La grande guerra nella memoria italiana

E
La storia non è solo passato
Tua storia identità
Ed è per affermare questo principio che la Camera dei deputati ha organizzato questo convegno
Il quattro novembre del mille novecentodiciotto assegnato l'anima italiana ed è scolpito nella memoria del nostro popolo
E penso sia importante che le istituzioni offrano dopo novant'anni un'occasione per approfondire il senso dei valori morali e civili di questa ricorrenza
Ringrazio il Capo dello Stato per aver accettato di essere presente
Lo saluto unitamente al vice Presidente del Senato una mia al giudice della Corte Costituzionale Finocchiaro Sottosegretario letta e alle altre autorità civili e militari
Lo scorso anno rendendo omaggio al Milite ignoto il Presidente Napolitano sottolineo in un passaggio del suo discorso il legame tra grande guerra il Risorgimento
Ed è con questo spirito che oggi vi evochiamo la straordinaria mobilitazione morale e sociale ed economica sostenuta dal nostro popolo tra il mille novecentoquindici e il mille novecentodiciotto
Fu un impegno a gigantesco per un Paese in gran parte povero e che era un mito politicamente da poco più di cinquant'anni
Il legame con la stagione risorgimentale non fu solo fornito da ricongiungimento di Trento e Trieste all'Italia
Venne anche dalla conquista della autocoscienza di essere una nazione
In un discorso tenuto all'indomani della vittoria Vittorio Emanuele Orlando disse che l'Italia è oggi un grande Stato perché all'inizio ha rivelato una capacità di azione di volere che l'apparenza effettivamente hai più grandi Stati contemporanei
Gli ogni milioni di italiani che fino ad allora erano rimasti lontani o addirittura estranei allo Stato unitario
Scoprirono nelle sofferenze della guerra di aver superato insieme una prova tremenda e cominciano a sentirsi per la prima volta coinvolti in una medesima comunità di destino
Fu un'esperienza incancellabile che rappresenta uno dei momenti più alti nella storia dell'Italia moderna un'esperienza certo tragica ma perennemente produttiva di insegnamento
Questi significati anche in riferimento agli odierni profili dell'identità nazionale verranno approfonditi dagli studiosi che hanno accolto il nostro invito
Vi ringrazio per i contributi che si accingono a fornire
Unitamente alla Società italiana di storia militare in particolare nelle persone dei professori Gabriele Tambre che hanno collaborato all'organizzazione dell'evento che indicheranno i loro interventi per la pubblicazione degli atti del convegno
In questa occasione doveroso anche ricordare che al novantesimo della vittoria e legato una ricorrenza che riguarda specificamente la Camera dei deputati
Il venti novembre del mille novecentodiciotto i deputati si riunivano infatti per la prima volta nella nuova aula di Palazzo Montecitorio
L'evento è rievocato da un'importante pubblicazione realizzata dall'archivio storico della Camera e ringrazio il soprintendente Paolo Massa per l'accuratezza della ricostruzione storica e per il valore dei documenti presentati
Nel sottolineare l'attualità dei valori trasmessi dal quattro novembre dobbiamo innanzitutto considerare i profondi cambiamenti conosciuti dal nostro Paese nel corso di questi novanta anni
Come insegnava Giovanni Gentile
La storia vive nell'atto del pensiero ed è una rielaborazione incessante di esperienza
Il cosiddetto secolo breve è stato per gli italiani per di europea in un secolo travagliato che ha prodotto una sofferta maturazione dalla coscienza civile
Una delle conquiste più alte dello spirito di erano
è il riconoscimento della necessità di vincolare sempre la nazione alla democrazia oggi
è impossibile pensare la patria senza la libertà e i diritti del cittadino
Tale legame non appariva novant'anni fa in tutta la sua forza
Nelle giovani energie culturali dell'interventismo prevaleva lo spirito nazionalista nell'inquietudine che caratterizzava quegli intellettuali c'era una forte insoddisfazione per l'istituzione dell'Italia liberale
Tale sentimento coinvolgeva anche coloro che sostenevano con decisione la causa democratica
Penso a Piero Gobetti dalla sua idea che il Risorgimento potesse rivelare pienamente la sua forza di progresso solo attraverso l'allargamento della base della partecipazione politica
La nazione ma dunque ancorata alla democrazia ma anche la democrazia collegata a sua volta al valore della nazione
Questa considerazione non ostacola anzi agevola il processo di costruzione delle istituzioni europee nel quale l'Italia ed ho sempre intensamente impegnati
L'ideale di una democrazia sovranazionale rappresento uno sviluppo e una maturazione non certo una negazione della cultura politica nazionale naturalmente di una cultura politica che voglia essere evolutiva e aperti
Le sfide che oggi vengono all'identità nazionale specialmente per effetto delle grandi migrazioni e dei processi di globalizzazione sono quindi sfide anche alla democrazia
Sono sfide comuni a tutti i Paesi occidentali ma c'è un profilo strettamente italiano e riguarda l'affermazione di valori condivisi che garantiscano la coesione sociale e la qualità del confronto politico
In un certo senso possiamo dire che oggi
Siamo nuovamente alla ricerca dell'auto coscienza di essere Nazione
C'è bisogno di interrogarsi sul valore sul significato dello stare insieme come italiani e sugli obiettivi comuni da perseguire
Forse più di quello che accade in altri Paesi noi abbiamo bisogno di ritrovare quel retroterra di sentimenti memoria simboli che danno sostanza vitale al senso della lealtà civica
La cittadinanza ha bisogno di essere vissuta come un'emozione prima ancora che come un freddo obbligo della ragione
La storia è un grande deposito di mozioni che si rinnovano si dovrebbero rinnovare nelle festività civili
Intensità con le qualità al teste vengono vissute è un segnale della qualità della vita democratica e dell'attaccamento dei cittadini alle istituzioni
Di per l'interessamento il quattro novembre vuol dire sentirsi legati intensamente alla comunità nazionale
Questa festività va vista come necessario completamento alle feste del venticinque aprile del due giugno in cui si ricordano momenti altrettanto cruciali della storia italiana
In queste tre festività la storia comune torna a farsi esperienza presente i disegni un percorso di educazione alla cittadinanza che va costantemente sostenuto rinnovato arricchita di contenuti e significati
Sono altri significati civili che appartengono indistintamente a tutti gli italiani al di là degli orientamenti politici e che devono appartenere a tutti coloro che diventano italiani o lo vogliono diventare e mi lasci dire signor Presidente che certamente
Non è piacevole leggere che c'è chi
Dovendo insegnare
Ritiene che non sia opportuno far partecipare i propri ragazzi ad una cerimonia del quattro novembre perché la bandiera tricolore offenderebbe gli immigrati
Nel celebrare la vittoria dell'Italia nel primo conflitto mondiale
Non possiamo fare a meno di ricordare che la Grande Guerra fu un evento catastrofico per l'Europa e che provocò la morte di tredici milioni di uomini
Fu l'inizio di quella lunga guerra civile europea per dirla con Ernesto un'auto
I valori che avevano fino ad allora accomunati popoli continentali furono in gran parte distrutti
Ha scritto John Keegan che quell'immane evento bellico danneggia per sempre la civiltà razionale liberale dei lumi e con ciò danneggiò la civiltà nel suo complesso
I frutti avvelenati si videro immediatamente con la nascita l'affermazione dei totalitarismi del Novecento
Da quella lunga stagione di oppressione sofferenza e l'Europa e definitivamente uscita solo nel mille novecentottantanove con il crollo del muro
Oltre a quello della democrazia
I valori che vanno ad saldati con il valore della nazione sono anche quindi quelli della pace e dell'unità europea
Il quattro novembre che anche festa delle Forze armate vede l'Italia in prima fila nell'azione di tutela della sicurezza e della stabilità nelle principali aree di crisi del mondo
è un impegno di civiltà che manteniamo anche grazie alla professionalità ancoraggio alla dedizione dei nostri militari impegnati nelle missioni internazionali
Mi ricordo Della vittoria italiana di novanta anni fa deve quindi impegnarci oggi a favorire la conquista della pace per i popoli vittime del terrorismo e anche questo è un prodotto della maturazione dalla coscienza storie
L'identità del nostro popolo deriva da molti elementi ma su uno in particolare
Vorrei dedicare una piccola finale riflessione
Credo che si è tipico del carattere italiano del nostro essere italiani
Il gioiose straordinario amore per la vita
Me lo ha suggerito anche la lettura di un passo dall'epistolario tra Ardengo Soffici e Giovanni Papini tenuto tra il mille novecentosedici del mille novecentodiciotto
So che ci racconta Papini di aver trovato un mandolino rovinato dal solitamente non anzi in una donna del Carso dove si era combattuto in uno scenario infernale
E così commenta
Il mandolino dovrebbe essere non lo stemma italiano
Avere il coraggio di suonare il mandolino sul Carso è un segno grande civiltà imperitura
Chissà che apparteneva a quel mandolino comunque a chiunque sia appartenuto il messaggio di speranza che ci arriva dopo novant'anni e di una forza straordinaria
La cultura della vita trova sempre il modo di affermarsi anche laddove è più forte lo spettro della morte della distruzione
Ed è con questo spirito di fiducia nei valori dell'uomo che rivolgiamo il nostro pensiero commosso e riconoscente alla generazione di italiani l'ultimo dei quali Delfino Borroni scomparso pochi giorni fa
Che affronto e superò la tremenda prova per la Grande Guerra dimostrando nei momenti più difficili la capacità di coesione del nostro popolo
è un insegnamento che ci sprona difendere oggi il bene prezioso per la pace e ad affrontare le nuove sfide che si presentano al nostro Paese mantenendo sempre alto
In tempi di pace
Mantenendo sempre alto all'interno dalla comunità nazionale un forte vincolo di solidarietà e di unità quella solidarietà e quella unità
Di coloro che novanta anni fa
Veneti o calabresi ci sentiremo profondamente italiani in quella tragica temperie e in quel momento di sofferenza e di successiva abituarci grazie
I nostri lavori come sapete si svolgeranno con
Una serie di relazioni
La prima delle quale affidata alla generale Carlo Jean
Chi è chiamato a
Illustrare l'evoluzione della strategia italiana durante la Grande Guerra
A seguire il professor Roberto Monti Cona che parlerà di esercito e popolazione
Il professor Valerio Castronovo
Un'efficace mobilizzazione industriale come l'Italia superò la prova della Grande Guerra
E l'onorevole Manuela Di Centa le donne in guerra il coraggio il valore delle portatrici Carniche una piccola ma credo importante pagina di quella
Così difficile e luminosa storia
Generalizzando aveva
Generale lei è un uomo
è un ufficiale
A lei come a tutti i colleghi la preghiera di rispettare tassativamente il tema
Grazie
Benissimo
Dunque il
Quello che dirò diviso in quattro parti una prima parte
Sarà un breve cenno su quello che sono stati il veicolo le
Il coordinamento politico-militare durante la Grande Guerra in quanto la strategia
Non è un qualcosa che sia sospesa per aria
Nel vuoto ma è sostanzialmente deriva
Dal fatto che un mezzo con cui la politica dei litigi indetti solo i suoi fini
Il la strategia sostanzialmente in dialogo continuo con la politica
Fissa degli obiettivi militari che si devono essere corrispondenti agli obiettivi politici
Nel caso della Grande Guerra
Il la strategia fu influenzati in modo determinante dal fatto che la politica era oscillante
Caratteristica dei Savoia
Il cambiamento di alleanze
Addirittura l'Italia ha un certo momento per ben otto giorni è stata alleata con tutti i rischi con tutti e due gli schieramenti contrapposti
Dalla fine del dalla firma del patto di Londra
Nel ventisei aprile
Alla denuncia della Triplice Alleanza
Nel quattro ma al quattro maggio
E il militari si trovarono notevolmente in difficoltà anche perché mancavano come mancano tuttora in realtà
Degli organi di coordinamento politico-militare organi di coordinamento politico militare che soprattutto in questo periodo sono assolutamente necessari in quanto è aumentata la zona grigia
Tra la pace complete la guerra totale
E gli interventi delle forze armate richiedono un
Gestioni in tempo reale una corrispondenza delle obiettivi militari con quelli che sono lì Fini le finalità della politica
E questo è uno dei problemi sicuramente che prende il professor De Vergottini ammesso in evidenza in un pregiudizi pregevolissimo saggio recentemente
E che allora era addirittura aveva raggiunto dei livelli di quasi assoluta follia
Anche per la maniacale segretezza
Con cui i Ministri degli esteri San Giuliano e Sonnino
Mantenevano il gli accordi militari
Teniamo presente una cosa esempio un esempio
Il due agosto quattordici che arreda ordinanza poi di stato maggiore di spedire tre corti d'armata in Germania per combattere con i tedeschi secondo gli accordi tra triplice alleanza
Il tre mattina
Il tre mattina Ilva Salandra chiama Cadorna e di dici così di cominciare di preparare i piani controllato l'Austria
Quindi non possiamo
Questi questo fatto qua ha fatto sì che per esempio il lo stato maggiore fu informato del cambiamento di alleanze solamente l'ultimo momento
E non fu autorizzato di è procedere la mobilitazione all'adunata delle forze per cui la politica del Pisu determinante che era un pochettino la caratteristica loro della politica italiana
Non ottenne per i risultati che dovevano attenere alla prima battaglie dell'Isonzo incominci il ventitré giugno
Cioè un mese dopo l'inizio formale dell'ostilità netti invece avrebbe dovuto iniziare subito e piani un po'napoleonici fatti dallo Stato Maggiore
E chi erano fondati su alcuni assunti alcuni presupposti che poi era un caduti
Cioè successo dell'offensiva Russo il successo dello sbarco a Gallipoli il successo dello sbarco a Salonicco di Franco inglesi e così via
Cessarono per cui il l'esercito italiano che aveva una netta superiorità sulle forze ostili affetto praticamente rimase fermo e cado e a questo si aggiunsero degli errori di carattere strategico di Cadorna
L'errore di carattere strategico di Cadorna che mantenne la massa delle forze una massa di forza di manovra tra Verona e vicenza in quanto era estremamente preoccupato di un attacco osteria co dal saliente trentino
Risultato che tra i praticamente nel tentammo attaccare le forze austriache quando le forze ostili e che avevo già recuperato uscente quaranta battaglioni
Dal fronte orientale schierati
Sul Carso e il ci furono queste continue offensive ben undici offensive sull'Isonzo la dodicesima e quello di Caporetto
Il che in cui il le nostre forze logorare uno fortemente le forzo storia con
