Monologo di Emilio Targia tratto dal libro "Quella notte all'Heysel" (Sperling & Kupfer)

Fu
Interrompere
Ripartendo
Buonasera a tutti quanti
Però innanzitutto grazie a tutti quanti per essere venuti questa sera ringraziamo in primis Emilio Targia grazie a voi
Che stasera farà un monologo tratto dal suo testo quella notte all'Heysel che credo che molti di voi conoscerà permettetemi prima di di iniziare di di fare qualche ringraziamento innanzitutto volevo ringraziare il il Comune la Regione per il patrocinio concesso volevo ringraziare presenti in sala Maurizio Marrone Stefano Lo Russo che non è presente ma ha detto che cercherà di di di fare il possibile per arrivare ringrazio anche Lukather il presidente da circoscrizione sette col quale abbiamo collaborato per un evento che tutti voi conosciate conoscete
Che ha portato laica del Superga nelle scuole
Ringrazio il dottor Claudio Albanese Fulvia Moscheni per da parte del socio la Juventus Antonio e Rita del fondo di solidarietà dello Spartak di Mosca che sono venuti
Ma stasera ringrazio Domenico Beccaria del Museo del Grande Torino
E ringrazio
Landini dell'associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel che non è potuto venire e mi ha consegnato un messaggio da leggere
Purtroppo scusandosi buona sera a tutti chiedo scusa per non essere presente e non buone condizioni di salute di mia madre ricoverata in ospedale mi portano ad essere vicino ai miei genitori ormai molto anziani
Ma sono con il pensiero il cuore assieme a voi ricordare quell'altro tragica notte di trenta quattro anni fa è sempre una ferita che mai si è chiusa
E tutti noi abbiamo il dovere attraverso la memoria di mantenerne sempre vivo il ricordo
Ho apprezzato molto nel vedere l'esposto al Museo del Grande Torino la bandiera granata e quella bianconera che riporta al più trentanove
Quella città questa città ha pagato un caro prezzo con le morti e questo mese che accomuna le due tragedie non si può macchiare di odio e violenza ma di rispetto e memoria
Ringrazio l'associazione quelli di via Filadelfia le istituzioni e tutti coloro che dedicano parte del loro tempo affinché ricordo dei nostri cari non venga mai meno
Un abbraccio a tutti voi e grazie per la comprensione Fabrizio Gandini
Era la sera del ventinove maggio del mille novecentottantacinque quando il Muro crollo all'Heysel di Bruxelles portandosi dietro la vita di trentanove innocenti persone
Qui giunte per assistere alla finale di quella che allora era la Coppa dei Campioni
Trentaquattro anni dopo quell'infausta tragedia siamo qui a ricordare per non dimenticare
Tra qualche giorno in quella di Madrid la finale di Champions League vedrà nuovamente il Liverpool in un incontro monopolizzato dal calcio inglese
Chiedo a mia della sorte c'è mancato veramente poco che la Juventus e Liverpool si fossero di nuovo frontale
Però saremmo qui a fare ben altre considerazioni
Solo qualche anno fa in questa stessa sala nel medesimo punto di adesso lamentavo il fatto che era in servizio è sempre stato una sorta di simulacro non condiviso
Il fax modelle varie tifoserie ha fatto sì che la tragedia non venisse mai percepita nella sua drammaticità e nella sua reale dimensione
Purtroppo come dissi allora nei vari Stati italiani da tempo si usa il trentanove con il segno negativo davanti per insultare la tifoseria juventina nella memoria del popolo bianconero
Da allora non è cambiato molto insulinico invece di che si sprecano dando vita ad un assurdo sillogismo mentale con cui si crede di attaccare la Juve insultando i morti dell'Heysel
Da un altro lato abbiamo però anche assistito nasce di una mentalità nuova che pervade le gradinate colori applausi per giocatori morti come Atzori o striscioni in onore degli adulti caduti come quelli superiori
La nostra risposta è stata e vuole essere il più trentanove che assurge una luna Lorenzo una valenza duplice
Se il trentanove angeli sono con noi risentiamo parte integrante del nostro tifo il più trentanove e anche il prefisso telefonico nazionale dell'Italia
Vogliamo che questa tragedia venga ricordata non solo nel contesto del gatto tifo calcistico va venga riconosciuta ancora una tragedia italiana condivisa
Quest'anno abbiamo collaborato come associazione alla bellissima i missini inziative della circoscrizione sette virgola otto al progetto bianconero Granata dove i bambini delle scuole primarie hanno disegnato Angelo e Superga abbiamo supportato i tassisti torinesi che a ricordo del settantesimo anniversario di Superga trentaquattresimo dell'infarto assetati Bruxelles hanno di dato altresì vita ad un progetto ricordo sui taxi cittadini
Appena la notte prendeva il sopravvento l'amore proporrà sul palco facciata l'ormai classico più trentanove rispetto iniziativa encomiabili ma ci auguriamo che in futuro non siano più così necessarie per tenere alto il ricordo e la memoria che rischierebbe invece di affievolirsi senza di esse
Vorrebbe dire che la superbia sarebbero entrati finalmente nel cuore di ogni cittadino torinese e non solo e che le vittime verrebbero ricordati come tali
Senza colori senza distinzioni sebbene morti avvenute in circostanze molto diverse
E le gradinate di uno stadio come protagonisti dei tifosi in Occidente in un incidente aereo in cui la sorella morte portò con sé una squadra di calcio
Il filo conduttore piccanti nell'attesa di quell'attimo fuggente che i loro che riempie di gioia e commozione matti anche cosa frivola insignificante se nella speranza di vederlo segnare
Si libererebbe una propria vita grazie
Lascio la parola Emilio il viottolo ringraziare siate
Tutta la sua squadra l'impegno profuso perché questa cosa diventasse realtà e tra l'altro quando si tocca il tema del si viaggia su sottile filo pericolosa quello che la retorica del già detto eccetera quindi Bravi perché ogni anno riuscì a trovare una motivazione una finalità diversa e credo che sia questa la forza poi della del concetto di memoria
