ho capito se voglio dire che la democrazia cristiana dato un contributo alla nazionalizzazione degli italiani durante il periodo la Repubblica comunque sia chiedo non c'è un ruolo di nazionalizzazione che compie anche il Partito Comunista in Italia nel secondo dopoguerra rispetto al movimento operaio nel mondo del lavoro
Seconda questione se la DC se la Democrazia Cristiana Conti e questo ruolo di nazionalizzazione perché l'idea di nazione oggi va più in crisi nelle zone siamo nelle zone bianche rispetto alle zone hanno veste ovvio riferimento invece che nelle zone rosse dove dal punto di vista da questo punto di vista si verifica senz'altro una tenuta maggiore
Rimane il Paese Italia Sardegna atlantica straniera Sangemini ha parlato di continuità discontinuità nella storia repubblicana
E ha individuato alcuni Pontina dai tre pasti dannatamente ed infezioni per pasti da nastri di Adelfia continentali come pensa anche a tre semplice riferimento al periodo che va dal sessantotto al settantotto antica del terrorismo
E mi chiedo richiedente bisogna Gemignani se e c'è stata una riflessione fino ad oggi gli attacchi enigmi storici anche anche nella classe politica sufficientemente adeguate l'importanza di questo io no
E vorrei ricordare cosa che scriveva limiti con la che cioè la capacità di confrontarsi Colonnetti giudicanti chiedo storico d'obiettività non c'entra in questo periodo non dipenda tanto
è il tempo che è passato ma da quella che è la posta in gioco anche questo periodo poni ancorati il presente quindi Aniene anamnesi se quella tiene appare forsennati fissiamo un po'insufficiente impone rispetto a questo Feria d'ansia
Dopo una cattiva il fatto che sono eventi molto noto ai centri tematici oppure a quanti posta in gioco è ancora molto forte per soprattutto forse per il pensiero di sinistra grazie
Guido rombi
La domanda è indirizzata professor Riccardi almeno se Aubenas puntato quanto gli ha detto circa lo scarso sentimento nazionale dei cattolici nel dopoguerra
E allora come si può collegare questa considerazione mettendola in correlazione con quanto ha detto sia Giovagnoli che Della Loggia cioè Giovagnoli
E le passaggio da contadini ad italiani e quindi Nana nazionali nazioni d'azione dal basso Della Loggia dice sentimento monarchico forte nel dopoguerra sappiamo che questo era particolarmente forte fra i cattolici almeno nel Meridione
E i poi la DC si sia proprio grazie a De Gasperi di quei sentimenti attraverso la curvatura libera nazionale e con queste considerazioni Giovagnoli e di della Loggia
Come si conciliano professor Riccardi con questo forse non tanto sentito sentimento nazionale degli italiani
Grazie
Ci sono anche ancora qualche altra domanda qualche altra questione no
Va bene
Io darei allora da parole relatori ma no io ho avuto solo mezza domanda quindi è una domanda e quindi per spetta prima voi darete risposta prego
Nesta come Massimo
Sì anche se alcune sono su insomma sollevano dei problemi
Perché sarà
Richiederebbe un'altra altre relazioni
Dunque il proverbio dati sì dunque che riassumo in questo modo insomma trecento mila soldati del regio esercito cento mila partigiani per prende cioè sì cosa più
Come non ho capito sondati
Non lo so se non puntano sul volevo dire appunto che sì no no io non volevo più no non volevo l'attribuivo al sottordine non non non me ne facevo padrino insomma
Anche perché io credo che i numeri in queste cose e molte cose Colton sono decisi
Sì adesso punto bisogna vedere con quali criteri si calcola queste cose insomma non non credo che però il punto sia questo cinquanta mila dieci mila in più in
No cotone questa
No no infatti non è questione di numeri sono d'accordo convegni
Va be'se vuole continuare se mi vuol fare rispondermi logica se no fattibile
Io comunque su questo punto le do ragione non è questione di numeri appunto è questione appunto di un grosso fatto storico che accade su questi numeri cioè che
Mentre per ragioni
Per il fatto che indicato nella mia relazione credo cioè siccome ci sono dei numeri che hanno una forte rappresentanza e rappresenta di vita politica e sono i numeri della resistenza del CLN diciamo così
La resistenza che finché si conosce ideologicamente mi partiti del CLN
