L'intervista è stata registrata venerdì 8 luglio 2005 alle 00:00.
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Parlamentare europeo, responsabile dipartimento esteri (LA MARGHERITA)
Segretario aggiunto al Parlamento Europeo
Dialogo Anna Lapo Pistelli che europarlamentare e responsabile esteri della Margherita allora il G otto a affrontato l'argomento dell'Africa
Finanziamenti riduzione del debito si riparte con con argomenti poiché non sono così nuovi
No purtroppo devo dire si riparte confermando l'impegno i che erano già maturati nel nel corso dei lavori preparatori da parte degli sherpa e confesso che alla luce degli attentati del primo giorno del G otto cioè dall'attacco a Londra
Secondo me era lecito e politicamente saggio tende su colpo di reni di ordine diverso cioè di dimostrare che davanti a un attacco che di fronte riproponeva il problema
In termini militari quasi dello scontro tra civiltà dello sconto fede dello scontro tra continenti G otto capaci di volare molto alto assumere impegni nuovi dare una risposta almeno in quel campo il fatto che si ritorni obiettivi già abbondantemente notti sull'aiuto pubblico allo sviluppo
Sull'aiuto speciale per il fascia subsahariana dell'Africa eccetera per un verso conforta pelato fa capire che forse non si è approfittato di questa occasione per mandare un messaggio altrettanto forte e chiaro a chi non crede all'utilità del G otto
Io prendere lo spunto di questo zero virgola sette per cento che entro il due mila quindici zero virgola sette per cento del PIL del prodotto interno lordo che entro il due mila quindici dovrebbe essere finalmente attivo come aiuti alla ai Paesi ai Paesi poveri
E lo zero virgola sette per cento era faceva parte di quella risoluzione dell'ONU che davvero di di tantissimi anni fa e su questo c'è da ricordare appunto le battaglie di di Pannella del partito radicale del mille novecentosettantanove addirittura in cui si chiedeva quello e oggi siamo ancora qui
Sì la prima volta in cui si parla di questo passo gli anni Settanta processato lungo vuoto lunghissimo vuoto può era appena ritornata ma più che la fede in generale
I paesi poveri che potrà molto noto abbiamo emergenti non emergono mai sono ritornati fuori alla fine degli anni novanta diventando tra gli altri uno dei degli o dei sette obiettivi del Millennio fissa delle Nazioni Unite nel due mila e ripetuti e ribaditi anche da identici nella notte in molti altri organismi regionali come obiettivi impegnativi per tutta la comunità ora diciamo con franchezza alcune cose secondo me nell'ultimo anno lo vediamo se son rose fioriranno
Però non c'è dubbio che almeno in termini di mobilitazione delle società delle opinioni pubbliche in un po'in tutto l'Occidente e quindi non soltanto a partire dal concetto della e dei sta come dire avanza una consapevolezza in più queste positivo lo dico da operatori politico per questa semplice ragione tante volte
Noi fa come ti amo questo doppio errori o o meglio ci ripariamo dietro questo doppio alibi il primo alibi è quello di considerare che l'impegno nei confronti dell'Africa adesso parliamo di Africa ma in generale verso le condizioni strutturali di sottosviluppo sono un lusso della politica dunque ce lo possiamo permettere così con la famiglia si permette lussi se ci sono risorse si fa se no non si fa
E la secondo il secondo grande aree vi è quello di dire beh insomma se spendiamo i soldi che abbiamo dello dello Stari Quetzal nazionale in questa direzione nostro Peroni pubbliche non ci capiscono
Alibi che ha giustificato anche tanti Nancy europee sulla politica estera e di sicurezza c'è il l'élite dice ma il popolo non mi segue
Allora questa grande mobilitazione consente oggi spero di invertire questa doppia cosa per un verso le varie l'alibi a chi governa qualsiasi poi di qualsiasi sia il paese di cui parliamo
Cioè una pressione bottom atto a basso verso l'alto che dice se voi decidete di spendere più soldi in questa direzione
