Meeting di Rimini 2019 - Guardare il mondo attraverso le parole. Dialogo filosofico. "Nuove esperienze per una scuola che cambia"

Benvenuti
Buona fine mattinata in questo secondo giorno di meeting
Per partecipare a questo dialogo filosofico sul tema guardare il mondo attraverso le parole insieme a due relatori così importanti che ringrazio per la loro presenza qui con noi oggi Adriano Fabris alla mia destra
Professore ordinario di filosofia morale all'Università di Pisa dove insegnanti che etica della comunicazione
Dirige diverse una rivista teorie Timoria e altre riviste italiani internazionali con cui collabora ed è presidente della Società italiana di filosofia morale
E alla mia sinistra Carmine Di Martino che è docente di Filosofia teoretica
Presso l'università degli studi di Milano
Entrambi hanno già partecipato a diversi incontri del meeting
E vi ringrazio personalmente per aver accettato la proposta di essere qui con noi oggi l'incontro di oggi nasce come nella edizione dell'anno scorso da un'esperienza della scuola italiana che è già in atto il concorso nazionale di filosofia Roma disputa azione s'che è promosso dall'associazione amore per il sapere apis
E che da sette anni coinvolge sfida migliaia di studenti e di docenti
A riprendere lo studio filosofico approfondirlo e a creare anche dei prodotti filosofici
All'interno delle classi suddivisi in team e quindi c'è tutto un percorso di formazione e di lavoro tra gli insegnanti i loro studenti
Che ha come fuoco come perno centrale il rapporto tra scuola e università
Volevo iniziare con un breve video che dura poco più di due minuti giusto per dare la cornice nel quale questo incontro si situa se possiamo far parte del video e poi
Ma
Ripresosi antitasse giardino del perito progetto che si chiama domani citazionismo concorso nazionale di Giuseppina questa l'abbiamo messo a tema il desiderio
Ragazzi che oggi risolveranno non lo sanno violare rutelliani restrittiva in maniera casuale fanno obiezione spinti presbiteri crebbe luce la nomina lì
Perché senza desiderio non c'è conoscenza in una scuola senza dire una scuola morta accertare di ritrovare il desiderio rimasto lezioni dichiaro di e questo può ridare senso alla fatica che facciamo scuola bisogna
Nome ricoprono autorizza annientamento Gallinari a
Casa
Soprattutto cinquanta sembra che il presidente a queste inutili mi piace sia la questione degli ovociti pulsione che si gioca dobbiamo subito stilistiche internet dispute commerciali capire sviene non su questo Bernardin indire lo stesso presidente
Dettata deciderà
Va
Bene Forgaria
O qualcuno forse visitatori sulla soddisfazione
Chiusa desidero attinente sta e si dovrà essere felice e intanto
Abbiamo
Ecco questo era al video delle Roma rispettosa di quest'anno e il progetto a questo intento quello di rendere come dire vivace e coinvolgente uno quello che lo studio della filosofia partendo dalla classe raggiungendo le aule universitarie avete visto i luoghi robusta di Bologna
Dove si è svolta appunto l'ultima edizione l'entusiasmo che noi insegnanti abbiamo nel fare questo tipo di lavoro nasce dall'aver trovato dei compagni di viaggio davvero importanti e due di questi sono qui appunto con noi oggi
Faremo questo tipo di percorso Porro tre domande a ciascun relatore e poi avremo anche qualche minuto alla fine per interrogare su praticamente i nostri due
Ospiti
Per qui incomincia subito
Con una prima domanda per il professor Fabris
C'era anche una slide perché le con breve testo il meeting quest'anno ha scelto come tema nacque il tuo nome da ciò che fissati
Nel comunicato del meeting si trova scritto
Questo quello a cui stiamo assistendo nel nostro tempo è qualcosa di nuovo di inedito
Non bastano più le parole abituali per afferrarlo e le analisi con cui si è cercato per tanto tempo di capire la crisi o meglio le diverse crisi del nostro mondo sembrano armi spuntate
Da un lato una capacità stupefacente di costruire manipolare e controllare la realtà attraverso un potere tecnologico sempre più diffuso
Dall'altro un sempre più profondo smarrimento riguardo al senso per cui ciascuno di noi sta al mondo e alla Società che si vuole costruire
Ma qual è la novità che urge dice il comunicato essa sta nella realtà più nascosta e apparentemente più scontata ma al tempo stesso più essenziale e decisiva di tutto il resto Leeuw di ciascuno di noi
Per questo la domanda più interessante insieme la più pertinenti al nostro presente ed è la domanda che faccio professor Fabris da dove nasce l'io da dove viene il volto di ciascuno di noi
Prego
Beh domanda da un milione di dollari naturalmente anzitutto buongiorno a tutti grazie per essere qui soprattutto per essere qui a partecipare a ad un incontro di Filosofia dove si fanno domande così importante confusi fondamentale come queste beh
La risposta credo che noi la sappiamo
Da dove nasce l'io chi siamo noi e ma già
Tutta questa esperienza del meeting e ci dà la risposta noi siamo in relazione siamo esseri relazionali sì bene ok appunto e a capo
Noi non lo diciamo soltanto lo sperimentiamo lo mettiamo in opera ci troviamo qui discutiamo poi magari ci troveremo anche a parlarne insieme ma viviamo in queste giornate gomito a gomito ci attiriamo come volontari cerchiamo di con dividere ma ma io lo dico immagino che qui ci siano tanti insegnanti come me abbiamo visto il video prima e nel video che cosa cosa c'era i ragazzi che rispondeva no alla domanda che cosa è portante per te che cosa è fondamentale per tempo
E ci avete fatto caso tre su cinque hanno detto la mia realizzazione voglio essere felice voglio trovare la mia soddisfazione eccetera
Intendiamoci non è una risposta sbagliata nel senso che tutti quanti noi vogliamo trovare a nostra soddisfazione
Ma è un primo passo è un primo passaggio
Ne vogliamo trovare una sua soddisfazione
Appunto poi apparendo ci anche agli altri e realizzando ci insieme agli altri perché la nostra realizzazione non può non dipendere dalla realizzazione degli altri appunto perché siamo essere nazionale allora una ragazza di Napoli ha detto io voglio fare questa sorridendo no ai ci siamo un po'sorridere io voglio fare questo voglio realizza mi per affermarmi per Napoli e per me
Benissimo fare un altro passo per Napoli per arte per tutte le altre persone per tutto il mondo per tutto il creato perché tu sei appunto un essere Lazio anale la tu a realizzazione dipende esattamente da questo
Appunto dicevo ne siamo insegnanti e ci troviamo a dover fare questi passaggi queste riflessioni con questi ragazzi che partono da un'idea diversa cioè si fermano al primo passo di questa di questa strada il primo passo quale diciamo la infilo sospese l'idea che è mentalità comune per cui la relazione con sei la autorelazione è la condizione per la relazione con tutti gli altri
Cioè la relazione con gli altri sono io a porla la pongo se voglio la pongo se mi piace la pongo se mi serve essere felici la pongo se ma mi procura piacere se mi dai mozione
No i selfie
Quando mi faccio un selfie sono io in primo piano e gli altri sono sullo sfondo
Io vengo da Pisa tutti questi giapponesi che si mettono in posa a tenera è la torre a far finta di sorregge la sono loro il primo piano che facciano che fanno reggono Latorre
Ma se io vado in un posto una volta dal Giappone a vedere Pisa io fotografo Latorre non fotografo me stesso
Di nuovo la relazione
Che c'è ma deve essere correttamente impostata come nel caso dei ragazzi
Si parte da Noemi la nostra realizzazione che implica la realizzazione degli altri
In questo caso la mia relazione con me stesso non funziona se non ne anzitutto relazione con gli altri
Ed ecco allora la risposta alla domanda Chi sono io io sono colui che non solo in relazione ma sono quello che nominato quello che chiamato ed ecco il tema del Meeting di quest'anno
Io guardo ma guardo attraverso le parole bella questo verso della poesia di
San Giovanni Paolo secondo
Guardo perché Jász o in qualche modo il nome da dare alle cose
E qui di nuovo c'è un'altra sfida un altro problema che noi che insegniamo ci troviamo ogni momento a affrontare le parole hanno perso il loro valore le parole sono ambigue sono equivoche hanno un migliaio di significati
Pensate un po'la parola libertà
Pensate la parola
Onestà pensate
Vengono stirate stiracchiato e utilizzate per tutti gli usi possibili immaginabili per fare una citazione colta Hugo von Hofmannsthal questo grande scrittore austriaco
A cavallo tra Ottocento e Novecento diceva che le parole si sono sfarina te in bocca come funghi ammuffiti
Ecco più o meno è la stessa cosa hanno perso il loro valore simbolico ma soprattutto hanno perso il loro valore relazionale
E allora un'ultima cosa voglio dirvi
Noi siamo essere razionali ma lo siamo proprio perché usiamo le parole
Ma usiamo le parole in maniera giusta le parole sono ponti
Le parole servono per come unica are per chiamare per nome qualcuno
Per incontrare le altre persone
Il saluto pensate un attimo alla valenza fondamentale del saluto quando incontro una persona e dico ciao Dima ovviamente
Comunicare
Non dimentichiamoci comunicare etimologicamente rimanda comune
Communis proprio di tutti qualcosa che è patrimonio comune apre uno spazio comune e ci permette di essere insieme
Noi siamo questo
Dobbiamo recuperare
Bene grazie
Procediamo stiamo scaldando i motori
La domanda che rivolgo al professor Di Martino necessità anche qui di una citazione che dovrebbe apparire
Sullo schermo
Dice la citazione in questo momento io se sono attento cioè se sono maturo non posso negare che l'evidenza più grande e profonda che percepisco è che io non mi faccio da me
Non sto facendo mi da me
Scrive Luigi Giussani nel senso religioso e continua la citazione non mi do all'essere non mi do alla realtà che sono sono dato è l'attimo adulto della scoperta di me stesso come dipendente da qualcosa d'altro
