"Politica estera e cooperazione con i Paesi in via di sviluppo" Festa dell'Unità

Alla nostra tavola rotonda
Sono con lui al festival per prendere parte a questo dibattito
Ospiti illustri
Di impegnati da tempo sul piano politico e culturale sui temi molto complesse e difficili
Della politica estera e del rapporto dell'Italia con i Paesi del terzo mondo
A nome del Festival desidero ringraziare
Vivamente e della loro presenza
Gli onorevoli Piero Bassetti Gilberto Bonalumi
La senatrice Margherita Boniver la senatrice Tullia carretto unire puntato europeo e il compagno dottor Carlo Guelfi docente universitario esperto di questi problemi
E assieme tutti coloro esponenti politici
Funzionari
Del ministero sindacalisti cooperatori dirigenti di istituti di ricerca e di associazioni di volontariato semplici cittadini che hanno ha colto il nostro invito
Il tema all'ordine del giorno di questo incontro
Entra in modo specifico
Per la prima volta nel calendario nei dibattiti della festa nazionale dell'Unità
Ho detto specifico perché come temi generali solidarietà internazionale
Tradizione può fornire voleva
Non si può continuare
Però si annuncia a tutti status
Dicevo che si tratta di un dibattito che entra per la prima volta in modo specifico al Festival dell'Unità
Perché come tema generale di solidarietà internazionale l'aiuto ai popoli oppressi la collaborazione con i paesi del terzo mondo sono sempre stati presenti nelle manifestazioni per la libertà la indipendenza e la pace che ogni anno si sono svolte nei nostri testi
Così come non sono mancate nel corso del tempo da parte del Movimento Popolare le raccolte di medicinali
I gemellaggi tra le istituzioni
I protocolli di intervento del movimento cooperativo l'opera del volontariato l'invio di navi dell'amicizia e non occorre spenda molte parole per significare il valore di queste iniziative proprio qui
Per il contributo che la città di Reggio
Non soltanto i suoi cooperatori ancora impegnati particolarmente in alcuni Paesi dell'Africa ma tutta la città di Reggio il contributo che issa dato che sta ancora dando
All'ospite un po'e all'assistenza ai Paesi in via di sviluppo
Ma il problema che si pone oggi
E che vogliamo affrontare questa sera
Sia pure con i limiti di tempo a nostra disposizione è quello di una politica estera di una politica statale italiana innanzitutto
Che corrisponda a esigenze oramai indilazionabile di cooperazione
E di collaborazione paritaria tra i Paesi industrializzati e i paesi in via di sviluppo
Come si usava dire più semplicemente tra nord e sud del mondo
Per le loro sempre più stretta interdipendenza
E ciò non solo allo scopo altamente umanitario di affrontare straordinariamente con mezzi crescenti
Il fenomeno drammatico il sempre più esclusivo della fame nuovi ogni anno come anche recentemente ha nuovamente documentato la fanno dai quindici ai venti milioni di bambini
Ed è davvero indispensabile che anche in tema di aiuti di emergenza nulla venga lasciato
Alla improvvisazione o al solo impulso assistenzialistico
Anche nel campo dell'aiuto alimentare sanitario
Occorrono quindi programmi di intervento coordinati tra i vari paesi
Programmi a medio e a lungo termine per operazioni rapide
Di effettivo impiego e congestioni trasparenti
E c'è da chiedersi allora
E qui io pongo una prima domanda
Al nostro dibattito
Le ragioni per le quali
Il nostro paese non è stato sin qui in grado
Di assolvere all'incarico ricevuto e accettato alla conferenza di Ottava dal nostro governo di coordinare e mettere a punto un piano per una strategia alimentare
Dei Paesi industrializzati
Nei riguardi del Terzo Mondo per combattere in modo costante in progressione la fame e il sottosviluppo
Ma
Oltre a questo primo aspetto va messo in evidenza io credo anche in questa breve presentazione
Se ci fermassimo a considerare soltanto
Questo livello di aiuto allo sviluppo lo facessimo di questo
Come qualcuno non ha cessato di suggerire l'unico aspetto della lotta contro la fame
Contro le miserie la malattie
In sostanza il sottosviluppo vorrebbe dire non affrontare il male alla radice non affrontare cioè quei nodi strutturali e politici
Che di quegli effetti
Ne sono la causa principale la causa prima
D'altra parte il problema dello sviluppo non è solo questione di sopravvivenza per talune aree del mondo
E non riguarda soltanto i paesi del terzo mondo
In causa
Viene posto l'impiego delle risorse
E in primo luogo di quelle destinate in modo crescenti agli armamenti
E presuppone dunque la via del negoziato della distensione del disarmo
Per liberare e destinare il mese energiche allo sviluppo civile e pacifico
In primo piano ancora
Viene emergendo la crisi economica mondiale poiché i legami di interdipendenza tra le diverse economie persino tra i diversi sistemi
Sono talmente profondi
Che non è più pensabile neppure uno sviluppo dei Paesi industrializzati
Siano essi ad economia di mercato
Che ad economia pianificata
Che avvenga isolatamente o in contrasto con lo sviluppo dei Paesi del Terzo Mondo
Siamo lieti di constatare prendiamo atto
Compiacere noi comunisti
Che questa non è più solo la concezione avanzata nella nostra Carta della pace dello sviluppo approvata un anno e mezzo fa dal nostro Comitato centrale
Questa è una concezione che ormai è parte integrante
Della strategia che la commissione Branzi ha riproposto anche nel suo sacco secondo rapporto
Sullo sviluppo nel Terzo Mondo all'inizio di quest'anno ed è tra le indicazioni contenute nel programma delle Nazioni Unite per il terzo decennio dello sviluppo
E nelle stesse recenti risoluzioni del Parlamento europeo
Si tratta è vero di affermazioni
Che non trovano ancora riscontro di una politica attiva
Da parte dei Paesi industrializzati che nel loro assieme appaiono ancora più propensi a proseguire ad affidare lo sviluppo alle forze spontanee del mercato
Ai modelli imitativi dei vecchi processi di industrializzazione
Ma noi sappiamo che gli squilibri crescenti
E il pesante indebitamento dei Paesi del Terzo Mondo
Porta questa linea
Ad essere votata al fallimento e dunque spinge
A dovere cambiare anche da parte dei Paesi industrializzati
La direzione di marcia
E allora che ruolo
Ha giocato e può giocare all'Italia perché si intraprenda la direzione giusta
Uno sforzo critico e autocritico
Del lavoro svolto negli ultimi quattro anni può e deve essere fatto per guardare alla prospettiva con maggiore fiducia e iniziativa
Perché dico lavoro svolto negli ultimi quattro anni
Perché in questi quattro anni noi abbiamo potuto contare
Su due premesse
Che non c'erano in precedenza
La prima
è stata l'approvazione da parte delle forze democratiche
Dei partiti democratici in Parlamento
Nel febbraio del mille novecentosettantanove della legge numero trentotto
Detta di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo
Ispirata appunto a fare
Di questa politica e non soltanto sul piano economico una componente essenziale della nostra politica estera
La seconda premesse
è data dall'aumento degli stanziamenti di bilancio
Nel nostro Paese destinati all'aiuto pubblico allo sviluppo
Che pure essendo ancora lontani dagli obiettivi prefissati
E dalle ancora di più dalle esigenze sono passati dai quattrocentottanta miliardi del mille novecentottanta ai due mila miliardi del mille novecento ottantatré
Delineando vale a dire una
Presenza
Nella crisi un impegno nei paesi in via di sviluppo che un impegno crescenti
Ma ecco il punto e qui concludo
Avendo presenti queste premesse
Quali presenze quali risultati possono essere vantati dall'Italia nel campo della cooperazione multilaterale a livello europeo e attraverso le intese raggiunte sul piano mondiale a livello di Banca mondiale della FAO dell'Unicef e degli altri organismi internazionali
Ad esempio
L'assegnazione di cui si parla
Di cinquecento miliardi ultimamente alla FAO
Quali risultati si può pensare possano conseguire quali programmi
Vedono impegnati con questi miliare
E ancora quali risultati si sono conseguiti con i programmi bilaterali
In particolare con quelli elaborati assieme
Ai Paesi africani
E come mai altra domanda l'America Latina
Risulta così emarginata
Da questi programmi di aiuto
è vero poi
Che
Spesso
Sembra prevalere una logica settoriale e di gruppo che non è conforme alle scelte di priorità e le agli indirizzi di collaborazione
Paritaria approvati dal parlamento e dal cipresso
E la struttura dei mezzi previsti dalla legge numero trentotto
Hanno trovato piena attuazione a cominciare dal dipartimento del Ministero degli Affari Esteri
Sono da ritenere idonei rappresentano in questo campo la politica italiana nei diversi continenti e Paesi in via di sviluppo
Poiché gli strumenti sono importanti
E dobbiamo essere pronti anche ad esaminare eventuali riforme nuove soluzioni ma dobbiamo tenere presente che non vi sono soluzioni tecniche miracolistiche e da inventare
Al di là di certi limiti perché la questione è e rimane una questione politica
E infine l'impegno assunto dal governo con le dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio che per la prima volta hanno affrontato questa questione nella introduzione di un dibattito per la formazione del governo questo impegno può davvero in che senso imprimere alla politica di cooperazione un'accelerazione e una qualità nuovi
Sono queste alcune delle domande che vengono avanzate da coloro che in modo sempre più attento guardano a come l'Italia si muove in questo campo
Domande alle quali ovviamente non possiamo pretendere per evidenti ragioni una risposta piena questa sera ma che in questa come in altre occasioni possono trovare punti di riferimento
Termini di confronto che aiutino migliori conoscenza e a una migliore capacità di iniziativa nella politica estera del nostro Paese
Gli interlocutori a questa tavola rotonda sono in grado di portare effettivamente questo contributo e nello spazio di tempo
A cui ieri in cui si parleranno dai dieci ai quindici minuti indubbiamente recheranno anche a questo nostro dibattito un serio contributo di confronto
Parlerà per primo
L'onorevole Piero Bassetti Presidenti degli palmo e presidente dell'unione delle camere di commercio del nostro Paese
Io come impariamo undici dieci
Altri colleghi della stessa mia parte politica il compito di eventualmente contribuire animare un dibattito propriamente politico per invece svolgete un ruolo che io ritengo connesso h e simile a quello che il palmo da tempo svolge
Su questi temi cioè di essere un luogo
Di ricerca di tutti di dibattito e di convergenza tra forze politiche
Diverse allo scopo di favorire la crescita di questi discorsi nell'ambito del nostro Paese
Ecco perché io lo accoglierò delle diverse questioni sollevate da Pasquini la parte che vede oggi forse le forze politiche tutte impegnate o per lo meno consapevoli della necessità di un impegno per accrescere il grado di consapevolezza della nostra pubblica opinione sull'importanza dei temi che dobbiamo dibattere stasera
E credo che in fondo anche l'esperienza di stasera ci confermerà sulla difficoltà di far capire bene qual è il senso della presenza italiana sui temi della cooperazione perché e qual è il senso di una politica della cooperazione nella politica estera italiana e in generale nella politica estera mondiale
Sulla quale e dalla quale sulla quale dobbiamo soffermarci e dalla quale certamente dipendiamo
In un momento che proprio oggi abbiamo visto definire per la prima volta e la cosa mi ha raggelato non più postbellico ma che rischia di diventare prebellico
Io credo che la prima considerazione che ci porta a riflettere sui temi dei rapporti tra politica estera e cooperazione
è il tema della parcella credo che oggi non sfugga a nessuno
Che una delle linee di minacce della pace fra le più rilevanti
Si è aggiunta l'altra classica dei rapporti est-ovest ed è la linea delle tensioni nord-sud
Io credo che oggi le minacce alla pace che vengono dalle contraddizioni che sul pianeta esistono lungo l'asse nord-sud cioè tra i Paesi sommariamente sviluppati la formazione e imprecise esistono Paesi sottraendo sviluppate nel sud bah insomma quello che Nord e Sud vogliono dire del nel linguaggio al quale ci riferiamo stasera
Dicevo esisteva e oggi un problema di rischio per la pace che si sviluppa lungo le contraddizioni nord-sud
Che si intreccia inscindibilmente con le tradizionali vie contraddizioni e tensioni est Ovest
Quindi io credo procediamo rapidamente vedo che il tema della pace è un tema che va evocate richiamato dai nostri dibattiti su una delle funzioni fondamentali di un impegno in una politica di cooperazione basta citare un riferimento che sembra tecnico ma attengono a me il riferimento all'indebitamento dei paesi del Sud e ai rischi che questo comporta per lo sviluppo dei Paesi del Nord per capire che qualora questa contravvenzione che hanno contrizione finanziaria
Dovesse imboccare strade ancora più acute probabilmente il rischio per i rapporti politici diventerebbe fortissimo
Ma questo è un aspetto il secondo aspetto è su questo mi pare che Pasquini già abbia fatto dei riferimenti che non possiamo dimenticare
è è il rapporto tra
Cooperazione e soluzioni di certi aspetti della crisi che Travaglia anche indolore
Forse anche questa sera noi
Vedremmo un interesse Maggiore se fosse diffusa presente nel nostro Paese la consapevolezza che una parte di problemi molto concreti come per esempio il problema della del disoccupazione o i problemi della depressione hanno una connessione sicura con le possibilità di riorganizzazione dell'economia mondiale che si muovono attorno al tema della cooperazione
Quando noi pensiamo
Alla al sottosviluppo o alle difficoltà di sviluppo del sud
Noi pensiamo alla cooperazione come a un momento di solidarietà in una direzione cioè del nord che aiuta il Sud
Ci rendiamo conto molto meno io lo voglio richiamare cui che invece nell'organizzazione del mondo qual è oggi il problema della connessione con i processi di sviluppo nel sud è un problema che ci riguarda direttamente
Non c'è dubbio alcuno che siamo arrivati a un punto
In cui difficilmente uno sviluppo continuato è sicuro del Nord può prescindere dai problemi dello sviluppo del sud
Quindi è un problema che ci tocca direttamente
C'è poi un problema di politica estera nel senso più tradizionale del termine
