Antifascismo. Un bilancio storiografico

Ecco scusate avevo disattivato il microfono quindi dicevo Dole venuto
A tutti i presenti qui in aula centoundici a coloro che si sono collegati in remoto che spero sentano e vedano correttamente
Quindi pochissimi minuti per introdurre i lavori di questa seconda edizione di orizzonti storiografici che è un seminario di fatto di dibattito storiografico
Che dall'anno scorso abbiamo organizzato all'interno del dipartimento di studi storici qualcuno di voi ricorderà che lo scorso anno abbiamo affrontato il tema del fascismo prendendo come riferimento alcuni volumi collettivi usciti di recente e che quindi ritenevamo si prestassero bene a fare una sorta di di rassegna storiografica di bilancio storiografico ricordo perché il diciamo gli atti di quella di cui il seminario comunque gli interventi di cui il seminario sono stati poi pubblicati nella rivista memorie ricerca per cui chi fosse interessato può andarli a recuperare quest'anno il la nostra Rifle riflessione verte sull'antifascismo e quindi sulla sull'altra parte della del periodo del tra le due guerre mondiali e non solo l'antifascismo anche in questo caso abbiamo individuato cinque liberi tre volumi collettivi e due monografie diversi tra di loro ma anche proprio per questa poi i titoli gli autori curatore li vedremo li vedremo poi con i singoli presentatori però dicevo questa varietà di di di saggi di di temi di di approcci alla storia dell'antifascismo
Tra i tanti che potevano essere selezionati perché ovviamente il dibattito su questi temi estremamente ampio molto molto articolato questi ci sembravano meritevoli intanto di una prima riflessione proprio con l'obiettivo di tracciare è una sorta di bilancio storiografico forse e troppo ambiziosa la la la formulazione però sicuramente sono testi che si presentano estremamente efficaci per una per una discussione l'organizzazione il format di questo seminario come quello dell'anno scorso prevede la presentazione dei libri da parte di alcuni docenti del del nostro dipartimento parleranno dell'ordine Nicola
E Del Corno Irene Piazzoni il sottoscritto e poi Leonardo Pompeo D'Alessandro
Nel pomeriggio l'ultimo volume quello di Marco Bresciani sarà presentato dalla collega Claudia Baudolino e e avremo poi la possibilità di un di discutere
I liberi di discutere le questioni che sono emerse nel corso del di queste presentazione in relazione quindi avremmo come come lo scorso anno un grande spazio proprio per il dibattito che al quale parteciperanno no coloro che sono delitti inseriti nella nella parte bassa della della locandina tanti colleghi di dipartimento ma Autori curatori molti dei quali saranno collegati in in remoto e naturalmente anche tutti i presenti vedo compiacere tanti giovani studenti dottorandi il l'incontro è inserito all'interno del dottorato gli studi storici del del dipartimento
Quindi insomma sì sì farebbe molto piacere ad aprire interventi considerazioni che che vengono anche da dei giovani qui qui presenti
Direi che avremo l'interruzione tra tra le tredici le quattordici e trenta quindici quindi una pausa pranzo e riprenderemo nel nel pomeriggio
Mi pare che che sia tutto per questa rapida presentazione quindi o do senz'altro la alla parola anni a Nicola che ci dirà qual è libro quali sono gli autori curatori
Con i quali si è trovato a confrontarsi
Pensi che il libro sono appare accorta degli atti di un convegno dal titolo la forza della libertà l'antifascismo dall'Aventino alla seconda guerra mondiale
Curato da Patrizia chi antigas tutte e Maurizio paga
Per Pacini Editore il libro il cui esito c'è anche in in nell'ossario dei il dipartimento se qualcuno poi dopo quello che ho detto fosse interessato ad Andalo a consulta ecco come ci è stato testimoniato da più occasioni
La storiografia italiana ha da tempo riconosciuto all'antifascismo pre esistenziale la dignità di oggetto autonomo di ricerca storica
Determinando quindi uno scarto ispettor ciò che solitamente avveniva in precedenza per cui il la prima ossia gli anni dell'esilio gli anni della cospirazione venivano spesso ricostruiti per lo più in funzione di ciò che è avvenuto dopo ossia dopo la resistenza quindi al fenomeno della Resistenza era seguente fondazione della Repubblica
Bisogna allora in qualche modo riequilibrare e ci suggeriscono questi studi riequilibrare temporalmente l'intera storia dell'antifascismo non è riassumibile temporalmente
Nella sola fase finale diciamo quella quarantatré quarantacinque ma riconosce che distintamente
Il ruolo svolto da tutti coloro che si impegnarono nelle diverse fasi e nelle diverse modalità nella comune lotta contro Mussolini al suo governo appunto a partire dai primi anni venti
Dalla da da ventinove ma anche da prima dell'Aventino e soprattutto nelle diverse modalità i diversi protagonisti a diversi fenomeni fenomeni dell'antifascismo preesistenza tengono allora adesso affrontati storia graficamente secondo una pluralità di casi dato che diversi sono risultati contesta i contesti in cui questo antifascismo ha agito sia con la prassi che con il pensiero agito tramite la creazione di partiti di movimenti di organizzazioni tramite la Fondazione la circolazione di giornali di opuscoli di libri
Spesso nell'ottica come vedremo di internet internazionalizzare
E quindi di raggiungere anche classi politiche opinioni pubbliche di Paesi diversi di Paesi che Ester insomma di internazionalizzare la lotta contro il regime mussoliniana
Il convegno appunto al convegno la forza della libertà
Si tenne a Bari è stato tenuto a Bari nel marzo del due mila ventidue quindi sono neanche due anni fa
E poi sono stati sollecitamente pubblicati gli atti appunto a cura degli Amici Patrizia Chianti astute e Maurizio Pagano ecco questo convegno convegno sino appunto mosso secondo questa direttrice
Avendo avuto come proposito quello di fornire un'ampia panoramica sulle forme e sulle prospettive delle diverse componenti che animarono l'opposizione al fascismo fino alla Resistenza
Una particolare attenzione è stata rivolta all'estero ossia come le vicende italiane e la percezione della pericolosità internazionale del fascismo fossero presentati dagli intonaci si soprattutto dagli antifascisti in esilio e quindi venissero poi recepite
Dalle diverse opinioni pubbliche
Come scrisse Gaetano Salvemini a Carlo Rosselli nell'aprile del mille novecentotrentatré il compito principale dei fuoriusciti
Doveva consistere nello cito Salvemini smentire giorno per giorno con documenti le notizie false messa in giro dai fascisti
Ecco per quello che riguarda la percezione all'estero della lotta antifascista ad esempio nel convegno Pagnelli pro Annarita Gabellone ha in questa occasione trattato la diffusione in Gran Bretagna del mito di Giacomo Matteotti
Appena si seppe notizia della tragica fine del parlamentare socialista il partito laborista labor Party prese posizione per esprimere la propria solidarietà politica conseguente condanna nei confronti della regime mussoliniano
Muti regime mussoliniano sottolineava labor parti che mortificava la libertà e la democrazia in Italia ma anche i giornali britannici non ebbe l'okay ma che nella denuncia che l'opinione pubblica inglese l'accaduto insistendo
Ecco questo dato atto da tenere presente insistendo più che sulla motivazione politica dell'assassinio su quella economico finanziaria dovuta alla probabile prossimo deflagrare dello scandalo petrolifero in un clima di forte indignazione nei confronti della boutade della brutalità repressiva caratterizzante il regime mussoliniano
A Londra venne fondato del maggio del mille novecentotrenta per iniziativa di Sylvia Pankhurst l'argomento International Matteotti committee
Appunto un comitato internazionale che aveva come scopo quello di far conoscere
Non solo in Inghilterra ma più igienicamente in America in Europa e anche in America appunto le efferatezze della regime fascista
E sempre al contesta inglese sono riferiti anche i contributi appunto nel libro
Contributi di Santi Fedele sull'incontro fra Sturzo e Salvemini in Inghilterra l'autore fedele ha messo in luce come nonostante i due fossero distanti ideologicamente erano accomunati dalla volontà di demistificare
Il mistificare quelle falsità tramite le quali il fascismo intendeva costruire una sua immagine positiva all'estero e quello di Colin Tyler
Incentrato l'intervento incentrato sull'influenza che il pensiero la prassi politica inglese ebbe eco su Carlo Rosselli nella formazione del suo Socialismo liberale e come a sua volta appunto il pensiero politico rossa gli hanno fu letto e ha recepito allora
La lotta contro il fascismo è soprattutto lotta per la libertà e per il rispetto della persona umana
Così scriveva Angelo Tasca e sto citando per quello che riguarda il nostro libro dal saggio di Franco Di Sciullo appunto presente nel vivo
Ecco così scriveva Angelo Tasca nel nell'epilogo Anna Nascita e avvento del fascismo che fu pubblicato in francese nel mille novecentotrentotto e poi fu tradotto in Italia solamente nel mille novecentocinquanta ecco il termine libertà la forza della libertà il termine libertà appunto che è stato scelto nel titolo del convegno è un termine che ricorre spesso nella posa antifasciste preso questo esempio tratto da tasca ma reputo prende gran tanti altri tanti altri prevedete che riprenderò la libertà infatti ciò che è stato conculcato fin da suoi primordi dal fascismo
Tramite le sue azioni Ford violente tesa piegare l'auto destini l'autodeterminazione dei singoli individua il termine libertà lo ricorda Maurizio dell'ignoto degli innocenti nella introduzione a questo volume il termine libertà sintetizzò e mobilitò una serie di posizioni ideologiche
Potenza ideologico che hanno ben diverse tra di loro come vedremo che però trovavano una propria contingente unità nella battaglia contro il fascismo
Il rapporto tra cittadino e Stato
Tra democrazia e liberalismo tra le stesse diverse classi sociali tra le diverse nazioni e così via ecco dagli antifascisti questi discorsi vendevo declinati secondo Ila paradigma della libertà
Ossia delle concrete possibilità di poter agire secondo la propria convinzione
Senza sottomettersi passivamente alla volontà espressa dal potere fascista dal governo mussoliniana
Come già accennato il termine libertà compari spessissimo nella pubblicistica antifascista qualche esempio
Libre libertà col punto esclamativo e ad esempio intitolato il gioco e la il giornale dei giovani socialisti riformisti giovani militanti del Partito socialista unitario
Titolo appunto che era stato consigliato loro da Filippo Turati quando aveva notato come nel momento in cui la libertà veniva e siamo nei primi mesi del ventiquattro sia con Mussolini al potere da poco più di un anno
Ecco togati notava come la libertà in quei cioè in quello stage inquisiti in quei tempi insomma quello stesso anno al solo anno di governo fosse cito da Turati rinnegata sputa chiamata vituperata ecco per citare le le le parole di mosse di ecco aerei importante allo che in questo momento che dei giovani socialisti invece facessero della libertà la propria bandiera intitolarsi do così appunto il proprio il proprio giornale una bandiera appunto che doveva essere continuava a Turati sventolata con orgoglio e con la consapevolezza di quanto ciò fosse pericoloso il mal visto dall'autorità fasciste e fatti libertà dopo neanche una certa poco più dopo poco più di un anno nel febbraio del venticinque fu appunto fatto chiudere dall'autorità fasciste
E sempre a questi giovani socialisti riformisti a coloro che hanno fondato libertà Matteotti nella saluto augurale per appunto per la fondazione del nuovo giornale ricordava come la libertà fosse il primo pane
Cito proprio da Matteotti la libertà è il primo pane di cui ha bisogno l'umanità per sostenersi
La libertà questa volta senza punto esclamativo con ma con l'articolo la libertà
Fu come sappiamo giornale peraltro c'è qui anche anche l'immagine di questo di questo di questo seminario la libertà fu il giornale la concentrazione antifascista
Nel suo primo numero pubblicato il primo maggio del mille novecentoventisette si può infatti legge che in un articolo di presentazione che è cito questo giornale anni il titolo titolare la libertà
Il programma il programma degli io degli esuli che cercano la pace italiana libera
L'articolo continua con un omaggio alla Francia che dice
Però questo maggio grande paese che ci ospita e che consente a noi all'ombra delle sue libertà di recuperare alcuni essenziali di libertà che invece ci hanno tolto che invece ci ha tolto l'Italia fascista
Nella primavera del ventinove Gaetano Salvemini che spesso presente spesso ricordati
Nei saggi che compongono questo volume ecco Gaetano Salvemini aveva scritto nel primo di quella raccolta di opuscoli che avrebbero dovuto costituire la rivista clandestina nuova libertà e contorno ancora il termine Berta ecco le ha scritto che cito senza libertà la patria non è patria ma è galera
L'opuscolo salve Mignano in questione che fu il primo dei quattro che furono poi fu uno effettivamente pubblicati aveva come titolo il primo dovere conquistare la nuova libertà
Questi opuscoli per chi fosse interessato sono poi stati ripubblicati da Arturo Colombo nel libro Riccardo Bauer e le radici ideologiche dell'antifascismo democratico
Non solo sono ai mini Benedetto Croce
Un filosofo Benedetto Croce la cui influenza emerge in questo volume nei saggi non c'è un saggio perché proprio dedicata Croce ma emerge messaggi dedicati a un genio Colorni ad Aldo compiti ad Aldo Capitini
All'antifascismo liberale femminile
Alla circolazione alla reciproca influenza del concetto di al di antifascismo in ambienti culturali italiani francesi inglesi come è stato messo in luce appunto nel volume
Dalla dalla dal contributo di gestione a lui ecco Benedetto Croce dopo il consolidarsi al potere di Mussolini ragionava sul termine libertà elevandolo a vera e propria religione laica
Soprattutto nelle sono perché esso storiografiche scritte fra la fine degli anni venti e gli anni Trenta
Emerge come secondo Croce la storia delle vicende politiche così come di quelle culturali venga ricondotta alla storia del dispiegarsi della caricarsi dell'idea di libertà
La libertà secondo Croce non è solo la forza creatrice della storia ma risulta il vero e proprio soggetto della storia cosicché la storia della umanità coincide secondo Croce con la storia della libertà
La religione della libertà viene così opposta la croce all'attivismo gentiliana l'attivismo propugnata invece dal filosofo Giuseppe Gentile
Solo la Delta possiede quella etiche si Giuseppe Giovanni Gentile
Allora la deve la libertà possiede quella eticità mentre stavo dicendo Giuseppe diciannove Giovanni ma non mi son riuscito a fermare su problemi di dislessia
Sia pur premia Lula comunque
Sono la libertà possiede quella eticità
Quella moralità propria dell'individuo che invece vengono negata appunto da supposte eticità
Stata quelle appunto di cui parlava il oggettiva su storica il nome sezione omicidi garbuglio di nuovo e gentile prima chi prima citato
Ecco le venivano amoralità la la la la l'eticità la vocalità propria dell'individuo che invece venivano legate da supposte eticità statali che andavano appunto a conculcare invece le libertà del singolo
Secondo croce la libertà a una propria natura religiosa perché corrisponde ad un'esigenza morale presente nell'umanità sin dalla sua origine si può quindi interpretare la storia secondo l'affermarsi e lo svolgersi di questa esigenza in ogni manifestazione dell'agire e del pensare umana
Le critiche nei confronti di quei regimi come il fascismo che invece che premevano questa esigenza quindi non poteva risultare più esplicita appunto nelle considerazioni di Croce il magistero crociano sull'esigenza di libertà insita nell'esperienza
E l'esperienza umana esperienza di ciascun individuo influenzo antifascisti che poi preso anche in futuro traiettorie ben diverso dall'idealismo crociano
Come appunto dimostra il caso della socialista Eugenio Colorni che qui è stato studiato appunto trattato già da Geri Cerchiai
Nel suo contributo sulla nascita di Giustizia e Libertà Paolo Bagnoli ha ragionato fra le altre cose su come l'aggettivo liberale sia andato a Carretta Rizzari già dal titolo le due opere probabilmente più incisive tradotte da giovani antifascisti
Il riferimento Co propriamente alla rivoluzione liberale di Piero Gobetti e al Socialismo liberale di Carlo Rosselli
Bagnoli nel suo saggio fa notare come dire nei due casi l'aggettivo liberale provenga dal termine libertà e non dall'ISMU ideologico liberalismo la rivoluzione auspicata da Gobetti deve essere liberale perché pone come finalità appunto la libertà degli individui si deve basare sulla valore fondante della libertà e non certo sui postulati economico statuali della liberalismo così come si erano andati a formula agonisti postulati appunto fra ottocento e inizi Novecento
Parimenti Bagnoli nota come per Rosselli si possa ricordare la famosa distinzione fra metodo e sistema liberale
Così come lo è andato a formulare Carlo Rosselli una prima volta nel mille novecento a ventiquattro a Forio sulla rivista Gobetti alla rivoluzione liberale per poi ovviamente esplicitarlo ulteriormente in socialismo liberale Rosselli ragionava a proposito come il sistema liberale prevede il capitalismo la proprietà privata la libera iniziativa e così via
Mentre per metodo l'Italia alle Russell intendeva l'uso democratico della Libreria persuasione per affermarsi politicamente nel rispetto delle idee e delle convinzioni di chi dissentiva
Alla fine di questo stesso articolo quello comparso appunto su rivoluzione liberale nell'autunno del ventiquattro Carlo Rosselli siamo Autun ore ventiquattro appunto Carlo Caselli aveva definito Giacomo Matteotti uno dei martiri più puri della libertà
Dimostrando così come il fascismo fosse l'assassinio delle libertà nel nostro Paese l'assassino delle libertà nel nostro Paese
Per questo motivo il fascismo andava combattuto tale appunto come si è già detto il tra ed ogni volta che che caratterizza nuovo
Omini è stata fatta del convegno e poi nel a volume per combattere concretamente fascismo questa andava studiata interpretato sull'interpretazione del fascismo abbiamo come noto il famoso studio di De Felice ormai datato nella prima edizione mille novecentosessantanove
Abbiamo quello di Santi Fedele sull'interpretazione dati dagli esuli della concentrazione antifascista che nel novantuno abbiamo quello di Leonardo Capone relativo all'interpretazione fornite dai socialisti massimalisti e riformisti che datato mille novecentonovantadue e in tempi più recenti per la precisione del due mila undici sarà ancora occupato sia pure in maniera molto sintetica anche Gustavo Corni così come Marco Bresciani lo ha trattato nella Pool nel suo saggio del volume collettaneo curato da Giulio Albanese nel due mila ventuno
E lo farà interpretazione più importanti ne possiamo ricordare qualcuna anche perché Allegri troviamo magari non esplicitamente ma di rimando anche nelle pagine del volume che stiamo trattando l'interpretazione della più volte già ricordato Croce è conosciuta fascismo era stato una parentesi un accidente nello sviluppo progressivo della storia dell'Italia liberale
Nel settembre del quarantaquattro in una conferenza tenuta a Roma Croce aveva affermato che la dittatura mussoliniana poteva essere paragonata agli al all'invasione degli xhosa in Egitto
E allora successivo governo degli X tra il mille settecento e il mille cinquecentocinquanta avanti Cristo
Ossia una mela invasione militare è destinata a non lasciare alcun tipo di traccia nella cultura nella società dell'antico Egitto siamo come dire una parente sì quella degli caso scommesse ebbe stato una parentesi quella vera fascismo nello sviluppo
Della storia italiana contemporanea
Note anche l'interpretazione data dai marxisti e quindi in età in Italia soprattutto da socialisti massimalisti e comunisti
Per cui è facile per un fenomeno caratteristico del periodo storico che si stava vivendo in quel momento ossia il capitalismo
Ed era un l'ultimo stadio di profonda crisi interna deterministica mente preventivabile delicati pratiche della capitalismo capitalismo che tentava di passare ad una sorta di disperata controffensiva
Ricorrendo a mezzi extra legali di lotta contro il proletariato e quindi nel caso specifico alla violenza fascista
Il fascismo era quindi la prova tangibile secondo con costoro della crisi definitiva
Di una capitalismo ormai incapace ad autoriformarsi seguendo i precedenti modelli liberaldemocratici come invece è avvenuto affine ottocento per Luigi Salvatorelli il fascismo era un fenomeno reazionario composto socialmente da quella piccola borghesia che era stata rimasta ai margini dello sviluppo della coeva società capitalista
Da un punto di vista politico e la fascismo pena e ed è risultato fondamentale appunto l'incontro dei fascisti con i nazionalisti ossia l'incontro dei fascisti con uno movimento antidemocratico e anti socialista
Che movimento che sega rafforzato ideologicamente dalla guerra appena dalla Grande Guerra appena concluso incontro che era servito a trasformare il Fai la fascismo da movimento di sinistra a movimento di destra
Secondo Piero Gobetti il fascismo non nega nulla di nuovo ma risulta vale niente della peggiore tradizione politica culturale ed economica italiana del peggior lascito risorgimentale e nazionalista
Der peggiore conservatorismo demagogico
Insomma secondo la famosissima definizione il fascismo e l'autobiografia
Della nazione
Nel fascismo pertanto non vi era nulla di originale rimarcava Gobetti ma solo l'incancrenirsi dei mali tradizionali della società italiana
Che nel fascismo hanno trovato un nuovo collante come uno per opporsi ad ogni progetto di trasformazione della vita nazionale
Il fascismo quindi risultava per nove etti una forza conservatrice e non certo rivoluzionario
Di controrivoluzione preventiva per definire l'ascesa al potere di Mussolini parlò invece appunto di contribuzione preventiva parlò invece l'anarchico Luigi il fatto che di fronte alla paura di una possibile rivoluzione sul modello sovietico anche in Italia la borghesia conservatrice trovò nel fascismo un valido contraltare da opporre alle forze planetaria soprattutto quando ci si accorse che dopo il fallimento dell'occupazione delle fabbriche durante il biennio rosso il movimento socialista era passato da un'attitudine offensiva ad una attitudine difensiva
Ecco interessante meno conosciuta rispetto ad altre l'interpretazione che in una serie di articoli comparsi sotto Leo lo pseudonimo vi è il urgentemente tema difficilissimo divenne il venti
Ecco sotto lo pseudonimo Gaines mica se chiede articoli comparsi sulla rivoluzione liberale nell'autunno del mille novecentoventitré interrelazione Caputo diede il giovane giornalista Alberto Cappa
Che Alberto Cappa Alberto Capranica fratello della pittrice futurista Benedetta Cappa la moglie ma niente insomma per intenderci fu lui stesso giovanissimo futurista nel biennio diciotto diciannove e poi si avvicinò politicamente invece a Benedetto Croce
Durante gli anni della dittatura mussoliniano da trovando infine la morte durante la campagna di Russia nel mille novecentoquarantatré
In questi articoli che sono stati ripubblicati di recente da Roberto per Tc per le Edizioni di Storia
E di letteratura ecco in questi articoli K descriveva i tempi presenti ossia la lotta fra il fascismo è sempre più dimessi oppositori ricordo siamo nel mille novecentoventitré
Ecco presentava questo questa volta questo come uno scontro generazionale
Fa padri e figli
Dove il fascismo sia il figli risultavano vincitori lo il fascismo risulta vincitore perché era riuscito ad intercettare appunto il consenso delle giovani generazioni
K ricordava come prima della Grande Guerra al PSI fosse io uscita tra che asse l'impaziente gioventù desiderosa per propria indole di cambiamenti radicali ma poiché tale presuntuoso pessimismo socialista si era rivelato ben poco concreto
I giovani dopo l'iniziale infatuazione per la retorica dei messaggi
Più rivoluzionari
Portava o avevano voltato le spalle ai socialisti finendo per ricercare altrove ossia nel fascismo
Formule politiche in grado di soddisfare no logo spasmodica volontà di azione per questo motivo appunto conclude K i suoi articoli diventarono fasciste
Al comma e che quindi nel libro il mio intervento ho partecipato anch'io il mio intervento si era concentrato sulle riflessioni svolte da Carlo Rosselli sullo fascismo nel mille novecentotrentaquattro con Mussolini saldamente al governo e in uno dei periodi probabilmente di massimo consenso fra gli italiani Rosselli nel presentare il peculiare antifascismo alla base della da poco fondarsi no mai dal nome da cinque anni fondata Giustizia e Libertà ecco Vasselli aveva definito il fascismo un complesso di fenomeni complessa di fenomeni fenomeni politico sociali
Sintetizzabili fino uno oscuramento dei valori umani per riprendere le parole di Rosselli
Un complesso di fenomeni economici viene definito da Rosselli una forma moderna
Della reazione capitalista riprendendo un po'all'interpretazione marxista un congresso di fenomeni marziali dal momento che notava Rosselli misura la nazione solamente a frontiere e cannoni
Però a differenza di altri Cossali non ha lasciato una ferie propria interpretazione del fascismo è possibile però cogliere nelle tante osservazioni che al fenomeno del ricco alcuni temi costanti alcuni temi ricorrenti che caratterizzarono con forza il suo giudizio sulla fascismo a mio modo di vedere Rosselli ha inquadrato il fascismo soprattutto in tre modi
Come l'esito di una rivolta generazionale e quindi si fa in qualche modo a quanto aveva detto Capa quando tutti Grail delega sulla rivoluzione liberale rivolta generazionale conseguente al trauma provocato dalla guerra Monti ha
Alle appena trascorso e si rifà anche a Filippo Turati in verità questa interpretazione
Secondo modo come l'autobiografia della nazione come manifestazione del carattere degli italiani abituati a dare in appalto la propria coscienza e quindi a rinunciare a compatte che politicamente per i propri ideali
Riprende e questa proprio la definizione di dico PET-TC da Gobetti a pochi socialismo e di liberare anche Socialismo liberale presento questa frase a autobiografia della nazione
E infine un terzo motivo dopo soprattutto dopo gli anni Trenta secondo Vassell il fascismo veniva presentato Pepe saputo da corsari
Come una dottrina è una prassi aggressiva impegnata ad esportare anche manu militari le sue metodologia liberticide all'intera dimensione europea
E quindi non poteva più essere considerato una tipologia di regime autoritario
Riferibile solamente al contesto Italia fenomeno che a quel punto tipo ripeto questa citazione del trentaquattro quel per del trentaquattro
Appunto Regard fenomeno resa ancor più manifesto dopo prova salita al potere del nazismo
E lo tale evidenza portò di lì a qualche anno a formulare i la famoso slogan oggi ne is oggi in Spagna domani in Italia per appunto sottolineare la necessità della portata internazionale dell'antifascismo
Se infatti fino al mille novecentotrentatré
Lo nota Rosselli nell'aprile del trentasette quindi poco prima di venire asserì assassinato dai fascisti francesi della calura o punto sei infatti fino al mille novecentotrentatré ripeto ma l'articolo del trentasette
Dice Rosselli il fascismo è rimasto un fenomeno isolato circoscritto Alitalia a partire appunto dal trentatré con la Presa del potere da parte di per IVA fascismo dice Vassalli cessava bruscamente di apparire un fenomeno puramente italiano
E si trasformano in un fatto coprivo con la conseguenza con la conseguenza immediata che nessun Paese poteva sentirsi ormai immune dal conta dalla contati
Come dimostravano ricordava Rosselli nell'anno successivo il mille novecentotrentaquattro ecco salire trentasette ricorda l'anno successivo trentatré il mille novecentotrentaquattro l'assedio del sei febbraio al Parlamento
Di Parigi da parte dell'estrema destra francese
La dichiarazione dello quater lambisce affronta di Engelbert Dollfuss quale unico partito legale in Austria sul modello del partito nazionale fascista è seguita la fallita rivolto pagaia a Vienna
Nel febbraio dello stesso anno la dura repressione della insurrezione socialista nelle Asturie messa in atto dal governo di destra salito in al potere che in Spagna in seguito alle elezioni del novembre mille novecentotrentatré
Qualche mese prima di quest'articolo che cadeva prive del trentasette enne il gennaio del trentasette Rosselli aveva definita l'Europa come ormai uno continente fascisti Insabato
Per cui la guerra civile che si stava combattendo in Spagna
Definita da Rosselli una guerra fra fascio e anti faccio ha voluto la guerra dice Vasselli diventava appunto la nostra guerra così anche quella di italiani e di europei che combattevano per la propria e l'altrui libertà
In certi settori dell'antifascismo
Soprattutto in quelli socialisti e in quelli libertari
Le riflessioni sul governo mussoliniano andavano a comprendere anche il fenomeno più complessivo dello statalismo ossia del potere che sempre più pervasivo dello stato e delle sue istituzioni nei confronti della società
Ed è la conseguenza di questo fatto comportava per la contingente battaglia antifascista a difesa della libertà
Per per questo motivo appunto velivoli che sto presentando faccio riferimento soprattutto al saggio di Cesa che Panizza che ha illustrato il dibattito tutto interno a girare la giustizia libertà
Più che il dibattito allo scontro che assolse fra Carlo Vasselli e la auto nominata si Gang
Cos'è la gang alla gang è quel sodalizio amicale politico culturale che si venne a creare fra Andrea Casti e i più giovani Nicola Chiaramonte Mario levi Enzo Giua nella metà dei primi anni Trenta dibattito che poi scontro appunto che poi torto alla ruvida rottura
Fra Rosselli e i quattro
Famosa Leggiu avvierà già stato un primo disaccordo quando Giua
Rispose la pubblicazione del famoso articolo seriano contro lo Stato
Pubblicato su Giustizia e Libertà nel settembre del trentaquattro e congiura invece aveva difeso una concezione idealistica dello stato e aveva negato che gli esiti totalitari del fascismo
Fossero come sostenuto da Rosselli già investiti nella concesse nella concezione stessa vista sia se c'è uno Stato porta al fascismo e sostanza
Giù la rimproverava Rosselli ad aver sostenuto ciò in realtà insomma è un po'esagerato l'interpretazione non seriale
A queste risponde nuovamente Rosselli invitando il giovane a liberarsi una volta per tutte di quelle lenti Crociani con cui leggeva la realtà in atto
Ma il dissidio fra Rosselli e questa volta tutti e quattro sì anche casi Chiaromonte Levi e Giua tornò a manifestarsi di lì a poco