Non vi faremo una storia perché spendete cento lire in meno sull'ambiente sull'istruzione sulla sanità perché tutto tu tutti avrebbero bisogno di più soldi capiamo che questa è la scelta vera e in conseguenza essendo la scelta delle non è un lusso
Ma è un modo intelligente di provare a dare un pezzo di risposta strategica globale
A una a un grave problema di dire di deterioramento delle condizioni di equilibrio del pianeta che altrimenti costano molto di più producono molto più danni civili morali umani e politici se non presi in considerazione
Sotto questo aspetto io spero che la novità di questi anni invece di molti suoi infetti quanto al nostro Paese
Devo dire che invece qui viene un punto molto dolente cioè noi siamo lontani dallo zero sette abbiamo rimodulato l'impegno pluriennale immaginando di raggiungere lo zero sette del due mila e quindici lo zero cinquantuno nel due mila dieci
Ci sono alcuni Paesi pochissimi alcuni Paesi scandinavi che devo dire hanno anche problemi diversi dal dal nostro ma comunque che hanno seriamente intrapreso questa strada è già oggi sono lo zero sette anzi potrebbero essere due mila e quindici persino di più più dell'uno per cento
Ci sono Paesi molto lontani dallo zero sette e dallo zero cinquantuno come la Francia la Gran Bretagna la Germania i quali però hanno intrapreso una seria politica di programmazione pluriennale dicendo sì oggi siamo allo zero tre
Diventeranno prossimo zero trentacinque l'anno dopo zero quarantuno
Simoni sa mondo sonante zero quindici senza alcun impegno pluriennale per raggiungere le tappe stabilite e purtroppo scoccia di ieri lo siamo al G otto
Siamo la quinta potenza la la per la terza potenza europea in termini prodotto interno lordo ma siamo gli ultimi non si fida dei quindici dei quindici in termini aiuto pubblico allo sviluppo nessuno guarda la carta geografica delle dove sta l'Italia
Capisce anche dal punto di vista geopolitico forse noi avremo qualche interesse più della Svezia ad avere una politica di tutto lo sviluppo all'Africa diversa da quella che abbiamo
Aiuta lo sviluppo poi poi e davvero dove dove vanno a finire questi soldi però è anche questo va verificato tante dittature
I tanti dittatori soldi se li sono presi se li sono messi nei conti in Svizzera e poi alla fine alle popolazioni poco è rimasto questo fa parte di di una di un secondo tipo di di ragionamento molto importante che ha a che fare con
Alcune altre parole d'ordine la prima l'ha potuta condizionalità dell'aiuto cioè è giusto io ritengo sia giusto che i Paesi occidentali paesi ricchi in generale
Subordine no o condizionino il loro aiuto alle che aggiunge metodi alcuni standard insomma voglio dire da arie con la mano destra per consentire di comprare armi o di appunto ammassare in Svizzera ricchezze risorse non non va bene non va bene lunedì resta che sperare perché perché è del tutto ovvio
In questo senso peraltro nell'epopea ha anche discusso varie volte
E con documenti peraltro impegnativi i così detti country somatici Pepe tutti i modi per dire quando ci approcciamo al seguente paese lo facciamo con questo obiettivi qui sia perimetri semplicemente in pratica le cose che abbiamo sulle quali tutti conveniamo
C'è un secondo aspetto non legato direttamente a questo e che invece come dire a che fare anche con il modo di erogare un aiuto che la cosiddetta il G otto si è anche occupato l'assurdo la capacità di assorbimento degli aiuti
Per capirsi con un esempio che non ha a che fare con l'aiuto allo sviluppo si è una persona che viene di come dire liberata da un campo di prigionia e stato di denutrizione sperando di far mangiare dieci piatti di pasta lo si ammazza invece farlo mangiare nel senso che c'è bisogno di via abituali lo al cibo le abituali una corretta alimentazione
