Rassegna delle riviste di politica e storia

Ecco c'è anche oggi all'appuntamento della programmazione di Radio radicale in cui vi parliamo di storia anche oggi cercheremo di legare in qualche modo insieme le nostre segnalazioni torniamo su un tema di cui tante volte in realtà abbiamo parlato
In questa rubrica parliamo dei fantasmi del novecento parliamo anche più in generale dei fantasmi della memoria ancora una volta vi segnaliamo il libro Di Giorgio levi Della vida fantasmi ritrovati che forse è un modo è un esempio con cui fare i conti con i fantasmi fantasmi della memoria e vedremo
Collettiva ma anche individuale sono due questioni di difficile distinzione in realtà partiamo con una segnalazione dal Corriere della Sera del diciassette nel novembre scorso un articolo di Massimo Nava i conflitti e la storia in Medioriente ha oscurato nei media lo scontrino creda quasi non si sente più parlare della media dell'Armenia tre guerre risvegliano i fantasmi della novecento quindi apriamo su questo ragionamento in meno di due anni scrive Nava tre guerre hanno risvegliato
Quasi contemporaneamente i fantasmi della storia del Novecento alimentando nelle popolazioni coinvolte la paura collettiva della sopraffatti della sopraffazione della pulizia etnica
Delle genocidio il conflitto in Medioriente ha oscurato appunto nei media
Quello in Ucraina e le altre crisi queste crisi apparentemente lontane nella loro genesi hanno in comune la storia di terre contese di popoli calpestati di identità annegate ingigantiscono la paura che questa storia continua
A ripetersi continui a ripetersi e questo è il quadro della questione così come fotografato da Massimo
Nava che poi va approfondisce i temi ma noi seguiremo quest'altro filo quindi ritrovate il ragionamento di Massimo Nava con gli strumenti a disposizione sulla e dice al Corriere della Sera il diciassette novembre Nava scrive poi per peraltro più avanti con una citazione
Ci presenta un concetto importante per il ragionamento di oggi i morti non parlano
I vivi ammutoliscono pena questo le tragedie si ripetono è una citazione dello scrittore Ivo andrei c'è che pensava alle carneficine balcaniche le tragedie del passato tendono appunto a ripete sia e questa dimensione esistenziale
Del trauma storico collettivo supera la dimensione della politica ne diventa uno strumento di consenso nelle mani di élite politiche e militari scrive
Il questo passaggio Massimo Nava un tema anche come dire in qualche modo scoraggiante ma vediamo come possiamo in qualche modo proporre degli argomenti per approfondire questa versione questa questione per cercare di capirci qualcosa
E passiamo al domani delle ventitré novembre scorso un articolo che già avete sentito in eccitazione della rassegna stampa di radio radicale
La settimana scorsa a cura di Carlo Romeo
Il l'articolo che vi segnaliamo è di Gigi Riva che uno scrittore la provoca la provocatoria lezioni di Toro Dolph sull'oblio quando l'abuso di memoria rende impossibile la pace
Così titola il domani ma il ragionamento importante e il tema dell'oblio lo ricordiamo con la volta ne ha parlato approfonditamente Paolo Mieli in un libro recente che ritrovate facilmente
Che da delle informazioni molto importanti sul come maneggiare l'oblio scrive Gigi Riva i greci che di comportarmi dei comportamenti umani hanno descritto quasi Clinton non per caso si erano inventati
La figura di due gemelle complementari
Vorremmo Sinead dea della memoria le dea dell'oblio
Come a suggerire che i due atteggiamenti vanno calibrati un eccesso di entrambi sarebbe deleterio lette anche il fiume nel quale ci si immerge per dimenticare il rinascere a nuova vita Platone
Nella Repubblica scriveva le anime
Sì avviarono verso la pianura delle idee si accamparono presso il fiume
E furono costretti a vere via via chi beveva si dimenticava ogni cosa analoga analogamente Virgilio nell'Eneide
Dante nella Commedia si immagina il fiume che purifica dalle colpe terrene le anime del Purgatorio per salire in Paradiso Baudelaire scrive una poesia in cui e dentro i baci di lei scorre l'acqua delle che si conosce la sua confidenza con l'assenzio scrive ironicamente anche Riva oggi lette un'acqua minerale il segno dei tempi altrove