Si tratta della intuizione che in ogni tempo della storia lo spirito umano più acuto ha avuto di questa misteriosa presenza da cui la consistenza del suo istante del suo io è resa possibile io sono tu che mi fai
Allora non dico io sono consapevolmente secondo la totalità della mia statura Duomo se non identificandolo con io sono fatto e da quanto detto prima che dipende l'equilibrio ultimo della vita
Professor Di Martino che ne pensa di quanto si afferma nel comunicato del meeting ovvero del fatto che il proprio nome cioè la propria consistenza nasce da quello che si fissa cioè dal rapporto con un altro da sé
Con ciò da cui ci siete chiamati ad essere e poi come si può far dialogare e che portata secondo lei questa idea di uomo definito dal rapporto con altro da sé nella nostra cultura contemporanea dominata dall'individualismo e dal potere tecnico e mediatico
Prego allora anch'io ringrazio per l'occasione e anche per la partecipazione
Di tutti voi
Diciamo che Adriano mi ha spianato la strada
Sottolineando subito la dimensione relazionale soggetto allora
Io vorrei proseguire in quella direzione approfittando di quello che l'ha già detto quindi senza ripetere ma cercando di aggiungere qualcosa
Prendiamo la frase che molto bella no nacque il tuo nome da ciò che fissa disse per nome intendiamo come dobbiamo fare
La personalità identità e si ci interroghiamo
Sul divenire della nostra identità
Su come noi diventiamo noi stessi
Potremmo chiamarla una genealogia dell'identità allora l'affermazione nacque il tuo nome da ciò che fissati ha un valore genealogico
Direi
Cioè il cammino della nostra identità di emergenza della nostra identità eh legato a ciò che ci siamo
Il senso che abbiamo di noi stessi
L'unità un'integrità della nostra identità si costituisce fissando
Uso la frase
Fissando che cosa
E la risposta è dentro la frase anche se espressa con un ciò no fissando l'altro
Perché quel ciò fissando nacque il tuo nome da ciò che fissati è un tu propriamente
Cioè qualcuno
Che risponde guardandoci
Altrimenti
Non succederebbe nulla
Non basterebbe
Tutto lo spettacolo della natura
Per identificarsi e per permettere l'emergenza de la nostra identità
E allora io vorrei approfittare
Di un di un autore di una frase per dire quello che ho già affermato ma con un esempio e soprattutto riferendomi a una situazione per far capire in che senso quella frase ha il valore di macerie alloggi a nacque il tuo nome da ciò che fissati e questo che fissiamo e un tu
E mi riferisco a un pediatra e psicoanalista molto famoso degli addetti ai lavori che anche il pregio di essere molto accessibile e Donald Winnicott
Che studiando una fase dello sviluppo della nostra identità
Siamo circa cinque sei mesi ci siamo stati tutti
Bambini di quell'età lattanti e inizia una fase tra i cinque sei mesi in cui il bambino volente o nolente
Comincia a frequentare la distanza dello sguardo anche nolente perché la mamma s'allontana
Quando si guarda intorno a un certo punto anche fissa
Il voto della madre si fa una domanda quindi conto che una domanda
Sembra inutile banale ma che cosa vede il lattante quando guarda il viso della madre
E risponde
Ciò
Che secondo me di solito il lattante fede
E se stesso
In altre parole e qui questa frase si capisce bene vede se stesso in altre parole
La madre guarda il bambino e ciò che essa appare
è in rapporto con ciò che essa scorge ciò che essa appare e il rapporto con ciò che la madre scorge
In altre parole
La madre
Come uno specchio
E il bambino guardando il suo volto vede se stesso ma che cosa vuol dire vedere se stessi nel voto dell'altro
Che sembrerebbe paradossale noi potremmo rispondere avremmo potuto rispondere il bambino vede il volto della madre
Faccio due esempi che mi sono che uso talvolta quando mi devo spiegare questa cosa se
Marco Ferrari
Mentre io sto parlando guardasse con un certo accanimento questo lato della mia camicia
Io dopo la prima volta la seconda volta la terza volta ma secondo noi la terza volta cosa faccio quando vedo che guarda insistentemente quest'angolo della camicia mi guardo
Ma naturalmente Marco Ferrari una faccia umana quindi non non è sulla superficie riflettente in senso classico e tuttavia io vedo la mia camicia nel suo nei suoi occhi
Io mi vedo riflesso e perciò sono portatori Rodio che cosa sarà successo sicuramente avendo mangiato il gelato mezz'ora fa mi sono macchiato orribilmente e quindi mi mi accolgo in quel momento dal suo sguardo
Mi vedo nel voto dell'altro i vedo riflesso
Ma questo capita anche quando si fa l'esame che ci sono tanti docenti ma anche tanti
Gli studenti e anche tante persone che non sono né l'uno né l'altro che magari sono state qual è qualcosa dell'uno dell'altro
Non c'è niente di peggio di fare un esame con un professore che
Non espressi vivo
Perché quando si comincia a rispondere professore resta impassibile noi cominciamo sentiti a disagio perché perché non sappiamo come stiamo andando
Mentre se il professore fosse più responsi vivo
Più espressivo noi cominceremo a tirare un respiro di sollievo pure ad agganciarci perché se proprio ce lo dicesse no no
Cioè espressione sconsolata oppure irritata e noi avremmo subito la percezione di quello che stiamo facendo come stiamo andando
Oppure
Sì avesse un moto di simpatia un sorriso approvante noi saremo incoraggiati a proseguire cosa succede la stessa cosa
E cioè che Lo sguardo dell'altro mi restituisce quello che io sono
Anzi in un certo senso me lo dà io non ricevo Daloui no io mi accorgo di ciò che è di di ciò che è vivo perché mi vedo riflesso in quello specchio che Lo sguardo dell'altro
E quindi
L'altro
Mi dice qualcosa che io non so prima del suo sguardo e che io che non è ancora emerso di me
Mi dà notizia di quel che sono
Lo fa emergere in questo senso e dunque
Tutto dipende dalla responsività del voto dell'altro ci sono bambini dice lui mi cotta che quando guardano non si vedono
Perché la tante ragione perché la madre preoccupata pesa delle sue angosce tanti motivi che non voglio analizzare qui ma dice quando si quando guardano il voto della madre e non si vedono ci sono delle conseguenze
Per esempio una perdita di creatività o direi con le mie parole
Una diminuzione di possibilità di soggettiva azione singolare ci di emergere per quello che noi siamo perché la risposta dell'altro che mi identifica
Che
Mi permette di coglierne i e da lì io mi ricevo
Nello specchio che è la risposta dell'altro
E allora
Che cosa ci dice questa frase di un medico ti ho commentato rapidissimamente
Che il senso d'identità
E anche l'integrità l'unità del proprio corpo
Non si produce come tappa di un'evoluzione programmata
Per cui basterebbe solo aspettare passa il tempo e noi diventiamo noi stessi no
Occorre l'incontro
Sempre contingente potrebbe non accadere
Occorre l'incontro con l'altro con il suo sguardo con il suo volto come quello specchio in cui noi ci vediamo
Mise Edo perciò mi ricevo in un tu
Ora
Questo non riguarda soltanto l'inizio della vita di un essere umano le prime fasi
Il rapporto con l'altro essenziale per lo svolgimento del percorso sempre aperto della nostra identità o identificazione del nostro divenire noi stessi
In un certo senso identificarsi
Significa sempre
Alterare sì
Dove bisogna farla diciamo evidenziare alter nell'alterazione
Perché noi
Passiamo sempre per la deve deviazione dell'altro del suo sguardo
Per differenziarci
Per divenire
Altro dall'altro
Cioè noi stessi
Dunque incontro e separazione sono entrambi necessari ma l'uno avviene attraverso l'altro
Allora pensiamo questo itinerario come un processo
Che non finisce mai si potrebbe dire anche prendo gli ultimi due minuti per questo che diventare se stessi è un processo di adozione
Perché noi adottiamo un passato a partire da relazioni e da strumenti che ci vengono forniti
Il modo il taglio lo stile
Di questa adozione
Il nostro il mio punto di irriducibilità di sfuggì mento
Da ciò che mi precede e mi contestualizzando eliche io metto la mia firma cioè o realizzo la mia soggettiva azione singolare sono io non un altro io irripetibile
Ed è un processo di adozione che non finisce mai
Perciò
C'è un titolo lo cito perché
L'abuso se come un altro è il titolo di un'opera di un famoso Adriano conosce molto bene filosofo francese molto ricche ora
Usa questa espressione per intitolare il suo penultimo lavoro se con un altro è un altro modo per dire nacque il tuo nome da ciò che fissati no questo vale come costante di una dinamica perciò noi rilasciamo continuamente ci costituiamo ancora e ancora come persone
Nell'incontro con l'altro vedendoci costantemente nel suo specchio guardando fissando ed essendo guardati
La frase di Agostino del messaggio che è stato mandato da Francesco
Per il meeting lo dice anche in un altro modo molto suggestivo fu guardato allora ride
Se non fosse stato guardato non avrebbe distrutto
C'è una frase molto lapidaria
Del citato più volte Giussani che dice l'io rinasce in un incontro no enti dice la stessa cosa in maniera molto perentoria io non entra semplicemente in relazione con l'altro io eh
Diceva Adriano prima relazione con l'altro secondo tante risonanze di questo termine
Perciò niente più decisivo nella vita degli incontri per il cammino di identificazione di emergenza del nostro
Io
Bisogna saperli assecondare
Attendere scegliere
O forse anche si può dire così
Bisogna lasciarsi scegliere da quegli incontri che si promettono come più genera attivi di identità una volta che siamo cresciuti
Grazie
A ha scampato la seconda parte la domanda ma dopo ma sarebbe lunghissimo entrarci prenda così ci togliamo sulla rapporto tra relazione cultura individualista contemporanee professor Fabris tra i vari ambiti della sua ricerca lessi occupato molto di etica della comunicazione