Che è quello dei rapporti tra i soggetti protagonisti del discorso della cooperazione ecco io credo che
Anche questo è un tema da evocare qui stasera di solito e l'ha fatto in parte anche Pasquini quando si parla di cooperazione sembra al protagonismo degli Stati
Non ci si rende conto che in realtà il tema della cooperazione tende a trascendere la soggettività degli Stati nazionali
E si pone come un tema dei solidarietà tra le società del nord e la società del sud
Al di là delle articolazioni tra svedesi inglesi italiani francesi americani e si potrebbe continuare
E il conseguenza di queste si vede del resto già nel fatto che non è pensabile una politica di cooperazione in schemi soltanto in testa tali o bilaterali ma da un lato sia pure tutto il problema degli aiuti organizzati su basi multilaterali affidati a organizzazioni sovranazionali dall'altro lo si apre il problema delle grandi arare protagoniste della politica di cooperazione e non è un dato casuale il costatare che di fatto nel mondo per esempio i problemi dell'America centrale e dell'America latina attendono ad essere competenza degli Stati Uniti d'America e del Canada
C'è indubbiamente una presenza dell'Europa più spinta in Africa cioè senza dubbio alcuno una presenza più spinta del Giappone in Asia ora
Questo cosa ci dice ci dice che già nelle cose
I veri protagonisti delle degli interventi dei cooperazione sulla scala adeguata tendono ad essere non già i singoli stati ma i gruppi di stati da questo punto di vista donne una riflessione secondari nel constatare che per esempio l'Europa che mostra tutte le difficoltà nell'attuazione di altri rapporti di politica estera ha raggiunto
Una posizione più avanzata interessante con diciamo il riferimento è ovviamente all'home nei riguardi dell'attuazione di un tentativo di farsi carico in modo sovranazionale e comunitario dei problemi della cooperazione ecco perché allora sia i temi della politica estera
Che i temi dell'aiuto ai paesi in via di sviluppo Sireg che hanno in una visione che non è né tecnico assistenziale non può essere né tecnica consistenze alle nel meramente interstatale
Qui c'è
Una sfida della cooperazione alle forze politiche che secondo me non è stata ancora raccolta a sufficienza e sulla quale per esempio
Nel lavoro dell'Ipa al mondo ci siamo soffermati ripetutamente cioè non è pensionabile
Che Sissi sviluppi da parte anche delle forze politiche spesso anche di forze politiche
Progressiste una tendenza ad agganciare astemi di azione politica vecchia come quella dei riferimenti al protagonismo degli Stati nazionali
Questi temi finita l'epoca delle grandi solidarietà internazionali quando appunto temi di questo genere venivano affidate alle internazionali delle diverse componenti ideologiche
Oggi c'è una certa tendenza a tecnici Zare il discorso a portarlo nelle sedi amministrative o nelle sedi propriamente statuali
Tralasciando de coltivare quello che era stato presente persino per esempio all'epoca della decolonizzazione della lotta per la decolonizzazione
Il farsi carico in termini dei rapporti tra società diverse comunque organizzate fra parti diverse di problemi che non sono solo problemi tecnici ma solo problemi
Politici in senso lato sociali e che come tali vanno affrontate certe per esempio il tema della fame
è un tema che si è proposto a a momenti di solidarietà che trascendono la dimensione statuale non c'è dubbio che di fronte al tema della fame la tentazione di farne oggetto di un approccio non meramente statuale è stata presente e non c'è dubbio lo diceva prima Pasquini che il tema per esempio dell'organizzare lo sforzo per la lotta contro la fame è un tema sul quale il nostro Paese dovrà concentrarsi ulteriormente e le diverse manifestazioni statali saranno chiamate a collaborare ma non c'è dubbio che quando dal tema prevalentemente assistenziale come questo non a caso più di altri affidato agli spazi di volontarismo e sono i temi appunto della fame della sanità si passa ai temi dei meccanismi che sono preposti allo sviluppo e sottosviluppo il discorso si disarticolato e che lo scontro degli interessi diventa
Estremamente più duro
Non c'è dubbio che quando si tratta di fare piani di assistenza si riesce con o creare delle solidarietà quando si tratta di fare il piano di sviluppo la prospettiva di agganciare l'aiuto al ritorno in termini dei sviluppo dell'economia
Che che fai Dodo o l'intervento diventa fordismo e qui
Che il discorso sì disarticolare
E lo strumento delle politiche nazionali diventa insostituibile Elia tre tutto una serie di ragioni di conflitti e di contraddizioni proprio intorno al tema del generica solidarietà cioè non siamo riusciti a fatto apportare gli interessi
Fuori dallo schema sto dal se non in una condizione che tra l'altro così rimuove così demonizzati e che invece
Non a caso ha potuto svolge un ruolo importante che è la dimensione del di quelli organizzatore di quei soggetti organizzatori della mediazione tra nord e sud che sono per esempio le multinazionali
Non c'è dubbio che avere perseguito un disegno di questo tipo ha fatto sì che interi processi di intervento del nocciolo sono hanno finito con l'essere affidati a soggetti che sfuggono molte volte al controllo politico e che incidono in queste aree in misura rilevante basta pensare per esempio
Nel Sud-Est asiatico al ruolo che organizzazioni soggetti non politici ma appunto multinazionali hanno avuto nell'organizzazione
Di una diversa divisione internazionale del lavoro e nell'inserimento di problemi di sottosviluppo nei problemi di sviluppo del North ecco io
Visto che il tempo è già volato
Vorrei fermarmi qui per sottolineare un punto che è quello che a me sta a cuore e sul quale credo che l'esperienza di lavoro di questi anni ci porterà a dovere proseguire e ad approfondimenti successivi
Non c'è dubbio che c'è una connessione
Tra politica estera intesa come un fatto proprio della comunità internazionale
Politica estera dei soggetti nazionali politica estera dei soggetti sovranazionali e tema della cooperazione non c'è dubbio che c'è un nesso fra cooperazione condizione di sviluppo economico nel Nord come nel Sud e questi sono temi che ci riguardano tutti come a cittadini attenti ai temi della politica estera nazionale
Ma non c'è dubbio anche che c'è un problema di rapporti fra il metodo di attacco a questi temi affidato tendenzialmente alla soggettività degli Stati nazionali che la natura di questi problemi che cominciano a a a caratterizzarsi intorno a dimensioni nuove contengono una sfida estremamente interessante
Cioè i i la società dei paesi in via di sviluppo e l'ex le società dei paesi
Invece sviluppati o avanzati io non ho toccato perché il tema rischierebbe di importanti su controversie d'altro tipo
Il la la questione che resta aperta del ruolo dei paesi a socialismo reale per esempio in questo tema
Che non si può liquidare dicendo che sia stato inesistente
Non si pone anche definire è corrispondente a quello che è stato invece è la la presenza delle società diciamo a a impianto capitalista del nord certo è un tema
Molto aperto è un tema
C'è chi dice chiaramente in che modo qualora gli sviluppi diventassero diverso il problema nord-sud si potrebbe trovare a a inserirsi in modo completamente diverso nella tradizionale conflitto est-ovest
Io mi fermo qui per sottolineare ripeto che il l'importanza dei della tematica che sta nel titolo del nostro dibattito di oggi che non è io mi auguro che il dibattito lo confermi
Quello di suscitare delle nostre responsabilità morali che pure ci sono cosa facciamo per
Per i Paesi in via di sviluppo ma invece quello di riflettere su in che modo ci rendiamo conto che questo è un problema che tocca gli equilibri del mondo come tale
Può rischiare di toccare direttamente il problema della pace nel mondo grazie
Grazie
Classifica durante
Bonalumi vicepresidente del Commissione esteri della Camera della Democrazia Cristiana
Mi pare che l'onorevole Dossetti nella sua qualità di presidente della delle palmo abbia già dimostrato nella sua prima tornata in questo suo primo contributo come i problemi della cooperazione come problemi che comunemente Dieng intesi nel dibattito politico dal nostro Paese come i problemi nord-sud
Si pongono più in questa rapporto con i temi della politica estera e quindi non sono più tematiche
Non è più quello della cooperazione un dibattito che nel passato si poneva su un piano distinto addirittura Giusto apposto ma è un dibattito sempre più intrecciato strettamente con quello della pace con quello del progresso con quello di come in maggior sintonia a il mondo può andare avanti sulla piano di un giustizia che rischia di essere liquidato dall'attuale situazione che sta riproponendo una sorta di quella fredda più drammatica di quella che avevamo lascia questo un ragionamento per affermare come i quindi non sia concepibile né teoricamente ne praticamente una politica della cooperazione in contrasto con gli orientamenti generali della politica estera che il nostro Paese vuol portare avanti
Anzi direi che chicche nella recente passato la cooperazione può dopo invece diventare uno strumento attivo
Di politica in modo da rendere più efficiente l'insieme dell'azienda la nostra azione internazionale
In questo momento credo che tra l'altro sia uno spazio tra l'altro abbastanza obbligato rispetto all'intersecarsi dei conflitti Est-Ovest con quelli non suda anzi ne vediamo come la tematica tradizionale più di natura ideologica più di natura geopolitica quella che abbiamo sempre conosciuto come quella Est-Ovest e cioè le tematiche di questi due universi siliceo politico-militari della della della NATO da parte del fatto di Varsavia dall'altra parte oggi questi temi siano oggi crescente mente alimentate riproposto dai temi nord-sud direi
Che il nostro pianeta cominciando dalla rete al mittente dal Mediterraneo e qui a riproporci come la tematica Est Ovest e in maniera sempre più inquietante alimentata da quella nord-sud
Proprio perché ci rendiamo conto delle attuali difficoltà tra l'altro del movimento dei non allineati di un terzo mondo
Che tende a diventare una zona di sempre più incerta collocazione internazionale dispetto
Ad una competizione pacifica che noi ci immaginavamo fino alcuni anni fa appunto basata sulla tematica della cooperazione
Nessuno rispetto a questo problema sulla quale non abbiamo visto sempre più consumarsi sul piano negativo le conferenze dei nonni nelle Attila conferenza
Dell'unito Tintin nuova Attili dove i abbiamo visto come
E siamo nettamente lontano dall'obiettivo Lima che immaginava che potesse collocarsi nelle aree del Terzo Mondo il venticinque per cento del sistema produttivo industriale mentre ancora oggi siamo intorno a questa percentuale limitata del sei sette per cento fino ad arrivare alla recente conferenza di Belgrado per il lontana da chi ha visto di nuovo
Un
Confronto di Gello tra i paesi i sviluppati paesi in via di sviluppo i paesi del quarto quinto mondo
Nessuno intende da questo punto di vista negare la eterogeneità dei Paesi del Terzo Mondo i visti di volta in volta come i Paesi del petrolio o i Paesi dell'affare
Però è chiaro che e questa vasta area è una parte sempre più rilevante di un sistema internazionale dentro cui vuole entrare ristrutturando o o ristrutturando su
Questa azione si chiamò si chiamava negoziato o globale
Sul rilancio del quale rotta alta due anni e mezzo fa la conferenza di Cancun
Di cui però abbiamo visto come i fatti abbiano dimostrato che quello fu l'ultimo tentativo di rimettere in moto un negoziato globale che si sta praticamente giorno dietro giorno spegnendo
Infatti si pensava che dopo l'incoraggiante vertici di Venezia nel giugno dall'ottanta la battuta d'arresto del vertice dei Paesi più sviluppati di otto qua
Del luglio del mille novecentottantuno che tra l'altro aveva affidato al nostro governo una la possibilità di riproporre sulla scena internazionali il tema nord-sud
E in mezzo a queste due date occorre ricordare il fallimento dalla sessione speciale dell'ONU dell'estate mille novecentottanta
Sulla quale appunto poi era nato la speranza dalla conferenza di Cancun per vedere se appunto per il il dialogo il nord sud poteva riproporsi oggi ne vediamo un forte l'influsso rispetto a questa materia rispetto a queste problematiche vediamo morta praticamente una strategia su questa mattina
L'Italia ha cercato in questi ultimi anni pur essendo partita in ritardo sul tema della cooperazione che l'Italia è l'ultimo Paese nei Paesi occidentali e che attraverso la legge trentotto come ha ricordato il collego a Pasquini si era dotata di una struttura di una problematica ad hoc su questo tipo di problema e quindi noi abbiamo cercato tra l'altro in questa legge di contenere delle normative
E che le casse erano soltanto sul piano della iniziativa ma che obbligasse il sistema istituzionale a questo intreccio
Tra la politica estera e la politica di cooperazione infatti la legge trentotto per prevede un articolo adottò come quello del CIPE sketch istituisce per la prima volta il coordinamento della politica economica del nostro Paese all'estero quindi una politica capace di coordinare per esempio l'azione del ministero del Commercio estero rispetto all'azione del Ministero degli Esteri e che quindi pilotare asse e le diverse politiche dei crediti nei Paesi del Terzo Mondo è finalizzato a un discorso appunto di politica resta questo credo che tra l'altro era un modo per evitare l'intreccio l'intreccio di tentazioni neo protezionistiche di richiamo alle dalla suggestione di un nuovo liberissimo su scala su scala planetaria
Questa premessa non
Non è da parte mia proposta questo dibattito
Come un ragionamento capace di occultare i dati del dramma il il quotidiano lo svuotamento di un programma per la la sopravvivenza assolutamente no ma è il porsi la domanda se di per esempio rispetto a un tentativo di riproporsi al di dato parlamentare
Se l'aiuto all'emergenza può o separarsi dall'aiuto strutturale io non voglio qui
Ricordare i dati di drammatici che separano il terzo e quarto mondo dalla nostra situazione anche se la nostra situazione
Nella Europa comunitaria è una situazione dal punto di vista economico sempre più drammatico il nostro è un Paese
