Mario Pannunzio, il significato delle sue scelte liberali, la sua eredità culturale e civile

Una sera a tutti voi sono il generale Franco Caparezza sono il presidente dell'associazione Amici della Biblioteca nazionale universitaria
Ma questa sera rappresento anche il direttore Guglielmo Bartoletti direttore della Biblioteca nazionale
Universitaria che tramite me
Vuole dare il benvenuto a tutti voi
A questa manifestazione
Non sto a raccontarvi che anche questo è un luogo aulico importante della più antica biblioteca di Torino ma questa sera
Siamo qua
Perché
Se e spero che tutti voi leggiate
Questo libro inizia proprio quando si scriverà la storia ecco il Centro Pannunzio ha scritto e scrive la storia e voglio insieme a luglio grazie naturalmente al direttore quali viene ma tutti i suoi collaboratori che ora gli unire Luís
Perché ovunque ho avuto l'occasione di incontrarmi da un punto di vista sia professionale che soprattutto personale ho incontrato persone che credono in quello che fanno per il bene dalla cultura hanno creato e si è creato un luogo di confronto un luogo di dibattito un luogo di condivisione
Che fa bene alla cultura
Fa bene Alitalia fa bene a chi ha bisogno di pensare che ha bisogno di credere in qualcosa che ha bisogno di avere dei valori e io lo ringrazio devo dire con tutto il cuore di quanto aiutato anche noi militari e per la parte mia istituzionale in altri settori a portare avanti dei discorsi
Che fanno maturare
La nostra Italia
Allora
E termino prima di lasciare la parola
Al convegno per dire felicitazioni a tutti voi e a questo centro e
Per indicazioni per i primi cinquanta auguri benissimo
Ecco io ha però a nome del presidente Friedman
Sorda a sia stata così roboante come quella della Biblioteca nazionale ma suona iniziamo questo nostro incontro come nostra tradizione nelle occasioni importanti con l'ascolto dell'inno nazionale
Però
Tra
Senta
Autorità gentili ospiti cari amici del Centro Pannunzio questa è una giornata solenne ed importante
Ricordiamo oggi mezzo secolo di Centro Pannunzio con questo incontro e con una mostra storica documentaria molto importante che ripercorre la vita del centro a Torino e in Italia
Un saluto al presidente del consiglio comunale di Torino ai sindaci e agli assessori che sono qui oggi
La cui presenza e particolarmente gradita e che parteciperanno all'inaugurazione della mostra con il presidente del consiglio regionale Nino Boeti che ci raggiungerà più tardi per impegni al consiglio regionale
Desidero salutare le diverse delegazioni di soci che partecipando tutti Italia a questo incontro vorrei nominare ringraziare tutti ci son tanti amici autorevoli da salutare non vorrei dimenticarne nessuno
Devo ringraziare la Fondazione CRT che sostiene l'attività del Centro Pannunzio Losa era Fondazione Carlo Ferrero per la collaborazione data alla realizzazione della mostra
Non possono salutare la contessa Colonna Preti di Valsecchi che qui rappresenta la famiglia Pannunzio e che ha visto nascere il centro nel mille novecentosessantotto
Non possono salutare gli amici siciliani capeggiati da Erasmo omicidi gli amici di Bolzano capeggiati da killer ragazzoni gli amici di Gori capeggiati da Roberta Delfino Chiara Spadoni vittoria Barovero
Dagli amici liguri arriva la piastrella opera di Anaïs Tiozzo che esposta a questo tavolo creata appositamente per il cinquantenario del centro
Ad Alassio il sindaco e ci ho cani ha inaugurato recentemente una panchina del lungomare al cinquantenario del Centro Pannunzio che vedrete nel video che scorre
Ma soprattutto il nostro pensiero grato deve andare tanti soci che sono qui presenti a testimoniare il loro attaccamento al Centro Pannunzio che davvero è una tradizione che vive come disse con spirito profetico nel mille novecentosessantotto lo scrittore Ignazio Silone
Ringrazio anche i soci che condanna azioni spontanee hanno consentito questa giornata editore è un gesto nobile perché davvero il centro e un'associazione libera che si sostiene attraverso il contributo e il volontariato dei suoi soci
Non posso leggere per ragioni di tempo tutti i messaggi pervenuti che meriterebbero tutti almeno una citazione
Voglio ricordare che è possibile ottenere lo speciale annullo filatelico realizzato con Poste Italiane per il cinquantenario del centro
Il video realizzato magistralmente da Dante giordane Ingo che viene proiettato alle nostre spalle
Ci introduce allo spirito della mostra realizzata da Maria Grazia Imarisio e Diego Surace a cui ben altro grazie più sentito per la passione il rigore e l'impegno
Il presidente Alan Friedman non potrà partecipare per gravi motivi di famiglia che purtroppo lo tengono lontano dall'Italia a Luís il nostro saluto e il nostro augurio
Il Presidente emerito Camillo Olivetti invia il suo saluto affettuoso e il suo pensiero cordiale a tutti i presenti
Ringrazio la videoteca nazionale universitaria il suo direttore i suoi dirigenti e i suoi collaboratori per l'ospitalità e la preziosa collaborazione
Ringrazio il generale Franco Caparezza per la collaborazione come presidente dell'associazione Amici della Biblioteca nazionale ma anche come grande prezioso amico del centro
Il Pannunzio è un unico ma a livello nazionale l'unica realtà associativa intitolata Pannunzio il tentativo di copiarci fallì miseramente nel giro di pochi mesi nel due mila dieci
La tavola rotonda che sta per iniziare sarà incentrato sulla figura di Pannunzio e la sulla sua eredità rappresentata dal Centro Pannunzio
Anch'essa parteciperà i nostri illustri e Consorzio professor Dino Cofrancesco dell'Università di Genova la promessa mi professoressa Mirella Serri dell'Università di Roma il professor Gerardo Nicolosi dell'Università di Siena studiosi insigni dell'opera di Pannunzio
Sarà una tavola rotonda agile concentrata nel limite di un ora concluso da un intervento di per Franco Quaglini anima del centro e suo cofondatore insieme ad Arrigo Olivetti e Mario Soldati
La parola a Mirella Serri
è questa qua
Chi mi ha preceduto ha detto molto giustamente che il Centro Pannunzio
A aiutato a scrivere la storia ha scritto aiutato a scrivere la storia
Ebbene poiché il professor qua gli amici dirà come concretamente il centro Pannunzio ha scritto la storia ma io ve lo posso dire diciamo così in maniera metaforica
Probabilmente il mio libero che sia è stato dedicato a Risorgimento liberale
Che è un quotidiano diretto da Mario Pannunzio il libro si chiama I profeti disarmati ed è ambientato tra il mille novecentoquarantacinque mille novecentoquarantotto e ha come sottotitolo
La guerra tra le due sinistre il mio libro forse non sarebbe nato se non ci fosse stato il Centro Pannunzio
Ma non perché io conoscessi il professor quali ENI che realtà l'ho conosciuto quando questo libro era terminato