Ecco ci sono Paesi che sono in tali condizioni di miseria e con strutture amministrative così scassato e che sia semplicemente domani ci presentiamo con una valigia una di euro di dollari dicendo sono pronti per rifare il sistema scolastico il debito le vaccinazioni non sa da che parte cominciare cioè non c'è una capacità di spesa possibile
Ecco questo però non può diventare l'alibi per dire visto non sano nel frattempo spenderemo nel frattempo nemmeno stanziamo le risorse però questo ci riporta con una volta alla al tema vero cioè anche se l'obiettivo è di lungo periodo per certi aspetti perché parliamo di un obiettivo da qui a dieci anni questo non può diventare l'alibi per non cominciare da domani mattina a rimettere in piedi
Come dire le risorse che servono per rimettere apposto questi Paesi e al tempo stesso dalla sull'altra sponda la capacità dell'istruttoria di quei paesi perché siano pronti a subire le risorse ne siamo pronti a dare
Ecco in tutto questo la comunità internazionale citare citare esempi di come poi non si è occupata ossia girata da altre parti
Sul Ruanda o anche sul Darfur ora quante responsabilità infinite anche se i due casi che sono citati sopra casi diversi nel caso del Ruanda che peraltro costituisce anche uno degli argomenti in cui di di cui si sta parlando in questi giorni anche durante la presentazione di di di un di un libro oggi a Firenze lì c'è una grave gravissima indimenticabile responsabilità da un Ente nazionale
Un genocidio con un milione di morti accertati nome e cognome un milione cinquanta mila persone con nome e cognome
Uccise non in modo industriale ma a colpi di machete all'arma bianca tutta gente ha incontrato vis-à-vis proprio carnefice in otto settimane
Davanti alla volante nazionale che si è girava alla pari
Questa responsabilità che non la vedevo io credo nei secoli a venire
Soprattutto e che soprattutto ci obbliga oggi in generale nella regione dei Grandi laghi a editare Ino dico di ripetere i genocidi via dalle proporzioni ma di sottovalutare e purtroppo siamo vicini invece a riacutizzarsi di un conflitto
Al fatto che questa Regione va tenuta costantemente sotto controllo perché come abbiamo saputo poi negli anni successivi sarebbe premette bastata la presenza di poche migliaia di soldati per organizzati per impedire questa sorta di macchina genocida la si mettesse in moto
La interrompo poiché che intervenissero perché i caschi blu
Alcuni c'erano a guardare arrivati dopo arrivati dopo è rimasta a guardare sì assolutamente mirato per responsabilità nel caso del Darfur io devo dire sinceramente avendo seguito personalmente questa questione
Molto negli ultimi sette mesi sono stato là sono stato a negoziare una risoluzione per il Parlamento europeo a Bamako con tutti i Paesi quindi del Mali con tutti i paesi della sponda CP africana sul medesimo tema beh io devo dire che lì e c'è una grande responsabilità
Dini soprattutto di ritardo nella due mila e quattro quando ci fu la fase acuta del conflitto
Sulla quale però va anche detto che forse qualche attenuante generica esistente nel senso che un conflitto che al tempo stesso conflitto tra poveri tra agricoltori e pastori
Un conflitto figlio la desertificazione per il controllo delle poche acque un conflitto etnico perché un po'alla fine un conflitto fra arabi musulmani e africani musulmani un conflitto che figlio
Di un alto di una di un'altra forma di conflitto politico tra centro e periferia e che si stende su una regione vasta quanto la Francia quanto la Francia perché questo è il Darfur in Sudan per avere una dimensione beh insomma non era facile vedere che è facile da controllare
Devo dire che pagato questo ritardo iniziale e premente memoria anche del Ruanda
Negli ultimi mesi io registro che per un verso la moneta internazionale ha incoraggiato e sostenuto e sta sostenendo l'accordo di pace sull'altro conflitto che insanguina ha insanguinato per ventidue anni il Sudan cioè quello fra il nord e il sud ha messo a disposizione prima tre oggi otto mila uomini pagati dall'Unione europea anche se africani per avere un minimo di diciamo controllo del territorio