Altro sarcasmo come dire il Prete excursus letterario poi aggiunge per dimostrare come il tema dei giusto uso della memoria è un tema antico
E torna sempre d'attualità non nei momenti in cui la crono che incrocia la storia la chiama testimone per dirimere ragioni e torti viene recuperata à la carte a seconda di quanto serve per giustificare il proprio diritto
è successo tra russi e ucraini succede tra palestinesi e israeliani fare esercizio di memoria è sempre bene
L'opinione diffusa del nostro tempo ma è davvero così se lo è chiesto per una discreta parte della sua produzione intellettuale filosofica letteraria Zeman Todorov fare morto nel due mila e diciassette bulgaro
Naturalizzato francese tra i massimi pensatori dell'ultimo dopoguerra dall'ultimo dopoguerra ad oggi approdando a una conclusione prove provocatorio per la quale dalla fine del Novecento noi europei siamo ossessionati dal culto della memoria fino a deragliare negli abusi della memoria il titolo di un suo libro di Todorov
Per Meltemi editore aveva accostato il tema anche in memoria del male tentazione del bene un manuale per usare nel modo migliore storia e memoria nell'ultima edizione di BookCity a Milano in un incontro sul libro di Marco Bechis
Con le tavole di Alfredo Chiappori Cile mille novecentosettantatré del Cile settantasei abbiamo parlato la scorsa settimana il golpe contro Allende nelle tavole di punto finale
Stampato dalla nave ditte siamo si è alzato dalla profonda la platea un ex desaparecido argentino nell'Ulisse per sottolineare la necessità di continuare a essere testimoni guardiani della memoria tanto più adesso
Che in Argentina ha vinto le elezioni un presidente di estrema destra Miley se non negazionista ma al minimo riduzioni sta nella idea che ha delle malefatte della dittatura poi e Riva prosegue nella sua riflessione Louis appunto citato prima ha ragione e in bocca quella che Toldo rosso definisce la memoria buone
Chi archivia senza cancellare alla quale il filosofo contrappone tuttavia la memoria e cattiva quella che incatena al passato impedisce di aprire orizzonti verso il futuro
Finché perché perpetua il meccanismo della rivincita e della vendetta
Per concludere spesso i popoli per riuscire ad andare avanti hanno bisogno più di dimenticare che di ricordare una citazione
E si fa alcune domande retoriche una valenza tremendamente attuale sale richiamo ancora il il sopravvissuto argentino se richiamo al passato conduce alla morte come non preferire l'oblio questa appunto
Una delle riflessioni di di Gigi Riva che poi prosegue con il suo al ragionamento sulla degli esempi appunto dell'utilizzo della memoria negli anni novanta per esempio nella di soluzione della ex Jugoslavia sì poggiano le basi sul consenso e sull'uso ultra politico della storia nell'ultimo anno
Prima che tuona se il Cannone le televisioni di Zagabria mandavano in onda praticamente ogni giorno documentari sui massacri dei cetnici
Serbi contro la popolazione croata all'opposto a Belgrado la pole la propaganda diffondeva che carneficine di ustascia croati contro i serbi è Serbia erano fatti di cinquant'anni prima
Ma di colpo tornarono d'attualità parole antiche e poi più avanti ancora vale la pena di ricordare la massima di Winston Churchill
Che conferma un attimo di un'attitudine antica i Balcani producono più storia di quanta ne possono ne possono consumare anche una frase di Marco Pannella è stata già ricordato appunto qui da radio radicale se invece dei reciproci massacri le televisioni
Delle repubbliche ex jugoslave avessero mandato immagini di matrimoni misti non ci sarebbero stati i conflitti è una situazione appunto sulla lettura che Marco Pannella ebbe di quel particolare conflitto che fu davvero lucida e immediata naturalmente rimandiamo
