Rassegna delle riviste di politica e storia

Parliamo anche oggi di storia in questo spazio della programmazione di radio radicale
E come sempre via leggeremo qualche passaggio da alcuni articoli oggi due tacita due riviste ma oggi apriamo da una segnalazione da un quotidiano il Foglio quotidiano di martedì tredici febbraio come sempre cercheremo poi di legare insieme
I temi gli argomenti che emergono in questi approfondimenti approfondimenti e l'articolo sul foglio e di Giovanni
Dell'hard è lì che peraltro si occupazione vado ditemi che cercheremo in qualche modo di inseguire relativi alla sua ricerca nelle prossime settimane
L'Autore segnala un volume sui due manifesti degli intellettuali nell'aprile maggio mille novecentoventicinque e il titolo
Dell'articolo è questo quegli intellettuali che rinnegare uno conosce per avvicinarsi al al fascismo allora
Il volume appunto riguarda a questo particolare momento storico particolare i due manifesti quello scritto da Giovanni Gentile e l'altro di risposta che venne redatto da Benedetto Croce sono due testi importanti della nostra storia scrive l'autore non facilita reperire segnala un'edizione dell'editore Aragno di qualche anno fa
Che ha circolato assai poco ricorda in cui si materializzavano due concezioni molto diverse dei compiti dell'intellettuale sarebbe dunque da salutare con molto favore la ripubblicazione di questo lavoro non fosse la modalità osserva
O un po'troppo disinvolta con cui questo libro viene presentato ai lettori vediamo quali sono le osservazioni di Belardelli
Non si capisce per esempio spiega per quale ragione si sia ripreso il testo gentiliana no direttamente dal popolo d Italia importante osservazione non utilizzando dunque la versione
Resa nota variano fra anni fa dallo storico Emilio Gentile in cui erano indicate le parole aggiunte otto volte direttamente da Mussolini
è questa la questione al quale l'autore aveva sottoposto il testo prima della pubblicazione circostanza come si capisce
Molto rilevante quando si parla della responsabilità degli intellettuali che però ai lettori di questo libero rimane ignota
Ai testi dei due manifesti abbastanza Brevi sono stati aggiunti articoli dell'epoca scelti però con un criterio che resta difficile da capire ma questi altri possibili rilievi non si sa bene a chi indirizzarli osserva ancora
L'Autore perché libro non ha lenti l'indicazione di un ancora di un curatore purché sia sono coinvolti i due storici che però sono sono Autori solamente di un di due-tre di introduzioni due brevi saggi che Belardelli non giudica diciamo bastevoli a comprendere peraltro anche ad avere una notizia come quella che è nota in questo in questo articolo anzi libro rischia di mettere fuori strada il lettore riproponendo idee erronea che molto circolato in passato secondo la quale quei due manifesti
Fotografia e libero due italie contrapposti due schieramenti intellettuali l'uno fascista l'altro antifascista destinati a conservarsi
Tali e quali per tutto il ventennio cercheremo di seguire un po'questo filo oggi al contrario le cose stanno in modo ben diverso osserva osserva l'autore poiché si verificò si verificò negli anni una significativa trasmigrazione di vari firmatari nel manifesto di Croce in direzione del fascismo un fenomeno questo cui il libero nel libro non si fa il minimo cenno perché ci dice molto sulla capacità di attrazione del regime
E sui caratteri di una dittatura che nel campo delle attività culturali ottenne successi notevoli va bene sì
Questa così inquadra Belardelli la questione naturalmente si può dire molto altro su questo per alcuni incerto l'aveva firmato il manifesto conosce funzionò come un marchio di infamia che anche dopo anni poteva impedire di ottenere la tessera del partito ciò che dal mille novecento trentatré impediva poi di partecipare ai concorsi pubblici in tanti altri casi quel marchio poteva essere cancellato