Nell'undici sembrato tagliate d'Isonzo lo portarono quasi sull'orlo del crollo però non riuscirono ad ottenere quel risultato strategico che si sarebbe dovuto attenere e che Cadorna aveva promosso e promesso a Salandra
La
Esistevano dei comitati esisteva un un
Fu un Comitato di difesa nazionale che era però costituito dagli stati maggiori dai capi di stato maggiore solo nella ecco fu costituito nel novantanove mila ottocentonovantanove
E solo nel mille novecento e otto furono ammessi ministri della guerra il Presidente del Consiglio
Viste da guerra Presidenza del Consiglio che tra parenti siano completamente separati da gli stati maggiori gli Stati Maggiori facevano caparre il re doveva autorizzare l'auto il trasferimento di notizie dagli stati maggiori ministri
In queste condizioni immaginate come poteva essere concepita la strategia italiana
Il Piano napoleonico qui e poi non fu che ho adottato dal Cadorna soprattutto muto per questi suoi errori grande tattica queste su indecisione
Prevedeva tre fasi la prima fase un tra stravolgere le difese di fronti rosse Rieti arrivare verso Trieste seconda fase verso Lubiana dove si prevedeva di svolge con la grande battaglia
Terza fase aggiungere sotto Vienna terra Klagenfurt Vienna insomma grazie e dove si sarebbe svolta la battaglia decisiva con le forze residue dell'impegno dell'impero austriaco
E il poi invece tutto andò per i fatti suoi insomma non
Questi indecisione di Cadorna impiego delle forze a Spizzico
Offensive effettuate sull'argine fronti anziché su pochi punti concentrati come fecero i tedeschi presenti sui volti all'inizio della guerra il provocarono grossissime perdite
Provocarono grossissimi usure
Ed erano indigniamo abbastanza con quelle o coordinamento molto lasco tra comandi Inter alleati
Perché fu adottato solamente a partite dalla fine del mille novecento i quindici e e che cercava di costi economizzare le offensive sul fronte italiano con le offensive sul fronte francesi in modo tale che non ci fossero travasi di forze tedesche queste fonti tagliamo stia corresse il fronte francese
Lo stesso inconveniente capito per quanto riguarda la marina chiedo scusa se con devo correre evidentemente per non sforare i tempi Lamarina praticamente pensata di dover combattere contro la Francia
I fatti fece un grosso programma di corazzate do calcolati della Marina italiana nel mille ottocentonovanta ed alla terza Marino del mondo dopo quello britannico e quello francese
Poi va beh e ci fu un lo sviluppo della Marina dalla grande Marina dell'ammiraglio TIR Spitzer Tedesco e Potì
Ma e la la l'accento il massima quantità di fondi fu concentrato sempre sulla
Co sulle corazzate corazzate che dovevano
Battere la flotta francese di Tolone per impedire che la flotta Franci del torrone Bombarda se le coste tirreniche in cui erano concentrate gran parte le industrie pesanti italiane
Il
E
Il mille novecento e tredici fu firmato la Convenzione navale tra Italia e Austria in cui la Marino storia per la morte vini italiani insieme dovevano operare in Tirreno per andare a toccare la flotta di Tolone
I due ammiraglio Trompia Revello che era il capo di stato maggiore della Marina menti vice comandante supremo della Marina era Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi il town verrebbe il fu informato
Del cambiamento di alleanze e del fatto che avrebbe dovuto agire in Adriatico anziché in Tirreno solamente al verso il dieci maggio quando un suo ha detto
Fu chiamato a Parigi per forma per firmare un protocollo navale
Che in maniera piuttosto sciagurata il ministro Sonnino aveva inserito nel proprio patto di Londra
Il successivamente si determinò questo dualismo fra comandante supremo Luigi di Savoia e il tavolo del revenue
Luigi di Savoia voleva prendersi la rivincita dividi fissa per battaglie di Lissa mille ottocentosessantasei
E voleva attirare le corazzate osteria che al di fuori dei loro porti tonde Revelli invece puntava tutto sul Naviglio leggero sui sommergibili sui mass sulle azioni di topi di Nieri e così via
E
è a un certo momento gli fu tolto anche il capo la carica di capo di stato maggiore della Marina
E cioè i furbi istituiti insieme la carica di comandante supremo della Marina solo allorquando Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi perso cinque collassata insomma
E va be per incentivare i due per sabotaggio due o tre sottomarini non imposto una mina e così via ma insomma praticamente le la flotta
Il grosso della fronte italiano su più grosse perdite
Considerazioni generali no a parte
Il queste mani dice chiamiamo così in mancanza di strategia dovute alla mancanza di guerra di movimento praticamente il la strategia sì ridusse a una forma di logoramento
Logoramento in cui il di Trenitalia subito rossissima eternit anche perché il potenziale industriale italiano fu o era molto inferiore a quello degli austriaci
Poco artiglieria avevamo un tre per per
Chilometro di attacco giornalmente da un trentacinque quaranta bocca da fuoco rispetta settanta ottanta che avevano sul fronte francese è presente
Il l'esercito fu si dimostra molto molto solido
Info formato pur da conti Dal Mas contadine in gran parte ignare del a della guerra ma in un certo senso abbastanza antiaustriaca e anche se loro spirito anche osteria quello un po'attenuato dall'azione del clero nolenti invece il
Il nell'ambito del delle scuole libri come il cuore e così via sicuramente formavano una certa quale forma di identità nazionale
E il questa identità nazionale Salus è completamente alla superficie allora dopo la con sconfitta di Caporetto
Allora il ci fu una specie di reazione popolare
Decisamente massicce azione popolare a cui si accompagnò globulizzazioni industriale anche dei sindacati Bruno Buozzi USA delle parole favolosa riguardo proprio degli accordi per esempio che in generale Dalloglio Ministro per le armi munizioni e finisce con i sindacati per farli entrare negli organismi di mobilitazioni industriale
Era una stanza simile agli accordi Bismarck Laassal che sfoci ostativi il fondamento della potenza militare reperisca
E il questa reazione ebbe a risultante dell'Italia alla fine fu l'unica potenza dell'intesa che conseguirlo basta una vittoria campale
Il territorio italiano praticamente era stato il quattro novembre e completamente quasi completamente liberato addirittura prendono avete dato un'autovettura guardi un non voto mobile no con tre uomini
Tanto per
Marcare
La presenza italiana sui confini della pace
E il sicuramente l'Italia ne uscì provata
Furono sconvolte le strutture sociali industriali economiche il debito fu enorme ma in quel momento l'Italia diventa una grande potenza anche se poi la gestione successiva
Della politica estera non riesci via
Utilizzare completamente questa situazione
Il
Per concludere volevo solamente aggiungere una cosa contrariamente a quello che si dice
Vittorio Veneto è stato una vera e propria battaglia
Non è stato un
Sul testamento di successo sul nemico che ormai si era disintegrato lo dimostrano pre più combattimenti sul Grappa in particolare
In cui la quarta armata subito grossissime perdite ritardi e così via
E Vittorio Veneto sicuramente Marco una data che una data simbolica per tutti gli italiani e come
Nostri Presidenti della Repubblica dal Presidente Napolitano al Presidente Ciampi ci insegnano
L'importanza dei simboli per la coesione nazionale e per la solidarietà sociale nazionale finiscono essere delle cose determinanti che devono essere colorate da tutti quanti grazie
Grazie al generale Jean professor Monti con esercito e popolazione
La partecipazione dell'Italia alla Prima Guerra Mondiale e quattordici diciotto
Con l'intervento dapprima contro l'Austria Ungheria e poi anche contro la Germania richiese allo sforzo congiunto delle Forze armate di tutto il Paese come testimoniano i dati della consistenza dell'esercito e della mobilitazione civile
Forlì infatti chiamate alle armi nel corso di tre anni e mezzo delle ostilità oltre cinque milioni di soldati cui vanno aggiunte le centinaia di migliaia di lavoratori lavoratori civili nelle retrovie del fronte
E lo stuolo degli operai milita Rizzati nelle fabbriche produttrici di armi munizioni altri materiali bellici
Una fitta rete di organizzazioni economiche sociali e di assistenza e combattenti
Insieme con un diffuso sistema ospedaliero per i feriti e di asili di scuole per i figli e dei militari si estesi in tutte le regioni italiane anche quelle più lontane dai campi di battaglia una rete che vede l'apporto determinante delle donne
Tali dati mettono in evidenza che la vittoria del diciotto fu il frutto dell'impegno dei sacrifici di tutta la nazione italiana dei suoi soldati e dei suoi cittadini eppure
La decisione dell'intervento venne presa dal Governo in solitudine rispetto al Parlamento del Paese
Con il supporto di manifestazioni di piazza di una ristretta minoranza
Che nel corso alle maggior quindici quindici giunsero sino al portone di Montecitorio nella pretesa di esprimere la volontà popolare interventista e di esigere che i deputati di si adeguassero
In verità in quel momento decisivo convivevano in Italia più anime che portavano i segni di antiche e recenti fratture e che non li hanno ancora trovato una via comuni verso una società solidale democratica
Agli eredi del liberalismo che aspiravano a portare a compimento l'unificazione il raggiungimento dei confini naturali secondo gli ideali del Risorgimento si affianca una schiera di politici intellettuali militanti democratici
Che sulla scorsa del sulla scorta delle eredità mazziniana e garibaldina
Scorge ma non nella lotta contro i vecchi imperi centrali l'occasione per contribuire alla liberazione delle Nazione metà oppresse in un'Europa dei popoli essi terrore stavano una minoranza elitaria
Mentre sia una cospicua parte dei cattolici sensibile i principi di pace additati da Benedetto decima quinto sia il movimento socialista consolidata siano nell'ancora recente rivoluzione industriale propendevano per la neutralità
Ma soprattutto era profonda la frattura fra il nord e il sud dal quale proveniva la maggior parte dell'immigrazione permanente che nel mille novecentoquattordici aveva superato il milione e mezzo di italiani in cerca di lavoro all'estero
L'esercito inizio l'operazione nel Trentino nel settore orientale con alcune rapide occupazioni nel territorio nemico
Ma ben presto si dovesse dovette restare dinnanzi a luoghi fortificati e a linee di resistenza attrezzate già da tempo contro le quali si infrangono sarò gli assalti reiterati dei reparti italiani
Come nel resto dell'Europa dalla manica i Carpazi anche la corretta Viana si rivelò una sanguinosa e terribile guerra di trincea di logoramento
Con perdite umane elevatissimi se l'anima così ben presto l'illusione generale e dai governanti italiani di una guerra brevi da concludere con successo prima dell'inverno
I soldati in prevalenza fanteria reclutati in tutte le regioni italiane in parte alpini diedero buona prova ma l'esercito il Paese restano due mondi ben distinti anche se la società civile era sempre più coinvolte in quel conflitto
Quasi il gruppo familiare contava almeno un suo componente chiamato alle armi molte attività lavorative dovevano essere esercitate dalle donne dagli anziani
I sussidi dei combattenti erano sempre più adeguati rispetto al costo della vita mentre la morte in trincea e il ferimento o la prigionia dei congiunti arrivano un impatto lacerante non solo sugli affetti ma sulla tenuta stessa del tessuto familiare e sociale
Nonostante tutto ciò nelle battaglie tra i quindici e diciassette le truppe si prodiga erano con impegno dello strano uno di battersi con decisione e coraggio ma le perdite elevatissimi prolungati turni di trincea in condizioni di estremo disagio gliela
Assoluta scarsità di licenze nel durarono gravemente le forze d'altra parte
I comandi militari a fronte di segnali di stanchezza e di qualche limitato fenomeno di cedimento di protesta sulla base delle severissime norme dell'antiquato codice militare di tipo ottocentesco
Ho dettate dal comando supremo ricordo sono spesso a forme di repressione sproporzionate e inadeguate alla finalità di sostenere la solidità dei reparti
Se sino all'estate del diciassette le truppe italiane riportarono parziali successi
Progredendo sul fronte dell'Isonzo e del Carso
Tanto da poter sperare di spezzare lo schieramento austriaco alla ripresa delle attività
Dopo la necessaria pausa invernale i sacrifici compiuti le perdite subite e la precaria situazione delle linee raggiunte esposero l'esercito il rischio poi reato sì di una forte inattesa reazione austro-tedesca
La sconfitta militare di Caporetto ventiquattro ottobre diciassette con l'ausilio di un vasto territorio frivola ne venne detto sino alla linea del Piave del CRA segnò un radicale cambiamento nel carattere dalla coerenza mediana
Affermare io strie si tedeschi e a tenere efficacemente la nuova linea nel diciotto
Ponendo le premesse della vittoria finale contribuire hanno il coraggio e la dedizione dei soldati la ripresa morale e materiale dell'esercito e il sostegno del Paese ma la differenza fondamentale rispetto al lungo periodo precedente
Fu la repentina trasformazione delle guerre cambiano
Era finito nel volgere di poche settimane fra l'ottobre a novembre diciassette un perito di politica di strategia di organizzazione si potrebbe dire di storia del nostro Paese
Si voltava pagina era messo in forse l'integrità nazionale
Si delineava la possibile caduta nell'orbita del predominio delle potenza centrale una vasta regione era stata invasa dall'Armata della Germania dell'Austria dell'Aston Garigliano sotto il cui dominio proprio quei territori avevano lungamente vissuto
Centinaia di migliaia di profughi avevano trovato rifugio in tutta la penisola
Dando la precisa sensazione del dramma e del rischio per tutto il Paese
Generando inediti contatti e condivisione della sofferenza tra cittadini di così diverse parti d'Italia
La corale forte riscossa seguita Caporetto non fu l'effetto di una frustata che avrebbe posto fine all'inerzia di vasti settori della società e debellato opposizioni e cedimenti morali
Ciò che arriva poste in crisi era invece proprio l'interventismo non tollerante le accuse di disfattismo la sicurezza assoluta delle scelte la chiamata non discutibile e spesso non sufficientemente motivata sacrificio
Una guerra iniziata con i criteri di fine Ottocento
Si presentava in tutta evidenza come la prova di un secolo nuovo in altri Paesi europei questo passaggio che noi prima o poi segnato da altri fattori
Di tipo rivoluzionario Russia e poi nell'area germanica di ampliamento degli orizzonti verso la democrazia americana in Francia in Inghilterra