Quei quella resistenza crisi e quindi sul nome di suo morti i suoi valori ideali hanno nella contingenza quarantacinque quarantasei quarantasette una forte rappresentatività e rappresentazione politica
Mentre invece gli altri L'altra Resistenza che siccome che è stato esso punti numeri non li vedremo un'altra volta in un'altra sede trasmette ci sta
C'è stata e sesti posti con tassi addirittura i famosi di incidenza di quanti ufficiali del regio esercito hanno militato
Le formazioni di GE formazioni Garibaldi ancora di più crescerebbe quelli incidenza siccome ci dà però non aveva
Nessuna non ha avuto nessuna possibilità di rappresentazione politica efficace perché l'unica rappresentazione politica veduto dare la monarchia era un appunto le forze della resistenza che avevano militato contro i tedeschi e conti fascisti in nome del giuramento militare in nome della fedeltà al governo del re i nomi tutti di appunto di valori che facevano capo però ad un attore politico che in quel momento non poteva dare a queste forze nessun tipo di vera rappresentazione tanto meno di quell'unica rappresentazione
Congrua cioè una rappresentazione di tipo nazionale proprio perché la monarchia nella crisi del quarantatré quarantacinque perde in un certo senso il suo carattere nazionale che si riduce essere una parte come le altre e a dover fare politica dover cercare di affermarsi contro altre parti che cercano invece di scalzarlo e questo ha reso impossibile è uno dei nodi decisivi io credo per cui la Resistenza italiana non ha potuto a vere
In misura appunto infinitamente superiore a qualsiasi altro tipo di resistenza
Credo che questo sia il vero carattere distintivo della Resistenza italiana rispetto alle altre esistenze europea oltre ad altri che c'erano i fascisti in Italia e altri paesi non c'era una guerra civile insomma
Non ha potuto avere un tipo di rappresentazione nazionale
L'antifascismo è stato per forza per ragioni oggettive tutto assorbito e non poteva che essere assorbito in ideologia e politico partitiche
Non è potuto diventare si poteva diventare antifascisti soltanto attraverso la mediazione dei di un partito
Non si poteva diventare antifascisti in nome della nazione lo si poteva naturalmente a casa propria ma se lo si era antifascisti nome di una diversa idea di nazione che non volesse passare attraverso un partito si era costretti a non contare nulla politicamente questi sa diciamo così il
A mio giudizio il i termini spinosi della della questione
Ben venga se condonata classe dirigente passaggio da dicci da contadini italiani io penso che il pass Zanchi mancato passaggio
Intrighi e problemi ti ho detto e implica anche il problema appunto di una mancanza in assenza dello Stato quale agente della nazionalizzazione quale agente della nazionalizzazione
E qui mi ricollego ad una domanda che è stata fatta no certi però a suo tempo
E però questo apre tutto il problema della mancanza della insufficienza drammatica delle liti amministrative in Italia che hanno fatto sì tra l'altro che lo Stato fosse tutto invaso è pervaso dalla politica
Che l'amministrazione sia sia stata cancellata proprio la politica è stata messa al servizio immediato della politica
E sono contento dell'intervento di Guido Formigoni perché così mi permette di pagare un debito a Luís il suo libro il libro anche di di di Ventrone Imbriani sono i libri che a mio giudizio con magari punto condivisione non non generale di tutto secondo me appunto in danno delle indicazioni di ricerca
Più interessanti e nuove mi sono stati di aiuto nella mia nella mia relazione
Sì la sua
Sa che non sono un esperto di storia del movimento cattolico qui sono circondato destra sinistra quindi questa filo rosso appunto tra intransigenti sono gemelli diversa idea di nazione così
Alzo le mani e mia renderei dico che però ecco faccio questo semplice osservazione uno dei testi
Di autore cattolico che a me hanno molto molto colpito in questa cosa è presente il libro che Sturzo skinhead quarantaquattro l'Italia e la politica internazionale pare che che si chiami
Ecco lì c'è una idea di nazione molto forte e direi diversa però
Da quella quindi non è soltanto quel filone lì che mantiene in vita un certo tipo idea di di di di nazione