E non perché io ho fatto solo Pan mentre lavora una telefonata al Centro Pannunzio ma perché il Centro Pannunzio
Con un non sforzo veramente straordinario incredibile han mantenuto viva vivacissima la memoria di Pannunzio in tutti questi anni
E vi spiego che cosa ha a che fare con il mio libro
Quando uno storico lavora almeno io come storica quando lavoro segua anche delle suggestioni
Avevo finito un libro che si chiamava I redenti che parlare degli intellettuali italiani
Prima fascisti e poi comunisti antifascisti a brevissima distanza di tempo
E lavorando a questo libro
Avevo trovato il non citato il nome di questo giornale quotidiano di cui non sapevo nulla che si chiamava Risorgimento liberale
E Risorgimento liberale era diretto da uno straordinario intellettuale che si chiamava Pannunzio
Ebbene probabilmente seguendo appunto il mio istinto la suggestione forse non mi sarei dedicata conta passando giorni e giorni in biblioteca
A leggere questo straordinario quotidiano se non ci fosse stato il Centro Pannunzio perché il Centro Pannunzio anche come vi posso dire è un è una suggestione appunto è una è una è un'immagine anche a per chi studia la storia e per chi la conosce molto bene
Ha dato volevo dire scusate Non solo chi studia la storia chi la conosce molto molto bene ma anche a un pubblico molto vasto e molto ampio ha sempre tenuta viva l'immagine di Pannunzio
E questo è un merito straordinario del professor Quaglia ENI e questo è il primo elemento a un pubblico appunto che non è detto che sia necessariamente fatto di storici si sono Autori
Intellettuali scrittori non faccio i nomi che sono che hanno avuto un peso importante della storia d'Italia ma che nel nostro Paese che si è soliti dire non ha una grande memoria sono stati dimenticati
E poi non c'è invece non è stato assolutamente dimenticato grazie
Al Centro Pannunzio dopo aver fatto questo libro conosciute il professor quali ENI ed allora sono stata contenta di aver collaborato in molte circostanze
Con lui quindi dicevo questo è un elemento che secondo me con nota moltissimo il centro ma anche l'altro elemento che connota il Centro Pannunzio
è che il centro diretto dal professor quaglie ENI si è ispirato non solo al nome ma anche all'azione dell'intellettuale Pannunzio
E qui entro nel merito di Risorgimento liberale
Pannunzio è sempre stato uno straordinario ha esordito giovanissimo come direttore di giornale diciamo che nemmeno coreana finito gli studi e già era direttore
è stato uno straordinario intellettuale diciamo anche diciamolo una figura piuttosto rara nel contesto italiano
Che è uscito
Dagli schermi e dalle ideologie
E uscito dagli schemi dall'ideologia ed ha saputo sempre lavorare senza paraocchi molto liberamente per raccontare e descrivere la realtà italiana
Quando io
Ho scoperto Risorgimento liberale sono stata affascinata
Assolutamente catturata dal fatto che il Risorgimento liberale fosse un quotidiano che appunto non guardava in un certo senso non guardava né a destra né a sinistra era fuori dagli schemi conta era assoluta mente
Fortemente e convintamente antifasciste faceva una forte battaglia antifascista
Ma stiamo parlando di un periodo quando poi ha il suo exploit Risorgimento liberale si era in periodo di guerra fredda
Eppure non esitava a dare botte diciamo così a menar mazzate anche dall'altra parte cioè nei confronti del partito comunista
E naturalmente era molto ma molto difficile schiera non schierarsi in epoca di guerra fredda ebbene Pannunzio continua questa stessa attività sulle pagine di quell'altro diciamo di quell'altra testata straordinaria da lui diretta che si chiama il mondo
Ma perché io mi sono occupata di Risorgimento liberale mi sono occupata di Risorgimento liberale perché fino a che tra l'altro il Centro Pannunzio aveva anche compro un progetto che poi non è stato attuato per vari motivi era insomma di mettere on line questo la Contri di permettere un la e la consultazione di questo quotidiano ma io me ne sono occupata perché di devo dire l'ho trovato bellissimo modernissimo
E per il fatto che nessuno sino a questo fino a quel momento in cui io non ho scritto questo libro se n'era occupato
E nessuno se ne era occupato tranne dei Trefiletti che dicevano che era un giornale fatto benissimo
Perché è stato un quotidiano fuori dagli schermi assolutamente libero e indipendente e forse proprio per questo motivo è morto
Rapidamente Risorgimento Liberale nasce nella mille e novecento quaranta Tevere
Poi diciamo entra in clandestinità dopo l'otto settembre e poi riprende fiato in vita nel mille e novecento quarantacinque sotto la direzione di Pannunzio
E invece di volersi con optare il come un quotidiano di partito diventa osato prima l'aggettivo straordinario però lo voglio ripetere uno straordinario fatto benissimo
Quotidiano che fuoriesce dagli schemi e vuole essere un un giornale di mercato e pensate che nella sua prima nei primi mesi della sua vita addirittura vende cento mila copie poiché scende e si fermerà sulle trenta mila quaranta mila
Comunque appunto avrà una notevole diffusione
Quali le sue caratteristiche
Le sue caratteristiche vi dicevo è dietro un un'indipendenza di giudizio che poi magari il la la stampa italiana non dico che ha perso ma ha scelto la strada degli schieramenti ma in questo momento
In questo momento voglio dire nel mille novecentoquarantacinque quando Pannunzio esordisce con Risorgimento liberale e si rivolge soprattutto ai giovani si rivolge ai giovani si rende volge ai giovani
Ai giovani antifascisti ma anche i giovani così era che erano stati fascisti
E chiede loro appunto di sposare il suo programma
E il suo programma è appunto un programma di raccontare l'Italia chiesta
L'Italia nuova la nuova Italia che sta nascendo di non mettere di non nascondere di non celare e quello che è accaduto nel passato e di guardare avanti e di costruire l'Italia Louis si pone diciamo guarda anche ai socialisti e socialisti di Nenni
Non è ostile al Partito Comunista
E a un programma i suoi nomi tutti di liberale perché i suoi numi tutelari sono Benedetto Croce e Luigi Einaudi
Naturalmente poi dico naturalmente perché siamo in clima di guerra fredda per Pannunzio sarà difficile diciamo mantenersi in una posizione chiamiamola di terza forza o di terza via perché la la situazione storica lo spingerà a ad ingaggiare dei veri e propri duelli
Con chi sono questi duelli per esempio vi faccio un esempio molto noto ma poi che poi è stato dimenticato
Il giornale di Pannunzio pubblica un libro che diventa appuntate un libro che diventerà famosissimo che è di Victor club Sheng Co che si chiamava Ho scelto la libertà
Si trattava di un ingegnere che era è scappato dall'Unione Sovietica era approdato in America e raccontava pensate per la prima volta in maniera con forze molto realistica
