Guerra nel Golfo Persico: voto espresso dal PR in Parlamento per l'intervento armato

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Sì Lorena sì se in linea perfetto buona sera attenua gli ascoltatori accanto a me c'è Franco Corleone presidente del gruppo federalista europeo ecologista con lui parleremmo del voto che ha espresso in occasione delle comunicazioni del governo sulla a vicenda
Del Golfo parleremo anche delle molte questioni che sono connesse alla guerra ormai in atto condanna diversi giorni
Allora Franco perché questa tua posizione come maturata questa proposizione contraria alla partecipazione italiana a questa azione bellica
Ma dico non voglio dire che sia stata una posizione naturale ma è stata in realtà ha una posizione
Che è venuta da un continuo riflettere riflettere ovviamente non non da solo ma anche collettivamente come come gruppo e anche in rapporto con
Con i radicali e con i Verdi sono arrivata a questa questa posizione perché mi pare una posizione di estrema coerenza e rispetto alle posizioni sostenute da sempre da i non violenti tagli antimilitaristi non non dico dai pacifisti perché ho fatto proprio nel mia dichiarazione ho fatto proprio un riferimento critica un pacifismo come categoria ideologica
Poi la mia cultura insomma
Dal
Una cultura che non non si rifà al
Al pacifismo tu Currà
Ma è una cultura democratica
Una cultura del che si che fa riferimento al pensiero democratico quindi anche per molta parte
E quindi il i democratici italiani sono stati nella prima guerra mi mondiali interventisti ma ovviamente poi nel processo di di maturazione politica culturale
Vi sono vi è stata l'irruzione di cose nuove fra cui la dimensione una radicale con quella tutta la riflessione sul pensiero noti di Capitini e collegato con con Capitini
Le figure di Tolstoj e di grandi ma per quanto mi riguarda appunto questi questi riferimenti e devo dire che io per esempio non non comprendo con
Chiarezza il le differenze che alcuni fanno offrano un violenza
Politica e non violenza religiosa io sono convinto che la non violenza è un metodo ma è anche una è un metodo una teoria di pratica ma anche un valore non dico assoluto ma comunque un valore in cui sto lei aspirazioni anche religiose nel senso punto della religione errata di cui parlava Capitini della compresenza definì morti ed evidenti insomma tutte queste che sono state una così un riferimento per me mi fanno dire che di fronte alla
Alla guerra
Occorre aprire un atteggiamento che non sia quello del realismo politico
Quale avrebbe dovuto essere dunque l'atteggiamento dell'Italian nella situazione data e cioè con un ultimatum dell'organizzazione delle Nazioni Unite
L'organismo sovranazionale che potrebbe in futuro così come ha svolto un ruolo da protagonista nel conflitto tra Iran ed Iraq
Appunto lire questo ruolo centrale ecco dopo che l'homo aveva scelto la strada dell'ultimato Marino impegnato anche tutti coloro che avevano accettato l'ultimatum ma a come dire garantire di nuovo al Kuwait una sua indipendenza cosa avrebbe dovuto fare l'Italia avrebbe potuto lasciar soli gli Stati Uniti in Inghilterra la Francia i tradizionali alleati del nostro Paese
Ma questa questa domanda pone pone grandi questioni insomma prima di tutto la questione dell'ONU io
Devo dire sono sono molto critico sull'ONU
Io non non ritengo di accreditare come organismo
Sovranazionale prima di una sua riforma un organismo che un organismo
Per molti aspetti burocratico io vorrei ricordare le critiche che ho svolto in molte occasioni all'ONU
Per quanto riguarda le prese di posizione sul sulla droga
E anche lì allora noi dovremmo accettare le posizioni appunto sovranazionali dell'ONU
Ma io ho sempre detto che quelle erano posizioni assai criticabili proprio perché erano politicamente non suffragate
Da responsabilità appunto politica ma solo fatte da burocrati e niente più e la convenzione di Vienna quella precedente di New York sono quelle cose appunto che