All'interno della Comunità europea che registra il più alto tasso di disoccupazione giovanile quindi siamo anche noi in una situazione dove
Penso che che questo non sia un gioco di parole ma la crisi dello sviluppo si è trasformata in una crisi nello sviluppo quindi c'è l'esigenza anche
Da parte nostra di collegare le nostre difficoltà senza che queste siano giustificative
Rispetto ad un rallentamento della nostra azione azione azione di natura di natura di ripresa
Anche perché
L'intreccio dalla nostra situazione economica strutturale sempre più dentro questa tematica del terzo mondo bolle da questo punto di vista ricordare soltanto un dato la nostra del nostro patto un potenziale in mano manifatturiero ormai per il sessanta per cento rientrata nell'area del mondo aree dispetto ad una situazione che vede la nostra struttura manifatturiera collocarsi soltanto l'undici per cento nei tradizionali mercati nord
Americani quindi da questo punto di vista io credo che i problemi dello sviluppo in crisi nelle aree comunitari e dei i problemi di una crisi del terzo mondo sempre più accentuata pone e rende unitario il discorso di una nostra politica estera che vede che veda nella tematica della cooperazione un suo tracciato sempre più prioritario
Nel commercio come dalla finanza nelle questioni energetica come nelle grandi e questione alimentare rispetto al prevalere i disegni egoistici d'un mondo che deve lottare per la sopravvivenza è ancora
La linea della cooperazione che può risolvere una serie di problemi io
Da questo punto di vista vorrei e concludere questo primo contributo appunto nell'arco dei dieci minuti che sono stati dati dicendo che concludendo sinteticamente dobbiamo tenere presente come da una parte questa tematica della cooperazione dell'aiuto ai pesi del terzo mondo l'ultima
Grande speranza a livello internazionale
E come appunto la conferenza di con come su un chiaro piano di riflusso per cui questa conferenza Natta come valutazione
Circa le cose certamente positive che si sono fatte a livello di ONU ma all'inizio del terzo decennio di un piano di sviluppo ricorreva una spinta una spinta diverse quindi vediamo come siamo lontani anche e dalle azioni che oggi rappresentano quasi l'aspetto rivoluzionario fatte a loro dalla Banca Mondiale
Presieduta a da McNamara rispetto alla situazione rispetto alla situazione fattuale e una situazione mondiale che giorno dietro giorno ripropone in maniera fredda il discorso est Ovest c'è tutto il discorso dell'indebitamento dei Paesi del Terzo mondo soprattutto il discorso dell'America Latina
Qui Pasquini ha posto una domanda che richiederebbe un discorso a parte perché in fondo il problema dell'indebitamento in realtà non è altra che la lettura di come in termini drogati l'Occidente ha superato il proprio show il proprio shock petrolifero appunto Traverso e creando e contribuendo a creare questo tipo di i situazione
Certo su questi temi il tema della pace determinante
Nel momento in cui vengono proposti i temi dell'attuale situazione e questi non si tramutino subito come fatti di schieramento quando il tema Della pazze
Continuare a a riproporsi nel nostro dibattito interno come fatto di schieramento difficilmente questo problema diventerà un fatto capace di pesare sulla decisione
Dei governi e sulle decisioni e dei i parlamenti
Concludendo in trenta secondi io credo che qualche cosa non su questo tipo di materia abbiamo fatto credo che Parlamento governo e che la realtà diplomatica Aldo Ugliano compiuto dei passi positivi anche se in
Attualmente ancora insufficienti rispetto all'o alla allo scarto alla di Velika azione su questa problematica io credo che l'ordine del giorno fatto dal Parlamento il sei aprile scorso abbia dimostrato che il dibattito su questi problemi della fame del terzo mondo abbia portato il Parlamento a maturare una coscienza dallo spessore diverso rispetto al passato e quell'ordine del giorno
Ci viene riconosciuto anche nei forum internazionale abbia posto questa tematica con una sistematicità che oggi ci tiene riconosciuto il governo
Attraverso la sua ultima delibera del CIPE spunto il Comitato interministeriale per la politica economica all'estro abbia voglio dire stabilito per la prima volta in maniera comprensiva o comunque in modo da suscitare un dibattito che abbia dei punti di riferimento cosa deve essere fatto
Anche in termini di priorità su questo tipo di materia eccome e devono essere e distinti i binari dal commercio estero rispetto a quelli della cooperazione dalla il lutto allo sviluppo
E per ultimo credo che anche la diplomazia che anche il personale del ministero degli Esteri pur con le sue ombre ma anche con le sue luci
Abbia in quest'ultimo tempo tempi portato o direi una spinta e abbia evitato Kennedy Linney diversi fori internazionali
Questa problematica avvenisse esibisse degli ulteriori corpi di emarginazione grazie
Impariamo avveniva Boniver nello direzione del PSI e responsabile la sezione esteri
Gilberto
Bene c'è una certa tendenza in dibattiti sua argomenti come quello che è l'oggetto solo questa sera
A fare in modo che praticamente quasi sempre gli oratori intorno a un tavolo finiscano per essere abbastanza concordi sulle valutazioni di quanto si sta discutendo c'è però quindi di dire quanto meno delle cose che non vada detto fino adesso ma soprattutto cercherò di porre alcune domande alle quali non tento neanch'io naturalmente di rispondere ma che potrebbero risultare abbastanza stimolanti
La prima domanda che mi porrei è la seguente cioè come mai l'Italia si è accorta si è svegliata al mattino e ha cominciato a parlare e a fare della cooperazione con i Paesi in via di sviluppo
A questa domanda io darei una risposta che certamente soltanto parziale
E cioè che questo ha a che fare con una cresciuto ruolo con un profilo più alto che l'Italia assunto nel campo dalla politica estera
Nell'ultimo diciamo decennio e che ha visto soprattutto nell'ultimo periodo un progredire verso forme assai concrete di intervento anche ma la pena credo di ricordare il trattato che l'Italia ha firmato per assicurare la metro Aretha di una piccola isola mediterranea dotato di metal con Malta sotto la cosa molto importante una cosa attiva una cosa concreta
Vale la pena di ricordare il fatto che l'Italia ha partecipato con altre nazioni a quella forza che doveva diciamo provvedere a far sì che avvenisse senza incidenti lo sgombero del Sinai a seguito degli accordi Campelli è stata criticata comunque è stato una cosa concreta
Basta vedere e qui naturalmente molte sono le ombre più che le luci che cosa sta facendo l'Italia con i suoi due mila e rotti soldati che hanno diciamo un una presenza in Libano che va evidentemente al di là di un di un di un simbolo di mantenimento della pace qualcuno si è mal posto ad esempio domanda che nei confronti del Libano l'Italia era e rimane il più importante partner commerciale domande provocatorie certamente comunque io penso che l'Italia ha cominciato tardivamente certamente ma forse ha imparato anche parecchio dagli sbagli che sono stati commessi a livello internazionale attorno al fumoso discorso dell'aiuto ai Paesi in via di sviluppo
Dico fumoso sempre in modo provocatorio perché quando si parla di problemi nord-sud o si dice il dialogo nord-sud si caldeggiare una specie di mistificazione perché non esiste un solo al nord e certamente non esiste un solo Sud quando si fa un accenno al fatto che potrebbero essere tutti quanti i paesi industrializzati ad aiutare i Paesi degli USA Rizzati e quindi anche i paesi dell'est europeo
Non va dimenticato che molti paesi dell'est europeo vogliono ignorare volutamente questo discorso perché addebitano
All'ex potenze coloniali tutti i disastri attuale economici che colpiscono i Paesi del cosiddetto Sud e quindi via di seguito il discorso potrebbe diventare assai Complesso lo è molto Complesso ma soprattutto potrebbe continuare a passare di fallimento in fallimento
Sono già stati citati qui questa sera i diversi punti che riguardavano so il terzo decennio lo sviluppo che cosa significa significa che date vent'anni e passa si discute
In modo costruttivo certamente a livello di risoluzioni nell'ambito dell'organismo delle Nazioni Unite quello che il Sud vorrebbe fosse un mero trasferimento di tecnologia e di finanza è un diritto rimetto finanziario
Verso le loro povertà
Mentre invece da parte del Nord si cerca o di porre freno a questo tipo di filosofia o soprattutto si cerca di porre diciamo degli agganci affinché questo aiuto di Apple dei riscontri questo aiuto sia soprattutto un veicolo per fare pressioni politiche sui Paesi aiutati in questo momento ad esempio ha sempre a livello internazionale vi sono in un certo senso due filosofia c'è la filosofia tipica di un'amministrazione conservatrice come l'amministrazione Reagan in questo momento a Washington quale dice siamo stufi e forse hanno anche ragione perché poi devono dare spiegazione contribuente
Al taxpayer americano di dare tanti soldi a tanti Paesi molte dei quali poi ci tradiscono politicamente
Ma soprattutto siamo stufi di dare i soldi quando poi noi contiamo sempre di meno a livello ad esempio delle organizzazioni internazionali
E quindi loro stanno perseguendo la sciagurata in criticatissima è criticabile Teoria
Di lasciare al libero mercato di sviluppare un supporterò poverissimo sappiamo che questa è un'impostazione molto errata e anche molto pericolosa
Quindi come vedete le differenze fra il cosiddetto Nord tutti insieme sono visto osé
E queste differenze possono a lungo andare
Provocare anche un ulteriore disordine perché e di cui certamente non c'è bisogno c'è bisogno invece noi pensiamo noi crediamo e per tornare un attimo al caso italiano riportare davvero ordine in quello che è stata un'avanzata abbastanza impetuosa subitanea se pensate al bilancio della cooperazione che nel settantanove era di duecento miliardi
E che poi è salito a quattro mila settecento miliardi nell'ultimo triennio basta pensare a questo salto
Non tanto di qualità ma certamente di quantità per far capire quante siano state le difficoltà che hanno dovuto fronteggiare i diplomatici Jospin atti che dovrebbero essere diciamo il nucleo pensante della cooperazione italiana e anche lì molte sono le zone d'ombra e lo diceva giustamente
L'onorevole Bonalumi
Come è pensabile improvvisamente da un giorno all'altro imparare bene un mestiere quello di aiutare Paesi poveri o poverissimi a svilupparsi senza commettere una catasta di errori
Altra domanda
è pensabile continuare a investire o a spendere guardare doni o crediti di aiuto
Senza avere alcun tipo di riscontro o se si hanno degli riscontri che questi riscontri non siano in qualche modo catalogabili cumulabili che non siano in qualche modo possibile essere controllarti da parte dell'organo diciamo massimo di controlli in diritto e dovesse il Parlamento italiano
Non so se si è capitato anche i colleghi della Camera ma è un episodio che è successo al Senato della Repubblica l'anno scorso in sede di discussione del Bilancio
Quando noi dovevamo discutere di lancio del mese agli affari esteri e c'era appunto che sta bazzecola di un paio di miliardi
Di di di due mila miliardi divisi da discutere per i bilanci ottantatré
C'era scritto nella relazione governativa che allegato ci sarebbe stato una tabella dell'attuale commissario e cioè i senatori avrebbero potuto vedere come Ministero stanziava i fondi per la cooperazione per nella tabella non c'era la tabelle non c'è mai stata
La tabella c'è stata descritta voce dal ministro Colombo il quale con l'aveva fatto un po'di rimostranze naturalmente non pensavo di bloccare tutta la discussione sul bilancio dello Stato
Perché naturalmente poi il bilancio dello Stato c'è stato diciamo dato in discussione proprio limite ultimo del suo approvazione quindi anche di imporgli una finzione
Comunque rimane il fatto che il ministero degli affari esteri che tra l'altro non gestisce
E non spende tutta questa somma ingente perché in realtà i capitoli di spesa sono suddivise attraverso una miriade di ministeri di comitati ebbene in questo caso specifico questa funzione di controllo e di garanzia che dovrebbe spettare ai rappresentanti eletti dal popolo in realtà è venuto a mancare quindi altro che ombre
Vi sono delle lacune vastissime vi sono dei problemi da affrontare anche mente Ermini della cosiddetta uno dei quattro modernizzazione di cui ha parlato Craxi qualche giorno fa la Fed e levante cioè una profonda riforma in questo senso specifico
Di come si arrivi alla decisione di spendere dove quando e perché e quanto e che queste decisioni o prima o dopo anche dopo al limite potrebbero andare bene
Siano comunque sottoposte a un qualche tipo di vaglio politico perché oggi così non è
Io vorrei molto insistere su questo perché abbiamo un bel dire ovvero un bel fare a parlare di cooperazione ma realtà rimane ancora una specie di oscuro oggetto del desiderio
E io penso che l'opinione pubblica italiana la quale per il momento tra l'altro e questo mi sembra pericoloso sembra essersi schifata del discorso fare nel mondo cioè il bambino con la pancia gonfia non usa più e quindi è anche possibile che questa spinta salutare da parte dell'opinione pubblica venne a mancare e quindi possano anche mancare fra qualche anno questo questa crescita del desiderio di potere anche aiutare
Da un punto di vista strettamente umanitaria naturalmente non facciamo confusione
Fra crediti di aiuto allo sviluppo e i fondi di emergenza
Anche su questo io penso che la relazione che è stata fatta alla Camera i deputati sul programma del Governo
Abbia fatto una distinzione fondamentale
Con diciamo l'ipotesi di creare un alto commissario per la fame nel mondo che naturalmente dovrebbe gestire una parte che oggi e credo non più del tre per cento dei fondi stanziati dallo Stato italiano per portare soccorso in aree in zone di emergenza ebbene questa suddivisione che oggi c'è e non c'è
Che oggi si discute e non si discute più
Che è stato oggetto la nella scorsa legislatura addirittura di un blocco vistoso dei lavori parlamentari da parte di un partito Partito Radicale bene io penso che anche questo vada affrontato con uno spirito nuovo con più pragmatismo