Dice il libro che ho scritto un libro ho cercato nella semplicità di raccontare quello che che che che avevo vissuto a alla Isella come credo alcuni di voi insomma voi sopravvissero a quella notte ancora oggi ci chiediamo perché se fu un destino fortuna caso non si sa quindi il minimo che potevo fare da giornalista era chiaramente dopo un bel po'di anni perché quella quel ricordo come Berté sta bene non è una cosa facilissima da da da smaltire metabolizzare poi
Sciogliere dentro a qualcosa che assomigli ad inchiostro
Una sintesi del libro chiaramente prova a leggere qualche pagina che in qualche modo riassuma quello che accadde prima di quella notte
Nel pomeriggio la mattina e poi in in quella serata siccome poi sicuramente mi dimentico lo ricordare anche un signore che si chiamava Gianni De Michelis che scomparso qualche giorno fa ingiustamente
Ricordato anche per colpa nostra in maniera un po'superficiale se ci avete fatto caso quasi tutte le foto erano quelle dei temi che ad essi in discoteca coi capelli lunghi eccetera De Michelis al di là dell'appartenenze politiche di ciascuno di noi eravamo un'altra cosa
E non so quanti di noi senza saperlo gli devono la vita perché non so quanti sanno tra l'altro che De Michelis quella notte era lei SEL un po'per caso perché era per impegni istituzionali
Al Parlamento europeo andò a vedere la partita si rese conto non capendo molto di calcio invece molto di basket
Che stavo facendo qualcosa di grave e che qualcosa di ancora più grave poteva cadere e e quindi litigò per telefono con Bettino Craxi perché capì che quella partita doveva essere giocata perché si rese conto da un uomo diciamo di governo qual era
Che lì c'erano parecchie cose che non funzionavano e che il rischio di un umore ancora più importante di morti e feriti era nell'aria e e in qualche modo riuscì ad imporsi a Craxi che dall'altra parte del telefono invece in qualche modo
Chiedeva che la partita non venisse giocata la percezione televisiva diversa da quella da quella reale
La bellezza del calcio in Inghilterra la bellezza del futbol io ci pensavo qualche giorno fa mentre in campo Liverpool tutti piangevano dopo l'impresa contro l'Ajax in Champions League e quell'inno fantastico You never walk alone
I brividi che si ispiravano nell'aria dentro a quel coro avvolgente e come si può mi chiedevo
Trasformare tutta questa bellezza in orrore come si può dire agli Hare in modo così volgare e violento da un simile viaggio come è potuto succedere dunque quel pomeriggio di trentaquattro anni fa chi spense l'interruttore di quella gioia fanciullesca
Ci sono incubi che a volte si travestono da sogni e quando te ne accorgi è ormai troppo tardi
Deve essere un vizio umano con la propensione all'oblio una specie di basso istinto malsano contagioso lo si può scegliere per autodifesa come nel tessile contro il dolore o si può approvare imporlo a se stessi e agli altri per comodità o per superficialità o per vigliaccheria
Chiese l'oggi è una parola che Schioppa come una frustata che evoca solo e soltanto quella notte e quella strage perché è un termine ormai svuotato del suo originario valore
E se non è più uno stadio così come Ustica non è più un'isola e italico sono e più un treno
In Belgio con lo stadio prima l'hanno abbattuto Polo hanno ricostruito nel mille novecentonovantacinque cambiando gli nome stadio Re Baldovino come se poi bastasse questo a cancellare la storia a cancellare quello che invece significava significa davvero Israel
Del vecchio stadio di c'è solo un cancello il cancello principale che è l'unico testimone di quella sciagurata notte del ventinove maggio mille novecentottantacinque
Eravamo arrivati in tanti anche col treno da tutt'Italia e non solo a Bruxelles la mattina del ventinove maggio sciarpe magliette bandiere bianconere infilate dentro a quel sogno come gli ombrelloni ancora chiusi sulla spiaggia al mattino presto quando soffia un'aria
Che piena di promesse
Appena arrivati scorge mo'subito una fila lunghissima tenuta d'occhio da alcune guardie a cavallo di fronte allo stadio unico ingresso per il nostro settore che era Lemme nemmeno ma chiamarlo così settore azzardato perché era solo una porticina in cui si entrava uno per volta verso le cinque e mezzo del pomeriggio arrivano finalmente all'ingresso piuttosto stropicciati
Fulmina ma con lo sguardo il personale davanti alla porticina spieghiamo loro che era impossibile fare entrare tutta quella gente da quel minuscolo accesso
Loro non risposero Armando uno sguardo di sufficienza e spingendoci dentro senza nemmeno strapparci il biglietto sono occhiata veloce nessun controllo reale restammo allibiti ci aspettavamo ordine competenze soprattutto qui nell'Europa che disegnava il nostro futuro a Bruxelles e invece ci rendemmo conto di asset precipitati nel Medio Evo del calcio
Una volta dentro però riprendemmo fiato ci aggiustavamo un po'il giubbotto e i capelli un po'come per ritrovare compostezza necessaria per quel momento per tutti noi solenne
Poi finalmente di fronte non si spalancò il palcoscenico della nostra finale c'era una luce bellissima sul prato dello stadio Heysel nel primo sguardo confondeva gli occhi e le emozioni
Il nostro settore M. nemmeno quello opposto al settore Z era totalmente invaso dalle bandiere il sole si era abbassato c'era una luce incantata acero rosso arancione che avvolgeva il tripudio di bianco e nero regalava un effetto speciale
In tantissimi indossava la maglietta della squadra partì subito un coro Juve Juve riconosciamo le sciarpe che volteggiavano anche tante bandiere tricolore qualche vessillo francese in omaggio a Michel Platini
Quello che ci colpì era proprio la densità di sciarpe bandiere mai vista una scena simile poi tantissime station un'infinità che disegnavano perfettamente la geopolitica del tifo bianconero
Ogni cinque metri una città ogni dieci una regione provai a immaginare quanti sarebbero stati quegli striscioni se la signora si fosse svolto in uno stadio più grande immaginare tutti gli altri striscioni in Italia appesa in salotto sul terrazzo sotto il televisore chissà dove a manifestare una presenza virtuale di quelli che avrebbero voluto essere qui