Grazie a una chiara accettazione del regime e per motivi di opportunità ma anche per una condivisione dei suoi orientamenti e delle sue politiche è il caso per esempio del giornalista Giulio caprine che dopo aver rischiato di essere estromesso dal Corriere della Sera per aver firmato il testo conoscevano proseguì senza intoppi la carriera meglio giornale avendo tra l'altro il discutibile onore l'Autore lo mette tra virgolette di pubblicare nel mille novecentotrentotto un editoriale dedicato agli scritti di Mussolini è il caso poi di Sibilla Aleramo anche lei firmataria del medesimo
Manifesto e poi per anni regolarmente finanziata dal regime è un personaggio Complesso Aleramo
E di un celebre filologo classico come Giorgio Pasquali infine riuscì a entrare la più prestigiosa istituzione culturale creata dal fascismo l'Accademia d'Italia
Avendo anche lui alle spalle quella firma del mille novecentoventicinque
Tra quanti seguito non tragitto del genere uno dei casi più significativi è quello di Emilio Cecchi considerato allora e successivamente
Un maestro del giornalismo culturale quale al fascismo si avvicinò con prudenza senza eccessi quasi con ritrosia trovandosi a un certo punto è essere o a voler essere coinvolto fino in fondo
La sua marcia di avvicinamento dopo all'incirca un quindicennio superando un tornante decisivo alla fine degli anni Trenta con alcune corrispondenze dall'America
Pienamente allineate alla razzismo del regime infine fu coronata dal pieno successo nel mille novecentoquaranta con la nomina ad Accademico d'Italia per la quale l'ex firmatari del Manifesto Croce ringraziava per lettera Giuseppe Bottai rileggiamo la citazione di questa lettera
Scriveva ciechi so quanto in questi anni tu hai fatto per me lo scriveva a Bottai e so bene che insieme a Mussolini e Federzoni allora presidente dell'Accademia d'Italia
Tu sei stato il mio nume tutelare ho troppa pratica delle cose umane per non rendermi conto che più di tutto il mio modesto lavoro della mia volontà di fare sempre meglio appalti Superman la vostra bontà chiusa la citazione
Poco prima aveva ottenuto anche l'iscrizione al partito fascista collar retrodatazione
Della tessera al marzo mille novecentoventicinque quasi a voler cancellare retrospettivamente la sua firma al manifesto antifascista di Croce
Così scrive Giovanni Belardelli questo articolo il foglio apparso sul quotidiano il Foglio martedì tredici febbraio dal titolo quegli intellettuali che rinnegare uno Crocetta per avvicinarsi al fascicolo al di là dei casi particolari e anche dell'interessante notazione
Dell'autore di questo articolo sulla diciamo sull'aspetto
Filologico come dire dell'aver preso una stesura del manifesto di Gentile che era una stesura successiva alla revisione mussoliniana la segreteria di Benito Mussolini era molto attiva le famose M compaiono su moltissimi documenti ufficiali anche su questioni che potrebbero apparire di interesse relativo di segnaleremo peraltro anche un'altra questione che riguarda proprio questa vicenda appunto entriamo un po'nel merito di quello che questo quadro che viene disegnato da questo articolo e lo facciamo segnalandovi per la prima volta cercheremo di segnalarvi altri articoli dalla rivista AREL un esista davvero
Notevole ricchissima di contenuto il numero tre del due mila ventitré che si chiama eredità che appunto oggi iniziamo a segnalarvi il messo come dire
Potrà apparire anche oggi forse un po'troppo
Diciamo così tirato ma vediamo se riusciamo ad onta
A legare insieme le cose vi segnaliamo un articolo di Federico Smith il dal titolo dalla rivoluzione francese al marxismo leninismo la malinconia di François Furet
François Furet un intellettuale difficile scrive l'autore
è certamente un intellettuale atipico che parla poco dissi e che non si fa incasellare in una qual qualche linea politica di sinistra o di destra che fosse ma rimane coerente con quel concetto
Di libertà che Nicoli ne guiderà il pensiero per tutta la vita
Poiché leggiamo qualcosa più avanti si tratta appunto
Di un uno storico famosissimo legato alla storia della rivoluzione francese andiamo a questo passaggio di questo saggio alla metà degli anni settanta del Novecento in Francia
Sembra aver conquistato una egemonia definitiva alla storiografia che più avanti Furet definirà giacobino marxista fondata su una visione marxisti aggirante di una rivoluzione