Quello che stava avvenendo in Unione Sovietica a cominciare dai gulag
Dico per la prima volta perché naturalmente tutto il mondo occidentale compresi gli inglesi e gli americani essendo stati alleati dell'Unione Sovietica sovietica
Anche non solo negli anni di guerra ma anche in questi primi anni di post post bellici tendevano come dire a rimuovere quello che era accaduto negli anni e che stava accadendo in Unione Sovietica a partire dal mille novecentotrentatré trentacinque
Ebbene con un grandissimo scalpore il giornale di Pannunzio pubblica pur a puntate questo libro che poi verrà stampato proprio come volume succede uno se si realizza uno scandalo di livello internazionale il cuoio un giornale comunista che si chiama le lettere Frances denuncia create scene in cui e Risorgimento liberale e si avrà un processo spettacolare
Dove vi faccio solo un nome a testimoniare sarà chiamata a su quello che accadeva in Unione Sovietica sarà chiamata
Margarethe Buber Neumann che era la vedova di un di un leader tedesco che sarà poi che era stato scusate giustiziato da Stalin e che sa era stata prigioniera Silvia dei nazisti sia dei sovietici era stata consegnata dai sovietici ai nazisti ed era stata tenuta in campo di concentramento ecco naturalmente la pubblicazione di queste sono l'esempio naturalmente la pubblicazione
Di questo di questo libro che sarà uno scandalo così forte che però porterà a
Ad avviare una fortissima polemica tra il partito comunista italiano Risorgimento liberale
Da qua a partire da questo momento le polemiche tra questi nonostante Risorgimento liberale abbia una fortissima pulsione diciamo contro il fascismo i residui del fascismo sia fortemente antifascista ingaggi era moltissimi i duelli con L'Unità e con la stampa comunista e questo lo farà su moltissimi temi che vanno dalle foibe dalla da quello che sta succedendo nella Jugoslavia da quello dal dal problema dei reduci di guerra dal problema dei prigionieri italiani in Unione Sovietica che per esempio la cui presenza per esempio viene negata continuamente
Dalle dalle testati dagli organi del partito comunista mentre poi negli anni Cinquanta quando questo quotidiano sarà avrà finito la sua il suo percorso scopriremo che saranno meno di un po'Suma quasi circa cento sono stati circa cento mila ebbene ecco dicevo in questa scelta di percorso
Risorgimento liberale viene poi messo all'angolo all'angolo comunque viene costretto a una posizione chiamiamolo così di estrema resistenza
Quando morì Risorgimento liberale Pannunzio dà vita a un altro
A un altro un'altra testata anche questa assolutamente particolare
Che si chiama il mondo il mondo come ha detto Arbasino è stata una specie di Agorà una specie di di centro diciamo di di luogo di dicendo di cuore pulsante dell'intellighenzia italiana
E avrà come collaboratori ancora Croce e poi sempre mini e poi Ernesto Rossi insomma tutta la crema del delle dell'intellettualità italiana ecco direi che questi due questi due esperimenti giornalistici valgono a connotare il Pannunzio come un intellettuale devo dire assolutamente anomalo nel panorama culturale italiano
E direi che un intellettuale che ha dato la sua impronta anche qua non essendoci più al centro Pannunzio che si è mosso il Centro Pannunzio intendo col suo direttore con appunto i suoi dirigenti proprio seguendo le orme
Del centro a cui è intestato seguendo le orme di Mario Pannunzio grazie
La parola quindi a Gerardo Nicolosi
Ringrazio Pierfranco vuoi ieri per aver voluto che io fossi qui tra i relatori in questo giorno importante per il Centro Pannunzio
Io devo dire che il centro che che portava il nome di Pannunzio è sempre stato un punto di riferimento diciamo per gli studiosi è in qualche modo mi sono occupato di questo grande personaggio
O Hrabal come io volevo soltanto mettere in evidenza alcuni tratti della personalità di Pannunzio e poi parlare un po'del centro che mi sembra doveroso ora e da già stato ricorda
Non fu soltanto un grande giornalista ma anche un grande organizzatore di cultura ora ci sono vari modi per di di di operare di distinguersi nell'organizzazione della cultura Pannunzio si distinse soprattutto per questa grandissima capacità di aggregare uomini aggregare uomini delle più dalle dalle più svariate esperienze provenienza attorno ad un progetto culturale ad un progetto editoriale in in attorno a un'idea di giornale che per lui non doveva essere mai privo di contenuti culturali
Ecco è in tutto di tutta la sua vicenda umana e professionale soprattutto quella che si snoda
Nel secondo dopoguerra Pannunzio ebbe questo di caratteristico cioè quello di esserne il suo ambito di attività un punto di riferimento e il fatto straordinario è che riusciva ad esserlo anche in momenti difficilissimi
E qui mi riferisco soprattutto al periodo successivo
Alla caduta del fascismo ricordato già da Mirella Serri quando appunto a assieme ad altri mette in piedi il giornale Risorgimento
Risorgimento liberale
Ecco a mio avviso la vicenda di questo giornale paradigmatica diciamo di una grandissima capacità di aggregazione che ha modo di realizzarsi in un delicatissimo momento non sto qui ora a elencarne le le ragioni ma tre mila centoquarantatré mila centoquarantasette Risorgimento liberale che chiude nel quarantotto a Pannunzio lascia diciamo prima
Riesce ad essere un punto di riferimento diciamo l'approdo naturale di una composita aggregazioni aggregazione di di uomini che hanno modo intimi di impegnarsi per una causa di libertà e quindi alla fine della guerra Risorgimento liberale e è diciamo il punto di riferimento di tutta l'intellettualità liberale e moderata
E tutto ciò al di là di una stretta affiliazione partitica
Operazione che che attestava autorevolezza a mio avviso è grande coraggio perché coraggio coraggio non soltanto per il fatto che non tempi dire i tempi bui tempi difficili dirsi liberali era davvero pericoloso ma ma anche perché Pannunzio all'indomani del del fascismo Pannunzio antifascista come ha ricordato giustamente Mirella Serri non esita ad aprire coraggiosamente le porte anche a intellettuali giornalisti che avevano collaborato nei giornali di regime quindi diciamo rifuggendo da atteggiamenti inquisitori moralistici
Che furono di molti antifascisti con la con la maiuscola
Quindi ecco ricurvo ritorno su questo concetto cioè l'esperienza di Risorgimento liberale in tempi e modalità differenti anche quella del mondo è sintomo diciamo di paradigma di due di di due tratti fondamentali autorevolezza che nasce dall'esperienza dalla sedimentazione della conoscenza che è sempre necessario come elemento diciamo di richiamo come capacità di porre in essere un Progetto c'è una linea editoriale