Se ci fossero stati i trecento mila posti ovviamente gli avrebbero polverizzati tutti
Scendemmo lentamente le gradinate ci sistemavamo in basso a ridosso della rete di recinzione quasi sulla pista di atletica che circonda il campo di gioco ci rendiamo subito conto che in caso di emergenza sarebbe stato impossibile uscire se non attraverso la pista di atletica una assurdità
Distoglie mo'lo sguardo al mare di bandiere bianconere dalla nostra curva lo allungavamo verso la parte opposta dello stadio a realtà
Molto vicina e ben visibile nell'altra curva era facile distinguere la macchia bianca rossa della tifoseria inglese che occupava circa due terzi della curva due spicchi su tre i settori x e y
Sulla destra nostro punto di osservazione il settore Z della curva il terzo spicchio quello più a sinistra era invece contraddistinto dai colori bianconeri pochi striscioni ma tantissime sciarpe e bandiere sembrava un tifo non organizzato anche sì di spiccata marca bianconera
Franco di cose che si distingueva a occhio nudo un numero esiguo di agenti non più di sette otto in basso lungo la recinzione un agente teneva al guinzaglio un cane lupo
Mi voltai e mi appoggiai con le spalle al cancelletto che ricava sulla pista di atletica per godermi la visuale della dalla mia curva dal basso e in un istante senza volerlo mi ritrovai sul campo sulla pista d'atletica
Il cancelletto era socchiuso nessuno mi fermavo nessuno mi disse nulla io restai lì sulla pista pochi metri dal campo di gioco
Intanto alcuni operai dello stadio stavano lavorando per rinforzare la Rete che divideva gli spalti della pista di atletica ovviamente ci chiedemmo perché lo stesso facendo alle sei del pomeriggio due ore prima della partita
Alle diciotto e quindici i colori continuavano da quel punto lo stadio e ha un po'preso il ritmo il sole era diventato una carezza complice una specie di Balsamo sul nostro entusiasmo infantile come quello dei bambini in campo dove si giocava una partita amichevole magliette bianconeri contro magliette biancorosso in poi il calcio del futuro prima dello show
Dei campioni adulti
Dopo il primo tempo della piccola amichevole notaio alcuni oggetti volare dal settore dell'inglesi verso lo Z quello occupato dei tifosi italiani poi un razzo lanciato ancora da tifoseria dei Reds
E io pensai a qualche scaramuccia così che mi stava vicino ci preoccupammo più di tanto o forse istintivamente rimuovendo ogni idea di pericolo
Intanto un signore elegante che ascoltavo la sua radiolina portatile ovviamente non avevamo cellulari con tanto di auricolare ci riferì di aver sentito nell'ultimo notiziario di alcune rapine in centro
Come ho appena detto che un gruppetto di tifosi inglesi ha rapinato un negozio di vestiti poi altri hanno sfondato con una panchina la vetrina di una gioielleria riempito le bandiere di gioielli e orologi e se la sono data a gambe
Buttare l'occhio l'orologio a Roma quasi le sette mancano solo un'ora e un quarto il fischio d'inizio non ci sembrava vero un po'qua se ci dispiaceva perché questa interminabile rincorsa stava per finire fra poco si cominciava sul serio
I cori bianconere non partiti un po'in disordine qualche ora prima tanto erano emozionati come come bambini ciascuno intento a coltivare il proprio senso di gioia e di stupore con lo sguardo fisso sul verde del campo
Ciascuno a cantare un po'per conto proprio poi piano piano i sentimenti si erano organizzati avevano trovato ritmo ed equilibrio soprattutto un senso di comunione
Finalmente erano diventati un canto unico fino a un battere di mani serrato ordinato a scandire cori le rime storiche gli slogan più cari
E così anche le bandiere prima onde laterali poi l'unico ondeggiamento coordinato avvolgente la tifoseria bianconera perfezionava il proprio ritmo mentre lo stadio diventa una specie di giocattolo lucente con i conti con i contorni della grazia e dell'emozione
Sembrava tutto fin troppo bello e giusto in quel momento allo stadio Heysel di Bruxelles
Lo schiaffo che interruppe la chimica di quella magia fu l'urlo di un ragazzo guardate la giù nell'altra curva gli inglesi caricano caricano
Girammo tutti verso la curva opposta di colpo cercando di mettere a fuoco cosa stesse accadendo la prima cosa che notammo fu un fuggi fuggi generale dal settore Z verso il muretto di cinta della curva una macchia bianconera che si spostava velocemente verso la nostra sinistra
I tifosi del Liverpool sembravano avere sfondato la fragile recinzione perché russo delle magliette trascinava invadendo il settore dei tifosi juventini
Bastardi sussurra un signore davanti a me con spiccata cadenza marchigiana intuendo che qualcosa di brutto stava per accadere
Erano le diciannove e zero otto e la bellezza di quel pomeriggio cominciava a vacillare eravamo sorpresi spiazzati e increduli
A un certo punto vedremo chiaramente la macchia rossa degli invasori fare dietrofront la fuga di Fusi italiani rallentare
Forse sono intervenuti i gendarmi pensammo ora divideranno rinnovo i due settori nostri potranno tornare al loro posto ma erano speranza piuttosto vana
Guarda di nuovo caricano di nuovo un'onda rossa anomala ancora senza alcuna regola di natura i supporters direbbe stavano invadendo di nuovo il settore dei tifosi italiani la rete da pollaio per i divideva sembrava polverizzata
Spariti e materializzati sembravano anche i pochi poliziotti chiamati a presidiare quella delicata linea di confine
Quindi gli inglesi ritirarsi di nuovo e tornare nel loro settore forse finita infilai l'occhio nella mia Super otto e cominciai a riprendere lo zoom mi aiutava a capire perché ora li vedevo i pochi pochissimi gendarmi lì sotto il blocco Z però si agitavano sembravano smarriti come noi sorpresi impotenti lì sull'erba guardarsi intorno gesticolavano si muovevano in direzioni diverse e scomposte l'incarnazione assoluta del caos e dell'improvvisazione intorno a me intanto si era creato il vuoto come se l'onda avesse colpito anche noi oltre alla cinepresa avevo con me un piccolo registratore lo accesi registrare quello che vedevo fu un gesto istintivo senza un perché