In Italia il tempo nuovo del Novecento iniziava con la messa in causa della sua integrità e della sua stessa identità di nazioni e di popolo proprio nel momento di maggiore difficoltà belliche
Così nell'estate nell'autunno diciotto l'operazioni militari sulla linea del Piave del Grappa della ripresa ed offensive italiana
Leader affrontarsi non solo due eserciti ma due nazioni l'Italia l'Austria in una sorta di scontro finale
Nel quale entrambe dovettero fare ricorso a tutte le loro energie ben sapendo che chi avesse avuto la peggio avrebbero dovuto affrontare una vera e propria crisi esistenziale
L'Italia per la situazione creatasi dopo Caporetto che si aggiungeva le debolezze strutturali e sociale d'anteguerra l'Austria per la crisi economica e alimentare e per le spinte centrifughe delle nazionalità
La vittoria italiana che ancora oggi celebriamo il quattro novembre come festa alle Forze armate rapimento di grandissimo valore nella storia del nostro Paese
Sia perché ha portato a compimento l'unità nazionale nel raggiungimento dei confini naturale sia per essere stata conseguite insieme dai soldati e dai cittadini dai primi nel rinnovato straordinario impegno sul Piave grappa in allo slancio finale
Per secondi nello sforzo solidale di sostegno sacrifici
Quella vittoria ebbe il suo fondamento ultimo nella all'esistenza del Paese per quasi tre anni e mezzo dall'resistere
L'esercito trassi vigore nella battaglia decisiva del giugno diciotto sul Piave dalla resistenza del tessuto sociale e civile
Pur nelle sue lacerazioni nel suo radicale sacrificio venga dato il supporto all'azione dei combattenti
Ma proprio perché editoria per resistenza a quella del diciotto fu sinonimo di liberazione delle terre in base nell'autunno del diciassette
Degli italiani già sudditi dell'intero asburgico dei popoli soggettive che Stati e di liberazione per tutti vincitori e vinti dalla violenza dalla morte dalla guerra
Una vittoria tanto attesa anche nella speranza che fosse definitiva NO curasse un'era di pace
Con la vittoria non può però far dimenticare gli orrori alle responsabilità nel corso della guerra così come non sono venuto di usati nel decidere l'intervento giustifica la successiva impostazione della pace
Essa va piuttosto interpretata come no riconsegna della storia di quegli anni al Paese che al suo popolo riconsegnano sempre realizzata con coerenza e con pienezza nei tempi successivi
E che ancora oggi interpellano nostra coscienza e la nostra volontà di cittadini
Quel successo lungamente atteso sofferto dall'esercito dalla popolazione pensare infatti letto come un momento emblematico di storia degli italiani
Cioè dei cittadini in uniforme e dell'immenso stuolo di cittadine e cittadini di ogni parte d'Italia che con il loro lavoro i loro sacrifici contribuiranno a sostenere la patria in guerra la patria della gente comune
Pur senza talora comprenderne o condividerne le motivazioni persino senza essere allora e in seguito compresi crei conosciuti
Gli italiani avevano infatti unitariamente accumulato un credito che nel dopoguerra non trovo adeguato riconoscimento
E che ancora oggi va onorato nel fare memoria infatti
Così come mi misi storica nella ricostruzione di ciò che è accaduto al fronte e nel Paese tra il quindici al diciotto più il tempo ci distanzia da quegli eventi più di Lunardi dal di dentro e dal punto di osservazione popolare
Emergono sempre nuove fonti di lettere
Chiariti soldati memorie familiari testimonianze di su donne ad esempio le crocerossine delle quali si celebra quest'anno il centenario di fondazione
Che ci richiamano queste fonti ad una sensibilità culturale e civile per le storie particolari e attraverso di esse per quella collettiva degli italiani grazie
Grazie professor Monti con
Professor Castronovo
La mobilitazione industriale
Che consentì all'Italia di superare con la prova
L'Italia entrò in guerra nel Maso del quindici senza che fosse stato predisposte un robusto apparato industriale di supporto per una prova così ardua
E ciò non solo perché la decisione di intervenire nel conflitto era rimasta in sospeso per molto tempo
Ma anche perché durante i primi mesi della neutralità nell'intento di trarre vantaggio dalle richieste di entrambe entrambi i contendenti Siena venduto loro quanto sia aveva di meglio sottomano
Senonché nell'inverno del quattordici si rese sempre più evidente la dipendenza dell'Italia dalle forniture estere di combustibili di altri materiali
Tanto più pesante per il rincaro dei noli marittimi e dei trasporti ferroviari
Inoltre era divenuto pressoché impossibile accedere affidi e mutui bancari con una sorta di crisi finanziaria internazionale in pratica occorreva compiere una scelta di campo
Per non rimanere isolati ed esposte rimanere esposti anche alle ritorsioni sia degli uni sia dagli altri
Impotenza inteso per esempio avevano già
Effettuato una sorta di blocco ai porti sto nostri sul Mediterraneo
E stando non solo agli umori dell'opinione pubblica che simpatizzare in genere per la causa dell'intesa
Ma anche ai conti economici c'erano pochi dubbi verso quale dei due schieramenti ci si dovesse si dovesse confluire
La Germania ed Austria Ungheria non sarebbero state in grado di assicurarci adeguate partite di materie prime e di combustibili
Che già erano insufficienti allora loro stesse industrie dopo quasi un anno di me unicamente l'Inghilterra la Francia
Anche attraverso i loro possedimenti coloniali potevano soddisfare la maggior parte dalla nostra domanda
Per giunta la Francia deteneva quasi il novanta per cento della nostra rendita pubblica collocata all'estero
Perciò se a Roma si continuava ancora a trattare a livello diplomatico per ottenere da Vienna adeguati compensi territoriali in cambio della nostra neutralità
Nei circoli rischi industriali e finanziari si era convinti che non si poteva protrarre ulteriormente il momento di prendere partito a meno di veder sprofondare le economie italiana in una crisi disastrosa
Questa è la conclusione a cui ha raggiunto il mondo degli affari ancor prima che con il patto segreto di Londra dell'aprile del quindici il Governo Salandra mettesse da parte le ultime esitazioni
D'altro canto si riteneva non diversamente da quanto sostenevano l'interventistica il conflitto avrebbe avuto una breve durata
E anche per questo si Confitarma più che sulla potenza di fuoco sul numero degli uomini che si sarebbero mandati in trincea sui campi di battaglia
Del resto dopo il dispendio di mezzi avvenuto con la guerra di Libia le spese militari erano state Lisma
Inoltre le esitazioni ripensamenti dello Stato Maggiore avevano rimandato di volta in volta all'allestimento di nuovi modelli di artiglieria e di altri materiali
Perciò avevamo continuato rifornirci all'occorrenza della tedesca Crotto
Dalla francese Schneider o dalle inglesi Vickers o Armstrong
In pratica l'apertura del conflitto l'industria italiana non riuscì a fornire che un migliaio di cannoni
Solo in parte per l'artiglieria pesante quando l'Austria disponeva invece di tre mila pezzi e la Germania di sei mila molti dei quali di grosso Carlo
Al fronte si cominciarono a ricevere prime casette di bombe a mano soltanto alla fine di luglio
E di mitragliatrici se ne erano solo seicento pezzi ossia non più di due per leggi mentre
Meno della metà di quante ne avessero in dotazione agli austriaci
Solo i primi mese il sedici fu possibile mettere in cantiere un'autentica macchina bene
E quanto avvenne con l'istituzione di un Comitato centrava il palo mobilitazioni industriale
A capo di vari Comitati regionali preceduti da un alto ufficiale composti da esponenti del mondo imprenditoriale
E del sindacato che provvedevano a ripartire i combustibile le materie prime a distribuire le commesse a stabilire scadenze di consegna delle forniture a inquadrare le maestranze sotto la giurisdizione militare
Regista di questa complessa opera organizzazione che costituì l'architrave della nostra economia bellica l'ha già ricordato il generale Jean fu il generale Alfredo Dall'olio accapo Gela sotto segretato
Per le armi e munizioni trasformato nel mille centodiciassette in un apposito ministero
Dal quale dipendeva o no oltre cinque mila funzionari e più di un migliaio di stabilimenti dichiarati ausiliari cioè che lavoravano per la produzione belli
Nonostante le divergenze insorte sovente fra le autorità militari e le imprese private
In materia di ordinazioni o di collaudi e malgrado i forti contrasti di interesse fra i principali gruppi industriali
Dalloglio riuscì nel compito che gli era stato affidato di esaudire le richieste pressanti sempre più pressanti
Degli alti comandi
Per finanziare le spese di guerra il Governo ricorse sia l'espansione della base monetaria
Sia all'indebitamento ma ciò avvenne in misura assai poco più pronunciata rispetta i nostri partner dell'intesa
Solo un quinto poco più della spesa effettiva fu infatti
Coperto da entrate di bilancio anche se in compresso il carico fiscale risultò dal mille novecentosedici superiore a quello imposto in altri Paesi belligeranti
D'altronde le autorità militari e di Governo sotto l'assillo di dover acquisire al più presto scorte sufficienti sovente non lesinare vano
Quanta i prezzi da pagare o accordavano generose anticipazioni sul valore complessivo delle ordinazioni
Solo a partire dalla metà del sedici del mio e centosedici si prescrisse l'impresa dirle investire una quota crescente degli utili e venne inasprito il carico il prelievo fiscale sui profitti
In compresso si erano cominciati in compenso si erano cominciati a vedere i primi risultati delle mobilitazioni industriale
Nell'agosto mille novecentosedici quando l'arrivo al fronte di un maggior numero di artiglierie e di automezzi pesanti consentì di bloccare la spedizione punitiva degli austriaci e di liberare poi Gorizia
Ma fu soprattutto durante l'inverno del minore centotre diciassette che l'industria italiana giunse infine marciare a pieno regime
Fu così possibile superare il momento più tragico della guerra dopo la disastrosa rotta di Caporetto gli sforzi allora profusi nelle fabbriche con massicci investimenti
E turni massacranti di lavoro dotano l'esercito di un poderoso apparato bellico che risultò decisivo per il successo in giugno nella cosiddetta Bharti battaglia del solstizio e poi per lo sfondamento Denisi definitivo delle linee nemiche
A Vittorio Veneto
Di fatto grazie soprattutto alle cadenze impressa al lavoro nelle officine dalla fine del diciassette
Fu possibile
Sfornare migliaia di cannoni milioni di munizioni centinaia gli aerei alcuni dei quali venduti alle autorità francesi e inglesi decide di mezzi blindati oltre
Ha un numero notevoli autocarri e di mitragliatrici
Ciò che consentire anche di ridurre gli assalti alla baionetta dalle trincee gli sorreggere quindi la nuova tattica militare di diversa subentrato accadono
La vittoria riportata sia pur a caro prezzo proiettori Italia
Nel novero delle grandi potenze europee
E sono uscito nell'opinione pubblica l'aspettativa di cospicui benefici sul versante economico e su quello coloniale in aggiunta all'acquisizione alla Madre Patria di Trento e di Trieste
Se non che le nostre ambizioni espansionistiche in particolare della Turchia del Caucaso e in Medio Oriente si puntava al petrolio
Erano sproporzionate rispetto agli strumenti politici e diplomatici necessarie necessari per realizzarle come risultò pressoché immediatamente al tavolo della pace avversari
Mentre vennero così meno certe illusioni ci si trova a dover affrontare sia le pesanti conseguenze della guerra sui conti pubblici
Sia gli ingenti debiti contratti con gli alleati a cominciare da quelli con gli Stati Uniti che durante la guerra era divenuto una sorta di granaio di banchiere della penisola
Per di più c'era da
Riconvertire un'economia di pace a un'economia di pace un apparato industriale che sera ingrandito enormemente durante il conflitto etc
La cercare di recuperare allo Stato parte dei sopra profitti di guerra che i principali gruppi
Industriali e finanziari avevano incamerato
Ora al di là delle polemiche sui pescecani di guerra a nessuno polemiche molto accese
A questo proposito proprio lì sopra profitti
Restava comunque il fatto che la mobilitazione belli che aveva reso possibile il compimento definitivo
Del nostro decollo industriale
Quello che ha evitato l'Italia la stessa sorte di paese la penisola balcanica e della penisola idee
Non solo il contributo determinante della grande industria la vittoria l'aveva accreditata tanto agli occhi della destra nazionalista che a quelle della sinistra massimalista
Quale fucina per eccellenza dalla trasformazione sociale e dello stesso futuro
Ho degli equilibri politici del Paese
Così fra i risentimenti sia le pulsioni aggressive dei nazionalisti per la vita cosiddetta vittoria mutilata
Dei miraggi rivoluzionari suscitati dall'occupazione operaie delle fabbriche nel settembre e venti si creano anche le premesse per l'epilogo delle tali da
Grazie
Grazie professor Castronovo
Ultima relazione dell'onorevole Di Centa sul
Coraggio il valore delle portatrici Carniche
Grazie Presidente fanno particolarmente onorata e orgogliosa di poter parlare di questo argomento che mi sta veramente a cuore
Quando ero impegnata nell'attività sportiva erano quasi dieci mila chilometri che percorreva ogni anno per fare come si dice fiato e gambe
Dieci mila chilometri in prevalenza ovviamente sugli sci mandi ma anche correndo e camminando su e giù per i sentieri delle montagne di casa della terra dove sono nata la Carnia
Sentieri che si inoltrano nei boschi di abeti larici e faggi e aprono Appia nove smeraldi nido contempo danza Avano le fatte i diavoli goffi e le bizzarre streghe del Carducci
Ma anche i sentieri che in alta quota diventano impervi
Pietraia e sulle quali un appoggio sbagliato può essere davvero pericoloso
Cercavo di arrivare su fino alla cima per quei sentieri che erano stati sentieri della Grande Guerra percorsi da mia nonna no nei per me
Con il sole la pioggia e la neve per ventisei mesi di seguito mia nonna all'epoca non aveva neanche sedici anni
Non saliva e scendeva perché non era lì per fare ovviamente fiato e gambe comunque bastavano ed erano avanzati Davanzo e i quaranta chili che portava sulle spalle nella sua germe
Quaranta chili di liberi medicinali e fino spinato ma anche di proiettili di bombe a mano che facevano di quella German una vera e propria Santa Barbara che sposta per lunghi tratti al tiro del cecchino
Quattro o cinque ore di cammino al giorno salendo oltre duemila metri
Fino alle trincee del pal piccolo del fine costante e scendendo il più delle volte con il carico dolente di morti e feriti
E al momento del bisogno a fine marzo del mille novecentosedici sotto il violentissimo attacco del nemico attacchi del nemico non è Irmi lasciava l'AGEA la per fare da servente i pezzi di artiglieria
Lei
Come tante altre donne della mia terra delle montagne erano apportatrice