E autorevolezza che è il vero collante di un'aggregazione altrimenti destinata uno sfaldamento repentino soprattutto in casa liberale che è sempre molto caratterizzata da alta conflittualità interna autorevolezza e in secondo luogo grande coraggio cioè la capacità di guardare in faccia la realtà senza paura senza pregiudizi ma anche senza compromessi
Di non rinunciare alla polemica quando la polemica non è fine a se stessa e soprattutto di sfidare il conformismo che un altro gatto tratto caratteristico della vicenda umana e professionale di Pannunzio sul quale potremmo acquistare a parlare per ore
Ecco secondo me questi due tratti si ritrovano nel nella vicenda la cinquantennale storia del Centro Pannunzio innanzitutto l'autorevolezza cioè la mia centosessantotto cioè l'anno in cui prende le mosse ad oggi le attività del Centro Pannunzio sono state limate d'altissima personalità della vita culturale professionale italiana io ho dato una una ho letto diciamo un poco la bella collezione degli Annali per
Un parere qualche dato per prepararmi questo mio breve intervento ecco eh non è piaggeria sostenere quelle tra che alla vita culturale del Centro Pannunzio ha partecipato il meglio della intellettualità laica del nostro paese io comincerei dai presidenti
E le i cui nomi sono non non eccessivo di molte spiegazioni a partire da arrivo rivetti Mario Bonfantini poi dopo una supplenza di già Giacomo Volpini Luigi Firpo che fu presidente fino al mio centosettantanove
Poi Edoardo Ruffini il figlio del grande giurista grande giurista egli stesso
Poi Daniela centottanta Mario Soldati che segna la cui presidenza segno un paio di grande sviluppo ed anche di impegno civile nel più puro rispetto di uno spirito sinceramente laico poi dopo Mario Soldati
Alla presenza troviamo Alda Croce che non fu soltanto la figlia di Benedetto Croce al veloce fu una raffinata Hispania essa autrice di una bella biografia di De Sanctis Boy curatrice di varie altre opere di carattere letterario vorrei ricordare qui un messaggio dirà accettazione del di un pass un passo del messaggio di accettazione di Alda Croce quando sottolineava l'esigenza ecco ha ragione Mirella Serri a citare questa ma particolare questo favore di Pannunzio nei confronti dei giovani Alda Croce
Sottolineo a voler o proprio l'esigenza di una particolare apertura verso il giovane poi aggiungeva
Il valore della libertà che noi proponiamo è il superamento delle grandi tragedie ideologica e di questo secolo parole che riportano diciamo
Al passato ma sulle quali a mio avviso utile riflettere soprattutto se si guarda le scorie lasciate in sul campo da quelle dalle guerre ideologiche del novità del Novecento dopo da Croce abbiamo presenti al centro Gian Vittorio Gabri che un altro grande personaggio del mondo giuridico membro del del CSM poi Pierfranco qua ieri Camillo Olivetti sino ad Alan Friedman presidente attuale e nome di grande prestigio che noi tutti conosciamo
Questa autorevolezza traspare in tutto il gruppo dirigente e negli anni operato per le attività del centro ora inutile che io qui faccio un elenco delle personalità che sono davvero numerosissime
D'altronde non dimentichiamo l'articolo uno dello statuto che è stato ispirato da Norberto Bobbio che e in tempi di forte politicizzazione della cultura indicava per il Centro Pannunzio e una linea di cito autonomia critica degli studiosi rispetto al potere politico ed economico ciò che a mio avviso dovrebbe essere la vera funzione
Dei intellettuali cioè che corrisponde all'esatto contrario delitto dell'intellettuale organico e se ci pensiamo bene un ossimoro insomma non si può essere intellettuali organici cioè l'intellettuale non può rinunciare allo spirito critico ecco anche nei confronti dell'alta politica del contesto politico di riferimento
Quindi autorevolezza negli uomini autorevolezza nel concetto cioè nell'idea di una associazione a sfondo culturale
Che sono parole di Arrigo Olivetti voleva differenziarsi dalle iniziative Shehu intellettuali e di piccola
Politica che ahimè pullulano intuì in Italia quando per Fago quegli animi ha invitato a scrivere un pongo poche parole per un catalogo che credo accompagni la mostra ecco fatto proprio riferimento all'esistenza di in Italia di fondazioni e di enti che pure intitolati a grandi leader democratici vengono diretti in maniera monocratica nell'assoluta mancanza di ricambio delle classi dirigenti a scopi assolutamente autoreferenziali perché mi sembra che non si possa dire del del Centro Pannunzio è vero ha visto la presenza costante di Pier Franco Guagliani ma in un contesto fortemente plurale diciamo aperto aperto alla alla dialettica appunto ispirato da dare da da grande tolleranza del grande partecipazione quindi autorevolezza quindi del Centro Pannunzio nella capacità di promuovere i tenere insieme un'aggregazione di uomini delle più svariate esperienze dai diversi percorsi di formazione dalle differenti colorazioni politiche
Ispirandosi proprio l'attività di a quello che aveva fatto Mario
Pannunzio non furono tempi non furono non fu facile cioè si tratta di una storia anche che ha conosciuto momenti difficili a mio centosessantotto il centro viene riconosciuto come soltanto nel mio cento ottantaquattro
Come ente di rilevanza regionale
E e appunto per questo diciamo anche il coraggio perché il coraggio intanto la data di nascita gagliardo sessantotto nell'annus mirabilis della contestazione della rivendicazione di una cesura radicale con il passato e con gruppo di rispettabili signori sceglieva di continuare la rivoluzione in doppiopetto di Pannunzio perché di queste in sostanza si è trattato cioè ma non c'è stato un grande innovatore un grado di grande rivoluzionario in doppiopetto e con la versione aggiornata di quello per egli stesso chiamava estremismo moderato ed in questo centro è stato un degno erede del maestro cioè non si è mai adeguato all'allora non si è mai levato alle logica diciamo del conformismo dilagante e si è impegnato in una battaglia per la cultura
Libera
Negli anni settanta il Centro Pannunzio si batte contro le politiche culturali discriminatori nei confronti di enti non allineati in questa battaglia trovammo troviamo nomi come Passerin d'andrebbe Galante Garrone Salvadori Greco Chafik e tanti altri
è sessi scorrono gli annali resoconti delle attività si troverà ampia traccia di questo impegno militante della coltura è una certa predilezione per soggetti diciamo
Anche scomodi io provo a ricordarne alcuni
Recente novantadue centro affronta il tema della moralizzazione della vita politica sono gli anni di Tangentopoli però prende le distanze
Doni forma di giustizialismo sposa una linea chiaramente garantista basti pensare Boy alle ripetute attenzioni nei confronti del caso Tortora