La giù in tanto terza carica dell'inglese che invadevano di nuovo il settore Z un'altra onda compatta il veloce come un morso assurda e letale ma possibile che nessuno provi nemmeno a fermarli
Altra angoscia senza risposta ormai la maggior parte degli occupanti di quel settore era paurosamente ammassata in uno spazio strettissimo
Molti provarono a scavalcare il molto ad la curva altri tracimano sul campo
Solo dopo avremmo saputo i dettagli di quelle cariche gente in fuga terrorizzato dei giovanissimi nerd come in inglese che scagliavano mattoni bottiglie sassi che colpivano come coscienza ecco la violenza bestiale venendo sempre più avanti
Sono le diciannove e quindici gli ultrà aderenze rientrarono nel loro settore la nostra curva qualcuno lancio dei fumogeni sulla pista di atletica molti urlavano basta basta fermateli i primi segnali di rabbia di chi era costretto ad assistere impotente a quella folle aggressione
Quando il fumo si diradò mettemmo di nuovo a fuoco la situazione dall'altra parte dello Stadera un'immagine poco rassicuranti ragazza cantano e faceva girare il suo binocolo perché non credeva a quello che sta vedendo
I nostri connazionali aggrappati al muretto di cinta l'uno sull'altro schiacciati a un'estremità della curva in un disperato tentativo di fuga
Da una parte di gradinata dalla capienza massima di mille persone c'erano almeno tre mila con la bocca spalancata non più per cantare adesso come pochi minuti prima ma per cercare di respirare
Le braccia che fino a un attimo prima si alzavano verso il cielo per io sul tare ora erano uno Scudo di difesa
E le mani che scandivano il ritmo dei cori erano diventate ganci per restare aggrappati alla vita corpi interi montavano funzione gesti in pochi istanti stretti dentro questa morsa terribile inattesa e inspiegabile
Erano ormai le diciannove ventinove minuti ci passavamo questo binocolo l'un l'altro dietro ci chiedevano cosa stesse accadendo il muro cede urla un ragazzo dietro di noi
Si vedeva a occhio nudo un pauroso ondeggiamento dei tifosi naufraghi che cercavano disperatamente una ciambella di salvataggio lo stadio era ormai un focolaio di cori anomali scomposti gli sguardi atterriti urla isolate quelli che non erano ammassati vicino al muretto continuano a scappare su una pista di atletica ma dopo non arrivavano gli inglesi ci pensavano i gendarmi come gendarmi sì il gendarme perché loro non distinguevano tra i tifosi in fuga e gli aggressori
E quindi manda nella Roma chiunque cercasse scampo sul prato
Ma gli aggressori erano ben riconoscibili anche dalla nostra posizione ovviamente bastavano i colori delle sciarpe dei cappellini bianconero e biancorosso
Difficile fare confusione tra questi colori però la polizia belga ci riuscì forse abbiamo pensato che non sapessero nemmeno che partita si stesse giocando quella sera
Scorge molti tifosi italiani scappare verso la parte alta dello spicchio Z saltare su una casupola di legno in cima catapultarsi fuori dallo stadio intanto arrivavano altri agenti a quel punto saranno stati al massimo un centinaio
Ora i gendarmi devono dividersi perché anche dalla nostra parte l'aria si era fatta incandescente la nostra curva più che più che capire aveva intuito e rotto gli argini qualcuno parlava di italiani feriti ma le notizie rimbalzavano imprecise veloci frammentarie concitate
Le nostre uniche fonti erano le radioline di qualcuno che masticava un po'di francese
Gli altoparlanti intanto gracchia come inviti alla calma appelli surreali quasi provocatori se non offensivi perché mai avremmo dovuto restare calmi davanti a quello che stava accadendo perché e cosa voleva dire calma in quella centrifuga impazzita di rabbia e paura
Altro che calmi eravamo arrabbiati e spaventati impotenti
Italiani intanto precipitavano l'uno sull'altro travolgendo si avvicenda nel settore Z cercando spazio e cercando scampo in spazi che Siri stringevano a vista d'occhio
Il muro laterale sotto il peso della folla crollò di schianto come cartapesta e le persone caddero una sull'altra una pila tragica di core
P che non potevano respirare mentre altre stavo impigliati in quell'assurdo filo spinato Esterno misura di sicurezza da campo di concentramento
Alle diciannove e trentadue collo su tutto e tutti otium silenzio lunare assoluto e tremendo sulle gradinate sarebbero state centodue persone trentanove di loro poi come sappiamo non ce l'avrebbero fatta
Il clima da sempre più teso lo stadio ormai erano era come una stanza satura di gas che poteva esplodere la prima scintilla continuavano gli appelli alla calma noi continuavamo ascoltarci negli occhi in cerca di notizie come dell'altro in cerca di conforto nello sguardo all'altro
Alle diciannove e trentotto arriva un altro squadrone dei gendarmi accolto da un applauso sarcastico del pubblico
Si distribuirono su tutto il perimetro del campo formando cordoni di sicurezza di fronte entrambe le curve una specie di diga precaria e tardiva dopo le ondate fatali
Tutti intuimmo che il peggio si era ormai consumato ma non ne conoscevamo nel peso nella gravità
Arrivò la notizia dei tre italiani feriti forse accoltellati dissero poi un'altra voce gelò il sangue sono molti di più la nostra curva urlava buffoni con tutto il fiato che aveva in gola e gendarmi militari incapaci incompetenti e ridicoli
Qualcuno comincia a parlare di un morto altri addirittura di un bambino accoltellato a un gruppo di ultrà bianconeri però non bastò qualcuno ne bastarono a quelle voci incontrollate duro volevano entrare in campo sapere e capire
E così guadagnano la pista di atletica affrontarono gli agenti con i bastoni delle bandiere
I poliziotti indietreggiano spiazzati intanto in molti avevano già ritirato gli striscioni in segno di protesta altri li avrebbero seguiti via le scritte via i nomi dei club via gli slogan vie nome delle città ora non c'era più provenienza mia geografia tutti uguali dentro la stessa giostra che però girava al contrario