Smettiamo di raccontarci che si può veramente salvare tre mila vite umane stanziando otto otto miliardi otto milioni perché questa è una fantasia magari fosse vero non è assolutamente vero e invece vedo piuttosto e un'altra domanda o risposta provocatoria a quanto diceva senatore Pasquini che quando Alitalia viene diciamo affidato il compito di coordinare di diciamo e programmi di emergenza si riferiva al vertice di otto va io penso che l'unica risposta sia stata che l'Italia si ha cercato di core
Inalare però dovendo che fare con organismi tipo FAO e altri organismi delle Nazioni Unite c'è organismi internazionali
Cioè organismi pletorici dalla burocrazia immensa che si divorano oltre l'ottanta per cento dei fondi che gli vengono dati la risposta è evidentemente che non si può coordinare una burocrazia inefficiente punto e basta mia anche qui
Va evidentemente affrontato e preso diciamo per il crollo un problema che anche se non è risolvibile comunque potrebbe vedere francamente diciamo l'Italia diciamo in un ruolo più attivo ma soprattutto più preciso cerchiamo di aiutare magari uno due paesi dove c'è la fame cerchiamo di portare soccorso in una zona in una regione la smettiamo di raccontarci che l'aiuto italiano porterà in seguito un domani
Alleviare questo che è un flagello che è un è una cosa terribile che comunque deve essere comunque risolta con un criterio e con un approccio assai più pragmatico e assai diverso e questo mi porta ad un altro tipo di se volete di provocazione
E cioè quanti degli aiuti che sono stanziati parlo degli Juti di emergenza finiscono poi veramente per alleviare diciamo le povertà
Elezione di diciamo di di di carestia improvvisa ora sappiamo che ad esempio a livello della Comunità europea
Era stato sollevato il problema di un ente italiano le impediti il quale avrebbe inviato su commissione da parte della Commissione europea e dello Stato italiano un certo quantitativo di Rizzo per sfamare gli affamati serviva una frase biblica ma in realtà era questo bene questo rito che questo ente italiano
Ampliava nelle zone più depresse
In realtà non era Rizzo e non era neanche il mangime adatto per alimenti animali quindi era una truffa all'interno di un'altra truffa
Ed è una truffa di cui noi abbiamo sollevato la problematica con il ministero dell'agricoltura perché da questo dipendeva e io penso di avere sollevato una specie di verminaio perché pur avendo chiesto
Una risposta scritta ripetutamente al ministro di allora la risposta non è mai arrivata
E quindi questo cito questo evidentemente non per gettare un'ombra di sospetto su tutto quanto viene fatto dal nostro Paese non sono né così provocatoria né così disinformato
Però io penso che veramente c'è bisogno di più controllo e penso anche che ci sia in questo momento di crisi economica l'Italia è il Paese con il maggior di occupazione giovanile io penso che sia fondamentale fondamentale
Un approccio nei confronti della cooperazione con i Paesi in via di sviluppo che dia quanto meno un riscontro in termini anche occupazionali
Al all'Italia sappiamo che nella legge trentotto che non è la legge tutto da buttar via tutt'altra legge che al massimo andrà riformata io penso anche in sul breve periodo
Tutta la problematica che riguarda il volontariato ad esempio dovrà essere rivisto dovrà essere riordinato perché il vero che l'Italia può aiutare praticamente in qualsiasi situazione di emergenza e di sottosviluppo abbiamo le tecnologie abbiamo il tipo di esportazione anche adatto ma abbiamo soprattutto la capacità lavorativa abbiamo una Fantasia abbiamo un approccio culturale come italiani che ci pongono in una posizione di grande vantaggio rispetto ad altre nazionalità e ad altri Paesi
E allora io penso che proprio in questo stretto ambito del volontariato lo stato italiano attraverso il fondo e la cooperazione potrebbe diciamo fare di più fare meglio soprattutto fare in modo che ai nostri giovani laureati venga data questa straordinaria possibilità di lavorare all'estero per un paio d'anni sapendo qualche questo potrà essere un incremento un e un nuovo diciamo uno slancio per la loro futura carriera nel nostro Paese
Ora io vorrei concludere questa parte del dibattito dicendo che mi sembra che è finito questo primo biennio di esperienza italiana governativa nei confronti la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo
Vadano messi a punto una serie di questioni che hanno a che fare fondamentalmente con i criteri che l'Italia dovrebbe diciamo affrontare per aiutare meglio la dove c'è più bisogno
Innanzitutto io penso che i criteri siano di due ordini di natura il primo è un criterio dove ci deve essere un qualche riscontro economico ad esempio il criterio che usa la Banca mondiale la sua affiliata alla guida
è una banca che ha a che fare soprattutto con i Paesi poveri poverissimi
E che dice che non va investito laddove non c'è quanto meno undici per cento di riscontro però io penso che questo potrebbe essere un criterio molto interessante anche quando noi diciamo approntiamo Icahn sui programmi o gli aiuti allo sviluppo medi nei confronti dei diversi Paesi
Il secondo criterio che mi sembra il più abile di tutti e quello dismettere francamente di disperdere le tanto le porte energie finanziarie a disposizione sui sessantaquattro Paesi circa che l'Italia cerca di aiutare perché questo è semplicemente alla funzione di mero buonsenso
Cercando di aiutarla e sessantaquattro si finisce proiettare nessuno quindi cerchiamo di concentrare il nostro aiuto
Usando dei criteri di fattibilità su un numero assai migliore di paesi terzo e ultimo criterio
Mi sembra che sia anche abbastanza importante fare in modo di aiutare
Oltre che economicamente
Oltre che tecnicamente i Paesi che cerchiamo di aiutare il tale anche da un punto di vista non dico politico perché sarebbe una parola che farebbero a drizzare i capelli in testa giustamente
A quelli che dovrà essere dovrebbero ricevere il nostro aiuto
Ma insomma Santo Iddio non si può pensare di aiutare anche lì senza discriminare night Paesi poveri poverissimi moltissimi dei quali sono soggetti a dittature a regimi naturalmente non cito neanche nessun Paese che sono molto spesso non solo odiosi sono morti i feriti smettiamo di aiutare quei Paesi che fanno in modo che l'aiuto che ricevono di mente realtà una scusa per ingrassare oligarchie locali
Che dell'aiuto ne fanno un vero e proprio diciamo miniera
Doro questi sono dei criteri proprio direi di base dei criteri di buonsenso però mi sembrano dei criteri che val la pena di discutere e sui quali un dibattito parlamentare io penso sarebbe più che utile sarebbe molto necessario
Giudice monitorare la parola alla compagna senatrice regioni deputato europeo che appunto ci porterà credo punto di vista anche del Parlamento
Ma io vorrei
Fare alcune osservazioni oramai quasi tutto è stato detto se mi consentite su due aspetti del la
Cooperazione allo sviluppo
L'aspetto italiano questo lo faccio nella mia qualità di presidente dell'Istituto italo africano che ente dello Stato interiormente dello Stato italiano che si deve occupare dello sviluppo e lo farò collegandomi direttamente con quanto ha detto Margherita Boniver
E le altre osservazioni vorrei farle sulla
Politica della Comunità economica europea nei confronti dei Paesi in via di sviluppo o così come mi ha detto or ora catasto
Ma io vorrei fare un'osservazione generale io sono assolutamente d'accordo
Nel riconoscere come è stato detto anche qui che le grandi difficoltà alla realizzazione di una politica seria di cooperazione allo sviluppo risiedono nelle
Della politica mondiale nella situazione generale la verità e non c'è dubbio che non si cammina senza una modificazione del quadro generale politico stato revocato il blocco del dialogo
Nord sud è stato già ricordato e non sarà mai abbastanza ricordato l'assoluta insufficienza
Dei la aiuto e della cooperazione da parte delle due grandi potenze gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica se noi teniamo conto dei dati Enti che qualche volta a parlano molto più di tanti discorsi cioè del fatto che del prodotto nazionale lordo
L'Unione Sovietica e i paesi di socialismo reale e investono lo zero quattordici per cento lo zero venti per cento gli Stati Uniti a petto dello zero cinquantatré per cento della Comunità economica europea più stati membri
Della medesima comunità e è chiaro che queste sono le ragioni generali che rendono estremamente difficile qualsiasi politica di cooperazione allo sviluppo così come certamente la condizione politica per esempio del continente africano aperta c'era dell'America Latina continente africano dove c'è guerra guerreggiata nelle Sudafrica è sono tutte le ragioni che che stanno alla base delle difficoltà che incontra ma ci sono delle altre difficoltà
E con la difficoltà anche questa generale ma
Su cui credo bisogna soffermarsi un po'di piumini faceva cenno Bassetti è il raccordo tra la volontà
Di fare una politica di sviluppo una politica di cooperazione allo sviluppo
E l'armonizzazione con le politiche interne sia nazionali che comunitarie perché è chiaro che finché la Comunità economica europea seguirà
Le linee generali della politica agricola al Comune
Sarà molto difficile mettere in atto qualsiasi politica di sviluppo perché è chiaro che la politica di tipo protezionistico
Non può non fare a pugni perché tale la PAC e non può che fare a pugni con no qualsiasi tentativo di politica reale di sviluppo per per quanto riguarda l'Italia per esempio l'altra parte mi pare che mi mi parlarsi tu ed è c'è il problemi della ristrutturazione industriale ad esempio che devono essere affrontati anche nel quadro di una politica di Cuper
Però dette queste cose
Eh beh una politica di cooperazione c'è c'è in Italia per fortuna oggi c'è in Europa ci sono dei fondi a disposizione
E dobbiamo domandarci credo che questo è uno dei compiti di anche di questa sera dobbiamo domandarci il perché i risultati siano in sostanza così deludenti soprattutto per l'Europa perché abbiamo un bilancio alle nostre spalle
Più lungo ma certamente non possiamo ancora c'è dirci contenti neanche di come vada la politica
Italia
E allora ecco rapidissimamente sulla politica italiana io sono molto d'accordo con Margherita Boniver quando invita
Nel tema abbia il controllo del tema del controllo
Uno dei temi più scottanti della nostra politica di cooperazione ed è perché effettivamente noi giorno per giorno ci domandiamo
Le scelte e le decisioni dove poi realmente vengano prese è possibile P uno sforzo che grande del popolo italiano
è possibile che una politica su cui c'è il largo consenso di tutte le forze politiche beh sia affidato solo ad alcune scelte dell'esecutivo ci sono dei Problemi di Scelta giocarli area geografica di scelta di intervento e che io credo che
Ida presenza del Parlamento e mi auguro che la discussione nuova sulla trentotto a fronte questo affronti questo problema mi pare che e qui il problema del controllo sia estremamente importante
Ci sono poi dei problemi di gestione
Noi abbiamo assistito in questi anni ad uno sforzo ammirevole da parte dell'amministrazione pubblica preposta
A questa politica e però dobbiamo dire che noi avevamo un'amministrazione pubblica non vuole affatto preparata questo tipo di impegno e prima di strumenti priva di strumenti
Per quel giorno per giorno noi abbiamo visto una quantità di buone volontà
Che si sono infrante contro difficoltà oggettive qualche volta puramente burocratica e tutto queste tutto una parte in piazza assolutamente corretta appena scusate se io sto con i piedi così per terra appena il fallimento della nostra a politica di cooperazione
Per esempio se il ministero degli esteri è vero ministro De Courten deve affrontare l'assunzione di un esperto ha a sua disposizione per un esperto seicento settecento mila lire al mese di stipendio
E voi sapete che nessun esperto di livello serio e impegnato va a lavorare oggi per seicento settecento settecento mila lire al mese ecco sono piccole cose ma a voi capite che sono poi le cose sono le vede i piccoli passi su cui si costruisce
E così perché c'è la necessità di affidare
Anche ad enti o associazioni di tradotti di tradizioni assai discutibile perché non dobbiamo dire che sono nati come funghi
Enti e associazioni e gruppi che hanno chiesto gestioni di programmi di sviluppo eccetera eccetera ed è questo di c'è un difetto all'italiana no è un difetto di tutto quanto il mondo ma voi queste difficoltà bisogna che li teniamo presente
E allora ecco che noi vediamo per esempio anche questo è stato detto che
Per quanto riguarda il uno sforzo importante dell'Italia che fa nei paesi del Sahel perché sono i Paesi sotto il Sahara tormentati dalla fame dalla sete e dalla siccità dalla l'Africa nelle condizioni peggiori ebbe noi abbiamo visto che l'Italia affrontato un grosso sforzo per insomma è e poi
E abbiamo visto che e il
Lo stato italiano ha affidato alla FAO gran parte della gestione degli aiuti cinquecento miliardi a del gran parte degli aiuti della zona del Salento ecco io personalmente su questa decisione o una quantità di riserve i pareri sono divisi ma questa è una cosa che quantomeno deve essere
Deve trovare un mutamento dell'esclusione io sarò ottimo però io insisto nel dire
Che ecco la il momento politico del nostro Paese
Nostro di avere un momento direzione e di decisione su queste su queste cose io dunque per tacere poi tenda lunghezza dei tempi della lunghezza dei tempi di attuazione
E che dipende anche qui da una serie di difetti burocratici e di non abitudine in un'abitudine
Alla gestione di certi programmi che è tanto più sono utili quanto più sonora
Queste erano le osservazioni molto rapido che volevo collegare con l'intervento di Margherita Boniver e che vorrei e concludere con una sorta di esortazione
Alle nuove camere a prendere su di sé con molta serietà non solamente la revisione o il rilancio della trentotto ma anche tutti questi aspetti gestionale
Detto questo vorrei dire
Rapidissimamente alcuna covo alcune cose sulla gestione se permettete degli la a della politica di cooperazione della Comunità economica europea
Beh l'Italia partecipa