Tra le attività degli anni due mila troviamo la presentazione di un libro di Filippo Mancuso cui partecipa lo stesso magistrato
Sul tema del garantismo giudiziario del mio centonovantaquattro organizza una riflessione sul negazionismo nei confronti della Shoah denunciando una reviviscenza di antisemitismo
Sulla quale a mio avviso è ancora utile riflettere nel mille centonovantacinque dà ampio spazio alla Resistenza dimenticata la resistenza laica liberale cattolica ed ex su questo terreno che un po'ci siamo incontrati con Pier Franco quegli enti
Ed è un tema sul quale si è molto impegnato il centro in da ultimo ricordo la pubblicazione la riedizione da parte di cura la per cura di per Franco Guagliani di un libro dimenticato di Enrico Maria mai Martini Mauri
E l'altro avuto molto successo
Nel mio a centonovantasette nasce un comitato Carlo Casalegno che si batte contro l'ipotesi di indulto e amnistia nei confronti dei terroristi e dei loro mandanti
Mentre gli anni due mila sono da menzionare ripetuti approfondimenti che vedono ancora cogliere in prima fila in favore di un sano e corretto concetto di laicità
In anni in cui il tema diciamo torna prepotentemente alla ribalta ed è un tema scomodo torna alla ribalta sotto la sfida dei fondamentalismi religiosi così sono soltanto alcune delle tematiche e impossibile elencarle tutte
E d'altronde voglio ricordare le parole del sindaco Giuseppe Fassino do punto sottolineava questo
Questa laicità del direttore del centro indipendente anche a costo di posizioni non popolari e con la capacità di collocarsi con autonomia di pensiero questo
Ha detto Giuseppe Fassino nel quarantacinque navale del centro Pannunzio il centro ovviamente non è soltanto questo Bernie perché bisognerebbe menzionare il il forte impegno nei confronti del mondo della scuola la prestigiosa attività editoriale la ricca vita associativa che costituisce a mio avviso il fiore all'occhiello dell'ente cioè la vera è il vero motore dell'associazione quindi che anche per dire anche di incontri conviviali dj delle occasioni di conversazione E poi il premio Pannunzio istituito diciamo dal mille novecentottantadue conferito annualmente a personalità
Nel mondo della cultura italiana ogni anno il centro fa parlare di sé in questo senso e voglio ricordare la prima volta fu assegnato a Giovanni Spadolini questo soltanto dico l'attività cinquantenario imputato per grandi linee
Invito tutti a sfogliare le le pagine dei degli Annali che sono davvero una sono testimonianza di un attività di un'attività davvero militante ecco io
Concludo o dicendo questo cioè a mio avviso questa cinquantennale storia del Centro Pannunzio è una testimonianza di una militanza ecco di stampo schiettamente liberale
Voglio ricordare una un una intervista Mario Vinciguerra
A a a Croce di Mario Vinciguerra del maggio il mio centoquarantacinque fu pubblicata sul Risorgimento liberale
Vinciguerra chiedeva Croce il futuro della cultura italiana in quegli anni diciamo così delicati
E Croce diceva che cultura scienza filosofia storia non hanno serietà se non sono generate rigenerate e di continuo frenate governate dai bisogni e sentimenti della vita personale
E sociale in sostanza non c'è cultura se un letterato uno storico un filosofo uno scienziato non è anche un cittadino ecco in questo senso mi sembra che il Centro Pannunzio per il Centro Pannunzio
Cultura e impegno civile sono sempre state e continua ad essere due facce della stessa medaglia io ringrazio ancora Pierfranco guai ieri
La dirigenza del Centro Pannunzio per avermi invitato grazie
Ascoltiamo ora Dino Cofrancesco
Io avevo preparato una relazione di tre ore e un quarto quando mi arriva un sms stalinista della dottoressa Ricotti dice no solo un quarto d'ora
E cercherò quindi di limitarmi al quarto d'ora no
No scherzi a parte io gli avevo risposto che per me non era una brutta notizia è una bellissima notizia perché a sentirmi parlare per più di un quarto d'ora mi annoio profondamente no
Vorrei riprendere
Una lettera che considero molto importante
Che Mario Pannunzio scrisse nel nel mille novecentosessantatré il trenta maggio mille novecentosessantatré a Caputo
E pubblicata nel volume Mario Pannunzio giornalismo il liberalismo cultura e politica nell'Italia del Novecento
Scritto da Antonio Cardini illustre collega dell'amico Gerardo non
In questa nella lettera Pannunzio spiegava il
Fascismo del Partito comunista su degli intellettuali
Con la forte sensibilità per la dimensione culturale che il Partito Comunista aveva mostrato fin da subito fin dal ritorno di Togliatti dall'Unione Sovietica nei confronti della politica culturale no
Diceva i comunisti dal mille novecento quarantatré ad oggi sono l'unico partito che ha capito l'importanza strumentale
Degli intellettuali come bandiere del del suo messaggio i loro quotidiani le loro riviste che si occupano continuamente dei problemi della letteratura dell'arte
Della Filosofia del teatro del cinema con grande spregiudicatezza e e curioso dirlo non sempre con settarismo
Riconoscimento non poco importante perché
Se uno
Vede il catalogo di case editrici come Inaudi come la stessa Feltrinelli e controbatte la grande cultura anche accanto alla prevalere ecco di una cultura singolarmente impegnata sotto il profilo ideologico
E poi lamentava
Che non parlo della democrazia cristiana soltanto ma in partito socialdemocratico il Partito repubblicano il Partito socialista sono letteralmente chiusi
Ad ogni esperienza moderna di cultura basta guardare i loro giornali e le loro riviste forse le più brutte d'Europa
Anche un un grosso personaggio uno statista prestigioso come Giuseppe Saragat era talmente poco interessato Alcott che
Culturali le del
Della battaglia politica
Che rifiutò sempre all'amico
Luciano Pellicani un sostegno consistente per le varie collane di cultura dove si pubblicavano gli autori del dissenso gli anticomunisti alla caviglia c'è Encore etc perché considerava in fondo
La cultura un elemento non molto importante del confronto politico non parliamo poi
Dei democristiani la cui casa editrice tra le altre case editrici Cinque Lune pur pubblicando testi di grande interesse era una casa editrice quasi catacombale come del resto lo era la Morcelliana o la Scuola di Brescia che entravano nelle scuole ma non entravano invece nella grande cultura anche quando voi pubblicavano
Testi fondamentali ricordo
Che la Morcelliana pubblico un testo diluitivi Ghedini io equilibrio ed è o egemonia e che è un grosso classico del pensiero politico
Ed è la scienza delle relazioni internazionali ma anche quello per trovarlo bisognava
Affidarsi al buon cuore dei Librai no