Sono d'accordo sulle considerazioni che infine gli ha fatto sulla cultura nazionale sulla mancate sedimentazione di una vulgata storiografica adeguata eccetera
Botti infine dunque no no io sono radicali disaccordo sulla prima questione se l'ho capita bene
L'Italia non era assolutamente un piccolo paese dopo la prima guerra mondiale il suo dramma e
Che per ragioni per una concomitanza di ragioni storica stretta eccezionali Italia si trova ad essere una grande potenza perché appunto dal Reno fino a Vladivostok che praticamente era scomparso tutte le statualità precedenti erano si erano dissolte e l'Italia poteva figurare di essere una grande potenza in qualche modo dati i rapporti almeno nell'immediato lo è stato ed è stato però paradossalmente proprio nel momento in cui drammaticamente la sua opinione pubblica si dividerà a proposito la vittoria mutilata nel momento in cui raggiungeva senz'altro il punto più alto status interna dei dello status internazionale della sua storia l'opinione pubblica non l'ha capito assolutamente una parte proprio di pubblica ha pensato che la guerra
Fosse stata combattuta per niente che non eravamo trattati appunto malissimo una un caso diciamo così di analfabetismo politico culturale
Drammatico però Italia nei consessi internazionali analfabetismo proseguito con la demenziale politica revisionista del fascismo per gli esami se c'era un Paese che hanno tutto l'interesse a congelare la situazione politica internazionale al mille novecentodiciotto al avversario era l'Italia naturalmente
è stato proprio una totali fa un mostruoso esempio di insipienza di ignoranza politica abbracciare
Invece dopo alcune esitazioni peraltro una politica esterna di tipo revisionista d'Italia l'indomani dovevano andare una grande potenza
Cianosi almeno poteva pretendere di essere gli altri glielo riconoscevano poi c'erano tutte le diciamo si vende le insicurezze di inefficienze venti insufficienze dietro
La legittimazione dopo Luisa la legittimazione in senso nazionale dell'antifascismo
No scattò diciamo così con la vastità che sarebbe stata necessaria per essere una vera legittimazione nazionale di massa della LIPU
Certo che per alcuni in alcune parti del paese in alcuni gruppi sociali più che in altri c'è stato indubbiamente questa diciamo così unione di antifascismo e di nazione io credo che sia stato la ricchissima mente insufficiente e soltanto il pregiudizio
Insomma non voglio dire come insomma un per ci impedisce di vivere Cetto
Non credo però che
Sia non ci sia stato perché c'era stata un'inflazione del della nazione in precedenza fatta dal fascismo che lasciava
Diciamo così molto che impediva che questa che ha impedito che ci fosse questa sovrapposizione
Sono due cose ben distinte c'è stata l'inflazione del termine nazione del l'uso del concetto della categoria del fascismo questo ha prodotto dei danni ma credo che però se lo fa faccende di da tenere distinte
E la colpiti incerto che anche la sinistra il PC ha contribuito alla nazionalizzazione
Non foss'altro perché tutti i partiti essendo nazionali contribuiscono nazionalizzazione cioè su facendo superare la dimensione localistica ma lo ha fatto però nel modo diciamo così tradizionale in cui prima del della prima guerra mondiale anche il Partito socialista aveva fortemente era stato un forte elemento di nazionalizzazione delle masse
Certo non introducendo però nella
Nell'apparato ideologico diffuso e veicolato il concetto di nazione non era certo il siamo intorno al concetto di nazioni al valore della nazione che si articolava
Di lì immaginario di o logiche che motivo del del del della propaganda e pc
Pc rispetto al quale bisognerebbe fare un lungo discorso sul gruppo dirigente sicuramente il gruppo dirigente dell'ordine nuovo aveva fortissimi connotati di tipo nazionale e addirittura di tipo nazionalistico
Dato diciamo così il retaggio Oriani esco gentiliana Salvemini hanno che era fortissimo nel nel gruppo dell'Ordine Nuovo
E tuttavia però quel gruppo fondatore subisce poi una folta profonda evoluzione nel contatto con con con il committente nel contatto con Mosca
Andando all'Hotel Lux e ne esce fuori qualche cosa che non non perde interamente io credo il legame con questo antichissimo retaggio originario però sicuramente lo subordina loro London non insomma quindi