Caffi Chiaromonte levi e giù a rivendicavano la dimensione intellettuale dell'esilio rispetto a quella meramente politica del fuoriusciti Isma'e quindi un diverso modo di intendere la lotta contro il fascismo fra dimensione meramente nazionale
E quindi riferibile alla che chi e quindi riferibile soprattutto la dimensione sarà statale statuale dell'Italia e quella invece una dimensione invece più internazionale
Da qui sorsero le polemiche con la Rosselli sul concetto di patria di nazione del valore da dare all'epopea risorgimentale polemiche sul magistero mazziniano sulla creazione dello Stato italiane
Il ventinove marzo mille nove tre centotrentacinque su Giustizia e Libertà era uscito l'articolo di Caffi dal titolo appunti su Mazzini in cui Caffi contestava la possibilità fatta propria invece da Rosselli
Di fare una distinzione fra l'idea organi cistica di patria nazione Stato compiuta dal fascismo e Lidia volontaristica mazziniana risorgimentale di parte italiana ecco questa distinzione secondo caffè non andava fatta insomma bisognava rifiutare l'idea di patria di nazione così come sei andata sviluppati dal Risorgimento in poi che era stata fatta propria dalla dalla ovviamente dal fascismo
Ma via Ca'di fondo anche una visione diversa dell'Europa
Per Rosselli così come il Guardian voci Venturi altri giellisti la prossima auspicabile Europa federale si doveva basare mazziniana mente sul concetto di singoli Stati nazioni federa mentre per i quattro nuova tori altro termine con cui vengono identificati quattro etici
Rispetta appunto alle posizioni ufficiali di CL i quattro che compongono la gang ecco per i locatori si doveva se mai partire proprio dalla negazione del concetto di nazione determinata da ogni idea di statualità dal momento che contraddicevano peraltro secondo loro gli stessi principi di autonomia e di autogoverno locali
Fatti propri nel programma di GM
Bisogna appunto partire per rifare una una dopo una volta usciti dalla dominazione Zan nazifascista dalla negazione del concetto di nazione determinata da ogni idea di statualità
La classica goccia che fece traboccare il vaso risultò essere rifiuto di Rosselli nel maggio del trentacinque alla pubblicazione delle firme dei due giovani son più giovane rispetto agli altri lei vien giù qua
In calce ad una postilla di Nicola Chiaromonte in cui Chiaromonte ribadiva il suo sostegno alle posizioni Dicati sulla Risorgimento
In una lettera loro indirizzata o accadono imputava Valeria giù a di aver disatteso gli impegni presi con il movimento
Assumendo gli imputava ostelli una deriva caratterizzata dai successi intellettuali istiga e ipercritici
Per rifondere eccessi per intellettuali SICE perché lì ci sono appunto le parole di Rosselli al che i due giovani rispondono senza mezzi termini di non sopportare più il tono cappellano esco ancor di più quello di un Duce che ha sempre ragione imputano appuntavo Cell il tono che poca Lescaut di avere un atteggiamento da Duce pesarese ha tenuto specie Rosselli Duce che ha sempre ragione con cui Rosselli secondo loro ormai gli si rivolgeva
Ma non solo risentimenti personali ovviamente più forte diciamo la distanza politica
Politicamente infatti all'appariscente ma in fondo poco utile nell'immediato impegna il sesso insurrezionale che capofila dell'impaziente o precarie con Saviano
Innovatori opponevano la necessità di organizzarsi spontaneamente
Dico di riorganizzarsi spontaneamente dal basso tramite nuclei di persone che liberamente si associavano in maniera solidaristica senza aver bisogno di istituzioni appagati quadri di partito che abitazione verticali e così via
Ciò a cui ho spiegavano il quattro ha messo bene in luce Panizza per l'appunto una differente articolazione del rapporto fra cultura e politica con il prevalere di una visione a lunga scadenza
E e comprendere le previsioni a lunga scadenza comprendente ogni aspetto della vicenda umana
Cosa che può più appunto della cultura
Rispetto invece alle urgenti contingenti di una battaglia che fosse meramente politica quale invece era stata impostata da Carlo Rosselli la sua ansia di insurrezione di rivolge immediatamente le armi contro il fascista
Ecco le infrazioni antifasciste sul totalitarismo sia sul totalitarismo nazista e fascista sia su quello stalinista sono emersi nel convegno quindi anche nel libro anche nelle relazioni del già citato Di Sciullo
A sud tasca e in quelle peraltro già citato Santi Fedele sul comune esilio londinese di Salvemini e Sturzo
Di sullo analizzato fra le altre cose la polemica anti stalinista di tasca che in una lettera del gennaio del mille novecentoventinove al segretario del partito
Uso polemica una polemica che presenti questa lettera del gennaio del mille novecentoventinove in polemica che appunto tasca muoveva contro Stalin
Tasca da definiva Stalin come solamente interessato al proprio potere che personale come una liquidatore delle conquiste sociali e politiche della rivoluzione bolscevica
Insomma per i prende appunto le parole di tasche in questa lettera la peggior sciagura che potesse toccare alla russa sovietica dopo la morte dividendi
Affermazioni concernente determinarono la sua espulsione dal partito
Secondo di Ciullo tasca caprese in tabù gliene e drammaticamente la personificazione dei contrasti delle incertezze e finanche delle contraddizioni politica ricordiamo che tasca fu poi arrestato per collaborazionismo
Alla regime di Vichy ma presto li Begato perché da detto della propaganda di Vichy con la quale aveva deciso ma detta propaganda
E in realtà aveva poi aiutato la dissidenza benché però insomma contraddizioni politiche che secondo tasca caratterizzarono alcuni protagonisti della storia politica italiana in quei decenni che erano alla ricerca di un difficile equilibrio fra slanci ideali e riflessioni realistica
E sulla tendenza sulle tendenze comuni dei sistemi totalitari
Ha ricordato Santi Fedele nel suo contributo ebbero modo di riflettere anche Sturzo e Salvetti
Sturzo in un articolo intitolato divinità vecchie e nuove pubblicato nel trentadue sul resto duplica ecco Sturzo ragionava sulle tendenze idolatri che che accomunavano bolscevismo e nazismo e fascismo
La tomba di Leni dice Sturzo oggetto di culto e esaltazione religiosa la razza tedesche elevata ad idolo dalla nuova Germania nazista mentre in Italia la delegazione del Duce portava superstizioni che assorbe che assegnavano
Poteri taumaturgici a ciò che veniva solamente sfiorato dalla mano mussoliniana
Classe in Unione Sovietica ragazza in Germania nazione in Italia venivano esaltate secondo appunto
Ma secondo punto Sturzo venivano esaltate come nuove divinità laiche svanendo la portata internazionale del cristianesimo
Salvemini se anche il ferimento sembra saggio di fedele del congresso internazionale degli scrittori per la difesa della cultura tenutosi a Parigi nel trentacinque ecco Salvemini non solo aveva utilizzato la categoria di totalitarismo per definire anche leggi me sovietico
Ma lei ha tracciato un paga leghismo tra la riflessione violenza violenta degli oppositori messa in pratica dal fascismo e dal nazismo a quella utilizzata dai sovietici
Nei confronti dei dissi dei dissenzienti a sta ecco infine l'ultimo punto che voglio toccare originali dal punto di vista storiografico solo il due contributi dedicati all'antifascismo al femminile
Rossella pace si è occupata dei salotti ho visto che attici liberali di spiegazione politica crociana che hanno vinto stanchi hanno visto appunto protagoniste donne distrazione alto borghese e di diverse generazioni
Queste donne dovevamo trovare una via la propria formazione ed emancipazione anche politica offrendo concreti supporti materiali e logistici alla resistenza
Ad esempio col nascondere presso le loro abitazioni i ricercati dalla polizia fascista
La pace ne ha presi in esame alcuni di questi salotti fornendoci come di una prima mappatura estesa buona parte del territorio nazionale
Salotto romano di Palazzo Taverna quello torinese della contessa Uberti quello genovesi delle AA Minoletti Quagliariello quello delle sorelle Airoldi di Robbiate nobilitate quindi siamo in provincia di Como
Questi salotti ha notato la pace favorivano il crearsi di un profondo legame di amicizia fra i suoi frequenta frequentatori di queste sarà salotti legame di amicizia che spesso si traduceva in una e vera propria solidarietà politica antifascista
Quello che emerge dalle riflessioni della pace è come il salotto sì aristocratico ma antifascista abbia contribuito a formare
Politicamente una parte dell'opposizione alla regime mussoliniano
Ma fallimenti sottolinea la pace importante fonte ruolo pratico svolto dal padrone di casa nell'allestire strutture di supporto alla lotta antifascista sotto ogni punto di vista ad esempio fu nella già citata ad esempio nel già citato salotto Airoldi fu installato una radio da cui venivano trasmessi messaggi cifrati che Radio Londra inviava ai partigiani operanti nell'Alta Lombardia
L'altro saggio invece di Laura Mita rotondo la Mita rotondo sia dedicata all'impegno antifascista della scrittrice Alba de Céspedes
Puntando l'attenzione sulla sua esperienza barese come giornalista a puntare addio Bari e sulla sua esperienza napoletana come fondatrice della rivista culturale Mercurio
Figlia dell'ambasciatore cubano a Roma e di un'italiana ma certamente sai ha pubblicato come sappiamo nel mille novecentotrentotto il suo primo romanzo nessuno torna indietro per la casa editrice Mondadori
Il romanzo che ha come protagoniste una serie di studentesse che risultavano ben diverse dall'immagine femminile proposta dal regime mussoliniano
Come noto libro fu osteggiato in ogni modo dal fascismo che ne impediva di stampa dopo che questa era divenuto un vero e proprio bestseller
Peraltro l'altro che aveva vinto Hans equo con il cielo sulle città di Vincenzo Cardarelli il premio viareggio nel mille novecentotrentanove ma la decisione della giuria formulata per i conti dello stesso Mussolini
A causa dei precedenti politici
Antifascisti della Céspedes nera
Trentacinque aveva trascorso anche qualche giorno in calce e del mancato rinnovo della tessera distrazione al partito fascista da parte di Cardarelli
A Radio Bari Lanchester e sul capo redattrice della trasmissione l'Italia che Comba no Italia combatte
Italia combatte trasmissione che ha lo scopo di fornire un supporto politico-militare alla resistenza sul trasporto tramite i media media dell'aria addio pro supporto politico militare alla resistenza di questa evenienza vanità rotonda messo in luce
La singolare efficacia comunicativa della Céspedes paragonandola a quella della scrittrice comunista Fausta Cialente protagonista a sua volta del microcosmo antifascista italiano in leggi
L'altro aspetto della vicenda politico culturale da Céspedes cui presi in esame dalla mi tavolo tondo è stata appunto la la la rivista Mercurio che venne fondata a Napoli nel mille novecentoquarantaquattro
E che viene così legata in qualche modo filiazione dell'esperienza radiofonica barese
Esempio questa rivista nota l'autrice del pluralismo delle posizioni che gravava che gravitavano attorno all'antifascismo della Resistenza
Particolarmente significativo
Delle intenzioni democratiche aperti ha più idea più suggestioni a più contributi del giornale risulta infatti la premessa posta da Céspedes sulla prima pagina del primo numero e riportata in parte dall'autrice vomitavo Tondo
Infatti sulla sulla prima pagina Céspedes aveva scritto
Perché le virgolette perché cito usciamo come da una vita subacquea un silenzio ottuso e minaccioso sega fatto attorno a noi ci sembra venuta adesso il momento di ritrovarsi di unirsi di riaffacciarsi assieme al balcone del mondo
In conclusione secondo l'autrice sono molte le testimonianze della forza della libertà per riprendere il titolo del convegno che ci provengono appunto da esperienza a tutto tondo dal della cittadella Céspedes
Dal suo essere una donna scrittrice che non si piegò agli stereotipo di di genere veicolati dalla IGM erano appunto Storie di emancipazione di autonomia femminile
Che targato si facevano la sua esperienza personale ricordo che la Céspedes si era sposata a quindici anni divorziato poco dopo avere avuto il suo primo e unico figlio
Ho poi fu una radiocronista che incitava a combattere armi in pugno la dominazione nazifascista entrino appunto fu la promotrice di una rivista che Blix un po'lungo che esaltava il dialogo fra culture politiche diverse dato che alla sua rivista collaborarono liberali socialisti azionisti e comuniste ecco io mi fermo qui ci sono altri saggi ovviamente nel volume ma ovviamente non li prendo in esame se no
La guerra già già già la portata più lungo l'autostrada ancora più lungo insomma spero di avere insomma presentato bene qui sono le tematiche che emergono dai saggi concitato ma anche da altri e saggia appunto
L'idea di libertà appunto che fa da collante alle varie anime
Dell'antifascismo quella comunista socialista liberale crociana GE lista e così via
Grazie grazie molti anni colla per questa ampia e articolata Presentazione discussione del volume
Vito passiamo subito alla relazione all'intervento di
Stante
Crimi non la condivisione
Nel
E quindi non posso mostrare l'indice dei testi che adesso
Scusate un attimo alla casa devo
Va bene allora riprendiamo dicevo do subito la parola Irene Piazzoni
Si metterà qui al mio posto io mi sposto a destra sì sì nella toppa e e poi comunico che al termine della della relazione di dire ne faremo una una breve pausa dei il per un caffè
Allora i due volumi colletta lei resti in linea antifascista nella History memore impolitico se risalente al due mila sedici quindi come vedete qui la copertina
E antifascismo i antifasciste e antifascisti pratiche veloci e percorsi biografici che uscirà fra poco
Per Vieri l'alt
Contemplano entrambi una parte relativa alla memoria e all'uso politico dell'antifascismo su cui si soffermerà dopo di me Massimo Massimo Baioni
E una parte invece di cui mi occuperò dedicata all'antifascismo storico
Certo vero è che la dimensione storiografica a quella politica
E quella della memoria dell'antifascismo sappiamo sono strettamente intrecciate ma nei due volumi la scelta è stata quella di distinguere le due fasi della storia dell'antifascismo e quindi per questo che ha pesato una presentazione distinta per ciascuna di queste due fasi
Per quindi antifascismo adotta una prospettiva che definisce transnazionale
Proponendo il contributo di studiosi di nazionalità diverse qui vedete l'indice
Si apre con la ricostruzione di Enzo Rabin battere la campagna internazionale per la liberazione del leader comunista tedesco erano stati termale imprigionato del nazisti del trentaquattro
Olga e Strada del vino in un server
Era prima che individua le ragioni del diverso esito delle due grandi operazioni di propaganda di un server per tanti versi creative e innovative alla campagna per la liberazione dei quattro militanti comunisti accusati di aver incendiato il Reichstag nel febbraio del trentatré
Vide la partecipazione di importanti uomini politici intellettuali europei ottenne ampia risonanza
è e invece quella per Tell anzi considerato il profilo molto divisivo Dieter Man scontò la difficoltà di fare breccia sull'opinione pubblica della classe media non comunista meno riuscì a torneo la popolarità sperata
Rivelando molte delle debolezze dell'antifascismo ispirato dal Comintern negli anni Trenta allora all'attacco della sinistra non comunista e poi compromesso dal terrore staliniano
I tre saggi successivi invece ragionano sulla storiografia dell'antifascismo rispettivamente per la Francia per la Gran Bretagna e per Italia Spagna e Portogallo
Michael stai ne mette in discussione la classica visione il Fronte popolare francese come il pitone dell'antifascismo
Ponendo l'accento sulla contrasto tra la sua efficace azione di contrasto punto dell'estrema destra in patria e la sua invece incapacità ho riluttanza nel fermare l'espansionismo fascista e nazista all'estero incapacità era o riluttanza che si risolse in un sostanziale fallimento politico sorriso frutto delle errate interpretazioni
Sia del fascismo
Molti identificavano molti identificavano i fascisti con i reazionari o con il bonapartismo o con il nazionalismo monarchico di fine Ottocento insomma ignorando la novità portata dal fascismo
Sia delle ragioni dell'avvento del fascismo per i socialisti colpa dei trattati di pace dunque dello sciovinismo nazionalista e guerrafondaio
Tombolella non si sofferma invece sugli sviluppi più recenti della storiografia sull'antifascismo britannico
Che ha visto la tendenza superava un concetto di antifascismo limitato la resistenza attiva per abbracciare un'accezione più ampia che guarda diversi attori politici sociali chiedendo sì tuttavia quanto sia utile il concetto di antifascismo una volta che sia stato così esteso
E se qualcosa di sensato e si perde in questa poco operazione insomma per difendere da parte sua un'interpretazione più stretta ma su questo ritornerò fra poco
E infine Giulio Albanese prende in considerazione i modi in cui gli storici italiani spagnoli e portoghesi hanno analizzato la crisi delle istituzioni liberali negli anni Venti
E la conseguente apparizione poi l'organizzazione dei movimenti fascisti e antifascisti
Sostenendo con un approccio comparativo in modo convincente del resto nella come si legge nel saggio sia il più adatto per comprendere entrambi i processi
Quindi l'apparizione dei fascismi e degli Enti fascismi per fare emergere nuove questioni far luce su problemi comuni
Deliberare anche storie nazionale che in parte divergono da quelle tramandate dalla appunto tradizioni storiografiche di questi tre paesi il saggio di di Giulio Albanese ci ricorda come non solo la storia dei fascismi ma anche quella degli anti fascismi
Nei diversi contesti nazionali sia strettamente connessa fin dalla marcia su Roma sulle vicende di altri contesti nazionali primo in ordine di tempo punto comunque l'italiano punto
Gli studi ormai datati sullo sviluppo del movimento della cultura in Italia in Spagna in Portogallo mostrano che sì e movimenti di destra sia quelli di sinistra in Spagna e Portogallo conoscevano bene i processi politici in corso in Italia
E questo stavolta indica l'esistenza di relazioni internazionali al di là della Terza Internazionale e di una capacità di analisi dello scenario complessivo
Superiore giustamente sostiene giura albanese poi l'opportunità che questi movimenti avevano di sviluppare strategie politiche i piani d'azione efficaci nei loro Paesi
I due saggi successivi sono dedicati all'antifascismo in Spagna e in Portogallo Ugo Garcia si concentra sulla nascita di una cultura antifascista plurale
Nella Spagna degli anni trenta ma su questo tornerò dopo mentre Cristina Primakov ricostruisce le origini e l'antifascismo in Portogallo
Il suo esilio dopo le strozzature dittatura nel ventisei sorreggeva alla seconda parte degli anni Trenta sulla scia di eventi punto come la guerra civile spagnola
Dimostrando tra l'altro il quinto parlando poi il ragionamento di Giulio Albanese che gli esordi di antifascismo in e Portogallo si colgono subito nella fase successiva la marcia su Roma
Che generano preoccupazione nella sinistra portoghese mentre il modello fascista divenne un riferimento per l'estrema destra quindi fin dalla marcia su Roma no dal trentatré il fascismo e antifascismo diventa internazionale per intenderci e poi ma altro punto interessante ci prima con e anche se i comunisti in Portogallo fin posta erano dopo il trentacinque la costruzione di movimento antifascista portoghese l'opposizione antifascista fu molto articolata da repubblicani anarchici anarco sindacalisti movimenti relatori persino membri dell'Esercito ostili alla dittatura
Chiudono la prima parte del volume tre interventi che riguardano aspetti tradizionalmente dimenticati dalla storiografia ma che rappresentano due importanti punti focali per il rinnovamento della letteratura
Né in tema Andress visto uscendo dal contesto europeo esamina l'importanza e la le peculiarità dell'antifascismo in Argentina quindi che si esce dal contesto europeo paese come sappiamo con molti emigrati italiani ma che fu poco toccato dal fascismo
Sottolineando come anziché identificare i loro nemici sono i gruppi che si dichiaravano fascisti
Gli antifascisti argentini costruire un'immagine creativa di un fascismo creo Longo che bisognava combattere e di una nazione minacciata che si dovrà difendere per tracciare quelli che consideravano le coordinate politiche sociali per il futuro
Del Paese
Elisa Pellissier e messe degustato Ottone invece la prospettiva di Genere questo l'abbiamo visto anche nel volume presentato da Nicola Del Corno affrontando l'importante ma ancora relativamente poco indagato contributo delle donne all'antifascismo
Il rapporto tra antifascismo e femminismo
Sul quale tornerò dapprima ESA perisce nel contesto italiano la seconda Mercedes-Benz sta sul sentiero tracciato da due organizzazioni Doni antifasciste che nato in Europa tra la metà degli in trenta e l'inizio dalla guerra fredda
Invece io volume curato da Gianluca furbetti Andrea Ventura tour incentrato sull'antifascismo italiano contempla sguardi che non si limitano alla prospettiva nazionale tutt'altro
Per esibire un ventaglio molto ampio di possibili prospettive di ricerca
La prima parte dedicata alla storiografia è costituito da un dittico
Andrea Ventura ripercorre la parabola degli studi sull'antifascismo italiano individuandone protagonisti e snodi mentre nato Camurri si sofferma sui risultati delle ricerche sull'esilio analizzando il fenomeno o i suoi caratteri di fondo di questo fenomeno cruciale per la complessa
Per gli spazi geografici e culturali dell'antifascismo
E discutendo anche il taglio di alcuni volumi sull'antifascismo internazionale spesso risultato tra l'altro di un rincorsa
Agli studi sul fascismo e additando alcune piste di ricerca la seconda parte del volume s'intitola antifascisti mi ecco e si apre con il saggio di Marco Manfredi sulla violenza politica dell'antifascismo su cui quale però tornerò e poi quello di Claudia baldorie sui socialisti unitari nemesi dell'Aventino un saggio di Claudio invita a superare la mai logora visione o meglio uno del Sappe direi
Interpretativo del fallimento dell'Aventino ricostruisce la messa a punto di quella che definisce una religione antifascista
Che si presentava come modello antitetico quello fascista tra l'altro anche sul piano dell'uso della violenza e della concezione poi della violenza per lo stupro in punto
Segue il contributo di Patrick al senso di antifascismo nella zona dell'Alto Adriatico qui un esempio di antifascismo diciamo che erano regionale
Che si muove nel solco tra prospettiva storiografica della guerra dei trent'anni europea come periodizzazione ermeneutica mente pertinente
E dimostra la fermentazione del campo antifascista e la crescente concorrenza e conflittualità tra i diversi attori politici
Simoni invece nello spazio compreso tra scala regionale eventi dell'immigrazione dell'esilio il saggio di Emanuela Miniati sulla Liguria antifascista
Che tenta di contemperare la prospettiva di ricerca sul fuoriusciti Isma'con la micro storia e la storia popolare
Per indagare la metamorfosi dell'in tana azionare di soggetti delle famiglie coinvolte giungendo alla conclusione che questi fuoriusciti erano protagonisti di una mobilità comunitaria come la chiama che si esplicò attraverso percorsi di incita flessibili
E di una tumultuosa la definisce esperienza antifascista terza parte del libro dedicato a intitolata antifasciste e antifascisti
è incentrata come dice l'appunto il titolo stesso sui percorsi biografici dai delle militanti
La vicenda della comunista di frontiera Maria Bertè ENI cioè è ricostruito da Enrico Milanetto quella di un'altra comunista Giorgia Posca Harold da Daria De Donno quella di Fortunato Nuvolari tre fondatori parto come se l'Italia da Andrea Montanari
Andrea Ventura invece ragiona sulle vicende degli antifascisti Lucchesi sulla base dei risultati di un progetto di ricerca che partito dalla consultazione dei casellari di polizia del regime fascista tra le altre cose individuando i tratti di una profonda cesura come la definisce tra l'antifascismo prima del venticinque e la resistenza
Un tema quello della continuità e discontinuità o discontinuità nell'antifascismo di enorme interesse su cui sarebbe il caso poi di ragionare
Ci sarà forse occasione per farlo con in occasione della presentazione del libro di Simona Colarizi e quindi fascismo antifascismo continuità e discontinuità alla stessa tipologia di fonti
Il casellario di polizia attinto Roberta mira per individuare e quando possibile mettere a fuoco i profili le donne bolognesi ritenute sovversive Massimiliano Bach
Chi è
Io non non non non pacchetto scusate non non conosco per cui espone i primi risultati di una ricerca sui comunisti sul comuniste a Pisa mentre Giorgio Manzi Mancini analizza i dati messi a disposizione dal database sui sovversivi di Bergamo e provincia
Che tra l'altro solleva la questione della presenza del mondo cattolico ossia laico ossia ecclesiastico nelle file di antifascismo su cui purtroppo non c'è il tempo di soffermarmi Crema che a sua volta un tema di grande interesse
Altrettanto interessante lo studio di Stefano Latino sulla presenza tra antifascismo comunista Sesto San Giovanni
Che in data il microcosmo della fabbrica la vita quotidiana degli operai ma anche il rapporto con gli emissari del partito comunista e quindi in controluce la struttura clandestina le modalità d'azione del Partito comunista
Si torna la prospettiva biografica ma con lo sguardo chiamiamo l'antifascismo illustre
Con il saggio di Roberta Mori su Sandro Delmastro che ferma l'attenzione dice morì sua alcune tappe della educazione all'antifascismo di Del Mastro che vanno intercettare costanti generazionali
Questo il tema degli individui generazione è un altro
Insomma delle sante tema con il saggio di Daniel gol semmai su Leo Valiani e Mario Montagnana in esilio Città del Messico nei primi anni Quaranta
Città del Messico contesto particolarmente turbolento
Centro nevralgico della diaspora politica intellettuale dall'Europa ma anche delle lotte intestine tra stalinisti marxisti ladies marxisti dissidenti antifascisti democratici e infine il saggio di Graziella da ballo su Ada della torre Gaballo anch'l'autrice di una recente biografia
Su della teoria
Accederei ora fra pochine tra i tantissimi motivi offerti dalla tante questioni sollevate dai due volumi specificando che non riescono possono intenzione di discutere in questa sede a pulire i punti di forza
Ma a anche tanti altri aspetti no uso della bibliografia uso della letteratura
Ma anche il diciamo il percorsi che portano questi studiosi e hanno portato questi studiosi a ragionare sull'antifascismo non posso farlo peccato perché sono emergerebbero molte cose interessanti
Un intenzione solo quella di offrire materiali e spunti per la discussione di oggi pomeriggio allora innanzitutto una constatazione sullo stato degli studi sull'antifascismo la constatazione che la storia di antifascismo è in gran parte ancora da scrivere
Uno un come si legge nell'introduzione di rete Inge antifascismo e ma questo motivo che ritorna ovunque gli studi sul fascismo e sulle sue diverse varianti nazionali superano di gran lunga ma quelli sull'antifascismo
E nazionale cioè in Italia ma anche sul piano internazionale per questo è un primo punto
Secondo punto è ancora come dire sono ancora incerti i passi verso una storia transnazionale autenticamente Strauss nazionale dell'antifascismo in questo lo sostiene giustamente
Renato Camurri nel suo saggio
Ma terzo punto anche a guardare i casi nazionali rimane molto da fare mi limito qui solo al caso italiano ma si potrebbero fare analoghi ed in considerazioni sulle altri casi quello spagnolo quello portoghese e via discorrendo e in Italia per il quale come ha sottolineato Nicola Del Corno rimane accertata la prevalenza degli orientamenti di ricerca sulla Resistenza piuttosto che sull'antifascismo sulle organizzazioni partitiche piuttosto e sugli apparati politici rispetto ad altri attori
Hanno pesato prima le esigenze di legittimazione del regime democratico poi la crisi del paradigma antifascista degli anni novanta
Così come il venir meno della forza delle narrazioni sostenute da grandi ideologie politiche questo però non vale solo per Italia ad ogni modo anche in virtù dello snodo degli anni novanta
Non solo in Italia ma anche all'estro molti degli sforzi degli storici si sono indirizzati sull'eredità la memoria dell'antifascismo il che ha complicato il compito di comprenderne la storicità
Cioè di leggerlo come fu nelle sue diverse declinazioni nel modo in cui fare tu percepito è vissuto negli spazi e nei tempi della sua evoluzione dagli anni venti alla guerra qui mi viene in mente un bel saggio di Marco Bresciani intitolato diventare antifascisti
Incertezze dilemmi contraddizioni di fronte al fascismo presente nel volume curato da Giulia Albanese il fascismo italiano storia e interpretazioni punto leggendo incertezze Comense deve uscire dalla visione teleologica dell'antifascismo e sappiamo com'è andata a finire in antifascisti con quelli che lo diventarono non sapevano come sarebbe andata a finire no questo lo stima molto bene Chaplin quando si parla di storicità l'antifascismo significa anche recuperare quella dimensione e l'incertezza
Di di paura additivi
Infine proposito della questione della della del del della della storiografia né dello Stato degli studi il problema è anche quello di una frammentazione estrema degli studi sull'antifascismo
Nel loro lungo in conclusione e del suo saggio lo sottolinea molto bene Andrea Ventura
Sito parliamo sia del fascismo transnazionali internazionale sia di quello italiano c'è Ventura sottolinea giustamente la difficoltà ad arrivare mostra complessiva e dell'antifascismo
Scrive Ventura non riusciamo ancora a tenere insieme i differenti contesti locali e biografici la storia del regime dell'Europa e la ricostruzione delle reti cospirative degli intrecci politico culturali su un piano sovranazionale il micro
Sembra per il contrasto con il Macro
Che da parte sua tende a non valorizzare la specificità della società in questo caso la società italiana visto che questo volume quello di curato da furbetti e Venturato dedicato all'Italia
E soprattutto le voci i luoghi e i volti di chi si era opposto al fascismo
Ora s'grande questione che emerge importante certamente difficoltà aporie della storiografia sull'antifascismo sono legate anche la difficoltà di definire l'essenza dell'antifascismo
Di fruire del la presentazione di Nicola Del Corno venga fatto capire no c'è il problema era comprendere il fascismo aprono anche come una cosa è l'antifascismo cioè qual è