Ha visto una gigantesca macchina devoti internazionale mettersi in moto al punto tale che talvolta possiamo dire paradossalmente la condizione di alcuni campi è appena appena migliore della vita per come la conoscevano prima in quel deserto e dunque la gente si preferisce spostarsi verso i campi messi in piedi dal Programma alimentare mondiale Decamerone si mangia si beve qualche cosa
E infine devo dirigistica che con grande soddisfazione il lungo negoziato diplomatico che ha portato però il Consiglio di sicurezza e Nazioni Unite a approvare che sia il Tribunale penale internazionale a occuparsi dei crimini roba in in Sudan
Con una lunga pressione che ha convinto gli Stati Uniti in questo caso a non porre il veto e quindi a dare questo primo via libera al quale perfino il governo di Khartoum oggi sta piegando
Voglio dire è un brutto una brutta pagina l'Africa purtroppo è piena di brutte pagine
Ma qui c'è anche un qualche sedili possibile speranza alle accettato il Tribunale penale internazionale che nel vorrei chiudere sull'importanza poi di un diritto internazionale e anche di non parlare di democrazia a livello internazionale cioè quanto poi l'allargare gli Stati democratici e quant'altro possano in un certo senso frenare andare a recuperare queste situazioni si c'è gente che muore di fame a dargli solo il cibo poi alla fine
Serve anche a poco serve all'istante salvarli immediatamente ma poi si riproducono e assolutamente vero infatti non è un caso che pur depurato della retorica
Del come dire della vulgata neocon né teocon l'idea che però la comunità
Internazionale debba spendere analogo tempo politico analoga energia politica erano le risorse economiche per favorire Nobel esportare la democrazia per favorire la promozione la democrazia in questi Paesi
Una priorità altrettanto importante io come dire
Sottoscrivo la linea di chi invece che alimentari partiti posticci o leader da esportazione promuove l'apertura di quelle società cioè promuove il radicarsi di costumi di prassi politiche
Di pluralismo delle idee dell'informazione che a loro volta sulla culla da cui nascono istanze veramente siete dalla popolazione che portano poi alle Finanze cioè democratiche purtroppo anche in Paesi come il Sudan di cui parlavo prima
In Paesi come il Sud abbiamo verificato e quando si tenta in fasi come dire che hanno visto che molto Brevi che hanno alternato un golpe militare ha amato i golpe militari ma si tenta di applicare un modello che non corrisponde ai costumi locali be'diventa democrazie posticce
Diventano Ossi mulatti democrazie caricatori democrazie
Lire invece di riuscire a non imporre un modello ma capire che esistono molti modelli democratici fare in modo che nell'Africa e Medioriente ciascuno trovi la sua strada verso la democrazia
E chi chi ci crede davvero invece che impone il suo modello favorisca il consolidarsi di un modello indigeno
Questo governo è tanto importante quindi non rinunciare all'obiettivo tutt'altro investirci altrettanto di risorse va bene anche la consapevolezza che questi questo obiettivo finale un po'come le direttive comunitarie che stabiliscono ogni legge nazionale l'obiettivo ma danno poiché ogni ordinamento nazionale
E come dire la libertà di quale legge è utile per raggiungere quell'obiettivo così secondo me è un modello dovremmo utilizzare quando parliamo di promozione democrazia
Grazie la ringraziamo ricordiamo che eravamo con la l'onorevole Lapo Pistelli
Nicola Rinaldi parliamo del del suo libro l'invenzione dell'Africa un viaggio un dizionario prima mentre lo lo presentava intanto ha ricordato un po'di quest'Africa inventata per certi versi appunto inventata dal colonialismo europeo
Con le frontiere con il righello e quanto anche oggi poi l'Europa quell'Europa dei regolamenti regolamenti quell'Europa dei sussidi all'agricoltura poi influisce il sempre nel disegnare l'euro Tel Latteri