E la e la domanda già allora perché se la DC è stata più nazionalizzati dice del del PC
La lega oggi è forte proprio nelle zone in cui
C'era un forte voto democristiano
Eh ma la domanda la risposta è facile
Perché è scomparsa la DC vorrei vedere cosa succederebbe in Emilia o in Toscana se scomparisse il PC PDS
Che siamo sicuri che quell'elettorato che per mezzo secolo ha votato per il PCI e il PDS cianosi
Si manterrebbe Fedele si manterrebbe nel solco dei valori politici e ideali
Che per cinquant'anni gli hanno gridato
Questa non è sfiducia nella sin nella profondità nella capacità di egemonia che il PDS ha avuto per quell'elettorato ma è consapevolezza della grande della facile
Volatilità
E nella strana o nelle stalle Oggioni per cui si voterà si vota per un partito per molte ragioni per molte ragioni e non ultima
La tradizione familiare per esempio
Evidente che quando si interrompe il destinatario di quella tradizione si insiste
Si rompe anche la tradizione familiare da ricerche elettorali fatte dal gruppo del Mulino nella regione dell'Emilia Romagna si dimostra la più forte motivazione del proprio volto
Si cambia completamente di status si passa da appunto braccianti piccolo proprietario padroncino si continua a votare a sinistra perché i genitori perché la famiglia perché ho fortissime lente elemento di identità
L'identità sexy se finisce però la possibilità perché non c'è più quel partito che cosa succede chi lo sa
Può succedere di tutto però ecco come è successo di tutto all'insegna
Grazie prego
Tutto come si concilia quello che ho detto con quanto Galli Della Loggia ha detto Giovagnoli non lo so è un problema che non mi sarei posto
Io non ho parlato di scarso sentimento nazionale dei cattolici anche perché io le analisi del sangue non le amo né per me stesso né per i cattolici né per gli altri
Quindi e difficile vedere quanto sentimento nazionale nel sangue arrivano i cattolici io ho tentato non forse non ci sono riuscito
Di parlare di come i cattolici hanno creduto nell'Italia come nazione cattolica era ovviare in filigrana che era un modo diciamo di sentirsi cattolici e italiani allo stesso tempo era un modo di leggere l'Italia in un certo senso ma per mostrare che non sono così cattivo e quindi mi voglio anche conciliare con Giovagnoli e con Galli
Vorrei coniugare questo discorso lo scarso intime internazionale con la questione sollevata prima sulla sulla crisi diciamo dell'identità nazionale o del senso di appartenenza in alcune regioni democristiane
Io non direi solamente che è la crisi della DC
Perché la DC non è mai stata diciamo non dire non lo so non c'ho riflettuto Mauro mentre tu parlavi diamo prova di conciliazione ha visto come richiederà dico ma non è mai stato un partito come il PC
Secondo me per quelle poche cose che io ho capito per esempio sul Veneto c'è un vuoto della chiesa
Cioè muore l'idea di nazione cattolica della Chiesa e post Concilio se noi andiamo muore se noi andiamo a vedere la cultura locale e politica che si diffonde tra per esempio negli ambienti cattolici veneti
Negli anni Sessanta settanta e ottanta è una cultura profondamente secondo me ecco profondamente localistica in cui i riferimenti a un contenitore più vasto sì sia per
No no tanto che noi abbiamo una certa un un passaggio di consenso dal mondo cattolico al mondo leghista secondo me questo è un tema che mi è sempre interessato cioè il
Localismo di una certa cultura cattolica negli anni sessanta settanta ottanta di una certa dico non di tutta
E come questo localismo è
Ha significato una rinuncia alla politica nazionale ma questo è un altro discorso che ci porterebbe
Per altre piste ecco io ringrazio Ravasi per aver ricordato quello che io non ho ricordato il concordato dall'ottantaquattro anzi gli accordi ottantaquattro che è un capolavoro di basso profilo di riconoscimento dalla morte dello Stato confessionale che
Fa alla Chiesa cattolica un trattamento finanziario ottimo tanto che la chiesa cattolica italiana diventa
Da un punto di vista di di possibilità disponibilità economiche Laterza Chiesa dopo quella tedesca dopo l'americana e quella tedesca nell'orbe cattolico come disponibilità spendere diciamo discorso dell'otto per mille un trattamento molto migliore di quello per certi aspetti