All'archivio di Radio Radicale per ripercorrere le iniziative politiche di Marco Pannella dei radicali di quella stagione non va diversamente nel privato scrive ancora scrive ancora Gigi viva quando al duello Isma'tra e memoria e oblio fa alcune e citazioni di scrittori che appunto chi di dall'esperienza del della Shoah chi dalle esperienze del Gulag appunto a raccontato anche della necessità di dimenticare della diciamo della terapia dell'oblio per e queste esperienze è un fatto davvero importante senza dimenticare il passato ma senza farlo diventare un macigno sulle spalle dei contemporanei conclude Riva e questa è un po'la chiave e cerchiamo di seguire oggi e andiamo avanti con le citazioni veniamo a una rivista la rivista in verbis Lingue e letterature culture
Di quest'anno l'anno tredicesimo della pubblicazione di questa
Rivista e la rivista del Dipartimento di scienze umanistiche dell'Università degli Studi di Palermo stampata da
Caro ci Carocci editore molto ricca come tutte queste di riviste tra l'altro Carocci ne cura diverso e che poi cercheremo ancora
Di segnalargli nelle prossime settimane noi vogliamo darvi solo qualche conto di un importante riflessione che ci porta anche su altre questioni che cerchiamo in qualche modo di segnalarvi in questa rubrica cioè la questione
Dell'utilizzo di fonti Giamol non propriamente di primo piano
E la storiografia attuale si è allargata molto come abbiamo raccontato tante volte all'utilizzo di fonti diverse naturalmente è importante prendere le giuste precauzioni come dire nell'utilizzo di queste di queste fonti vediamo
Di che cosa si tratta con questa citazione Laura Ristuccia dell'Università di Palermo punto Dipartimento di scienze
Umanistiche firma questo approfondimento che ha questo titolo rimpatriati in terra straniera Ragonese Capretti Sammartano Costantini raccontano l'ha già la
Che vediamo di che cosa si tratta alcuni avranno già capito tra i molti episodi bui della nostra storia contemporanea c'è quello che riguarda la cacciata questa è la già la
La cacciata degli italiani dalla Libia al primo settembre del mille novecentosessantanove
Colonnello Gheddafi e la guida di un gruppo di rivoluzionari si impone al potere con un colpo di Stato e tra l'altro in nota Restuccia dicono al governo italiano dopo aver concordato la decisione con Gran Bretagna e Stati Uniti riconosce il nuovo regime solo cinque giorni dopo l'insediamento
Di Gheddafi al potere appunto questo fu un atto perché poi sposa in qualche modo il nostro nostro paese ma vedremo tra poco
Di che cosa si tratta punto in poco più di un e hanno i venti mila italiani ancora residenti per la maggior parte nati in Libia furono costretti ad abbandonare
Quel Paese si tratta come molti altri casi di uno storico opaca
Per alcuni versi molto simile a tante altre accadute che continuano ad accadere in altre parti del mondo scrive Ristuccia non non sta a me dice in questa serie giudicare le ragioni delle parti in causa ma resta innegabile quanto la gialla abbia inciso sulla vita e sulla psicologia di molti discendenti di colonizzatori di migranti
Arrivati in Libia nel mille novecentotrentotto con la promessa i migliori aspettative di vita che si sono trovati può improvvisamente essere strappati da pro dalla propria quotidianità qui quella della Libia ed essere catapultati in un'Italia a loro assolutamente estraneo e solo idealmente depositaria della loro cultura originali
Queste questa storia
Queste molte storie individuali e collettive sono ricostruite a partire da esperienze autobiografiche romanzate questo è i lo specifico di questo saggio da alcuni di coloro che allora ho ancora giovani giovanissimi per i quali la Libia era la Patria da due o più generazioni
Le hanno vissute sulla propria pelle tra i numerosi autori che hanno sentito il bisogno di elaborare il proprio doloroso percorso attraverso la scrittura restituire agli attori ciascuno con un proprio punto di vista questa parentesi storica
Ho scelto dice la studiosa di basarmi in chiave
Esclusivamente ematologica entrando nel merito della
Dell'analisi letteraria e i alcuni testi mila narrativi neo coloniali o neo storici di vita Ragonese Luciana Capretti Andrea Amedeo