Ma sì credo che della della di questa Africa inventata non ci siamo ancora del tutto tutto liberati che nasce alta ancora prima il colonialismo con con la tratta degli schiavi con con nel prime forme di imperialismo in Africa appiccicando all'Africa tutta una serie di di etichette l'Africa senza cultura l'Africa che non avrebbe una propria civiltà l'Africa che a una religiosità di secondo ordine perché sono stati soltanto gli arabi con l'Islam e poi europee con il cristianesimo che hanno insegnata avrebbero insegnato un rapporto più sano con con con con il divino
L'Africa incapaci di svilupparsi e oggi di tutto questo è rimasto sicuramente l'Africa che ha bisogno del nostro do uno l'Africa che è abituata un rapporto di cosiddetta carità
Da parte da parte nostra per cui si parla molto in effetti di aiuto all'Africa di soldi all'Africa ma come giustamente tu dicevi si parla molto poco di apertura dei nostri mercati alla ai prodotti africani di rendere le nostre norme un po'più flessibili e più aperti e in modo da favorire un vero scambio alla pari con con l'Africa da un punto di vista del rapporto economico politico commerciale ci fa ancora molto comodo
Immaginarci questa Africa che ha bisogno del nostro della nostra donazione piuttosto che di imbastire un rapporto con con un'Africa con la quale si può commerciare
E avere un rapporto anche economico alla pari
è un'Africa di cui ricordava un Orwell quindi un'africana come campo di battaglia era molto bello questo che poi in realtà effettivamente sembra sembra essersi realizzata quella premonizione
Mille novecentottantaquattro Orwell divide il pianeta in tre grandi potenze quella anglosassone che include anche l'America latina quella eurasiatica e quella dell'estremo dello stremo di ente queste tre grandi entità statali
Che
Dominano i gestiscono gli equilibri del del continente che si rispettano reciprocamente avendo come territorio di battaglia come luogo di scontro l'Africa che esclusa da queste tre grandi potenze
Macchie appunto utilizzata come il laboratorio del saccheggio e laboratorio della manodopera a basso costo e il laboratorio dove appunto si fanno le le battaglie i campi i campi di battaglia in parte mutatis mutandis queste in effetti è un po'si sia sì sì sì si è avverato cioè l'Africa fuori dal mercato l'Africa
Esclusa dalla dalla comunicazione l'Africa di cui non si parla l'Africa che non beneficia realmente delle delle disposizioni dell'Organizzazione mondiale del commercio l'Africa che insomma è fuori dal giro mentre si stanno creando sempre di più dei blocchi abbastanza consolidati America Latina che in effetti ha un rapporto sempre più forte con con gli Stati Uniti con il Nord America
L'Europa pur con tutte le sue incertezze e le sue confusione che si allarga sempre di più a comprendere un'aria che anche mediterranea mediorientale la Cina naturalmente era la vediamo eccola fretta sotto questo profilo è assente ed è sempre preda
A proposito del del libro che è un dizionario e quindi ci sono le le lettere dell'alfabeto che poi sono dei capitoli
Era molto interessante parlare appunto di questi capitoli in cui in cui c'entra questa Europa alle frontiere che appunto con fa per con disegnate con il regalo dell'Europa e le stesse città che poi gli disegnate e a uso e costume del dell'Europa ma che poi son diventate qualcosa di diverso e anche quindi ingestibile in gesti
Se il libro è strutturato in ventuno capitoli dall'a alla zeta
A ogni lettera dell'alfabeto seguendo il loro ordine corrisponde una parola che Hope per la mia proprie esperienze mio vissuto i miei viaggi in incontri in Africa oppure per quella che è la storia di questo continente riveste una una particolare importanza