Diciamo del ventinove
Ma un concordato che tiene basso il profilo confessionale c'è un linguaggio molto ti diciamo
Così poco ideologico promozione umana bene del paese e via dicendo ed è un concordato che si inquadra
Diciamo chi ha un profilo pratico e finanziario molto forte che risolve un annoso problema della Chiesa italiana da un punto di Stati anziani ma che in fondo si inquadra proprio come linguaggio come idee di fondo in un periodo di grande e di profonda incertezza
In questo senso però era giusto ricordarlo quindi ringrazio di averlo fatto al posto mio
Sì
Ma
Grazie
Professor Riccardi io
Ho avuto soprattutto l'osservazione sul degli anni settanta sul terrorismo
Beh mi è facile dire che questa domanda ed è un'osservazione che conteneva anche un po'una risposta quindi questo mi mi facilita questa osservazione sul fatto che una delle difficoltà ad affrontare il tema del terrorismo all'interno
Della in particolare della cultura di di sinistra sia proprio la questione appunto di non aver affrontato ancora adeguatamente la questione quindi questa sembrava l'osservazione se ho capito bene
Io forse sarei un po'meno pessimista sulla capacità della storiografia di affrontare negli anni settanta
Il professor Barbagallo appena credo cioè di è appena uscito un un opera tra cui lui a
Grazie
Dedicato direi con con in grande coraggio essendo un'opera così vasta la quale appunto sta dando i suoi frutti sta arrivando anche questi anni ecco quindi certamente poiché è un punto d'inizio ma insomma sono dei punti di partenza importanti
La sua osservazione sugli anni Settanta mi permette di fare una brevissima osservazione che si collega e temi più generali
E cioè effettivamente anch'io ho la sensazione che tra gli anni sessanta e gli anni Settanta ci sia stata una certa svolta diciamo nella vicenda italiana del cinquantenne
E in qualche modo visto che oggi parliamo del tema della nazione direi che per esempio ho la sensazione che anche su questo terreno cioè sul terreno del sei Enzo della Nazione del senso dell'identità nazionale del sentimento nazionale e via dicendo ci sia stata una qualche svolta anche su questo terreno
Prima nella sua relazione Galli della Loggia accennato a come l'anticomunismo sia stato anche in qualche modo veicolato dalla democrazia cristiana in funzione dell'affermazione di un certo discorso
Di Stato nazionale diciamo
Ecco mi sembra che per esempio questi elementi vanno gradualmente diminuendo vanno a un certo punto scomparendo viceversa per quanto riguarda il mondo cattolico adesso posso Riccardi ricordava come dopo gli anni settanta
Emerge un come dire un localismo anche presente del mondo cattolico che in qualche modo diventa un fattore di indebolimento di un senso di un'identità nazionale più vasta
Allora solo un osservazione su questo su questa svolta e ecco io come una sensazione ma evidentemente questo poiché andrebbe verificato con studi più molto più a attenti molto più precisi che in realtà i i l'elemento del senso di identità nazionale e la partecipazione a vicende internazionali non siano così e contrapposti come e forse si potrebbe sembrare un po'forse potrebbe sembrare
Per esempio l'azione professor Riccardi sì visto come l'elemento dell'universalità della Chiesa che è forte per esempio anche nel magistero cattolico di più dodicesimo sì non sia del tutto contraddittorio con un senso anche cattolico della identità nazionale
E forse si potrebbe dire qualche cosa anche sul Partito comunista in questo senso come in fondo l'internazionalismo comunista però poi avesse una sua versione anche che non a caso
Diventava una progettualità politica
Su scala nazionale anche come elementi simbolici così piuttosto forti però ecco la sensazione che poi questo questa duplice senso di appartenenza che anche contraddittorio che è confuso e via dicendo ad a una dimensione più vasta che da una parte riferita appunto e elementi identità nazionale dall'alta anche invece sovranazionale invece si in come dire si impoverisce si si frantuma in una realtà della società italiana che appunto viene radicalmente cambiando
Dopo gli anni settanta ma a questo punto concluderei ringraziandovi della costa attenta partecipazione dando appuntamento a domani mattina
Alle nove