Che cosa identifica l'antifascismo cioè cosa intendiamo per antifascismo che è una domanda punto speculare all'altra cosa s'intende cosa si intese negli anni tra le due guerre per fascismo livello internazionale soprattutto il punto di vista dei curatori dire Cindy antifascista ma insiste sulla natura plurale dell'antifascismo ma adesso penso che sia ormai una tendenza consolidata
Nella storiografia più recente antifascismo in un antifascismo
Collocare l'antifascismo la prospettiva storica nelle sue varianti poi seconda dei paesi porta a riconoscere la politica poliedricità dell'antifascismo e il suo legame con movimenti culture
Ritrova il fascismo una minaccia dall'esistenza
Socialismo comunismo anarchismo liberalismo cristianesimo un quattordicesimo protestantesimo pacifismo antimperialismo femminismo furono i principali ma non gli unici tra questi movimenti tra queste culture
Quindi sparare di antifascismo significa parlare di un mosaico insomma di anti fascismi di cultura antifascista
Ora detto questo però nel volume rating antifascismo le non trascurabili differenze dei punti di vista degli autori dei contributi dimostrano che l'antifascismo ancora in realtà un oggetto nella storiografia problematico
Se non contestato ad iniziare dalla sua definizione Michael sai bene per esempio invita ad abbandonare la visita dell'antifascismo come movimento ecumenico fu principalmente magari non esclusivamente di sinistra un democratico proponendo una definizione interessante insomma che si potrebbe discutere no sulla base di alcuni assunti no tra i quali per esempio gli antifascisti furono tali quando rifiutare il pacifismo nella convinzione che fosse necessario usare la forza per fermare sia al fascismo domestico sia la fascia mattutina
Della guerra dall'Aquila disattivato
Tensione tra società diciamo antifascismo rivoluzionario anche si espresse per esempio nella guerra civile spagnola
E antifascismo non rivoluzionario addirittura controrivoluzionario quello che difesi vecchi regimi liberal-democratici pena per intenderci quindi insomma si impegna della definizione dell'antifascismo e di chi fu antifascista
Thomas Buchanan da parte Sua discute le tesi di Michael Cops Senago corse autore di una monografia sull'antifascismo in Gran Bretagna uscita nel due mila che fece emergere alcuni nodi concettuali che poi hanno condizionato il dibatto successivo in particolare ponendo la questione se l'antifascismo posta supera anche forme passive corse anche coi editor di volumi con le taniche per esempio Variety Sopa antifascismo libro che include nell'aria ante fascista tanti cioè liberali Middle Class femministe intellettuali prima trascurati in movimento laburista eccetera
Cosa tiene insieme questi diversi antifascismo è dice Cop sei cosa ha detto è un minimo ma antifascista c'è c'è un minimo antifascista qual è quel minimo antifascista l'ideale del potere al popolo nelle sue diverse declinazioni
Non che l'opposizione politica e morale al fascismo che aveva le sue radici nei valori illuministi dell'umanesimo del razionalismo del progresso dell'universalismo
Che conducano a si interroga sull'approccio questa su questo approccio sulla pertinenza di questo approccio richiamando una serie di esempi su cui non ho tempo di soffermarmi che era suo avviso rendono molto arduo parlare di un fronte comune di un minimo ma addirittura contestando la visione dei comunisti come antifascisti vista la centralità data da loro alla lotta contro Trotsky Isma'per esempio
Ducale risulta si chiede se la cultura della democrazia che gli antifascisti largamente intesi avrebbero avallato e costruito fosse univoca a suo avviso invece le versioni di democrazia erano molto differenti a fatica se si riconoscevano le una con l'altra somma riconoscevano l'una all'altra le credenziali democratico primo pratiche quindi dice Buchanan meglio tessere una storia dei diversi gruppi antifascisti piuttosto che insistere al cimento di Somaini delimitare il minimo ma antifascista
Mi sembra invece che procede in direzione di una conferma di un tratto unitario il contributo dello stesso volume di Ugo Garcia che si inserisce realtà in un solco già tracciato da una parte della storiografia
Ragionando sulla cultura antifascista non tanto sull'antifascismo la sulla cultura antifascista
Ora in un volume collettaneo uscito nel due mila e quattro antifascismo identità europea Alberto De Bernardi proponeva di reinterpretare il concetto di antifascismo nei termini una cultura politica
Italiana ed europea nata dalla volontà di offrire un'alternativa alla ridefinizione dell'Internazionale portata dal fascismo
E anche dalla necessità di definire un nuovo ordine mondiale per costruire una pace duratura
Quindi nel mezzo di una profonda crisi delle democrazie liberali di capitalismo l'antifascismo sarebbe stata una risposta alla sfida di creare nuove relazioni tra libertà uguaglianza giustizia di
I civili diritti sociali Stato e mercato De Bernardi lo interpretava in chiave socialdemocratica
Collocando le sue origini
All'incrocio tra tradizione socialista e pensiero democratico
E la sua proposta interrogativa si avvicina a quella di altri storici che hanno insistito punto sull'elemento comune alle diverse anime dell'antifascismo oltre Cops e l'abbiamo visto a Riccò sbanda e lo stesso Enzo Traverso
Ed altri bene anche Ugo Garcia
Più che il punto sull'antifascismo come movimento preferisce guardare alla cultura dell'antifascismo
E ai collante sostanzialmente di questa cultura il suo contributo è dedicato in realtà la guerra civile spagnola
E insiste sulla necessità di mettere in relazione a quella vicenda con un processo che si produce sul piano internazionale vale a dire l'emergere di quella che egli definisce una informa globale letta
In Spagna dice Garcia il fascismo stricto sensu rimane una forza marginale fino alla vittoria il Fronte popolare e pure già nei primi atti trenta si configura un antifascismo
In assenza di fascismo come si dice che crebbe più rapidamente che altrove perché vista la mancanza dice Garcia in Spagna di un fenomeno come disordine del sei febbraio del trentaquattro che si di identificarlo in Spagna
Queste improvvise esplosioni l'antifascismo può essere spiegata secondo Garcia
Prendendo in considerazione la nascita la gestazione di una cultura antifascista globale e qui ciò con un ruolo fondamentale questo un tema che mi sta molto a cuore il ruolo degli scambi culturali
I dei Circuiti culturali
Naturalmente circuiti culturali che insomma possono essere Circuiti dei libri tradotti pubblicati Trani venti trenta questo è un grande campo ancora da esplorare enorme campo ancora da esplorare
Ma significa anche viaggi relazioni canali informali soggiorni nelle capitali europee su questo circuito questi transiti no future che finiscono per dare corpo alla NATO insomma ballare la gestazione di una cultura antifascista qui sono le influenze straniere combinate con i radicalizzarsi della destra spagnola che spiegano la crescente preoccupazione
Della sinistra spagnola per il fascismo fin dall'estate del mille novecentotrentadue
Certo García dice i gruppi che rimasero reale la Repubblica dopo trentasei avevano diverse e spesso inconciliabili punti di vista riguarda a cosa fosse il fascismo ma anche diverse concezioni e pratiche di antifascismo e questo spiega anche naturalmente
Che le che che con perché è il cammino verso l'unità fu così lento conflittuale spiega i conflitti spiega i dissensi ma qui e qua Garcia si appoggia anche le tesi di un altro storico Franca leggo
Dissensi conflitti contraddizioni possono essere visti come inevitabili se si guarda l'antifascismo non come senza come dottrina come un monolite no
Ma come una cultura politica in costruzione
Quindi un processo
No non appunto un'essenza un processo
E dice che i gruppi che si coloravano antifascisti condividevano valori che costituiva un terreno comune sul quale poteva crescere il movimento unitario
L'opposizione recente passato monarchico e clericale la convinzione che ritorno l'autoritarismo breve significato la fine del libertà civili dei vantaggi economici portati da Repubblica
Una concezione della democrazia come primo passo verso una rivoluzione che avrebbe potuto portare la giustizia sociale sopprimere i privilegi dare ai lavoratori per la libertà
Una profonda fiducia per l'istruzione la cultura come strumenti per scuotere il popolo popolo spagnolo in questa in questo che nel caso appunto
Della Spagna in punto del punta la sua secolare Antakia ma anche l'ostilità per la Chiesa cattolica il clericalismo che era stato il principale ostacolo al progresso e soprattutto essi concepiva non la storia con una serie di battaglie tra progresso e reazione che avrebbe inaridimento inevitabilmente portato la vittoria de per il progresso della libertà e della giustizia
Quindi in Breve dice Garcia l'antifascismo spagnolo ereditò la cultura radicale
Che le classi medie repubblicane e i lavoratori rivoluzionari avevano condiviso fin dalla rivoluzione democratica del sessantotto mille ottocentosessantotto e la breve Prima Repubblica del mille ottocentosettantatré
Ecco questo questo questa osservazione porta un'altra grande questione a mio avviso che molto interessante che emerge quella della Zini elogia dell'antifascismo
Nelle sue pratiche delle sue reti delle sue rotte dei suoi linguaggi l'antifascismo certo è il prodotto della nascita del fascismo e in quanto tale è un movimento espresso dalla model modernità novecentesca
Che alle spalle la Grande Guerra la rivoluzione sovietica tuttavia alcuni saggi ha ragione si fa riferimento l'importanza dello diciamo della tradizione ottocentesca
Per esempio per l'Italia lo sottolinea Manfredi nel suo saggio proposto di riorganizzare sociali funzionarie il volontariato in armi di matrice democratico garibaldino
O le tradizioni sovversive locali regionali pensiamo all'importanza che ha avuto il Risorgimento pertanto antifascismo italiano senza contare la rete degli anarchici la tradizione l'anarchica ottocentesca
Lo abbiamo visto per la Spagna ha proposto tra rivoluzione democratica resta andato in generale e quindi anche per tutta Europa la tradizione romantica la rivoluzione del quarantotto isolarmi sembra questa riflessione sulla costruzione di una cultura di una serie di pratiche che contemplano
Elementi tra tradizioni ed elementi della contemporaneità
Insomma non particolarmente affascinante
Altro tema interessante su cui riflettere è quello tra violenza nell'antifascismo
Di vario tipo no non solo la violenza fisica ma anche nella radicalizzazione delle componenti antifasciste
Che tendevano ad escludere tout cour dei fascisti fascisti della sfera politica peraltro questo ovviamente e speculare la prospettiva fascista questo tema che emerge bene nel saggio di Buchanan
Il quale osserva come spesso si tesi a dire umanizzare i fascisti così che potessero essere attaccati fisicamente o come avvenne per i fascisti inglese inglesi nel quaranta incarcerati senza processo
Lucana sostiene che per l'antifascismo attivo la violenza è sempre stata una componente essenziale la sua identità
Certo non fu la più importante componente non fu la più importante caratteristica dell'antifascismo ma ci fu e allora si chiede se ci fu cosa fu
Sostiene alla mensa per il caso italiano sulla questione della violenza si incardina il saggio di Manfredi
Che appoggiandosi sulla tendenza della storiografia sulla violenza politica guardare a pratiche dinamiche di lungo corso quelle che precedono la Grande Guerra considera soprattutto la sua matrice popolare
Notando che cito le organizzazioni che si richiamavano idea della violenza organizzata come possibile arma politica ebbe al tempo forse non a caso
Una per tali realtà locali
Segnate da una radicata e duratura tradizione di mobilitazione politico-militare dal basso l'avvento del fascismo dice Manfredi della sua peculiare natura di partito milizia no non ora girano su non agirono su realtà inerti
Ma su contesti in cui la consuetudine culturale verso la violenza politica e simbolica nell'arena politica non è un fenomeno nuovo e questo dice Manfredi questa prospettiva permette tra l'altro di restituire un ruolo attivo all'antifascismo popolare delle origini
Però stagione a Treviso aveva questo in da poco no tanti per esempio riscuote l'anacronismo retrospettivo per cui la condanna della violenza che caratterizza il discorso pubblico di oggi si proietta sul passato
Quando è vero che la tradizione popolare annoverava modalità di un ente di resistenza al potere ora per bande società segrete insurrezione ulivismo tirannicidio
Attentati terroristici eccetera
E che la consuetudine alla violenza una dimensione quotidiana ma certo poi solleva però altre questioni no cioè tra i tornare riflette anche sulle peculiarità della violenza fascista o su una presunta differenza tra la violenza fascista con l'antifascista
E anche sull'ipotesi e che in atto nell'Italia ricevuto può era una guerra civile quindi sto che uso tra violenza in questi casi come dire anche dall'altra parte è cruciale
Il ruolo delle donne
Ne ha già parlato un'icona del coro a proposito dei saggi presenti nel volume che ha presentato
In questi due in questi due volumi crollo delle donne ecco insomma importante c'è ma è a a fuoco
Isabelle risse riflette sul raggio nel volume rating antifascismo riflette sulle ragioni del ritardo con cui la storiografia indagato il ruolo delle donne dell'antifascismo come nella Resistenza dovuto molti fattori non ultimo la più scarsa disponibilità di fondi ma anche la tipologia
Delle fonti stesse
Non che il contributo dato da alcune ricerche pionieristiche in particolare quelle di Patrizia Gabrielli Giovanni dell'una e per l'Italia individuando idoli salienti che emergono e quali sono i nodi salienti che emergono almeno due
In primo luogo l'ambivalente rapporto tra emancipazione Isma'e antifascismo che pare non trovare una soluzione
L'antifascismo conta sull'apporto delle donne ma non so proprio le istanze dell'emancipazione ISMU quanto antifascismo
è un fatto
Così come le donne antifasciste per la gran parte sono antifasciste
Appunto più piuttosto che femministe
Ecco questo mancato incontro tra lotta al fascismo e lotta contro l'oppressione delle donne al suo riflesso sul piano della ricerca e delle riflessione storiografica in cui si registra la difficoltà a mettere insieme rosso Toniato molto bene Patrizia Gabrielli
Storia dell'antifascismo Storia delle donne e storia di genere e questo problema
Secondo nodo e la diciamo natura particolarmente complessa dell'impegno antifascista delle donne Pelé quando certa politica di venire allo stesso tempo una scelta di vita
In molti casi in privava non so implicava non solo privazioni materiali ma anche profondi disagi emotivi oltreché traiettorie molto tipiche ora d'altra parte lo studio dell'impegno antifascista delle donne fornisce un grande contributo quello dell'antifascismo in generale c'è anche quello degli uomini innanzitutto spingendo mettere a punto un significato più complesso di antifascismo
Più se non non non più inclusivo ma più complesso ampliando nel ventaglio di declinazioni di opzioni dall'antifascismo militante combattente quello moralmente moralmente residente come è stato definito esistenziale
Poi come sottolinea De Donno
Spinge indagare anche per gli antifascisti maschi dimensioni quali nessi tra pubblico e privato la società si evita le emozioni
E sul piano metodologico mette a fuoco ed emette insomma sottolinea l'importanza di sfruttare di leggere molto più criticamente ancora fonti preziose per individuare motivazioni aspetti psicologici esperienziali e culturali oltre che politici
Ma anche autore presentazioni e dispositivi di entità e quindi fonti preziose con punti carteggi le cosiddette fonti del Saint i diari e memorie anch'e poi per rileggere anche la documentazione ufficiale e individuare le tracce del filmini e tra gli interstizi delle carte d'archivio anche ufficiale e quindi punito interessante questi spunti che vengono della questione del rapporto femminismo l'antifascismo
Conclusione due considerazioni su alcune direttrici che emergono dal due libri sul piano metodologico
Primo direi l'insistenza sulla dimensione biografica sui vissuti sull'esperienze concrete quello delle traiettorie biografica un approccio che come sottolinea Andrea Montanari rimasto lungo a margine visto che la storiografia sull'antifascismo fino a pochi anni fa pareva predilige la rimozione dei soggetti quali fossero soffocati dalla testa di pochi eroi eponimi ingenerare il volume curato da furbetti Ventura si inserisce nel solco della tendenza storiografica più recente che deve molto ovviamente allo sguardo le intuizioni di Claudio Pavone
Di studiare gli antifascisti ed antifasciste piuttosto che l'antifascismo le esperienze concrete piuttosto crede astratte casi di studio che permettono di leggere la vicenda della militanza antifascista dalla base in direzione di ricognizioni prosopopea affiche anche molto potrebbero dire a proposito di provvidenze sociali generazionale ma anche traiettorie individuali Aprica azioni collettive Nervo network le modalità a stesse di aggregazione e di formazione di educazione politica esperienze quindi reali come i nessi tra le organizzazioni e il vissuto dei loro animatori e i processi di radicamento sociale in regime di clandestinità e tanto altro ancora secondo
L'attenzione nuova per i linguaggi sull'innanzitutto Depieri linguaggi della comunicazione
Nell'analisi dei singoli visivi degli slogan e del linguaggio del corpo poi un tale a definire la morfologia degli anti fascismi a seguire la trasformazione della morfologia degli anti fascismi
è interessante come il saggio di Ugo Garcia proprio come lui dimostra come una Edusolà complessa elaborazione siamo geopolitica durante la guerra di Spagna
Qui poi gli studi sono anche molto molto folti per cui si troppo il tutor poggiare tanta tante cose già state scritte sul suo sito sull'uso tra comunicazione punto lavora di Spagna procura anche interessante dice Garcia la diffusione dell'antifascismo in Spagna comporta la compenetrazione la compresenza di simboli ereditati dal passato
E dei nuovi simboli forgiati ticket Nunca nelle battaglie contro il fascismo e quindi fa emergere il carattere sincretica onde l'antifascismo
Spagnolo quindi significative distanze ma anche valori che uniscono quindi insomma interessante questa questa analisi ma quando parlo di linguaggi parlo anche della riflessione sull'uso tra terminologia
In tutti i sensi innanzitutto nella terminologia della propaganda della retorica e del discorso antifascista iniziando dei termini fascismo e antifascismo e spesso dai saggi del volume curato da furbetti venture emerge l'attenzione è una lettura anche più per spirito e sensibile della documentazione di parte fascista né in parte le carte di Pauline particolare carte di polizia
Sia sul piano semantico sia sul piano linguistico sia sul piano delle pratiche distorsive da questo punto di vista uno dei contributi più significativi e quello di Giorgio Mangini
Che per esempio sottolinea l'ampliamento dell'area semantica di sovversivo e dissolversi lirismo
Mano a mano che aumenta la pressione totalitaria del regime e il controllo si fa sempre più speculativo
E che scova dietro la terminologia Televideo logiche individua nelle carte quello che definisce frammenti del linguaggio degli stessi sovversivi battitura molto attenta propri termine
Anche nel volume nel rating in antifascismo ma emerge l'attenzione per i linguaggi natura plastica e propria non solo dell'antifascismo di perse ma anche della
Hi tech tardi antifascismo che può essere considerato anche qui un campo semantico non stabile ma fluttuante e è interessante quanto scrive Primakov proposto del Portogallo
La plasticità del terminal speculare al campo semantico che interessava gli avversari i fascisti
Per la sinistra portoghese il fascismo corrispondeva poi la fine
Alle dottrine della destra
Liberati cale e la parola fascismo giusta apponeva allo stesso tempo numerose realtà in una sorta di quel che climatico definisce circoli concentrici
Che si aprivano e si chiudevano a seconda dell'oggetto da definire era molto interessante questa analisi che pur peraltro enti ma anche non può essere puntata per lui anche per quello al caso spagnolo infine
L'opportunità di lavorare in una prospettiva non solo nazionale ed euro cento Ica come nella tradizione
Ma anche una prospettiva locale in una prospettiva regionale in una prospettiva internazionale in una prospettiva per spazi geografici per rotte
Non transiti lotte e poi una prospettiva naturalmente transnazionale nonché sull'interazione tra queste diverse dimensioni ma insomma ci insomma
A proposito di dimensione transnazionale si sono moltiplicati è vero negli ultimi vent'anni gli approcci comparativi al fenomeno dell'antifascismo
Libro punto rating antifascismo ma si colloca in questo solco l'antifascismo del resto pare un movimento transnazionale per eccellenza i suoi attivisti consideravano la politica da una prospettiva cosmopolita
Si riconosce una parte di una comune umanità
Condividevano una cultura che mescolava capisaldi ideologici che venivano da tutto il mondo nonché abbiamo visto slogan simboli gesti e una sorta di estetica della Resistenza
Appartenevano organizzazione internazionale di lungo corso che si servivano di consolidati canali di comunicazione molti facevano parte di o erano strettamente connessi alla diaspora antifascista
Su cui vorrei concludere c'è l'antifascismo fu in larga misura una cultura dell'esilio
Costruita in città come Parigi Londra e Zurigo Mosca Barcellona New York San Francisco buona Savarese Città del Messico
Ora i rating antifascismo ma questo aspetto appena accennato purtroppo non sviluppato in antifascisti antifasciste antifascisti invece il saggio di Renato Camurri
Ne ribadisce la si entra Lita
Guardando quei luoghi come grandi laboratori politici e culturali ma anche la diciamo diciamo la particolare disposizione promettente dal punto di vista ermeneutico
Degli studi punto sulla diaspora e sui fascismi in relazione all'antifascismo sul piano transnazionale
Vi ringrazio molto per l'attenzione
Bene grazie mille a Irene per questa il presentazione veramente dance
Serie di riflessioni di metodo e di confronto storiografico allora come dicevamo
Prendiamoci proprio una pausa di dieci quindici minuti per per un caffè poi riprendiamo con negli ultimi due interventi saranno il mio e di Leonardo dalle Sandro
Dopo ti fa sornione Prince International rimaniamo fare questo era quello che
Attendiamo che tutti si accomodino grazie
Anche
Richiamo all'ordine del professor Scirocco e il professor Del Corno
Bene allora iniziamo la seconda parte del dei lavori questa mattinata
Con la presentazione delle dei saggi dei volumi rating antifascismo antifascismo e antifasciste
E antifascisti ma i saggi relativi alla di uso politico diciamo e esatto e la memoria dopo il quarantacinque
Dell'antifascismo quindi che saranno appunto su cui farà una riflessione ora Massimo Baioni a cui passo la parola
Allora come è già stato anticipato da da Irene nella nella divisione dei compiti che ci siamo dati per la lettura presentazione di due libri in questione a me è toccata la parte che entrambi i volumi dedicano al periodo successivo alla seconda guerra mondiale
Attualmente non potrò dar conto di tutto vada semi soffermo in particolare sui tragitti
Della memoria su quei saggi che delineano i tempi e le modalità che hanno segnato la presenza dell'antifascismo nella vita di alcuni paesi europei e ovviamente in Italia cui farò di principali richiami
Storia e memoria dell'antifascismo dunque mi sembra che il dato vada sottolineato
Il fatto che questi due volumi privilegino un arco temporale che eccede la storia dell'antifascismo e ne rileva la presenza nel lungo periodo
Mi pare confermi quella che una delle acquisizioni storiografiche forse anche di metodo
Del dibattito scientifico degli ultimissimi decenni il fatto cioè che per quanto attiene ai grandi eventi della storia ma anche la storia dei movimenti dei partiti la storia dei concetti
In breve tutto ciò che ha segnato in profondità la vicenda di tanti uomini e donne ecco in questi casi non basti limitare l'indagine agli anni che fissano la presenza di quegli eventi o concetti nella collocazione temporale che è loro propria
Si è fatta strada l'utilità l'opportunità di allungare lo sguardo
Dilatando nel tempo lo studio dei fenomeni per verificare come essi abbiano inciso nella vita e nella memoria dei singoli della collettività nelle diverse stagioni nei diversi contesti di riferimento non si tratta di una novità in senso assoluto matasse hanno vita semmai forse consiste nell'aver reso sistematica questa consapevolezza sul piano della ricerca e della discussione storiografica
Le guerre mondiali solo per fare esempio eclatante
Sono sempre meno comprensibile se non ne cogliamo anche i lasciti materiali morali simbolici
Lasciti che vanno loro volta studiati e scanditi sul piano della periodizzazione sulla base delle variabili che entrano in gioco la memoria personale quella collettiva
Gli strumenti deputati a a veicolare quella storia lady verserà ricezioni eccetera e l'antifascismo non fa eccezione
I saggi presenti in questi due volumi così come molti altri lavori cui essi rinviano sono la conferma di quanto possa essere proficuo un approccio storiografico che si sforzi di tenere insieme le tante implicazioni connesse al rapporto storia memoria
I temi dicevo le sollecitazioni presenti nei due volumi sono sono molti e non mi è possibile toccarli tutti cerco di evidenziare alcuni punti generali che mi sembrano importanti
Inserendo qualche richiamo casi specifici e a questioni esemplari
Intanto come è già stato ricordato si tratta di due volumi collettivi molto diversi tra di loro
Non solo perché una dedicato all'Italia e l'altro propone uno sguardo internazionale incentrato sulla vicenda di molti Paesi europei
In quest'ultimo caso cioè nel volume residenti in garanti fascismo e non siamo di fronte a veri e propri saggi di ricerca più propriamente si tratta di utili rassegna che fanno il punto
Sulla presenza dell'antifascismo nelle singole società nazionali con rinvii al dibattito storiografico e alle ricadute nella sfera pubblica
E come si può vedere dall'indice il la struttura si presenta tematicamente compatta perché sono presi in esame oltre all'Italia studiata da Filippo Focardi e Stephanie prezioso
Soprattutto i casi di Francia Spagna Portogallo ma anche la Russia prima sovietica e poi putiniana
Con uno sguardo in questo caso che si allunga fino al primo conflitto russo ucraino quello del due mila quattordici all'uso strumentale dell'antifascismo da parte della propaganda putiniana
Il volume in uscita
Non è ancora uscito il volume per i Dl ma uscirà avrete
Il volume curato da furbetti Ventura mostra meno compattezza tematica parlo sempre della parte post mille novecentoquarantacinque risente anche dell'impianto del convegno che ne è stato l'origine offre però interessanti a fondi di ricerca su questioni variegate quindi percorsi individuali biografie uomini e donne
Antifasciste la cui vicenda anche Poste quarantacinque viene ricostruita in particolare attraverso le tracce che si trovano nel casellario politico centrale qui dovrei avere
Ma lei fa il riferimento al ecco alla terza parte quella dopo
Il mille novecento
Quarantacinque il casellario politico centrale nel saggio di Giovanni Brunetti in nelle carte del servizio ricomparse per quanto concerne le donne partigiane antifasciste del vicentino nel saggio di Francesca PC
In una prospettiva che vuole valorizzare la dimensione extra nazionale si colloca il saggio di Nicola alamari
Che analizza diverse dei due eterogenee biografie di uomini e donne di fronte alla guerra d'Algeria quando le eredità antifascista in croce e si veste anche di impegno anticolonialista ecco il discorso è più inerente alla memoria
Ritorno invece esplicitamente nel contributo di di Mirko carrettieri che dedicato alle lapidi reale stato in ricordo di Giacomo Matteotti ma tutto sommato fa capolino
Per altre vie anche nel saggio di Luca resa nota sulle posizioni di Franco Antonicelli in merito all'antifascismo con particolare riferimento al rapporto tra generazioni in una fase nella fase probabilmente di maggior coinvolgimento della memoria nell'antifascismo nella società italiana esse pure dentro una una citazione tutt'altro che monolitica della sua eredità e il peso della memoria ritorna anche nel saggio di Costanza Calabretta che ripercorre le relazioni tra Italia ed Eder
Attraverso il filtro dell'antifascismo alla luce del fatto che per molto tempo i rapporti culturali si in primis ovviamente con il Partito Comunista Italiano
Furono assunti dal governo tedesco
Orientale come una sorta di sostituto gli succedaneo delle normali relazioni diplomatiche ho aggiunto
Come vedete anche il saggio di Andrea Ventura che in realtà è ecco della e nella prima parte e fa parte dell'introduzione storiografica perché in questo saggio breve ma molto denso
Di fatto si affronta anche il tema della presenza dell'antifascismo nella società italiana nell'Italia repubblicana e quindi è un saggio che può utilmente essere lette collocato anche in questa sessione
Allora dicevo la possibilità di collocare la memoria dell'antifascismo italiano nel più ampio contesto europeo otto ora apre prospettive comparative indubbiamente utili
Che consentono di cogliere analogie e differenze su alcuni elementi di fondo del dibattito storiografico e delle sue ricadute nella sfera pubblica tornerò a breve usando come filo conduttore il saggio di Enzo Traverso
Nel volume in inglese intitolato traduco antifascismo tra memoria collettiva e revisioni storiche contributo di grande interesse di grande utilità
Perché sintetizza e discute una categoria quella di revisionismo e dei suoi significati che è riconoscibile come una delle chiavi di volta nel dibattito sull'antifascismo ma e per converso sul fascismo nei decenni a cavallo tra fine Novecento e inizio ventunesimo secolo tutto sommato le differenze però devono essere considerate con molta attenzione
E nel Complesso paiono prevalenti considerate le specificità nazionali percorsi ben distinti che caratterizzano le storie dei singoli Paesi
Che il piace anche ricordare un altro volume uscito nel due mila tredici per Riviello all'Europa le sue Memorie a cura di di Borodin Filippo Focardi Bruno groppo
Un libro importante che faceva il punto dieci anni or sono
Sui mutamenti delle politiche del ricordo provocati dalla fine della guerra fredda e che dunque non poteva non incrociare nel suo percorso anche la parabola dell'antifascismo in Europa
La vicenda l'antifascismo è con tutta evidenza segnata da differenze sostanziali tra quei Paesi che dopo il quarantacinque tornano alla libertà e la democrazia l'Italia la Francia dove si sviluppa un dibattito storiografico innamorò memoriale articolato benché non esente da forzature e contraddizioni