E alcune sono parole per così dire luminose che danno una una una bella luce su quello che è il rapporto tra l'Africa e la natura su quella che è la straordinaria libertà il senso del tempo la lettera chi è tempo che così diversa dalla come come rapporto da da quello che abbiamo noi la lettera Bitter Baobab l'incontro con questa natura straordinaria barocca così diversa dalla dalla nostra per altre altre altre lettere e altre parole sono invece dedicate alle pagine più cupe della della di questo continente
Tre e sei lettera m ad esempio museo e dedicata al saccheggio della delle opere d'arte delle opere religiose della della
Antella sacralità che è stata fatta da parte degli scienziati degli accademici africani per riempire i nostri musei o altrimenti la lettera f come come come tu dicevi che rivolta al tema della frontiera spesso tracciata proprio con un righello seguendo meridiani e paralleli
E priva tracciando una una suddivisione è assolutamente artificiale che tra le popolazioni che poi ha creato problemi la cui eredità ce l'abbiamo anche oggi la cesura fra queste due affreschi una un'Africa con la quale si gioca come europee come quella della frontiera un'Africa drammatica come quella della lettera g guerra dove parlo dell'Angola o soprattutto R. Ruanda dove mi dilungo sul sul genocidio ruandese e invece un'Africa reale dalla quale possiamo imparare molto come la lettera T tempo altri episodi l laguna o altro e probabilmente la città dove da una parte a questa lettera ci ci imbattiamo nella dimensione urbana
No completamente degradata della dell'Africa dove l'eredità di queste città che sono state portate dagli europei sono oggi eredità fatti di di grande miseria di sporcizia lì dove le cose non funzionano e questo è dovuto anche al fatto che la città con le sue strade i suoi grattacieli
Cioè palazzi a più piani le sue piazze non c'entra niente con la africane proprio una una importazione dovuta agli europei che hanno voluto reinventare una propria città durante il colonialismo in una terra che ha un rapporto con lo spazio completamente diverso
E d'altro canto in questo degrado la straordinaria umanità la capacità di andare avanti anche di sapersi
Organizzare di avere una un'autoregolamentazione attraverso un'economia informale che comunque molto strutturata attraverso rapporti fra i diversi categorie professionali attraverso la la vitalità dei mercati attraverso proprio la voglia di vita che si si si fiuta subito ci stupisce il mondo straordinario quando si è sulle sulle nelle strade nelle strade africane con la quale gli africani appunto rispondono
Alle alle imposizioni che gli sono arrivati attraverso dalla dal dal dal dal colonialismo e da da una rapporto
Molto fra inteso Dell'Oro Peo con questa terra
Un capitolo del libro R. appunto Ruanda ma è un capitolo dell'Africa della storia dell'Africa e anche un capitolo della storia della comunità internazionale non hanno reazioni uno stare a guardare addirittura caschi blu proprio lì fisicamente che guardavano con il massacro che stava succedendo
Credo che quello che si è caduto in Ruanda nel novantaquattro sia uno degli episodi cosciali della seconda Mita del del Novecento
Un milione quasi o forse anche più di un milione di morti nel giro di pochi di pochi mesi sotto gli occhi di tutti in un momento in un mondo ormai globalizzato dove l'informazione circolava un massacro un genocidio peraltro annunciato in questo capitolo parlo anche proprio delle comunicazioni che venivano mandate da Kigali alla quartier generale delle Nazioni Unite a New York dove si prevedeva questo principio senza che nessuno abbia voluto non dico a fare niente ma nemmeno dare risposta a queste comunicazioni che erano mandate tra l'altro dalla generale Dyer quindi dal capo del della missione dei caschi blu in Africa
Questo e in questo massacro sotto gli occhi di tutti noi siamo rimasti
Fermi indifferenti e lontani questo tra l'altro una indifferenza lontananza che è durata che continua tuttora perché continuata anche dopo il il genocidio con una scarsa assistenza Ruane una scarsissima consapevolezza dei dei problemi di questo di questo Paese e anche una scarsa collaborazione