Se è vero come abbiamo appena detto che ciò che siamo si definisce nella relazione con ciò che fissiamo che il nostro nome dipende da ciò che ci siamo è interessante notare che siamo sempre più con gli occhi rivolti Ade vai STET non logici e che le nostre relazioni quotidiane sono sempre più mediate dai interfaccia digitali e social network ogni giorno sappiamo vengono spesi mediamente due miliardi di ore su Facebook
Ogni giorno in che modo le tecnologie dell'informazione e della comunicazione stanno cambiando la nostra vita o addirittura il nostro modo di essere uomini come costruiamo la nostra identità anche e attraverso il nuovo linguaggio dei social media
Esiste secondo me è un modo corretto di interagire con i dispositivi che utilizziamo o invece un fatto inevitabile della quarta rivoluzione
Beh mi volevo subito collegare per rispondere a queste domande che tra l'altro riguardano la nostra vita alla nostra vita immediata quotidiana abbiamo tutti in tasca o in mano o stiamo guardando questo aggeggio quando non addirittura lo stiamo utilizzando adesso ma per rispondere appunto a queste domande volevo collegarmi a quello che è stato appena detto così bene da Carmine Di Martino e dal modo in cui Luís a egregiamente comitato Winnicott
Allora
Ritorniamo all'esempio a di Winnie cotta e alla spiegazione
Anche io guardo la spalla no bene ma finché sono io che guardo la spalla magari poi anche Marco si mette a guardare la spalla
Se lo dico guardate la spalla anche voi curate la spalla
Hanno fatto negli Stati Uniti un a un gruppo di ricercatori della un dicono School of Economics un un esperimento concreto
All'angolo a tra la Quinta Strada e non so quale altra
Il primo giorno arriva una persona si ferma e incomincia a guardare in alto
Si fermano altre due tre persone le altre avete presente attraversamento la Quinta Strada insomma ha
Il giorno dopo cinque persone si fermano nello stesso punto cominciano a guardare in alto
Venti persone si ferma no
Il terzo giorno alla stessa ora nello stesso luogo trenta persone tutte a guardare in alto si crea l'assembramento
Ecco non si tratta più soltanto riguardare la spalla
Della camicia
Oggi davvero noi siamo tutti in quanto siamo su
Interamente in quanto siamo sui social network in quanto utilizziamo i Deva esterna logiche siamo esattamente come tutte quelle persone che vedo la gente che guarda e anche noi ci mettiamo a guardare questa è la situazione questa è la fotografia
Ebbene non è male
Intanto prendiamo conto cognitiva mente della situazione
Rendiamoci conto di quello che e di tutti i suoi aspetti
Che poi ecco seconda mossa non demonizziamo le tecnologie
Perché
Tutte queste questi strumenti questi aspetti questi apparati sono
Come ogni cosa dell'essere umano
Un elemento di modifica di cambiamento anche radicale delle nostre abitudini e in quanto tali possono anche essere una effettiva opportunità
Lo vediamo quanti ragazzi ma in realtà ho detto no non volevo proiettare niente ma sono stato recentemente in Giappone e in coda alla metropolitana tutti quanti si mettono in coda i giapponesi perché sono serie eccetera
Bene tutti quanti a guardarsi allo smartphone non guardavano la faccia del loro vicino non guardavano se arrivava il treno o se erano sul binario giusto si guardavano
La loro apparso lo smartphone quindi
Sono fonte d'isolamento sono fonte queste elevate possono essere questi devasta ideologici fonte di auto referenzialità
Però dall'altra parte si chiamano
Reti sociali certe piattaforme che noi a cui noi accediamo attraverso questi dispositivi
Vale a dire abbiamo enormemente potenziato le nostre capacità e opportunità di collegamento di relazione
Che allora ecco proprio ricollegandomi a quanto dicevo nella prima risposta a quanto diceva
Carmine prima cioè che tipo di relazione noi oggi siamo in grado davvero di sperimentare nell'epoca delle tecnologie questo è il punto perché parliamo di relazione in generale Tiberto è ovvio è importante e fondamentale siamo tutti i filosofi concetti fondamentali sono quelli siamo in serie Lazio anali
Non siamo noi che dipendiamo redazione che creiamo le relazioni ma siamo già inserite immersi in un contesto relazionale però concretamente oggi queste relazioni come sono fatte appunto sono apparentemente mediate da questi dispositivi
Come si fa a fare le relazioni buone in questo contesto tecnologico che è la tua domanda Marco no
Allora anzitutto analizziamo
Queste relazioni sono mediate da apparecchi dispositivi no
Io per collegarmi a alla mia rete sociale al mio social network devo utilizzare computer ha molto più facilmente il mio smartphone
Peccato però anche qui attenzione che questo medio questo schermo questo qualche cosa che mi permette l'accesso questo che i master potremmo dire tanto per citare o un famoso film Ghostbusters no quello che aveva il master i chiari che vale le chiavi che spaccavano quelle porte poi entravano tutti gli spiriti questo che i master per i mondi virtuali per le relazioni non faccia a faccia
Noi non ci accorgiamo che c'è
Siamo talmente immersi come tutti i giapponesi che guardano lo smartphone da non accorgerci che noi siamo
Dentro
Questi dispositivi che sono questi dispositivi che mediano e quindi anche Fasano
E quindi anche trasformano la nostra percezione e il nostro sguardo noi ormai guardiamo il mondo attraverso questi dispositivi
Niente di male ma teniamo conto che c'è un filtro che c'è un filtro
Seconda cosa quindi non c'è un'immediatezza c'è una mediazione
Poi come reagiamo quali sono le relazioni che noi conduciamo all'interno di queste cose
Tesi bocca mi piace
Mi piace non mi piace
Be calma dai facciamo filosofia la filosofia e l'arte della mediazione la Filosofia L'arte del dialogo dell'incontro lo troviamo il punto di equilibrio no
Mi piace ma non mi piace solo questo solo situazioni polarizzate e poi nel migliore dei casi io tollero che anche Marco abbia una sua opinione diversa da me
Ma tollerare significa tollerare sopportare e magari anche eliminare il buon Marco Simi rompe le scatole
E quindi conflitto
Capite come entra anche un certo tipo di logica grazie a quella modi di comportamento che dicono gli americani sono embedded sono inseriti incorporati in determinate strutture e poi ancora basta che noi abbiamo accesso ad un ambito di opinione siamo autorizzati a dire la nostra opinione basta pagare l'accesso anzi non si paga basta accettare ai a sette clicco su io accetto anche se non leggo assolutamente l'ottanta pagine
Che mi permettono che devo sottoscrivere per accedere a Facebook io accetto e a quel punto sono libero di dire quello che mi pare di postare più o meno quello che voglio
Anche se non sono il premio Nobel per la medicina però posso dire assolutamente tutto quello che voglio su cure su vaccini eccetera eccetera viene meno la autorevolezza ci siamo trasformati da una opinione pubblica
In un pubblico di opinionisti siamo tutti opinionisti
Così come siamo tutti i giornalisti siamo tutti i filosofi e cedere il senza competenza senza la necessità di una autorevolezza quella dell'eterno insegnati questo è un problema
Perché ci troviamo gli studenti che cosa fanno Ciano lo smartphone quando tu parli andiamo a vedere i suoi che PDA ma tu sei come costruita Wikipedia no ma sue tiepida dice ma cosa diversa da quello che dice lei professore e allora come facciamo
Appunto come facciamo
Qual è il modo corretto la tua domanda no quand'è che noi adesso come insegnanti abbiamo la concorrenza ma non si sa di chi perché poi e tutti e nessuno Chieuti PDA tutti e nessuno è la c'era un film con Alberto Sordi che diceva la società anonime a Sora no Nema avviene a parlare con me appunto tutti e nessuno
La prima cosa che dobbiamo fare insegnare
Insegnare quali sono i meccanismi quello che ho iniziato a fare anche io adesso cosa ci sta dietro ecco cos'è l'etica l'etica e domandarsi cosa ci sta dietro
Quali sono i criteri principi di un determinato comportamento mio altrui e se poi questi correre questi principi sono corretti e buoni critica
E questo se non lo fanno gli insegnanti chi lo fa se non lo fa la scuola chi lo fa
E poi una volta che appunto abbiamo cercato di capire qual è il meccanismo qual è la soluzione dovremo cercare anche di
Far capire che non è inevitabile che non è un destino e un destino solo se noi lo accettiamo
Si raccorda è molto facile oggi dire tante un destino e quindi lo deve accettare oggi si parla è ritornato di moda un'espressione anzi il titolo di un libro che un filosofo francese amico di Montaigne del sedicesimo secolo e Thiene della Boetti
Scrisse poco più che adolescente era giovane brillante
Discorso sulla servitù volontaria
Pensateci
Discorso sulla servitù volontaria cioè siamo noi liberi
Ma decidiamo di essere schiavi perché perché fanno tutti così perché appunto ci troviamo all'angolo da cui da stato di Savoia guardare anche noi ci mettiamo a guardare ci sarà qualcuno che va be'non c'è niente Damato ti guardano allora anche io
E la servitù volontaria
Ma la servitù appunto perché volontaria dipende da noi presuppone la nostra libertà ed ecco allora il modo corretto recuperare la nostra libertà recuperare le scelte non è un destino è una scelta perché
Perché ogni attività dell'essere umano ogni comunicazione è qualche cosa di ambiguo può essere operato bene può essere giocato male
Ed ecco l'ultimo passaggio
Svegliare la capacità di Scelta vuol dire anche sapere che cosa vuol dire bene o male in questi contesti
è il passaggio finale il passaggio dell'etica e che cos'è il bene
Puramente e semplicemente una cosa