Sono come la gomma americana che si possono tirare da da tutte le parti così questa risoluzione tutte le risoluzione per ultima la sei sette otto
E dava l'ultimatum ma io quando si tratta di una guerra che viene messa in campo
E vorrei che ci fosse una chiarezza e questo lo vuole l'onestà intellettuale ma anche qualcosa di di più insomma e quando si dice l'ultimatum intanto non era
Ai Paesi della coalizione ultimatum era l'Iraq
Cioè non c'era l'obbligo di intervento e poi quali intervento lì si diceva a tutti i mezzi eccetera
E perché allora non si diceva esplicitamente invece l'intervento armato
Con specificando anche che doveva significare l'intervento armato il bombardamento ti bacchettata delle eccetera eccetera
Cioè quando invece si fanno queste queste misture queste prese di posizione così poi generiche per cui si deve interpretare che sarà la guerra ma non c'era scritto già io diffido diffido molto
Altra problema il rapporto con a diciamo gli alleati
La Spagna ha deciso di non fare l'intervento ma
Ma poi ancora
Sempre io credo che una una forza politica si pone la sul piano delle responsabilità che competono ad essa
Noi siamo rappresentanti di forze politiche che hanno criticato il governo italiano
Per quanto ha fatto in Medio Oriente non da oggi e per quanto hanno fatto le altre potenze occidentali e orientali
Ora di fronte a questo sono gli altri che devono giustificare i loro errori
E io non posso farmi carico oggi di una politica estera dell'Italia tutta sballata e l'esempio clamoroso e quello in Somalia con il rapporto con un altro dittatore consigliata barre
E così qui perché farci carico noi
Forza di comunque di contestazione di opposizione
Degli errori fatti tra i paesi che hanno sovvenzionato fornito di armi dato aiuti ai Paesi come l'Iraq io credo che questo non proprio non sia nel gioco della democrazia non non compete a questo oltretutto mi pare in tra del tutto incredibile a rispetto al fatto che
E gli Stati Uniti non so se ottanta novanta senatori hanno adottato sostanzialmente contro e perché noi dovremmo invece dare avvallare questa questa politica
Ecco tu proprio con queste ultime battute richiamarmi o a un un fatto che ha riguardato la dialettica interna agli Stati Uniti e cioè il dibattito nella nel Senato
Americano quando quarantasette senatori si sono opposti all'la possibilità che il presidente Bush decidesse per la guerra come poi è stato e molti richiamano l'intervento di un democratico importante commessa non pochi però o ricordano che lo stesso Nun ventiquattro ore dopo ha manifestato la sua totale solidarietà al presidente in un momento così difficile in Italia al contrario di altri paesi
Continuiamo ad avere almeno un trenta per cento sulla carta di cittadini di gli elettori che sono contrari continuano a manifestare apertamente il la propria critica molto severa nei confronti del governo che pure è impegnato di un incarico così delicato
Ma questo questo mi permette di dire questo fatto come noi dobbiamo essere attenti alle differenze culturali che ci sono nel mondo
Io credo che noi sappiamo poco
Dei Paesi arabi della loro cultura così come dei paesi
Dell'Asia nelle loro complessità nelle loro differenze ebbe anche l'America anche gli Stati Uniti sono molto diversi
Dalla cultura politica dell'Europa e dalla pratica politica dell'Europa questo loro atteggiamento che tu hai ricordato non è una novità
Che e credo che risponde a un modo di concepire il al rapporto politico fra il il Congresso e il
Il
Quindi nel completo nel sia Camera il rappresentante insomma che
Senato Congo all'esecutivo che basato su un punto oltre tutto che il presidente e comunque votato
Dalla dal popolo con un'elezione diretta e che rappresenta la l'unità del Paese
Di un Paese federale ma rappresenta l'unità e quindi insomma si ci sono anche dei
Momenti di solidarietà che devo dire per noi sono abbastanza inusuali
Questo questo cosa vuol dire che non è non è che possiamo ripetere pedissequamente così dobbiamo capire le differenze che ci che ci sono noti nei diversi nei diversi paesi niente credo che