Donne non comuni temperate da una vita difficile i luoghi di montagna dove ogni giorno sfamare la propria famiglia era una vera impresa
Donne che non a caso venivano definite i tredici Anton sta chiazze i tre
Angoli che sostengono la casa
Sono quindi particolarmente grato al Presidente Fini oggi per l'opportunità che mi viene offerta di ricordare qui oggi l'abnegazione e il coraggio di terrorismo delle portatrici
Di quel migliaio di donne che senza alcuna costrizione ma del tutto volontaria mente rispose non giorno all'appello del generale lei qui o comandante della zona Carnia
Queste donne
Combatterono la loro guerra insieme apportatori più giovani ragazzi pratici della zona e delle loro montagne e a quelli più anziani impegnati nella costruzione manutenzione di mulattiere gallerie e piazzali per l'artiglieria
Egli era quello Carnico un settore del fronte Italo austriaco di particolare rilevanza strategica in quanto comprensivo del valico di Monte Croce Carnico
Attraverso il quale passa l'antica via imperiale IULM augusta
Un valico che il nostro comando supremo paventava come uno dei possibili cessi per l'invasione dell'Italia da parte del nemico
Ma era anche un settore lasciato colpevolmente privo di difese nella convinzione di nascondere così all'ex alleato austriaco le nostre vere intenzioni cioè di entrare in guerra a fianco dell'intesa
Insomma nell'illusione di mantenere segreto il Patto che Sonnino aveva firmato a Londra ventisei aprile
E che ci impegniamo a dichiarare guerra all'altro all'Austria entro un mese non avevamo scavato una sola trincea né predisposta predisposto una solo teleferica a differenza degli austriaci che avevano preparato tutto nel migliore dei modi
Ma il nostro comando supremo aveva fatto d'altro
Temendo possibile connivenze con il nemico per via della presenza in Carnia di talune piccole isole allo grotte
Aveva dapprima predisposto la destinazione ad altri fondi fronti Carso e d'Isonzo e la maggior parte della leva locale poi attuato la deportazione seppure temporanea della popolazione civile verso l'interno
Cadorna
Non aveva capito che se in Carnia qualcuno sapeva parlare oltre che al friulano
Anche una sorta di dialetto tedesco non era perché austriaca ante come si diceva allora ma semplicemente perché da sempre l'Austria più vicina e più facilmente raggiungibile di Udine e Trieste o Venezia
Offriva l'opportunità di lavoro i nostri muratori ai nostri falegnami e ai nostri ambulanti
Oltre quindi non over predisposto rotabili e teleferica per un adeguato rifornimento delle linee del fronte
Possibile allora soltanto con trasporto a spalle lungo le mulattiere essersi sentieri impervi già descritti si era provveduto anche a trasferire altrove
Chi avrebbe potuto super sopperire con la conoscenza dei luoghi delle alle ed alle difficoltà logistiche a lei e alle insidie poste dalla nemico
Il prezzo pagato nei primi mesi di guerra in vite umane in salme Rieti finite nei crepacci e cioè o centrate dall'artiglieria nemica risultò talmente alto da costringere il comando supremo a fare marcia indietro
Con le comunità deportate chiedendo loro aiuto così come del resto a tutta la popolazione della Carnia
E poiché
Gli uomini validi erano già tutti alle armi l'appello espresso con tutta la sua drammaticità che la situazione ovviamente ovviamente richiedeva
Fu raccolto con slancio commovente dalle donne molte delle quali avevano mariti e talvolta figli impegnati al fronte dai ragazzi ed agli anziani del posto
Fu così costituito un vero e proprio corpo di ausiliarie
La cui età andava dai quattordici anni delle più giovani ai sessanta delle più anziani suddivisa in squadre di quindici venti unità
Furono adottate di un bracciale rosso sul quale stavano stampigliati sia i dati identificativi dell'unità militare
Con la quale operavano in stretta simbiosi
Sia
Il numero del libretto personale di lavoro del quale ogni portatrice era stata adottata e dove il foriere del reparto riportava presenze viaggi compiuti natura del materiale trasportato
Partivano tutti i giorni all'alba dai depositi e dai magazzini di fondo valle dove avveniva il carico delle German senza una guida e imponendo si autonomamente una disciplina di marcia
In caso di necessità dovevano essere disponibili anche di notte e per qualsiasi destinazione
Se le posizioni della zona Carnia settore alta Valle del punto furono non furono mai
Cedute al nemico ma sono inevitabilmente abbandonate dopo Caporetto lo si deve anche al coraggio all'abnegazione e al sacrificio delle portatrici
A una di loro Maria approvazione armenti madre di quattro figli corto colpita mortali mortalmente da un cecchino vostri arco
Il Presidente Scalfaro ha voluto nel Conte ha voluto concedere nel mille novecentonovantasette motu proprio la medaglia d'oro al valore militare
Approntando a tutta hanno la sul tetto della figlia Dorina orfana di guerra di entrambi i genitori e a sua volta portatrice
E con una legge di Stato del mille novecentosessantanove veniva conferita l'onorificenza del cavalierato di Vittorio Veneto a tutte le portatrici senza distinzione delle zone in cui avevano prestato servizio durante il conflitto
Con la singolare conseguenza che il mio Paese Paluzza annovera il più alto numero di onorificenza al valore militare conferito alle donne
A loro in modo particolare ma anche a tutte le portatrice portatori della Grande Guerra e di alimenti uniti dall'amore per la propria patria volge Mion commosso pensiero e sono certa di tutta questa Assemblea grazie
Grazie all'onorevole cento per aver
Ricordato anche con commozione questa bella e quasi sconosciuta fasi della storia nazionale
Salutiamo il Presidente della Repubblica che lascia la sala ringraziandolo ancora una volta per averci onorato della sua presenza
Invito i relatori alla tavola rotonda a prendere posto e do la parola d'Arrigo levi che coordinerà il dibattito al quale ricordo parteciperanno Edmondo Berselli Ernesto Galli Della Loggia Piero Melograni
Lorenzo Ornaghi Francesco Perfetti
Ciò non è
Avrei ma prima di tutto vogliamo ringraziare il Presidente Fini per avermi invitato a guidare questa tavola rotonda
Che concluderà la celebrazione della giornata del quattro novembre con l'anticipo inevitabile anche perché
Tipo entro il quattro novembre sarà sui luoghi stessi bella
Gandhi quello
è il momento
Beh io darò la parola in ordine alfabetico ai partecipanti Edmondo Berselli Ernesto Galli Della Loggia Pietro Melograni Lorenzo Ornaghi
E Francesco tre stecche fin da adesso lì dico che
Avremmo abbastanza tempo anche a prezzi età sono stati molto bravi hanno ci hanno dato addirittura qualche minuto di più
Ma comunque vuol dire in contenere il vostro intervento nei dieci ecco plus minuti dieci dodici tredici insomma cose di questo genere
Tra tutto perché questo permetterebbe poi un
Non
Scambio di vedute un secondo giro di opinioni le opinioni ha detto che siano tutte coincidenti
Da parte mia farò una introduzione molto breve e molto personale collegata a quello che è il tema
Che è stato da voi indicato come
Titolo l'identità nazionale italiana a novant'anni dal quattro novembre è un tema come era evidente anche nel discorso del Presidente Fini un tema molto
Caldo molto vero l'autocoscienza lei ha parlato a dagli italiani
Io ho sempre pensato che in realtà ogni uomo porta con sè cent'anni di memoria voglio dire che alcune delle memorie
Dei
Padani e dei genitori sono molte più vivide
Nella nostra coscienza
Nella nostra formazione di quelli che sono i primi ricordi dell'infanzia
E per me nato nel mille novecentoventisei è questo è particolarmente vero per la Grande Guerra
Mio padre era un giovane avvocato aveva ventisei anni
Era già sposato con una figlia
Che coincidenza vuole era nata il giorno dopo l'attentato di Sarajevo
E
Nel mille novecentoquindici chi usa lo studio paterno non c'era più il suo padre
E
Parti volontario credo che iniziò la guerra con tenente o sottotenente la concluse come ne uscì con la conosce di guerra conteranno di primo capitano
E ricordo bene ad
Questo ho memoria diretta l'orgoglio con cui ricevette attorno alla metà degli anni trenta la notizia della nomina a maggiore della riserva
La storia d'Italia intanto presto aveva
Riservato
A mio padre che era un liberale e democratico antifascista e a molti altri non poche sorprese sgradevoli
E altre per noi
Per la mia famiglia assai peggiori si sarebbero verificate dopo pochissimo tempo a partire dalle leggi razziali dal trenta
Che furono per mio padre e questo in maniera fortissima un'offesa una ferita profonda alla sua identità al suo amor di patria molo di pace che non venne mai male ma in meno
Perché considerò che
Che Luigi l'Italia era
Era Flacco chiara la sua Italia
E non non venne mai meno questo ricordo anche il giorno in cui do abbandono di nuovo lo studio di avvocato per partire andammo in Argentina molto tardi nel quarantadue
Della Grande Guerra conservava dei ricordi molto vividi
Anni dopo di mi dettò diversi di questi ricordi che io scrissi a macchina che poi abbiamo anche pubblicato in un libro di memorie sua
Ma che cosa fosse stata per lui la partecipazione alla Grande Guerra si può riassumere in base a questi ricordi così diretti ancora così forte nella mia memoria
Se può riassumere in pochissime parole
Mio padre aveva partecipato coscientemente a quella che vi era apparsa come l'ultima guerra del Risorgimento
La guerra che avrebbe completato l'Unità d'Italia che avrebbe coinvolto e unificato in un modo nuovo le tante anime del nostro Paese
Giudicava la Grande Guerra la prima anche la Prima Guerra unitaria della Nazione italiana anche confrontandola le guerre del Risorgimento che non avevano
Coinvolto il Paese alla stessa maniera
E l'impressione direi dominante che rimase indipendentemente da quello che successe dopo
Nella mente di mio padre io pardon una testimonianza mi prendo sia chiaro frasi mi è sembrato l'unica cosa che potevo dire che avesse un certo senso perché non sono uno storico
Ora sono otto circondato da persone che sanno molto più di me
D'Anna Guerra uscì rafforzato questo lui era molto consapevole
Il senso del la identità italiana
Viene napoletani lombardi piemontesi abruzzesi siciliani
Del resto se voi avete andate in giro per l'Italia è andata nel più piccolo dei Paesi trovate il monumento ai caduti della domanda due
Dare un monumento modestissimo piccolo una minuscola piramide con i nomi dei piccoli paesi a volte dieci nomi di scaduti
Sto pensando soprattutto all'Abruzzo dove
Ho comma presenza personale
Ma è c'era quindi uscì cinque su questo non vi è dubbio che in quella
Nel corso della Grande Guerra si rafforzo
In senso non soltanto di identità italiana l'identità italiana aveva tutti se abbiamo delle radici secolare essa non millenaria
Ma anche il senso di appartenenza se è stata fatta la distinzione fra identità e appartenenza di tutti i loro di tutti noi a questa nuova
Identità
Che
Dalla Grande Guerra uscite o così parve definitivamente consolidata
Fu soltanto una grande illusione
Qualcuno lo sostiene
Certo
La Grande Guerra lei lo ha ricordato fu anche l'inizio citando molte
Della guerra civile europea che doveva stravolgere le sorti del di tutta l'Europa e del mondo
Fu la prima delle due guerre se nella prima furono i morti tredici milioni ha citato lei altre fonti parlammo anche di una cifra maggiore ma quelli della seconda guerra mondiale furono cinquanta milioni una cifra
Spaventosa
La Grande Guerra del credo che lei stesso lo ha ricordato fu la madre di tutti i totalitarismi del
Dal novecento a partire già dal diciassette Cha prima ancora dalla fine della guerra stessa
E alla fine si può dire che alla fine della guerra inaspettatamente anche questa unità della arteria com'era stata vissuta durante la Grande Guerra risultò in qualche modo compromessa
Tanto che ancora oggi occorre richiede un forte impegno delle istituzioni
Nel quadro di quella che è la Costituzione che liberamente ci siamo dati gli unici fra i Paesi sconfitti che ci siamo dati liberamente per conto nostro una Costituzione
Per rafforzare queste identità questa espressione personalmente ovviamente ho avuto negli ultimi nove anni sette anni con Ciampi ormai quasi nel terzo anno col Presidente Napolitano
Un'esperienza molto di retta dell'azione svolta da
Due presidenti
Non voglio dir nulla contro i precedenti beninteso ma sono stato testimone dall'azione svolta
Dai due Presidente voglia affianco Mottola piacere onore di lavorare
Per rendere consapevole in un momento di
Difficile riconquista dell'autocoscienza italiana per rendere consapevoli il Paese per dare espressione per offrire delle occasioni e non soltanto attraverso una rinascita dei simboli io ricordo il giorno in cui
Era presidente da pochissimo tempo Ciampi decise di Rino fare la
Parata militare
Fu una
Una decisione
Non di ronda non un seduto lì per un piccolissimo segreto venendo via dalla parata con a fianco al Ministro della difesa firma personali eccellente
L'entusiasmo della folla precisi che
La
Ministro della difesa
Dissi riempì serra gli occhi di lacrime e Ciampi lo guardò e disse ma poi non l'avevate mica capito che facilmente finora si sente italiana vuole essere italiano
E questo è un contributo importante che è stato dato al quale il contributo delle
Camere
E del Parlamento è evidentemente essenziale nel suo funzionamento nella sua
Maniera di trasmissione della identità italiana dell'appartenenza alla a questa identità per tradurla inerenti politici e questo qualche cosa a volte si ha la sensazione
Di tanti
Inascoltati appelli ma momento ragione per smettere di dire sforzarsi a
Rubi rivolgersi e dico che io vorrei dire ma guardi io credo ho visitato proprio impreparazione dei viaggi in Italia ho visitato tutte le centoquattro province italiane per la verità l'ho visitato due volte una intensità di preparazione una visita dopo
E dicevamo con Ciampi ci dicevamo forse noi siamo gli unici due conoscono veramente l'Italia ma
Uno l'Italia quindi posso dire esistenti a il suo senso molto forte di identità
Curiosamente
Per nulla messe in discussione dal fortissimo senso di identità locale che rimane perché noi rimaniamo il Paese dei Comuni questo possiamo sicuramente
E non viene meno neanche in funzione dalla nuova identità sorta che quella europea
Ma qui o invaso il terreno dei miei oratori volevo portare solo una testimonianza del passato voi potrete
Dirle e giudicare
E partiamo pistole siamo in ordine alfabetico caro del mondo se tutto questo è andata a finire ai cui perché cercavo randagi trova tu sei il primo non parliamo dei dente mente dal tavolo
Più semplice
Provo sempre un sentimento particolare
Nel
Ripensare alla Grande Guerra
Ha un passato che si allontana
A
Tracce che si dia disconobbe
Talvolta un po'malinconicamente stiamo assistendo adesso alla scomparsa del mio ultimissimi testimoni