Bene lo abbiamo detto all'inizio siamo essere relazionali e quindi dobbiamo operare relazioni buone quali sono le relazioni buone quelle che ci permettono di essere noi stessi lo diceva prima Carmine e che cosa ci permette di essere noi stessi praticare altre relazioni buone far vivere le relazioni buone quelle che sono seconde che sono generative che sono diffusive di sempre nuove relazioni
E quindi lo sappiamo abbiamo un criterio capire questo significa anche vivere nel mondo delle tecnologie in maniera adeguata
Grazie adesso torno dal professor Di Martino perché si parlava di interfaccia di filtro e entrando anche nello specifico degli ambiti di studio dei nostri due relatori che da professore Di Martino di aiutarci a comprendere non solo natura dei media ma la natura stessa del linguaggio fenomeno dato quasi sempre per scontato
Ma che la tradizione filosofica e scientifica a quasi sempre considerato come il più grande interessante mistero della vita umana dal momento che il nostro mondo è costruito istituito all'interno del linguaggio con cui ne parliamo
Le chiedo professore
è il linguaggio ciò che rende l'uomo tale che portata hanno circa la specificità del nostro essere umani la nostra capacità naturale di dare nomi alle cose di mappare il mondo con le parole
La nostra condizione invalicabile di esseri che pensano al mondo delle cose sempre all'interno di un certo linguaggio
Allora la domanda è molto bella molto complessa
In pochi minuti bisogna dare per ovvie tante cose che non sono ovvia
Innanzitutto
Diciamo i greci usavano un'espressione per dire l'uomo espressione suona zoologo nei con che vuol dire ieri il vivente che parla per dire chi era l'uomo dicevano
Vivente che capaci di parola
E oggi tante ricerche di carattere scientifico identificano nell'apparizione del linguaggio anche una esplosione di creatività l'homo sapiens a cui noi apparteniamo
Che data circa cinquanta mila sessanta mila anni
Si distingue da altre specie di Omo contemporanee i precedenti
Proprio per il possesso di una diciamo tecnologia linguistica avanzata non il nostro linguaggio
Ma perché parlare così importante
Cioè cosa succede con il linguaggio ci son tante risposte si potrebbe dire linguaggio esprime esprime il pensiero
Dando quindi al linguaggio un carattere diciamo strumentale
E si può dire
Ma
Che rapporto c'è fra i due pensiero linguaggio
E chi non parla non pensa
O pensa
Le cose sono un po'cambiate dopo certi studi sulle scimmie da un secolo questa parte che sono molto incrementate le ricerche relative a questi nostri cugini
Perché molte molti studi hanno mostrato che lei scimmie cosiddette antropomorfe ci somigliano un po'
Sono capaci di pensiero cioè di flessibilità del comportamento di una certa previsione di rappresentazioni come si suol dire of line a freddo separatamente
Ma c'è pensiero il pensiero e io dico così in breve che il linguaggio con silente quel l'emergenza di quel pensiero
Uso un'espressione che non è mia ma sintetica oggettivo riflessivo e normativo
Che parrebbe solo una nostra prerogativa e che uno strumento
Potentissimo
Ma come mai cerchiamo di spiegarcelo U almeno in parte senza pretendere
Di fare più di quello che si può poco tempo quando noi abbiamo un segno linguistico
Che si differenzia per esempio da un segnale o da un altro modo comunicativo quando c'è un linguaggio una parola
Un segno linguistico quel segno che in maniera consapevole
Suscita
Lo stesse la stessa risposta
Lo stesso gruppo di rappresentazioni in tutti i membri di una comunità una comunità parlante no quindi un nodo al fazzoletto non è un segno linguistico ricorderà qualcosa a me ma non ha questo valore Inter soggettivo e pubblico
Ma facciamo un passo ancora e diciamo
è un segno linguistico è tale in quanto significa in assenza
Io posso dire Marco Ferrari ah sì Marco Ferrari quello che mi ha coinvolto in un incontro o o sconsideratamente accettato Mark nomino in assenza i Marco Ferrari
Ma c'è una caratteristica in più che il segno linguistico non significa in assenza soltanto quando il referente non è lì Marco Ferrari questa bottiglia
E diciamo costitutivamente assente
Il referente della parola sì lo dico ma che bel sorriso che ai
Lei legittimamente penserà si sta riferendo a me certamente e io in questo momento mi sto riferendo al è no
E
Però questa frase la potrà pronunciare anche Marco Ferrari nei confronti di un'altra persona voltandosi dirà ma che dà il sorriso che ai
Ma quindi non era riferito alle solo a lei
Caratteristicamente assente il referente della parola cosa vuol dire che è assente qui dire che ideale
è universale no come tanti sanno
Quindi il abbiamo un segno linguistico
Quando c'è significazione in assenza e questa assenza non è provvisoria
Non dipende dal fatto che sia qui o no quello che mi riferisco e costitutiva che non significa che il linguaggio vada a vuoto no ma che il suo referente è un significato ideale
E questo è molto importante perché è importante perché
Avere il linguaggio significa a venire una totalità di significati ideali
Che sono le parole sono parole come supporti di significati ideali e averli e non soltanto agibili perché anche il cane
Agisce in maniera significativa quando per esempio il padrone un po'nervoso pende la ciabatta e minaccia di tirargliela il cane scappa perché ai a una intelligenza una sua intelligenza
Ma un conto è incarnare il significato e un conto è aveva il significato e si povero soltanto grazie alla mediazione di un segno il signor linguistico che vantaggio cioè nella vere i segni linguistici le parole è che io posso combinare i ricombinare a piacimento tutti i significati
Di situazioni riferiti a situazioni che possono accadere ma anche riferiti a situazioni che non accadano per esempio Maga Margot si riferisce a Mago Merlino dice ti avevo detto niente Draghi viola mai tra chi viola non ci sono
Però sono un significato ideale
Quindi possiamo anche simulare situazioni che non ci sono
E questo non è possibile senza il linguaggio che razza di potere da il linguaggio io posso per esempio già adesso perché sono già nostalgico dell'Estate che declina dire ma l'anno prossimo sì sarà una grande state andrò dove andrò e cerco di immaginare la situazione ecco perché posso farlo perché o le parole
Ma non solo le parole mi danno un potere di rapporto di combinazione con il mondo le parole anche mi rendono auto cocente
Io sono o una vocazione l'autocoscienza in quanto membro della specie homo sapiens no uomo ma per diventare Uto cocente riflessiva mente Uto cosciente io devo avere i significati dei dei miei gesti
Devo pensare i miei pensieri come li penserebbe un altro che si rivede comunicare si risente comunicare devo quasi guardarmi da fuori come posso farlo con la mediazione dei segni
Perché i segni mi consentono di prendere distanza dai pensieri che penso cosa che non può fare un vivente che non abbia il linguaggio questo linguaggio il linguaggio simbolico no con certe caratteristiche
Quindi non solo c'è un potere di oggettivazione
Ma c'è un potere di diventare di sapere dice io so di me grazie al potere della parola
Quindi la parola
Il linguaggio
Ha un grande potere tutto il potere e nel sapere che esso consente
Che sapere consente questa pere che noi di solito non chiamiamo così ma che a vere presso di sé a disposizione per tutte le combinazioni possibili significati
E avere se stessi
Aversi da fuori
Diventare riflessiva mente auto cocenti
Ma questo significa anche attenzione terza cosa
Che cambia tutto nel rapporto col pensiero
E con la memoria
Perché io posso rime molare
Andare all'indietro
Per il potere delle parole che trattengono eventi élite mantengono presso di me no e così come posso poeta minava anche anticipare la fantasia su quello che succederà l'anno prossimo quindi la nostra esperienza temporale la nostra memoria
E la nostra capacità di progettazione i interamente legata al linguaggio
A questa possibilità chi ci tiene Offerta ma allora
Che cosa succede quando si comincia a parlare basta vedere un bambino
Che prima se il nonno dice al bambino
Ma la mamma tornerà fra due ore bambino non si placa per niente
Resta angosciato come prima ma quando comincia a parlare
Allora in lui si stabilisce quella capacità di temporalizzazione per cui dice a se son due ore ci posso stare no almeno a patto che mi compri un gelato nonna nonno no
E ma prima del linguaggio talora quando scopre le parole
Comincia ad avere un appresa sul mondo e su se stesso e sul e sulla sua memoria e sulla sua fantasia capace ad immaginare che è del tutto impossibile senza il linguaggio questo vale attenzione anche quando vi fossero delle gravi disabilità
Oggi ci sono strumenti tecnologici per rimpiazzare questa funzione che svolge il linguaggio che normalmente ha un linguaggio vocale tale suo gesti sonori no chi si si sentono ma deve sempre accadere la mediazione del segno riprendendola termine specchio e nello specchio del segno che Hughes
Vedo i miei pensieri penso i miei pensieri e anche prendo la realtà e la tengo presso di me e la smonto e la rimontò secondo Progetto trattenendo la si tratta di eventi passati
Quando il bambino entra in linguaggio
Tutto cambia perché l'esperienza si traduce linguisticamente
Ma allora non c'è niente oltre il linguaggio nessun altro pensiero che noi pensiamo no il linguaggio produce un resto
Il problema è che quel resto quando cerchiamo di pensarlo lo pensiamo ancora linguisticamente quando diciamo per esempio io ho un dolore dentro di me ma Nostalgia quando tu sei partita che nemmeno tu puoi sapere no
Solo che e insisto dicendo non si può dire
Ma quando la penso
Sempre anche la dico e quindi quel mio dolore quella mia Nostalgia con lo struggimento diventa un universale
Non è più il mio e di tutti di tutti coloro che parlano quella lingua no quindi è un cammino di universalizzazione che io non posso frenare
E quel mio dolore solo mio tu lo puoi capire non non lo non si può dire nel momento in cui ha pensato e e quindi ha detto è di tutti e per tutti i nostri quindi c'è un resto