La maggioranza alla nostra curva chiedeva ora agli ultra di fermarsi dismette la qualcuno urlava addirittura giochiamo atti volevano scappare uscire da quella follia ma la porticina là in alto era una boa di ottanta centimetri in un mare in tempesta e dunque irraggiungibile
Eravamo su un palcoscenico impazzito in cui nulla ormai sembrava più avere un senso ed erano le diciannove e quarantanove minuti
Sul tabellone rettangolare una scritta surreale si prega di contenere ogni manifestazione di gioia o di disapprovazione nei limiti della sportività e di collaborare con i servizi di sicurezza nell'esercizio delle loro funzioni per un istante riuscimmo anche a sorridere
Intanto giunsero anche i poliziotti a cavallo in fila per due il capo formazione davanti agitava una spada dettando il ritmo dell'ingresso in campo una scena grottesca l'intero stadio fischio con tutto il fiato che aria nei polmoni
Sembrava una farsa ed era invece una tragedia di cui ancora non conoscevamo
Nell'entità nei finale la polizia a cavallo sul campo girava a vuoto su se stessa senza fare nulla dall'altra parte dello stadio invece avevano formato un cordone dei gendarmi per dividere il settore Z da quell'occupato dagli inglesi stava facendo solo ora alle diciannove e quarantanove maledetti
Le venti zero cinque in teoria mancavano dieci minuti all'inizio della finale di Coppa dei Campioni io pensavo ai familiari e gli amici a casa i quattrocento milioni di persone che avevano appena chiuso la televisione aspettandosi di vedere una partita di calcio in una serata di festa scoprendo invece di essere in diretta con una guerra
In cielo beffardi sfrecciavano addirittura degli aerei militari
Un altro rumore assurdo e surreale sullo stadio sotto al settore Z intanto vicino lo striscione di Bisceglie è un altro del Monterotondo Juventus Club
I tifosi juventini che avevano cercato scampo sul prato non ne volevano sapere di risalire in quella trappola mortale e arrestarono ovviamente lì nonostante i manganelli dei gendarmi figurarsi nulla rispetto agli hooligans ma quelli insistevano e a manganellate li invitavo li spingevano
Per tornare al proprio posto ma quale posto
Ma dove diavolo sarebbero dovuti andare coi poveracci e perché era forse un posto quel settore il settore Z allora piuttosto un inganno un incubo legalizzato una destinazioni criminale
Le venti e quindici nessun fischio d'inizio nessuna finale
Lo stadio era un campo di battaglia sopra di noi erano arrivati a tre elicotteri di Puma bianchi e rossi
Le venti e ventinove minuti apparvero le maglie bianconere di Tardelli e Cabrini e brioche pochi metri a noi sotto la nostra curva subito circondati strattonati da decine di persone Manno scapparono prestarono lì piantati sulla pista d'atletica
Arrivarono anche sci Rea Platini Boniek Bonini Tacconi e Brjansk a parlare con i tifosi ascoltando le loro richieste ascoltando loro preoccupazioni la pressione intorno allo sia si si allentò ma l'atmosfera sugli spalti resto incandescente giocatori bianconeri si sbracciava avanzavano la voce
Parlavano con quelli rimasti ordinatamente sulle gradinate poi fecero ampi gesti con le mani per invitare tutti alla calma e tornarono verso gli spogliatoi con aria niente affatto Serena
Spesso si dice che simili interventi siano del tutto inutili quando la situazione così drammatica invece quel gesto produsse un immediato effetto benefico come una specie di carezza noi che eravamo sorta di animale ferito
Ormai lo scenario di fronte non era quello di una guerra civile lo che tutta la polizia di Bruxelles intorno a quell'ora fosse ormai allo stadio Heysel l'odore di bruciato nell'aria dettava le narici e arrivava fino in gola
C'era un frastuono terribile la musica dello stadio prima così armonioso era diventata un informe stratificazione di urla e di rumori corpi estranei nella colonna sonora della finale di calcio
A un certo punto un signore di fronte a me che teneva per mano un bambino che ha avuto dieci anni mi tirò per il giubbotto e mi sussurrò sette morti anche due bambini
Hai sentito
Lo disse sottovoce perché forse immaginava forse avrebbe potuto innescare quella notizia in un clima del genere lo guarda negli occhi gli chiesi perché corsisti dicendo a me ma sei sicuro gli chiesi
Fece cenno di sì con la testa l'avevo sentita anch'io con la notizia qualcuno dei primi aveva riportato questa voce ma l'avevo respinta vagamente si era rifiutata di registrato a Roma mi fissava in curva vale la Bre una smorfia di dolore incredulità poi i suoi occhi sembrano spegnersi guardare altrove
C'erano stati l'intero che urlava e lui con la cosa ma disse sottovoce
Presto però quel sussurro divenne inevitabilmente un urlo passa di bocca in bocca quando arrivava era un pugno nello stomaco ventuno morti ragazzi ventuno morti ventuno italiani morti la giù
Adesso non potevano più fare finta di non sentire il pugno era troppo forte prima sette ora ventuno ma forse di più era qualcosa che ti cambiava il respiro che ti cambiava il battito del cuore come se il braccio di una gru
Ti agganciasse ci tenesse sospeso per un attimo sopra lo stadio costringendo Chiara strafare ad astrarre per capire per comprendere per salvarti
Un attimo soltanto poi questa duttili buttava giù in quell'incubo senza riguardo perché ora sapere ora qualcosa avevi capito
Però ti tesi diffusa velocemente in tutta la curva molti tifosi nel settore urlarono andiamo via andiamo via e chiesero di non giocare la partita alcuni capi ultrà con i megafoni chiesero ancora insistentemente di rimuovere gli striscioni rimasti
E gli altri eseguirono mi sta lì dentro una rabbia che non sapevo che non conoscevo cercai di controllarmi di darmi una direzione in quest'inferno scese di nuovo sulla pista tanto del cancelletto era aperto chiese ragazzi da Croce Rossa quanti fossero davvero i morti ma mi risposero che Edolo non lo sapevano che sapevano solo che gli inglesi avevano caricato le si Taliente intanto gli altoparlanti dello stadio continuavano a diffondere messaggi personali Francesco Rossi comunica al cugino Daniela di aspettarlo di fronte all'ingresso tribune e così via