Come voi tutti quanti sapete alla Comunità economica europea e quindi in parte anche finanziariamente al fondo europeo di sviluppo per il dodici per cento
Apro una parentesi e mi domando se noi dobbiamo contribuire tanto largamente come stiamo facendo
Finanziariamente alle associazioni multilaterali alla politica multilaterale perché non accrescere il mondo ostro contributo
Alla comunità in che ci consentirebbe di avere più voce in quel campo dello sviluppo dove a livello comunitario abbiamo tanta poco
Bene la comunità a in atto una politica estremamente importante è stato già detto
Questa politica importante che viene da una tradizione di di convenzioni con i paesi in via di sviluppo io adesso non voglio perdere tempo
Per ricordare che l'ho ma è secondo che è la convenzione tra la Comunità economica europea e sessantadue Paesi scusate se lo dico per quelli che lo sanno
Della dell'Africa dei Caraibi e del Pacifico ha dietro di sé una lunga storia di convenzioni precedenti il nome del primo prima alla convenzione con i Paesi francofoni poi paesi anglofoni e così via ora ecco
Questa esperienza
Questa politica importante questa politica che ha un notevole gettito finanziario che si articola in una quantità di aspetti di aspetti di presenza perché
Noi abbiamo la la presenza in tutti in tutti quanti i campi in cui si può configurare la cooperazione ed aiuto
Beh perché ha dato de risultati così modesti
E non sono solo le ragioni generali politiche sono anche le ragioni generali politiche ma oggi vediamo che ci sono una serie di ragioni specifiche e beh la prima guardate e credo che valga poi sempre per tutti è l'insufficienza delle risorse
Cioè se tutto il mondo
Aiutasse affondo e si arrivasse al famoso un per cento previsto dall'ONU è chiaro che questi problemi non si porrebbero ma certamente della situazione attuale anche lo sforzo comunitario è uno squarcio che agisce assai limitata a mente perché molto spesso noi vediamo qui c'è una presenza in un Paese ma
L'insufficienza della del del denaro rende impossibile perché il tempo intorno ad un progetto interessa
E e che ci sia tutta una serie di altri interventi che non renda veramente efficiente
Secondariamente
Gli enormi sprechi ecco tutta tutta la politica dello sviluppo comunitari sia caratterizzata diciamolo pure
Per uno sforzo enorme e per uno spreco euro
Noi abbiamo visto per esempio
Gli abbiamo visto in tutta l'Africa nascere una quantità di quelle che sono che chiamiamo normalmente le cattedrali nel deserto e basti un dato solo insomma
Noi abbiamo costruito dighe in Africa
Che nel due mila
Saranno utilizzate per un quinto del loro potenziale gli altri quattro quinti saranno forse utilizzati nel tre mila nel quattro mila quando non si adopererà più non si adopererà più l'industria elettrica insomma no
Leggevo intimamente un articolo dove si stava pensando se non valesse la pena di trasportare addirittura rintuzza la forza elettrica dall'Africa finale
Io stessa ho visto tutti quanti e molti di voi avete visto quello che sono non so per esempio certi ospedali ospedali splendidi ospedali meravigliosi poi non ce la corrente elettrica
Per far funzionare gli apparati c'è un ospedale in una città celebre in ospedale a cui ha lavorato la CEE ha lavorato anche elitaria che alla camera operatoria al quinto piano gli ascensori non funzionano mai per cui naturalmente non si porta a braccio il malato sulle scale
Perché sopra c'è un piccolo gruppo elettrogeno beninteso o se no non si fanno
Anche quelli come diceva per l'Italia e mi avvio rapidamente al termine dell'indagine burocratiche lungaggini burocratiche che se seccano tra le capitali africani Dio mi perdoni
E Bruxelles e Dio mi perdoni due volte per cui un progetto arriva dopo una infinità di tempo che voi fate un intervento di emergenza questo riguarda anche gli interventi
Di emergenza contro la Salome è una cosa impressionante un anno ci vuole perché è un aiuto d'urgenza della comunità
Andrete in tempo testimonianza l'ultimo aiuto strappato con grande fatica tra parentesi per il Vietnam un danno sergente morì diciamo una cassetta un anno a morire insomma abbisogna
Poi un'altra un'altra questione
Di non avere affiancato ecco che si collega con la insufficienza delle riforme di non avere affiancato alla fabbricazione Teddy
Dell'industria di quello che si è fatto del Progetto la preparazione dei quadri e dei tecnici l'Africa è nel cimitero
Di impianti praticamente inservibili perché si è costruito sia è consegnato ma poi non si sono prego si è preparato il personale
Chiavi in mano si è andati e praticamente poi dopo poco tempo
è è crollato
E poi ecco o veniamo a al momento UPEA adesso va di moda
Che o come dice il commissario Pisani si è partiti dal project toh e non dall'uomo cioè si è immaginato che ci voleva una dieta si è immaginato che ci voleva una fabbrica si è immaginato che ci voleva un ospedale ma
Non si è tenuto conto che con ogni probabilità la gente non aveva bisogno di un grande ospedale ma aveva più bisogno di alcuni punti di medicina comunitaria che non aveva bisogno della fabbrica
Ma che aveva bisogno invece di un aiuto anche per certe piccole e beh attività artigianali non si è tenuto conto che non c'era bisogno della diga ma ci voleva invece uno semplice impianto di irrigazioni dunque si è partiti dal Progetto
E nel mondo come dice Pisani dal luogo
E questo è il difetto di fondo che il ci porta
Alla constatazione anche questa molto comune che Noè Ivo europei abbiamo esportato il nostro tipo di sviluppo
In un paese in una in un continente e parlo dell'Africa dove viceversa questo non trovava una possibile collocazione
E allora ecco noi dobbiamo noi dobbiamo riflettere su queste cose noi dobbiamo riflettere non solo e non tanto per rifare come si dice la filosofia generale
Ma dobbiamo riflettere per arrivare a delle conclusioni operative che ci consenta loro non solo di rivedere la filosofia dello sviluppo ma di aiutare veramente gli uomini dice Margherita Boniver
E diceva anche Bonalumi siamo sicuri quando facciamo una politica di aiuto di cooperazione di non fare danno alla gente siamo sicuri di aiutarli davvero ebbe il nodo è tutto qui
è quello di rendersi conto di che cosa realmente serva alla gente ed allora ecco sì certo ai quadri generali le ragioni politiche generale ma certamente guardare anche scegliere caso per caso ecco il problema dei controlli che diventa anche sotto un certo profilo un controllo da parte della opinione pubblica
Da parte della gente che su queste cose Rifle
Un'ultima osservazione termine
Adesso questo discorso
Intorno allo sviluppo intorno al fatto che abbiamo esportato il nostro modello che è sbagliato
Porta quasi alcuni alla tesi che si potesse possa immaginare due tipi di sviluppo uno buono per noi
E ora o viceversa quello del sorgo quello del mio quello del tam tam buono per quelli da giù dei paesi in via di sviluppo io credo che questo concetto sia un concetto da rifiutare perché reazionario
E perché razzista
E allora bisogna avevi ancora più cautela e ancora più finezza
E guardarci dentro e sapere che lo sviluppo della scienza e della tecnica è un patrimonio comune dell'umanità
E che tutti gli uomini hanno diritto e che tale modernizzazione bisogna scegliere perché è chiaro che se si deve fare un treno o se si deve fare una reo portò ed è e
Bisogna adoperare dei modelli che conosciamo che abbiamo messo in atto noi non si può certo ritornare alla pista
E però bisogna guardare che il Prezzi non siano troppo cari per quelle popolazioni e modernizzare tenendo conto del diritto
Al loro sviluppo e delle necessità concrete
Della gente
Perché indietro non si può certamente tornare sapendo un'ultima cosa che lo sviluppo ha sempre un prezzo
Per esempio lo sappiamo no in Italia no quando milioni di persone si sono spostate dal sud al nord a Torino a Milano al momento della nostra trasformazione
Tra paese agricolo in Paese industriale i prezzi umani sono stati altissimi e che cosa non ha pagato l'Europa al momento della trasformazione industriale nello scorso secolo lo sviluppo ha un prezzo ma oggi noi sappiamo
Che lo sviluppo un prezzo e dobbiamo fare in modo che questo sviluppo composti a questi popoli il meno possibile e secondo me questo è un impegno che dobbiamo assumere tutti quanti insieme il fatto
Che su questo tema della cooperazione ci sia tanto consenso da parte tutti quanti già tutti quanti in Italia cita la sicurezza chi anche questo aspetto può essere affrontato con serietà
Evitando al massimo gli errori quegli errori da cui abbiamo tutti quanti credo imparato grazie
Ma anche l'autogoverno
Docente universitario questo non ovattato
Oggi rischia sì sì
Presi
Complessità degli argomenti che sono stati
Esposti
La complessità degli argomenti che sono stati illustrati
Purtroppo
Comporterebbe una un discorso alquanto così preciso puntuale lungo che non è il caso di fare quindi io cercherò di dare la mia valutazione su due punti
Un punto di carattere generale che quello sostanzialmente che Bassetti ha posto sin dall'inizio e che è stato poi ripreso
In altri interventi cioè il rapporto tra politica di cooperazione allo sviluppo e temi della pace nel mondo e dello sviluppo economico del mondo della situazione dell'economia mondiale e poi il problema più specifico della significato che della politica italiana di cooperazione allo sviluppo ecco sul primo tema
E devo dire che sono d'accordo nella impostazione del problema con quanto Bassetti ha detto e con quanto mi pare diceva anche Bonalumi e se non sbaglio anche la anche la Bonino e su questo punto mi pare ci sia unanimità di punto di vista fra di noi cioè dalla crisi mondiale non si esce se Sud non si sviluppa ecco però e direi anche che è necessario uscire da una certa genericità di affermazione come in fondo è questa affermazione per poi vedere insomma qual è oggi concretamente la situazione oggi non ci troviamo di fronte ad una la crisi gravissima del sud del mondo una crisi che documentata
Da tutte gli osservatori internazionali che è stata richiamata anche qui ma non è solo l'indebitamento non è solo la crisi finanziaria non è solo la fame nel mondo è una crisi di interi apparati produttivi che si stanno sgretolando
Sono i modelli di sviluppo che questi Paesi hanno seguito finora i Paesi non quelli che muoiono di fame o non soltanto quelli che muoiono di fame ma anche dei paesi che si riteneva fino a pochi anni fa
Adesso ormai raggiunto le sponde dello sviluppo quelli per i quali il tetto si riteneva la fase del decoro se riteneva iniziata
Il Brasile il Messico la Nigeria tesi che in qualche modo avevano superato lo si riteneva avessero superata la fase del sottosviluppo
Ora è a tutti noto che l'America Latina si trova nella quale poi si concentra una gran parte di questi Paesi cosiddetti a suo tempo chiamati di nuova industrializzazione i paesi del miracolo economico sono ora i paesi dell'incubo economico
La politica il Cile se n'è parlato ieri al Festival
Il Cile è un Paese in preda a un
è nata a tutto il mondo la Nigeria si trova in una crisi la la la Nigeria il gigante del continente
Nero si trova in una crisi gravissime bene io non credo che questo dipenda unicamente dalla la dall'indebitamento da una crisi finanziaria contingente che attraverso operazioni più o meno
Di aiuto finanziario temporalmente gliela possono essere superate ma e e la l'opinione mia in questo caso può essere confortata da un'opinione autorevole come quella contenuta nella relazione della Banca d'Italia nell'ultima Relazione della Banca d'Italia il governatore
A proposito di questi problemi internazionali sosteneva il meccanismo di espansione di questi Paesi dei paesi in via di sviluppo è entrato in crisi
Ecco ma e noi dobbiamo chiederci perché questo meccanismo è entrato in crisi se noi non partiamo da una valutazione di e da e non diamo una nuova una risposta a questa domanda non credo che possiamo mettere in opera in funzione una seria politica di cooperazione a questi pezzi perché io ritengo che questa purtroppo una ovviamente affermazione che qui faccio che richiederebbe poi insomma un dibattito una analisi un'illustrazione una motivazione ben più ampia io richiedo che il meccanismo di espansione distorto di questi Paesi
Dipende dai meccanismi distorti dai meccanismi sbagliati errati
Di funzionamento della economia internazionale è un sistema di relazioni economiche internazionali ingiusto ed iniquo che richiede insomma quello che anni fa i paesi in via di sviluppo hanno chiesto un nuovo ordine economico internazionale una cioè profonda riforma di struttura
Dell'economia internazionale degli attuali assetti bene questa riforma della economia internazionale da poi alla base del di questa famoso dialogo nord-sud negoziato globale e così via come bene ha detto Bonalumi
Ormai tutto è morto ormai la crisi del terzo mondo negli ambienti internazionali che contano in quello delle grandi banche internazionali
Di molti Paesi industrializzati Stati Uniti in testa ma non solo loro la Germania
Federare l'Inghilterra sono su questa linea ormai si tende ad accettare come un dato di fatto di natura come se i Paesi del Terzo Mondo fossero destinati ad una situazione di crisi che soltanto una ripresa economica del Nord dopo in qualche modo porre rimedio a questa situazione e di crisi attraverso perfetto cosiddetta di scorcio lamento di ricordavano eccetera cioè di trascinamento da parte del nord nei confronti del Sud che Rabbo insomma la vecchia concezione insomma della rapporto tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo che si riteneva fosse superata per sempre invece non lo è e l'ultime riunioni internazionali hanno dimostrato che su questa linea che e profondamente a mio avviso ma secondo me anche secondo molti degli intervenuti questa sera profondamente sbagliata e attestato attualmente il Nord bene un po'una una prima questione sulla quale io credo dovrebbe essere fatta chiarezza dovrebbe essere iniziato un nostro dibattito e proprio questa come si può fare una politica di cooperazione cessa bilaterale Sessa multilaterale se non c'è una politica estera
Dell'Italia la quale affronti a livello di negoziati globali ma più in generale a livello di relazioni politiche internazionali