Sammartano Roberto Costantini questi odori in un modo o nell'altro narrano le angosce Leanza il profondo senso di disorientamento subito da migliaia di italiani che più di cento anni ormai ricostruisce rapidamente il quadro l'Italia e la Libia
Sono strettamente legate benché in modo dissonante contraddittori non soltanto grazie alla loro posizione gioca
Chiamati a causa di interessi reciproci tra il colonialismo italiano accorpando sotto un unico vessillo Tripolitania Cirenaica
Frizzante è stato artefice della costituzione della nazione libica la grande proletaria vi aveva trovato un luogo per i propri emigranti più vicino ad altre destinazione è una citazione una volta perduta la guerra con essa l'interno italiano negli anni Cinquanta dei centoventi mila italiani tra migranti e colonizzatori mese inni
Risiedevano ancore Libia più di venti mila questi individui sotto la benevola ma anche corrotta
Monarchia direi Idris primo che garantiva loro
In ottemperanza alla risoluzione ONU trecentottantotto del mille novecentocinquanta le proprietà i diritti e gli interessi delle persone fisiche e giuridiche
Se giudicate legittime una citazione proprio della rivoluzione
Continuavano a risiedere in Libia come cittadini stranieri ricostruisce poi anche altri aspetti al contesto storico
Che saltiamo i motivi che hanno spinto i voti rivoluzionari guidati da Gheddafi a progettare il colpo di Stato con l'appoggio fra gli altri del Governo e di in degli industriali italiani
Di alcune industrie italiani sarebbe meglio dire affondava
Le proprie ragioni ufficiali nella convinzione che vigesse ormai Libia una dilagante corruzione operata dalle potenze occidentali interessate alle risorse
Della Libia Gheddafi dal canto suo ispirato dalla politica il vicino campo Nasser così almeno si chiedeva l'inizio proponeva una forma di socialismo laico ha ravvisato intendeva realizzare sotto la sua guida e contro l'Occidente gli Stati Uniti africani di Jordi tuttavia sembravano non preoccupare l'Italia e l'allora ministro degli Esteri italiano Aldo Moro infatti riteneva da un lato che le vicende coloniali fossero da considerare ormai del tutto assolte dal trattato sottoscritto tra i due Paesi nel mille novecento cinquantasei che riconosceva alla Libia il risarcimento per i danni causati dall'occupazione italiana dall'altro che la Libia sarebbe stata in ogni caso interessata a conservare buoni rapporti con il nostro Paese è interessante
Questa citazione dell'atteggiamento di Aldo Moro perché ci racconta ancora una volta e della prassi politica di Aldo Moro e anche di una parte della democrazia cristiana già l'altra volta abbiamo detto
Ci sono pubblicazioni importanti in questo momento da segnalarvi lo faremo
Sulla storia della democrazia cristiana lo faremo presto e appunto questa idea che è un'idea importante cioè del a far fede agli atti giuridici del diritto internazionale più che al lutto i Rizzo di una memoria di una storia alla carta come abbiamo detto poco fa di Uniti undici un utilizzo
Strumentale per darsi e dare ragione questo forse importante per capire come personalità come Aldo Moro chiudi mano questo rapporto in qualche modo squilibrato con la memoria
Riferendosi alla forza del diritto internazionale una forza naturalmente da
Da ristabilire e questo un passaggio di questa di questa citazione poi si parla anche del ruolo di Gheddafi della sua condotta del fatto di negli anni Settanta di essere stato poi in grado con l'utilizzo alla nazionalizzazione delle risorse l'utilizzo dei proventi da appunto da queste attività di acquistare il dieci per cento delle azioni FIAT degli anni settanta e poi nel giro di pochi mesi appunto dopo le decisioni del giugno del mille e novecentosettanta quando Gheddafi comunicava l'ambasciatore italiano Giovanni Ludovico Borromeo che a breve l'Italia avrebbe dovuto lasciare tutto il paese nel giro di pochi mesi appunto
Hanno lasciato la Libia dodici mila settecentosettanta italiani a cui erano stati confiscati trentasette mila ettari di terra ottanta milioni di sterline libiche