Lentamente il prato sembrò svuotarsi confusamente in sottofondo urla cori elicotteri gli zoccoli dei cavalli sulla pista d'atletica alle ventuno e trenta su tutto quel rumore di fondo così estraneo un campo di calcio risollevò accomuna braccio la voce di Gaetano Scirea il Capitano e la Juventus
Arrivo chiara e dolce quella voce nonostante il riverbero metallico dell'amplificazione
La partita verrà giocata per consentire alle forze dell'ordine di organizzare l'evacuazione del terreno state calmi non rispondere a provocazioni giochiamo per voi
Dio finalmente una voce pensammo qualcuno che ci parla che si rivolge a noi per dirci qualcosa qualunque cosa
A quel punto dopo le parole di Scirea c'avevano fatto tornare per un istante alla situazione reale umana ebbi come la sensazione di entrare in una specie di bolla si accesero i riflettori il prato ormai era sgombro ingombro sgombro ma non libero circondato piuttosto da centinaia di poliziotti in assetto anti sommossa due mila adesso non si capiva forse di più
Ma avevamo sognato quello che avevamo visto e sentito fino a poco fa prima forse non era vero ma si giocava davvero dovevamo essere contenti che si giocasse oppure no
Ancora domande senza risposta perché galleggiavano su qualcosa che non capivamo ci guardava negli occhi l'uno con l'altro entrava in preda alle domande allo smaltimento come congelati dentro quello stadio ormai lontano da noi lontano da tutto come zone che camminano sulle macerie di un sogno io e tutti quelli intorno a me nello spicchio o della nostra curva
Le ventuno e quaranta
Fuori le sirene delle ambulanze sette morti ventuno morti chissà forse di meno forse di più ma che differenza fa uno solo sarebbe già troppo una contabilità folle anche solo uno una strage il settore occupata dagli inglesi intona uno slogan grottesco We want fumble We want Fútbol ladro della partita André da Ina si guardava intorno a chissà cosa pensando in tre
Giunse lentamente il centro del campo con le squadre già scritte già schierate con il braccio verso il pallone il fischio che diede il via alla finale di Coppa dei Campioni Juventus Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles erano le ventuno e quarantadue minuti
Intorno al campo di gioco gendarmi sette la cavalleria nel sogno riusciva a tifare ancora non sapevamo come reagire di fronte la decisione di disputerà l'incontro di fronte a noi stessi
Si gioca nonostante quello che è successo sul serio ma si gioca per prendere tempo per evitare una guerra notizie che ci arrivano sono dei morti sono vere o sono false
Le immagini del campo erano quasi sfocate l'audio attutito il tempo rallentato tuttavia tentammo ugualmente di agganciare al nostro sguardo al pallone che rotolava di farsi catturare un posto vide da quella partita
Non avevamo un disperato bisogno per metabolizzare qualcosa che era parecchio più grande di noi e che rischiava di travolgere cit
Dopo il fischio finale in cima al settore M della nostra curva un bengala rosso illumina lo striscione della Juventus Club Torino che non era stato rimosso una specie di illusione di normalità
Restammo tutti al nostro posto minuti lunghissimi pieni di niente intanto l'aggiustavano facendo uscire tifosi inglesi ma presso il pubblico rimase al proprio posto e anche noi
Continuammo a fissare i riflettori dell'Heysel come ipnotizzati il campo verde ormai vuote rosso ocra della pista di atletica del tutto inghiottito dagli stivali l'esercito belga che occupava ormai ogni corsia
Dopo pochi minuti da giù non c'era più nessuno il block BZ restava muto e deserto immerso nel suo dolore assurdo e innocente
Il giorno dopo il mattino arrivo in un lampo insomma era una specie di fuga il naturale disperato tentativo di convincere me stesso che fosse stato solo un brutto sogno duro solo pochi istanti guardai
La mia faccia bianca nello specchio verticale appoggiato vicino al letto la tv trasmetteva notizie aggiornamenti sulla strage allo stadio
Ventiquattro ore prima il termine Iselle in fondeva gioia sulla pronunciato era diventato un buco nero adesso un fremito un insulto un suono orribile vagava amo in centro senza una meta precisa il corpo e la mente che chiedevano solo di scaricare respirare riassestare il motore recuperare un po'il senso alla realtà
Eravamo ancora ben tra quella specie di bolla avevamo capito cosa era successo quando riuscivamo ancora razionalizzare a declinare emozioni chiare avere un pensiero lucido su ciò che era accaduto
Insomma continuava a galleggiare anche se stavamo camminando in un attimo
Decisi distinto ritornare alla XL presi la metropolitana scesi poco distante dallo stadio Insolera velato di grigio la bella luce del giorno prima era sparita
Mi fermai da un fioraio compaio mazzo di margherite scrissi di getto un biglietto le infilai fra i fiori forse era un modo per parlare con persone che non conoscevamo ma che sentivamo vicina
L'ingresso della Isella era pieno di polizia i lampeggianti accesi ben visibili anche da lontano decisi che dovevo entrare portare le margherite e quelle poche parole sulle gradinate del settore Z dovevo e basta a qualunque costo non avevo alcuna intenzione di lasciare quel Mazzoli all'ingresso
Un poliziotto mi fermo bruscamente gli urla in faccia cose che poi la memoria cancellerà ma fui convincente perché mi tolse le mani di dosso e con la radio chiama un suo superiore che arrivo subito
Mi fissò con occhi difficile da dimenticare restò in silenzio per qualche secondo infilo in quello spazio lo sguardo triste e impotente poi afferrò la radio impartendo un ordine col suo accento mi impedì di cogliere però arrivarono due agenti non mi arrestarono invece mi accompagnarono dentro lo stadio
Una volta dentro mi ritrovai immerso in un silenzio irreale guardando il blocco zeta ammissiva giallo il sacco bisognava fermarsi un attimo a fare un bel respiro prima di avvicinarsi
Attraversare la pista d'atletica e arrivai fin sotto il settore Z di fronte a me uno spettacolo difficile a dimenticare le gradinate erano un vero e proprio campo di battaglia il vento sibila me faceva spacciare quel nastro di plastica bianca rossa che delimitava l'area l'unico rumore che arrivava alle orecchie cammina e con discrezione per terra c'erano sciarpe pezzi di bandiere brandelli di vestiti giornali panini ancora nel cellophane