Con la necessaria autonomia di valutazione d'iniziativa politica questo tema è questo problema di fondo che cioè non ci può essere una la ripresa della sud una politica di sviluppo su scala mondiale se non c'è uno sviluppo a nuovo uno sviluppo che sia end oggi noto centrato che ce la faccia a faccia perno sulle forze e sulle risorse di questi Paesi ciò detto sul piano generale vorrei dire qualche cosa appunto che poi secondo me collegata insomma questa impostazione molte molto schematicamente in maniera se molto semplicistica un po'tagliata con l'accetta ho ho esposto si collega poi la politica
Di cooperazione da cooperative quella cooperazione dell'Italia la politica di cooperazione l'Italia secondo me manca di una bussola politica
Io non me la sentirei di fare una critica di tipo così parziale o di tipo specifico tecnico al fatto che il ministero degli esteri il dipartimento per la cooperazione allo sviluppo
Funziona bene funziona male indubbiamente su questo non c'è dubbio insomma una meccanismo creato per una legge che prevedeva la la la famosa legge trentotto di cui si è parlato che prevedeva una spesa di trecento miliardi in cinque anni che pone le e gestire in tre anni e quattro mila e duecento richiederebbe delle strutture dei mezzi ben diversi da quelli a che attualmente ci sono problemi di professionalità ci sono problemi indubbiamente di controllo su questo sono senz'altro d'accordo
Problemi di controllo entra questo punto una piccola parentesi un'idea che potremmo a lanciare quello di un meccanismo di mente di verifica dei progetti questo è un punto centrale
In altri Paesi dove l'esperienza della cooperazione allo sviluppo a una maggiore andai così diciamo tradizione esistono questi meccanismi in Olanda esistono per i ad esempio di qui l'Olanda come sapete è l'unico paese che A uno diciannovesimo uno dei paesi pochi Paesi che ha qualche modo rispettato certe indicazioni internazionali per quanto riguarda l'afflusso di aiuti allo sviluppo esiste un apparato per la cooperazione allo sviluppo che funziona a un duplice livello cioè per quanto riguarda soprattutto i progetti
Di finanziati dall'Olanda esiste un
Nucleo di valutazione
Dei Progetti funzionante nell'ambito del ministero degli esteri apposite apparati che esistono insomma rimanda perseguire questa materia viste Boy un nucleo di carattere professionale a livello operativo che in sostanza di verifica se quello che l'efficienza quello che il risultato in termini economici in termini politici sociali di questi e progetti e nucleo che non è evidentemente sottoposto allo stesso tipo di controllo
Burocratico lo stesso meccanismo di verifica del primo eppure concludendo che sta parente dico il problema però ecco non è un problema di carattere soltanto tecnico di strutture dei dire meccanismi e anche questo e son d'accordo su un richiamo alla all'empirismo sulla necessità di un certo pragmatismo pragmatismo nel procedere a a riformare riforme necessarie però anche per quanto riguarda la problema della politica italiana il problema è giustamente come mi pare che Pasquini ha detto all'inizio un problema politico e di scelte e di scelte politiche io credo che senza una politica estere ed una politica economica internazionale
Dell'Italia la quale abbia faccia delle scelte precise in termini sia di
Di di di di di così di problemi generali che vanno oggi affrontati quale problema di tipo problemi monetari i problemi di tipo commerciale di riassetto del commercio internazionale i problemi delle materie prime i problemi dell'agricoltura non possa esserci poi una conseguente politica
Di laterale con molti laterale dell'Italia e poi credo e con questo
Finisco e credo che debba essere debba essere posto con con chiarezza con maggiore chiarezza forse ancora di quanto non si sia fatto attualmente il problema del rapporto tra l'aiuto allo sviluppo l'aiuto pubblico allo sviluppo in senso stretto che aiuto di emergenza ma è anche a aiuto anche credito de di aiuto e anche aiuto pubblico sotto forma di donazioni e sotto una serie di altri interventi sono gli strumenti che attualmente sono previsti e nuove forme e nuovi strumenti di cooperazione su questo è necessaria una maggiore flessibilità mio avviso di quello che attualmente sia esistente cioè io ritengo che su questo il fondo anche accordò un indicazione che ha dato Bassetti che mi pare importante ritengo che lo spirito originale della legge trentotto era quello di rendere possibile una complessiva politica di programmazione dell'Italia
Di presenza programmata nell'Italia nel settore della cooperazione allo sviluppo che riguardava non soltanto l'aiuto pubblico ma anche la presenza dell'apparato produttivo dell'Italia nel suo complesso
Riguardava il mondo della cooperazione le cooperative riguardava le imprese pubbliche riguardava anche le imprese private c'è un articolo della legge trentotto che naturalmente non vi leggo numero non non ricordo nemmeno in maniera precisa non sono in grado di citarlo ma ricordo benissimo lo spirito il quale prevedeva che ci fosse una politica di incentivazione
Da parte della l'Italia una guida pubblica dell'Italia per la presenza dell'apparato politico italiano nel suo complesso di una politica di cooperazione ecco su questo punto in realtà nulla è stato mai fatto se ne sia anziana davanti con una polemica che è stata in gran parte a mio avviso pretestuosa dico perché prevede pretestuosa tra chi sosteneva che soltanto l'aiuto pubblico inteso in un certo qual modo fosse legittima che tutto quello che era aiuto
In qualche modo legato all'esportazione all'impresa privata che da fosse qualcosa di sacrilego per quanto riguarda il Terzo Mondo e chi invece insomma
Così evidentemente il problema non solo con i l'ha fatto e accettava molto bene insomma così la situazione esistente perché nei dati di fatto grata esistente al dipartimento per la cooperazione allo sviluppo e al ministero degli Esteri chi fare scelte continua ad essere in realtà la FIAT continuare a essere le grandi imprese private e le grandi imprese così private che hanno una certa un potenziale politico di presenza nel dipartimento per dipartimento so che vi sono uffici insomma queste imprese hanno i loro uffici la poi stranamente non so altri altre altre altre realtà produttive importante per questi uffici non ce l'hanno e non mi scandalizza il fatto in sé intendiamoci che questo avvenga ma è il canale attraverso questo avviene che secondo me denuncia una distruzione
Del meccanismo della nostra cooperazione allo sviluppo
Ecco io così concludo senz'altro e non so se poi sarà possibile ce lo dirà Pasquini insomma sarà possibile
Dire qualche altra cosa o o meno io sono convinto però che il discorso è chiuso su questo discorso sul cooperazione italiana allo sviluppo è un discorso politico che possa suscitare una mobilitazione anche di massa anche sul piano della opinione pubblica
Soltanto se noi rilanciamo con forza il discorso del nuovo ordine economico internazionale del nuovo internazionalismo che è un discorso che io credo così ma i comunisti abbiamo avuto in merito in Italia ma non solo l'Italia di aver posto con forza alcuni anni fa e che forse adesso insomma non so queste un'autocritica che io personalmente insomma come comunista mi rivolgo non voglio fare autocritiche di carattere collettivo ma che probabilmente si è attenuato in questi ultimi tempi e che invece io credo si vada ripreso con estrema forza perché io sono convinto che il nuovo internazionalismo oggi si chiami lotta per la pace e lo sviluppo
L'intervento
A me ha dato il potere di stabilire sì si potrà continuare un minuto a discutere ora in verità questo non dipende da me
Ci hanno detto che fra quartieri
Da qualche momento non so se si avrà nella tenda un collegamento con l'Unità di Roma che dovrà spiegare facili domani quindi lo faranno ad alta voce saremo disturbati
In ogni
Poi c'è il problema del freddo però io credo che questo si può risolvere con degli interventi che riscaldano magari questo del trentuno e allora io propongo di continuare a discutere poi si disturbo sarà talmente forte danno un potere diciamo ascoltare assomiglia a vicenda e allora va bene decideremo di concludere insomma va bene facciamo in questo modo senza naturalmente che gli interventi siano tali da andare molto il Lazoi ma anche appunto per per lo stesso quello stesso chi è che chiede di parlare
La parola al consigliere dottor De può parlare no dal microfono mettiamola farebbe chi è il capo dell'ufficio studi del dipartimento del ministero degli Esteri
Grazie
Ferreira Pinto
Siamo siamo siamo
Possono
Prego prego
Io vorrei
Fare qualche brevissima precisazione
Su alcuni argomenti che sono stati sollevati e che in qualità di rappresentante del Dipartimento terrei a chiarire
è stato parlato a un certo punto
Dei seguiti del
Degli impegni presi a ottava dal nostro governo e mi era sembrato di capire che così si pensasse che nulla era stato fatto dopo dopo questi impegni in realtà qualcosa è stato fatto
E mi sembra che sia abbastanza importante cioè e nell'aprile dell'ottantadue è stata convocata a Roma
Un incontro chiamato l'incontro sulla fame del mondo in cui si sono riuniti
I direttori generali gli alti funzionari dei Paesi donatori cioè dei Paesi che danno i soldi ai paesi in via di sviluppo
Per cercare di trovare delle comuni strategie nella lotta contro la fame a questa riunione
L'Italia presentò un documento che è una delle cose forse il più nuove
E i migliori fatte da noi nel quadro teorico della lotta contro la fame nel mondo e sulla base di questo documento si arrivò a certi risultati di carattere direi
Teorico teorico e di principio Cetto a questa riunione doveva seguire una riunione a livello politico
Dei Paesi donatori che dovevano decidere insieme in poche parole di tirar fuori un certo numero di quattrini
E soprattutto accettare un'impostazione globale
Assieme per intervenire insieme nelle zone in cui Viera il fenomeno della Fun secondo incontro non è ancora avvenuto
Perché perché è difficile negoziare con dodici o tredici o quattordici Paesi per riuscire a trovare una politica comune
E il problema è che accennava alla della senatrice che ha retto un i quanto è difficile coordinare le organizzazioni internazionali
Al assai minore nei confronti di quanto è difficile organizza e coordinare le attività di sedici o dodici governi
Detto questo vorrei anche parlare un attimo Della questione delle selle stato accennato una a un momento che il governo italiano avrebbe dato cinquecento miliardi alla FAO per fare dei progetti nel set contro la fame non è esattamente così
Noi abbiamo il Governo italiano ha destinato i cinquecento miliardi
Per l'esecuzione di progetti
Nel Sahel el in collaborazione con la FAO in poche parole vuol dire che noi abbiamo usufruito e siamo supponendo della della cooperazione tecnica della FAO
Dei progetti che loro hanno studiato ma i progetti vengono valutati da noi
Insieme ai Paesi ovviamente interessati e saranno da lui eseguiti quindi la FAO c'entra fino a un certo punto non è che noi paghiamo la fa o per fare certe cose
Dunque è stato anche detto come mai
L'America latina si trova così è in una posizione meno prioritaria di altre regioni geografiche rispetto a quelle a cui noi diamo offriamo più a cooperazione
Ma mi sembra che questo sia rientra un poco così in una certa logica
Anche perché da un lato si dice non dovette non dobbiamo buttare i soldi dappertutto
Poi si dice perché non l'America Latina va be'se noi il nostro Parlamento e il governo e i vari governi e ci hanno deciso di puntare la nostra cooperazione alla lotta contro la fame
Direi
Allo sviluppo dei Paesi più poveri del mondo è chiaro che l'Africa diventa logicamente la Regione o il continente in cui i nostri interventi sono quantitativamente e qualitativamente maggiori
Ma non tutti io parlo di tutto io parlo del sessanta per cento
Quale Paese europeo a Malta
A mano sono soldi nostri questi vorrei soldi per la cooperazione
Sì sì ma questo non è un documento fatto da noi fatto dal ministero del Tesoro riguardano la legge trentotto
Volevo anche dire un'altra cosa
Volevo dire anche un'altra cosa
A
Che per quello che riguarda
La lunghezza delle procedure certo le nostre procedure sono lunghi e non tanto più lunga di di altri paesi ma questo non vuol dire nulla e qui io vorrei veramente
A prescindere da quello che è la filosofia lo sviluppo
Che ci deve essere indicata noi operatori cioè a noi dipartimento dalle forze politiche dal Parlamento e dal governo
Non siamo noi che ci possiamo inventare la filosofia della dello sviluppo ci deve essere indicato noi oggi abbiamo delle indicazioni
Abbiamo indicazioni che sono quelle dell'ordine del giorno del sei aprile
In cui tutte le forze politiche che tutte le forze politiche hanno accettato e che il governo ha accettato
Sei aprile mille novecentottantadue un anno fa un anno e mezzo fa
In più noi abbiamo delle precise indicazioni del CIPE si cives che cos'è è un organo del governo sono vari ministri che si riuniscono e decidono sulla base delle indicazioni del del dell'ordine giovedì servile che cos'è che il Dipartimento deve fare
Detto questo
Credo che veramente una cosa molto importante il problema delle strutture del dipartimento
Come già alcuni hanno detto noi abbiamo incominciato il conto
Trecento miliardi nel settantanove di cui però non tutti sanno che solamente sessanta erano gestiti sessanta miliardi dal dipartimento in via bilaterale c'erano soldi che il Dipartimento gestiva e a quell'epoca il dipartimento era fatto di cento persone
Oggi noi gestiamo direttamente in vinile quattrocento miliardi rispetto ai sessanta ai siamo duecentoventuno persone
Ora nessuno dice che dobbiamo fare come fanno le Nazioni Unite
Che dicono che per ogni miliardo ci vuole un uomo quindi avremmo dovuto ulema vere due mila persone
Sarebbe una burocrazia inutile dannosa ma tra le duecento e le due mila probabilmente c'è una via di mezzo
E non è tanto solamente il numero e il la specializzazione delle persone non riusciamo a trovare gente specializzata perché la possiamo pagare seicento mila lire al mese come diceva
L'onorevole carretto con quindi io credo che il problema delle strutture della revisione
Della legge sia necessario grazie
Io
Cioè chiede ha chiesto
C'è qualcun altro
Posso