In termini di giustizia internazionale
Per cercare di assicurare a a una ai a un ai tribunali sia internazionali che del Ruanda gli Autori o i sospetti autori del del del genocidio
Credo che in questo ci sia molto del patto che quanto è accaduto in Ruanda non ci minaccia direttamente così pensiamo del fatto che crediamo soprattutto che e l'africano sia molto diverso da noi il suo valore della vita sia distinto dal nostro la vita non sia tutto sommato
E così fondamentale come come come per noi mi piano ha detto una frase pesante in quelle settimane
Disse durante il genocidio ma in fin dei conti il genocidio non è troppo importante in questi Paesi ecco un'altra prova un altro segno di quest'Africa reinventata dagli europei un'Africa dove il genocidio non sarebbe non sarebbe importante invece tra l'altro proprio il tema della giustizia internazionale in Ruanda dovrebbe trovare una delle sue frontiere de battaglie più convinti
A proposito di queste dell'indifferenza rivelano che nel settantanove Pannella
Lancio quello che era l'allarme l'Olocausto per la fame e nel mondo in particolar modo il riferimento era all'Africa nell'ottantuno ci fu il manifesto di cento premi Nobel che usavano parole davvero durissime erano Olocausto sterminio orrore
Settantanove ottantuno e ancora oggi il G otto esce con l'impegno di arrivare allo zero sette per cento del PIL
Delle nazioni da dare in aiuto ai Paesi virgolette povere è lo stesso zero sette per cento del PIL di cui si parlava allora di cui c'era la risoluzione dello
Sì non c'è in effetti una una niente accaduto rispetto agli ultimi impegni che erano stati presi e che non sono stati che non sono stati rispettati ma soprattutto e questo è quello che mi preoccupa di più
Si continua in qualche modo cercare di lavare la cattiva coscienza dell'Occidente perché era tappa quando abbiamo a che fare con la fede ci sentiamo un po'a disagio sentiamo che un po'di colpa non ce l'abbiamo con il mettere in mano
Al portafoglio oppure fa finta Hall annunciare che si metterà mano al portafoglio quando il problema principale non è quello di ricreare una dinamite di perpetuare questa dinamica del dono che è una delle lettere una delle parole in questo al Pareto sul quale mi mi mi soffermo quanto proprio il cambiare le regole del rapporto con con l'Africa quindi non necessariamente più aiuti che sono comunque indispensabili ma non necessariamente più aiuti quanto più un mercato per l'Africa quanto più apertura all'Africa la politica agricola europea sotto questo profilo ma anche la politica di sostegno al al all'esportazione dei nostri prodotti in Africa che una delle cose che europea
Continua a a fare chianche una sua giustificazione di cui sarebbe complicato per la ma che poi gli gli effetti sono comunque assolutamente nefasti in Africa sono comunque tutti i sistemi meccanismi di corporativismo il corpo di protezionismo
E di chiusura rispetta un rapporto paritetico con con con l'Africa noi vediamo quanto l'apertura dei mercati alla Cina all'Estremo Oriente all'India
All'America Latina abbia generato proprio un volano di sviluppo locale
Assai più efficace di qualsiasi programma di di assistenza di programma di testamento strutturale ecco su questo in Africa penso al intriso pensano zucchero caserma non se ne vuole parlare
E fra l'altro poi il rischio che certi programmi certi aiuti economici poi finiscano anche nelle mani sbagliate tra virgolette in paesi in cui non si può parlare di Stati democratici con dei controlli
E democratiche in cui la corruzione viene sorvegliate tenuta sott'occhio da un'informazione attenta tra il rischio che poi alla fine certi certi finanziamenti certi programmi finiscano nelle banche svizzere di qualche dittatore