E ancora calzini scarpe bottigliette Cappellini cinture Phil più occhiali buste di plastica il sogno spogliato offeso e violentato
Mi diressi nel punto in cui Muretto cedette gli oggetti a terra si moltiplicavano una sensazione terribile come camminare sopra un sudario su una gigantesca Sindone di cemento andato a male
Rallentare ancora il passo per non disturbare quel luogo così fresco di dolore le balaustre di ferro cemento erano completamente piegata e perché il peso della folla in fuga l'aria divelte come fossero di burro
Continuai a salire con circospezione quasi in punta di piedi senza calpestare nessuno degli oggetti atterrati fotografavano in modo impressionante quello che era accaduto la sera prima oggetti che sembravano fissarne ma della specie di macerie di guerra pure ancora positivi
Vengo in pace pensavo voglio solo deporre un mazzo di fiori vicino a quello che resta di quel muretto abbracciarli per come posso interrompere per un istante questo strazio senza senso senza amore senza perché
Voglio soltanto portare un po'di calore nel gelo nel gelo di questa curva che nessun sole riuscirà più a scaldare
Posa il mazzo di margherite con le parole nascoste non biglietto vicino ai resti del muretto del blocco Z n inginocchiare resta lì fermo in ginocchio di fronte a quell'abisso non so per quanto cinque minuti mezz'ora
Pensa intensamente a quello che era successo poche ore prima forse pregare ha intanto chiusi gli occhi non riuscivo più andare via volevo restare lì a proteggere quel luogo quel tappeto diresti di oggetti e di magliette che sembrava ancora chiedere aiuto
Mai visti prima tanti oggetti urlare così forte provai a ricordare come la curva prima delle sette della sera colorata gioiosa e festante intanto il vento aumentava alle mie spalle che ora era come una specie di respiro come un lamento
Mi assalì un brivido mi alza in piedi appoggia e l'ultima carezza in terra e comincia a scendere
Pesci gradini della curva a testa bassa registrando ancora ogni oggetto ogni dettaglio pensare ai familiari delle vittime a quanto Rebbe fatto loro male camminare dentro questa gigantesca ferita aperta
Poi buttare l'ultimo sguardo a quella maledetta rete da pollaio piegata per terra restai allibito quando sulle gradinate vidi alcune lattine di birra ancora chiuse poi sassi vetri bulloni
Era l'arsenale operaio degli hooligans i loro proiettili a buon mercato poi intento cessò l'aria resto immobile
Prima di andare via racconta tutta la rabbia la forza che avevo e tirai un calcio un pezzo di muro dello stadio verso l'uscita lasciare l'impronta dalla mia scarpa con un buco profondo un centimetro l'aria del non era uno stadio era un giocattolo di cartapesta era una trappola di cemento ma
Veniamo ad oggi veniamo alla memoria una volta per ricordarsi qualcosa di importante
Molti di voi ricorderanno si faceva un nodo al fazzoletto non c'era BPD un telefonino ma un semplice nodo di stoffa la scrittrice americana Barbara Keane solver sostiene che la memoria una faccenda complicata imparentata con la verità ma non è la sua gemella
A me piace pensare che si possa imbrigliare il destino di questa frase se non sovvertire uno e che nel caso delle Isella memoria posso diventare la mia sorella della verità posso provare a fare immaginare il dolore quel due ore di cui nessuno parla mai
Occorre istigazione alla memoria occorre cura e manutenzione e mi piace pensare a questa cosa della manutenzione della memoria
Come una specie di lavoro in cui ci si sporca le mani quotidianamente tra Grasso bulloni e viti e chiodi e colla e di vernice
Mi piace pensare che un giorno gli imbecilli senza memoria la smetteranno di insultare alle vittime delle inserti loro familiare
Mi piace pensare che un giorno quelli che ancora oggi in qualche bar o sui bar dei social network stanno lì a sparare sentenze su quella coppa sul fatto che si dovesse giocare o meno
Beh la smetteranno e cominciando magari a chiedere davvero delle Isella ammettendo di non saperne nulla e a chiedere piuttosto chi fossero
Rocco Bruno Alfonso Giancarlo Andrea Giovanni Nino Willy Giuseppina dire Dionisio Eugenio Francesco Giancarlo Alberto diciamo Giovacchino Roberto Barbara continua tutt'
Franco Gianni
L'olio Luciano Luigi Benito o altri Domenico Antonio però Mario Domenico Tarcisio Gianfranco Mario
Tarcisio io a Michel grado
Gentilmente un minuto di silenzio ricco grazie
Voglio giocosa battaglia
Voglio dire nient'altro se non l'intenzione figuriamoci ovunque
Vissuto lungo prego non solo io tanti qui quei tragici momenti introducendo l'organo contenuto
Nel film significa tutto quello che c'era da dire concluso Maria opinione adesso veramente decrescente fuori quello che effettivamente anche cosa vuol dire non solo assunta Martino
Ridotta
Quando generosamente capisco capisca quello effettivamente è facile fare autorità faccio tale Parisi ci ritrovo guardare
Obiettivi da da il faccendiere diventino ricostruttiva sarà il Pubblico ministero possono essere ufficio postumo contribuire ma innanzi alla
Anzi al server per
Allora anzitutto lui tornerebbe a chiudere speriamo non siamo stanchi
Di sentirci ma vorrei ritornare chiudendo proprio sul tema principale un po'sul manifesto di di questa strada che cos'è la condivisione è una parola bellissima che però insomma non è che poi si metta in pratica così spesso no
E allora insomma qui c'era ragazzo prima che
Che esibì che ha esibito con la meravigliosa bandiera del più trentanove
Somma granata mi sembra insomma di ricordare che pochi giorni fa i punti di contatto di condivisione siano stati un po'più soli degli altri anni e questo mi conforta e questo però è un tema che deve essere un punto di partenza non desse un punto d'arrivo quindi
Credo che questo possa suggerirci strade da da percorrere perché significa che si può fare non è vero che non si può fare