Con quel tanto di perdita che si avverte e che chiunque sia stato vicino alla memoria della Guerra del
Quindici diciotto avverte ancora
Perché quando se ne vanno
I testimoni gli ultimi protagonisti i soldati
Stiamo anche perdendo il senso di trauma storico di choc cognitivo che ebbe la Grande Guerra nella nostra società
Ne stiamo perdendo fosse anche i riflessi che questo trauma avuto nel corso della nostra vicenda è un fenomeno per molti aspetti inevitabile
Eppure
Per me che non sono uno storico cioè non sono neppure uno specialista certamente
A un
Un effetto porti ancora più particolare perché per un altro motivo perché la Grande Guerra fa parte della mia biografia della biografia di una generazione per cui la Grande Guerra è stata la guerra dei nonni
E per chi è vissuto in a a contatto diretto nella quotidianità con i simboli le mie non viene
I reperti le testimonianze della guerra io sono vissuto nel Trentino sono cresciuto nel Trentino
In una città Rovereto
In cui uscendo ogni giorno si incontrava una testimonianza direi
Tardi quanto la guerra fosse stata presente nella vita di tutti non solo per i monumenti ai martiri a Fabio Filzi
A Damiano Chiesa non soltanto per rintocco della campana Maria dolens la campana dei caduti voluta da questo strano prete il re dentista un po'dannunziano e poi pacifista che fu don Antonio Rossaro
Ma anche perché
C'era lecco nella memoria di tutti nella scuola
C'era un bel nelle maestre c'era nella in nelle cerimonie pubbliche il ricordo vivo di che cosa era stata
A che so la astratte spedizioni una spedizione punitiva
Contro di te il l'alleato che aveva tradito
Il ricordo non ancora mitologico della grossa avverte il super cannone dislocato contro gli italiani e che
Aveva un elemento di evocazione fortissima dal punto di vista della della memoria
Ma ancora adesso a distanza di tanto tempo distanza di quarant'anni di quindi quasi cinquant'anni a distanza dalla di cinquant'anni dalle mie scuole elementari
Ancora adesso nel bosco dietro casa mia nella Casa delle vacanze
Si trovano facilmente i resti delle trincee Austria che ha centocinquanta metri da casa più lontano si vede il Pasubio cioè il col Santo il corso Antino sono due sommità in cui si è svolta
Una due cime affiancate che sono state l'orizzonte di uno degli aspetti più umanamente spaventosi della della guerra cioè uno degli aspetti più terribili del conflitto la guerra di mine con i cunicoli scava atti delle due forze nemiche per fare saltare la postazione nemica qualcosa più simile al terrorismo che alla guerra leale che si svolgeva nell'acqua confronto uomo contro uomo protone contropatto un plotone
Lo stesso tempo non posso dirmi dimenticarne meno l'emozione fortissima che ancora provo adesso
Quando di fronte a i cimiteri di guerra ce n'è uno sulla che NAU fino a frazione di lavarone che bellissimo sono tutti in caduti austriaci
E tutti provenienti dalla periferia dell'impero perché come il il nostro esercito di massa l'ha fatto anche abbiamo sentito
Dei nostri meridionali dei nostri contadini che andavano al fronte anche lì erano le periferie imperiali che portavano i nidi soldati allo scontro
E cioè
Il l'immagine secondo me
Struggente dei CD questi cimiteri sopravvissuti i cimiteri con il senso di questa umanità percossa e mortificata che tuttavia ha suscitato nel tempo
Il rispetto di altri uomini e pur
Ha suscitato questo rispetto nella passare delle generazioni e nell'affievolito affievolirsi del ricordo
Però non c'è dubbio che
In passato la memoria della guerra ha contribuito a costruire un'immagine della nazione e ha avuto un ruolo potentissimo nella politica e si è riversata anche nei sussidiari nelle scuole
Nelle cerimonie politiche nel rapporto
Nostro rapporto con le forze armate
A me viene da chiedermi
Resta qualcosa e resta qualcosa di importante di tutto questo se noi pensiamo che il nostro Paese attraversato crisi profondissima nel corso del Novecento
La crisi che siamo abituati ad associare al collasso della democrazia la crisi che siamo abituati ad associare al crollo della Nazione l'otto settembre del quarantatré
Pensiamo a traumi ambascia fondamentali ma pensiamo per esempio anche alla crisi politica dei primi anni novanta
Alla crisi della Repubblica dei partiti come la chiamo suo un imprinting francese Pietro Scoppola
Pensiamo che bastano certo questa è una crisi che può apparire addirittura saltuari rispetto al crollo della della nazione azione allo sbando nel quarantatré o all'esperienza della crollo della democrazia
Ma se noi pensiamo alla crisi dei primi anni Novanta dobbiamo pensarci perché in pochi mesi in pochi anni noi abbiamo visto scomparire
Le strutture politiche o trasformarsi ma comunque scomparire le strutture politiche e con loro anche una parte delle culture fondamentali che hanno modellato la nostra Italia la nostra vicenda di italiani
E allora
Noi
Se ci chiediamo
Che se esiste una continuità nel corso del Novecento che ci consente ancora di riconoscerci comunità comunità di italiani
Dobbiamo anche riconoscere le fratture che si sono create le fratture che
A prima che abbiamo vissuto di cui abbiamo memoria
Allora possiamo davvero possiamo riconoscerci come comunità non è semplice dare una risposta si rischia di solito o
Una risposta retorica o il cinismo di fronte a qualcosa che non
Perché poi non è non è elegante evocare
Credo che o con uno sforzo maggiore io non sono neppure convinto
Che sia opportuno o che si richiamare parole come identità mi riconosco
Nell'aspetto problematico della parola identità per quello che per esempio un sociologo come Sigmund Baumann ha ha scritto la parola identità viene evocata spesso quando la comunità crolla
Credo però
Che se dobbiamo provare a ricomporre una storia che tenga conto della nostra storia di chi ci ha preceduto e
E della nostra quelle in cui siamo collocati
Perché non ci sia soltanto una serie di frammenti di storie parziali di discendente rotte
Dobbiamo essere in grado di raccontare la Grande Guerra e dobbiamo essere in grado di ripensare la Grande Guerra anche per i problemi che ci si pongono oggi di fronte a quelli che sono stati gli ideali di allora i sentimenti anche oltre che
I valori
E agli ideali e i sentimenti di allora
Pensando h
Anche in termini politici che quali sono i problemi veri all'interno della nostra comunità uno solo ne cito Goffredo pure a chi vorrà ma discutono per accoglierlo o comunque sempre come sempre c'è motivo di riflessione
Noi oggi abbiamo
Siamo ancora di fronte al problema del dualismo territoriale al dualismo dell'economia e la differenza di di tendenze e di andamenti fra nord e sud del Paese
Tutti gli indici del centro nord sono positivi tutti gli indici del centro sud del sud di tipo economico ma anche di tipo sociale
Tendo esseri inferiori o ora ad andare in terreno negativo ecco di fronte
A quel afflato di fronte a quel sentimento di italianità di condivisione di destino di comunità che
Cercava la propria il proprio destino e la propria
Alla propria il proprio essere nazione proprio essere patria il proprio essere il Paese credo che oggi a distanza di novant'anni
Occorre ripensare il il problema questo che probabilmente il problema centrale del nostro Paese oggi ripensando anche a quel senso di condivisione che uni il Paese allora grazie
Grazie nel mondo
Anche perché sei stato al di sotto dei quindici minuti e mi auguro che farebbe altrettanto questo permetterà appunto alla fine forse un allargamento del
Dibattito
Perché forse dibattito sarà
Ernesto Galli Della Loggia
Esattamente
Credo proprio
Il giorno esatto di novant'anni fa
Un giovane ufficiale italiano per primo spinto sì stranamente in avanscoperta per quelle situazioni
Che capitano l'ultimo giorno gli ultimi giorni delle guerre entrava da solo praticamente a Trento
E e diciamo così liberava a nome dell'Italia alla città
Era Piero Calamandrei ha qui tocco questo singolare scusi dono della sorte si può dire e ne scrisse immediatamente nei giorni successivi alla moglie ha data
Con queste parole la gioia provata in quegli istanti da noi
Non si può ridire mi pareva di ritrovare in ogni in mano che si tendeva una persona Canada tanto conosciuta e ritornata dopo una lunga assenza
Io
Non sapevo dire altro che fratelli fratelli è lo stesso Piero Calamandrei che
Nel maggio del quaranta
Ripensa quando l'Italia intera seconda guerra mondiale ripensa quelle lontane giornate di un altro intervento questa volta affida al diario le sue osservazioni ricordo appunto
Con una struggente malinconia l'atmosfera di quel ventiquattro maggio di molti anni prima
Iscrive la notte
Fummo fino a tarda ora cantare Trento e Trieste per le vie del centro di Firenze c'erano con noi Mazzini Garibaldi Carducci
E Battisti vivo e tutto il Risorgimento e tutta la nostra civiltà
Naturalmente
Essere invitati a
Pensare sull'identità italiana a distanza di novant'anni
Dalla Prima guerra mondiale invita proprio sulla base di queste vetture a misurare credo voglia enorme lontananza che ci separa
Da quell'Italia di Piero Calamandrei che era puramente anche l'Italia
Del padre in figlio Arrigo L'Italia di tanti altri italiani dall'Italia di oggi dove
Ve lo posso dire per esperienza personale si presenta agli esami degli studenti che non sanno quando è nata l'Unità d'Italia non sanno
Quando unitario dove le vie punto insomma i nomi di Mazzini Garibaldi Battisti poi Battisti so non so quanti siano in grado
Tra gli italiani al di sotto dei quaranta cinquanta anni di saper dire chi era Battisti
Cioè l'impressione che l'identità italiana da quella lontanissima guerra abbia subito come ovvio insomma come inevitabile delle fratture gigantesche
Ricordo per alla nostra memoria sono fatture ovvie che però hanno cambiato radicalmente il volto la memoria e anche l'identità del Paese credo non ho paura a differenza di
Edmondo di usare la parola identità alle parole
Tutte le parole o quasi possono essere usate in modo sbagliato in modo giusto insomma
Dobbiamo stare attenti a come usarle però insomma delle parole penso che non bisogna pertanto paura
Le tre grandi fratture che ci separano da da quel mondo lontanissimo
Almeno appunto alla
Comunico al comune sentire sono state ovviamente la seconda guerra mondiale che è stata la grande frattura perché ha
Di strutture
Forse di fondato daccapo insomma non c'è riuscita in maniera sentire anche quello che diceva Artico levi non ci riuscite in modo completo ma comunque ha radicalmente mutato la cultura della nazione il legame ideologico e sentimentale degli italiani rispetto allo Stato unitario
C'è stata poi l'avvento della democrazia Lucrezia
Ha spazzato via
Quell'Italia ancora
Cast tale Cecchetti esempio c'è tramandata dalle memorie della prima guerra mondiale di tanti ufficiali che hanno lasciato le memorie che sono piene essi di simpatia
Di volontà di condivisione con le sofferenze delle Defanti delle schiere dei fanti contadini ma sono anche piede di paternalismo di appunto un'accondiscendenza proprio appunto
Del borghese verso chi appartiene invece alle classi popolari e poi naturalmente la terza frattura
Forse quella
Decisiva diciamo così è stata quella
Della rappresentata dalla dalla democrazia insomma la democrazia dalla scusati alla modernizzazione che ha
Come è noto cambiato il volto dell'Italia e quindi
Ce l'ha resa ancora ci ha reso ancora più distanti fondo
Molti in questa sala ricordano credo ancora Italia degli anni Cinquanta italiani cinquanta era un'Italia che in qualche modo ancora nelle scuole elementari ma nella vita nei paesaggi nelle abitudini familiari aveva un rapporto con il l'Italia della Grande Guerra poi dopo invece con la modernizzazione tutto quanto è e cambiato
Eppure però io credo nonostante queste punto questa grande differenza questa frase queste fratture intervenute uno sentita in qualche modo durante
Gli anni intorno all'acqua alla Grande Guerra
E cioè considerando anche
Cioè
Il biennio successivo il biennio rosso fino alla conclusione c'è un sito della con l'avvento del fascismo quegli anni in qualche modo in quegli anni abbiamo cominciato ad essere ciò che poi saremmo stati saremmo diventati e ciò che in fondo siamo ancora ad essa adesso sono gli anni insomma
In cui
Nascono in qualche modo si affacciano i prodromi del identità italiana successiva e si affacciano conto un carico fortissimo di contraddizioni che in qualche modo credo
Sono le contraddizioni
Che noi ancora oggi abbiamo
Durante la prima intorno alla Prima Guerra mondiale nasce
Diciamo così
Ha inizio una
Moderna vita politica italiana con l'ingresso
Delle masse
Immediatamente prima della guerra c'è il suffragio universale maschile cosa cosiddetto universale me per fare solo maschile ma comunque un ampliamento gigantesco
Però poi appunto c'è l'interventismo Shel la difficilissima situazione dell'Italia postbellica all'Italia
All'Italia non riesce punto è inizio lì
Il
Una vita politica moderna però non riesce all'Italia quel passaggio tra il liberalismo la democrazia che invece la prima guerra mondiale aveva messo all'ordine del giorno
Della storia europea che ad altri Paesi europei all'Italia non riesce in quella circostanza l'Italia scopre
Da un lato quanto fossero deboli debole fosse l'involucro delle sue istituzioni liberali e anche la cultura liberale di tanta parte della sua classe di interessarsi di gente che pure si diceva liberale
E anche dall'altra parte quale ha quale concezione
Primitiva ca della democrazia avessero tanti che si battevano si batterono negli anni successivi la prima quella mondiale per la costruzione di equilibri più
Avanzati intorno alla
Prima Guerra Mondiale compare bollo compaiono degli ingredienti che poi ritroveremo molto spesso nella storia d'Italia successiva
Il radicalismo intellettuale di una parte del ceto dei colti la vocazione attivisti grandi gruppi consistenti di piccola e media borghesia il massimalismo
Larghissimamente diffuso nei pensieri e nelle azioni delle degli Stati popolari tutte queste cose quante altre volte nella storia successiva sarebbero state oggetto di osservazione
Da parte del appunto
Dello quindi delle degli osservatori se l'oggetto di considerazione compare intorno alla Prima Guerra mondiale un elemento in tutta la sua vitalità un elemento che poi ha caratterizzato tutta l'esperienza politica moderna dell'Italia del Novecento
E c'è la fortissima divisività
Del del del già il nostro
Del Paese una divisività che ha caratterizzato in modo patologico contro l'idea che esistono due italie che esiste un'Italia
L'Italia e non politiche che sia confronto ma due Italie e morali in Italia un buona un'Italia invece cattiva insomma
Compare questa
In componibile volontà contro positiva che poi porta naturalmente
Alle dieci troppe scomuniche