Ma è un resto a cui non abbiamo più nessun accesso Previn cui distico cambia tutto tutta la esperienza umana si traduce questo allora e il nostro destino il nostro grande destino
Di Stefan Gheorghe poeta tedesco ripreso da un grande autore a cui Adriano è molto legato notiamo rispetto a cui ha anche fornito molti studi diceva nessuna cosa sia dove la parola manca
Il testo di Stefan di ordine e usa l'indicativo a dir la verità nessuna cosa lati no e a e ha idee che traduce all'indicativo e dice nessuna cosa è dove la parola manca cosa vuol dire che la cosa non esiste senza la parola certo che esiste
Non è condizione di esistenza empirica il linguaggio no
Ma è la condizione dell'apparizione del significato
Il significato che nel momento in cui si lega un segno per così dire emigra
E circola
Emigrare cioè esce si eleva o dalla mente individuale nel mentre svolge la sua attività rappresentativa ma questo anche un cane lo fa
Anche un calo di anche un cane può dire ecco il mio padrone senza dirlo ovviamente ecco un altro di quelli perché tipizza all'esperienza
Ma quando il tipo si lega al segno lo schema di riconoscimento si lega al segno emigrata lamenti individuale
E denigrata la situazione c'è quello che dicevo prima
E allora
Una volta entrati nel linguaggio noi acquisiamo questo potere perché i significati sono sempre presso di noi nessuna cosa e dove la parola mancano e andiamo alla fontana attraversando la parola Fontana
Il linguaggio e la parte sull'odio parte dalla domanda che questa volta non deserto
E anche ciò attraverso cui vediamo il mondo perché perché gli eschimesi si dice hanno trentotto modi di dire neve
Noi non ne abbiamo trentotto il linguaggio orienta l'attenzione amplifica l'attenzione sviluppa l'attenzione un'attenzione che non saprebbe dovere intarsi senza le parole perciò si può dire che noi vediamo ciò di cui parliamo
Come succede quando vediamo film
E l'altro alla fine siccome più esperto di me ci dice tanti dettagli che non avevamo visto ma da quella volta in poi quando guardiamo i film noi abbiamo un'attenzione che è stata orientata dal linguaggio no qui vediamo il mondo attraverso le parole questa non è una gabbia
Non si tratta di un idealismo linguistico no questa è la nostra diciamo risorsa che possiamo incarnare che possiamo attivare perché nasciamo in una comunità umana che già possiede questo patrimonio quindi linguaggio in un certo senso e anche il nostro modo di stare al mondo e di vedere il mondo
Grazie ovviamente ogni frase necessiterebbe di un'altra ora per ripercorrerla ma è il tempo fugge Pato l'ultimo giro di domande e poi se ci sono ancora qualche su qualche minuto potete poi ordinatamente interrogare i nostri relatori
Professor Fabris di fronte alla crisi del nostro tempo segnato da un lato appunto dal potere assoluto indiscusso della tecnica e dall'altro da un radicale relativismo valoriale che religioso
Le chiedo è possibile secondo le trovare un terreno comune che possa mettere in dialogo gli uomini e le comunità politiche i gruppi religiosi di cui si occupa le nazioni nella prospettiva di una vita umana più autentica e ferisce quali parole
Quali nomi quali concetti mettere a tema e all'attenzione di tutti quali esperienze quali fatti quali situazioni guardare è possibile secondo lei e se sì quale trovare un linguaggio con cui ricostruire il mondo intorno a noi
No grazie ma eccetto che qui le domande da un milione di dollari si sprecano e cerco di rispondere vediamo se riesco a rispondere in maniera in maniera seria e adeguata
Il problema non è trovare altre parole nuove parole perché perché l'avevo detto prima le parole si sfarina una nostra bocca come funghi ammuffiti oggi le parole sono equivoche ambigue vengono stiracchiata in tutti i modi se mai è un compito quello di recuperare il valore simbolico delle parole Zapatero dico di fronte a un grande poeta come Davide Rondoni e quindi so diventando rosso
Il problema è un altro
A mio avviso oltre a questo il problema è trovare proprio nel linguaggio nel modo in cui pensiamo linguaggio
Un terreno comune per intenderci un terreno comune per l'intesa
Perché
Cosa voglio dire mi ricollego a quello che diceva adesso Cameri Martino
Come siamo abituati nella vita di tutti i giorni a intendere il linguaggio si è abituati a intendere il linguaggio come una
Tesi Ignazio a me come la funzione per definire per oggettivare per individuare per fissare qualcosa
Vale a dire io so oggetto dico che o oggi e a al meeting a Rimini c'è caldo e quindi asserisco qualche cosa su uno stato di cose
E questa sanzione può essere vero falsa atto di quanti siamo in maglietta e quindi a oggi c'è caldo e verificato
Questa è una funzione importante fondamentale del linguaggio frutto di una scelta peraltro che beceri sta ottenendo interpretazione diciassette a uno e seguenti ma insomma
Ma Ligorio significa tante altre cose anche e ce lo dice proprio a appunto la frase che da
Il filo conduttore di questo meeting nacque il tuo nome
Da ciò che fissati il tuo nome
Il linguaggio e anche o forse ancora più profondamente nomina azione cioè chiamata per nome cioè capacità di rivolgersi ad altro
Parlavo prima delle saluto bene quando o o
Ho visto Marco prima
Lo salutato e l'ho chiamato per nome Chavo Marco Marco Ferrari giusto per identificarlo ancora in un altro modello mi ha risposto vale a dire chi siamo Orrico conosciuti cosa vuol dire
Abbiamo gettato un ponte trame Luís
E abbiamo aperto una relazione abbiamo instaurato la condizione di un rapporto la mia identità non è più un'identità chiusa nel momento in cui sono chiamato per nome e chiamo per nome e una identità appunto che sperimenta la sua relazione con altro di cui conosco il nome da cui sono conosciuto
Ho
Niente di nuovo è dove la Bibbia la leggiamo
Allora Genesi uno dire o di S. Lucia è fu luce
Vale a dire che cosa è questo se non appunto nominare le cose in tal modo farle essere
Dio certamente le fa essere da nulla disse
RAI separo l'acqua dall'asciutto cioè attraverso la parola Romina azione la chiamata fai essere le cose le situazioni noi certamente essere umani
Ray nominiamo cioè interveniamo in un contesto già nominato e lo facciamo nostro diciamo
Le cose gettiamo ponti creiamo occasione di attenzione se io dico Marco tutti quanti adesso di concentrato su Marco ha perché l'ho nominato perché l'ho chiamato se dico invece di ma è è lui
Ma non sono io che ho creato me Marco né l'amico Di Martino
Semmai lì riti nomino cioè metto in comune con voi attraverso la potenza del nome che cosa la capacità di una relazione la possibilità di un discorso di un linguaggio comune
Ecco allora questa è il mio tentativo di risposta alla alla tua domanda
Non parole vecchie o nuove che devono comunque essere Rizzini piccate e gestite nella loro equivocità nella loro costitutiva ambiguità dobbiamo fare chiarezza per disabili guarì
Ma non basta questo dobbiamo recuperare le potenzialità le possibilità del linguaggio le altre capacità che il linguaggio ci offre anzitutto la capacità di nomine azione cioè di
Chiamare per nome anche chi non conosco però lo chiamo anche se dico ehi tu
Però
E il tentativo di farlo entrare in rapporto con me a cui come quante volte capita della Bibbia
Il signore
Chi ama e noi possiamo anche non rispondere e Mosè può anche non rispondere do tre dell'assetto quattro Mosè MOSE e Mosè può anche non rispondere
Oppure può non accorgersi che c'è qualcuno che lo chiama okay Dio stesso che lo chiama
E pur tuttavia questo spazio di libertà
E lo spazio della nostra responsabilità cioè del fatto che noi rispondiamo a questa possibilità di relazione ha questa capacità di relazione ed entriamo dunque
In rapporto con l'altro facciamo comunità trasformiamo davvero il linguaggio in come unica azione come appunto accennavo prima secondo suo vero significato
Ma affinché questo non sia semplicemente un discorso di filosofi allora davvero voi adesso dovete farci delle domande perché se no il dialogo non scatta
Grazie prima del dialogo però l'ultimo passaggio
Al professor Di Martino
In questi ultimi mesi
Si è parlato spesso di marginalizzazione della Filosofia nella discusso anche prima sia nella scuola dell'università e abbiamo visto perché insegna nell'esame di maturità
E questo è stato messo a tema da un manifesto per la filosofia che abbiamo recentemente pubblicato dovrebbe esserci giusto il per far loro vedere potete poi trovarlo on line sul sito
Il manifesto per la filosofia punto i t e in andando dietro a quanto detto ora dal professor Fabris le chiedo quanto e come secondo lei la pratica filosofica sia essenziale fondamentale proprio per ricostruire
Il tessuto dalla Società
Non aggiungo altro
Allora
Vado subito diciamo al bersaglio grosso la filosofia e l'Occidente
Al di là del fatto che si parli
Una lingua latina anglosassone quella greca antica non si parla più
Ma la filosofia è la lingua dell'Occidente
E la grammatica stessa dei nostri pensieri
Noi stiamo adesso facendo discorso pubblico ma un discorso pubblico è sempre sviluppato nel Canone filosofico
Anche se noi non lo sappiamo
Perché perché giustamente ci occupiamo di altro Mark
Quando noi diciamo
A ebbi al posto di al posto di Bin metteteci tutto quello che volete no la Puglia la bottiglietta di piena il cielo
Terso il sole alto e così via noi stiamo usando una cellula del discorso
Che nasce insieme con la filosofia si chiama insigni avrebbe tecnicamente giudizio apofantica o c'è un di un giudizio che dichiara lo stato delle cose no
E questo giudizio è è una risposta
Ed è un mattoncino di un edificio che noi sempre costruiamo quando parliamo pubblicamente
Nei discorsi privati possiamo abbreviare
Tanti passaggi e non esprimerci secondo questa struttura no