Perché dico questo perché e questa consapevolezza che aveva Pannunzio invece dell'importanza della politica culturale si riversa tutta prima sul Risorgimento liberale poi sul mondo
E in realtà il mondo fu l'unica rivista importante dell'area della sinistra sia pure della Sinistra democratica quindi non della sinistra maggioritaria e fece scuola anche in correnti di pensiero e in
In personaggi in protagonisti della vita politica e intellettuale che dal mondo erano abbastanza lontani no
Si diceva ai miei tempi parlo degli anni sessanta e che quando sì voleva elogiare qualcuno dice a trent'anni e Just scrive sul mondo mondo quindi arrivato arrivato al tolto
Direi che forse il più grande merito delle Centro Pannunzio e questa eredità che riguarda proprio il profilo della politica culturale
E qui il Centro Pannunzio è stato il grande collettore
Non della cultura politica italiana ma di tutto quel mondo che gravitava attorno a Mario Pannunzio no
Ha detto giustamente Mirella Serri che il nome di Pannunzio è forse uno dei pochi nomi che rimane ecco di quella stagione culturale e politica ecco grazie
Al centro Pannunzio non vuole che lo si dica grazie soprattutto a ma all'amico qua gli Annie ecco quel mondo viene dista tirato fuori dal cassetto ecco tutti i personaggi che hanno fatto parte
Deve il tempo di Mario Pannunzio di cui il tempo di Mario Pannunzio
In riferimento alla grande opera di Rosario Romeo Cavour il suo tempo ecco Cavour Romeo non averlo core ricostruito solo
L'attività politica e intellettuale di Cavour ma aveva costruito tutto il tempo ecco che atti in cui ieri ha vissuto il grande costruttore dell'unità d'Italia ecco e quali ENI e gli annali si sono occupati e così soprattutto Idir ricostruire tutti coloro che gravitavano attorno al mondo attorno al Parma a Pannunzio a cominciare da Vittorio De Caprariis le cui garanzie della libertà vennero
Introdotte proprio da Mario Pannunzio in uno dei suoi scritti più significativi
Debbo dire con non sempre
Coppa annunzio coglieva certi punti deboli del dei suoi collaboratori ad esempio nelle garanzie della libertà bello pur grandissimo
Vittorio De Caprariis ci sono delle pagine su Giuseppe Maranini
E che decisamente sono obsolete
Ma attorno al mondo che erano grandi figure di effettivamente che rischiavano di essere dimenticate e che bisogna riproporre per esempio uno di questi è Paolo vita Finzi
Paolo vita Finzi che pubblicò sul mondo appuntate le delusioni della libertà è un autore grandissimo a parte il fatto che
Tutti quelli che come me hanno la predilezione per la dimensione comica dell'esistenza
Gli debbono molto perché ha scritto il capolavoro della letteratura parodistica italiana l'antologia apocrifa
Ma Paolo vita Finzi fu un ambasciatore
Ecco di tirannide
Prestigio e competenza che si occupava di politica internazionale dalla politica delle armi il cane di Fedro sarà uno dei suoi lavori più noti e importanti no
Ma Act dicevo
Accanto a tutti questi c'era tutta una serie di persone ecco che rischiano di essere dimenticate esse non vengono diciamo ricollocate attorno a alla luce
Consentì loro ricco di prima i propri pensieri
Per esempio
Vanno sicuramente ricordati dopo appena citato Rosario Romeo va sicuramente ricordato Aldo Garosci Aldo Garosci che rappresentò nel mondo la componente più fiero Atlantic erano e anche quei sto era qualcosa che separarla il mondo dal grosso della sinistra io
In quel momento quegli anni ero una giovane militante socialista che però leggeva il Bondo e spesso rimanevo sconcertato dalla dal filo americanismo dice di Garosci poi ho capito che invece aveva ragione Garosci e avevo torto io
E un altro grande personaggio almeno in caro anche sotto il profilo umano per lunga consuetudine di affettuosa frequentazione fu Guido Calogero
E Guido Calogero pubblicò sul monte pubblicata sul Mondo la rubrica quaderno laico che poi verrà raccolta dall'editore la terza
E io ho sempre sostenuto che forse il capolavoro filosofico di Guido Calogero e proprio il quaderno laico perché nel quaderno laico eccetera
E con l'etica socratica ebraica
Diciamo in soldoni alla portata di tutte le intelligenze no e c'era anche un atteggiamento di profonda tolleranza in un Periodo che invece rivelata una sempre più forte Acri Monia ideologica nei confronti ecco degli avversari
Io ricordo sempre che in uno di questi quaderni laici Calogero fece l'Apologia del direttore neo fascista della Vetta d'Italia
Perché questo direttore aveva fatto una proposta misura non sto a ricordare meno talmente ecco su come dirimere il contenzioso scolastico in Alto Adige tra tra i germanofoni e i gli italofoni e Calogero diceva vedete questo è un fascista però ha detto una cosa sensata perché non dobbiamo leggere tutti
Senza pregiudizi eccetera
La credo che quali gli ENI e gliene faccio il merito è andato anche oltre qui mi avvio verso la conclusione perché quali vieni in un solo recupera pienamente la lezione di Mario Pannunzio ma resta estraneo e accenti momenti diciamo così di furore ideologico di di Pannunzio no
Specialmente nei confronti di Malagodi ecco quando io leggevo il mondo tra Andrea nei miei vent'anni
Trovavo in questa aggressività nei confronti di di Malagodi con molto bella norma però con gli anni mi sono accorto che la polemica non era poi così Serena e pacata anche se c'erano delle giustificazioni storiche
E leggo soltanto un brano e poi concludo veramente
E in cui pari in cui Quaglia inibisce fu Ugo la Malfa che partecipò alla vicenda del mondo rappresentare politicamente le istanze espresse da quel giornale anche se a distanza di molti decenni
La figura di Giovanni Malagodi
Non può essere storicamente giustificata come la considerarono alcuni protagonisti della scissione radicale come Nicolò Carandini
In molte cose ad esempio tra il il regionalismo
E le nazionalizzazioni Malagodi seppe vedere molto più lontano di la Malfa
Che naufragò politicamente nel momento in cui ritenne ineluttabile il compromesso storico proposto da Berlinguer e voluto da Moro e poi giustamente
Quali geni città il libero per il comune amico Giovanni Orsina sul Malagoli
E condivido dice
Quaestor il centro Pannunzio si distingue da altri istituti gli altri istituti esaspera hanno per anche i lati direi più combattivi più aggressivi della figura alla quale si richiamano
Il Centro Pannunzio tra i suoi grandi meriti anche questa capacità di distacco critico di analisi pacata il Serena degli anni difficili che Pannunzio visse e che Pannunzio commento
La parola ora Pierfranco Quaglini che saluto con le parole scritte da Aldo Kalou Cazzullo un cavaliere solitario che tiene alta una nobile tradizione culturale
Ma aggiungo io non è affatto solitario perché circondato da tanti amici
Io vi invito ad accoglierlo con un grande applauso che testimonia il nostro
Io