Mille settecento cinquanta abitazioni cinquecento attività commerciali mille duecento veicoli prima del rimpatrio gli italiani dovevano dimostrare di aver pagato tutte le tasse e di non è vero debiti tali provvedimenti inutile ricordarlo violavano totalmente le disposizioni della risoluzione delle Nazioni Unite del mille e novecentocinquanta sia il trattato Italo libello del mille novecentocinquantasei qui invece Moro faceva riferimento per ciò stesso erano in linea di principio impugnabili ma l'Italia non poteva compromettere i suoi rapporti con la Libia la quale era legata come già accennato da forti
Interessi economici per via degli investimenti
E almeno fino al settantaquattro non non c'è stato nessun nessun provvedimento ma come hanno vissuto questa esperienza coloro che hanno dovuto in tutta fretta a lasciare il suolo libico alla volta di una patria sconosciuta su cui reinventarsi con una nuova vita al di là poi della
E la data del settantaquattro il destino di queste persone viene raccontato
Qui in questo saggio partiamo da una citazione Dl di uno dei dei romanzi in realtà presi in esame dalla studiosa che senso ha la patria quando arrivi entrarci ti senti morire si può forse dire tornare in un posto dove non si è nati né si è visto di si può tornare solo da dove si è partiti
Se ne vanno così i figli di Tripoli nipoti pronipoti dei colonizzatori se ne vanno così perché con le buone
Non se ne sarebbero mai andati perché anche a cercarla una ragione per andarsene non l'avrebbero trovata un queste parole Rita Ragonese che era nata a Tripoli
Rientrata in Italia vive in Veneto dove esercita la sua professione attualmente nel suo Tripoli la terra di chi restituisce il senso di smarrimenti ho provato da molti italiani al momento della partenza da Tripoli all'intento all'interno all'interno
Di un intreccio tra storia ufficiale storie dividersi di Camel fino che il nega una indisse Ulivo in un in di solubile affetto amicale di due ragazzine e appunto di questo è il
Quattro con cui questo libero questo racconto questo romanzo sì di Panama appunto come dice la studiosa può essere un elemento da cui estrarre la condizione individuare nella quale possono essersi trovati italiani che furono punto cacciati dalla Libia nel mille e novecento settanta un altro esempio quello di Luciana Capretti
Nel suo libro Bibli trasporta il lettore in Libia coinvolgendo negli avvenimenti tra il mille novecento
Sessantanove il settanta quando appunto migliaia di italiani prima ancora di ottenere il foglio di via dalle autorità governative tentarono una fuga di rientro in Italia nella speranza di riuscire a salvarle almeno una parte dei propri averi altrimenti destinati
All'esproprio all'esproprio
Chiarificatore già il titolo libri che rimanda a quel vento Devastator del deserto che qui metaforicamente metaforicamente spazza via tutto
Che spazza via migliaia di italiani verso l'altra sponda del Mediterraneo verso un rientro forzato verso una nuova e imprevedibile vita tutta da reinventare la storia
Voleva ripetersi una citazione ancora
Da questo libro al contrario però gli italiani in fila si tratta di un testo in cui appunto poi in qualche modo anche questa frase si rievoca
E si riaccende questa memoria defraudata sui raccapriccianti e vergognosi metodi adottati dal colonialismo nostrano illuso anche della parola defraudato
Non è è chiarissimo in questo contesto ma ci racconta questo passaggio anche il rapporto con la memoria nella Libia
Di quei momenti Capretti altro untore preso in esame racconta che questo il suo romanzo
Basato su un'attenta documentazione cronachistica
I profughi italiani tornarono in una patria straniera è una volta sbarcati nel nostro Paese vengono portati in centri di accoglienza e il Governo italiano aveva messo a disposizione scrive l'autrice
Dei rimpatriati nove campi profughi disseminati in diverse regioni da cui è origine di solito risaliva al secondo dopoguerra quando erano stati allestiti per sistemarli l'ondata dei profughi dall'Istria
E più in generale dai territori sotto la giurisdizione della Jugoslavia essi