Dal punto di vista invece della del muoversi dell'agire politico questo non ci non ci aiuta in niente a me serve qui sto per dire come ci sono delle differenze così profonde e così come noi dobbiamo fare i conti con i fondamentalisti islamici che hanno una cultura è un modo di porre nella politica i riferimenti religiosi che hanno per noi sono non dico inaccettabili ma comunque non non a
Non compatibili con o come il nostro modo di dividere le sferra e della religione della politica così anche gli Stati Uniti hanno altri motivi modi di di essere ma mi pare invece che forse e nel caso di di tornare insomma quello che io credo che noi dovremo nel momento in cui è andato in crisi il sistema bipolare
Immaginare un governo nuovo del mondo
Che però non può essere basato sulla sul dominio tiri una superpotenza sola nel momento in cui l'altra è andata andata in crisi
L'ONU deve a vere in prospettiva il monopolio della forza e questa è la grande sfida ma se è così noi siamo invece in una guerra che in qualche misura è stato detto che un'operazione di polizia interna
D'Alema per questo dovrebbe essere sotto il comando ONU e invece di questo siamo lontani mille miglia questa è una guerra che dovrebbe essere stata dichiarata in base a una risoluzione dell'ONU e il Consiglio di sicurezza non è stato più riunite vede scomparso Hill ONU spesso siamo in una situazione in cui l'Europa non ha avuto un ruolo politico neppure non solo adesso che e c'è il povero lussemburghese ma neppure quando c'è stata la presidenza italiana hanno avuto un ruolo ruolo politico in questa in questa vicenda per
A rafforzare l'ipotesi di soluzione politica del del conflitto
E siamo quindi in una situazione che e tutta
In realtà un cumulo di di macerie
Per cui non so come usciremo per ricostruire certamente la guerra approfondirà non solo gli ho
Ordini ma anche le diffidenze ci sarà da da riprendere a fatica tutti i i il i
I ragionamenti e devo dire poi ancora che quello che
Mi preoccupa in questa vicenda e la possibile catastrofe ecologica oltre alla distruzione di migliaia di vite umane
Che di cui non conosciamo ancora esattamente i termini ma sicuramente di proporzioni immani ma Paola catastrofi dirò ho circa la catastrofe eccolo
Oggi tra anche perché il bombardamento degli impianti chimici devi reattori nucleari che che reazioni e potrà provocare questo
Non lo sappiamo noi abbiamo avuto una guerra apparentemente al nei primi giorni diffusa ha in tempo reale dalle televisioni ma in realtà oggi di questa guerra cominciamo a sapere poco o nulla
E questo è quello che preoccupa ancora molto
è stato ho finalmente sanato a il il dissidio che vi era tra le diverse anime riordini carica e tagli arcobaleno gli sole che ride è stata costituita una federazione dei Verdi io però vorrei chiederti appunto si era ovvio e naturale che la Federazione dei Verdi assumesse una posizione netta nei confronti di questo conflitto che in qualche modo vincolarsi anche coloro che hanno partecipato a quell'ultima assise nazionale che ne sono usciti anche come componenti del il consiglio federale e che rappresenta miliardi in parlamento ecco in così spin situazioni come quella che stiamo vivendo non sarebbe stato più opportuno per una rappresentanza politica come quella degli ambientalisti lasciare completa libertà di coscienza piuttosto che utilizzare come mi si bravo accada anche il finanziamento pubblico per una campagna di obiezione di coscienza di diserzione
Ma devo dire che il consiglio federale dei Verdi ha in realtà ratificato una posizione assunta dai parlamentari
E quindi non c'è una un ordine di di partito diciamo rispetto alla rappresentanza parlamentare semmai il contrario ma devo dire che anche la la coscienza diffusa in realtà sulle d'accordo in mobilità
La sulle posizioni che il Consiglio federale a a ieri deciso
Devo però dire ancora qualche qualche cosa io sono convinto che questa è la rappresentanza avverte proprio in un momento di così grave crisi
Ha dimostrato come era necessaria l'unità