Ma questa risposta questo nucleo la risposta una grande domanda alla domanda che inaugura la filosofia la domanda socratica una domanda scandalosa domanda e in Puglia
Chi chiede che cose
Ti resti che cose
Che cos'è questo che cos'è giustizia che cos'è virtù una domanda che a noi sembra banale perché noi nasciamo in quella domanda cioè nella lingua della filosofia nel dispositivo di pensiero che è la filosofia ma che la domanda una domanda di sacra ante perché pretende non tanto che vengano forniti esempi di cose esempi di azioni no ma pretende che si definisca anche i venga fornita la definizione cioè l'essere il vero Sr
L'essenza l'idea no a ebbi
è il nucleo di questa risposta dell'idea la definizione e l'essenza il vero essere e qual è il vero esseri questo tavolo
Gli deve essere di questo tavolo non è il legno
Poi si è fatto di plastica
Può essere fatto in si possono variare tanti elementi ma c'è una cosa che non può variare
Questa invariante e l'essenza non c'è questa cosa una cosa che non può variare ed è una certa forma
Un e i Doors una certa forma idea la chiamava anche Platone no l'idea è la risposta a quella domanda la domanda che cos'è fa domanda scandalosa perché perché è una domanda che mette in atto un contegno un certo contegno
Che porto alla morte Socrate
Questo contegno critico che sospende la tradizione
E che vuole indagava la interrogarla è una domanda che sottende ma come sai quello che sai
Devi dirmi come sai quello che sai se non me lo sai dire io non accetto non accetto nessun senso dato a problematica mente la filosofia nasce con questa domanda
Come questo contegno critico e la produzione di una risposta che è un mattone la definizione di un edificio di discorsi che noi sempre usiamo
Voglio citare però qui perché è un c'è una frase molto bella appassionata
Di del di un quasi ottantenne Edmundo Husserl a che a un certo punto
Dice ma la filosofia è un contegno critico ben deciso a non assumere nessuna opinione già data nessuna tradizione senza indagarne le
E insieme
Contegno deciso a interrogare di fronte all'universo tradizionalmente dato l'universo vero in sé
Nella sua idealità
Si immedesima nei panni di Socrate di Platone ricominciare da capo questa è la filosofia
Allora il problema è
Che cosa ne vogliamo fare noi siamo informati dal di Filosofia dalla filosofia che cosa ne vogliamo fare di questo atteggiamento nuovo
Oltre che incarnava lo inconsapevolmente
La filosofia quindi come prassi come modo dello sguardo e del discorso
Che è radice evidente del nostro modo di affrontare il mondo non è l'unica
Ci sono
Due grandi almeno grandi matrici di quello che ho chiamato Occidente
Il giudaismo cristianesimo
E la filosofia greca che nella loro
Diciamo nel loro intreccio
Danno quel modo di affrontare le cose che siamo noi che si chiama Occidente che cosa ne vogliamo fare
Perché in un certo senso noi lo proviamo anche se non ci pensiamo noi che continuiamo a ricercare scientificamente
E produciamo oggetti straordinari
Ecco noi per far questo siamo nutriti di Filosofia latte conoscenza
L'intelligenza artificiale
Tutti gli oggetti tecnologici non sarebbero possibili senza la filosofia contengono la filosofia cioè quello contegno critico quello sguardo quella prassi di domandano
Ma noi possiamo accontentarci
Di replicare i prodotti di utilizzare diciamo così i frutti della filosofia non possiamo finì in fondo rinunciare neanche volendo
A parlare la lingua che parliamo cioè a frequentare la razionalità filosofica
Ma possiamo rinunciare a tenerla viva
Nelle sue radici nelle giovani generazioni
Possiamo come si può rinunciare
Alla riappropriazione di tante cose accontentandosi di replicare alle ci può cioè essere una incuria rispetto all'eredità
E questo riguarda soprattutto la scuola naturalmente cioè l'insieme di quelle istituzioni che l'Occidente ha pensato per la trasmissione dei suoi saperi
Che ha pensato come luogo della comunicazione e della adozione della ricchezza che ci viene dal passato
E dipende
Dalla risposta a questa domanda cosa ne vogliamo fare dell'eredità vogliamo adottarla
Vogliamo rivivere la vogliamo trasmetterlo ancora nei luoghi deputati alla comunicazione del sapere
Oppure no dipenderà dalla risposta a questa domanda dipenderà la nostra creatività
Perché la filosofia non è solo come diceva Hegel la Nottola simile alla nottola di Minerva cioè che ricomincia a volare sul far della sera e quindi viene a portare al concetto qualcosa che è già avvenuto
La filosofia e anche la continua preparazione del terreno di ciò che ha venire
Per il carattere di continua inesausta domandata sottratti fino a noi che essa per la sua capacità di attitudine anti titolati ricca concettualizzare avvenuto ma prepara il terreno per la venire mostra il limite di quello che c'è e apre lo spiraglio verso l'ulteriori ITA
Questa domanda che la Filosofia la problematica dell'ovvio a Filosofia e dissacrante come Socrate perché interroga l'ovvietà
Per riguadagnare la nel suo sorgere e nel suo senso e allora io dico conclusivamente abbiamo bisogno di insegnare la filosofia
Ma insegnare la filosofia non è solo insegnare le filosofie
Pur interessanti
Insegnare insegnando le filosofie
La prassi che è la filosofia il la domanda in cui consiste la filosofia al di là delle sue concretizzazione i perché e più in alto della realtà di ciò che è già stato fatto c'è la possibilità
Diceva Heidegger no cioè la possibilità di esercitare ancora e poi ancora
La filosofia e per questo per per un certo verso questo deve essere assicurato dei programmi
Adriano anche coinvolto a livelli alti no nella in questa vicenda quindi ha voce in capitolo e può fare qualcosa
Quindi bisogna assicurare lo spazio dell'insegnamento della filosofia
Ma per altro verso la filosofia può essere assicurata
Non solo dalla passione di chi la incarna
Per contarci lo perché dovesse sparire può essere di visionata
Possa poi rinascere
Altrove non sappiamo dove io spero che possa sempre essere trasmessa e adottata all'interno dell'istituzione scolastica
Perché perdere la radice vivente che noia idea abbiamo identificato che ha identificato con la filosofia è in qualche modo perdere il nostro volto
E la nostra prerogativa allo Star capacità di mettere in questione tutto sempre da capo no che e anche la nostra forza non saremmo mai arrivati dove siamo
Senza tutto questo ed è anche come ogni cosa
Chance e minaccia e noi ci dibattiamo in questa inevitabile ambivalenza di ogni via o di ogni strumento però mi sembra importante anche per dar conto del lavoro che quei fatti
Grazie infinite
Abbiamo una quindicina di minuti per alcune domande chi vuole rompere il ghiaccio che sia Breve sintetico per permettere le risposte
Scusa una una domanda per soprattutto per divano ascoltato tutto io sono più vicino alla matematica
C'è un'espressione che tutti conoscono che y uguale FD Screen di la matematica è un linguaggio mette in relazione ha convinto descrive l'universo quindi allora la domanda secca che vorrei fare
Confrontata con la filosofia la filosofia accusati più oppure come le due cose son in relazione anche perché oggi la matematica sembra farla da padrone io sull'ingegnere uso questo strumento però ecco tu hai detto la l'Europa è nata con la filosofia però oggi deve confrontarsi con la matematica ho saltato un passaggio no Petacco benissimo a fare questa domanda
Perché non avremo la scienza che abbiamo non solo se non avessimo avuto e non avessimo ora la Filosofia ma anche la matematica indiano araba
Perché il il progetto della scienza moderna è un progetto di matematica azione della natura
E questa è stata resa possibile dalla matematica indiano araba no perché è venuta da lì
La la la matematica la matematica è un linguaggio è un linguaggio che si è sposato e che si è intrecciato intimamente con la filosofia la scienza procede definendo quindi con il modulo con mattone dell'edificio del sapere che
è stato predisposto da con la filosofia ma non solo definendo anche calcolando anzi la matematica oggi in questo senso la fa da padrone
L'atteggiamento che sottostà alla filosofia la matematica è un atteggiamento molto simile no per non dire identico atteggiamento mentale o speculativo chi si richiama ma forse c'è un risvolto tra domanda in una battuta non so se lo colgo provo uno
Noi potremmo tuttavia farci bastare la matematica
Per diciamo vivere per rapportarsi al mondo io dico no abbiamo bisogno della matematica di Mathematics are calcolare ma abbiamo anche bisogno di salvaguardare l'incalcolabile
è incalcolabile e precisamente la singolarità
Tu a mia
E quindi occorre continuare a parlare la lingua che parliamo che non solo la lingua della filosofia ma appunto la lingua intrecciata all'altra grande matrice no dell'Occidente per poter continuare a pensare incalcolabile
Che non è provvisoriamente incalcolabile
La vita il senso della vita del soggetto le nostre pratiche le buone relazioni in cui ha parlato Adriano
Quindi tutto ciò non è semplicemente provvisoriamente incalcolabile ma lo sarà un tempo no cioè non è territorio espugna aprile dalla matematica
E un altro territorio che costituisce quello che noi siamo allora
L'intreccio la sinergia l'intersezione dei due linguaggi
Ma considerando che insieme fanno l'impresa scientifica
Ma il linguaggio della filosofia c'è il linguaggio dell'essere della vita no che noi abbiamo adottato
E ciò che consente di pensare
Sempre quell'ultimo elemento che non potrà mai essere totalizzato da nessun calcolo sebbene il tentativo di espugnare lo mediante il calcolo sia la ambizione di concerto sapere
Prego
La seduta un grazie per però ci la domanda è molto veloce
Il tuo nome nato veda ciò che ti issati ma fissare implica già una decisione implica un restare un permanere su un volto che mi attrae