Accenna anche a quest'altra tragica pagina della nostra memorie
Una patria straniera appunto in questi centri di accoglienza dove nessuno nemici rientro a Torino i politici si occupa di offrire loro un benché minimo
Barlume di speranza per il futuro il testo si chiude con uno sconcertante parallelismo anche con le migrazioni del presente questa è una riflessione che fa
L'autore insomma questi testi
Ognuno da un punto di vista diverso ma anche controcorrente ci raccontano quanto appunto è stato vissuto dagli italiani rapporti personali anche il ruolo della occupazione fascista in uno di questi libri si parla delle gravissime responsabilità
Del generale Graziani in definitiva questi testi insieme a molti altri scritti sull'argomento scrive l'autrice hanno svolto il compito di conferire alle storie individuali il ruolo di vestali del ricordo di traumi che come tali non essendo giunti a una completa elaborazione forse i fantasmi ritrovati di cui dicevamo in apertura trasmettono nel messaggio nel messaggio di loro tutori una posizione oscillante tra il risentimento per un'Italia che li ha traditi
In nome di interessi economici e politici rappresentazione di un Eden perduto la scrittura
Ha assunto cioè per questi scrittori un valore non soltanto testimoniale ma anche forse soprattutto taumaturgico finendo per restituire insomma una visione del tutto caleidoscopica tratti fortemente divergente di un dramma
Vissuto da molti nostri connazionali troppo spesso sottaciuto perché in fin dei conti il dovere di dimenticare contro quello di ricordare pure essendo antitetici furono due percorsi comunque
Divergenti quindi
Siamo tornati alla alle
Due
Divinità che diciamo evocato in apertura e alla questione dell'importanza a
Dell'oblio passiamo un'altra segnalazione questa volta dice diamo qualcosa
Dalla meraviglia del possibile rivista dell'Università LUISS di Roma che cerchiamo sempre di citare il numero che abbiamo sottomano oggi è il numero sei di ottobre
Stelle mondi celesti Twizy e così mi che e materia oscure davvero come sempre nella rivista dell'Università LUISS di Roma è molto interessante contiene
Davvero approfondimenti
Che danno numerosi spunti e qui appunto si parla del rapporto con con l'universo la questione del uomo nello spazio nell'universo i temi sono davvero moltissimi oggi solo una segnalazione ma poi ci torneremo appunto come hai detto nel prossimo buttate Alessandra
Frammento fece che ci racconta un fatto forse poco poco conosciuto poco poco ricordato il consumismo che cos'è il così benissimo dalla galassia al mondo I consumisti nell'arte contemporanea
Il consumismo un movimento che ebbe un certa una certa forza
Nella prima fase
Della Unione Sovietica post rivoluzionaria mo'Mosca mille novecentoventiquattro
Visitando il museo della cultura pittorica precisamente davanti al quadrato nero
Di casi miete maledice Boris luce Ski incontro Alexander Sardano con cui proseguire una riflessione sull'arte come Energia creativa emersa dal contesto del movimento artistico amare la la cui a cui parteciparono anche fate cofondatore con riesce Ski ci scusiamo naturalmente per la pronuncia Serghei Cigole fare altri recuperata dal sanscrito amara bella significa al bolidi immortalità questo era il consumismo poi interpretabile alla luce della loro produzione artistica ispirata all'immaginario fantascientifico e spirituale connesso ai primordi
Dell'esplorazione spaziale in Unione Sovietica
Sulla manifesto del gruppo si reggeva la nostra creatività e diretta all'esplorazione di vari aspetti del cosmo attraverso la Parenzo umana i paesaggi le visualizzazione di immagini astratte che appartengono al mondo
Interiore il suprematismo male Tiziano fu solo una delle loro numeri chiusi fonti profondamente radicate nell'epoca nell'intreccio della teosofia antroposofia degli scritti di bellezze uso peschi e anche a ispirati dall'astrattismo simbolico di Kandinskij di altre avanguardie attive tra Mosca e Pietroburgo tra i principali riferimenti vi fu appunto il consumismo un movimento filosofico iniziato da affetto Rolf che influenzò generazioni di Ponza Tor di pensatori e scrittori e furono Riunite delle sue allievi anche in un'opera