Ringrazio le autorità ringrazio gli amici che sono qua ringrazio soprattutto i soci del Centro Pannunzio
Perché senza i suoi soci il Centro Pannunzio non esistere da
Non sarebbe potuto
Formarsi non si sarebbe potuto formare nel sessantotto
Non sarebbe potuto vivere
Nella fino agli anni successive
Ma soprattutto non vi verrebbe oggi
In un clima nel quale senza voler polemizzare con nessuno
C'è un disinteresse
Da parte di tante istituzioni nei confronti del centro Pannunzio un totale disinteresse e questo io lo denuncio con chiarezza
Se il Centro Pannunzio non avesse delle energie dei suoi soci potrebbe chiudere anche domani mattina
E difficile parlare dopo Mirella Serri dopo Nicolosi dopo
Dino Cofrancesco
E forse non sarebbe neanche opportuno da parte mia
Aggiunge delle osservazioni
Alla storia di mezzo secolo del centro pronuncio
Perché solo Vincenzo Cuoco riusciti nella sua storia della rivoluzione napoletana
A destra rare
Protagonista di quella rivoluzione istruttori ecco successivamente di quella rivoluzione chi vive una stagione culturale come nel caso mio
Non può o storicizzare quella stagione che ha vissuto
Quindi la mostra che noi in augureremo che cosa ne non è un tentativo di storicizzare il Centro Pannunzio che cosa è stato il Centro Pannunzio
è un tentativo di fornire una documentazione la più ampia possibile
Ortografia il documento Peter stimoli agnizione
E via discorrendo
Per offrire immateriali
Per eventualmente scrivere la storia del Centro Pannunzio
In ogni caso io credo che si possono dire
Senza tema di smentite anche se sicuramente sì chi la pensa in maniera diversa
Che quando si riscrive era la storia della cultura italiana e la storia della cultura torinese non si potrà ignorare l'esistenza di mezzo secolo del Centro Pannunzio non si potrà ignorare si potrà al massimo evitare mando a migliorare
Perché noi comunque abbiamo rappresentato qualcosa nella storia della cultura italiana e nella storia di questa città anche se c'è chi non lo vuole a riconoscere ma la realtà e quella
Il mondo è cambiato
Non il Mondo di Pannunzio quello tra virgolette il mondo è cambiato
Certamente il Centro Pannunzio non può guardare al futuro con gli occhi rivolti al passato
Perché
I mostri ideologici del secolo passato il Novecento si sono appannati e sono scomparsi
E questo è un fatto positivo perché i furori ideologici in nonno aiutavano a capire la realtà
Ma insieme al crollo delle ideologie o al tramonto delle ideologie il tuo amico Colletti lo definiva in quella maniera
Insieme al tramonto dell'ideologia e noi abbiamo dovuto vivere anche
Il tramonto degli ideali
Il questo diciamo è un qualcosa
Che si colpisce particolarmente
Perché noi del Centro Pannunzio Contini amo con ostinazione ha davvero degli ideali
Il solo fatto di aver aperto questo nostro incontro con l'inno nazionale
Sta dimostrare che per noi gli ideali Titta batteria sono ideali importanti e sono ideali irrinunciabili certo non il nazionalismo
L'ideale al FIA Rigliano che coniuga la patria e la libertà come uno in via di indistruttibile
Ideali per noi sono importanti
E quindi gli ideali non appartengono al cascame novecentesco possono esser rivissuti anche oggi in una dimensione completamente nuova e diversa
Miseria l'ideale della libertà l'ideale della libertà per noi è un valore irrinunciabile
Ma la cosa forse più grave che stiamo vivendo
E che insieme alle ideologia sono crollate le idee
E le idee sono
La materia prima sulla quale si può costruire una cultura laddove mancano le idee laddove si arriva a relativizzare
Ogni opinione ed ogni opinione diventa accettabile
Non c'è vero dibattito culturale non c'è vero confronto neppure di opinioni
Il relativismo per cui
Ogni sciocco può dire la sua
Ogni persona incolta può prendere un microfono e può parlare questo relativismo per cui gli uomini di cultura sono
Considerati dei grilli parlanti e gli improvvisatori che magari hanno mai detto dei liberi sono
Quelli che perché hanno la tre dominanza mediatica
Noto qua ad esempio che la televisione penso che abbia ignorati completamente ecco se non ho visto in modo errato
Invece tantissimi io ho visto recentemente
Lo dico così come un esempio che mi viene in questo attimo
Non me lo sono appuntato mi viene in questo attimo per i quindici anni di un gelataio torinese ci son stati servizi
Giornalistici e servizi
Perché le visivi a mogli il gelato quello vi confesso è una cosa che mi piace tantissimo
Ma ritengo che il Centro Pannunzio i cinquant'anni del Centro Pannunzio siano un pochino più importanti dei quindici anni di un gelataio
Le idee
Mancano
Il relativismo prevale
Viene confuso il divertimento con la cultura sono confini beni precisi e devi McCarthy il divertimento lo svagarsi
Lo svagarsi è una cosa le fittissima
Ma quasi mai lo svagarsi si concilia con la cultura perché la cultura significa serietà
Significa rigore di pensiero significa coerenza di idee
Io vorrei tantissimo altro da aggiungere ma voglio chiudere dicendo
Che la testa
Rossa
Che avete visto sicuramente
E che
è il simbolo oggi ci dice il logo ma quando Armando e stallo ha ideato lui parlava del simbolo del Centro Pannunzio ebbene la Testa Rossa del Centro Pannunzio
Ha una caratteristica
Quella di guardare in avanti
Anche se gli occhiali
Posti dietro possono dare l'idea che noi DC rivolgiamo al passato no i nostri ospiti sono rivolti in avanti sono rivolti al futuro
Non ci dimettiamo a una liturgia Pannunzi Anna ripetitiva e che magari può essere obsoleta annuncia vissuto in un'altra epoca in un'altra realtà
Noi viviamo oggi in una realtà profondamente cambiata
Ma certo anche quegli occhiali
Rivolti al passato stanno dimostrare che il Centro Pannunzio
Non ha scheletri nell'armadio cioè può guardare al suo passato con serenità non dico con orgoglio ma almeno con serenità
E non credo che siano in molti quelli che possono guardare al loro passato con la serenità con cui può guardare il Centro Pannunzio
Io ringraziando il sindaco di Alassio
Che sia
Offerto per i cinquant'anni una
Panchina sul lungomare con il logo del Centro Pannunzio
Io gli ho detto
Non vi Louder Than caro Sindaco che non ci sia e daremo sulla panchina noi resteremo impieghi in piedi orgogliosi
Yes quello che siamo non usufruire Remo della tua panchina ci fa piacere la panchina col logo del Centro Pannunzio ma non ci sediamo
Ecco impegniamoci questa sera a cinquant'anni di distanza
Di recuperare se abbiamo ancora le forze l'energia necessaria per guardare in avanti per rimanere in piedi per fare qualcosa per questa città
Per questa città in modo particolare ma non solo per questa città
Ponendoci al servizio della collettività perché noi svolgiamo un ruolo
Al servizio della collettività e a questo ruolo noi vogliamo rimanere fedeli malgrado le difficoltà che incontriamo quotidianamente vi ringrazio