Nel caso della Francia e l'antifascismo è venuto di fine fondendosi via via con il mito repubblicano come nota l'autore del saggio relativo fino a una evidente ricomparsa negli ultimi due decenni in funzione di sbarramento all'avanzata delle destre in particolare del Fronte nazionale
Dall'altro lato si collocano dopo la seconda guerra mondiale quegli Stati la cui struttura autoritaria rende impossibile o quanto meno molto precaria l'evoluzione di una libera storiografia interna
Struttura autoritaria che determina in ogni caso la presenza o meno dell'antifascismo nel discorso pubblico e qui la distinzione e tra i Paesi della band della penisola iberica che restano fino alla metà degli anni settanta come sappiamo immersi nel sistema autoritario ereditato dalla sala zarismo dal franchismo e dall'altra parte i Paesi dell'Europa centrorientale
Sottoposti alla guida dell'Unione Sovietica dove si eleva viceversa l'antifascismo a pilastro fondante la legittimazione del potere comunista e a strumento di coesione della società attraverso una lettura che identifica l'antifascismo con il ruolo propulsore
Dell'Unione Sovietica e dell'Armata Rossa quale protagonista della liberazione dal nazifascismo lo spazio pubblico le statue i nomi delle vie delle piazze le celebrazioni i Musei rituali
Sono scanditi per decenni da questo antifascismo calato imposto dall'alto
Che si irrigidisce in formule canoniche indiscutibili
Nel caso della Spagna e del Portogallo
La fine dei regimi a metà degli anni Settanta avvia una transizione alla democrazia che però è ben lontana da riportare immediatamente l'antifascismo al centro della vita pubblica dei due Paesi i motivi sono noti
In Spagna il post franchismo è inaugurato dalla prospettiva in una riconciliazione
E sul piano politico istituzionale fa del patto del silenzio sulla guerra civile sul franchismo la condizione necessaria per accompagnare il consolidamento della democrazia e questo anche a costo di sacrificare la riattivazione
Della tradizione antifascista degli anni Trenta
Una riattivazione che si riteneva avrebbe rischiato di riaccendere
E di rinfocolare le antiche contrapposizioni ostacolando il nuovo corso della vita spagnola la novità le novità si registrano tra gli anni novanta e l'inizio del nuovo millennio
Quando l'attivismo di movimenti associazioni ha spinto per il recupero della memoria storica e per una lettura meno reticente nei confronti dello stesso franchismo come d'altronde testimonia sul piano pubblico la rimozione delle statue a Franco che sono rimaste nello spazio urbano a lungo o la rimozione della sua tomba dalla valle dello Sky Doors
La recente Risi unificazione dell'imponente memoriali inaugurato nel cinquantanove per celebrare il ventennale della vittoria franchista Matteo Pasetti ricordo che ha scritto anche sul sul tema
Pone problemi e derivano dal è stato scritto dal peso schiacciante del simbolismo che ricorda il lato vittorioso del trentanove e dai tanti soggetti
Che entrano in gioco nell'operazione le istituzioni la classe politica alla società civile le associazioni la chiesa le forze armate
Anche nel vicino Portogallo come emerge dal saggio presente nel volume il processo di fuoriuscita dal regime fondato da Salazar attraverso la rivoluzione dei garofani nel settantaquattro non è stato accompagnato da una revisione interpretativa complessiva della storia
E dell'impatto dell'Estado Novo in Portogallo e nelle colonie
Stati Ansar è stata anche a più riprese perseguita una lettura finalizzata a relativizzare il carattere fascista del Salar zarismo
Riparandosi dietro la formula dell'anti totali al totalitarismo che si afferma appunto negli anni novanta la memoria delle stato no
Poco di Salazar che si intreccia rapporto con il passato imperiale con il Nacional cattolicesimo
Risente delle letture che investiamo investano quella che è stata chiamata la doppia eredità l'eredità della lunga dittatura ma anche quella Breve del processo rivoluzionario la fase che va dalla rivoluzione
Dei garofani del venticinque Aprile settantaquattro a novembre settantacinque e fanno capolino immagini come quella dell'uso tropicali Isma'l'idea cioè di un colonialismo ribalta Evangelista attore lusitano
E in questo senso
è possibile cogliere qualche analogia con il caso italiano in particolare con lo stereotipo del del bravo italiano uno stereotipo che è stato smontato sul piano storiografico ma che ancora ben radicato nel discorso pubblico
Se spostiamo lo sguardo la svolta epocale dell'ottantanove e novantuno la fine della guerra fredda l'implosione dell'Unione Sovietica hanno rappresentato una cesura non solo ovviamente per i Paesi direttamente interessati
Dalla conclusione di quell'esperienza e dalla transizione a nuovi sistemi politici alla rielaborazione del rapporto con il passato
La cesura investito come noto anche alcuni paesi dell'Europa
Occidentale in cui la presenza dell'antifascismo aveva assunto caratteri certo molto meno rigidi e monoliti Cissé bene tradotti da qualcuno in termini divulgata antifascista
è il caso dell'Italia allora emblematico e permette di incrociare alcune questioni che tornano in entrambi i volumi il saggio di Filippo Focardi presente nel volume R. finché Ing antifascismo e che si riallaccia a tanti altri interventi di Filippo sul tema ripercorre le tappe della presenza dell'antifascismo nella società italiana un percorso che è ben sintetizzato come dicevo prima anche nel saggio di apertura
Di Andrea Ventura nel volume da lui curato con Gianluca furbetti entrambi
Sottolineano l'importanza assegnata l'antifascismo nella legittimazione dei partiti del Comitato di liberazione nazionale della democrazia repubblicana individuano i tornanti decisivi
Dell'assunzione dell'antifascismo perno simbolico del Paese
E qui mi pare che finora tutte le ricerche abbiano confermato la centralità degli anni sessanta e settanta la vera età dell'Oro
Non tanto della storia dell'antifascismo sul piano dei risultati della ricerca quanto sicuramente della memoria pubblica per antifascismo e della resistenza
Come testimoniano le ormai molti lavori sugli spazi urbani le ritualità le commemorazioni
La stessa vicenda specifica della memoria di Matteotti ricostruita da D'Amico cara tiri porca porta direi qualche conferma
In in tal senso e così pure gli interventi di Franco Antonicelli sul valore l'attualità dell'antifascismo nel mutare delle generazioni che pure nei primi anni Settanta videro a sinistra contrapposizioni Arcese tra diverse letture del fenomeno
E in effetti quella dell'antifascismo è stato già detto da chi mi ha preceduto si configura con una memoria più lunga rispetto a quello a quella specifica della Resistenza una memoria che recupera la lotta politica negli anni Venti
Richiama la costruzione di un primo Pantheon di martedì da Matteotti a don Giovanni Minzoni da Gobetti oli da Gobetti ad Amendola fino ovviamente a Gramsci
E non a caso sono questi nomi che tornano nelle brigate partigiane nelle formazioni della Resistenza sono questi riferimenti intorno ai quali dopo il quarantacinque si costruisce il primo perimetro simbolico degli spazi cittadini attraverso i nomi delle vie e delle piazze
A loro dedicati nei centri urbani
Focardi e Ventura ben evidenziano però anche i momenti di crisi
Le memorie divise e conflittuali specialmente negli anni più duri della guerra fredda fino arrivare alla fase che inaugura la crisi del sistema dei partiti
Negli anni novanta quando si incrinano i paradigmi che avevano trovato anche nei partiti di massa dei veri e propri imprenditori di memoria in merito all'antifascismo come ha più volte ricordato Giovanni De Luna
L'Italia dunque se appartiene al campo che è uscito vincitore dalla lunga estenuante competizione politiche economiche Dio logica della guerra fredda l'Italia sembra tuttavia mostrare molte più assonanze
Con la vicenda dei paesi che si trovano a fare i conti con il fallimento del socialismo reale anche in Italia proprio come in quei Paesi no puramente per motivi non identici
E specifici però anche in Italia il dissolvimento del sistema produce effetti profondi non solo nella geografia politica
Ma anche nell'insieme di valori se vogliamo di miti di universi simbolici e rituali su cui si era retto per decenni l'intero sistema il rapporto con la storia nel suo complesso e con quella dell'antifascismo nello specifico subisce una torsione
Densa di implicazioni che va ben oltre la dimensione storiografica i luoghi in cui agiscono gli addetti ai lavori
L'antifascismo e la resistenza così come per altri versi anche Risorgimento sono sottoposti in quegli anni a una critica durissima che risponde prevalentemente alle logiche della nuova geografia politica del Paese
E si assiste così a un paradosso che forse peraltro è solo apparente cioè mentre in quegli anni la storiografia impegnata nell'affinamento dell'indagine si avvia finalmente a scomporre l'antifascismo nelle sue varie declinazioni
A liberarlo anche se forse mai del tutto dalla subordinazione al rapporto con la Resistenza e dunque approfondisce figure correnti culture politiche momenti aspetti ecco mentre sta maturando una storiografia
Sull'antifascismo Pepe certi mente per certi versi è simmetrica a ai notevoli risultati conseguiti dalla storiografia sul fascismo nello stesso periodo
E con lo stesso momento l'antifascismo perde la sua egemonia culturale e subisce forti attacchi attacchi che contestano alla tradizione antifascista sul piano della ricostruzione storiografica
Una presunta persistente lettura di tipo agiografico e celebrativo e sul piano storico un vizio un difetto di autenticità democratica là dove i bersagli sono evidentemente il Partito Comunista il suo ruolo nella Resistenza e poi negli anni della Repubblica è così spalancata la porta che conduce alla sostituzione dell'antifascismo
Con la categoria dell'antitotalitarismo sebbene questo terreno fosse stato in parte già disputato negli anni ottanta come dimostrano vari saggi presenti nei due nei due volumi ecco entri in gioco su questo piano la centralità del revisionismo tanto nel discorso storiografico quanto nelle sue relazioni con la sfera pubblica
E su questo tema che si concentra il testo di Enzo Traverso ricordato in precedenza
Se la revisione sappiamo è parte integrante del lavoro storiografico per certi versi è la linfa stessa della crescita
Della del lavoro storiografico il revisionismo di cui parliamo che si è affacciato negli anni ottanta e poi si è diffuso a livello continentale ha respirato un clima politico e generale più ampio
E contiene alcuni elementi distintivi che trascendono le differenze nazionali
E ossa Traverso appunto serva che il termine revisionismo può anch'esso a vere significati e implicazioni differenti solo che si guardi ad esempio in modo diverso in cui esce percepito negli Stati Uniti o in Europa
Per revisionismo è un nodo complesso e delicato non per quanto riguarda la critica a interpretazioni canoniche piuttosto perché esso tocca forme di coscienza storica condivisa
E un sentimento di responsabilità collettiva verso il passato ha sempre a che fare non a caso con i grandi eventi di fondazione quali le rivoluzioni francese Rous il fascismo
L'antifascismo il nazionalsocialismo il comunismo il colonialismo e altre esperienze le cui interpretazioni vanno ben oltre la nostra visione del passato e investono direttamente la nostra visione del presente e le nostre identità collettive ci sono quindi molte facce delle revisionismo alcune legittime persino necessarie altre che muovono dove da obiettivi che non dissi Morano persino l'aperta riabilitazione di regimi criminali ecco secondo attraverso gli esempi di revisionismo tratti dai casi italiano tedesco francese spagnolo fatta salva la necessità di non cadere in modelli a storici e perciò fuorvianti
Sembrano comunque accomunati negli anni a cavallo del secolo da una serie di argomentazioni comuni queste connesse narrazioni anti antifasciste si possono condensare secondo Traverso in quattro punti condivisi
Primo c'è anzitutto la volontà da parte degli esponenti
Di questo tipo di revisionismo ti prendi presentarsi come campioni di una visione oggettiva scientifica e rigorosa della storia rispetto all'atteggiamento militante partigiano che viene attribuito a quanti aderiscono al cosiddetto paradigma antifascista
In secondo luogo agisce la volontà di considerare l'antifascismo anche su una sorta di totalitarismo
Causa la sua prossimità al movimento e all'ideologia comunista disse in sostanza si riconosce il carattere antifascista
Della democrazia ma si ritiene al tempo stesso che non tutto l'antifascismo possa considerarsi democratico con evidente allusione a coloro che militarono no nelle file dei partiti filo sovietici
Un terzo livello del discorso introduce il tema già ricordato importante della violenza e punta equiparare quella fascista
Quarto punto consiste nell'enfasi posta sulla zona grigia
Quella aree intermedia tra i due campi contrapposti suggerendo che il solo atteggiamento di valore consista nel rifiutare e prendere le distanze sia dal fascismo che dall'antifascismo a prevalere quindi alla lettura vittima aria della storia
E nel caso specifico conduce sovente a mettere sullo stesso piano le cause del fascismo e quella dell'antifascismo
In sostanza la legittima richiesta di una pacificazione do riconoscimento di una storia comune
Io preferisco
Il riconoscimento di una storia comune più che di una memoria comune che è operazione pressoché impossibile per molti anche indebite
Ecco questa richiesta viene avanzata a scapito però del riconoscimento esplicito dell'antifascismo come premessa della libertà e della democrazia di cui i popoli dell'Europa centrale hanno goduto dopo il quarantacinque ecco sono punti questi che irrigidiscono lo sguardo sul passato all'interno di categorie dogmatiche
Orientamenti che non tengono conto dello sviluppo degli studi sull'antifascismo quello che abbiamo sentito finora
Che si sono sforzati di indagare comparare contestualizzare mettere in discussione letture consolidati
En passant è stato ricordato più volte da vari studiosi che ad esempio nei confronti del comunismo viene applicato
Ciò che invece si dà quasi per scontato quando si parla del fascismo
Per il fascismo si sottolinea sempre e aggiungo giustamente che occorre scomporre le sue singole manifestazioni nazionali e che persino all'interno di queste manifestazioni esperienze è dato ritrovare delle specificità delle anime interni dei rivoli politico-culturali spesso anche in contrasto tra tra di loro ecco questa giusta tensione alle scomposizioni alle sfumature
Alla necessità di tenere conto delle differenze
Nazionali anche interne quando si voglia restituire e comprendere la storia del fascismo dei fascismi viene palesemente negata invece al comunismo il quale a sua volta come sappiamo presenta esperienze volti diversi
Quindi resi il revisionismo più spinto è riuscito a proiettare nel discorso pubblico un incoraggiamento alla semplificazione una contro narrazione che rifugge
Dalla complessità e schiaccia
L'analisi sulle esigenze del presente mi sembra dunque importante l'invito che viene da Traverso ed è implicito nei saggi dei due volumi così nelle due così come nelle introduzioni che ve ne sono scritte dai vari curatori due volumi l'invito a non cadere nelle trappole semplificata Ricci
Che schiacciano l'antifascismo sulla sola versione comunista ne vedono una sorta di cavallo di Troia
Attraverso cui gli interessi dell'Unione Sovietica hanno potuto legittimarsi aspetti che sono naturalmente importanti che non vanno trascurati sono una parte del fenomeno ma l'antifascismo e qualcosa
Di più ampio e articolato che richiede un'esplorazione attenta
Alle sue diversi componenti così a me alle contraddizioni alle ambiguità che si trovano al al suo interno ecco si potrebbe se mai chiosare in conclusione che poiché si sente ancora il bisogno di sottolineare questo dato cioè della l'ampiezza dell'articolazione dell'antifascismo nelle sue varie declinazioni
Ciò significa forse che occorre ancora lavorare molto in questa direzione diceva anche Irene poco fa ne deriva allora un invito a studiare ancora con più intensità questi percorsi differenziati
Dell'antifascismo della loro vicenda storica così come gli itinerari della loro proiezione nella memoria collettiva ma forse queste anche la spia l'ennesima di una difficoltà persistente della storiografia far passare letture scientificamente rigorose all'interno del discorso pubblico e non a caso revisionismo gioca soprattutto su questo impatto nel discorso pubblico
Qui l'impressione è che l'antifascismo
Non rimanga in molti settori è un concetto storicamente un po'evanescente che lo rende spendibile per battaglie politiche culturali che puntano a sostenere alimentare il valore della libertà
E della democrazia a fronte dei molteplici tentativi di soffocare nell'essenza udire interpretarle
Ma talora rilanciando interpretazioni e schemi che appartengono a stagioni
Da tempo superate dalle ricerche più ONU innovative ricerche che si sforzano appunto dimostrare la storicità del fenomeno la varietà delle tradizioni politiche delle culture politiche che adesso si richiamano
Le diverse esperienze storiche le fratture interne la vitalità ma anche i limiti e le contraddizioni ecco prego dunque che si tratti di un nodo
Che meriti di essere affrontato se non se non altro perché si colloca nel sempre precario equilibrio tra la ricerca storica
E le sue ricadute nel discorso pubblico grazie
Grazie grazie molta Massimo Massimo Baioni per questa ori qui stimo quadro dei motivi le questioni che emergono dalla lettura dei saggi sulla memoria dell'antifascismo e i suoi problematici rapporti con lo sviluppo della ricerca storica e della riflessione storiografica e sulla stagione
Revisionista e ci sarà modo la discussione
Di oggi pomeriggio appunto di ritornare su su questi su questi nodi
Ecco adesso è la volta Mondini Donato conclude Alessandro che presentai discute il libro di Simona Colarizi la resistenza lunga storia dell'antifascismo mille novecentodieci no diciannove mille novecentoquarantacinque
Pubblicato da Laterza la prima edizione di novembre due mila e ventitré quindi insomma possiamo proprio dire fresco fresco di stampa
E quindi Cordero Leonardo la cedessero
Grazie allora non lo faccio vedere il volume perché il più diciamo
Si ascolta si questo compito diciamo in questo caso parliamo di una di una monografia differenza hanno dei precedenti volumi discussi che son volumi con le taniche
In qualche modo trattandosi di una monografia mi consentirà come dire anche di entrare ancor ancor più nel merito delle questioni metodologiche storiografiche
Rispetto no ad una volume collettaneo che necessità inevitabilmente grazie necessita inevitabilmente di soffermarsi anche sui sui singoli saggi raccolti discuterò il libro nel tempo
Di cui dispongo soffermandomi
Dapprima brevemente sulla sulla struttura del libro sulla sulla periodizzazione e su quelle che sono state le scelte interpretative
Inseguito spero spero anche a beneficio soprattutto a beneficio dei dei dottorandi visto che nasce l'iniziativa nasce in quest'ambito proverò a ragionare intorno ad alcune
Delle questioni storiografiche metodologiche poste dal libro sottoponendo alla discussione
Alcune direi direi poche mie miei considerazioni allora il tema oggetto del libro e diciamo la storia dell'antifascismo storico intenso in primo luogo come come storia dei diversi soggetti politici organizzati e quindi i partiti le formazioni i movimenti che si sono opposti hanno combattuto il regime fascista dal primo dopoguerra la liberazione si tratta di di di un libro di un libro di sintesi ecco che che guarda ad un pubblico più ampio rispetto a a quello che può essere un pubblico specialistico e da questo punto di vista ha anche il vantaggio che è un libro morì proprio iscritto
è suddiviso in un in cinque in cinque capitoli e segue una parte spartizione cronologica diciamo diciamo classica il primo capitolo sintetizzo brevemente primo capitolo va sotto il titolo la guerra civile su cui se rimane del tempo
Po'ritornerò al alla fine e riguarda il periodo mille novecentodiciotto mille novecentoventidue relativo quindi come potete immaginare all'immediato primo dopoguerra caratterizzato dalla nascita del Partito nazionale fascista
E dal confronto scontro con gli altri partiti e soggetti politici organizzati il il secondo capitolo copre un arco cronologico che invece va dal mille novecentoventidue al mille novecentoventisei e quindi dalla presto del potere di Mussolini alla crisi dello Stato liberale che anche poi il titolo
Del del capitolo il il terzo capitolo si ferma invece alle soglie del mille novecentotrentacinque e ammette al al centro della della trattazione
Quelli che sono gli anni dell'esilio e della lotta clandestina
Il quarto invece copre un lungo periodo gli otto anni che vanno dal mille novecentotrentacinque al mille novecentoquarantatré anni in cui il fascismo è costantemente impegnato in un contesto di guerra prima l'Etiopia poi la Spagna poi il contesto europeo il mondiale e di conseguenza quelli che sono i mutamenti che l'antifascismo subito anche in relazione a questo mutevole contesto internazionale fino alla caduta del regime
L'ultimo capitolo infine centrato sul biennio quarantatré quarantacinque relativo alla alla resistenza
A la cronologia come evidente si adatta benissimo anzi direi quasi sovrapponibile
Alle diverse fasi della lunga storia del regime fascista e poi alla sua rinascita sotto le insegne della Repubblica sociale e qua su un aspetto che credo meriti di essere evidenziato tanto più che la stessa autrice fa della interdipendenza noi questo il termine che che utilizza Simona Colarizi interdipendenza tra la storia dell'antifascismo e la storia del regime fascista una delle principali chiavi
Rilettura del libro insieme all'altra chiave che dà anche il titolo al volume
E cioè quella della resistenza lunga no una definizione che come ci dice Simona Colarizi viene mutuata da un libro di Max Salvadori del mille novecento settantaquattro breve storia della Resistenza italiana
Ecco su entrambe queste queste chiavi di lettura pro modo di di di ritornare di ritornare in seguito partire intanto da una prima osservazione che può sembrare un po'di di contesto ma che di di fatto come proverò a spiegare
Non non lo è e cioè che rispetto agli studi degli autori e dei curatori dei libri che si discutono nella giornata
Gli studi di Colarizi sull'antifascismo sono maturati in un'altra stagione storiografica prevalentemente quella degli anni settanta e ottanta una stagione storiografica
E tra l'altro veder proprio Simona Colarizi tra tra i maggiori protagonisti l'udienza ovviamente non per rimarcare una questione anagrafica penso però che la questione generazionale e cioè in questo caso la per appartenuto alla prima vivace stagioni di studi sull'antifascismo
Che ha preso avvio proprio nel corso degli anni settanta abbia in qualche modo influito in modo determinante sull'impostazione del libro che sulla declinazioni dei temi e delle questioni trattate dall'autrice
Provo provo a chiarire meglio il il mio pensiero l'impressione generale che che ho tratto dalla lettura del libro che l'autrice abbia deciso di cimentarsi in questa sintesi della storia dell'antifascismo
Motivata non tanto dall'esigenza di entrare nel dibattito storiografico sul tema per discutere o ridiscutere periodizzazione in questioni o interpretazioni degli ultimi decenni
Mi sembra invece che vi siano in primo luogo altri ordini di motivi e mio individuati in particolare i due il primo che emerge esplicitamente dall'introduzione dettato da motivi culturali e politici contingenti e cioè dal problema avvertito dalla studiosa la cito che a distanza di quasi ottant'anni dalla fondazione della Repubblica Italiana democratica e antifascista il significato del termine antifascismo sembra aver perduto la sua dimensione storica in uso corrente troppo spesso in proprio
Il secondo motivo meno esplicito che a me correre a mio parere ha mosso l'autrice intraprendere questo lavoro ed è quello su cui mi soffermerò
E invece dettato mi sembra più da un'esigenza personale che l'autrice ha di fare il punto sul suo lungo il trentennale percorso di ricerche di riflessione sull'antifascismo
Di riallacciare i fili di quella riflessione che ha avuto un primo sbocco editoriale nel lontano mille novecentosettantatré con la pubblicazione del del volume su su Giovanni Amendola noi democratici all'opposizione l'Unione nazionale ventidue ventisei ma forse si potrebbe richiamare anche il precedente volume del del mille novecentosettantuno sul dopoguerra e fascismo in Puglia
Una riflessione che si è poi consolidata nei due fortunati volumi da terzi anni
Sull'Italia antifascista dal mille novecentoventidue al mille novecentoquaranta la lotta dei protagonisti un libro del mille novecentosettantasei ma dello stesso anno e il volume Marsilio su classe operaia e ceti e ceti medi relativo al
Dibattito sulle alleanze nella galassia socialista nel corso degli anni trenta del settantanove invece l'intervista Paolo Spriano no sulla storia del PC fino poi ad arrivare al volume sulla seconda guerra mondiale la Repubblica del mille novecento ottantuno
E infine all'altro importante studio del mille novecentonovantuno sull'opinione degli italiani sotto il regime mille novecentoventinove mille novecentoquarantatré uscito anch'esso per per la terza ecco dopo questo studio e più in generale a partire dagli anni novanta gli interessi di Simona Colarizi si spostano sull'Italia repubblicana e più in generale sulla storia del Novecento di cui conosciamo le significative sintesi
Di conseguenza come per molti versi inevitabile l'antifascismo neanche il fascismo sono passati in secondo piano nella riflessione nella produzione della studiosa sebbene non siano mancati alcuni sporadici e significativi interventi
Ora si è fatto cenno a questi studi e perché il libro
E presentiamo un perché presentiamo si basa prevalentemente sui risultati raggiunti durante quella stagione storiografica sia pure valutati in una nuova prospettiva e sotto lo stimolo di nuove esigenze di comprensione
In particolare e non mi sembra di fare un torto all'autrice se si individua nei suoi due preziosi volumi la terziari del mille novecentosettantasei quelli sull'Italia antifascista dal mille novecentoventidue al mille novecentoquaranta
Il nucleo decisivo centrale del volume che discutiamo oggi naturalmente arricchito e cronologicamente ampliato fino alla liberazione
Ma quel testo del settantasei intanto l'autrice mutua e rielabora una delle due chiavi di lettura del volume acque già fatto cenno e cioè quello della interdipendenza tra la storia dell'antifascismo e la storia del regime fascista
A metà degli anni Settanta si era nel pieno della revisione degli studi sulla sul fascismo tanto più come noto non mi soffermo dopo la pubblicazione del Milan nel mille novecentosettantaquattro del volume di Renzo Fedi De Felice su gli anni del del consenso e proprio nell'ambito di questi nuovi studi già nell'introduzione con il volume del settantasei Colarizi affermava
Cito le sue parole che l'effettivo ampliarsi dell'analisi sul fascismo arresto sempre più necessario affrontare nuovamente la tematica dell'antifascismo
Si trattava allora dimentico intuizione significativa che si inseriva nella necessità diffusamente avvertita di andare oltre la semplice storia dei partiti e delle organizzazioni antifasciste che fino ad allora aveva caratterizzato la storia dell'antifascismo
Su questo poi ci ci ritornerò
Fra la prima stagione della storiografia antifascista peraltro era dedica debitrice per gran parte delle sue ipotesi interpretative verso l'impianto critico elaborato dall'antifascismo militante da produzione storiografica che ne scaturiti fu in parte appiattita
Su un'ostinata identificazione della storia del fascismo con la memoria dell'antifascismo sono le parole di Lanaro nel nel suo volume nazione lavoro del mille novecento settantanove in quella fase si avvio di fatto una complessiva ridefinizione del problema del fascismo ma anche di conseguenza del rapporto tra l'antifascismo e la società italiana
In un saggio del mille novecentottanta Gian Pasquale Savona Santo Massimo parlò addirittura di angustia
Di una storia dell'antifascismo condotta come genere assestante che nella maggior parte dei casi tendeva a risolversi sono ancora le parole di Santo Massimo in Storia della continuità e discontinuità organizzative cospirativa dei gruppi antifascisti
Ciò che si contestava era ovviamente la visione statica del fascismo e dell'antifascismo intensi come due campi rigidamente separati
Da allora e credo schematicamente il il ripensamento sui sui caratteri e la natura del regime totalitario fascista che costrinse gli storici e confrontarsi con a la drammatici la drammatica modernità del regime col suo tentativo di fascisti Zare la società italiana diciamo questo ripensamento avuto delle dirette ricadute sulla stessa interpretazione dell'antifascismo
Emergono in questa in questa fase significativi frutti della storiografia sull'antifascismo e più in generale sull'opposizione
Al fascismo penso tra gli altri agli studi di Luisa Passerini su Torino operai fascismo con lady Victoria De Grazia sull'organizzazione del lavoro e dibattiti a più voci su colture popolari negli anni del fascismo
Alla alla Nale Feltrinelli del mille novecento ottantuno curato da Giulio Sapelli sulla classe operaia durante il fascismo ancora lavoro di Alberto De Bernardi sui sindacati operai è stato nell'Italia
Fascista del mille novecentonovantatré quale in parte di Giovanni De Luna sull'antifascismo nella società italiana quelli di Paul corner sull'opinione pubblica opinione popolare sotto il fascismo ma anche quelli più recenti di Santo peli sulla Resistenza infine di Leonardo Rapone quale che per il quale probabilmente in modo più sistematico di altri studiosi tra gli anni novanta e il primo decennio del nuovo secolo ha lavorato ad una ridefinizione concettuale del tema dell'antifascismo
Tutti studiosi e studi che hanno mostrato come fosse proprio il riconoscimento della natura del pro
E totalitario del fascismo spingere a non sottovalutare il significato e il valore politico delle manifestazioni di opposizioni
Ma le scelte del regime
E nonostante la rammenta gli età di questi studi che peraltro nel corso degli anni sono diventati sempre più più sporadici si sono raggiunti alcuni risultati e si sono sciolti alcuni nodi allora irrisolti ne segnalo schematicamente
Tre allora intanto non certo una una lettura dei fenomeni sociali e politici degli anni trenta al di fuori di quella che era l'antitesi consenso o dissenso e repressione ribellione scaturite come scrisse Nicola Gallerano nella seconda metà degli anni Ottanta da una griglia riduttiva della contrapposizione tutta politica fascismo antifascismo che aveva caratterizzato sia gli studi di Renzo De Felice sia la cultura dell'antifascismo