Perché avuto capacità di presenza di Indirizzo e chiarezza di impostazione senza ovviamente e anche una posizione Nonda piatti tra sul linee che potevano esserci in qualche misura quelle
Bancari acriticamente appiattite su un magari posizioni così fra virgolette anti americane
è invece una posizione molto molto articolata molto molto strutturata e credo che questo sia proprio
Frutto della compresenza di diverse ispirazioni culturali le più diverse devo dire anche che la guerra insomma è una cosa così enorme perché qui quello che forse non è stato chiaro insomma ma io credo per quanto mi riguarda lo tutto chiaro lo espressi in tutte le occasioni qui al Senato che abbiamo avuto nelle un ore drammatiche che susseguivano che si trattava di quercia
E la guerra fa saltare molte molte cose molti e quinti ci sono anche molte posizioni che molto spesso non si comprende ma insomma basti pensare che con la prima guerra mondiale e andate in crisi l'Internazionale socialista sulla posizione da da assumere nei confronti della prima guerra mondiale quindi figurarsi se non devono capitare anche in questa occasione delle delle prese di posizione di coscienza come vengono chiamate o delle crisi tutto tutto è è ammissibile di fronte quando c'è la guerra certamente
Il tenera è una posizione che poi nei toni appunto di guerra e definita di disfattismo
Eccetera sicuramente non facile vorrei comunque dire un'ultimissima cosa
Ed è quella che per quanto mi riguarda io credo che vada mantenuto in queste occasioni una posizione che di alterità assoluta
Rispetto alla cultura che in questi
Non decenni non centinaia di anni ma appunto per tornare alle posi
Sironi del dei romani che diceva ma se vuoi la pace prepara la guerra ecco noi credo che dopo tutti questi
Secoli e secoli siamo ancora a questo livello culturale e io credo che noi dobbiamo mantenere invece una posizione di alterità assoluta
Che parrà per il futuro che anche se nel momento della politica non me
Non ne ha facoltà ma una posizione di alterità assoluta che suffragate in questo momento anche da una
Da un problema all'uopo e de l'utilizzo della scienza e della tecnologia nuova
Noi abbiamo una ricerca scientifica che in maniera predominante ricerca scientifica militare
E che solo nei suoi affetti residuali viene utilizzata per la vita civile
Questa è un'enormità quanti intelligenza quante risorse
Vengono utilizzate per la ricerca militare e non invece per risolvere i problemi della vita degli uomini e delle donne per le Mara
Di per risolvere molte condizioni di vita o di morte che ci sono ecco questa è una riflessione che io credo dobbiamo fare allora qui il Problema
Del disarmo del dire di no no alla produzione di armi la riconversione delle industrie di armi il commercio delle armi che dovrebbe essere definito come delitto contro l'umanità crimine contro l'umanità ecco io credo allora se noi questo
è un rovesciamento completo credo di io ottica che mette certo al bando gli interessi e assume invece come ce
Tali i valori e io sono convinto che se noi manteniamo una posizione che io chiamo appunto di alterità assoluta
Credo che augurabile che prima o poi si ampia si abbia ragione
Se ci sarà il tempo
Perché di appunto tutti di cui arriva si può si può morire
E questo conflitto credo che certo è un monito da una parte
Ma può essere può scatenare anche una un incendio di proporzioni in calcola
Bellini perché Po ci può anche prevedere che non venga accettato che ci sia questa condizione di
Dominio assoluto tecnologico ecco io credo che queste anche siano delle ragioni che fanno dire che la disumanità
Di questa guerra tecnologica
E ancora più enorme del disumanità
Che avevano le guerre del del passato è un primo
Bozzo di riflessione a cui foglio voglio dedicarmi ma voglio così comunicare subito questa che è un mio pensiero bene ringrazio Franco quando
Non è presidente del gruppo futurista lotta ecologista qui al Senato che abbiamo potuto ascoltare in diretta ed ora recede collanine allo studio
Che