Critica e militanti

Buon giorno da critica militante anche in questa rubrica vogliamo ricordare Pier Giorgio Bellocchio scomparso qualche giorno fa a novant'anni nella sua Piacenza
Da inizio anni sessanta inizio anni Ottanta Bellocchio ha diretto i Quaderni piacentini cioè la rivista culturale più autorevole della cosiddetta nuova sinistra subito dopo tra l'ottantacinque novantatré
Ha invece fatto uscire con Alfonso Berardinelli diario una rivista molto diverso da tutta scritta a quattro mani il passaggio è stato brusco dal marxismo critico e dall'idea di partecipare a una vicenda collettiva alla critica della cultura della società per così dire a mani nude di due autori soli che spediva nei loro fascicoli a lettori ormai altrettanto soli ma la delusione storica
Non ha fatto forse che evidenziare meglio le qualità dell'occhiale dell'occhio che era un tipico Autore da rivista novecentesca
Aveva infatti il carattere di un moralista classico e di un saggista con una forte vena autobiografica nel suo sguardo sulla società di massa di fine Novecento si mischiavano una malinconia profonda un senso
Anche di scoramento di sconfitta e la verve di un satirico alla Krause Krause alla mente
Bastava Bellocchio citare un pezzo di pubblicità uno strafalcione giornalistico un francobollo mal fatto un avviso condominiale per risalire in poche righe
A una diagnosi di costume e di civiltà e al tempo stesso gli bastavano
Mezza paginetta di aneddoto su qualche figura di provincia o due paginette di dialogo orecchiato al ristorante per lasciar affiorare il ritratto di un intero microcosmo sociale quasi per suggerire tutti intorno l'aria del romanzo che aveva rinunciato a scrivere chi vorrà fare seriamente la storia della cultura del costume dell'Italia dell'ultimo mezzo secolo troverà
Nei diari in cui non ha mai smesso di appuntare le sue diagnosi illustrate un materiale di primo ordine perché a Bellocchio
E anche per privilegio di educazione di generazione aveva una cosa oggi quasi perduta il senso e anzi il tatto storico cioè quel misto di intuito psicologico più stilisti come memoria genealogica necessarie a collocare nella giusta misura infatti i libri gli uomini e le loro azioni è questo
E questo appunto cercava sempre Bellocchio sia quando polemizza va con gli intellettuali resi ridicolmente giganteschi dai media sia quando commentava Dickens su Kubrick cercava l'uomo gli uomini nella concretezza della loro vita vissuta per loro
Senso morale
E chi condivide questa passione troverà sempre compagnia nelle sue raccolte di saggi corsivi aforismi i cui titoli dicono già molto dell'uomo Bellocchio
L'astuzia delle passioni titolo che implica un rovesciamento di Hegel dalla parte del torto al di sotto della mischia un seme di umanità
E sono fondamentali questi libri anche per chi voglia capire cosa è successo nel secondo Novecento alla cultura della sinistra italiana e come via via questa cultura divenuta
Lo status symbol di una rampante amorfa Middle Class si sia lasciata rappresentare da personaggi sempre più impudico improbabili più fatui
E più affermativi in una parola più mistificatoria e si vedono in dalla parte del torto la satira su Umberto Eco la polemica con Asor Rosa o si vede ancora il passo in cui Bellocchio rileva quanto è ridicola la svolta di una sinistra
Che dall'ortodossia marxista più angusta passa di colpo alle infatuazioni per l'esoterismo per l'enfasi spiritualista Ico nichilisti come cari per la forza per quel cara Schmitt contro cui ha scritto un magnifico saggio
Ridicole sconfortante questa svolta dato che la si compie osservava Bellocchio senza pagare i debiti con gli eretici della propria parte emarginati prima
Durante la fase ortodossa ed emarginati poi per rimozione e a proposito di eretici sotto la crosta del marxismo Fortini a non c'erano i Bellocchio credo due istanze contrapposte molto forti da un lato il rispetto per il meglio dell'etica della vecchia borghesia di cui era figlio per la severità lo scrupolo il lavoro del fatto come si vede