Di conseguenza ed è il secondo aspetto fascismo antifascismo non sono stati più recepiti come due campi separati ma come due momenti di un unico problema storiografico ossia quello relativo alla storia dalla Società italiana durante il fascismo
Infine di un terzo aspetto il terzo aspetto l'attenzione verso i comportamenti individuali di gruppo ha contribuito a spostare il focus della storiografia dall'élite alle masse dall'antifascismo agli antifascisti e il libro
Per ora discusso curato da Gianluca furbetti Andrea Ventura e in qualche modo una una comunissima dimostrazione ora il motivo di questa mia lunghe sia pur tematica digressione storiografica risiede nel fatto che la stessa Simona Colarizi si inserisce a pieno in questa previsione della storiografia sull'antifascismo non solo con il citato studio del mille novecentosettantasei ma anche e direi ancor più con l'altrettanto citato studio sull'opinione degli italiani sotto il regime del mille novecentonovantuno nel quale propone un'analisi del sentimento di opposizione al fascismo nell'ambito di una indagine più complessiva sull'opinione pubblico
Sull'opinione pubblica e sul rapporto potere società nel Paese
La stessa Colarizi nell'introduzione alla alla Resistenza lunga afferma a ragione la cito che la storia dell'antifascismo andrebbe letta come storia dei tanti soggetti antifascisti che hanno combattuto il regime fascista e individua tra questi soggetti non solo i partiti politici partiti antifascisti ma anche appunto lascito la moltitudine di anonimi antifascisti silenti dalle più diverse provenienze politiche sociali il cui antifascismo si esprime in un gesto in un insulto in una scritta sui muri in un atto sporadico di disobbedienza insomma sono ancora le parole di Colarizi
Un ricco terreno di analisi nel quale si sono rintracciate forme di dissenso precedentemente poco
Esplorate purtroppo però nel nel libro il tema rimane solo a questo stato di accenno e forse visti gli scopi e gli studi passati di Colarizi la sua competenza
Sul tema ci si sarebbe invece esposti aspettati uno spazio magari un capitolo che riprendesse anche le fila degli studi degli autori sopra citati e più centrati appunto
Sull'antifascismo letto proprio in connessione con la pervasività totalitaria del regime fascista che poi lo ripeto una delle chiavi di lettura del libro
Probabilmente il motivo della scelta
Di fare solo un un accenno al tema risiede anche nella difficoltà di tenere insieme questa chiave di lettura relativa alla interdipendenza tra fascismo e antifascismo con l'altra chiave di lettura del libro alla quale ho fatto cenno cioè la resistenza lunga che al contrario implica come spiega si spiega nel libro
Una lettura di lungo periodo di che cosa della storia della classe dirigente invece antifascista dea dato vita poi alla alla Repubblica e Colarizi lo spiega giustamente in questo modo
La legittimazione di quella classe dirigente sono le sue parole nasce da un dibattito sui futuri assetti democratici dello Stato che non può essere circoscritto al confronto aperto nel Comitato di liberazione nazionale
Dove si consolida l'unità politica degli antifascisti
Quel confronto poggia invece continua Colarizi su un ricco patrimonio di pensiero di riflessioni maturato dalle forze politiche dalle singole personalità dell'antifascismo che per anni si sono misurati su quale è stato far nascere dopo il fascismo
Ecco questa chiave di lettura della Resistenza lunga così intensa a differenza dell'altra chiave di lettura implica di per sé come ha fatto
Colarizi nel libro la necessità invece di dare prevalentemente centralità alla storia dei partiti e delle organizzazioni antifasciste mettendo quindi in subordine gli altri soggetti tanto più se non politicamente organizzati come ci spiega Colarizi l'antifascismo in Italia esprimeva anche il bisogno urgente diffuso di creare una base più ampia e profonda
Su cui poggiare la legittimità dello stato e da qui la presenza tra le sue fila di classe tradizioni politiche radicalmente diverse
Sul piano storiografico libro conferma credo ce ne sia bisogno la validità della tesi secondo cui l'antifascismo avuto una funzione storica nazionale ed è stato in grado di formare un personale politico capace di proporsi come un nuovo gruppo dirigente del Paese dopo la caduta del fascismo
Dal libro emerge chiaramente come nell'Italia del dopoguerra l'antifascismo costituì l'unico effettivo ter Reno ideale politico sul quale era possibile affrontare e risolvere il problema della costruzione del nuovo Stato
Dopo il crollo di quello monarchico liberale e di quello fascista
In questa prospettiva ciò che Colarizi pone al centro della sua ricostruzione e la complessa riflessione condotta dalle diverse famiglie politiche antifasciste intorno al tema della democrazia tra gli anni Venti e la metà degli anni Quaranta
Delineando anche i percorsi di avvicinamento alla democrazia di quelle culture politiche ad essa più distanti e di essa più diffidenti
Una riflessione che a partire dalla crisi dello Stato liberale si era mossa in molti in molte e anche controverse direzioni che convergevano però nell'aspirazione alla creazione di un nuovo spazio politico su quali riuscire a coniugare le vecchie libertà liberali con i nuovi diritti sociali
E questo è un tema il tema classico dire in quanto sin dagli anni Cinquanta la storia dell'antifascismo è stata intesa come storia dei partiti antifascisti non solo per l'effettiva capacità che queste organizzazioni ebbero di opporsi al fascismo
Ma anche perché la legittimità dei partiti al centro della scena politica repubblicana passava anche soprattutto dalla ricerca e dall'affermazione delle loro origini antifascista
In questo senso quella storiografia privilegiato le continuità tra antifascismo e democrazia repubblicana quasi che Luna fosse la predeterminata e lineare anticipazione dell'altra mettendo invece da parte gli aspetti più ambigui e compressi
Ambiguità e complessità che invece hanno trovato asilo nella storiografia prevalentemente a partire dal dagli anni ottanta e soprattutto dagli inizi dei Novanta quando non si è più posto il problema e la necessità di procurare titoli di legittimità antifascista ai parti
Penso in questo senso i convegni della prima metà degli anni Novanta che poi hanno dato frutto significativi volumi come dei dei costituzionale della Resistenza oppure antifascismo e Resistenza e ancora spostandoci
Ai primi anni due mila e il volume antifascismo identità europea anche su frutto di un convegno importante compendi convegno lo stesso lo stesso volume che si è discusso in questa mattina l'antifascismo dall'Aventino alla seconda guerra mondiale si inserisce in questa chiave interpretativa
Volumi che a differenza del del passato sostanzialmente evidenziano come l'approdo alla democrazia sia stato il frutto non preordinato di un processo di continuare rielaborazione teorica da parte delle diverse organizzazioni politiche nel corso del ventennio
Le quali tutte chi più chi meno dovette adattare l'idea di democrazia alle proprie culture politiche e tradizioni ideologica
Solo in questo rinnovato quadro e possibile reggere con più chiarezza le contraddizioni e i corto circuito individuati dalla stessa Colarizi all'interno delle diverse culture politiche sebbene Colarizi sembri sembri indugiare maggiormente
Sulle ambiguità sulle contraddizioni della cultura comunista
Dalla quale si delinea un approdo alla democrazia per lo più strumentale
All'opposto del Partito Comunista Italiano scrive infatti Colarizi
No forse in maniera eccessivamente semplificata l'acquisizione dei valori democratici per gli altri partiti antifascisti si iscrive invece nel ricco fermento culturale tra gli esiliati già a partire dalla seconda metà degli anni degli anni mentre
Mi avvio la verso la la conclusione sottolineando che probabilmente su alcune delle mancanze nelle scelte dei temi
Come inevitabile e di alcune delle questioni stilografiche interpretative che emergono dal libro ambient ucciso anche la scelta del della bibliografia che come spiega chiaramente Colarizi un punto di riferimento centrale prevalentemente nei classici
E cioè utilizzo le parole della studiosa
In quei testi che risalgono per lo più agli anni Sessanta e Settanta quando ha iniziato una vera e propria storiografia sul fascismo e che sono e che sono sempre le parole dell'autrice ancora oggi nessun ricercatore può ignorare nelle analisi storiche sull'antifascismo
Difficile ovviamente sostenere il contrario
Anche se come hanno sottolineato poiché gli studi successivi intimavano posso solo accennare
Relativamente al tempo della democrazia ecco quella della democrazia fu una scoperta
Fu una acquisizione nuova va in molti casi suscitata proprio dall'avvento del fascismo e che riguardo tutte le diverse culture politiche sia pure con accenti diversi e che in frigo compresse e controverse rielaborazioni teorica
Lo ha sottolineato prima Irene Piazzoni e anche Massimo Baioni nelle loro relazioni se così non fosse e lo rilevava Leonardo Rapone poco meno di un ventennio fa sarebbe difficile comprendere cito propone il bisogno di ricorrere ad aggettivazioni che precisi nel senso che la democrazia assume nell'orizzonte delle varie famiglie politiche democrazia liberale democrazia sociale cristiana progressiva nuova e così via
E anche sulla scelta di di intitolare
Il il primo il primo capitolo relativo al periodo mille novecentodiciotto ventidue la guerra civile penso che si sarebbe non fosse potuto tenere conto anche di di una serie di studi che quanto meno avrebbe Rom indotto
A problematiche salare la scelta di quella definizione per questo periodo
Ritenuta discutibile
Già da Claudio Pavone questo il termine che propone utilizza nessun otto Saggio storico sulla moralità della Resistenza ed è stato ancor più recentemente messa in discussione a mio giudizio in maniera convincente
Da una parte da Giulio Albanese dall'altra parte da Luca Baldessari
Un'occasione di recente convegno che si è tenuto a Roma nell'ottobre ormai non più recente nell'ottobre del mille nel del due mila nel d'ottobre del due mila ventidue non credo ci sia chi lo dice temo il tempo per per soffermarmi oltre se se non per dire che la lettura del libro come anche agli altri libri che si presentano oggi si rivelano ancora un'ottima occasione per ritornare su un tema ancora molto dibattuto e ricco di di stimoli grazie
E grazie anche a granata contro D'Alessandro per questa profondità lettura del volume di Simona Colarizi alla luce di una ricognizione di più ampio respiro non ha quindi sulla storiografia antifascismo dell'antifascismo
E però lei non creazione di alcuni nodi interpretativi che alcune questioni che ne emergono Islam materia di dibattito di discussione
Oggi pomeriggio noi adesso facciamo una pausa dei lavori iniziamo vale quindici la seconda parte del del del seminario
La condividiamo quindi appuntamento alle quindici decide il pubblico se ne per i partecipanti punto alla discussione le insomma questa c'è il pranzo quindi adesso insomma
Comunque il piano ci spostiamo un attimo grazie
Allora buongiorno buongiorno a tutti quelli qui
In aula e Panti sono collegati da da remoto
Che ringraziamo ancora per la loro presenza abbiamo tra l'altro alcuni Autori curatori
Esperti di queste tematiche quindi saluto saluto collettivo
Questa mattina abbiamo presentato quattro volumi come vi dicevo nel pomeriggio è prevista ora aveva Presentazione discussione del libero
Di Marco Bresciani che vedo con piacere il collegato da da casa saluto e a a seguito della presentazione che sarà fatta da Claudia baldoria la collega Claudio Bandoli
Per ci sarà spazio per per la discussione visti di tutte le questioni di tutti i temi dei volumi di altro insomma di tutti coloro di tutte le questioni che sono che sono emersi che ciascuno di voi vorrà fare emergere avremo ampio spazio per per discutere quindi mi fermo qui do la parola subito a Claudio Pandolfi
Grazie
E saluto Marco Brescianini
Di cui appunto parlerà orale del suo libro quale antifascismo che una storia di Giustizia e Libertà uscito nel due mila diciassette
E era già stato citato anche stamattina il suo altro intervento sempre sull'antifascismo nel volume nel due mila ventuno a cura di di Giulio Albanese
Ecco libro investe in realtà tante questioni che che riguarda naturalmente Giustizia e Libertà mamma non solo incerto c'è la specificità di di giustizia libertà la specifici al cita dovuta anche a a se non certo un uomo anziano a Parigi nel nell'agosto del ventinove e però con collegamento molto forte con anche con con l'Italia ecco
E quindi ci sono Rosselli Lussu Tarchiani a Parigi e ICI sul nuovo Rossi Bauer e altri rimasti in Italia
E e questi no questa complessità di trovarsi in esilio e un aspetto su cui parla molto bresciani poi ci torniamo all'esilio come laboratorio un aspetto poi venuto fuori anche stamattina
Trovarsi in esilio ma al tempo stesso c'è anche la lotta clandestina in Italia e e c'è l'interazione fra fra i due
Ecco l'impatto che ha questo questa complessità per esempio nelle prime interpretazioni del fascismo e capire i motivi della vittoria del fascismo quindi studiare il nemico il l'antifascismo puntini clandestino in Italia la scelta di emigrare
Molto complicata come come viene fuori bene nel libro
E e il ruolo appunto dell'esilio non solo politico ma il ruolo anche troppi intellettuale quote dell'esilio nel nel capire che cos'è il fascismo e come combatterlo
E ecco in tutto questo protagonista proprio la complessità sensazioni emozioni scelte certe diverso e chi e cambiamenti cambiamenti d'idea anche quindi al cambiamento ma anche continuità e i revisioni tormenti
Fra l'Antifascismo del ventiquattro ventisei
Quello dell'esilio
La Resistenza e poi il primo dopoguerra
Ecco una una questione che pongo così poi magari ci ci si torna ma fatta venuta fuori anche stamattina soprattutto quando ha parlato Leonardo D'Alessandro note
E la questione della lunga resistenza ecco possiamo parlare di un di una connessione fra questi momenti e come se eccome
E ecco parto dalla dall'ultima resistenza in Italia siamo siamo nel ventisei e siamo a Milano la città forse che resiste di più la città dove DDT viene viene fondato il Quarto Stato se l'ultimo dei dei giornali per i escono ancora uscire con con molte difficoltà ecco Quarto Stato vuol dire socialismo democrazia
E Repubblica quindi nel Quarto Stato troviamo alcuni aspetti che poi troviamo anche nella concentrazione antifascista questa collegamento Cianci anche Nenni nel Quarto Stato socialismo e Repubblica
E infatti poi dal ventinove il primo nucleo di Dean CL
E in contatto con il gruppo parigino da Milano poi negli anni Trenta invece pensi spostato Rino la capitale della resistenza clandestina
L'altra origine Gobetti
La la rivoluzione liberale anche spiega bresciane infine perché è vista come un partito non partito e c'è molto la polemica in CL rispetto ai partiti andare oltre i partiti
La la polemica che che ripropone per esempio anche Salvemini
Nella giornale la libertà che abbiamo visto state citato più volte stamattina giornale della concentrazione antifascista Salvemini del ventisette sulla libertà scrive
I partiti politici non bastano più Ibis vecchi partiti non bastano più e
Ecco quindi una spente questo delle il collegamento tra l'ultima resistenza e e poi il gruppo parigino
Ma ci ritornerò ancora su questo
Ecco forse l'inizio è è la fuga fuga dall'Italia di del di di questa esperienza la fuga è molto importante
E perché sì questa si coinvolge tante
Percezioni tante emozioni tanti ripensamenti dubbi cosa vuol dire fuggire dalla dall'Italia intanto la posizione del regime chiara chiaramente sine ventisei
Il regime non ancora messo in piedi il sistema repressivo che ci sarà poi dal ventisette nota ventisette in poi
E quindi tanti riescono a fuggire ma questo non vuol dire che il regime li lascia fuggire perché signori vi diamo i rapporti delle questure il le prefetture il ministero dell'Interno e dunque soprattutto riguardo alcuni alcuni antifascisti
è chiaro che che bisogna impedirgli di uscire sebbene non controllati i Cuccia focus groups cerca di controllare i confini le coste e i ci sono tantissimi
Telegrammi a riguardo che arrivano alle alle prefetture e di e poi anche punizioni inchieste disciplinari nei confronti di alcuni luoghi di di le autorità di alcuni luoghi di frontiera da cui per esempio a Savona quello la fuga di di Turati poi si si inizia una un procedimento disciplinare nei confronti delle autorità di di Savona per esempio ecco
L'altra casa di Turati era piantonata ecco comunque alcuni di loro riescono a ad uscire e quindi col qui c'è anche la la tuo avventuroso
Della fuga sono furbe pericolose
E e molto bella la descrizione che si trova di questi degli arrivi sulla libertà
Arriva Turati a a prima a Nizza
E poi in treno a Parigi sia a Nizza che a Parigi gruppo di connazionali gli antifascisti locali nonché gli italiani ma anche francesi che lo aspettano
I giornalisti fotografi certo poi uno come Turati fa una propaganda che che che danneggia regime naturalmente ne parlano tutti i giornali francesi però ci sono molti dibattiti fra gli antifascisti uscire o non uscire e qui bresciani ruolo lo dice Porro uscito una parola sprezzante chiuse al regime
Fuoruscito che cosa vuol dire molti anche le caroselli Dovito uno come un tradimento è una resa il che non bisognava acquisire una mentalità da fuoriusciti ecco un ci sono dibattiti proprio tra di loro a un certo punto Nenni passa da Torino incontrato Giuseppe Romita socialista il quale dice no bisogna stare in Italia e ci sono scelte diverse che chiede che vengono prese e però si rende evidente che è necessario che alcuni questo questo è d'accordò che Rosselli che ha che infatti poi mette in piedi una rete di Vespa Tringali inoltre lui anche che organizza la fuga di Turati e con la necessità che le figure principali dell'opposizione siamo Sunnyvale possono continuare la propaganda antifascista quindi quindi dell'immigrazione è una necessità contingente dice Rosselli che ha senso però solo se collegata alla cospirazione in patria ecco questa questione fondamentale per Rosetti
E anche perché si sente subito il timore di di quello che un po'ha succederà cioè di una divaricazione fra il modo in cui fascismo e visto e vissuto all'estero e in Italia
E a esuli tendevano a volte a sottovalutare
I legami qui sul spiega appunto il volume i legami sempre più saldi fra fascismo e Società italiana
Dei all'estero è difficile capire quanto siano forti questi legami soprattutto dagli anni treni gli anni Trenta no
E e invece no fra i militanti in Italia era chiara la questa percezione non della difficoltà del lavoro clandestino era molto più evidente la solidità della dittatura rispetto a chi stava all'estero
Sicuramente fino al ventotto la libertà vedi un po'al fascismo come
Sì come transitorio come sta per finire va be'questo o prima rappresenti in italiano sì in tutto il periodo più Intimiano
Ma adesso sta per crollare notti e poi e poi appunto non succede mai
E questo va avanti e un po'di più tra agli esuli all'estero pensiamo addirittura con la guerra d'Etiopia hanno che chi molti esuli pensano va be'adesso Italia addirittura magari viene sconfitta che il regime crollano ci sono tutte queste aspettative coi lì no lì si realizza che il regime si è rafforzato ancora di più però ecco la questa percezione in Italia viene sicuramente prima
Come i spiega beni questo volume
Ecco dicevo prima l'idea di della necessità di un fascino di un antifascismo nuovo che superi i vecchi partiti questa è una questione importante per per giustizia libertà c'è anche una questione generazionale
Perché molti sono giovani già nel ventisei quelli che che che iniziano questa polemica nel ventisei con il Quarto Stato uno
In realtà no anche all'interno della della coalizione dell'Aventino cifre generazioni molto diverso e non è che sono abbondanti vecchi anzi ci sono i quarantenni eccetera
Così come ce li sessantenni cioè con l'Aventino mette insieme diverse generazioni
I questa nuova generazione che che fa parte di che poi mette in piedi giustizia libertà in un certo senso comunque condivide anche con gli antifascisti più vecchi DC alcuna disponibilità a sacrificare il presente per il futuro cioè disponibilità a a guardare al futuro e sacrificare la propria perché ed essere antifascisti in quel momento naturalmente vuole dire proprio a vita privata non non esisteva più ecco
Qui voglio aggiungere se posso una una
Lettura breve dal Quarto Stato del ventisei che che una rivista che è usata anche da da bresciani
E ecco un articolo in cui sono incappata siamo nel ventisei giugno il ventisei giugno del ventisei
E scrive Carlo Rosselli
Critico verso la quella che lui chiama la mentalità
Aventiniana
Che non solo è sconfitta ormai che ha la sconfitta era era fuori dubbio l'anche dannosa perché finiva per impedire scrive Rosselli ogni opera positiva ogni azione politica
Però non è che Rosselli fosse sempre stato critico dell'Aventino i suoi giudizi era negativo solo per quello che aveva significato l'Aventino dopo il tre di gennaio
Nel venticinque dopo il discorso di Mussolini del tre di gennaio perché fino a quel momento scrive scrive Rosselli che le forze di opposizione erano state numerose e multicolori con un po'programma che poteva essere soltanto un minimo
Comune di Mimun denominatore sì abbiam parlato indistinto che stamattina queste di del del minimo che doveva unire tutto l'antifascismo no
E che quindi giustificava questo minimo comune di denominatori giustificava le rinunce dei socialisti rispetto alla questione sociale per accordarsi anche con impartiti più conservatori
All'interno della coalizione dei dei repubblicani nei confronti dei costituzionali presenti nella nella coalizione
Ma oggi c'è scrive Rosselli oggi che significato avrebbe il programma cioè non programma ad Intini hanno per una lotta che con la precedente nulla che vende poco di comune
Quindi la percezione del ventisei che la lotta fino al venticinque era una cosa e adesso non c'è più niente in comune con la lotta fino al venticinque un altra cosa
E dette a qui che i vecchi partiti non servono più
E qui cito dal libro a pagina quarantaquattro
Frutto della sua esperienza diretta tra il venticinque e ventisei quando il regime aveva compiuto la prima svolta totalitaria
La cospirazione rispondeva all'esigenza di porre l'antagonismo tra fascismo e antifascismo sul terreno della lotta organizzata eventualmente armata quindi questo è un un altro passaggio
La il pacifismo
La la non violenza come e uno dei di fondamenti dell'idea di democrazia ecco adesso una nuova fase Seat la lotta può essere armata
Non il tirannicidio il tirannicidio
Inutile è inutile perché e il il fascismo e autobiografia della nazione non è che si toglie Mussolini essere risolviamo qualcosa
Qui già troppi già le pagine di un'altra rivista milanese la ventiquattro e venticinque il caffè
Su cui scrivono alcuni di quelli che poi che poi saranno anche in CL no quel Ferruccio Parri che
Rivolge siamo nell'aprile del venticinque rivolge un appello all'Aventino dalle pagine del caffè a non sperare che la crisi potesse risolversi grazie
Un miracolo dice ho la capacità taumaturgiche dei vecchi notabili e scrive noi non siamo di quelli che sperano nel luglio c'era perché SINCERT Mussolini avessi soffre di ulcera
Poi Salandra
Allo stesso modo sia nel venticinque siamo vince a Firenze il non mollare la rivista fondata da Salvemini i suoi allievi non c'erano anche Rosselli diceva ieri tra quantità
E si augurano vivamente che Mussolini guarisca
Guadagnarsi con le sue forze la libertà e la dignità di popolo civile
Quindi se il fascismo fosse finito senza una lotta di liberazione
L'esperienza sarebbe stato inutile
Il Duce doveva vivere
Doveva vedere scrivono vedere abbattuto per volontà di popolo il catafalco di delitti da lui creato doveva trascinare nell'ergastolo la catena al piede
E e qui c'è un un linguaggio che che poi spiega anche che bresciani
Nel linguaggio di di GL giovanilistico e Palin genetico lo troviamo che nel non mollare questo linguaggio più quindi un questa fase venticinque ventisei no
In cui tra l'altro
Fa notare bresciani e che già la cultura interventista democratica
E anche del combattenti ISMU che fa parte di e la cultura di di alcuni appartenenti a poi a Giustizia e Libertà
Qui
Anche anche Nicola Del Corno noi medici mi parlava su qualche appunto su quello che diceva anche Nicola Del Corno stamattina
Ecco il discorso del di croce fa il discorso del fascismo come parentesi nel quarantaquattro ripeta l'ONU stesso discorso fa anche non mollare il venticinque
E tratto dice fascismo a un esercito di occupazione
E e poi da lì questo dibattito si arricchisce naturalmente Cuneo con l'esilio voi ecco cambia molto la la questione e
E e linguaggi diventa sempre più appunto
Sempre più forte sempre più anche vicino qui c'è una un'altra pagina interessante di bresciani
Pagina ventitré da cui volevo leggervi qualche qualche vincano dice le biografie politiche dei giellisti di questa generazione erano Kostabi di per certi versi e almeno per un tratto
A quelle di non pochi fascisti della prima ora la lontana ascendenza risorgimentale o comunque la lealtà all'album di famiglia mazziniano
L'adesione al mito di una nuova rivoluzione nazionale la passione interventista militante l'avversione per il massimalismo socialista
E e quindi arriva una versione intransigente di antifascismo
E fa sì che in alcuni casi
Però si si tratti di persone come anche arresto Rossi Max Pascoli che sono esposti alla tentazione fascista come rivolta generazionale
E e su questo parlava anche anche da Alessandro a stamattina sulla ibridazioni e e che noi c'è questa staticità fascismo antifascismo da questo punto di vista ecco in alcuni casi per un breve tratto ecco e questo che fare di nuovo anche con la questione generazionale per la sua quindi anche su come si interpreta il fascismo e con quali linguaggio
E
E la necessità anche più l'antifascismo che trascendenza e qui cito ancora da dal volume trascendente la propria dimensione puramente negativa
E perché quello che vogliono fare che vuole fare questa nuova generazione di antifascisti anche guardare al futuro non solo
Parlar male del fascismo
Che è una cosa che si che si faceva
Seminudo come minimo dal ventiquattro perché si guardi pensiamo per esempio alle elezioni del mille novecentoventiquattro sono tutte sul fascismo cioè gli antifascisti parlo solo del fascismo la violenza del fascismo cioè non c'è una prospettiva futura
E o per ovvi motivi dorati anche di dell'ICI Ukip circostanze
E e qui si dice basta adesso dobbiamo pensare anche al futuro
Poi con l'influenza anche dei dibattiti in esilio al futuro dell'Europa non solo dell'Italia e e comunque pensare al post fascismo
Il futuro dell'Europa e che si diceva che questa mattina
L'antifascismo è prodotto dal dal fascismo
Ma non solo nel sentite sta macchina no cioè la cultura risorgimentale anarchica del del quarantotto dodici rifluire esatto
E ecco quindi andare oltre
La questione di contrapporsi al fascismo possiamo fare di più di più di quello che guardare al al futuro e attingere a una cultura nostra antifascista che esisteva anche prima
Quelli nel caso di di GM c'è anche come spiega bresciani
Il rapporto fra liberalismo e socialismo
Che Chisso che sono legati scrivi da un organico e reciproco rapporto
Quindi nella cultura antifascista di una parte con le
I del del dell'antifascismo
Principio della sovranità popolare del sistema rappresentativo rispetto dei diritti delle minoranze rifiuto del ricorso alla violenza idea di patto di civiltà qui nuovo la questione del del minimo comune denominatore abbiam visto quanti antifascisti se erano e anche poi la questione comunista problematica poi poi torno che su quella
E ecco quindi comunque l'aspetto con che continua mi pare stia perché il tentativo e la disponibilità e da parte di di molti antifascisti di trovare un terreno di incontro comune contro il fascismo
E qua anche c'è c'è anche l'eredità dell'Aventino uno da questo punto di vista e verso il fascismo invece ovviamente intransigenza e rifiuto di ogni compromesso questo vulcano in tutta la stampa antifascista
Ecco l'esilio come laboratorio che se un altra a parte importanti nel nel volume
Poi non non non parlerò di tutto il volume perché ci vorrebbe molto più tempo scelto fu tutta una selezione del parti che Miss
Piacevano di più a me ecco
Ecco qui ci possiamo carico legare a quanto si diceva stamattina rispetto al libro di ventotto a cura di Ventura e furbetti all'intervento di di Camurri no
Dell'importanza dell'esilio
Ecco tra le iniziative dei fuorusciti naturalmente centrale la concentrazione antifascista appunto anche la locandina di questo convegno che sul loro giornale
E comprende i i due partiti socialisti repubblicani la CGIL e la lega Italian dei diritti dell'uomo che era già stata creata nel ventidue
E e e quindi si ricompattano con una specie di di nuovo Aventino parziale per Lissone popolarismo non esattamente Quintino però con una parte si ritrova lì e e all'interno ci sono diversi aventiniana Nino come Turati Treves per esempio
Ecco la concentrazione doveva quindi servire come da collante per la lotta al fascismo da da parigino
Senza naturalmente i comunisti ma i comunisti sono sono coerenti come la loro critica l'Aventino la stessa critica che fanno la concentrazione non aderiscono vale ventinove hanno aderito all'inizio a questi erano si erano tolti ma perché naturalmente considerano che il partito del proletariato avrebbe dovuto o rivestire un un ruolo egemonico su tutto l'antifascismo no
E col ma anche per Giustizia e Libertà realtà poi nel dal ventinove una
A cui ci ha il fascismo sì rappresentava per UGL quel trionfo della
Del dell'irrazionali della barbarie no come
In base appunto scorso della criteri l'autobiografia della nazione
Ma non era solo spiegabile con con con Nesta e nera spiegabile solo con motivazioni di classe ed economiche come invece facevano i comunisti e quindi c'è tutto un dibattito sulla natura del fascismo all'estero che mostra proprio l'importanza dell'esilio nella nell'antifascismo anche da un punto di vista intellettuale qui ci son tanti i lavori anche datati no che l'hanno sottolineato Santi Fedele per chi altri
Ecco in questo volume si parla di esilio come con il tempo una fondamentale esperienza di revisione e formazione dei percorsi politici
E intellettuali
Lei giellisti si parla di stimoli estranei alle culture politiche nazionali
Sì perché in esilio
Si incontrano anche dopo il trentatré naturalmente gli esuli che arrivano dalla dalla Germania ma a Parigi ci sono un po'tutti i paesi ci sono si discute gli esempi discute anche della crisi dell'Europa della democrazia europea ci si si fa oltre l'Italia ecco qui
Non so se c'è una se questo è un
Sì se nello stesso momento i fascisti e gli antifascisti si rendono conto che il fascismo non è solo italiano