Chiedevo di parlare non tanto perché sono della CGIL quanto perché faccio parte del comitato consultivo di questa legge trentotto di cui si è parlato per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo
Per essere precisi faccio parte del comitato consultivo anche della legge precedente
Dodici e ventidue il che vuol dire che ho solo potuto venire un tantino dal di dentro questa politica di cooperazione del
Governo italiano però prima di parlare della legge e come tale volevo fare un punto almeno c'è centrare un punto per i quali Carey di carattere politico
Bassetti ha detto ha concluso il suo intervento dicendo che è necessario in buona rivendicando in buona sostanza il valore del politico della politica nazionale e politica economica nazionale
Nei confronti dei Paesi del Terzo mondo contando certi grossi centri di intense che sono le multinazionali
E che in pratica hanno finora fatto la politica verso i Paesi in via di sviluppo
Benissimo qui sta per me è una dichiarazione che mi sta benissimo
Non sono le multinazionali che devono fare la politica economica di un paese è il Governo e il Parlamento che devono farla ma ci rendiamo conto che questa affermazione questo questo punto di riferimento lo troviamo adesso
Dopo che nel confronto
Fra Nord e il Sud già il Sud è stato volutamente sconfitto il politico i governi si sono messi
Da già di ai inazione per distruggere le rivendicazioni dal sud al centro e il sud e diverso è vario presenta molte sfaccettature di carattere economica di carattere politico
Prima c'era stato un momento in cui vissute la concorde politicamente per un'azione che dovrà cambiare un tipo di rapporto sostanziale e fondamentale fra il PAI le economie dominanti economie dominate
Ora le economie dominanti
L'economia dominanti compreso il governo italiano hanno fatte in maniera diversa confliggere il fronte nel Sud
Il fronte dei Paesi in via di sviluppo
Dopo che questo fronte dei paesi in via di sviluppo con la rivendicazione
Globale e complessiva è stato sconfitto allora parliamo di cooperazione e allora ci accorgiamo che riemergono gli intensi origine anche sostanziale sono gli interessi di un'economia
Di mercato che va a cercare i suoi interlocutori dove gli i profitti tanto per dire la parola più semplice
Si trovano meglio trovarsi soli dove il capitale più remunerato
Le diverse differenziazioni sono enormi può essere un interesse che si trova in un Paese come il Brasile può essere invece quello che si trova nelle città-stato dell'Asia del Sud resta
Questa è le le volevo dire la la considerazione essenziale da cui partire perché oggi quando parliamo di una politica di cooperazione dell'Italia
Vogliamo farla di carattere generale o vogliamo seguire l'andamento che è prevalente oggi
Nel nel nell'Occidente
Se vogliamo anche seguire una una visione di carattere generale dobbiamo sapere che il Sud come tale unito non c'è più la politica di cooperazione dobbiamo farcela farcela ad ogni e sì vogliamo farla guardando al futuro guardando un mondo di pace
Guardando a superare gli squilibri abbiamo a non ha a appesantirli dobbiamo cercare di sì di favorire lo sviluppo endogeno dei Paesi del Terzo Mondo
E in primo luogo a favorire l'accumulazione nazionale di questi Paesi senza di che altrimenti facciamo soltanto della carità da una parte degli interessi aziendalistici dall'altra
Queste l'unica maniera per fare una politica lunga scadenza e che non mentre neanche in conflitto appena detto è diretto con quelli che possono essere interessi più generali della Società italiana quelli che uscivano chiamare anche le esportazioni e i commerci equilibrati
Ora abbiamo degli strumenti per far questo io vorrei fermarmi su due punti soltanto una resistenza della legge trentotto
Che qui è stata citata forse meno di quanto si sarebbe dovuti perché dopotutto questa legge trentotto a una certa quantità di quattrini a disposizione
E da un certo apparato anche se possiamo discutere sei più o meno adeguato
E poi perché abbiamo anche stabilito
Teoricamente all'interno di questa legge trentotto dei principi valida un possiamo prendere in mano alcun pezzo di carta del Dipartimento alla cooperazione senza trovarvi dei principi che potremmo tutti essere disposti a sottoscrivere dove sta allora il difetto della legge trentotto
Il difetto della legge trentotto sta nel fatto che il Parlamento non l'ha seguita abbastanza
E lo dico con estrema chiarezza a tutti i membri del Parlamento che ci sono quei il difetto della legge trentotto sta nel fatto che il Parlamento non l'ha seguita abbastanza
Il deserto della legge trentotto nonostante il fatto che i parlamentari non l'hanno seguita
Grazie a Silvia Bova la parola a Silvano Vinceti
Ecco io innanzitutto
Vorrei sottolineare il gelato sono e Kenia preceduto ha ripetuto alcune cose perché in effetti mi avete parlato prima mi sembra corretto che ascoltata anche Bruno Ferrante devono dire senza bisogna che i parlate fra di voi ma a parte quello e non voglio essere polemico
Nel critico
Ma innanzitutto io vorrei partire da alcune osservazioni di fondo dire che questo dibattito sarei stato molto più interessante se qui oltre a funzionare dilapidando i partiti del ministero c'è chi questi che io qui non ho molta stima ci fosse stato e fosse quelle persone a cui questa politica politiche di cooperazione di sviluppo e rivolte che stanno adesso in questo preciso momento morendo o soffrendo
Per tutte quelle qui tramite li tocca da vicino forse questo lavoro potuto essere interlocutori più potenti Severin questo dialogo forse il dialogo non si poteva evitare di cadere in un discorso un po'troppo formalistico
Poi e quindi mi viene in mente quasi in questo momento cercherò veramente di di polemica da parte di un cittadino che ha ascoltato tutte queste bellissime esposizioni
E che
Io mi chiedo questo qua d'accordo qui forse se si svuotano necrosi loro di venticinque anni di politiche di sviluppo di cooperazione in cui ognuno di voi c'è trovato d'accordo su una linea Nanni si di fondo
Che questa pratica sviluppo è stata fallimentare che i responsabili ce n'è tanti pareggi dagli organi internazionali e per i nazionali che che
Però
Al di là di queste mancato questo lo dico a voi che siete spersi problema di fondo e questo che fare a questo punto di fronte a questa forma di fallimento mi sembra che non sia uscito moltissimo cioè io sicuramente mi sono sono in tasca però m'aspettavo venendo qua
L'ascoltare qualcosa di più
La senatrice Bonino io ricordava che cosa ha proposto così alcuni criteri di carattere generale
D'accordo insomma io ritengo che il problema non si possa impostare in questo modo
Perché in effetti dei criteri di Bonn proposizione parecchi ma poi la realtà dei fatti o mi sembra che sia importante avere un progetto più articolato specifico sì lei ha detto la politica
In questi trent'anni ha voluto avere una politica di grosso forse che come si dice un po'troppo
Presuntuosa un'arma per un istante generalizzata che poi ha portato a credere in queste forme di intrecci di grosse burocrazia di carattere nazionale internazionale e a fare sì che tra gli utenti e i risultati si fosse uno scarto incredibile
Però io vorrei ricordare giustamente sono in parte d'accordo su questo il fatto di caratterizzare interventi sperare di sviluppo per popolazioni
In modo tale che finalmente si passa dal generale e dall'ideologico di Kojo parecchie volte alla possibilità di praticare qualcosa concretamente quello però che mi sembra non sia stato molto corretta o meno questa è un punto di vista è un'affermazione che aveva fatto cioè nello specifico su partiti e anche i movimenti di organismi internazionali che credo abbiano dato indicazioni importanti per come si può affrontare questo l'Iva sul tipo di intervento all'interno di una politica generale di sviluppo e di e di cooperazione per fare successivamente si passa da a ottenere qualche risultato pratico ceppi si sono cinque anni di lotta di ci sono dei premi Nobel calato così importanti
C'è stato e qui mi sembrava corretto questo punto non per
Per obiettività per amor di cronaca per amor di verità
Anche avere un po'più di coraggio a fermare anche i partiti all'inizio un partito che credo abbia dato un grosso contributo
A questo tipo di iniziativa si è parlato della coscienza la maturazione lenta nel Parlamento della coscienza finalmente delle della necessità e dell'urgenza di intervenire oggi assunte perché ci sono come giustamente ha detto anche dottor solo che i rapporti tra il Nord e il Sud Est Ovest i rapporti tra la pompa c'è guerra tra politiche di sviluppo sono fanno parte di un grosso problema che oggi sono sempre più si sta inasprendo economicità
Esempio evidentemente con una cattiva politica sta producendo guasti incredibili
Però dico d'accordo su questo va benissimo ma io leggevo prima voglio fare un esempio stupido sempre per per cercare di dare una continuità questo mio intervento che vuole essere propria uno possibile polemico
Non si è parlato nemmeno oggi quando è stato fatto in Belgio tre mesi fa è stato fatto una risorsa importante del parlamento del Belgio e qui nessuno di voi ma c'è un altro si è parlato giustamente si è dichiarato molto compiuta da più di tre a un diverso tipo di strategia che poi la senatrice Bonino duplice destra delinea da una strategia più caratterizzato intervento nell'indifferenziato cibo da per dire possa permettersi
Non salvare di contribuire a salvare qualche cosa un ponte parte del mondo perché nel dialogo tra le parti con e poi alla fine andiamo a fare a contributi debba fare poi dinanzi alla fine al di là delle buone intenzioni e cime solamente se ciò che cammina anca e non tanto la volontà politica un problema anche per Moran procurandogli sentire veramente impegnarsi fino in fondo per i problemi ecco e questo secondo punto che emerge drammaticamente perché io all'inizio gente comune dite e il dramma di questa gente che forse c'erano più di fronte esaminato perché serve un po'di speranza esasperato nel senso che tutte queste bensì un'analisi ma in fondo pensano emergere quel buonsenso che non è credo il buonsenso dei dei funzionari del Pam contempla parlamentare ma della gente comune che siete anziani hanno dato questo risultato nella situazione attuale più esasperato è molto più difficile immaginarsi cosa saranno
Ma io direi comunque e concludo con un'ultima cosa sul posto in esame si è evidenziato anche il fatto che sempre mi rivolgo la senatrice Bonino
Che molto esperto all'ultimo tratto la possibilità di un intervento la proposta di legge che è stato presentato in Parlamento una legge debolissimi di tre mila cinquecento sindaci e quella degli intellettuali tanta gente del mondo la cultura centrato un punto attraverso il petizione popolare percorso impraticabile
Beh io vorrei ricordarle che ultimamente è stato invece comunisti tra cui non che fine avevano aderire a questo progetto di questi trent'anni
Di cooperazione e sviluppo economico dell'Italia durante lo sviluppo economico che può essere usato fallimentare già oggi oggi ci vengono incontro l'unica possibilità di un intervento di carattere più circoscritto fatto in un modo in cui a un sopralluogo e altri hanno indicato vede io vorrei che sul punto anche una risposta a questo interrogativo
Ho cercato di esporre così quello che le impressioni non voluto far discusso particolato che credo che tu non sia il caso consente
La parola Marco Scarpati
Allora
No no io non leggo no non ho preso appunti da bravo allora io credo che questa sera non si sia usciti dalla logica di un Paese che in realtà ormai in questo periodo di tardo capitalismo
Divide ancora rinnegando se stesso
E non riesce a entrare in quella che per me la miglior logica per aiutare i Paesi in via di sviluppo cioè
Quello di non violentare questi Paesi di non continuare a volere esportare i nostri modelli
Di non
Continuare a credere che il nostro modello sia il migliore
E
Quello di cominciare a aiutare i Paesi del terzo mondo
E il quarto mondo
Proprio perché tali e non in vista del risultato che ne possiamo tenerne
Ogni volta
Coloro che sono intervenuti ci sono quasi scusati del fatto che stavano intervenendo sul Terzo Mondo dicendo che comunque poi investendo in questo modo sarebbe arrivata a nome di una una c'è un certo rientro la salvezza dell'Occidente
In realtà io credo che
Bisognerebbe scendere da questo da questa logica e che la logica delle multinazionali Paul
La logica dei governi ricchi che aiutano perché poi rientra qualche cosa
La logica degli aiuti alla Somalia perché poi rientrano in armamenti la logica degli aiuti ai Paesi che ci sono amici e non nei Paesi che ci sono nemici
La logica anche questa per me è spaventosa
La
Senatrice Margherita Boniver
Che in molti molti discorsi in altri momenti mi ha trovato più due consenziente questa sera mia
A mio parere deluso perché quando dice e per me è un discorso veramente molto pericoloso
Bisogna controllare i Paesi a cui diamo i soldi a queste spaventosi tutto e in effetti è vero ci vorrebbe maggior controllo ma di che tipo ed è qui il vero problema non dare i soldi
E questo è un grave problema in questo modo si fa morire tutte le persone perché c'hanno il padrone cattivo
Oppure vedere un diverso modello di cioè e questo io non l'ho capito e forse preferire cioè proprio con molta semplicità che mi chiarisse questo pudore mi è sfuggito
Cioè perché io purtroppo l'ho capito spero male che e quella di dire a questi Paesi noi abbiamo un'arma per poter anche influire sui loro governi cioè non glieli diamo se non hanno il governo buono e poi anche qui chi decide che il Governo è buono
Ci sono spaventose dittature che sono cattive per tutto almeno per la maggioranza ma poi su altri sulle divisioni ecco qui debbano esserci grossi problemi oltretutto il problema che per me non si è affrontato e che comunque noi interveniamo aiutiamo sempre le borghesie locali ad arricchirsi
Astrali killer si e impoverire ulteriormente le persone normali
Il piccolo coltivatore del suo piccolo campicello
E poi un altro problema la truffa imprecisi a ma partendo da queste cose che sono vergogna ma che sono vergogna del nostro governo cioè non dimentichiamoci questo governo che all'interno crea e fa creare questi mostri perché sono veri e propri mostri