Crea attrice dell'ordine borghese definita dagli schermi economicistica di Marx declinata Tajani
In più prevale una sorta di determinismo storico che non solo rende inevitabile la rivoluzione ma rende incerto il futuro che ormai si è realizzato il completa mento
Da parte di un'altra rivoluzione sociale stavolta una rivoluzione attese che finalmente si è realizzata nell'ottobre diciassette in Russia
Per questo i due volumetti Furet Rishear pubblicati nel mille novecento sessantacinque sessantasei piombano comunque fu minaccia il sereno in questo contesto che abbiamo appena descritto e dire che leggendo la oggi questa storia non è così sconvolgente e nemmeno particolarmente negazionista tra virgolette
Solo che si permette di mettere in discussione quella prevalenza dell'economico tanto caro ai marziani sottolineando invece il peso del politico in senso ampio nonostante molte parti del libro appaiono ortodosse
Furet e riesce vengono attaccati duramente dai marxisti leninista
Che avvertono un pericoloso odore di ieri sia nelle pagine di due giovani studiosi allora accusati particolare di non essersi attenuti alla lettura leninista della storia l'autore ricordi ricostruisce questo quadro e importante ritornarci e magari cercando di farlo al di là dell'utilizzo politico di queste questioni naturalmente
è sempre magari utile in altri contesti insomma queste sia veniva appunto usata per accusare gli untori
Di e non essersi appunto tenuti a questa lettura della storia una specie di X sei dixit laico dice l'autore nemmeno poi tanto laico e appunto di live o forse no invece non c'è proprio nulla che certo ha poco a che vedere con la con la libera ricerca storica e anche con la legittima critica nei confronti di un libro sottoposto al fuoco di fila
Della critica marxista in particolare per la nozione di dei rapaci Pedemontano distante poche cosa si tratta introdotta proprio dagli Autori
Pure e Richey per interpretare la fase di Democrazia Diretta tra virgolette che si apre con la convenzione del mille settecentonovantuno e che si chiude il nove termidoro dell'anno un secondo
Questo concetto spezza in due una rivoluzione che a sinistra si vuole compatta borghese capitalista invece gli studiosi evidenziano l'esistenza di due grandi momenti il primo che Furet e Richie apprezzano considerano liberale e potenzialmente positivo
Andrebbe dalla mille settecentottantanove mille settecentonovantuno e avrebbe potuto generare una monarchia costituzionale all'inglese
A questo momento felice succede a causa della guerra dichiarata dalla Francia all'Europa dalla e della pressione crescente dei sanculotti parigini
Una seconda rivoluzione quella del della pace della sbandata là dove prevalgono lo spirito rivoluzionario e il sogno della democrazia diretta un momento tragico che segnerà per sempre l'immaginario della rivoluzione steso sabaudo nel concetto di della pace dunque
Spiega per i due studiosi il precipizio nel quale la rivoluzione si è lanciata portando alla radicalizzazione senso generico della politica la caduta
Della monarchia la breve e sanguinosa dittatura giacobina proprio il concetto di deviazione a dare scandalo in quel momento quando è libero esce questi oggi sono concetti acquisiti sostanzialmente nella storiografia internazionale vedremo anche qualche osservazione su questa questione resta il fatto che questo nuovo testo allora non nulla di rivoluzionario le fonti citate sono quelle classiche quelle amate dai nazisti è presente anche il paragone diritto
Tra la rivoluzione francese e quella russa dell'ottobre del mille novecento e diciassette c'è una piccola ma significativa differenza però per pure e Michel non vi è una quale che
Legge della storia che obbligatoriamente porti dal punto A Parigi al punto Ubi Pietroburgo Mosca e questo è un fatto fondamentale
Davvero importante del lavoro di fuori e non è una differenza da poco
Nota l'Autore rispetto a una tradizione storiografica e ideologica che invece ritiene a cose fatte inevitabile il passaggio dal punto A al punto B la critica al determinismo la tesi appunto deciderà Palio non è altro che un'eresia riconosciuta come tale ovviamente dalla sinistra ma anche e questa è una notazione importante