Alla sicuramente dopo quando la Germania diventa nazista questo è chiaro
Però come e abbiamo visto anche se stamattina il fascismo e realtà già dalla marcia su Roma si vede dice ci viene copiato all'estero
Ecco
Quindi forse c'è un senso di
Ieri transnazionalità terreni fascisti che in realtà lasci subito
Mentre
Tra gli antifascisti in esilio sembra sempre che insomma fino appunto quando non la Libia Germania diventa nazista che si si tratti di un fenomeno soprattutto italiano ecco qui però
Ecco questo cambia appunto negli anni Trenta
E però ecco non so sicura avuto lì questa questione
Perché
Perché è all'estero si inizia già a parlare appunto di crisi della civiltà occidentale non soltanto una crisi italiano ecco e naturalmente c'è Spengler il declino quesito alle il tramonto l'Occidente esatto e ci sono per esempio il web disse nobile tristi vestitini web scrive che vanno a Mosca e ci ci son tutti qui in viaggi a Mosca dei non comunisti che vengono convinti che insomma né che diventano comunisti però che tornano pensando che in effetti però ecco considerata la crisi l'Occidente qualche che forse la ancora naturalmente c'è c'è Salvemini Scenes infuriava su questo discorso perché c'è la stessa cosa di quando gli americani vanno in visita a in Italia e intorno pensando che che i treni funziona nuovamente orario che funziona tutto bene ma certo perché chi vai a fare il viaggio non sa la lingua di quel Paese
E c'è uno scambio molto bello a Parigi fra Salvemini Guido Miglioli qui Salvemini proprio si infuria corpo Miglioli che invece tutto preso a quello cattolico tutto preso dalla
La l'utopia sovietica ecco
Ecco quindi questa una questione non solo italiana i che viene dibattuta non solo in Italia e non solo in Francia ecco
Ecco non basta yuppie discorso dell'agonia del capitalismo no ventilata dai dai comunisti ma quello che
Qui si discute anche la crisi è complessa
è complessa perché risultano intaccati
I valori
Era anche una questione morale
Questo viene fuori bene dal dato dal dibattito osserva cito di nuovo dal libro L'esilio nella capitale francese consentì al gruppo dirigente di GM di osservare da vicino una società è una cultura
Sempre più assillante da un sentimento di declino
Dal quindi Trino morale di valori e qui pure cella l'eredità dell'Aventino la questione morale
Che che si trasmette alla
All'antifascismo in esilio
E in esilio si sviluppa molto anche la questione del rapporto con l'alleanza dell'alleanza con i comunisti il giudizio verso l'Unione Sovietica che che cambiano
Perché per Gelli e naturalmente c'è il rifiuto di della dittatura di una classe con gli eredi dello statalismo staliniano
Però le la rivoluzione diciassette la terra ai contadini
Stavano Pellini appunto a Parigi sono influenza incrociate no
Tanto Ancelotti gli anarchici
Una figura gigantesca esilio parigino Camillo Berneri anche però nelle varie per Rihanna anche coma partecipa alla vita del di di dell'antifascismo democratico
Ecco figura molto integrata nella nell'immigrazione parigina
E tutta questa questione si complica si vede Zerbini anch'qui da questo volume con i fronti popolari nel trentaquattro al trentaquattro in poi con la Spagna naturalmente nel sentito
Non
Ripeto cose sulla storia della guerra di Spagna che sono già venute fuori stamattina e
è poco prima del del suo assassinio Carlo Rosselli aveva scritto alcuni articoli di cui parla libro di bresciani
Alcuni articoli molto importanti su sul giornale giustizia libertà era una serie intitolata per l'unificazione politica del proletariato italiano
Dove dice che il proletariato appare l'unica classe in grado di sovvertire istituzioni i valori
Un poco i ritroviamo soppressione anche già torniamo indietro al Quarto Stato di nuovo nel ventisei due il proletariato era la classe per
I cui interenti non potevano coincidere con quelli del fascismo quindi
Stone tutte queste continuità non
Che la libertà per esempio dopo il discorso famoso dell'Ascensione di di di Mussolini
Nel maggio del ventisette
E a un certo punto Mussolini dice che si sindacati vanno bene eccetera però c'è una parte del popolo italiano che il proletariato industriale che assenti
E e qui la libertà ci lavora molto a avete visto anche il proletariato industriale non ecco quello non non diventa fascista
In realtà Salvemini invece si era molto risentito su questa cosa dei aveva scritto a Rosselli dar Warden
Dicendo che questa pretesa di lavorare a servizio della sola classe proletaria è stata la rovina dei socialisti i quali si sono trovati di fronte il blocco delle altre classi
Qui siamo nell'aprile trentaquattro quindi sono a questione molto dibattuta questa della nella classe del proletariato e alla fine prima di di venire assassinato appunto Rosselli Cicci torna intorno su questa questione
Ieri quindi è una questione che appunto non nasce lì nobile mi succede fin viene ripresa se non come minimo dal ventisei ma anche prima naturalmente in poi
Però sicuramente si rinforza con i fronti popolari e con la guerra di Spagna
E il problema è anche che a questa altezza del trentasette trentotto l'unico polo
Geo politico
Che che
Insomma critiche
Antifascista pare intere l'Unione Sovietica
E malgrado i processi malgrado quello che succede a Barcellona nel trentasette viene ammazzato anch'Camillo Berneri dagli stalinisti e che cosa si dice a Parigi
Non si dice niente ci almeno io non ho altro se qualcuno ha trovato qualche cosa nel scritta dagli antifascisti inverni ieri a Parigi dopo
Ecco e tutto cambia poi con il naturalmente quel patto Ribbentrop Molotov perché a quel punto va be'anche pensiamo all'unione Popolare Italiana
Che chiara sostanzialmente comunisti tanto ero non solo ecco era fondata da
Un personaggio molto
Sui generis come Romano Cocchi che viene dal mondo cattolico era uno dei all'interno delle che Bianca Tunioli ecco poi diventa comunista ecco è a Parigi da comunista ecco fonda l'Unione popolare italiana che che quelli esce a ad avviare e un grande seguito tra gli antifascisti in Francia
Ecco con il patto Ribbentrop morto offre e anche l'Unione popolare passa si stacca da
Dall'Unione Sovietica dal comunismo ecco riesca sul sul suo giornale scrive chiaramente in cui adesso siamo con i francesi
Se se possiamo se c'è la guerra Winter uguale a quella Francia che la terra della libertà che ci ha dato la possibilità di vivere tutti questi anni ecco e quindi c'è uno sganciamento anche militanti comunisti a quel punto
E
Ecco quindi molte azioni di cui si parlava anche stamattina mutazioni dell'antifascismo in base anche agli sviluppi internazionali
E i agli eventi internazionale
Concludo con una considerazione sulla memoria
Bresciani scrive
Cita Rusconi e poi dell'una e ribelli
CL non come fallimento come aveva scritto Rusconi ma come sconfitta
Per una Revelli
Ecco
Mi chiedo allora la la questione sulle ereditano quale eredità lascia Giustizia e Libertà sconfitta ma che cosa lascia e e qui ritorno anche al discorso che faceva Leonardo D'Alessandro sul libro di Simona Colarizi sulla resiste sul concetto di resistenza lunga e in a un certo punto il
Non ho Colarizi scrive che realtà non è che il CIPE ha un filo diretto
Necessariamente tra il prima
L'antifascismo Moro in Italia chi scientemente esilio la resistenza
C'è ma il cui testo è diverso
Perché è perché naturalmente nel caso della Resistenza c'è una guerra civile tutte le due parti sono armate in un contesto molto diverso no
E c'è l'alleanza con i comunisti
Prima in tutte le cure del Periodo invece non citati tranne pronti popolari ma come
è una questione anzi ci sono capi comunisti al centro che vogliono questa alleanza ricco e però c'è un'eredità nei valori attorno alla questione morale al segni di valori condivisi che
Questa sì la possiamo vedere dal
Antifascismo del primo dopoguerra l'Aventino al Quarto Stato Martinat le riviste acqua e CL
L'esilio la resistenza
I che dei valori che poi si trasmettono al primo dopoguerra
Indi quindi prima di tutto democrazia il rifiuto della violenza
Naturalmente il appunto anche qui la resistenza
è un quel testo diverso offre e però della disponibilità al compromesso questo c'è nella Resistenza che quindi la disponibilità al compromesso che arriva al sì al al dopoguerra e che
E viene anche dall'esperienza della della Resistenza
Confermo qua
Allora grazie anche Claudia per quest'analisi del del libro di di Marco Bresciani su ma formazione importantissima come come giustizia e libertà che sette poi prende corpo negli anni della Resistenza con il con il Partito d'Azione
E che è una di quelle anni meno dell'antifascismo anche con con tensioni e conflitti interni come peraltro stamattina ci ricordava anche Nicola Del Corno
Adesso abbiamo un po'di tempo per il dibattito io chiederei a Simona Colarizi che che ringraziamo Santo di della sua presenza appunto siamo molto contenti di aver con noi per per il libro che che ha scritto per le questioni che che il libro ha posto insieme ovviamente a tutti gli altri studi crea quarantotto in questi in questi anni quindi pentito pentito subito qui a sedersi diretto proprio
Allora quello che voglio intanto ringraziare chi ha organizzato questo bellissimo confronto primo
è un confronto organizzato molto bene anche perché dava dà anche il tempo TTT di un minimo di discussione e i temi di stamattina beh sono stati estremamente interessanti
Io devo ringraziare poi ovviamente D'Alessandro
Che
Ha letto con tanta attenzione il mio libro e e direi che ha ha ha discusso tesi alcune condivise altre non condivise come deve essere va discusso quindi grazie ad Alessandro Grazie Leonardo City posso chiamarli così
Dunque ovviamente io dirò pochissime cose uno è in un certo senso da Alessandro ha giustamente detto
Che io sono di un'altra stagione o non entro mai perché io con mai discusso la la Diana all'ala radicale l'anagrafe c'è ho sempre detto qual è la mia età in ogni libro e quindi purtroppo o fortunatamente che sono ancora qui a discutere
è il frutto di un'altra stagione ma i conti con quella stagione dovevano essere fatti anche oggi
Nel senso che se se posso visto che sono stati citati anche dei miei libri molto antichi
Probabilmente anzi sicuramente voi non sapete qual era il last il clima storiografico il clima del confronto accesissimo
Perché quando io ho cominciato a scrivere occuparvi di fascismo e di antifascismo
Erano passati solo meno un pochino più di vent'anni dalla caduta del fascismo da adesso stiamo più fresco
Abbiamo celebrato per così dire il centenario della marcia su Roma è quindi pensate che un un la persona Coco giovane come me affrontava questa stagione venga affrontata in un clima storiografico che era un clima storiografico è un dibattito storiografico
Quale voi non avete mai conosciuto
Cioè veramente il discorso politico civile
Investiva pienamente la storiografia se non non non ci ricordiamo questo perdiamo quasi un pezzo di quello che è stato per il dibattito tu storiografico
Ovviamente era un dibattito storiografico centrato sui partiti però io vorrei ricordare a chi in un certo senso
Però non è una critica va dice bene basta con la storiografia sui partiti la Resistenza è stata anche altro sicuramente
Certo che c'è stato anche altro
Però non potete non ricordare che quando ancora oggi si parla delle basi antifasciste della della nostra Italia e della Costituzione antifascista i protagonisti politici per il quarantacinque quando praticamente inizia la storiografia sul fascismo e sull'antifascismo anche se dobbiamo ricordarci che c'è una storiografia
Chiara durante il fascismo perché basta pensare scusate a un libro che veramente io invito a rileggere che è il libro di tasca Nascita e avvento del fascismo
Si devono leggere questi vecchi libri e anche la storia dei dieci anni di Nenni in cui lei mi faceva già l'autocritica di quello che era stata la non comprensione di quello che era il fascismo
E e tra l'altro mi dispiace che non è mai stato citato nel vostro dibattito un libro che invece abbastanza recente e il che è stato fatto il palco e curato da Emilio Gentile in cui si vanno a ricercare tutte le interpretazioni del fascismo di allora sulla base del di quella che è la tesi fondamentale di Emilio Gentile può essere condiviso non condivisa di un fascismo totalitario
Detto questo ritornando momento alle polemiche storiografiche degli anni che e in cui io ho cominciato affari miei primi tassi
E beh guardate che il discorso della perché io ho rifatto questo il dato va be'l'ho rifatto perché ci sono due ragioni uno che quegli sconti con quella storiografia a mio avviso non sono ancora stati fatti fino in fondo e adesso ti dico per quali ragioni
Secondo luogo perché ovviamente siccome la mia
Diciamo le mie scelte tenti ad g percorrere la strada dei della professione degli storici del degli studi storici sono sempre stati uniti a un impegno civile e anche politico vivamente
Perché io penso che è difficile che uno storico non faccia storia senza avere una forte motivazione civile ovviamente in questi ultimi anni in cui è tutto ritornato nel sul discorso politico dell'antifascismo
E questo non solo dal governo Meloni ma già da prima
Con rate che i conti del dunque dopo il novantadue novantaquattro sono stati durissimi beh ed è chiaro che a questo punto venivo proprio tirata
Per riprendere in mano le indica il discorso sull'antifascismo proprio tirata per i capelli Oltretevere Emilio Gentile che mi tirava per i capelli perché diceva ti devi confrontare fascismo scusate antifascismo fascismo totalitario perché questa era la sua tesi voleva voleva soci conosciamo ovviamente come sapete da una vita
Allora quando nel settanta box ottantasei erano settanta album Rodolfo dalla storia la la i i due volumi lire al terzo a spasso per la sul altalenanti fascismo dunque in quel periodo io avevo scritto questo libro non non faccio nomi
Però su Repubblica uscì una bellissima recensione di uno storico mi mi più o meno mio qualità ecco che diceva fatta era una percezione critica ma cantina
La Colarizi s'inventa l'antifascismo democratico
In quel periodo io non solo ero molto amica di Paolo Spriano
Veramente ci voleva molto bene ma ero anche amica di Giorgio avendole
Allora Giorgio Amendola e io questo nel mio libro lo cito il Trullo saprai perché l'hai letto dotato del futuro ma vi prego ma ecco già temi del tutto ma diciamo il professor D'Alessandro lo Cirillo lo ha letto sicuramente
Io continua a citare una cosa che ha ad Amendola non ho mai perdonato anche luglio ero molto simpatico eravamo amici discutevamo come come pazzi
E non è un certo punto scrive nella intervista sul tu antifascista un proprio fatto l'Intervista sull'antifascismo scrive che però poi in AN e il Turati con quella gente lì che cos'era poi suo antifascismo delle belle chiacchiere stavano lì nei caffè di Montparnasse
A discutere
Pene a fare chiacchiere sul passato
Erano solo dei testimoni
Beh questi conti con la storiografia comunista scusami D'Alessandro bisogna farli fino in fondo ed è una storiografia che ha dominato gli studi sull'antifascismo per molti anni
E e e invece è e questo cioè bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare
Lungi da me per dire che nel carcere erano piene di comunisti punto più di altri no
Però vi è stata fatta recentemente la domanda ma allora e e comunisti ma lottavano veramente contro il fascismo
Lo stavano veramente per la libertà
Visto che per loro
I socialisti
Non ti dico non dico gli altri che proprio erano scoop solo tende dei capitalisti borghesi ma i socialisti era no e sociale fascisti cioè peggio
Peggio dei fascisti
Perché per tre anni erano i traditori del proletariato ora questo questa è la dottrina esso socia al fascismo noi non la possiamo circoscrivere al ventisei o al trentatré
Perché sappiamo anche quali sono state le conseguenze di questa dottrina basta vedere la storia tedesca per esempio ecco
Ma
Sappiamo anche quali sono stati diciamo
La continuità dei del sociale il fascismo
Anche delle anche nel dopoguerra sapete nel secondo dopoguerra
Allora diciamo questi conti vanno fatti cosa ho risposto io alla domanda ma allora tu dici che i comunisti non sono degli antifascisti così solo che qual era
I loro antifascismo la lotta contro fascismo in quanto dittatura del prete di quarto
Liuzzi lottava per la libertà per arrivare alla dittatura del proletariato
Scusate il discorso sulla democrazia e con questo non non vuoti o forse la polemica anticomunista lombarde importa assolutamente niente sto facendo una polemica storiografica
è una polemica storiografica
Diciamo la lotta dei comunisti infatti non sono mai stati insieme sì l'epoca dei fronti popolari
L'epoca dei fronti popolari è determinata sempre da che cosa io tutta stamattina non ho ancora sentito una cosa
L'antifascismo
E il fascismo vanno collocati nella cornice delle potenze dell'Inter Vitawell o che succede nel mondo
Perché tutto se no non capiamo assolutamente niente
Cioè quanto si salda la quando finalmente abbiamo il fronte antifascista impertinente
I comunisti accettano la democrazia che non è nella loro ideologia
Accettato nel mille novecentoquarantuno serpente prima no e la guerra di Spagna nella dimostrazione e questo per chiudere però con la polemica dei comunisti però disponibili sogna riflettere su questo
Cioè la lotta contro il fascismo è sicuramente una lotta per la libertà cioè per la rivoluzione
E questo viene detto fino alla fine poi non voglio entrare nelle carte della svolta di Salerno
Tratto gli atti Stalin e chi è che ha dettato la linea ma ecco questo è importante importante perché il fa punto Gallo
Per il peso che ha avuto il Partito comunista nella storia d'Italia ed è qui che vi interessa il discorso
Perché se noi noi dobbiamo rileggere in un certo senso diciamo le invasi della Costituzione le basi dello Stato democratico in cui ancora per fortuna speriamo di vivere
Sono le stesse basi costituzionali democratiche di questo Stato
Certo è uno Stato in cui la democrazia diventa anche una democrazia sociale in cui terranno elementi di socialismo
è però se andiamo a vedere che chi appalto
Materialmente gli articoli della Costituzione e non ci fermiamo solo all'incipit della Costituzione sono tutti diciamo
Giellisti azionisti socialdemocratici perché anche i socialisti poi a farla no e per arrivare a questo vecchi liberali
E sono loro che l'hanno scritta
E lo sappiamo bene perché li conosciamo
E sono loro quelli che sono rimasti in cattedra
Durante gli anni del fascismo perché questo consigliata a Togliatti Marchesi andò tanto gli atti a dire ma io devo giurare o no dice per carità giurava tanto che ti importa
E per carità diceva Croce a Einaudi giura che t'importa se no lasciamo intera generazione senza che non abbia che non ha dei maestri
Ecco forse bisogna pensarle a queste cose
Allora però
Che cosa succede nel dopoguerra
Che sono i rappresentanti del dopoguerra che costruiscono e che i governi hanno questo Paese bene male forse male poi intorno questi sono altri tipo di giudizi
A me e poi mai interessato molto la storia del dopoguerra
Sono Gasperi Piera De Gasperi Degasperi era il segretario del Partito popolare cioè per i cattolici può dopoché Sturzo è stato mandati in esilio
Quindi è dura tutti vent'anni di questa lunga resistenza
L'altro è naturalmente Togliatti
I due da nessuno dei due partiti maggiori del sistema
Due partiti che hanno nel settantasei il settantacinque per cento dei voti degli italiani denso ma noi siamo vissuti in un bipolarismo e la storiografia non poteva non tener conto di questo
E i comunisti avevano tutto il bisogno di legittimarsi e nella Resistenza giustamente trovano la legittimazione perché io posso arrivare anche a dire che la resistenza e questo è un paradosso però per non l'annuncio
Che nella Resistenza si crea il secondo le basi politiche del secondo dopoguerra che cosa in realtà avviene nella Resistenza si spartiscono sic la lotta è fra le due è come chissà si assume le basi di massa del fascismo
E se ne assuma le due parti
Te la somma la democrazia cristiana che in parte prende gli antifascisti cattolici che però non sono la maggioranza
Delle basi di massa del fascismo
Perché la Democrazia cristiana si prende anche
Tutta la fascia grigia no
Per la resistenza
Perché sappiamo benissimo qual era la posizione della Chiesa quindi le basi di bassa della democrazia cristiana che tutti i partiti se tutti i partiti si conta si contendono durante la Resistenza le basi di massa
E poi c'è il Partito comunista
E le basi di massa le acquista lì non durante la lotta in Italia ci guardate che nel nel novecentoquarantatré anche dopo gli scioperi del marzo quarantatré
Togliatti dice non noi non abbiamo le forze
Non esiste ancora un antifascismo in Italia
Sì ci sarà quella antifascismo sociale ed erba non c'è tant'è vero che non sono capaci di non sono capaci non riescono a buttare giù il fascismo
E lo stesso Togliatti scrive
E e questo voi lo sapete perché siete degli studiosi il fascismo e di antifascismo
è e scrive
Forse bisogna mi è meglio che si arrivi il prima possibile alla situazione monarchica milite militare
Cioè al discorso e le Generali si sbrighi no a buttar giù Mussolini noi non siamo ancora ingrato
E il discorso insurrezionale non c'è non lo trovate forse in qualche lettera in cui si riesce a dire sì però il popolo si dovrebbe muovere perché l'esercito non si muove
E quindi queste cose fanno e si muove quando l'esercito si sbanda
E a quel punto che il Partito Comunista riesce
A attirare va be'ci avevate la ce l'aveva anche qualche base con il trentacinque con i fratelli in camicia nera quando aveva iniziato a cercare di entrare nei sindacati fascisti
Ultima questione
E poi veramente mi taccio
Quando io dico politica internazionale
Io lo dico perché ero molto amica di Spriano
Voi non siete d'però dico due cose o no
Sempre traspirante
Oltre
Quando avviene la svolta
Lei era quando cioè il Partito Comunista decide
In accordo con la democrazia cristiana guardate che se vedete tutta la dinamica anche quella dinamica politica farà dei partiti del CLN del Senatur ve ne accorgete cioè classe sempre De Gasperi Tonya J-Ax allora
De Gasperi coltelli non voleva nemmeno parlare
Ti sia quello un capisce niente per rivoluzione rivoluzione ma che la rivoluzione Democratic andiamo a vedere come facciamo le cose per perbene il suo vero interlocutore è Togliatti
Allora che cosa succede eliche lo stesso problema quando viene fatto cioè è è il discorso degli alta il discorso è l'insurrezione in Grecia
E in Qohelet le le truppe sovietiche solo al confine della Great
E non intervengono ed è una delle rivoluzioni in più sanguinose gli inglesi stanno sorso parlano mandano delle bombe mandano l'aviazione contro gli insorti della Resistenza greca
Il Stalin negli Marilù non interviene ci sono dei vincoli
è dicembre quarantaquattro i bombardamenti sulla le bombe sugli resistenti Gary
Quindi sul pensiamoci un momento è è è il trentacinque fronti popolari è un intervento anche quello tenti di politica estera perché il momento in cui l'Unione Sovietica assente
Che sta avvenendo qualcosa Hitler è andata al potere Speak e sa benissimo quale larghi il percorso che deve che devono fare i sovietici ultima questione e veramente poi mi scuso anche di questa però questo mio modo di parlare non è che perché ho scritto ricco anche se stesse discutesse sull'altra tesi non mia lo farà in cui lo stesso con questa
Con questa Berna
Perché non vi piace il o perché sta critiche sulle resistenza lunga
Mi sembra che che che l'hai detto proprio tu Nola indifeso invece il mio titolo Claudia Balboni denaro Baldoni
è
Beh certo non è la stessa cosa ovviamente era ovviamente una metafora
Cioè perdiamo a quella resistenza perché comunque una resistenza terribile
Ma è una resistenza
E diamo a quella resistenza il valore che ha avuto e che nella memoria degli operai questo lo trovate anche il paragone e che nella memoria degli operai
è rimasta
Quando quando c'è la guerra di Spagna il è la prima
La prima incrinatura nel muro del regime perché il regime se ci pensate bene non ha mai esaltato la marcia su Roma
In tutti per carità la celebrata
Però so era al momento è una grande vittoria per che non ha mai dato questo grande all'amore alla guerra civile scusate alla alla marcia su Roma perché era un'Italia divisa
Era la fine di un'Italia divisa e quindi
Però quella memoria rimasta ed è rimasta proprio nel nelle ferite nel corpo della classe operaia e contadina
E quando inizia la resistenza e qualcosa ritorna con Anders che la guerra di Spagna qualcosa ritorna perché in Spagna in fondo che cosa si stavano combattendo
Il proletariato contro i latifondisti e controlli Piero che era un latifondista anche lei di Spagna e e quaestor avviene viene rilevato da i fiduciari
Dico no eh momento però questa Spagna non ha senso mentre le altre guerre piaceva nuova bello sappiamo la grande proletaria andiamo a prenderci l'eterno eccetera eccetera la Spagna no la Spagna è una guerra di classe
E quindi non piace e mi o ma oltre a questa
Diciamo a questo legame a questa memoria magari di padri operai
Anche dei più vecchi che non l'hanno che non poteva nostra smetterla i figli perché i figli dovevano entrare nel regime se no sarebbero stati degli emarginati per sei
E quindi dovevano entrare nel regime quindi e e e loro si sentivano degli sconfitti
Perché erano stati veramente sconfitti primo primo patto secondo attenzione io a me non piace la definizione di biennio rosso
Perché in realtà essi agli amaretti reprime
E il fascismo non è che fa solo contro
Il proletariato e le organizzazioni socialiste
Che cadono
Relativamente presto sapete perché già se andiamo a vedere alcune statistiche dei sindacati fascisti
Alla fine del ventuno inizi del ventidue
Ed è già sono cresciuti ai sindacati fascisti
Perché lì c'è la paura così come se andiamo a vedere l'emigrazione l'esilio noi scopriamo che c'è un esilio che non riusciamo a a quantificare naturalmente perché
Diciamo è coperto dal dall'emigrazione di lavoro no
Ma scappano conto e scappa di quadri del partito
Scappano i i capi c'è i capi delle case del popolo scappano a volte il gatto indica i capi delle delle cellule delle fabbriche se ne vanno
Insomma
Però è una resiste è una guerra che i fascisti fanno anche contro i contadini e i contadini non sono tutti rossi
Per esempio tutto il gruppo del combattente Isma'di Salvemini
è il guardate che hanno gli squadristi nelle zone dove ci sono i braccianti
E poi veri e e poi cominciano ad andare contro chi
A parte che comincia ad andare contro i cattolici e sappiamo tutte sappiamo di milioni poi milioni andrà a andrà nel mondo del comunismo però pro perché la la la Chiesa cattolica non lo protegge
Dico capire le stragi che avvengono del nella Bassa del Basso Veneto e al confino con con Ferrara
Dove ci sono i vari boss Licci al mondo cattolico che viene perseguitato esattamente come i socialisti e poi ci sono illiberali
Il mio povero Amendola Licodia povero Amendola perché c'ho scritto un libro sopra
Vedere le vittime e e le vittime celebri del fascismo
Poi ci sono le vittime meno celebri che sono molto di più naturalmente superò le vittime celebri del fascismo a parte che il primo deputato che vive ammazzato e un socialista no Divagno
E dopodiché che abbiamo Gobetti
è il proletariato no
Amendola
Matteotti
Don Minzoni
E cioè questo è risultato durante una guerra non la vogliamo chiamare civile perché
Gli altri non erano armati penso qualcuno era informato pochi né una guerra comunque una guerra dei fascisti contro gli italiani
E quindi perché non chiamarla resistente
Ovviamente disneyano lo ripeto è un
Quasi un paradosso però era un paradosso che mi piaceva perché allora ricomporsi e amo
Con poniamo quella che è una storia di chi ha continuato a battersi per la libertà grafi scusate proprio questa sorta di pensiero
Grazie molte davvero ora ma Simona Colarizi crea Giunto materiale di discussione riflessioni
Ma richiamando dibattiti importanti i momenti cruciali della della storia del nostro paese viene del dibattito storiografico e vorrei rassicurarla sul fatto che non solo quelli che cominciano ad avere un po'di anni come me ma anche i tanti più giovani
Che sono qui si impegnano e conoscono i dibattiti
La storia della storiografia i vari passaggi l'influenza naturalmente del contesto politico e culturale che fondamentale quando si affrontano tematiche così delicate
E come dicevamo stamattina non hanno a che fare solo con le discussioni tra gli addetti ai lavori ma finiscono per incidere inevitabilmente sul nostro presente su quello che riteniamo di essere su quello che immaginiamo possa essere il nostro il nostro futuro e credo che sia stato molto utile questo è molto importante questo intervento anche per richiamare
La necessità del dialogo
Generazionale tra le storiografia è diverso nel e forse ecco questo è un aspetto che si tende un po'a a dimenticare a sottovalutare
Io credo io credo molto nella in questo in questa possibilità di stabilire dei legami generazionali anche sotto il profilo storiografico naturalmente
In in tutti i sensi se non soltanto in in termini unilaterali non si tratta soltanto di conoscere ciò che è stato fatto nel passato che è fondamentale per capire meglio anche quelli che sono i dibattiti attuali occorre anche appunto dare spazio alle nuove interpretazioni ai nuovi modelli alle nuove categorie interpretative che devono però dialogare con quelle classiche altrimenti si perde effettivamente qualcosa che invece fondamentale nel nel nostro mestiere
Bene allora
Materiali discussione sono sono tanti invito anche chi è collegato da casa se riesce tecnicamente a sollevare la indicare con la mano alzata
Il desiderio di intervenire a abbiamo abbiamo intanto quindi Andrea ventuno
Vediamo devo prima un attimo lo spazio ai ai colleghi da casa e poi c'è latini intanto vedo vedo tre mani alzate da casa quindi dare intanto la la parola ex siamo in tanti si possibilmente cerchiamo anche di di dare spazio a tutti cominciamo con Andrea Ventura vado in ordine di prenotazione prego Andrea se ti vuoi palesare
In video o comunque in ogni caso col microfono sicuramente prego e buon pomeriggio a tutti a chi chi sentiamo benissimo quindi
Credo però con con invidia o no perché ho la la banca mi ha mi risulta disattivato nessun problema ci sentiamo ci sentiamo bene benissimo
Allora intanto grazie per per quest'invito quel questa discussione veramente stimolante anche della della doppia lettura
Di questa mattina di Massimo Maione Irene Piazzoni del volume che ho curato insieme a a Gianluca furbetti allora un minuto sulla genealogia di di questo libro
La innanzi
Toh come è stato ricordato raccoglie gli atti di un convegno che si è tenuto all'incirca un anno fa nel marzo del ventitré a Lucca appunto
Dedicato agli antifascismo né e agli antifascisti come nata l'idea l'idea nata quella puntuali di fare una col for Peters