Si tratta di un legame affettivo conoscitivo emotivo un legame da cui però io posso retrocedere e allora ecco la mia domanda
La decisione di fissare di restare non implica dunque unico che precede quella relazione
Io non implica una relazione ontologica prima che sociale da quei quella sociale scorso sorge e rispetto alla quale arresto libero
Io non presuppone già un essere già conosciuto
Grazie per questa bella domanda
Allora distinguiamo
L'aspetto descrittivo fenomenologico direbbero alcuni dall'aspetto diciamo più strutturale ontologico direbbero altri dal punto di vista descrittivo sì e come ha detto lei cioè io fisso perché decido di fissare posso anche non fissare posso anche appunto per questo
Rivolgermi o fissare qualche cosa di altro quindi sembrerebbe davvero che tutto ciò parta da me
Guardi che questa mossa chi l'ha fatta la fata Cartesio
Nel seicento
è una mossa che parte dalla da una sostituzione di un concetto con un altro
Dal cambiamento dalla la riconduzione se non riduzione mio concetto con un altro Nevada e la parola e del concetto di verità
Cartesio sostituisce verità con certezza
Se
Questo avviene se
L'unico problema è che io sia accerto di qualcosa
Allora vale il discorso che ha fatto lei
Se in principio la certezza e io devo essere certo io sono al centro io decido di fissare non fissare qualche cosa
E di dare le condizioni per cui quello che fisso effettivamente valido vero Cerro otto per me
Da questo punto di vista il suo discorso non fa una piega
Peccato che la verità non si ha la certezza
E questo ce lo dice se noi cambiamo prospettiva cioè se non consideriamo la cosa da un punto di vista descrittivo fenomenologico del modo in cui l'abbiamo appunto sviluppato ma lo consideriamo da un punto di vista della struttura
Perché verità che cos'è verità e anzitutto qualche cosa che si realizza in una relazione
Cosa intendo verità nella definizione classica dire che è ciò che e dire che non è ciò che non è ma se non c'è la relazione tra io che posso dire che o che non è quello che è o quello che non è non c'è assolutamente verità
Poi secondo ora altra concezione verità è il fatto che io dica la verità certo Elío che è sempre al centro cui ma come io dico che qualche cosa è vero cioè attesto la verità lì qualcosa sono il testimone il teste della verità di qualcosa
Però di fronte ad altri
Nella misura in cui questo qualcosa che io attesto non c'è più non è più verificabile
Io rimango l'unico tramite di fronte agli altri del fatto che qualche cosa era realmente è veramente accaduto
Ma questo
Di nuovo lo faccia in una relazione non più la mia relazione con la cosa dicendo agli altri guardate le cose stanno così esattamente come io dico potete verificare ma se questa cosa non c'è più se lo stato di cose non c'è più
Io attesto esponendo mi addirittura fino alla morte mettendomi in gioco di fronte agli altri
Sono testimone assoluto dell'assoluto
Si apre un discorso infinito quindi di nuovo la verità è arelazionale non dipende da me è che la pongo questo e ciò che e la conseguenza di quanto Cartesio ha fatto trasformando la verità incertezza
E Miccichè ha portato alle estreme conseguenze dicendo che allora a questo punto è vero ciò che dipende effettivamente da me da quello che io che io pongo peccato ripeto che le cose che questo non sia vero cioè le cose non stanno affatto così e allora anche il mio sguardo anche il mio guardare
In realtà dipende dal fatto che io sono sempre già guardato
Sono sempre già guardato agli altri io posso guardare io posso fissare perché in qualche modo qualcun altro mia guardato qualcun altro mi ha fissato
Non è un bel discorso anche questa è esperienza quotidiana
Io risponda lei perché lei si è rivolta a me guardandomi e lei spesso sta dicendo quello che dice perché io prima in qualche modo ho toccato qualche corda appunto della sua riflessione e grazie
Bene dire c'è un'ultima domanda
Due buongiorno le le ascoltiamo tutti e due
Ce ne sarebbero a decine immagino
Sto il classico della filosofia che si inizia e non si sa quando si finisce
Prego Buongiorno e soprattutto per il professor Martino per il tema del linguaggio cioè un verso dice dice il che dice l'anima parla a non è già più l'anima parlare proprio perché la parola
L'anima parla si sente
Devo recitare così una pasta che scandisca bene le parole perché c'è piuttosto diceva c'è il l'anima parla a non è già più l'anima a parlare perché la parola e comune
E non è capace di rendere la pregnanza della l bis le personale e allora questo non è il segno di una inevitabile solitudine
Solitudine da non considerare come condanna ma come espressione di una inesauribili vita della persona del suo ministero che sfugge ad ogni pretesa di conoscenza non solo dell'altro nei miei confronti ma anche di me stesso nei miei confronti grazie
Son tante domande in una l'anima parla ma non è più soltanto l'anima parlare no quando diciamo
Non è
Ma non è più l'anima a parlare
Si potrebbe leggere in tanti modi questa affermazione uno per esempio è anche questo ma quando noi diciamo
Rispondiamo la domanda tu che lingua parli
E non rispondiamo dicendo la mia lingua e l'italiano
Ma è la mia
Cioè posso avere proprietà sulla lingua
O è la lingua cosiddetta materna quindi la lingua dell'altro
Perché per quanto io dica oggi e la mia
Io la la lingua l'ho ricevuta non sono entrato in una lingua
Poi l'anima parla non è più soltanto l'anima parlare e perché noi facciamo un'esperienza di adozione della lingua
Questo significa che siamo costituiti dalla lingua non siamo costituiti e costituenti
Se questo movimento che è duplice perché noi siamo costituiti o aliquote parliamo ma anche ne siamo ai costituenti perché nel mentre noi la pratichiamo la modifichiamo quindi c'è la marcare la singolarità anche nel parlare quella presunta propria lingua che però è la lingua dell'altro che c'era data no
Quindi c'è questo elemento che nella frase di Shiller che potrebbe essere e vinto dalla frase non c'è solo questo non ci son tante altre cose
Ma lei ha ha accennato alla fine a un elemento che ivi connette due domande una questione quella di prima a cui ha risposto Adriano e
La sua cioè quando ha parlato di irriducibilità
Perché quando si fa una Fenomenologia cioè si dice come le cose divengono
C'è anche sempre l'interrogativo
Sulla riconoscibilità irriducibilità come si dire come divengono significhi anche in qualche modo ridurre direi io di vengo quello che sono nella relazione significa lo facciamo i covoni ora non sono niente
Fuori dalla relazione ma non si dice questo non si dice io non sono niente
E anche se volessimo mantenere il canone ontologico che è stato richiamato dalla domanda non usciamo dalla relazione no lei immagino facesse riferimento a diciamo una relazione creaturale no
Ma è sempre sempre una relazione
Cioè l'essere in questo senso ha sempre relazionale e quindi non lo diciamo dalla relazione ma supponi poniamo che quel cannone nella relazione utilizzato nel modo ontologico noi lo accettiamo diciamo partiamo da lì
Partiamo dal fatto che io sono in quanto in una relazione ontologica
Punto logica a di tipo creaturale no
Ma come poi o di vengo quello che sono
E non possiamo sfuggire a quello che è stato detto perché si ognuno di noi fosse stato preso e gettato alle ortiche
E avesse incontrato tanti diventi generosi siano essi Lupi
Uscì mie o altro non sarebbe diventato quello che pure e in qualche modo resta cioè non avrebbe realizzato quella vocazione all'umano che pure incarna perché per realizzare la vocazione all'umano che noi chiamiamo è che siamo è occorre l'altro un tubero un tu mano non basta la natura e non bastano neanche gli animali cioè gli altri viventi non basta questo no allora non si esce dalla relazionalità relazionalità non significa riduzione ciò non significa polverizzazione del soggetto significa condizione di emergenza del soggetto
Il quale sempre in gioco anche quando diciamo NI primo menti
Un noto psico analista francese USA in maniera impropria ma per il per dire una cosa che ci però ci fa gioco
Una una citazione di essere tempo Iaia che parla della insondabile decisione dell'esserci dice Arica cioè dell'uomo
Invece la campanella della insondabile decisione dell'essere
Quindi spostando un po'le le cose ma
Usiamo questo diciamo questa citazione eri contestualizziamo la cui no in queste ultime battute
Ma anche quando
è in cammino la nostra identità nelle primissime battute dell'esistenza
Quel chi è in cammino che ancora non è un chicco istituito auto coi centri pessimo no non non lo è non lo diventerà c'è una vocazione a quello lo diventerà
Ma non è mai niente
Solo che
Quello che diciamo il suo ruolo buono possiamo definirlo nei termini in cui lo definiremo quando prendiamo lo stesso individuo a cose fatte
Ma c'è sempre una relazione
Quando si parla di relazione si parla sempre di un due
Non si parla mai di uno sempre di due quindi il l'uno dei due poli non è mai annientato
Preme come pensiamo tutte queste cose perché se per difendere l'irriducibilità ci condanniamo non capire più niente
Di come le cose avvengono e allora dobbiamo dobbiamo integrale no dobbiamo cercare di sviluppare pensare meglio quello che con le nostre ragioni pure diciamo e pensiamo
è il tempo veramente finito se i due ospiti ascoltiamo le domande e poi avete trenta secondi un Twitter ha da un tweet prego
Allora e
Abbia parlato di dialogo ma anche di linguaggio di dialettica oggi ci troviamo nella situazione molto concreta per esempio pensione da genitore di confrontarci con un mondo dove la dialettica è profondamente mortificata il professore Sicara prima mi piace non mi chiamasse se tu pensi nel coro allora sei ok se no non sei ok
C'è l'analisi l'osservazione della realtà nella sua complessità