Tra l'altro nel saggio che in un seme di umanità dedica Flaubert e al suo retroterra famigliare e dall'altro lato c'era
Invece l'ammirazione per un individuo individualismo tendenzialmente anarchico
Fosse quello di Isherwood di Céline e più in generale per
Le scelte personali coraggiose e solitarie cito
Un brano
Quasi famoso dall'astuzia delle passioni del grande impegno politico degli intellettuali negli anni trenta e quaranta non è rimasto quasi nulla vi scriveva Bellocchio
Le parole dei congressi antifascisti polverose sciocchezze il facile comunismo i tanti le illusioni liberal democratiche di altri gli slogan i gesti
Stalinisti trotskisti surrealiste umanitari infradito marxisti ingenui opportunisti doppiogiochisti compagni di strada
Per trovare intelligenza e passione all'altezza dei tempi coscienza dell'entità della posta in gioco dobbiamo rivolgerci ad alcune figure di isolati di outsider di inclassificabile
Penso a Simon's Bay Bernanos Celine Orwell e pochissimi altri
Un pensiero dove si scontrano e si integrano marxismo platonismo e cristianesimo un cattolico senza chiesa un anarchico pessimista che finisce fascista un puritano senza fede nonché socialista senza tessera
Troppo lungo e complicato parlare dei singolare incrocio in coincidenza di percorsi così diversi
Si fa prima ad accennare a certi tratti comuni del carattere feroce spirito antiborghese estremismo intellettuale ed esistenziale rifiuto a chiudere si esaurirsi nel ruolo di scrittore estraneità e disprezzo verso la corporazione
Intellettuale per tutte le istituzioni in genere
Disinteresse personale e generosità odio del denaro fame di esperienza ha bisogno di accertare sempre di persona vedere coi propri occhi esporsi partecipare fisicamente
Inettitudine diplomatiche al comando tendenza esercitare la massima severità critica verso gli errori e le colpe della propria parte
Anche solo da questo piccolo sommario elenco non sarà difficile capire perché li attendeva un destino fallimentare mi sconosciuti equivocate rimossi da un è andata oltre
Infine dato che siamo una radio radicale vogliamo aggiungere che anche il Bellocchio giovane dei Quaderni piacentini ha quasi sempre nella sua concretezza nel suo senso morale un buon contrade Leno ideologico altri ori cinismo alla retorica marxisti
Ed è un antidoto che permette di apprezzare i suoi scritti di allora anche oggi è un po'come capita con Enzensberger nel sessantotto contro ogni schematico settaria noncuranza per le cosiddette libertà borghesi
Scriveva ad esempio a proposito del caso Braibanti
Anche noi dobbiamo fare l'autocritica se non abbiamo parlato prima del processo avrà i bandi
Non è certo per pruderie ma perché lo ritengono di dirlo ritenevamo un episodio politicamente arretrato non riuscivamo a concepire l'ipotesi di una condanna eravamo umiliati e furiosi che un amico fosse in galera per un reato inesistente
E dovesse sopportare la tortura gratuita di un processo ma concludeva amo non saranno mai tanto pazzi da condannarlo
Avevamo fretta di uscire da questo incubo preferivamo occuparci della repressione politica che ragionevolmente colpisce operai e studenti
L'emancipazione della famiglia la libertà sessuale la scelta artistica ci sembravano sono diritti acquisiti fasi superati dalle nuove generazioni che ormai si battono per il potere politico
Abbiamo peccato di superbia intellettuale di leggerezza politica per non dire di un certo cinismo anche se il caso fosse stato strettamente individuale senza avere alcun riflesso politico
E così non era si trattava pur sempre di un amico che ingiustamente era stato privato della libertà quella che ci sembrava ed è una battaglia arretrata è stata perduta anche perché non la si è voluta combattere
Bisogna combattere anche le battaglie arretrate
Dunque il Consiglio di oggi di ritornare o leggere per la prima volta come capiterà a tanti i libri di Piergiorgio Bellocchio scomparso pochi giorni fa a Piacenza uno dei mi maggiori saggisti scrittori tout-court per la seconda metà del Novecento fino città sentirci Penati prossimo