Critica e militanti

Buon giorno da critiche militanti dove è cominciata la storia che oggi riporta alla guerra in Europa
Nel volume c'era la guerra in Cecenia uscito da poco per Sellerio Adriano Sofri ci aiuta a capirlo descrivendo la prima fase di quello spietato attacco della federazione russa contro la minuscola Cecenia
Che fece la introduzione alle politiche imperialistiche di Vladimir Putin nel mille novecentonovantasei mentre stava per concludersi la vicenda processuale davvero poco degna di uno Stato di diritto che lo portò in carcere
E dopo una lunga stagione trascorsa Sarajevo Sofia accettò di andare a grossi né e sulle montagne cecene per realizzare reportage per L'Espresso e mixer forse anche per l'unità se non ricordo male
E ci torno poi in un secondo viaggio nell'ancora più avventurosa veste di mediatore nel tentativo riuscito di liberare i tre ostaggi italiani svolgendo un'operazione delicata che sarebbe toccata Allo stato
Se oggi l'Autore pubblica i suoi diari di allora di reporter ci avverte subito il perché dopo un quarto di secolo Putin sta chiudendo la sua parabola con la guerra in Ucraina
Un filo spinato scrive Sofri lega la terra bruciata in quel Caucaso alla sequela di mosse impunite della forza armata russa in Georgia in Crimea in Siria
In Ucraina il mondo vive ma distrattamente che un minuscolo territorio invaso sapeva resistere tenere testa addirittura ricacciare indietro una potenza straripante e ubriaca disse
Per acume analitico per slancio vitale per doti descrittive onestà nel dar conto delle contraddizioni l'autore di questo libretto ci offre
Un punto di vista singolare leggerlo è un po'come leggere uno Sciascia che sia al tempo stesso un André Malraux
C'era la guerra in Cecenia fin dal titolo all'iter ante ci dice anche che chi scrive non dimentica mai i riferimenti letterari da imiti originari dell'Europa atto storie questi riferimenti in un modo singolare senza enfasi si mescolano di continuo una realtà meravigliose variopinta almeno quanto orribile
E sanguinante ci passano davanti i guerrieri gli affaristi malavitosi
I politici pieni di dignità destinati poi a una radicalizzazione è una sorte terribili i ragazzi le donne fiere
I quartieri rasi al suolo e le cucine di montagna i benzinai domestici e le feste islamiche i giovani soldati russi spauriti traditori
E degli intellettuali da sapere così esotico da sembrare esoterico muovendosi tra ospitalità commovente una serie di di contrattazioni
Ambigue sinistre soffrì cerca di far capire agli italiani il groviglio alloro del tutto ignoto delle identità caucasiche lo stesso fa davanti ai ceceni riguardo all'Italia
E insomma un grande rapido traduttore che ha subito pronto il Vitesse alla Carlo levi o alla Malaparte ma lo spegne
In fretta sobriamente vigile davanti al proprio estetismo
Lo spegne nello scarno appunto sugli eventi in una sintesi solo da delle forze in campo o nel contrappunto magari tragicomico delle notizie che arrivano fin là
Da Firenze e da Roma molto belli sono i ritratti retrattili un essere umano che oscilla ricontino tra la gioia del singolo rapporto appena stabilito e la tentazione un Progetto di strumentalizzarlo
Per un'analisi da giornalista leader la guerra in Cecenia ci dice somiglia a tante altre guerre nella sua resistenza monotona nelle candele di fortuna nel freddo sui corpi ma Cilenti sono le guerre che Adriano Sofri ha cercato e continua a cercare che vuole vedere con gli occhi affrontare col corpo
Come se volesse riparare alla Befana grafica che gli ha fatto mancare l'appuntamento con la nostra resistenza partigiana per la quale avrebbe avuto certo molte qualità la vocazione politica unita una vasta cultura fa dei suoi testi una combinazione praticamente unica
Il limite può essere a volte una sottigliezza quasi sofistica propria dichiara appunto una testa da politico malamente al servizio anche di un'autorappresentazione che prevede continui ammicchi allusioni
Ad ambienti diversi che si vogliono tutti legare asset con una complicità familiare
è la ragione per cui difficilmente Sophie può parlare di argomenti culturali in presa diretta senza scopo con piena libertà critica un fine lo ha sempre ma è per la stessa ragione che i suoi reportage sono così eccezionali con loro misto
Di diagnosi diciamo da comandante in pectore ed inermi da Gentile da testimone incolto l'Occidente migliore è fuori dall'Occidente scrive a un certo punto in una delle sue tante efficaci
Pertica liberazione aforistica sentenza amara oggi più che mai
A risentirci venerdì prossimo