Ma col forte verso poi abbiamo istituito un comitato scientifico al quale abbiamo partecipato oltre che io e furbetti anche Enrico Acciai Ilaria Tanzarella Chiara Colombini che Giovanni Scirocco
Sì perché ricordo questo perché voglio dire che ha avuto un successo straordinario questa chiamata in soltanto trenta giorni sono arrivate quarantasei proposte di partecipazione a questo convegno cioè la dimostrazione come anche la giornata di oggi di un interasse che non è mai sopito rispetto a queste acque sistematica un un tema ancora vivo punto come è stato
Già ha già ricordato
Bisogna ancora rimboccarci le maniche e scrivere studiare ancora molto su su questi interrogativi ancora
Chi sono le le persone che si sono fatte avanti a questa questa col sono fatti avanti dottorandi ma docenti universitari anche docenti della scuola superiore
Ricercatori della Rete degli istituti storici della Resistenza anche appassionati autori punto di di pregevoli articoli e monografie
Quindi io diciamo studiosi eterogenei
Le sezioni tematiche sono state ricordate meramente in modo efficace questa questa mattina io in questo mio breve intervento vorrei
Intervenire su su alcune questioni che sono state richiamate
Da da diversi da diversi interventi
Innanzitutto appunto la storia dell'antifascismo è sembrata a braccetto con il discorso pubblico sul fascismo e l'antifascismo la riflessione storiografica veramente non siamo più ancora in quegli anni settanta che sono stati adesso ricordate da da Simona Colarizi ma nonostante ciò appunto questo questo intreccio ancora è ancora presente proprio per questo credo che noi come studiosi e studiosa abbiamo il dovere in misurare bene le parole e le espressioni che utilizzavamo rispetto ai problemi che affrontiamo tacco perché voglio dire qualcosa rispetto all'espressione guerra civile che tornata appunto più volte
Il primo antifascismo quello degli anni dell'ascesa della vittoria del
Punto dello squadrismo e del movimento fondato da Mussolini nel primo antifascismo certamente usa anche la violenza contro lo squadrismo
Ci sono episodi certamente efferati di violenza antifascista nel mille novecentoventuno soprattutto
Questo è innegabile
Però dobbiamo dire che le risposte alla violenza squadrista non sono mai univoche
La maggioranza del movimento operaio sceglie lo sciopero generale le collette di solidarietà per la ricostruzione delle semi distrutte le proteste in prefetture presso i comuni le interrogazioni parlamentari
Però punta si verificano anche delle risposte armate individuali ma anche insurrezioni antifasciste e si costituiscono gli organismi antifasciste che cercano di usare la violenza
Contro il fascismo
La più importante è certamente l'organizzazione degli Arditi del Popolo
A mio modo di vedere però questa è una violenza sempre difensiva reattiva spesso improvvisata e spontanea
In molti anche Manfredi nel nostro volume sostiene che la violenza popolare antifascista affonda le radici nella storia lunga del sovversivi Isma'popolare
Pensando a una continuità strali pratico ottocentesche quelle degli anni dell'avvento del fascismo
La violenza popolare in piazza sono un dato di fatto che non può essere veramente discusso
Però voglio appunto porvi alcuni interrogativi che peso hanno però all'interno queste deve queste violenze che spesso hanno all'interno del movimento operaio nel suo complesso
E soprattutto a cosa rimandano queste violenze popolari
A mio modo di vedere rimandano soprattutto un problema al rapporto tra le masse e lo Stato liberale italiano tra le masse e il limite della democrazia liberale italiana
Il rapporto tra movimento operaio e uso delle armi un rapporto sempre problematico sofferto porta discussioni fratture interne lacerazioni continue
La violenza fascista invece fin dalla sua genealogia è una violenza di verza
è essenziale a identitaria ed è costitutiva per fascismo finalizzata alla conquista del potere
E poi anche al suo mantenimento e alla realizzazione dei suoi obiettivi nuovi che si pone punto lungo tutto tutta la sua storia la storia lunga del del fascismo
Ecco per il primo dopoguerra la categoria guerra civile
Andiamo a vedere non funziona non deve essere utilizzata
Perché queste violenze differenti appunto non si contrappongono nella stessa misura con gli stessi obiettivi con le stesse forme
Eccoli i soliti stretto stessi tratti identitari
I tempi della violenza fascista sono tempi lunghi che il fascismo necessità
Sempre di un richiamo alla alla guerra civile alla contrapposizione con con gli altri
Ecco ovviamente invece la categoria guerra civile funziona benissimo per quella stagione che si apre nell'autunno del mille novecentoquarantatré mentre però sta in Persia imperversa andò la guerra totale
Chaco lì anche il movimento operaio supera la ritrosia nell'utilizzo delle armi nel suo complesso per cacciare i tedeschi liquidare i fascisti e costruire una nuova società
Allora non si tratta più di insurrezioni e localizzati i fuochi di guerriglia difensiva minoritari è sempre condannati dei partiti politici come nel ventuno ventidue
Ma di partigiani che combattono anche una guerra civile
Ora la violenza organizzata e sostenuta dai partiti antifascisti
E contribuisce a porre fine all'età della catastrofe appunto che era iniziata con con la prima guerra mondiale
Quindi l'espressione guerra civile secondo me dovrebbe essere utilizzata se pensiamo alla storia appunto italiana soprattutto e per quella stagione che si apre dall'autunno del quarantatré e non certamente per per il primo dopoguerra
Nonostante che ci siano appunto
Delle manifestazioni violente innegabili anche da parte del del movimento operaio
Poi volevo proporre un'ulteriore riflessione sul rapporto tra antifascismo storico resistenza appunto per collegarmi a queste tematiche chiudere
In ambito storiografico nessuno sostiene in più il teorema della continuità e della rivelazione cioè la resistenza non è il prodotto lineare ineluttabile
Nell'opposizione dell'antifascismo di lungo corso non soltanto per questioni anagrafiche ovviamente
Questa conclusione però non devono determinare all'opposto una negazione
E di qualsiasi contiguità tra l'antifascismo storico e la resistenza
Perché l'antifascismo storico importante se andiamo a vedere nell'organizzazione di alcune informazioni locali cioè anche il contributo degli antifascisti storici
Ma poi l'antifascismo storico e soprattutto rilevante come è emerso la le riflessioni storiografiche di di moltissimi studiosi ad esempio Leonardo Rapone o o Patrizia Gabrielli
è importante perché quell'esperienza alfabetizza
Alla democrazia l'esperienza dell'antifascismo storico
Cioè chi era stato confinato a terra è stato arrestato
Che aveva vissuto da migrante nei Paesi europei e nordamericani
Accumula quelle esperienze di politicizzazione democratica che sono poi fondamentali
Solo in parte nella Resistenza ma soprattutto nella vita del del dopoguerra appunto nella nascita degli organismi democratici ecco questo è uno dei lasciti più importanti dell'antifascismo storiche del legame
Appunto con con la storia lunga e con la nascita della democrazia italiana
Grazie grazie grazie Andrea Ventura per dispone intervento
E a me risulta il rigore carne al fuoco potremmo dire alternare interventi in presenza interventi era molto quindi c'erano André Rapinese
Ha chiesto ora parole collega che insegna Storia contemporanea all'Università di moderne regimi abbiamo anche il microfono portatile se preferite però
E
Allora
Stavolta confermo sì
Allora intanto io mi devo fare i complimenti
Ai colleghi milanesi
Perché penso sia una no voglio spiegare la ragione no la ragione una gran bella occasione di discussione
E e penso che dovrebbe essere messa a sistema vale a dire qui Mirko carrettieri si commuoverà che la discussione sulla storiografia e sulla storia della storiografia non può essere una questione affidata a degli specialisti
Quelli che si occupano di Storia della storiografia come un campo asse ma deve necessariamente essere un'occasione sistematica gli autori flessibilità degli storici
Che
Trovano i modi il tempo e le occasioni periodicamente celtiche ciclicamente permettere appunto come si fa storia come si ragiona sulla storia come lo abbiamo fatto allora
Questa questa discussione l'intervento della professoressa Colarizi ha aggiunto un ulteriore elemento su cui Massimo Baioni giustamente è intervenuto e lo ha rilevato cioè il confronto generazionale con la generazione precedente
Il suo è stato un intervento Bío graficamente estremamente segnato marchiato molto bello per questo con questo marchio
Generazionale questo ci aiuta anche allora
A confrontarci con le generazioni precedenti
A riconoscere a riconoscerci reciprocamente
Ma come nelle migliori tradizioni della comparazione storica
Riconoscere generazioni diverse vuol dire anche riconoscere le differenze le differenze le differenze io penso che ragionare di storiografia di generazioni storiografiche
Deve e può a voler dire anche fare emergere le differenze
In una discussione molto franca in cui noi ci confrontiamo il facciamo venire fuori anche di punti di attrito di divergenza che non vanno come dire nascosti nascosti dentro una poltiglia è una pasta età è un elemento invece di progresso della discussione di avanzamento la della discussione e allora ad esempio siccome io penso che quello che diceva la professoressa Colarizi sia verissimo vale a dire che
La discussione sull'antifascismo ma questo ragionamento vale per tutti gli oggetti storiografici in fin dei conti si è strettamente strenuamente connessa con la discussione col presente con i cicli della politica
Allora se questo è il vero una parte almeno delle domande che lei ha condiviso con noi e che lei si è opposta e con cui ha voluto fare i conti con questo libro un'operazione del tutto legittima e e anche con anche molto commovente molto bella
Dal mio punto di vista sono domande interrogativi che io per esempio non vorrei non mi porrei perché li ritengo un minor rilevanti
Vi faccio un esempio io penso ad esempio che interrogarsi sul perché Palmiro Togliatti non usi la parola e la categoria di totalitarismo negli anni trenta dal mio punto di vista ed il tutto trascurabile
Non mi non mi non mi muove ci sono altre questioni che invece
Mi ha come il presente entra dentro la testa e le domande che lo storico rivolge al passato a me interessa capire come
Poi c'è la grande esplosione che c'è nell'aria che ci parla di
Problemi di genere problemi di razza fra virgolette
Problemi di classe legati al genere e e alla razza fra virgolette problemi legati alla Colonial di coloniale alla di coloniali tal post coloniale
Come tutto questo grande ribolle il mento può trasformarsi in una domanda che interroga la storia dell'antifascismo
Per questo a me interessa molto
Perché evidentemente c'è un rapporto con il presente e molto diverso allora telegraficamente intervengo su su tre cose ma per lasciare lo spazio a tutti lo faccio prendendo in considerazione la discussione ovviamente qui non è il caso di entrare nel dettaglio dei singoli di
Libri perché altrimenti ne usciamo fra tre giorni allora nell'insieme della discussione che parte dai dai libri sì prima questione che mi pare sia sia sia sia rilevante dal mio punto di vista la questione dello spazio del rapporto fra l'antifascismo lo spazio allora mi sembra molto evidente è venuta fuori
E l'antifascismo vada collocato in uno spazio internazionale
Antifascismo nasce in Italia giocoforza nasce in Italia perché il fascismo l'invenzione italiana che noi esportiamo nel mondo nasce in Italia e circola internazionalmente circola quella parola
Circolano delle pratiche politiche circola una cultura politica e tuttavia questa circolazione si declina con testo per con testo regione per regione
Un'azione spazio geografico per spazio geografico e lì si declina assi ridefinisce
A seconda appunto delle caratteristiche di questi spazi
Quindi è importante secondo me anche quando si ragiona semplicemente sull'Italia
Modulare lisca leggi analisi che sono emerse oggi anche luce però di questo spazio internazionale perché gli antifascisti si consideravano parte di un orizzonte internazionale
Anche per questa ragione
Secondo tema la questione del tempo quindi il rapporto fra l'antifascismo il tempo
Allora
Anni
In diversi libri scusa l'espressione l'antifascismo storico tutta è è del tutto evidente appunto per antifascismo quindi nasce dopo la prima guerra mondiale e una prima un primo Terminus sicuramente a dopo M la fine della seconda guerra mondiale
Il mille novecentoquarantacinque così di solito viene definita la stagione dell'antifascismo storico per i forse bisognerebbe ragionarci criticamente su questa su questa espressione dopo il mille novecentoquarantacinque
Allora Massimo Baioni ci ha ricordato che e anche alcuni di questi libri almeno due gli atti del convegno che non abbiamo finito di fare i conti con l'antifascismo
Ci proiettiamo oltre le colonne d'Ercole del quarantacinque ma noi possiamo porre il problema storiografico di ragionare sull'antifascismo dopo il quarantacinque solo e soltanto in termini di Nam morie ricezioni e usi
Io penso di no
Vale a dire che secondo me il tempo dell'antifascismo è un tempo lungo
Che va oltre il mille novecentoquarantacinque acquisto perché perché l'antifascismo certo ma si contrappone al fascismo nasce insieme al fascismo ma siccome il fascismo
Non è stata solo una grande caserma mai stato e stato un progetto di governo della società di massa moderno che scaturisce pian piano nel corso del Novecento un progetto di governo e mettono in campo un progetto di governo della società moderna
L'antifascismo
E riesce a capire questo soltanto molto tardi come giustamente veniva detto alla fine degli anni Trenta
Quindi non è stato soltanto la negazione del fascismo ma è stato anche la contrapposizione a quel progetto di governo della società moderna di un progetto in positivo
Di un progetto in positivo di governo di quella società moderna che lì si pone il problema della democrazia ignoti come però riempire la democrazia perché quando la professoressa Colarizi dice che la la la parola il concetto di democrazia non ce l'avevano i comunisti negli anni Trenta bisogna anche aggiungere però che i concetti e le parole vanno storicizzati che esiste una semantica e che quando parliamo di democrazia per il liberalismo del fine di fine Ottocento
Quel liberalismo non aveva nulla a che vedere con quello che noi oggi intendiamo per democrazia così come negli anni Trenta
Cioè quella stessa
Lo stesso concetto di democrazia si ridefinisce storicamente anche in contrapposizione e grazie all'azione l'interazione di altre culture politiche come Togliatti comunisti gli azionisti illiberali eccetera eccetera eccetera in un contesto storico temporale e dinamico
Quindi vanno letti così i processi allora dopo il mille novecentoquarantacinque l'antifascismo conoscevano avvitano una stagione che non è più soltanto fatta di memorie ma ci sono attori
Ci sono pratiche politiche e noi abbiamo bisogno secondo me di andarle a studiare a riconoscerli soprattutto che cosa è stato l'antifascismo dopo la sua crisi che come Luzzatto
Ci suggeriva di vedere comincia dopo l'ottantanove vivente mentre negli anni novanta anni siamo ancora dentro quel corno Dombay era della crisi dell'antifascismo sì tuttavia io presumo che se noi andiamo a cercare
Dopo gli anni Novanta negli ultimi trent'anni tracce
Giù la presenza di un antifascismo
Non più è soltanto nella nel campo politico fra i partiti nelle istituzioni Filippo Focardi in parte lo ha fatto ma se lo andiamo a a cercare nella società mettendo in campo altri strumenti disciplinari
E quindi usando l'Antropologia usando della Sociologia
Noi troveremmo ebbene tracce di una di declinazione dell'antifascismo nuova che s'incontra con altri problemi soltanto una per esempio con l'antirazzismo
Con l'antirazzismo esiste un TAR una antirazzista dell'antifascismo dopo gli anni Novanta io penso di sì studiamo lo ultimo tema e chiudo davvero antifascismo e Resistenza
è ovviamente è venuto fuori un grande tema di discussione storiografica e e e lo è sempre stato io vado proprio al punto per palesare con la mia differenza rispetto al titolo della professoressa Colarizi e anche a quel filone di studi che sostiene appunto che tra l'antifascismo e la Resistenza Cisi ci sia una grande continuità che si possa parlare quindi di un'unica grande esperienza ora secondo me l'espressione la categoria di resistenza lunga che cosa fa
Proietta l'esperienza del biennio quarantatré quarantacinque
In tutto il in tutto il ventennio precedente dilata quell'esperienza del quarantatré quarantacinque tutto il ventennio precedente
E però
La professoressa Colarizi lo fa guardando all'élite politica i partiti politici anche se facciamo questo io mi chiedo ma negli anni negli anni venti linee fino a alla fine degli anni Trenta ma quell'élite politiche che differivano su tutto succo nell'analisi di così era il fascismo
Su quanto sarebbe durato il fascismo su quali erano gli strumenti per abbattere il fascismo che infine su cosa sarebbe arrivato dopo il fascismo su tutto
Ma secondo voi pensavano a quello che sarebbero diventati nel biennio quarantatré quarantacinque la mia risposta è no che non pensavano che sarebbero che avrebbero dato corpo all'esperienza della Resistenza fra quarantatré e quarantacinque
Dopodiché se invece guardiamo alla Società dal basso
Allora gran parte o diciamo buona parte di resistenti del quarantatré del quarantacinque quindi nulle Litta non gli antifascisti storici
Ma
A quelli
A quelle classi subalterne in buona parte che partecipano giovani giovanissimi che partecipò alla Resistenza ma erano stati antifascisti prima sia impossibile per loro stabilire una linea di continuità io metto in discussione
Questa questa tesi quindi dal mio punto di vista usare quella cattiva interpretare in quel modo pur diciamo nella nel politeismo di tutte le interpretazioni che si possono dare legittimo dare e nemmeno ha qualche problema nel rapporto fra come lui facciamo storia e le fonti cioè secondo me è un anacronismo usare quella quell'espressione grazie
Morale
Grazie Andrea della Rampini molto interessante anche queste sue osservazioni possono naturalmente essere discusse non condivisibili e io ci vedo un po'ad esempio il rischio di una
Diciamo declinazione
Simmetrica a quella del fascismo eterno e mi sembra quasi che tu voglia immaginare una una sorta di antifascismo eterno che si prolunga chiesi ria alimenta di nuovi problemi di nuove questioni però credo che anche questo sia un problema che merita di essere discusso allora nella nell'alternanza che dicevamo la intanto saluto anche vedo Filippo Focardi che è collegato e dare la la parola Marco Bresciani si riesce anche a scusare la telecamera ti vediamo allora buona sera ma dunque la telecamera assembrano indisponibile ma forse è un problema
Che l'azienda va bene comunque ci sentiamo i bellissimi sentite perfetto allora buona sera turchi intanto grazie mille Massimo l'invito che anzi tutti gli organizzatori
Mi sembra davvero un eccellente idea quella di trovare a stilare un bilancio di questa più recente stagione gli studi e la discussione che ne sta emergendo che purtroppo tutto collegarmi se non nella nel primo pomeriggio si era sentita disinteresse ma volevo poi ringraziare naturalmente Claudia Claudia Pandolfi per la sua lettura davvero puntuale raffinata
Di un testo che avevo scritto qualche anno fa e sul quale peraltro sto tornando perché innesto preparano un'edizione inglese e quindi diciamo è al centro di mia ulteriori riflessioni
Sarò rapido anche perché so quanto è difficile seguire diciamo interventi istanza però vorrei diciamo di alcune però intanto su quali erano gli intenti diciamo
Di questo tipo ossia sul modo in cui ho cercato di usare il caso di studio in Giustizia e Libertà per cercare di riflettere su alcune categorie alcuni linguaggi alcuni noti e alcune esperienze diciamo
Dell'antifascismo inteso in senso in senso più generale
A partire proprio dal al teste egli stesso Antifascismo di qui anche il titolo diciamo l'esibizione italiana appunto quale Antifascismo a mio avviso e qui riprendo
Fosse con un'accezione diversa alcune considerazioni che ora sono già state svolte anche
Diciamolo sul pericolo dell'anacronismo e sulla necessità di chi costituire reti contesti innanzitutto del periodo compreso tra le due guerre mondiali in tutta la loro complessità una complessità in cui diciamo ci si muove costantemente da una dimensione nazionale dove in una dimensione internazionale
Per me è fondamentale innanzitutto recuperare in qualche modo sulla diciamo il valore della contingenza
Diciamo Claudio Pavone nell'opera che tutti conosciamo
Il ha posto diciamo l'attenzione soprattutto sul tema della scelta mi sembra che questo tema non fosse stato meno nel momento in cui cominciava a scrivere il mio libro su Giustizia e Libertà
Anche al centro della riflessione sull'antifascismo diciamo gli animi degli anni Trenta quindi qui si trattava innanzitutto dal mio punto di vista etico capire come ecco sì geografici intento intellettuali in parte anche politiche
Che erano impegnati diciamo di esperienze aging culturali che per certi versi al erano come dire largamente condivise a si pensi ad esempio ma innanzitutto dirmi dall'esperienza della guerra alcuni alla partecipazione alla cultura diciamo anti giolittiana per altri l'esperienza diciamo post-bellica dei combattenti ISMU pene partendo da questi assunti comuni realtà poi ci fossero stati divaricazioni diramazioni a via via più ammette che si possano appunto poi diciamo sedimentati consigli dati in diversi linguaggi
Del fascismo e dell'antifascismo quindi innanzitutto il mio interesse sta nel cercare di mostrare come ci fosse un retroterra culturale e spesso anche diciamo esperienziale comune rimase su un un momento di rottura
E da questo punto di vista credo che appunto le vicende di alcuni giellisti innanzitutto della generazione diciamo torna anche qui una diciamo l'importanza dell'appoggio generazionale
Generazioni diciamo di mezzo nella diciamo storie di Giustizia e Libertà particolare
Quella che faccia più direttamente capo Carlo Rosselli ma l'esperienza nel volume della guerra dell'immediato dopoguerra da questo punto di vista e assolutamente decisiva
Non stiamo facendo un salto seguendo però anche l'esposizione proposta da Claudia
Vorrei ritornare sulla sul tema dell'esilio da questo punto di vista credo che se da un lato il giusto recuperare continuare a rileggere la storiografia del passato di tradizioni storiografiche che in qualche modo c'hanno consegnato anche un insieme di opere a imprescindibili d'altra parte credo che la storiografia più recente e in questo senso
Includono se lo Stato italiano ma adesso che sia internazionale abbia proposto una serie di sollecitazioni che hanno consentito di ripensare il meglio innanzitutto il rapporto tra la dimensione nazionale quelle internazionali capire meglio il senso la delle trasformazioni dei sistemi politici e dunque dell'avvento della crisi d'
E le democrazie liberali nel periodo le due guerre mondiali
E più in generale diciamo hanno consentito di corpi di inquadrare meglio quindi contesti all'interno dei quali anche quell'oggetto diciamo aveva che identifichiamo come l'antifascismo in realtà si è andato definendo in declinando in modi molto molto diversi
Qui il tema diciamo dell'Europa la riflessione federalista e il recupero la ridefinizione della tradizione nazional patriottica mi sembrano terreni decisivi di cui indubbiamente Giustizia e Libertà rappresentato un un laboratorio laboratori fondamentale
Peraltro verso il confronto con l'esperienza
Delle rivoluzioni russe del bolscevismo e dell'Unione Sovietica
Viste anche attraverso c'è un chiavi di lettura Esterne al diciamo alla terza internazionale a e da questo punto di vista seguito sollecitazioni che sono anche emersi a partire dal dibattito degli anni novanta in poi
Mi sembra che pontino a portino in luce una serie sementi nordici i contraddizioni di ambivalenze
Che tradizione storiografica passato certamente in parte anche influenzata dal Partito comunista aveva cercato di eludere aveva finito perlomeno per eludere
Diciamo l'osservatorio parigino questo con liste esemplare a Parigi si discutere apertamente circolavano molti testi una molti chiesti anche degli esuli
Hussein paganti bolscevichi mio primissimo logore dedicato nei casi Cantina questo molisana un vettore informazioni di riflessioni decisivi diciamo per comprendere meglio la realtà sovietica dell'epoca bene tutto questo circolava
Di in quale misura fosse considerato fosse discusso dipendeva appunto da in diversi ambienti inventi politici tende però diciamo quindi parte torno anche quanto stava dicendo prima Simona Colarizi credo che effettivamente diciamo un quadro complessivo una della storia degli anti fascismi
Posso senz'altro beneficiare dei contributi che sono venuti dalla letteratura scientifica più recente sull'Unione Sovietica sulla terza internazionale
E da questo punto di vista credo che ulteriori sforzi anche l'integrazione tra questi due campi storiografici siano necessari perché se è vero che diciamo notevoli importanti progressi ci son stati della strategia sull'antifascismo
Non meno importanti progressi ci sono stati sulla storia dell'Unione Sovietica del comunismo sovietiche del comunismo internazionale si tratta a mio avviso ancora in parte gli ricucire diciamo i nessi tra queste due orizzonti storiografici
Da ultimo poi cercando di una parola sul rapporto diciamo antifascismo Resistenza visto anche il professor Lilli nesso non rientra Giustizia e Libertà Partito d'azione ecco io credo che e qui mi sento in qualche modo in sintonia con quanto diceva prima Arpini credo che c'è gente che viene di cesura siano più netta di quanto non sia stato suggerito in passato indubbiamente agiscono a partire dal quarantadue quarantatré strategie forme di riappropriazione dei dibattiti delle culture delle esperienze degli anni Trenta ma in un contesto completamente diverso e da questo punto di vista credo che davvero diciamo diciamo la discontinuità rappresentata operato dal trentanove quarantuno che non è solo una parentesi ma diciamo e a sua volta una cesura che lascia poi un'eredità
Sia da tenere conto per cercare poi di capire meglio anche come dopo il quarantatré si siano diciamo sviluppate in modi nuovi in direzione nord le culture le culture dell'antifascismo
Beh da questo punto di vista Giustizia e Libertà che mise particolarmente interessante perché in qualche misura ha giocato un ruolo di Ponte accoppiandosi fino agli anni tenta di un insieme di discussioni
Che circolano all'interno del regime fascista o di culture socialiste
Europee
Date anche diciamo avverte come diceva ad esempio ma sentiamo alla competizione con il fascismo e qui penso culture
Del pianismo della poche formazioni della nazionalizzazione bene si sia compiendo tutti questi insieme di culture economiche e poi abbia costituito una straordinaria
Strumento anche per mettere a disposizione della nuova costruzione democratica in questo senso quindi diciamo simbolo di pensare la condivida tre anni trenta anni quaranta e anche i decenni successivi ma tenendo conto diciamo delle delle cesure ecco che ci sono state insomma ancora piazza diciamo per alla presentazione la degli stagionali dichiarasse dà garanzie molto grazie a volte Marco de La sette
E vediamo se c'è Giulia Albanese allora darei la parola prima Giulia e poi andiamo da Andrea Ricciardi in in remoto
Un altro in sala che vuole intervenire Matteo altrimenti per i nomi
Io poche idee un po'confuse però volevo intanto ringraziare molto i colleghi dell'organizzazione di questa giornata di riflessione
Che mi pare utile il molto molto rilevante e che segnala una cosa e innanzitutto la ripresa di interesse per un campo di studi come quello dell'antifascismo a partire da domande nuove e secondo me è diciamo su questo punto che dobbiamo soffermarcisi anche nel dialogo tra generazioni storiografiche o diciamo tra momenti storiografici ci diversità che stamane tanto un problema così appunto di generazioni quanto
De di come le domande sul presente ci sollecitano rispetto rispetto al passato anche se ovviamente la la la storia storiografica olio diciamo il modo in cui noi leggiamo il passato della storiografia ovviamente a
Ha un impatto su tutto questo da da questo punto di vista io penso che una delle grandi differenze qui in questa forse generazionale
Che io vedo rispetto a soprattutto al all'impostazione della riflessione di Simona Colarizi nel dibattito di oggi
è quella diciamo de del fare i conti con l'antifascismo per una generazione o per una retroterra etico politico e culturale come quello mio
Del post mille novecentottantanove cioè studiare l'antifascismo per
Per chi ha visto da offra cari i partiti della Prima Repubblica o comunque
E diciamo si è trovato a a considerare questo tema
Nell'assenza di quei partiti ovviamente pone il problema di interrogarsi su quel dibattito storiografico lì
E ovviamente permette fino a un certo punto se non intellettualmente di cogliere la forza di quei dibattiti ma al tempo stesso
Libera dal guardare quella tradizione con gli occhiali di chi di guardava guardava negli anni settanta e ottanta per cui diciamo nel momento in cui si ripensa alle viverla se culture politiche che animano l'antifascismo
Io penso che questa nuova stagione di studi riesca a dare conto della pluralità intanto di queste culture politiche che non si possono in alcun modo fermare alla cultura politica
Comunista e socialista e forse neanche azionista perché per una serie di ragioni sappiamo che la cultura politica insomma la tradizione di Gelli ha continuato in assenza di una partito diciamo rappresentativo e
E qui darci una ricchezza di sguardo da quel punto di vista dei CD per me ci permette di vedere degli attori e secondo me ci permette di vedere quegli attori
E già quanto in modo estremamente realistico perché e di fatto la la la la presenza o l'onnipresenza di comunisti e socialisti
Soprattutto quando si guarda agli anni venti più ancora che di anni trenta io per per varie ragioni diciamo sono più attenta questa dimensione tre ventinove
è beh quella quella quella presenza è una presenza molto più viva e molto più vivace di quanto non appaia guardata alla luce del posto in quarantacinque
Allora io penso che uno degli aspetti interessanti di questa nuova storiografia e e che dei testi questo dialogo
Sia quindi ragionare su diciamo
Cosa abbiamo perso e che cosa abbiamo guardato e cosa abbiamo guadagnato nelle domande storiche che ci possiamo dare eccome questa nuova articolazione io mandai ci permette di leggere una serie di fenomeni diversi
Devo dire che poiché entrò trovate interessante la discussione rapini Baioni rispetto all'antifascismo eterno
Perché perché e diciamo ovviamente è un tema è un tema diciamo che si pone sempre anche con il fascismo naturalmente