Sì io sarei prudente però su questo quello che tu dici è verissimo è accaduto accade e in una certa misura devo dire accadrà accadrà ancora perché è accaduto e accade accadrà in Africa come accaduto accadrà cult a anche in tante altre in tante altre parti del mondo non c'è dubbio che c'è un problema di corruzione e di assoluta trasparenza mancanza di trasparenza di responsabilità di bilancio in tanti paesi africani tuttavia alcuni fa sforzi sono stati fatti e sono anche importanti
Però il commercio è ancora troppo spesso sporco ma non soltanto quello delle armi non non tanto quello delle armi quanto il petrolio in Angola da una parte o i diamanti in Angola
Sull'altro fronte ne parlo nel capitolo guerra alla lettera alla lettera g lo sfruttamento delle delle risorse
Lo il contrabbando di di scorie nucleari tutto quello che insomma viene fatto ancora ma neanche troppo di nascosto insomma in in Africa però devo dire questa non è il tema principale del libro perché volutamente lavora al Parlamento europeo che naturalmente è un'istituzione eminentemente politica viaggio spesso in Africa commissioni che hanno diciamo tra un un connotato politico ma non ho voluto scrivere un libro politico anche perché e alcuni temi come democrazia e diritti umani corruzione che rimangono sempre presenti nelle mie pagine ma un po'sullo sfondo comunque di questi temi c'è
Forse un po'più di letteratura un pochino più di comunicazione cerco di affrontare l'Africa proprio tentando d'incontrare l'uomo per così dire cercandola di prenderla per le proprie corna attraverso le sensazioni profonde che ci può dare attraverso la sua storia e la sua cultura attraverso la sua la scoperta della sua identità
Io vorrei allora però chiudere su questo a proposito di fondi che spesso vengono istituiti anche un po'come medagliette da da mettersi sulla giacca
E per esempio il fondo globale anti AIDS
Insomma l'AIDS è sicuramente un problema che riguarda la l'Africa anche la tocca
E chissà anche le campagne quanto in qualche modo riescono può e di influire io ricordo quella pesante comunque che cede la Chiesa cattolica del no ai preservativi e di quanto influisce poi in certi Paesi
è altro che sì
Purtroppo su su su questo tema che è molto delicato
Si si incrociano verrebbe più dinamiche che sono molto preoccupanti oggi cioè a mio modo di vedere una responsabilità che definirei quasi criminale nella mancata prevenzione
Preservativi ad esempio mancata assistenza ai malati di Heinze dovuta anche a pregiudizi di carattere religioso che soprattutto alcune alcuni ordini missionari purtroppo portano avanti a volte devo dire controbilanciati da ordini di missionari di tipo diverso che fanno esattamente l'opposto ma non con l'aiuto della della gerarchia su questo poi si incrocia un altro meccanismo
E ritorniamo al tema di prima cioè quello della Caritas questo del dono questo di abituare comunque l'africano a ricevere da parte nostra è quello di lavarci nostra responsabilità con l'Africa appunto dando l'obolo
Di cui parlo in questo capitolo dove cito anche due episodi precisi di marketing della beneficenza
Dove l'immagine usata per invogliare il cittadino a dare l'obolo è quella del povero nero
Povero bambino aiutato invece dalla figura paterna di pelle bianca in operazioni di beneficenza una che aveva pochissimo a vedere con la ricalca l'otto per mille alla Chiesa cattolica
E e l'altra non aveva niente a che vedere con l'Africa perché era un programma di adduzione i bambini sudamericani
Quindi purtroppo
Da parte anche della Chiesa a volte si è voluto forse più o meno consapevolmente non lo so ma rilanciare questa questa immagine dell'aiuto e del paternalismo devi sapere noi quello che serve agli africani compreso decidere se sia bene o no
Dare un preservativo in un Paese dove magari c'è il cinquanta per cento di sieropositivi
Grazie grate ricordiamo il libro allora l'invenzione dell'Africa un viaggio un dizionario costa quindi se auguro Edizioni la Meridiana e l'autore ovviamente Nicola Rinaldi grazie
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