In qualche modo anche se insomma magari è complicato però non non sono i segnali importanti ciò detto lo dico perché voglia di andare a colori diciamo all'inizio
La questione ai se l'è una versione per forza trasversale perché riguarda cittadini fra tre minuti juventini c'era un simpatizzante dell'Inter centottantatré neutrale insomma che tenta l'Amati sono cittadini e poi certo sono tifosi juventini in gran parte
C'è un signore che purtroppo da mancare pochi giorni fa prima di Natale anzi è che si chiama Felice Pulici che i i meno giovani come noi ricorderanno bene insomma portiere del dello scudetto della Lazio
Portiere che aveva anche nazionale ma su tutto uomo di grandissimi valori di grandissimo temperamento traccio scoperto proprio branche suo funerale che erano tratto gremiti insiemi
Che faceva beneficenza come va fatta di nascosto mi aiutava persino una selezione di sordomuti tanto che era commovente vedere che una comunità loro era presente c'era e c'era una un signore che spiegava
E traduceva la messa con la con linguaggio dei dei gesti
Perché anche in quel settore senza nessuna riferimento familiare che lo inducesse a questo lui si era infilato per cercare di dare una mano accadde che durante un programma in tv due mila lui parlammo di I se le e e fu uno di quelli che insomma
Volle che privi più Disma io non non mi basta uno capito voglio capire di più
Gli regala il libro e lui volesse Toni chiamo vicino ma quando fai la prestazione devo venire a la presentazione Polibio perché devo leggere il racconto di
Che che che riguarda Andrea Casula Andrea sulla perché non lo sa il bambino che morì del settore Z insieme insieme al papà
Aveva nemmeno undici anni veniva da Cagliari
Scritto a scuola calcio Gigi Riva ed era troppo a sinistra appassionati scrivendo se poteva suo regalo per la promozione andare lì col Papa
Felice disse no io questa storia dei con la voglio raccontare Enrico felici figure dei piani sono ben contento Trichet non sapeva che in quella presentazione
Tra di noi c'era la sorella di di Andrea si chiama Manuela che una persona di grandissima discrezione
Lui arrivo casualmente per fortuna abbiamo una telecamera perché la presentazione e volle leggere a tutti i costi personalmente vuole mettere insomma la sua persona e la sua storia di uomo e di calciatore al servizio del ricordo di Andrea di André Katsura e sono tre minuti che forse vale la pena credo vedere
Gli ha creato nei cross curiosità perché io la partita l'ho vista allo vista davanti a un fatturato delusione
E
Questo libro mi ha riportato dentro in quel momento
Come vista portando dentro in questo momento perché questo libro è talmente sempre insieme alla sua costruzione
Che di far rivivere quel momento da lontano
Però mi porto dentro
Prima è stato fatto un accenno del del comportamento tenuto dai migliori sta che rappresenti le dalla sua lettera la parte dei biglietti perché poi ha paura che non gli anticorpi mai poi sono di più però preferisce questi sicuri eccetera eccetera
E quindi parte questo suo vettura descrive molto bello sgomento Teti treno di Bruxelles
Bruxelles è ovvio che che la produce queste però venti fustelle era una cosa anche bella non lo so per certo prosegue
Arrivati Roberto Recchia iniziativa intanto tetro Topolanek dopo i fatti è entrato in questo
Questo negozio prendere cioccolato alla che aveva questo ma questa
A farfalle tra poneva decantava è una è qualcosa di suo
Perché lui l'ha fatto quello però
Gli anni si va come segnare il giorno prima
Quando un papà
Strillato passati bastardi riconsegna il figlio in mano
Va a controllare che si fa male perché voleva andare dall'altra parte proprio nel nel settore Z poi ritorna
Lo ringrazia
Strappa un pezzo fischiata per legarsi tornano
E si inginocchia
Col bambino Franzi no e un episodio che premonitore che poi arriva il discorso
Dicevo che ho ritenuto di mettere
I punti per cercare di capire scritti parlare di visto che se la presenza anche di una persona che potrebbe questo mito anche
Soffre maggiormente questa situazione
Perché c'è un una situazione di un papà con un un figlio che non che ha un figlio sempre però che arriva l'esaltazione così che gioca a calcio richiesti che si fa la porta o mette il cappotto come ti pare come giocavo io
Anch'egli è come ci siamo tutti che gli arriva questa opportunità per tornare richiede se la Juve va in finale andiamo
E guarda caso succede anche che si verifica questo episodio si verifica questo momento il Papa quando glielo comunica a lui lo dice al Mondo
E poi ecco arrivo eccetera
Succede di tutto provvedendo alle cose che perciò gratuito un giorno prima poi forse non si sa non sappiamo però talmente buoni invece collettivi
E stavo potendo
Dov'è il sesto punto troppe de paura
Prende paura perché affetti che anche il Papa
Si modifica cambia lo strinse ottiene
Poi c'è un momento di pausa esile dove lui può chiedere non si allenta un po'tutta la tensione dovevi chiedere
Ma cosa sta succedendo non non ti preoccupare sto tranquillo perché c'era un momento di di visto poi un'altra carica un'altra ancora
E il tondino si stringe sempre di più sul padre
Dispiace lo leggo io quest'ultimo pezzo di questa
Lo devo ciò che vuol dire
E lei migliora per tornare
Allora Giovanelli non molla Giovanni dotato Andrea circa di rimanere in piedi
Siamo nel nell'ultimo momento dove non si capisce più nulla costantemente su
Di prendere fiato di proteggersi teca eccidi quelli che scatta
Ma a un certo punto non senti più la
Non trova più dolore non ha più paura
Si stringe forte su fra sì si stringe forte e basta
Se la Felice Pulici e così voleva ricordare Andrea Casula è a me piaceva ricordare Felice Pulici e credo che meriti un applauso
Io per concludere la serata visto che questa giornata
Mi dica della sul viva ricorda un'altra ma ci sono i nostri nemici Mosca quella del venti ottobre del mille novecentottantadue significhi mosse va be avrebbe generato rilievi uniti nel ricordo buttare
Appunto testimonianza che vada oltre CDC rivolto Bellisario mezza dunque perché a volte nuove
E come tale
Stabilisca grazie