La dialettica laser lo sviluppo del pensiero sembrano non avere cittadinanza ma noi cresciamo dei figli col desiderio noi stessi e anche ai nostri figli
Credete siamo col desiderio e l'ambizione di voler ancora fare filosofia di voler pensare utilizzare la ragione colonne e mentre il contesto dominante e tutt'altro attorno a noi
E da che cosa ripartire per salvare nelle stesse insegnare una dialettica sana cioè pensare dialetti iniziare analizzare la realtà il nodo vero
Oltre
Ascoltiamo la seconda
Ho
Scusate mi chiese un americano quindi scusate nel premio italiano ma io volevo chiedere a Fabris en lei ha detto che e il destino è una scelta di fronte la tecnologia cioè che questi strumenti sono tra le nostre mani noi possiamo scegliere un po'dove andremo no ma prima ha detto anche che a nostro identità nasce da un rapporto anche in contesto storico che ci contezza polizza
E io vorrei sapere come lei vede i rapporti tra queste cose perché alla fine mi sembra che se noi siamo tecnologici cena sempre nel senso in cui noi a tutto quello che incontriamo sono ha dentro un contesto in cui tutta la realtà un oggetto tra le nostre mani alla fine le nostre sì alto rispetta la tecnologia pre sopra sempre un una visione della realtà che non ha un concetto del bene perché la realtà non ha un rapporto con una un bene fissa o no o
C'è poco chiaro
C'era un'altra
Basta così ASCO ce ne ho molti l'ultima l'ultima
Aspetto il microfono perché
La mia domanda e molto elementare e c'è qualcuno che ha fatto la la differenza tra la matematica e anche quello che riguarda la la riflessione quello che tutto un altro campo io vorrei ribadire questa c'è ci sono secondo me due campi la matematica effettivamente a una presa molto forte ai nostri i nostri tempi penso che ci sia anche posto l'altro aspetto cioè la capacità di vederli riconoscibili Vadori le cose che che riguardano lo spirito e penso che possiamo mettere in evidenza anche quello che dice il cardinal Mirna
Che apparato sempre della coscienza e credo che la coscienza e qualcosa appunto che non c'entra con la matematica ma concentra in quell'altro campo nel campo dello spirito
Allora dobbiamo essere telegrafici in trenta secondi
Telegrafico allora incominciò con la signora chi parla di due culture era una vecchio disco rosso la cultura scientifica alla cultura umanistica
è arretrato
Oggi le due culture sono una cosa sola si intrecciano fra di loro si completano fra di loro cosa può dare la cultura umanistica il senso la prospettiva cosa può dare la cultura scientifica
Il la provocazione della realtà il rapporto con la realtà
Però l'una senza l'altra sono come un uomo che non riesce a a stare su una gamba sola
Destino Scelta
La verità sta in mezzo la parola chiave intera azione
Noi siamo già sempre dentro
Un percorso che però non subiamo noi intera agiamo e interagendo lo modifichiamo per questo dobbiamo avere la consapevolezza di come funzionano i meccanismi ad esempio delle tecnologie i valori embedded nei incorporati
Dentro determinati programmi o determinati dispositivi anche per non usarli o per usarli secondo altre prospettive
Quale possiamo Koch cosa possiamo fare quale possibilità noi possiamo a vere in un contesto sempre più conflittuale polarizzato
Risposta primo non avere paura del conflitto
Non avere paura del conflitto perché noi abbiamo identità intelligenza valori di riferimento rispetto ai quali in maniera tranquille pacifica
Possiamo entrare nel dibattito comune e dire la nostra ma soprattutto nel dire a nostre cosa diciamo diciamo che la relazione non è contrapposizione vide entità
Non è prima io e poi gli altri la relazione è fortemente non conflittuale perché se io rifiuto la relazione se io a assumo una posizione di conflitto io rifiuto l'altro e quindi rifiuto anche la relazione
Dall'altro posso sempre imparare in una parola che cosa si può fare in questo mondo rilanciare la possibilità di essere insieme
Una battuta finale sul proprio sul tema tecnologia ma qui è un discorso aperto
Facciamo certamente bene e non possiamo evitarlo
A preoccuparci
Di quello che succede non noi siamo soprattutto con i figli perché sono esposti all'azione degli oggetti tecnologici e tante volte gli oggetti tecnologici sostituiscono l'identificazione familiare
E quindi siccome il processo di individuazione cioè del diventare quello che si è sempre anche passa sempre anche attraverso quello che a cui ci esponiamo nacque il tuo nome da ciò che è fissato in
Allora ciò che fissiamo importante no perché svolge un'azione cioè inedia non solo vengono utilizzati da noi ma anche c'è rapporto inverso fanno qualcosa di noi
Quindi facciamo bene preoccuparci e non aggiungo quello quello che ha detto Adriano
A gioco se una nota
Dobbiamo tuttavia non illuderci non pensare che quello che stiamo vivendo ora sia come a dire
Il una deriva nell'impurità
No nella contaminazione rispetto a una situazione incontaminata
Perché questo discorso dato fondato tanti per tanto tempo fa
Negli esordi della filosofia nientemeno che Platone
Quando nella favola che dice la la l'invenzione della che parla dell'invenzione della scrittura che viene Offerta Platone è seriamente preoccupato
Perché diceva la scrittura ci farà perdere la memoria
E perché se noi usiamo la scrittura e non più una memoria diciamo così profonda personale
Noi la perderemo la memoria e poi saremo produttori e divulgatori un falso sapere perché io scrivo il discorso Marco Ferrari poniamo e Marco Ferrari fa un gran figurone ma lui non ha pensato nessuna di quelle cose no eh portatore di un falso sapere perché non è suo
La scrittura poteva diventare il veicolo di un falso sapere
Alla Platone era molto preoccupato ma non senza la scrittura non saremmo qui
Senza la scrittura alfabetica non ci sarebbe la filosofia cioè le due cose ci sono intrecciate intimamente dall'inizio no cioè per produrre un discorso filosofico bisogna scrivere
Non si può semplicemente parlare cioè sviluppare i sapere secondo i canoni dell'oralità di normalità
Come era quella pre alfabetica no quindi attenzione a non contrapporre l'oggi a una in zona di non contaminazione perché i supporti che estendono la memoria
Ci accompagnano da sempre il primo di questi è la parola
Che in un certo senso permette l'instaurarsi di quella memoria che ci caratterizzano quindi siamo siamo sempre stati circondati da strumenti diciamo dello spirito scusate un'espressione di
Mallarmé gli strumenti dello spirito sempre non possiamo fare a meno di strumenti dello spirito perché senza la traccia
Non c'è neanche produzione dello spirito come noi la concepiamo perciò tutto il discorso evidentemente urgente o che ci riguarda
Non può essere un correre ai ripari perché l'uomo si è cacciato in una brutta situazione no questa brutta situazione c'era all'origine
Cioè questo contaminarsi o questo diciamo utilizzo di protesi di strumenti di estensioni di supporti della tecnica c'era all'inizio perché senza di quella non non saremmo sopravvissuti
E allora va bisogna pensare il funzionamento degli strumenti per non allarmarsi dove non ce n'è bisogno e per diciamo prendere delle decisioni dove invece ce n'è bisogno
è un compito tutto da svolgere
Grazie
Abbiamo visto che quando si fa filosofia viene voglia di farla forse questo il segreto farla continuare a farla alcuni avvisi velocissime il primo vi invito tutti il venticinque settembre a
Partecipare sì siete insegnanti con i vostri allievi o in streaming se siete appassionati alla lezione introduttiva delle romane Disputatio dell'anno prossimo che sarà sul tema linguaggio del mondo c'è una slide giusto per le vederla con gli occhi che sarà tenuto la presso il cane di Martino presso l'Aula Magna dell'onestà Cattolica di Milano sarà anche fruibile in diretta streaming tutte le scuole d'Italia da questa lezione per andar via un lavoro enorme che già vede dieci video lezioni prodotte nel corso di quest'estate con accademici sul tema del linguaggio quindi lavoreremo tantissimo con i nostri allievi e perché appassionato può seguire questo tipo di
Lavoro
Alla libreria ci sono i volumi che raccontano le romane Disputatio nel di quest'anno edito da Loescher devo schiacciare eccolo qua questo è la slide e l'invito per tutti
L'altra cosa se volete andare a vedere il manifesto per la filosofia è semplicemente un così un un avo che ci porge per ricordarci quanto detto oggi cioè che la filosofia non è qualcosa che si può aggiungere ma forse proprio ciò che abbiamo alla radice va riscoperta e riproposta su semplicemente una forma accattivante come direbbe professor Esposito sexy che è quello che Luís spesso ci ricorda
Vi ricordo anche che l'associazione di esse a promosso alcuni incontri in questo meeting sul tema scuola uno è martedì venti agosto la riforma dei professionali una questione aperta alle ore diciotto
Giovedì sempre promosso da DS fare scuola del cambiamento di epoca strumenti delle botteghe dell'insegnare e un altro strumento per la didattica dove insegnanti fanno un po'lavoro che abbiamo fatto noi oggi insieme
E sempre giovedì alle diciannove un tema che abbiamo toccato a scuola di digitale il digitale a scuola alle ore diciannove e quindi cercate gli appuntamenti di DS sul programma ultimo avviso l'Associazione disabili
CD propone il volume l'innovazione nella scuola dirigere il cambiamento è una rivista per presso i dirigenti scolastici chiunque poi voglia chiedere ci sono
Persone che partecipano all'Associazione disabili qui presenti concludo ricordando a tutti che il meeting fatto da chi lo sostiene quindi c'è nel nel giro primitiva posseduta di donare e grasse le donazioni sosteniamo questo luogo che qui in questa arena diventa anche luogo del pensiero esplicitamente voluto e quindi ci auguriamo di continuare questo lavoro insieme ringrazio tutti per la pazienza
Buono pomeriggio