Postuma filosofia della cosa comune
Seppure intrise di misticismo anticiparono il transumanesimo
Da proponendo il ricorso alla tecnologia come soluzione per la sopravvivenza del genere umano postulando una società futura basata sull'uguaglianza oltre alla Boris
Non è della proprietà privata siamo appunto
Nella Unione Sovietica i primi anni feudo rosso posto l'ho necessità di eliminare la morte attuando l'immortalità del genere umano vorrei RAI realizzando la resurrezione dei morti perseguendo questo ideale sono fatte
Scoperte scientifiche poi importanti che confluirono nell'industria Ario spaziale sovietica
E ad opera soprattutto di alcuni studiosi per farlo dovrò farla ha ha scritto opere fantascientifiche e concepiti ipotizzò l'uso del razzo che poi appunto divenne
In qualche modo comune e tra immortalità e resurrezione si rendeva necessario poi risolvere il problema del solo Parma sopra popolamento perversa insomma consumismo è una questione
Curiose in qualche modo tra l'altro qualcuno il il numero della mia meraviglia del possibile lo ripropone perché poi come vi diremo nelle prossime settimane si parla anche di realtà di coscienza a posto organica
Sono tra le suggestioni e anche tra le sfide le minacce di un prossimo futuro di cui appunto questa rivista parla ma siamo in chiusura anche oggi e un'ultima segnalazione la traiamo ancora invece da un quotidiano
Perché in questa settimana si è riparlato per
L'anniversario a cifra tonda della uccisione
Di Kennedy sessant'anni fa a John Kennedy veniva assassinato a Dallas il foglio presentato un inserto il ventitré novembre con questo titolo il padre di tutti i complotti
Distefano pisolini la cosa più interessante scrive se ci si deve osservare la parabola
Delle teorie del complotto del secondo Novecento a oggi il progressivo e inarrestabile
Tracimare del fenomeno da sinistra a destra mezzo secolo fa erano i più accesi progressisti a urlare slogan nelle manifestazioni contro lo Stato repressivo accusato di ordire e controllare inganni modificare la realtà oggi nella fattispecie in America la teoria del complotto è diventato il più aggressivo
Strumento politico della destra prova ne sia la grande bugia di dall'altra
Sulle frodi elettorali per le presidenziali del due mila venti volano dell'insurrezione del sei gennaio del due mila e ventuno in Campidoglio con migliaia di scalmanati a minacciare
L'ordine pubblico ancor di più con il sessantatré per cento degli elettori repubblicani pronti a credere alle menzogna
Dell'ex presidente poi
Appunto
Pisolini ricorda che il complottismo nasce in qualche modo nel mille novecentosessantatré troviamo a celebrare l'anniversario di questa vicenda madre del complottismo moderno capace di sbriciolare il nostro senso di realtà Display di spingere il nostro intelletto a brancolare nel caos etico l'omicidio del Presidente degli Stati Uniti chiede di ventidue novembre
Sessantatré a Dallas e a questo valore simbolico tutto ciò che cade a partire dagli istanti successivi ai colpi esplosi da fucile di José vuol costituisce il punto zero
Della teoria del complotto con come funzione del contemporaneo tra l'altro poi un passaggio gelati Pisoni ricorda che oggi le teorie del complotto sono anche una fonte di reddito a volte non di di di anche reddito notevole con influenza che continuano a a racimolare
Contributi per le visualizzazioni su le diverse piattaforme ma e poi ripercorre
Anche contessa che le responsabilità con le negligenze che ci furono dopo il mille novecentosessantatré da parte della ministra delle amministrazioni
Americane della scia dell'FBI a non a vere uno comportamento come dire trasparente nel rilasciare i documenti su cui c'è ancora discussione e fra gli elementi che hanno in qualche modo alimentato le teorie del complotto ma come dice pisolini nella responsabilità degli individui naturalmente
Cioè il nodo della questione ma ci fermiamo anche però oggi con questa trasmissione vediamo appuntamento la settimana prossima