Dalla destra controrivoluzionaria che pure odiando così come se fossimo nel mille settecentonovantatré e non nel mille e novecentosessantacinque quando questo libro scelte hanno in comune questa visione deterministica della storia che altri non è che un modo di commemorare e di rivivere il fatto storico rinunciando ad analizzarlo e questa è una notazione
Importante in Francia l'attacco alla nuova opera è tutto politico personale in perfetto stile Marxista-Leninista
Lo storico marxista Maggi Ulrich nel sessantasette accusa Furet vice di vestito un'opera anticomunista nel settanta rincara la dose svilente libro definendo una specie di giornale scandalistico
Sotto forma di libro dopo questo primo attacco lo stesso Autori critica anche lo stile troppo sbarazzino appunto Vito giornale di moda dovuta trasmissione televisiva di largo consumo che dà lavoro storiografico serio sono poi diciamo categorie che furono usate spesso in questo tipo di polemiche a questa critica sprezzante succede l'accusa di non aver affatto scritto un'opera originale ma di averla rimasti Kato il già accertato cioè di aver addirittura plagiato non essendoci nel testo note rimandi altri odori che sarebbero stati saccheggiati da questi due Baldi
L'aggressione passa poi alle questioni politiche la storia di Furet Richet definita antinazionale e al tempo stesso infedele a quel marxismo leninismo che deve essere la pietra di paragone per ogni storia della rivoluzione questo contesto
Di quegli anni in Francia è importante ricordarlo la situazione
Diciamo paragonabile anche nel nostro Paese insomma antinazionale Antin marxisti
Furet e Michel quali quelle accuse che nulla hanno a che vedere con lo studio della storia che sono del tutto legate a una pretesa ideologia alla quale coloro che studiano la rivoluzione dovrebbero dove devono sottomettersi
Per non passare per nemici del popolo per reazionari furono la causa di uno scontro sempre più ampio che si trascinerà sino al mille novecentottantanove e oltre e il saggio di simili le ricostruisce queste vasi no ve ne leggiamo solo qualche passaggio gli attacchi
Di ammazzavo ieri
Appunto
Ci scusiamo sempre per la pronuncia che non è Camus vittima Furay e agli attacchi a Furet che non è Camurri Timar predestinata di Sartre nel mille novecento
Cinquantadue tante volte avete sentito Marco Pannella evocare la polemica lo scontro durissimo
Tra Camus e Sartre
Furet però non è che hanno e reagisce a tono parlando di catechismo rivoluzionario scrive l'autore replicando con estrema durezza in un articolo del settantuno che verrà poi ripreso nel settantotto
Evidenzia evidenziando che la guerra non fosse affatto finita la guerra tra storici anzi
Si fosse sempre più indurita negli anni settanta tra il settanta e settantatré Furet viene sempre più identificato come capo di una scuola che fu definita revisionista
Come cavallo di Troia dell'anticomunismo dell'ideologia reazionaria che vuole espungerla rivoluzione come eredità
E che è passata la Repubblica ma anche alla seconda grande rivoluzione quella bolscevica l'accusa e quella di mettere in discussione attraverso la critica della Rivoluzione francese la rivoluzione socialista il materialismo storico è anche quella di studiare la rivoluzione per capire in che modo si sarebbe
Potuta evitarla e e questa tesi peraltro due studiosi sotto accusa non hanno mai Espresso dice
Dice l'Autore
Questo clima ideologico culturale Furay decide di pubblicare nel settantotto un libro che diventerà una vera bomba del mondo degli studi la rivoluzione
Il titolo è già promettente pensare la rivoluzione francese come se prima di lui non si fosse pensata concettualizzare alla rivoluzione ma solo celebrata questo è un passaggio già abbiamo sottolineato prima
E anche da parte di chi mostra di odiarlo peraltro nove opera di Furet si caratterizza come portatrice di un diverso approccio allo studio della storia della grande rivoluzione centrata sul politico con l'uso di fonti ad esempio Tocqueville e altri con la volontà di rinnovare tramite gli studi storici una cultura una politica di sinistra che egli avverte come stantia