Naturalmente compare insieme a questa divisività così tipica dell'Italia compare proprio intorno alla Prima Guerra mondiale un'altra caratteristica in qualche modo bilance compensa questa divisa divisività
Però
Come la divisività è patologica anche questo compenso che la divisività è patologico cioè
La propensione molto forti in Italia di gruppi e personalità
Del mondo politico intellettuale a trasmigrare da una parte dello schieramento all'altro
A passare diciamo così da destra a sinistra sinistra a destra
A ogni grande sommovimento della storia politica del Novecento
Nel quarantatré qua nel quarantotto poi nel sessantotto da ultimo ancora nel novantadue novantatré c'è questa diciamo così insieme la divisività feroce del Paese e la propensione fortissima a
Cinzia trasmigrare io uso una parola molto neutra insomma come è giusto che sia
Se non vendo vengono inviati a cambiare teppisti è un un cambiamento reale effettivo il che testimonia che cosa testimonia credo di un dato molto
Di fondo importante e condizionante della nostra vita pubblica e cioè qualcosa di profondamente instabile di incerto
E quindi anche di imprevedibilmente infusionale che caratterizza le culture politiche gruppi dirigenti italiani che sono stati costretti dalla storia muoversi
Nel Novecento senza vere
Il punto di riferimento
Di una consolidata stabile
Tradizione
Nazionale
Non è certo un caso se per ben due volte nella storia novecento italiana imputati Aliano in coincidenza con due conflitti mondiali avviene ogni volta un radicale cambiamento di regime politico questo
Diciamo così un radicale cambiamento
Poi
Perché
Tra la Terza Repubblica e la Quarta Repubblica in Francia non
Anche se è conveniente Tel parlare di un Paese a noi molto vicino insomma non c'è questo
Forse ne condividiamo questo
Questa situazione con la Germania
C'è un certo senso sic
Con la Germania
Comunque situazione è completamente diverso un ultimo elemento su cui mi sembra chiusi il caso di riflettere perché è un elemento
Che cosa
Emerge con forza nella sua ambiguità c'è un lascito ambiguo delle seconde o per la prima guerra mondiale cioè di fenomeni che ci accompagnano poi nell'epoca successiva nella storia successiva
Sempre però con un
Effettuo doppio duplice insomma è la presenza dello Stato di cui appunto ha parlato Valerio Castronovo
Da par suo a proposito dell'economia c'è
Si radica nell'esperienza democratica italiana che nasce nel Novecento ed nasce con la prima guerra mondiale perché il
Il Novecento italiano è nato con la Prima Guerra Mondiale nasce in questa esperienza democratica nasce questa esperienza democratica
Con un forte tratto di statalismo di riferimento allo Stato
Alla forza la possibilità dello Stato al comando autoritativo dello Stato sulla società civile che appunto durante la guerra evidentemente del modo di esplicarsi in pieno
Ma questa centralità dello Stato però si presenta anche in diciamo così come con un connotato di fragilità di fragilità
Di debolezza soprattutto per quello che riguarda
Il comando politico dello Stato
Il l'Italia entra in guerra nella guerra che
Chiusi punto affermerà lo Stato lo statualità lo statalismo nel modo che sappiamo ma entra però con
La dimostrazione di quanto sia possibile per una minoranza spregiudicata
Cioè forzare la volontà politica dello Stato determinarle in un senso in uno stop in un connubio ambiguo tra la piazza e cioè l'istituzione Governo che è appunto quello che
Connota
Il maggio maggio del quindici per cosiddette radioso giornate che appunto lasciano un
Un un elemento fino allora nessuno aveva mai pensato nel Regno d'Italia che delle manifestazioni di piazza potessero così influire in modo radicale sulle decisioni del Governo
Il e fino allora a nessun Governo era capitato di
Avere questo rapporto diciamo sì politicamente di rispondenza di corrispondenza con la piazza come invece capita nel mille novecentoquindici come sono gli usi
Altre volte capiterà difese e io che devo cessare il sesso
Snack autonoma così caldo due minuti due minuti sì due minuti
Per trarre un po'la conclusione di questo discorso cioè appunto
Siccome appunto
Un'occasione come questa è anche il modo del resto lo hanno ampiamente usata in questa tavola zoccolo tonda sia giuridico
Che Edmondo Berselli di in qualche modo esprimere il proprio pensiero il proprio rapporto di testimoniare del proprio rapporto con il passato
Dal punto sette votarle con
Forse qualche conclusione finale tutto quello che ho detto che mi riguarda anche me personalmente io penso che
Appunto l'acquisto di cui già
Abbiamo parlato e cioè di questo sentimento di appartenenza alla patria italiana che la guerra lascio in eredità
Che fu una cosa importante questo acquisto che appunto poi è arrivato fino a noia Traverso la lapide di un monumento in un villaggio attraverso
La canzone è una
Insomma una canzone che della guerra che ci ricorda quegli avvenimenti attraverso un diario
Tutto questo ha avuto modo di arrivare fino anno in anno quando dicono i ti dico dico
Una generazione cioè la nostra quella generazione che
Diciamo così si avvia
Ha lasciato e la scena io mi chiedo se
Invece questo acquisto questo sentimento della parte italiana come un destino che in qualche modo Schiele legato tutti
Sopravviverà a questa generazione ve lo chiedo punto che naturalmente il mestiere dello significa che forse
Il dubbio prevale sulla sulla certezza della risposta grazie
Non
Ne fai venire i brividi se dice che questa generazione la vostra si prepara a lasciare la scena nonché io a questo punto dovrei dichiararmi morto
Pianura
Né
Materia devono dare generazione
No no
Io poiché noi siamo no no no tu puoi vesti essere mia figlia
Lui a nei ricordi di suo nonno il ricordo di mio padre della Grande Guerra e tu sei un giovanotto va la per carità se no che i minimi mi abbia
MB rende veramente
Triste allora
Va beh
Vediamo
Piero Melograni
Per
Barra che io scrivo il minuto in cui tu incomincia a parlare approfitto anche per lui poi mi sono
Ad essi
Baraldi
Come avrete capito dalle cose che Sartorio state dette anche in questa sala finora
Nonostante
I disastri disastro della guerra e nonostante i limiti della classe dirigente militare e politica
Quella guerra
Ha dato alle masse fin allora praticamente esclusione dalla vita politica e sociale
La coscienza di appartenere a una nazione
Infatti la guerra la Prima guerra mondiale
è stata una guerra di masse e non più una guerra di eserciti professionali
E qui e fece sì quindi che i fanti contadini in larghissima misura analfabeti secondo i dati della Svimez erano gli analfabeti erano circa il trentuno per cento al nord forse al Centro-Nord e
Quasi il sessanta per cento al sud
Ma soprattutto incapaci di comprendersi fra loro a causa della mancanza di una lingua comune perché non c'erano ancora una radio una televisione che consentissero di unificare
I dialetti e tanto è vero che il richiamo alle armi era annunciato nelle strade da bandi critici munite di tamburo
Le quali sapevano leggere e scrivere e magari traducevano il bando di leva nei dialetti locali
Invece
Ecco con la guerra
Quasi tutti i fanti contadini hanno imparato a scrivere o molti fanti contadini hanno imparato a scrivere grazie ai cappellani militari tra i quali
Il futuro Papa Giovanni ventitreesimo
E grazie agli ufficiali addetti alla propaganda
Primo dei quali
Voglio citare Giuseppe Lombardo Radice per cui carte
Private di furono prestate da Renzo De Felice che poi ho donato all'Archivio centrale dello Stato chi dovesse vedere sono lì
Quindi intuire uno per la prima volta di appartenere ad una comunità nazionale dotata di leggi di regole di tribunali militari
Che si estendeva dal Veneto alla Sicilia però
Loro capirono che potevano avere avevano dei doveri ma anche dei diritti tanto è vero che
Lo slogan la terra ai contadini comincia a circolare proprio durante la Prima guerra mondiale
Credo che l'ARSIAL gli ufficiali dice agli ufficiali addetti alla propaganda
Dopo Caporetto in virtù della presenza dei corpi militari stranieri infantili cominciarono a intuire inoltre di appartenere ad una comunità assai più vasta
In qualche modo l'Europa
Nell'aprile del mille novecentodiciotto
Un famoso giornalista inglese che si chiamava week-end sentite
Si recò a visitare Lord cavalli che era sul fronte italiano
E scoprì che perfino il comandante in capo delle truppe britanniche in Italia Lord Frederick Lamberti per l'appunto decimo Duca di capannoni
Non sapeva un bel nulla né degli jugoslavi nei invece cosa slavi così lui si esprimeva
Cioè non sapeva nulla delle truppe che aveva di fronte
Poco alla volta invece si allontanava sia i fanti contadini italiani di più umile origine appresero di trovarsi di fronte a un nemico sempre più la Cerrato da interne contraddizioni
I fanti contadini
Acquistarono un senso di superiorità nei confronti del nemico perché l'avversario che non combatteva per la propria patria sembrava loro un essere inferiore peggio di un mercenario
Gli ufficiali addetti alla propaganda indussero i soldati italiani a riflettere sul fatto che mentre loro avevano una patria
I cecoslovacchi disertano dall'esercito austriaco per arruolarsi in quello italiano si pensi che nel maggio del mille novecentodiciotto quattordicimila fra disertori e prigionieri cecoslovacchi
Formarono la sesta Divisione cecoslovacca facente parte dell'esercito italiano che combatte sul Piave con la divisa degli Alpini
Passerò ora ha un ricordo personale
Dopo la Seconda guerra mondiale assistetti di persona all'arrivo dei cortei comunisti in Piazza Venezia
A dir la verità ne facevo parte anch'io per questo me lo ricordo
Canta e e cantavamo in coro
La canzone del Piave passando davanti al vittoriano e a Palazzo Venezia anche perché lo consideravamo un inno antitedesco da intonare davanti alla tomba di quel Milite ignoto caduto proprio a opera degli austro tedeschi
Anzi dicevo prima a al Presidente
Che io anche curato un documentario in cui si vede Hitler che sale le scale del Milite ignoto
E vorrei dire anche atti
E se quel Milite ignoto fosse stato un ebreo
Perché molti ebrei hanno combattuto durante la primario io ma la prima è l'ultima medaglia d'oro della Grande Guerra Hernan tutti due ebrei
Prima Medaglia d'Oro invece dei tumori nella Grande Guerra erano qualcosa o come quarantacinque
Generali ebrei
Poi per capire come le cose andarono colossali io vorrei anche aggiungere che il Partito Socialista cioè
Che il Partito Sardo socialista finì per accettare la prima guerra mondiale
Dopo aver adottato formalmente un'ambigua parola d'ordine del non aderire e non sabotare
E dopo avere anche promosso la Conferenza internazionale di Zimmer Wald per una pace senza annessioni e aver ribadito poi a chi al TAR nel mille novecentosedici l'astro stesso desiderio di pace
Ma
Io credo che questo non aderire né sabotare
Nascondesse
Inizialmente almeno il desiderio di guadagnare tempo senza prendere posizione perché come è stato detto più volte stamattina
La previsione generale era quella di una guerra molto breve che quindi rapidamente vittoriosa
Del resto
Ma questa questa parola d'ordine del non aderire non sabotare era assolutamente inapplicabile da parte dei soldati anche socialisti richiamati al fronte a combattere
E infatti nel luglio del mille novecentoquindici morì al fronte combattendo lo stesso segretario nazionale
Della Federazione giovanile socialista che si chiamava Amedeo catanesi voglio ricordarlo qui perché
Onore al suo merito
All'indomani del ventiquattro maggio quindici Turati e Treves avevano scritto a Salandra per Valli
Quindi radunare collegare le masse alla causa nazionale
Ma Salandra uno degli ultimi epigoni della civiltà elitaria
Rifiutò l'offerta
Perché Salandra aveva voluto la guerra creduta facile brevetti per sostenere le élite al potere sconfiggendo Giolitti che con i socialisti che certo voleva poi mobilitare le masse
Così che la formula del non aderire non sabotare calzava benissimo col disegno politico di Salandra
Perché grazie a questa formula i socialisti non diventavano i nemici dai quali temere un danno perché non sabotaggio ma neppure gli amici ai quali aprire un credito
Forse i socialisti intuire una molti socialisti che mettendosi dalla parte della guerra e dell'intervento favorivano la trasformazione dalla Società italiana in società di massa
Il sei giugno del mille novecentoquindici l'avanguardia organo della Federazione giovanile socialista di cui era stato capo catanesi
Scrisse che nell'interesse supremo della nazione anche giovani socialisti avrebbero collaborato al migliore sito della guerra
Ricordiamoci poi di Palmiro Togliatti come scrive Aldo Agosti nella biografia pubblicata dalla UTET
Togliatti dichiarato inabile al servizio militare a causa della sua miopia si arruolò volontario nella Croce Rossa
Prestando servizio in vari ospedali militari prima a Torino e quale nella valle dell'Isonzo
Nel mille novecentosedici Togliatti ottenne il trasferimento del secondo Reggimento alpini distanza in Piemonte e in Valle d'Aosta
Allorché nel mille novecentodiciassette gli si aprì la possibilità di frequentare la scuola spira anti ufficiali e quindi di poter essere trasferito anche in prima linea Togliatti colse l'occasione che gli si offriva
E a Caserta e ebbe tra l'altro come uno degli insegnanti Luigi Russo al quale
Il giovane tenente che allora era un giovane tenente reduce dal fronte
Alla fine del corso Togliatti fu nominato ufficiale di complemento ma si ammalò di priorità
E venne congedato
Al momento dell'intervento il sindaco socialista di Bologna Francesco Zanardi ordinò di esporre il tricolore sul Palazzo d'Accursio
Fino a che la guerra non fosse terminata tra l'altro anche a Milano successa la stessa cosa i cittadini misero la bandiera tricolore
Alle loro finestre balconi convinti che la guerra stesse per finire con una vittoria immediata
Per essere bandiere si scolo Viro non si strapparono il bianco diventò nero il rosso sin gialli anche il verde
E
Sindaco Zanardi fece la stessa cosa mettendo questo questa bandiera tricolore
Nel giugno del mille novecentodiciotto mentre era in corso la battaglia del Piave Filippo Turati alla Camera affermò che le anime dei socialisti battevano all'unisono con quelle di tutti i partiti
Il suo discorso fu accolto da una imponente manifestazione qui in questa sala
Chiudono imponente manifestazione patriottica al punto che
Il ministro Bissolati lascio il banco del Governo percorrere ad abbracciarlo
Certo è che
Che a Caporetto le speranze degli austro tedeschi rimasero deluse
Perché gli autori tedeschi erano convinti che il fronte interno avrebbe ceduto di schianto dopo la caduta del fisco del fronte militare
Viceversa questo non accade grazie i motivi che quindi non esposti e sui quali
Magari per opposte ragioni molti hanno avuto interesse a stendere un velo di silenzio grazie
Io penso che molti pensano che sarà interessante leggere la trascrizione che spero si farà