Per me una in un certo la dignità di poter parlare
Del fatto che l'Italia adesso sta andando e già meglio di altri perché dallo zero cinquantatré all'interno della CEE perché da una tal percentuale in Italia noi io sono un povero studente lo di giurisprudenza la prima cosa che disegno di diritto internazionale e quella frase Tina stupì linea di latino pacta sunt servanda noi abbiamo firmato dei patti dei patti che dicono che volenti o nolenti li abbiamo firmati noi ti abbiamo votati anche noi dobbiamo portare i nostri aiuti a un certo ha una certa percentuale ed è orgoglioso vergognoso che Italia patria del diritto
Crolli perfettamente con una pera matura su queste cose nelle noi aiutiamo pur firmando i patti e questo per me è spaventosamente contraddittorio della volontà perché ci dovrebbe essere di fare in modo che i problemi si risolvano problemi che si risolvono testi ha detto in ognuno c'ha dato questa notizia interessante e ci doveva essere questa tabella questa tabella poi non c'era è stata detta a voce dal ministro Colombo e quasi a scusarsi non volevamo però con questo
Prolungare il dibattito sul bilancio ma vivaddio
Ma c'è uno strumento che che ogni parlamentare anche quello di dire diavolo semmai questa cosa non è chiara sì o no non ve l'ha voluto e non solo ma la voglio chiarire
Perché io non sono qui per rubare i soldi deve dire i parlamentari non sono qui così perché mi dà gloria ma solo qui perché devo avere chiarezza almeno io su queste cose ecco il fatto che arrivano ministri che non danno dati i soldi Pato per migliaia di strani poi alla fine si scopre che in realtà non sono spesi
Ecco questo un qualsiasi parlamentari non dico Pertini che dice io il sorgo ma un qualsiasi parlamentare con un minimo di briciole dicembre dovrebbe dire io strike Sorgo io non solo non vi voto ma diamo pazzo di modo che tutta la gente sa che queste cose dal blocco i nostri lavori fino a che non vi chiarite avete stanziato avete studiato poco quel poco non lo spendete queste forme
Ecco e ultima confusa
Per me
Non si affronta il problema anche con la drammaticità che esso ha meno stiamo parlando di briciole
Lo stiamo parlando di
Quattro quattro soldi che debbono andare all'industria siderurgico all'industria
Che poi non l'ammetteranno neanche apostolo all'industria tessile stiamo parlando di persone persone come voi che come noi hanno il diritto di vivere che come noi hanno il diritto di scegliere di poter vivere poter potente avviene la propria vita come diavolo ce l'abbiamo noi
E con questo il problema che forse sfugge quando in Polonia
C'è stato un pericolo
Neanche spaventoso come in certi paesi del terzo mondo di fame pericolo reale
Tutti noi ci siamo mobilitati allora nel dubbio che dire questo Yalta negozi mobilitiamo per i Paesi del Terzo Mondo perché ancora tuttora rimanendovi questa mentalità un po'razzista di comunità quelli sono un po'meno Dinoi sono un po'meno di noi bianchi
Ed è questo purtroppo lo spaventoso noi stanziamo soldi
Ho letto scorrendo la Romania ben vengano e finisco nello Slavia e ben vengano e poi ogni stentiamo in modo in modo attivo e fattivo per i Paesi
L'associazione aveva chiesto scritture Diliberto lascia lascialo finire modo via lasciando anzi chiedo un problema reale il problema reale è che
Beh sono d'accordo io ho letto una tabella in questa tabella i fatti in un certo modo lascialo finire allora il problema reale che comunque e che comunque noi cerchiamo permette di mantenere i piedi in sessantacinque mila state aiutiamo tantissimi paesi mentre forse sarebbe sarebbe un errore di affrontare l'idea di creare realmente l'alto commissario di arrivare in una zona di aiutare una zona di intervenire in una zona bisogno di cercare di risollevare una zona senza cercare di buttare in sei me su tre mila campi diversi perché un semestre mila tempi diversi non risolverà il problema di nessuno
E e questo per me probabilmente avrò sbagliato non non credo di avere la verità in tasca specie su un problema così grave però credo che
Forse un po'più di serietà da parte di chi ci governa da parte di chi decide dove devono andare i fondi sarebbe sarebbe forse troppo
Previ errata
La vastità degli argomenti trattati
E la loro importanza
A me pare prevedo che dobbiamo intendersi lei è il tema vista la sera era la nostra politica estera e la cooperazione tra la cooperazione e la beneficenza se c'è una certa differenza che in qualche intervento non siano tali
La cooperazione prevede che su questi mi pare tutti
Relatori
Sono intervenute le do atto prevede una determinata logica la logica della pace è una logica di comunità d'interessi
Le comunità di interesse
Non può essere collaborare solo quello che e per la come si chiama le mani tese o solo quello che vuole fare degli investimenti
L'ausilio della pace prevede la collaborazione tra forze che hanno interesse diverso in più e presto Redman deve esser questo conservata
Credo che sarebbe sciocco
Da parte anche di forze di opposizione
Sostenere o negare apparente perché ci abbiamo contribuito e quindi le voglie rivendichiamo il Pasquini ha fatto bene il fatto che è un progresso che si vada verso questo famoso l'un per cento che non è una legge a comandare il giovane studente di studiare bene se non si fa da voi c'era ai prossimi esami è un premio tendenziali un impegno tendenziale ad arrivare all'uno per cento dopo e non se non è un optimum ma che quando il giorno di quasi l'uno per cento tutti i problemi sarebbero risolti un impegno tendenziale verso il quale c'è un progresso
Dobbiamo registrarlo quelli come me e come credo lei insistono perché questo impegno sia diciamo che sia cioè il grata il ritmo però c'è un problema che mi pare venuto fuori in modo parziale distorto e su questo
Credo dobbiamo trovare un momento di concentrare ancora l'attenzione invece sede sia parlamentari sia alta di ridiscutere meglio
Nella mi pare sin perizie Boniver che peraltro fatto intervento che apprezzo moltissimo andare un certo momento ha detto il cambiamento da sostanzialmente nuovo un cambiamento quantitativo soltanto uno secondo me c'è un cambiamento qualitativo credo che i guelfi avesse ragione sottolinearli
Perché quando si passa da l'amministrare alcune centinaia di miliardi
O sia pure le nostre dirette a migliaia di miliardi
Sì se quel cambiamento che rilevava il un po'diciamo anche evidentemente difese pro domo sua Repubblica praticamente il ministro le colpe
Cede un cambiamento che esige un cambiamento anche di mentalità di dei gruppi il gruppo che ne sono responsabili delle possibilità di controllo delle forme di controllo
Che esige anche un cambiamento nelle priorità io sono il colpevole da vere
Sollevato in una baia dell'interruzione queste questioni ma ad un certo momento viene fuori che è una relazione che si chiama relazione sulla cooperazione economica e finanziaria dell'Italia con i paesi in via di sviluppo è un documento che assolutamente indipendente almeno così mi pare di aver capito dalla risposta
No e in parte indipendente dal funzionamento del ministero degli Esteri
Quindi c'è un problema di noi vogliamo la cooperazione economica di sviluppo ma una certa cooperazione tre ministeri ci vuole anche posto al banco per azione permette evidentemente quelle fughe del tubo che sono state denunciate dalla senatrice Bonino e permette dei ritardi che non hanno soltanto delle spiegazioni oggettive e permette di confondere
Sì se permette la battuta francese dei gli asciugamani con gli strofinacci perché effettivamente dove non faccio colpa al ministero degli Esteri questo documento sono dei Cretti di sviluppo non sono esattamente però vanno fanno parte di questi famosi migliaia di miliardi nel conto generale
Nei no al rientro duecentosettantasette ma che incorporata una trentotto chiamalo come vuoi morale della favola c'è dentro effettivamente dei paesi Meglio medie sviluppati dell'Europa
Con Paesi di del del veramente affamati
Perché poi c'è dei paesi affamati devono ricevere più o meno di altri rimane incomprensibile al comune mortale perché è un documento di questo genere stato passato il senatore della Repubblica italiana senza che qualcuno dicesse abbiamo scelto sulla base di un certo criterio riferendosi a questa legge dell'aprile dedica questo ordine del giorno dell'aprile ottantadue
Non c'è neanche questo il segno già abbiamo è un dettaglio questo ad ogni modo Dio Lobato già abbastanza tempo credo che il discussioni il dibattito di questa sera abbia mostrato alcune cose anche alcune cose negative concerto disinteresse nell'attenzione non non non dei presenti
Di un pubblico che vuol dire che è un tema che deve essere trattata in qualche altro modo perché noi abbiamo qui presente fra noi nel nostro compagno Soncini che fa parte di una nave risente
Europa del Mozambico che veramente lo realizza l'aiuto allora come mai questi amicizie Reggiani
Sentono c'è un distacco tra questo aiuto e la politica estera
Due di cooperazione perché dovevano tutto è impegnato centinaia di persone ponendo in questo lavoro
No che il lavoro più faticoso che venire qui stasera vantarsi di questa cosa allora c'è un distacco tra iniziative individuali di organizzazioni religiose più niente non governative
Di partiti e di forze queste collaborazioni credo che in questo terreno trovare io penso che rapidamente si troverà con le nuove Camere una sede di Commissione può darsi ma in un solo per esempio perché non ci potrebbe essere una commissione bicamerale anche perché su molte di queste cose come c'è per certe anzi istituzioni che permetta di superare i ritardi dello sdoppiamento nel sistema bicamerale come cioè la commissione per il Mezzogiorno è un'idea improvvisata ma di qualche cosa che permetta di andare più celermente all'assoluzione vi alcuni dei problemi che oggi si oppongono uno nelle scelte non sono all'altezza delle necessità questo il mio
Allora
Concluderei
La nostra tavola rotonda il nostro dibattito alla senatrici Boniver che è stata l'unica diciamo chiamata in causa dai vari interventi e quindi pare abbia anche diritto a una sia pur breve replica
Grazie
Bene ringrazio senatore da Spini intimità questa opportunità non tanto di concludere perché non pretendo certamente tanto ma forse cercare di rispondere in modo molto telegrafica vista l'ora e la temperatura
Alle persone che sono intervenute mi hanno tirato in causa beh devo dire di essere difende in un certo senso molto lusingata perché all'inizio del mio intervento ho detto chiaramente che avrei cercato di dire alcune cose
Molto provocatorio evidentemente sono riuscita ha colpito il bersaglio
Comunque naturalmente non voglio far credere neanche per un solo istante
Che i socialisti italiani parlino di argomenti così serie così complesse i con i toni che io ho usato questa sera
Abbiamo fatto una riunione come la centrale unica del direttore della non so patito soltanto su questi temi prodotto lunghi edotti i documenti di cui evidentemente mi risparmio adesso
Anche soltanto la citazione ma comunque questo soltanto a mo'di premessa vorrei soltanto ricordare due o tre cose molto brevemente
La prima che questa strada è stata citata la famosa mozione che la Camera dei deputati il sei aprile scorso
Ha passato credo con il volto non soltanto dei gruppi parlamentari che facevano parte la maggioranza di allora ma anche con un volto esplicito è favorevole dei radicali e credo anche del gruppo comunista alla Camera in questa famosa mozione era sintetizzato in circa tre pagine quella che avrebbe dovuto essere la filosofia di un nuovo approccio italiano per la cooperazione nel confronto e per il gruppo e nei confronti dei fondi d'emergenza
Spero che su questo non sia stata troppo confusa non facciamo la differenza fondamentale fra quello che l'aiuto d'emergenza e l'aiuto alla cooperazione
Quindi quando il presidente Craxi parla ha parlato alla Camera
Della possibilità di istituire un alto commissario per il problema della fame nel mondo si riferiva evidentemente
Soltanto e specificatamente ai problemi di aiuti di emergenza che dovrebbero per l'appunto arrivare non mettendoci dodici mesi ma possibilmente dodici
Dorme se fosse possibile mettere
Già miracoloso tutto ciò
Detto questo in sostanza quando parlavo dei criteri e naturalmente parlando a braccio non ho elencato tutti i criteri non mi sembrava
Un dibattito di questa natura fosse la sede adatta per dilungarmi in modo troppo dal punto in modo troppo complicato su tutti i criteri possibili che sono o dovrebbero essere coerenti a un nuova filosofia d'un nuovo approccio quando parlavo dei criteri e volevo semplicemente accennare ad alcune delle cose che potrebbero essere migliorate o potrebbero essere messe in atto nel secondo triennio della cooperazione italiana nei confronti dei paesi terzi e dei paesi quarti di uno dei criteri fondamentali che è contenuto nella famosa mozione del sei aprile e che mi sono dimenticato di dire è che noi pensiamo che ogni ai
Per essere in
Nei confronti di quei Paesi
E autosufficienza al
Che sul concetto
Un aiuto al settore ad
Aiuto nei confronti del settore sanità
Tutti nel confronto del Sat del settore dell'informazione pone e questo per due motivi talmente
Sì è necessario
Oltre su questo concetto velocemente
Però che ha
Troverà consenziente
Ante e cioè
Vento di crisi e con
E manifesta
Lui ci rendiamo conto che non si può continuare
Dati degli aiuti
Non scelti si debba qua
Cercare
Loro obiettivo forse non altissimo ed è quello che i problemi
Fondamentalmente distribuiti
Gli ho ecco con queste semplicissime però
I cercare di fugare
Ogni possibilità di dubbio sul fatto che noi consideri
Dello sviluppo del terzo mondo come un
E la politica estera del nostro per
Per essere diciamo
Nata nei confronti del gruppo pacifico di tutta l'
Sentimenti
Cioè
Con la presenza poteva essere maggiore
E su questo non c'è dubbio
L'inizio della prima
Amo questo tema specifico che tutti coloro
Tre esempi che sono
Il per il lavoro
Nei prossimi mesi egli ha
Onda di stasera
Sono
Puntini per questi questo lavoro
Sarà
Diciamo
Mi come noi uno di questi problemi si contenderanno
Ma
Occupando
Sapendo che siamo su
Molto piacere Salatto
I presenti canore che
Do e penso che temo di più saremo a che attrezzati in
Una volta grazie