E slegata dalla realtà in questo tentativo oppure non abbandona poi la sua energia militante legata certamente alla conoscenza della cultura che combatte quella comunista va detto che in questo libro le formule i toni sono ANAS pretese condotte con atteggiamento provocatorio anche soprattutto in risposta alle aggressioni comuniste cosa che in parte dice l'autore indebolisce
Il libro Furay sancisce che la rivoluzione finita puntando ad affermare la necessità di rendere lo studio di questo grande evento un oggetto freddo privo dell'investimento emotivo che ancora riceva riceveva in modo da poterlo concettualizzare non celebrale o i sei creare come se fosse ancora in corso e il diciamo la pensare la rivoluzione francese ancora oggi in qualche modo da un punto di vista diciamo quello di un pensiero iper conservatore che riemerso realmente dalla Russia da qualche anno è un tema che è ritornato anche in qualche modo di attualità sicure non nega affatto che la rivoluzione abbia lasciato una eredità importante alla Francia e non solo i diritti dell'uomo del cittadino il principio dell'uguaglianza di fronte alla legge la libertà economica il valore stesso
Della libertà sono tutti lasciti del grande evento
Della fine del diciottesimo o se ormai è venuto il momento di dire con chiarezza e questi lasciti
Ormai non corrono alcun rischio è questo magari
Da da approfondire questo fatto comunque e l'atteggiamento dello storico l'atteggiamento è lo storico quello del militante quello del militante questo aggiungiamo noi
E appunto la richiesta la prospettiva di sicure
E questa più avanti scrive l'autore la costante incapacità della storica storiografia francese di leggere con distacco la storia non consente scrive l'autore ad esempio di concettuale concettualizzare
Una figura come quella di Robespierre Piccolo avvocato di provincia con la passione del conformismo sintetizza in maniera molto diciamo rapida aggiunge che la rivoluzione
Sta per parlare attraverso di lui egli ha incarnato prima del mille settecentottantanove le credenze della sua epoca del suo mondo l'esaltazione della moralità il culto della virtù l'ideologia rivoluzionaria lo investe lo investirà completamente Robespierre parla la lingua della rivoluzione dell'ideologia non è un bilingue diciamo
Schiva autorizza Enzo diciamo anche un po'simbolico come ad esempio come D'Antona non usa la lingua rivoluzionarie facendo politica si è trasformato in un profeta ha interiorizzato come nessuno l'ideologia rivoluzionaria per lui non vi è alcuna distanza tra lotta per il potere e la lotta in difesa degli interessi del popolo
E questa sovrapposizione sarà un elemento
Cardine poi nei le tragedie successive lo vedremo tra un istante
Non può essere lui disgiunta dalla punta poi di difendere l'eguaglianza le virtù il popolo e c'è so questo libro conquista il pubblico colto nel settantotto anche di sinistra andando incontro a una stanchezza che c'era già negli anni settanta
In Francia
Sempre più evidente nei confronti della lettura giacobino marxista la sinistra nel mille e novecento ottantuno in Francia
è salita all'Eliseo per la prima volta nella sua storia grazie a lezione di Mitterrand alla presidenza e la formazione di un governo che vede anche i comunisti presenti fino al mille novecento ottantatré ma ha ormai una tradizione storica e politica spossata per quel che riguarda l'evento rivoluzione che sondaggi dell'epoca comunque confermano essere come elemento fondante
L'identità francese Mitterrand decide di celebrare con la grandeur necessari all'evento crea una missione speciale e coinvolge Furet poi si ripercorrono anche alcuni particolari
Dei festeggiamenti del mille e novecento ottantanove il tentativo appunto di Mitterrand di utilizzare un questa lettura di Furet a cui naturalmente di rimandiamo perché volevamo e invece al arrivare alla parte finale di questo saggio di Federico simile perché ci consente di fare ancora un salto in avanti negli anni novanta negli anni novanta Furet continua a essere essere attivo e sì occupa
Chiaramente di un altro passati
Dopo il crollo finale non previsto ma prevedibile del sistema sovietico con il suicidio out ho assistito scrive l'autore