Di tutti questi interventi sia della prima parte che dall'alto successiva
E dopo Melograni do la parola e che è stato molto bravo anche nel rispettare il tempi molto più bravo di tutte le decesso vorrei
Lorenzo Ornaghi professor ormai grazie
Presidente Fitto nel suo
Discorso l'introduzione ha posto un problema ha posto un interrogativo che mi sembra utile riprendere cerco di fornire qualche risposta all'interrogativo è
Dopo novant'anni a novant'anni di distanza è cambiato qualcosa nella identità nazionale oppure no
L'interrogativo importante perché le commemorazioni non sono credo soltanto commemorazioni quindi riportare la memoria e cercare di riportare la memoria è una maniera più oggettiva ciò che si è verificato
Male come l'orazione servono soprattutto
Potrebbero anche servire a capire dove stiamo andando e dove vogliamo andare questo è
Credo una delle prime questioni sottese al
Qual è oggi e che senso ha oggi l'identità nazionale italiana
Allora alcune
Brevi considerazioni partendo
Dal
Nozione di identità si può certo
Discutere se è un termine preciso meno preciso gli accademici fa Edmondo Berselli lo sa bene partiva da pizzo non lo fanno di frequente
Credo che sia più importante soprattutto vedendo qui pare che i giovani
Considerare che l'identità non è un fenomeno statico non è qualcosa dato una volta per tutte le identità e dinamica dinamica vuol dire che punto legittimamente ci poniamo il problema dei novant'anni dal quattro novembre del diciotto
Ma se dinamica occorre allora distinguere fra ciò che muta in superficie di un'identità nazionale invece ciò che se c'era e sta ed è quello che connota quell'identità nazionale e credo questo sia
Il tema oggi rilevante non a caso
Non a caso a mio giudizio il Presidente Fini adoperava
Una formula fosse un po'desueta ma una formula importante comunità di destino certa una formula
Molto segnata anche dal romanticismo in particolare dal romanticismo tedesco e per la più appropriata rispetto al termine identità
E comunità di destino significa non solo noi ci sentiamo appartenere a una storia
Ma Artegna Mona comunità che va nel futuro è questo se la comunità di destino c'è probabilmente aiuta un po'a risolvere o a non restare imprigionati terribilmente nel dubbio finale del resto cari dell'alloggio
Detto questo però allora se un'identità nazionale cioè io credo lo dirò brevemente che ci sia ci sia molto più può e nei comportamenti pratici e quotidiani ciò che abbiamo sentito della vita di un popolo anche nei momenti difficili più che nelle
Elaborazione degli intellettuali
Dobbiamo anche riconoscere che è un'identità
Nazionale più forte dei regimi politici cioè i regimi politici anche regimi politici così radicali come quelli ricordati da Galli Della Loggia in Italia e Germania
Sono per dir così relativi rispetto alla realtà nella comunità di destino solo ciò che è storiografica mente non è facile da
Accettare però provo provo esemplificare
Se l'identità nazionale quella che è ben emerso dalle relazioni che hanno preceduto questa tavola rotonda non vi è dubbio nel giudizio almeno e presenta il regime fascista si trova di fronte
A un problema di identità nazionale molto forte che non può essere risolto come poi è stato risolto delle interpretazioni storiografiche mi spiego a
Non solo il problema di conservare una certi identità nazionale emersa con chiarezza nella prima grande guerra
Ma il problema di modernizzare quell'identità altrimenti non spiegheremo
Lo spiegheremo fuori dalle formule più superficiali e tutto il gigantesco tentativo di costruire il nuovo italiano non è soltanto un espediente retorico non è mera simbologie alla costruzione del nuovo italiano è
Lo strumento in relazione all'identità nazionale di portare in quel momento lo Stato dentro le masse è il tema per adoperare un altro slogan storiografico della nazionalizzazione tale abbassarle però
è porre rispetto l'identità il problema della modernità allora queste
Una prima grande scansione storica rispetto al tema dell'identità seconda anche qui chiedo scusa della semplificazione per molti aspetti il tema dell'identità nazionale italiana
Sì si attenua proprio nel periodo successivo la seconda guerra mondiale comprensibilmente perché il tema centrale diventa la democrazia ma
è una democrazia posta in relazione e all'antico tema l'assenza dello Stato la debolezza dello Stato italiano ma non è posto il tema della democrazia rispetto identità nazionale posto rispetto a un buon funzionamento
Delle istituzioni e posto rispetto alle
Finalità specifiche della democrazia allora
Accanto al chiederci
Legittimamente non lo farò quali sono le ragioni di questi denti internazionale che sembra rispetto ad altri Paesi un po'più flebile un po'meno precisa un po'anomala
Credo invece sì interessante oggi soprattutto novant'anni di distanza chiederci quando e perché riemergere emerge con forza il la questione dell'identità nazionale non pretendo di dare risposte
Definitive accenno soltanto relazione decenni più recenti due fenomeni importanti il primo lo accenno soltanto l'ha fatto anche
Arrigo levi e sicuramente il tema della costruzione europea
Soprattutto dopo l'ottantanove e il come si partecipa davvero direi meglio come si conta dentro l'Europa
In base alla propria identità nazionale sicuramente diventa un tema rilevante se dietro la facciata dell'europeismo diciamo così calligrafico da sondaggi
Noi guardassimo davvero la nostra adesione all'Europa dovremmo dire che questa è tanto più forte tanto più conta quanto ci sia un'identità nazionale rispetto ad altri Stati presto un primo grande tema che ha riaperto la questione che secondo molto più interno ma
Credo vada indicato
E che
Lo ricordava credo se non dover semi forse anche
Galli Della Loggia
L'avvio degli anni Novanta ecco qui abbiamo
Dopodiché i tanti scricchiolii al cui forse non si era prestato attenzione abbiamo lo sgretolamento di un sistema partitico
E abbiamo quindi proprio perché il tema dell'identità era stato a lungo non dirò rimosso ma messo immagini riaprirsi della questione nazionale rispetto
Al fatto che quel sistema partitico è crollato che questo partitico non è lo stato nemmeno
Non era lo Stato
E c'è
Dentro anche questo credo vada si debba cercare di confrontarlo con una qualche obiettività il fatto che
A quel punto la questione nazionale non non è più o non si pone più solo rispetto al sistema dell'istruzione ma rischia di porsi rispetto alla stessa società italiana cioè rispetto la sua unitarietà per dir così politica e mi spiego
Non possiamo dimenticare che in quegli anni compaiono forme diciamo così inusitate di federalismo anche se
Le ricolleghiamo Alda antecedenti o a capostipiti illustri e si profilano anche ipotesi di secessione è questo ed allora il tema dell'identità non è più solo un tema politico istituzionale
Il tema dell'identità diventa un tema della unità della società italiana
Credo ci si possa anche
Porre e
Nel rispetto poi dei tempi mi avvio alla conclusione un'altra questione non è
Non è
No no no no no no no non ho capito davvero grazie grazie molto gentile
Ed è
Non è che l'insistenza su una nostra deboli di entità nazionale OVV così anomala si realtà speculare
A quell'altro mi verrebbe da dire essendoci parecchi giorni è quella
Mentone ma non ha un termine molto accademico che è l'assenza della classe dirigente italiana cioè mi chiedo
Non è che l'apertura continua del tema o ciclica del tema dell'identità in qualche modo sia molto interno agli intellettuali e accademici che sia
In realtà molto molto meno presente nella vita quotidiana cioè e avevo la mia conclusione un'identità nazionale nella quotidianità della società nelle prassi
C'è e riemerge certi in forme storiche diverse nei grandi momenti emersa
Con tutta una serie magari anche di costrizioni sociali che oggi non potevano esserlo Straten ma che emergevano i poveri Fanti i letterati costretti a andare in guerra eccetera ma
Accanto a questo però c'era un
Ethos o c'era un complesso di emozioni su cui era relativamente facile o si poteva insistere che era
Appunto il senso e il segno o il cuore di quell'identità appunto quel complesso non solo nazionale ma anche emozionale che fa parte della
Dell'identità però mi pare che
Per formulare alcune rapidissime conclusioni lei insistenze
Sul assenso fruibilità delle nostre internazionale siano per molti aspetti non fondata
Che rendersi conto del perché in certe stagioni delle storie che si riapre complessi Stense il problema si è invece importante da accertare per porre in relazione a quello che il tema
A mio modo di vedere principale cioè questi identità nazionale dentro la propria di un termine ma inusuale ma insomma ci si capisce dentro il popolo italiano che mi pare che
Così come c'è stata una riflessione sulla Nazione ci debba essere una risorsa nessuna su che cosa il popolo e
Ma lo c'è l'opera in un eventuale secondo giro di domande
Anche qui riusciva difficile alla fine a fare i conti una volta per tutte fosse con l'anno successivo tema
Questi identità nazionale sempre un po'uscisse perché c'erano i cattolici che lo Stato non lo capivano
E poi c'erano i laici che mi sembrano polemiche antiche da superare con risvolti però gravi sull'oggi e che invece interpretati
In una luce storiografica più obiettiva potrebbero appunto essere consegnati a alla memoria e non al futuro grazie
Grazie
Craxi siamo all'ultimo intervento si sono accumulati tanti temi che potranno essere oggetto di dibattito siamo all'ultimo intervento che l'intervento del professor Francesco perfetti
Allora io vorrei partire proprio dalla espressione Grande Guerra
Che una espressione che tutto sommato
Oggi non è stata poi molto evocata si è parlato di Prima guerra mondiale molto spesso mi sembra più aver contato che due sole persone hanno nominato la Grande Guerra la Prima guerra mondiale come grande guerra
Eppure questa espressione importante non solo perché già all'epoca questa guerra venne percepita come grande guerra
Come qualcosa di mai visto prima ma proprio perché questa espressione ci fa capire il fatto che questo conflitto ebbe caratteristiche del tutto nuove
Inedite rispetto ai conflitti tradizionali della storia moderna
Nuove quanto a durata nel tempo quanta estensione dello
Spazio quanto a coinvolgimento della totalità delle risorse umane e materiali quanto a sviluppo poderoso della ricerca scientifica e tecnologica per finalità belliche
E essa comportò dunque per tutti i Paesi coinvolti in positivo i negativo questo è un altro discorso effetti duraturi
Per tale universi e in molti casi addirittura dirompenti inizio della guerra civile europea di cui aveva fatto cenno il presidente Fini nella sua introduzione
Ora la prima considerazione che viene dato di fare
A distanza di novant'anni dal quattro novembre mille novecentodiciotto per quanto riguarda l'Italia e la società italiana
è che il conflitto mondiale rappresentò non soltanto come sarebbe stato sottolineato è a lungo ribadito dalla retorica della letteratura storiografica di orientamento e di impostazione nazionalista la conclusione del processo risorgimentale
è vero fu anche questo
Ma fu qualche cosa di più importante e di più profondo di più duraturo
Sullo strumento grazie al quale si rafforza proprio l'identità nazionale un'espressione che anch'io non ho paura di utilizzare ed una espressione che come il professor Ornaghi attesta e sottolineato
A una valenza fortemente dinamiche
Sì sviluppo in altre parole il senso di una comune appartenenza allo Stato unitario costruito nel tempo attraverso tanti sacrifici e tante lotte
Ora nelle settimane immediatamente precedenti l'ingresso nel conflitto il Paese era spaccato in due
Diviso tra neutra listini interventisti
Immerso in un clima di latente guerra civile ma poco dopo quasi per incanto le agitazioni si tra caro le si instaurò gradualmente un clima di concordia nazionale
Il professor Melograni ha fatto già cenno ad alcuni diciamo dei
Passaggi dei fatti che hanno portato
A questo mutamento di clima che vede per esempio neutrali si assume l'atteggiamento responsabile i socialisti adottare la formula del non aderire né sabotare poi
Di lì a poi una sorta di militanza attiva i riformisti adoperarsi per avvicinare le masse alla causa nazionale e via dicendo
Il movimento delle radio se giornate del maggio aveva interessato una minoranza del Paese un nucleo di ridotte dimensioni egemonizzare atto d'élite culturali
E in particolare da giovani studenti era nato in quel momento la figura dell'intellettuale militante
Dell'intellettuale
Che appunto doveva scendere dalla torre d'avorio dei suoi studi e gettarsi nella politica con tutto quello che questo fatto consente la grande maggioranza della popolazione e vorrei ricordare non soltanto delle campagne come per molto tempo si è ritenuto ma anche nelle città era rimasta sostanzialmente estranea
Alla battaglia per la neutralità o per l'intervento
Potremmo chiederci il perché
Il motivo di questa estraneità e a mio parere facilmente comprensibile
Il processo di trasformazione economica e sociale e la fase di decollo economico
Avevano appena aperto la strada ha una partecipazione delle masse nella vita politica e sociale del Paese sia attraverso l'estensione del suffragio sia attraverso una pur limitata militanza politica
Sia attraverso le prime significative espressioni di conflittualità sindacale
Tuttavia
Il Paese non aveva ancora acquistato i connotati di una vera e propria società di massa
E potremmo aggiungere in una vera
Dura ancora introiettato nel suo animus nel suo intimo la nuova dimensione unitaria
A guerra iniziata e già durante lo svolgimento del conflitto le cose cambiano
Cambiarono perché il prolungarsi dello stato di belligeranza il succedersi delle chiamate alla leva la necessità di modificare abitudini secolari o mutare lavoro e residenza
Il riflettersi insomma
Degli effetti di un conflitto di un conflitto che stava diventando esso stesso un conflitto di massa
Su tutte le fasce della popolazione finirono per accelerare la trasformazione della società italiana nel suo complesso
è stato osservato a mio parere giustamente che la Grande Guerra divenne la prima esperienza collettiva degli italiani
Di tutti gli italiani non solo di quelli in uniforme compatta enti ed impegnati al fronte
Ora
Per
Portare questo discorso sulla diciamo sul tema della identità bisogna riflettere ad un fatto molto semplice cioè che sulle terreno psicologico
La guerra attraverso la dura vita della trincea facilitò un processo di robusta integrazione nazionale
Attraverso la condivisione delle sofferenze di disagi del fronte
Attraverso l'annullamento o la riduzione sia pure forzata delle distanze sociali essa contribuì a far sì che un uomo mini con diverse mentalità gusti esigenze e abitudini
Costretti a operare sui campi di battaglia o a vegetare nelle trincee