Prima di salire nella sala mostre al primo piano porta adesso un saluto il presidente del consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti
Al termine dell'inaugurazione ci sarà scendendo di nuovo in questo piano un rinfresco per festeggiare e brindare cinquant'anni del centro la parola Mino Politi
Buonasera a tutti
Atto
O che in qualche modo introduce tutti noi alla mostra che vedremo dopo
Cinquanta né rappresentano un traguardo importante nella vita di ognuno di noi e anche nella sedimentazione di fatti storici che riguardano la società in questo caso quindi un bellissimo traguardo per il Centro Pannunzio
è un piacere d'un onore per me come presidente del consiglio regionale del Piemonte essere qui accanto a voi e mi scuso per il ritardo martedì è il giorno del Consiglio regionale stiamo cercando di approvare una legge sulla caccia
E come qualcuno di voi sa
Gli ambientalisti sono contenti solo se non si caccia e cacciatori son contenti solo se ci spara tutti e quindi approvare una legge di questo tipo per Franco rappresenta un grande problema per il Consiglio regionale essere qui accanto a voi dicevo al professor Pier Franco quegli ENI fondatore storica anima del centro ad inaugurare questa mostra che rappresenta uno spaccato importante sulla realtà culturale
Che tanto ha contribuito alla riaffermazione dei valori di cui Mario Pannunzio è stato maestro
Cinquant'anni fa un anno caratterizzato da fatti importanti destinati ad avere poi una vasta eco nel futuro
Un anno significativo è difficile quel sessantotto le agitazioni studentesche che partono fin dal mese di gennaio con una tensione che continuerà nei mesi successivi e che vedrà l'occupazione della facoltà di Architettura il lancio di bombe nella facoltà di lettere Corneille cortei nel mese di marzo con incidenti
Ma è anche l'anno del terribile terremoto del Belice della grande prova di solidarietà del cuore buono dei piemontesi accorsi in quell'occasione con la consueta generosità
In quell'anno scomparivano due grandi personaggi femminili dell'antifascismo Ada Gobetti Barbara alla John e veniva eletto dopo le dimissioni di Giuseppe Grosso come nuovo sindaco di Torino André Guglielminetti uno dei membri più vivaci della resistenza cattolica prima e del CLN dopo
Fu anche l'anno della legge Basaglia dell'apertura dei manicomi della riforma degli ospedali psichiatrici
Fu l'anno in cui il dieci febbraio del mille novecentosessantotto moriva a Roma Mario Pannunzio
Volle nella bara scrive per Franco coglie nel suo recente libro figure dell'Italia e civile come ultimo viatico I promessi sposi
E c'è stato chi ha sostenuto che quella scelta avesse anche un significato religioso e non solo letterario
Era comunque una scelta controcorrente nell'anno della contestazione giovanile che avrebbe preteso di mettere al rogo tutta la cultura tradizionale un anno dunque caratterizzato da eventi importanti e tra questi eventi fu sicuramente rilevante nella nostra città la nascita del centro palloncino in quell'occasione in occasione del quarantacinquesimo anno di vita il Presidente della Repubblica Giorgio Giorgio Napolitano scrisse nel giro nel rivolgere un saluto ai partecipanti alla manifestazione celebrativa
In questo lungo periodo di vite il centro si è sempre distinto per aver perseguito e promosso un'attività di ricerca ispirata ad un ampio scambio di esperienze e di idee nell'ambito di una visione aperta e pluralistica della conoscenza
Figura centrale nel lungo ed intenso percorso del centro e quelle di Pier Franco quegli ENI che da quarantacinque anni e ne segue la vita con immutato impegno e rigore intellettuale condividendo nelle idealità culturali
E il rispetto della pluralità delle opinioni che sono alla base del lusinghiere traguardi raggiunti
Altri cinque anni di attività si sono aggiunti a questa celebrazione densi di iniziative culturali nel solco di quel maestro che fu Mario Pannunzio
Un grande organizzatore di cultura uno complesso non riconducibile a schemi precostituiti mai sceso a compromessi
Ed il suo giornale il mondo rappresentò un fatto nuovo nella cultura italiana l'esempio di un giornalismo che sapeva tradurre in costume ed in scelte concrete i valori della libertà e della democrazia
Un giornale che se per partecipare con grande autorevolezza a quell'opera di riedificazione morale ed intellettuale dell'Italia devastata dalla tragedia della Seconda guerra mondiale
In questi cinquant'anni al centro con un sì è molto conosciuto cresciuto grandi cambiamenti nel suo interno dovute anche all'inesorabile passaggio del tempo con quello che questo significa per gli uomini e per le donne
Ma gli ideali sono rimasti gli stessi io sono convinto che la mostra che andremo poi a visitare
Ci permette di riscoprire i momenti più importanti di questo lungo e qualificante viaggio che certamente come diceva per Franco non sa non finirà qui io non credo che nessuno continuerà a sedersi ci siederà sulle panchine
Chiudere questo intervento permettetemi di ricordare le parole ho visto per Franco che erano nella slide che hai presentato di Gabriella Poli nei ricordi una sera primaverile del sessantotto una di quelle contestazioni che agitavano Torino
Davanti a me una voce appena un po'più alta di tono per vincere il fracasso le urla un giovanissimo professore parlava di primato della regione della cultura parlava di Pannunzio da poco scomparso qui è talmente con nostalgie comma azione e diceva
Desideriamo che l'attività del Centro intitolato a suo nome sia degna della tolleranza e della libertà dell'umanità e dello spirito laico che furono patrimonio del mondo
Intendiamo rispondere al bisogno di cultura della gente senza pregiudiziali ideologiche nel rispetto di ogni richieste di ogni convinzione vogliamo aiutare i torinesi a ritrovarsi insieme negli interessi comuni
Nella loro legittima aspirazione di identità
Quel giorno parlava a voce un po'più elevata per Franco quegli enti qualche volta in questi cinquant'anni detto sotto no di voce si è alzato anche questa sera qualche volta c'è anche un po'arrabbiato
Ma i suoi diari sono rimasti gli stessi in un percorso di viaggio straordinario intraprese continuato con Mario Soldati Arrigo Olivetti
Perché ha creduto nella realtà del Centro Pannunzio come associazione di Libera cultura indipendente laica anticonformista capace di lasciare solchi profondi del panorama culturale del nostro tempo auguri per Franco
Ecco prima di salire al primo piano dove i presidenti di Consiglio regionale comunale insieme ai sindaci presenti inaugureranno la mostra mi faccia vedere la medaglia che è stata inviata alla Presidenza della Repubblica per i cinquant'anni del Centro Pannunzio
Quindi saliamo pure voi scenderemo per il rinfresco