Dell'Orso Furay si dedica alla riflessione sulla Grande illusione comunista che curva che culmina nel suo ultimo libero il passato di un'illusione che si unisce ad articoli seminari conferenze interviste incontri
E quasi che lo storico francese dovesse espiare una colpa quella di essere stato comunista di aver vissuto in un sistema dove il comunismo non era mai stato reale realmente un'impresa come nell'altra parte dell'Europa
Laddove la sofferenza per il trionfo dell'idea leninista staliniano aveva inflitto inenarrabili dolori
E causato morte e miserie libro è un vero lascito di Furet non potrà che non potrà peraltro completare il suo percorso perché
Morì nel novantasette
E ho un immediato successo non deve essere i indifferente anche la prosa segnala l'autore del saggio tesa intensa di un testo che per l'autore doveva essere una sorta di elaborazione del lutto solitaria per natura ma anche che ha trovato trovo nel
Nel immediato
Nel momento successivo alla pubblicazione tanti tanti
Interessati a leggerlo
A proposito di revisionismo nel senso di corrente storica un altro lascito di Furet
Tale la sua volontà di superare tremori i timori e di leggere la storia senza divieti e tabù il più forte di tutti alla sua epoca ma anche oggi dice l'untore sta nel paragone
Non esattamente nella equiparazione tra comunismo e nazifascismo con come col corollario una lettura diversa dell'antifascismo post fascista
Furet non apprezza particolarmente il concetto di totalitarismo ma osserva che se il concetto non spiega tutto può quanto meno evidenziare come nel ventesimo secolo si siano realizzate dittature mai viste prima generate dall'esperienza tremenda e inaudita della prima guerra mondiale e confrontando i due sistemi ideologici e e politici
I due capitoli del libro il passato di un'illusione comunismo e fascismo e comunismo e antifascismo sono quelli dove con maggior chiarezza Furet afferma
La necessità di confrontare i due regimi senza tabù ribadendo che comunismo e nazifascismo sono dittature di tipo nuovo capaci di riempire ogni spazio politico
Si tratta di sistemi concettuali prima ancora che reali dotati di ambizioni smisurate comparabili tra loro anche se speculari nemici tra di loro
Le due ideologie hanno un avversario comune la borghesia liberale
Sono due patologie dice Furet nate dalla passione democratica che si è concretizzata
Con la Rivoluzione del mille settecentottantanove due malattie egualmente perniciose il fascismo e la patologia del particolare della razza superiore il comunismo della universale
Facile immaginare dice l'autore del saggio come a sinistra queste parole sia sta siano state prese peggio ancora quando fu resi Cimino si cimenta in un'altra francamente molto discutibile dice e l'autore
Del saggio rilettura dell'antifascismo sicuramente Furet rispetta la rotta antifascista durante la guerra ma segnala la strumentalizzazione da parte dei comunisti dell'impegno antifascista almeno dagli anni trenta e su questo
Ci sono oggi delle discussioni aperti e naturalmente anche delle strumentalizzazioni questo pensiero
E quasi inevitabile scrive più avanti Smith il il suo confrontare quasi inevitabilmente il suo confrontare
Il comunismo il nazifascismo lo porta incontrarsi con uno degli storici più sul fumo degli appestati della fine degli anni Ottanta inizio Novanta il tedesco Ermes Nolte autore di una Storia in tre volumi sul fascismo che Furay apprezza molto interesse storico dell'esilio a volte disperso di che Furet ostentava sempre di più per quello che considerava
Il consiglio il conformismo di sinistra capace solo di dividere buoni e cattivi senza a portare nulla d'analisi storica furono le motivazioni che portarono appunto a interessarsi di questo di questo confronto con Nolte poiché l'autore
Spiega le differenze che ci furono anche sostanziali tra la lettura di Nolte è quella di Furet anche
Proprio sulla diversità tra nazifascismo e comunismo cui vi e rimandiamo ma appunto oggi ci fermiamo qui perché abbiamo finito il tempo l'altra segnalazione la faremo la prossima volta
E appunto ci diamo appuntamento alla settimana prossima