E rispetto al quale io mi sento in una posizione forse mediana di rispetto a queste due posizioni più estreme nel senso che ritengo che non vedere le continuità
Anche biografiche
Che di una generazione che si è formata dagli anni Venti e Trenta questo vale sia per gli antifascisti che per i fascisti e che poi agisce politicamente
A volte senza cambiare idea negli anni quaranta e cinquanta ma ovviamente in un contesto diverso
Non ci permette neppure per l'antifascismo storico come lo si intende da storici ventidue quarantacinque
Di chiudere tra parentesi o di tracciare una linea di fine il venticinque aprile del mille novecento e quarantacinque
Cioè di quella generazione Cira troviamo ad agire e politicamente fino almeno agli anni sessanta e da quel punto di vista l'antifascismo storico esattamente come il fascismo secondo me non si può chiudere nel quarantacinque
Quella è una generazione che scompare dalla scena pubblica tra il sessanta e il sessantacinque
E e quindi da questo punto di vista io penso che una riflessione
Oggi rispetto a quanto si poteva fare negli anni Settanta naturalmente su questi temi che intrecciano la politica e la biografia sia una discussione che vada senz'altro ripresa
Non invece la cosa che non non non dico perché sono completamente d'accordo con quanto detto prima di metà Andrea Ventura riprendendo il bluff intervento molto sollecita ante di Irene Piazzoni
è il tema della violenza e della guerra civile su cui mi trovo in pieno Accord e su cui ho anche scritto recentemente e che però è un diciamo è anche una delle ambiguità e è uno dei temi con cui ci troviamo spesso i termini e locuzioni
Vengono utilizzate in modo in qualche modo tradizionale senza interrogarsi fino in fondo secondo me delle implicazioni che esse hanno e naturalmente le implicazioni quando si usava barra civile per il diciannove e ventidue sono profonde
E tanto più profonde secondo me in un momento come questo un'ultima considerazione ragionare su tutto questo
Nell'Italia o nell'Europa del due mila e ventitré a ovviamente una serie di ulteriori implicazioni e secondo me è da questo punto di vista questo un po'diciamo
Così mi crea dei problemi rispetto alle mie ricerche da questo punto di vista riportati in luce tutta l'attualità dello studiare gli anni venti perché gli anni Venti sono quel momento in cui
Diciamo le generazioni
Del culture politiche dell'antifascismo si confrontano col disastro e la scomparsa politica
Delle culture politiche a loro precedenti
E e devono fare i conti con il tema di ricominciare da capo presto mi mi capita in questo momento di diciamo leggere con particolare attenzione l'epistolario mille novecento e ventiquattro di Piero Gobetti
E lì esatto sì infatti che era curato magnificamente
E lì secondo me si vede tutta l'attualità di leggere questo epistolario dell'Italia del due mila e ventiquattro dell'Italia del mille novecento e ventiquattro ovviamente non perché le istituzioni o le ideologie politiche siano le stesse ma proprio per l'esigenza di ripensare affondo
Diciamo l'armamentario ideologico e
Pratico e politico
Con cui si fa i conti con una realtà che è diversa da quella sì che si immaginerebbe ovviamente tenendo conto di tutte le distanze culturali politiche e tecnologiche cetra che ci separano da quegli anni quindi grazie ancora per questa discussione
Grazie molte anche Giulia albanese riferimento all'edizione per il carteggio di Piero Gobetti appunto a eccessivi Alessandro né Theron anche a curato questo carteggio che credo sia collegata con noi che quindi saluto
Gli diamo la parola ad Andrea Ricciardi chiedo ad altri colleghi o altri che stanno guardando in remoto se sono interessati a a parlare pregandoli di dire mettere il simbolo della della mano in modo che li possa chi possa riconosce intanto diamo la parola da Andrea Ricciardi
Ci sente Andrea
Andrea Ricciardi non
Non ti sentiamo bene in vediamo se riusciamo a a risolvere se riesci perché io di certo non li risolvo a risolvere i problemi allora dare la parola Matteo intanto Matteo Pasetti l'Università di Bologna
E vediamo se nel frattempo vi sentite da casa vediamo se qualcuno mi
Per posare confermo mi sentite ecco adesso
Sì allora tanto viene va bene anzi Ricciardi ci sente eversivo bene allora prego prego prego intanto è la parola buona sera a tutti grazie a tutti coloro che mi hanno preceduto io sto seguendo dalle dieci e dieci di stamattina
Cioè da quando Nicola
Ha preso la parola e quindi ho preso moltissimi appunti sicuramente il dibattito è molto ricco e credo che si debba far tesoro di questa giornata non so in che forma vorrei però ringraziare in particolare
Irene che mi ha invitato a partecipare a questo questa giornata sia pure da remoto perché mi trovo a Roma non posso fare di più allora vinti e poi è molto difficile
A quest'ora
Dicevo immaginare di parlare dicendo delle cose
Proprie nel senso che con tutto quello che è stato detto io posso limitarmi a un paio di osservazioni di carattere
Il particolare
E altre più generali perché per veramente i temi sono sono tantissimi tutti molto importanti
Sentendomi parlare da da Vincenzo parla relatori da stamattina e anche considerati gli interventi in questo pomeriggio dopo
Dopo Claudio Baldoni
Mi sono venuti in mente molte domande
E quindi mi è venuto in mente pensando le domande che si fanno al al passato
All'interno di diversi momenti storici che cosa può pensare sono stati evocati stamattina uno studente o una studentessa di un dibattito di questo tipo
Mi sono chiesto davvero visto che
è veramente difficile per me immaginare che una persona diciannove vent'anni diciott'anni
Indipendentemente dalle differenze tra anni settanta ottanta novanta eccetera possa entrare davvero
Nel passato considerate le variabili le categorie che abbiamo noi che ci siamo formati in altri momenti insomma utilmente spero che questo avvenga ma comunque questo discorso sulle nuove generazioni che non è un discorso ma è un accenno mi porta a pensare come le nuove generazioni possono approcciarsi alle fonti attraverso le quali si studia la storia documenti
Storia che in uno stato di salute pessimo secondo me
Perché in quella che io chiamo era Dell'Atti ma molto difficile cogliere anche da parte dei cosiddetti adulti la profondità del tempo
Ed ecco perché secondo me
Bisogna stare attenti a non ricercare nel passato spero di essere il più chiaro possibile
Un'organicità che non ci può essere
Cioè
Se non c'è nelle singole persone ognuno di noi siamo appunto tante cose è difficile immaginare di trovare nell'antifascismo perché questo è il tema una organicità
Ovunque come dire che dia conto di tutte le variabili che sono immense
Che hanno portato a certe scelte prima e dopo l'autunno del quarantatré perché non voglio entrare nel merito del discorso della lunga resistenza ci mancherebbe altro
E insomma
Fare storia significa innanzitutto contestualizzare secondo me e allora stiamo attenti lo dico così molto semplicemente a non pensare
Troppo noi stessi guardando a cento anni fa che nessuno
O oppure alla Resistenza ce ne dobbiamo cercare mio parere per capire queste persone queste situazioni di toglierci dai nostri tempi non non di merci ci troppo nei nostri tempi altrimenti capiamo poco a mio parere non capiamo di più
E insomma queste persone hanno fatto delle scelte e le hanno fatte secondo me non avendo presente il bene
Che cosa sarebbe accaduto
E anche cosa stava accadendo in quel momento
Quindi
Bisogna tenere presente quella che potrebbe sembrare un'osservazione banale ma non lo è anche dai carteggi è stato evocato il rischio bellissimo carteggio del ventiquattro di Piero Gobetti
Lì c'è una continua ricerca di strade incerte sul piano politico culturale editoriale ideologico eccetera non c'è una chiarezza di intenti
Perché il percorso storico un percorso Complesso è un percorso disorganico disordinato tutt'altro che che chiaro allora contestualizzare secondo me significa essenzialmente calarsi in questa situazione di grande difficoltà
Le due osservazioni quindi in particolare che vorrei fare uscendo dal a queste sollecitazioni perché nel parlare
Appunto moltissimo sono legate a due cose che sono state toccate o non toccate la prima riguarda il concetto di revisionismo noi sappiamo benissimo che la storia degli sionista per definizione
Ma in che senso vorrei citare solo
La frase di Vittorio Foa
E momenti di passaggio tra Prima e Seconda Repubblica sul Mulino nel febbraio novantatré scrisse questa frase lapidaria
Brevissima il revisionismo indispensabile si aggiornò cambia le interpretazioni è intollerabile se nega i fatti
E il confine tra l'indispensabile e l'intollerabile a volte si confonde
Ora a me pare che questa frase sia attuale nella misura in cui oggi io prometto di uso pubblico della storia
Sì senta nel dibattito politico giornalistico un insieme di di cose veramente grottesche e incredibili e si ha il coraggio in in televisione di dire delle cose che sono veramente destituite di ogni fondamento e che non vengono contrastate vivamente non è fare un elenco ma io sono molto colpito come persone anche come studioso di storia contemporanea intanto preso ma le persone con cui parlo da decenni sono tutti dei malati insomma e difficile per me accettare di di sentire dire determinate cose in pubblici dibattiti veramente non hanno alcun rapporto con la storia
Ma sono essenzialmente un uso politico
Della stessa veramente un po'particolare diciamo così per quanto riguarda invece un osservazione particolare su un testo che non è stato evocato e quindi mi torna resistenza armata quindi ai venti mesi della Resistenza volevo semplicemente ricordare che nel due mila e quindici Giuseppe Filippetto ha pubblicato un libro che si intitola restante che impara Mimmo a sparare
Che si è inserito queste o che fatto metodologico in maniera nuova rispetto agli studi precedenti che sono stati operati sulla resistenza perché cosa affatto Filippetto assenza che io mi porti via molto tempo ma solo un minuto
Ha cercato calandosi il più possibile in quel momento di
Interrogarsi sul perché le persone a un certo punto così diverse fra di loro hanno preso le armi in mano e hanno incominciato ad affrontare
Diciamo il nazifascismo quindi Salò da un lato e i tedeschi dall'altro lato con le armi quaranta e che la politicizzazione come tutti sapete delle bande partigiane successiva non sono i partiti che arrivano prima
Diceva Fini penta sulle persone che in questo vuoto di sovranità che anche delle implicazioni ovviamente culturali
Psicologiche politiche faranno delle scelte per cercare di costruire il futuro agendo la politica ripeto viene un po'dopo un po'dopo
è e qui e quindi quello organicità che noi siamo abituati a pensare dividendo in qualche modo no da un punto di vista partitico per forza della Resistenza e forse ancora un po'più complessa questo volume secondo me
Ha aperto senza volle dare
Risposte certe una nuova chiave di lettura di quei venti mesi soprattutto della prima parte di quel processo di resistenza armata
Per tutto il resto delle cose non posso aggiungere nulla posso soltanto tornare a ringraziarvi e sperare
Che come dire questi argomenti vengono ancora discussi perché secondo me c'è bisogno
Di storia senza storia che non è la memoria
E difficile
Capire come progettare il presente il futuro e rivolgerci ai benedettini ruoli tanto evocati poco ascoltato vi ringrazio grazie grazie molte
Storia e tutto quello che cerchiamo di di fare che
Non so se altri da casa con il rapper ripeto torno a ripetere se qualcuno vuole intervenire lo può lo potrà fare dopo aver dato la parola Matteo presenti dell'onestà di Bologna
Per grazie Massimo Grassi rene per il gradito
Invito mia porta il nesso di tornare dopo l'anno scorso a discutere con voi
Ora cercherò di mettere in ordine proprio un paio di spunti tra i tanti che sono emersi in questa ricca giornata senza alcuna pretesa di esaustività o di essere come dire conclusivo ma cercando però di adottare una duplice se vogliamo anche banali prospettiva che quella appunto spazio temporale
Partiamo dalla prospettiva spaziale che un po'emersa continua anziché continuamente emersa oggi
Anche Andrea Papini prima la ricordata direi che è del tutto evidente che il fenomeno di storico dell'antifascismo
Particolarmente adatto a essere studiato appunto su una scala geografica molto ampia se è del tutto evidente che si tratta appunto di un fenomeno che come il d'altra parte lo stesso fascismo ha rappresentato appunto una questione una una insieme di processi che hanno avuto una circolazione europea anzi sicuramente anche mondiale pensiamo all'importanza dello spot del così detto sparse Atlantico nella formulazione appunto del pensiero antifascista pensiamo anche a figure che sono state oggi poco ricordati come quella per esempio di Gaetano Salvemini Tezza appunto negli anni Trenta no compì un'operazione e di molto rilevante credo appunto di di esportazione della del discorso antifascista negli Stati Uniti d'America negli ambienti accademici
La prospettiva quindi transnazionali i circuiti culturali di cui parlava anche Irene Piazzoni stamattina direi che sono sicuramente uno dei gli aspetti che sono stati messi più opportunamente a fuoco nelle negli studi degli ultimi nell'ultimo decennio sostanzialmente un po'sul quasi a ruota di quello che è avvenuto con lo studio del fascismo nel quasi sembrate dal pesante spetti quasi una reazione e questa prospettiva ripeto credo che sia euristica mente fondamentale
Nello stesso tempo però credo anche che il l'antifascismo si presti a a essere studiato osservato analizzato tramite dei giochi di scala per così dire no quindi ci sono delle specificità anche nazionali che non devono essere a mio parere trascurate pensiamo per esempio appunto a certi contesti come quelli della penisola i bellica che fanno i conti con dittature e possiamo tranquillamente fa rientrare no nella Area della fascismo che producono quindi una discorso antifascista
Con una differente cronologia rispetto a quella per esempio dementi italiana o o anche quella tedesca
E che quindi hanno anche a che fare con problematiche diverse da quelle che sono inerente appunto agli anni venti trenta in particolare ma il casi gli esempi potrebbero potrebbero potremmo moltiplicando a quindi cugino in ogni contesto nazionale abbiamo appunto
Delle declinazioni diverso se del dell'antifascismo potremo anche discutere aprendo una parentesi se all'interno dell'antifascismo possiamo inserire anche l'anti franchismo l'anti Islam zarismo l'l'antinazismo mio parere
Direi di sì
Però anche questo se vogliamo è sempre una campo di di di dibattito aperto chiusa parentesi
Ma dicevo il il il fenomeno antifascista può essere studiato anche su una scala ancora più Paolo ridotta quella per esempio appunto della l'Area regionali urlare locali poi se negli ultimi anni questa prospettiva è stato un po'trascurata proprio per la forte il forte impatto che hanno avuto gli studi di info transnazionale ma credo che sia comunque una prospettiva ancora
Importante da tenere in considerazione
Sito per esempio un libro che è uscito l'anno scorso forse al massimo due anni fa non ricordo se il ventidue ventitré
Di Enrico pontieri che aperti troppi con le sovvenzioni che riferito appunto alla all'antifascismo Bologna anzi di un quartiere per essere precisi di Bologna
E mette in luce appunto come nella quotidianità soprattutto degli anni saldatura Tartini in considerazione che gli anni Venti lui osserva proprio in campo tutto il ventennio mette in luce come ci siano tutta una serie di comportamenti che possono essere e in qualche misura questo semmai un aspetto problematico definiti appunto come comportamenti sovversivi e forse anche antifascisti certo manca da questo punto di vista una certa come dire dimensione una certa consapevolezza Politi
In molti casi non manca un discorso che accompagni questi comportamenti ma questi sono un altro aspetto che credo possa essere preposto al centro dell'attenzione anche in ulteriori studi seconda prospettiva quella temporale cercano di farla breve
Da questo punto di vista credo che anche inglese a che anche da questo punto di vista azione messi parecchi parecchi spunti innanzitutto quello più o emblematico significativo è sicuramente la sovrapposizione delle cronologie tra la storia del fascismo e dell'antifascismo non sono in un certo senso al punto due
Storie che sono inevitabilmente intrecciate e interdipendenti
Nello stesso tempo però ci sono anche a mio parere diverso asimmetriche
All'interno delle periti versioni dell'antifascismo del fascismo nel asimmetrie che riguardano in parte anche proprio la il contesto internazionale nel quale avvengono queste questi le loro storie nel quale si svolgono il loro storico il contesto internazionale
Che cambia lentamente potremmo dire nel periodo tra le due guerre mondiali di soli aspettare la fine degli anni Trenta come è stato giustamente sottolineato perché emerga una come dire una convergenza verso le posizioni antifasciste e che e e in matematica modo significativo no quindi c'è una una simmetria se vogliamo rispetto appunto alla storia del fascismo
Che complica le per le diserzioni le complica ulteriormente se consideriamo punti vari casi nazionali ma se consideriamo anche il fenomeno dell'antifascismo chi sono
In parte d'accordo in parte no con l'intervento di prima di Andrea Pini
Su una lunga durata io son convinto che la storia dell'antifascismo sia una storia di lunga durata mentre sono convinto che appunto la storica l'antifascismo non finisca con la seconda guerra mondiale con la Resistenza ma prosegua anche negli anni e decenni successivi sono meno convinto sulla dei le nuove declinazioni che a volte si danno al concetto di antifascismo però trovò anche suggestiva una questione che ha posto se non ricordo male qui vado un po'a memoria mai costa Irma nel libro di curato da Garcia rating in feste antifascismo
La questione era questa possiamo considerare lui si riferiva in particolare al contrasto francese ma la e la questione era possiamo considerare l'antifascismo come la più potente delle idee del ventesimo secolo per certi aspetti io credo di sì
Credo di sì nel senso che credo che tutta la storia politica del seconda parte del Novecento
Sia stata in qualche modo diciamo egemonizzata dalla vittoria dell'ideologia antifascista nonché attenzione il fascismo scompaia improvvisamente anzi venendo in treno stamattina sfoglia un libro che mi sembra molto interessante primo uscito di André Martini
Fascismo immaginario che mette a fuoco proprio come no la la sopravvivenza di certe narrazioni di stampo fascista nell'Italia degli anni quaranta e cinquanta mi sembra un libro molto molto interessante
Però ciò non toglie che l'antifascismo nella sua appunto
Influenza sul pensiero politico perlomeno delle democrazie occidentali sia de davvero stato molto rilevante e atti punto direi oserei dire egemone e egemone nel corso del Novecento d'altra parte e qui chiudo
Ancora oggi mi sembra che nonostante la provenienza nonostante la il legame genetico di certe forze politiche con il fascismo storico anche queste forze politiche quando poi devono governare o comunque prendono insomma una diciamo certa rilevanza politica nello scenario attuale
Siano quasi costrette no ad abbandonare perlomeno perlomeno a certe retoriche certi toni che l'avrebbero difeso no finché erano come dire nel campo dell'opposizione delle minoranze ma qui ci stiamo spingendo evidentemente appunto a un a livello di attualità e ispira che vi potrei fermare quattro assi
Per Matteo anche per rare discorso degli equivoci sono perfettamente d'accordo
Con quanto diceva prima Andrea Rampini poi Giulia e adesso anche anche Matteo sono ben lontano da ritenere che l'antifascismo sia la sua storia sia chiusa all'indomani di mille novecentoquarantacinque il richiamo allusivo all'antifascismo eterno era semmai a dibattiti più recenti che poi si svolgono soprattutto nell'arena pubblica più che all'interno del del campo storiografico
Valeria prego
Valeria Sgambati
Poi si cambia se ci sono anche
No io quindi restringere al massimo il mio intervento volevo dire che dare le relazioni questa mattina che sono delle vere e proprie
Recinzioni molto approfondite sono emerse questioni importanti
Ed è la nuova diciamo generazione stilografica e tuttavia però rimangono secondo me ancora aperti ancora diciamo in discussione e tra queste questioni otto diciamo voglio far riferimento uno in particolare la prima voglio ricordare al diciamo altre che sono emersi che non tratterò ma che voglio almeno indicare il problema reattanza nazionalità del fascismo il problema della storicizzazione o eternità del fascismo
Per scusi dell'antifascismo scontri
La trance alla sanità dell'antifascismo e anche del fascismo solo due cose
Invece poi il problema della continuità e dischi discontinuità tra il primo antifascismo quello degli anni Venti e quello successivo diciamo della Resistenza e del secondo dopoguerra che sono in qualche modo sono state affrontate in modo particolare delle mediazioni che giustamente individuato questo come la questione centrale e forse si possono trovare delle indicazioni diciamo sulle analogie e differenze tra questi due periodi Gentian di antifascismo
Il problema poi anche nella guerra civile della violenza sicuramente molto importante ecco però diciamo siccome non posso affrontarle tutte su questioni che mi hanno particolarmente attratto interessato vorrei invece riferirmi
Al diciamo a quella dell'eternità del fascismo il problema dell'integrità del fascismo sono anche un po'richiamata da Simona Colarizi quando si quando ci ha detto sostanzialmente ma allora va respinta la concezione totalitaria del fascismo ecco secondo me questo è un problema centrale perché il totalitarismo è una categoria interpretativa che non è stata solo gli storici è stata acquisita anche dagli storici ma che parte dagli anni Venti
E vede diciamo protagonisti teorici filosofici politologi sociologi e quant'altro e che quindi ha avuto un ruolo importante nella cultura in generale non soltanto del suo grafia
A questa categoria dell'articolato anche la Colarizi De Felice arrivato sul suo stimolo in particolare di Emilio Gentile e quindi Emilio Gentile a definito il fascismo cesarismo totalitario De Felice
Lo considero uno Stato totalitario almeno da un certo punto
Temporale in poi ma arrivano sostanzialmente ad aderire a questa categoria interpretativa che ripeto non è solo gli storici
Ma a questa categoria anche altri storici di vecchia generazione ed altro orientamento storiografico il politico come Salvatore Lupo ha per esempio
Arriva anche lui al diciamo ad accettare l'idea del totalitarismo
E quindi secondo me diciamo ritrovando invece qui in questa categoria di totalitarismo
Una corrispondenza quanto avvenuto nell'Europa tra le due guerre mondiali un fenomeno particolare un regime particolare
Che va inquadrato in quel periodo che non si può dilatare da un punto di vista temporale e spaziale altrimenti in qualche modo si sfarina tutto il contorno non si vedono più di caratteristiche specifiche
Perché qui dico questo perché secondo me questa categoria di totalitarismo e ancora diciamo e ancora valida può essere ancora valida e quindi non va accantonata
Anche se ripeto avevano visto anche l'anno scorso con dobbiamo sul fatto il seminario sul fascismo c'è una tendenza in qualche modo a ridimensionarla
Ecco ridimensionare significa in qualche modo decontestualizzare idee storicizzare secondo mi e quindi bisognerebbe trovare diciamo individuare ragioni valide perché quest'operazione venga fatta questa operazione sugli atti che culturale venga fatta e secondo me figura diciamo non sono state ancora invece non sono ancora emersi quindi inviterei questo a una riflessione su questo punto
Ultima cosa ancora sulla continuità e discontinuità ecco dalle relazioni in questa mattina sono emerse secondo me alcune indicazioni interessanti quali potrebbero essere le continuità le continuità porse sono
Più facile individuare no
Solo così si se si pensa alla rivendicazione della libertà e dei diritti è qualcosa che appartiene sia al primo antifascismo per così dire sia al secondo la dimensione etico politica delle azioni di scelte di vita o di scelte politiche anche quella e qualcosa che appartiene a quegli attacchi entrambe le fasi
Ma anche secondo me questo biondo lo propongo un'ascendenza illuministica delle culture politiche che aderiscono all'antifascismo sia da prima che nella seconda fase anche la grande alleanza poi la seconda guerra mondiale ci rimanga acquisto quindi queste continuità siccome si possono individuare si possono anche allargare possiamo dire ulteriormente
Diciamo numerarli altre e discontinuità ecco forse più difficile la vocazione forse nazionale unitaria più presente del secondo diciamo antifascismo quella resistenza deliberazioni nazionale quello dei secondo dopoguerra
Nella guerra fredda anche la dimensione organizzativa più partiti Capri per intenderci del secondo tutti i fascismi no
E anche diciamo la stanza nazionalità che nel secondo di fascismo forse e meno presente ecco secondo me questi stimoli sono molto interessanti sono quelli che secondo me la seconda generazione di nuova generazione gli storici ci ha dato e che su cui vale molto la Pina continuare grazie
O se ci sono altri interventi Mirko carrettiere prego c'è vi sono altri poi altrimenti chiudiamo chiudiamo con commercio va bene
Ora facciamo l'ultimo l'ultimo intervento Mirko operative
Grazie anche da parte mia oltretutto molto interessante
Sull'alcuni flash visto l'orario allora innanzitutto mi sembra molto visto che abbiamo parlato di scala e di Temple due considerazioni su questo mi sembra ci sia un po'di ci sia una certa cioè va specificato che ampliare la scala storia transnazionale sono due cose diverse
Che comparazione transnazionale sono due cose diverse e quindi soffermarci sul fatto che rispetto all'antifascismo Gianni volumi che abbiamo citato ma ne potremmo citare degli altri che sono usciti nel frattempo sono state utilizzate entrambe queste categorie e non sono la stessa cosa e quindi potrebbe essere interessante fare dei ragionamenti su questo
Penso per esempio oltre a Senna che è stato citato anche al volume collettaneo di Casper Brass schema o al volume di idea sulla resistenza europea che comincerà Mino centotrentasei però quindi altre opere collettive che ragione una prospettiva sopranazionale ma appunto con tagli diversi questione del tempo e qui visto che rapine ne ha lanciato il testimone forse una cosa che non abbiamo detto ma che è interessante visto che se ne sta riflettendo su molto se ne riflettuto molto su sul fascismo
C'è una differenza nella considerazione del tempo tra fascismo e antifascismo
E nella considerazione della storia abbiamo sentito rievocati oggi famosi di Battisti Giustizia e Libertà del minore Ciro trentacinque sul Risorgimento ecco forse anche questo raduno ragionamento va un po'esteso e approfondito
è ci sarebbe molto da dire sulla categoria di guerra civile io mi limito a dire una cosa che non ho sentito dire anche incuriosisce moltissimo questo dibattito che
E cori cominciato da tanto tempo in tutti i convegni degli ultimi due anni sul centenario dalla marcia di rom su Roma in avanti
C'è questo paradosso quando Pavone introdusse il tema della categoria di guerra civile per parlare della Resistenza come sapete fu tutt'altro che facilmente accettato perché perché la catena di quella civile era applicata invece a questo pieno di cui stiamo parlando del primo dopoguerra
Ed era data per scontata per quel biennio è contestata per Pavone adesso stiamo facendo il contrario cioè stiamo dicendo che la categoria di guerra civile consolidata per il quarantatré quarantacinque mentre per il diciannove ventuno e da discutere molto interessanti anche i motivi per cui viene discussa
Abbiamo sentito Andrea Ventura che lo ha fatto un'occasione di quel convegno di questo di
Dopo per cui Fabio Fabbri aveva introdotto il tema della guerra civile per parlare del diciannove ventuno è lo stesso con il quale adesso Ventura lo contesta
Questo molto interessante
La
Ecco forse un'altra cosa che non abbiamo detto che vale la pena dire e ce l'abbiamo detta ma fosse va specifica atta
Cioè le le domande nuove derivano dal fatto che la parola antifascismo
E tornata il dibattito pubblico in modo significativo ce ne abbiamo parlato in libri di storiografia ma se prendiamo i titoli usciti negli ultimi tre anni su Amazon antifascismo se rispetto ai dieci anni precedenti ha avuto un boom incredibile qui
C'è una ripresa del dibattito pubblico la questo ci deve porre delle domande e ci deve sollecitare credo anche del dei tentativi dei tentativi di risposta ecco questo credo sia molto importate infine
La periodizzazione del tema dell'antifascismo non deve riguardare solo la continuità o meno
Con la resistenza su cui avete già detto tante cose insomma nel caso adesso di riprenderle anch'io sono per sottolineare il fatto che la storiografia sulla resistenza degli ultimi dieci anni aumentato la discontinuità
Questo mi sembra conclude assodato interessante anche lo aveva farlo ha fatto in parte riprendendo bresciani Claudia Bandoli su questo primo pomeriggio la periodizzazione Interna dell'antifascismo
Per esempio il termine antifascisti antifascismo non è immediato cioè l'antifascismo come tattica c'è già quanto abbiamo detto nel mille novecentodiciotto diciannove
Però il termine antifascismo per designare una convergenza di coloro che si oppongono al fascismo o addirittura una cultura politica come è stato per adesso è successivo
E ricordo per esempio che il famoso Manifesto noto come Manifesto della cultura antifascista del mio centoventicinque si chiama in realtà manifesto della cultura non fascista
Quindi usare antifascismo come designazione di una cultura politica o almeno di una convergenza non è un fenomeno immediato ecco solo queste alcune note grazie molte per tutta la discussione
Però le proprio amaramente due parole di chiuso in chiusura proprio per ringraziare tutti colleghe e colleghi
Dottorando i dottorandi studentesse e studenti che hanno partecipato questa giornata in presenza e quanti danno hanno ascoltato sono intervenuti
Da da remoto la presentazione dei volumi che diamo che abbiamo scelto è stata una scelta insomma come dire una scelte come qualsiasi scelte anche potrebbe anche essere discutibile però noi diamo confermiamo la bontà diciamo soprattutto dopo questa giornata di lavori confermiamo la bontà di questa di questa scelta e la discussione che ne è seguita mi sono sembrate sono sembrate estremamente vivaci estremamente estremamente ricche
E speriamo come accaduto per la prima edizione di orizzonti storiografici di trovare uno sbocco una come dire un modo per valorizzare insomma il il lavoro di oggi quindi grazie ancora e buona serata
Grazie grazie e grazie al suo mito grazie allo show per screening grazie