Si abituassero ad una vita di relazione una vita di relazione nuova fondata sulla uniformità del vestiario dell'alimentazione
Ma anche e soprattutto
Sulla necessità di superare le forti barriere linguistiche che per la prevalenza dei dialetti
Per la sopravvivenza dell'analfabetismo o del semi analfabetismo ancora li dividevano e li rendevano estranei fra loro
E a tutto ciò non fu indifferente anzi vorrei dire che in moltissimi casi si rivolgono
Addirittura fondamentale lo ha accennato la micro Melograni
L'aiuto e il supporto dei cappellani di guerra che fornirono ai combattenti
Un non soltanto
Diciamo il supporto didattico di cui parlava Melograni ma anche un grande sostegno morale
E lì invitarono a recuperare spazi di spiritualità le pagine di Agostino Gemelli cielo dimostrano ET riflessione e di ripiegamento in se stessi in una situazione che sembrava non lasciarne affatto
In tal modo la Grande Guerra contribuì a rafforzare se non proprio a creare un senso di identità nazionale
Ma anche contribuire a far acquisire alla popolazione il sentimento di appartenenza ad una comunità nazionale
Nei confronti della quale diventava doveroso intervenire
E allora sotto questo profilo si può dire che sul terreno dei comportamenti collettivi la guerra gettò le premesse
Per un sempre più massiccio e coinvolgente ingresso desiderio di ingresso
Delle masse nella vita politica di un Paese con l'obiettivo se non di impadronirsi nello di gestirlo quantomeno di influire sui centri decisionali delle potere politico ed economico
Al punto che i primi anni del dopoguerra avrebbero fatto assistere a fenomeni
Per molti versi e in molti casi assai preoccupanti di mobilitazione conflittualità sociale
Sul terreno economico essa determinò il brusco ma inevitabile passaggio
Da una società in gran parte legata a una struttura di produzione di tipo agrario a una società che dell'industria e in particolare dell'industria pesante doveva fare per motivi bellici il punto di forza
Con tutto ciò che una tale trasformazione avvenuta sia pure in maniera
Patologica e non fisiologica finiva per comportare anche
Nelle disegno stesso della Società
Dalle migrazioni interne dalla campagna verso alla città
Sino alla modifica della composizione della mano d'opera all'interno delle strutture industriali che videro crescere in misura significativa la presenza femminile
Il lavoro giovanile
Dal consolidarsi degli intrecci fra interessi industriali e bancari all'imposizione di vincoli legislativi
E disposizioni regolamentari che in condizioni di ritorno alla normalità
Dopo la conclusione delle conflitto avrebbero rappresentato un pesante intralcio I processi di riconversione verso un'economia di pace e dia dicendo
La prima guerra mondiale insomma in conclusione vi fu un evento nel bene nel male modernizzatore
Anche si è fortemente traumatico
Un evento che lascia come mai nessun altro conflitto della storia passata e recente aveva fatto
Sul terreno di una società come quella italiana
In profonda e accelerata trasformazione molte questioni aperte da quelle più legate alla necessità di recuperare le condizioni di normalità postbellica a quelle connesse all'esigenza
Di rispondere a tante sfide innovatrici
A distanza di novant'anni dalla conclusione della guerra l'identità nazionale sembra tornata di attualità ma sembra anche tornata ad essere un problema
Soprattutto di fronte per un terzo alle spinte politiche rappresentate dalle ipotesi di trasformazione in senso federalistico dello Stato
E per altro verso alle spinte sociali rappresentate dalla crescente immigrazione
Ma in realtà si tratta io credo di un falso problema
Perché
Come diceva Renan la nazione è un plebiscito di ogni giorno e se questo è vero per tale Plebiscito è indifferente il fatto che lo Stato sia federale o non
Ed è indifferente il fatto che il cittadino che vi partecipa sia un nativo ossia un immigrato inserito a pieno titolo nella vita nella realtà nazionali
Semmai
E concludo bisognerà pensare ad un'altra sfida
Ad una
Sfida ulteriore che anche sa peraltro un falso problema
La sfida rappresentata dall'europeismo
Un falso problema perché
L'identità nazionale
Non può che essere parte farsi parte di una più ampia identità che è l'identità europea grazie e grazie
Io al microfono dunque prima di tutto vi ringrazio tutti per la ricchezza dei suggerimenti degli spunti una osservazione
Di passaggio nel discutere sulla ritratti alita dell'identità
Italiana oggi nessuno ha parlato mi dispiace per lei della lega come se non fosse un fatto come se fosse un fatto irrilevante
Di cui non
Ditemi che te Utic della lega del leghismo di quello che è il movimento politico che in qualche modo con in testa l'identità nazionale però non è un'osservazione puro e semplice
Mi attendevo che qualcheduno avesse magari menzionato
No
Il rischio non l'avete ritenuto degno di essere neppure menzionato è una osservazione precarietà non voglio dire se positiva o negativa
Secondo vediamo accennato soltanto dall'altro c'è un altro grande tema di innovazione che andrà immigrazione di massa
Detto questo manca nostri cinque minuti sei minuti alla conclusione e io col mio potere assoluto autoritario di
Chairman ho deciso che il mondo vie non Darold parola voi che avete già parlato ma chiederò al Presidente Fini se non ti dispiace richiudere tu
Perché tu hai detto nel duri scorso
In un certo senso possiamo dire che oggi siamo nuovamente alla ricerca dell'autocoscienza di essere Nazione più di quello che accade in altri Paesi abbiamo bisogno di ritrovare quel retroterra di sentimenti memorie simboli
Che danno sostanza vitale al senso della lealtà civica allora faccio una domanda questo con un dibattito ti ha confortato nelle date fiducia di dare una risposta positiva a questo interrogativo che ti sei posto o ha accresciuto i tuoi dubbi
Questa è una sorpresa che mi ha fatto Arrigo levi perché io non dovevo concludere ma
Non mi sottraggo
Anch'io faccio una piccola parentesi per salutare e ringraziare gli insegnanti gli studenti di due istituti che oggi partecipano
Ad una giornata di formazione a Montecitorio che ringrazio anche per essere qui questa mattina
Forse andrebbe chiesto loro se al termine di questa mattinata hanno qualche convincimento in più o in meno
Si tratta dei ragazzi del Fermi di Isernia ecco un tecnico commerciale se ho ben capito del Pascal di Montorio in Provincia di Teramo quindi ben tre notti
Io sono soddisfatto di quello che ho sentito dal resto con un po'di presunzione l'autorevolezza di coloro che hanno preso la parola mi autorizzava ad essere ottimista perché non c'è dubbio che
Si sono intrecciate delle valutazioni
Non simili in alcuni casi anche sfumature di diversità ma
C'è un tratto un elemento unificante
Che il modo di vedere consiste nella necessità
Di impegnare l'istituzione i vari livelli e quindi anche e delle istituzioni più rappresentative in questa incessante azione
E non deve essere tanto di memoria perché la memoria in qualche modo appartiene
Alla ma la storia di un popolo appartiene alla coscienza degli indirizzi compito delle istituzioni è quello di cercare
Di trarre un insegnamento da ciò che si è sedimentato buona memoria di un popolo per
Immaginare ciò che può accadere domani per evitare che il futuro si presenti del tutto imprevisto e imprevedibile anche tutto questa discussione
Mi fa piacere che la tavola rotonda
Certamente non ha esitato ad affrontare la questione la discussione sulla identità
Io non ho timore di pronunciare la parola anche se ha ragione tasselli quando dice comunità fragili abusano del termine identità comunità forti
Proprio perché sono coscienti di avere un'identità non sottolineando il passo e a ogni piè sospinto ma anche questo ricorrente il tema delle identità
Che risente come diceva anche lei di adesso di questioni contingenti la presenza di forze che
A stento si riconoscono in una identità nazionale o meglio
O meglio
è un bisogno di piccole patrie in ragione del fatto che la patria intesa come Stato nazionale non ha risposto a sufficienza a bisogni presenti in certe aree del territorio
Io propendo per questa interpretazione credo che non si è possibile avere
Un'azione politica e quindi un'identità che prescinda totalmente da un riferimento a
Alla terra dei padri
è che di questo dobbiamo essere consapevoli da qualche anno a questa parte in Italia c'è chi ritiene che la terra dei padri non sia in qualche modo l'Italia quell'Italia che si è formata sulle trincee
è stato Bellori sentir dire dall'autorevolezza di chi ha preso parte alla tavola rotonda che il primo momento unificante del nostro popolo è stato proprio quello in cui superando addirittura
La difficoltà dei dialetti immaginatevi la Brigata Sassari quanto poteva comprendere
Ciò che diceva portatrici Carniche abbiamo sentito quando Manuela Di Centa ha usato parole dialettali
Credo che un po'tutti avevamo bisogno della traduzione siamo nel due mila otto figuriamoci
Quel che era in quegli anni ecco quel popolo che si forma nelle trincee superando delle identità locali rinasce la parte nel senso di appartenenza ad un'azione oggi è stato rimesso in discussione negli ultimi anni ma non perché si nega
Una patria perché in qualche modo si cerca una patria un po'più piccolo un po'più vicina forse fatta di miti più domestici di elementi unificanti che sono tornati ad essere quelli del dialetto ma in qualche modo sono ad una dimensione locale però
Personalmente anche
Per la mia formazione culturale non penso che ci possano essere
Una
Azione della politica priva di un retroterra identitario culturale legato al concetto di di patria legata al concetto
Titti di essere
Comunità che vive sul territorio
L'altra grande questione
E che anche quella che forse mi appassiona di più
Lo diceva prima profuso perfetti concludendo ma
Seppur con sensibilità diverse è un tema
Che c'è stato del resto proprio ieri mi mi chiamava questo
Essere italiani oggi
Ma
Oggi essere italiani non vuol dire soltanto nascere in Italia
Oggi si diventa italiana se vogliamo pensare a quel che sarà la società di domani non possiamo tenere gli occhi chiusi di fronte al dato demografico di fronte al fatto che sempre di più
Arrivano in Italia resta ritaglia cercano di integrarsi in Italia uomini e donne che nascono altrove
E
Sentirsi fili di una comunità nazionale quando la terra dei padri non è la terra nella quale vivi
In qualche modo
E non a caso non abbiamo ricordato i nostri padri i nostri nonni ricordo che la guerra quindici diciotto pepate anche quest'anno
Vicende vissute da generazioni precedenti che si sedimentano
Nei ricordino
Lady molto simpaticamente ha iniziato proprio dicendo
Che la memoria di un uomo accentuando in qualche modo
Si ricordano di più vicende vissute dettate dai nonni che le vicende vissute nei primi cinque sei dieci anni della propria vita ben vogliamo porci il problema
Di che cosa questo significa in una società che fra qualche tempo tra una percentuale non di stranieri di italiani che in sono nati in Italia che non hanno papà o nonni che hanno fatto la guerra di liberazione alla Grande Guerra ma che hanno altre storie famiglia alle spalle
Familiare nel senso
Di casualità ecco perché
Io l'ho detto in un inciso del mio discorso oggi qui questa mattina ecco perché
Il significato dei simboli
Il significato
Solenne delle feste civili Festi simile come momento in cui per l'appunto si sottolinea un dato
Di
Di identità
O se preferite una concessione di cittadinanza attiva non di cittadinanza meramente meramente anagrafica
E mi auguro ecco che le istituzioni quando discutono delle questioni così complesse dell'integrazione dell'immigrazione per che cosa significa essere oggi
Comunità nazionali in una dimensione europea mi auguro che le istituzioni lo sforzo di non fermarsi alla superficie e di scavare lo facciano questo spiega perché sono soddisfatto del convegno che oggi la Camera ha organizzato non ovviamente
Perché l'abbiamo organizzato ma perché la qualità di questo confronto
Indubbia agli atti che pubblicheremo credo che daranno un contributo a tutti coloro che vorranno
Continuare a a guardare un po'più in profondità rispetto al dibattito che non è tanto un dibattito politico a volte un dibattito politico giornalistico
So perfettamente che coloro che sono qui non hanno certo bisogno dei degli inviti è presente alla Camera ma
Sono accademici sono uomini che in qualche modo
Rappresentano
Delle tendente le dette rispetto al confronto medio
Il confronto a livello
Politico giornalistico su queste questioni secondo me ineludibile perché non è
Scavare nel passato
E cercare di comprendere come sarà il futuro le due questioni no gli italiani di domani non tutti sono nati in Italia con quel che ho detto
Essere italiani domani quando sempre di più saremo europei
Per certi aspetti si è discusso molto del ruolo delle identità nazionali in un'Europa
Da costituente mancato quella dall'esperienza della convenzione per definire un'identità europea un'identità europea con Paesi che parlano lingue diverso e che si sono per due volte nel corso del secolo scorso
Lacerati reciprocamente uccisi due guerre mondiali nessuno oggi nega che l'identità europea
Nasce in qualche modo dalla valorizzazione dell'identità nazionali che può sembrare un gioco di parole ma non è così
Perché perché una delle tante rotture di cui parlava Galli Della Loggia beh
Il secolo che si è concluso un secolo in cui
Patria nazione venivano usati molte volte come sinonimi sinonimi non sono
Perché io sono convinto che possa esistere un'identità europea che tiene conto della
Pluralità di identità nazionali
Perché oggi nessuno è nazionalista
Oggi c'è secondo me è un ritorno positivo di patriottismo cosa del tutto diversa
Poi non citiamo come dire non scomodiamo il patto ottimismo costituzionale contato ma il patriottismo e in qualche modo l'orgoglio di appartenenza il nazionalismo è la presunzione di una superiorità e cose del tutto diverso cosa del tutto diverso
Ecco penso che nel momento in cui ci si confronta su queste questioni non soltanto si
Attualizza uso una parola che non mi piace ma non me ne viene un'altra al momento il quattro novembre come per certi aspetti si attualizzano le altre
Feste civili che sono i capisaldi della nostra Repubblica
Ho citato volutamente venticinque Aprile due giudici ma un problema tanto col di attualizzare e capire che cosa
In qualche modo ceti duraturo di quelli di quelle vicende soprattutto come
I valori duraturi ci aiutano ci possono aiutare
A capire che cosa accadrà domani
Se ci riusciamo seppure in minima parte possiamo essere soddisfatti personalmente oggi mi ritengo soddisfatto e quindi concludo ringraziando in modo non formale leggi
La Loggia Berselli chilogrammi ordinari perfetti che hanno certamente molto più è molto meglio di me contribuito a rendere questa mattinata utile grazie
Molto spesso grazie