Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.
L'Ict in Italia cresce in maniera «prudente», comunque più della media europea.
Non troppa soddisfazione, però, dai ministri Stanca e Gasparri.
Il primo sperava in una Finanziaria più generosa, il secondo chiede maggiore armonizzazione delle norme a livello europeo Roma, 11 dicembre 2001 - E' dedicata ai nuovi scenari dell'Ict, l'annuale assemblea di Federcomin.
La Federazione di Confindustria delle aziende di telecomunicazioni, radiotelevisione ed informatica, ospita quest'oggi il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, il Ministro per l'Innovazione Tecnologica, Lucio Stanca,il … Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, il Segretario Generale del Censis Giuseppe de Rita, ed il Vicepresidente di Booz Allen & Hamilton Fernando Napolitano.Una Finanziaria poco generosa con l'Ict«Mi attiverò affinché i percorsi legislativi per norme che potranno riguardare il settore delle telecomunicazioni e l'informatica possano avere un giusto rilievo e un rapido iter».
Parola del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, il quale aggiunge che ci sarà una «concertazione fra parlamento ed esecutivo per approntare un provvedimento legislativo ad hoc per il settore».Malgrado la promessa di Casini, resta il fatto che la finanziaria è stata poco generosa con il settore dell'Information communication tecnology (Ict).
«Speravamo di avere un sforzo maggiore dalla finanziaria per l'Ict - spiega il ministro Lucio Stanca - ma con gli attentati dell'11 settembre sono state cambiate alcune voci di spesa.
Ora contiamo di fare delle economie sul presente per investire nel futuro».
Analizzando l'andamento del settore delle telecomunicazioni Stanca sottolinea come la bolla speculativa che negli scorsi anni ha interessato i titoli del settore abbia «creato delle aspettative irrealistiche».
«Ora - aggiunge - la bolla è scoppiata e finalmente siamo ritornati su un terreno realistico».«L'errore è stato quello di credere che la new economy potesse sostituire la hold economy, mentre le nuove tecnologie sono uno strumento per il cambiamento di ciò che già esiste».
Il ministro confida nella ripresa economica, ripresa che ci sarà nel 2002 e che «riguarderà soprattutto l'Ict», un settore che, ha sottolineato, «nel 2001, in piena crisi economica è cresciuto del 9%».Secca replica del ministro alle polemiche seguite alla chiusura dell'Aipa.
Stanca ricorda che l'Aipa non è un'autorità, perché non dipende dal parlamento ma dal governo.
«Il vero nome - rileva - sarebbe quello di agenzia perchè non ha da regolamentare un mercato o i diritti inviolabili delle persone.
E' uno strumento operativo del governo, tant'è che dipende direttamente dal ministro, cioè da me.Creando il dipartimento ci sarebbe una situazione di duplicazione e quindi la chiusura dell'aipa è solo una razionalizzazione».Nell'Ict gli italiani sono più europeisti di altri paesi«Ci sono paesi europei che impediscono l'accordo per un'armonizzazione delle telecomunicazioni a livello dell'Unione».
Il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, tiene a sottolineare il fatto che gli italiani sono «più europeisti di tanti altri paesi, anche di quelle nazioni che vogliono dare lezioni all'Italia su altri argomenti».Il ministro non spiega però a quali paesi si riferisce.
«Non parlo di un mercato unico, ma almeno di un'armonizzazione perchè ci sono situazioni diverse.
In sede di Consiglio europeo dei ministri delle comunicazioni, la scorsa settimana l'Italia ha fatto delle proposte verso l'armonizzazione.
Spero che il parlamento europeo ci dia una mano a convincere i paesi che stanno frenando».
Gasparri cita tra gli altri il caso dell'Umts, «che è diventato una sorta di suk».
Per le prossime licenze, dice il ministro, toccherà mettersi d'accordo a livello europeo.Le stime di FedercominL'introduzione dei lavori è affidata al Presidente di Federcomin, Alberto Tripi.
Si parte degli importanti eventi degli ultimi mesi e dai loro riflessi sull'Ict.
L'Internet stock crash, il rallentamento dell'economia USA e le tensioni internazionali, hanno concorso a determinare una sensibilità negativa del mercato ed attese di sviluppo del mercato Ict più «realistiche».Il settore Ict nel clima di altalenante incertezza dell'economia mondiale segna comunque progetti largamente positivi e con cifre che danno il senso di un'espansione che non si arresta neanche nei periodi di crisi economica.
La crescita del mercato europeo si presenta prudente, ma pur sempre soddisfacente, +6,0% nel 2001 e +6,3 nel 2002, per poi riprendere in misura più sensibile negli anni successivi (+7,4% nel 2003 e +9,2% nel 2004).Per il settore italiano dell'ICT Federcomin stima tassi di incremento più significativi: +8,7% e +8,1% per il 2001 e 2002 e aumenti di nuovo a due cifre per il biennio successivo: +11,2% e +13,5%.
Possibili aree di crescita, secondo Federcomin, si individuano nella domanda di banda larga, prevista in aumento fino a 2,3 miliardi di euro al 2005, con un recupero del ritardo rispetto all'Europa, e nell'effetto comunicazione, che si estende anche al mercato della videocomunicazione (per la sicurezza personale e il contenimento dei costi di viaggio), per la telesorveglianza (come sicurezza delle infrastrutture) e l'entertainment (intesa come "voglia di casa" e offerta di pay-tv).Dopo stime inizialmente deformanti sulla realtà della Net economy a medio-lungo termine, va maturando una presa di coscienza e un ritorno alla realtà che vede un mercato in crescita positiva, ma ridimensionato nelle aspettative di inizio anno.Federcomin sostiene che la sicurezza si trasforma per diventare salvaguardia degli asset aziendali, soluzione integrata, progetto continuo e strategico non più rinviabile, asset aziendale vero e proprio.
Per dare un ordine di grandezza a questo fenomeno, ad oggi si stima che al 2005 la spesa in soluzioni legate alla security IT supererà i 1.500 milioni di euro.E le proposteSvariate le proposte di Federcomin per affronatre i temi prioritari dell'Ict.
Tripi illustra il progetto di dedicare un intero canale trasmissivo della futura televisione digitale terrestre alla diffusione di programmi educativi e di aggiornamento tecnologico.
L'idea è di utilizzare da subito un canale televisivo satellitare, e di incentivare l'aggiornamento tecnologico con iniziative rivolte a favorire la diffusione del Personal Computer e dell'uso di Internet, mediante agevolazioni soprattutto fiscali.Per il settore radiotelevisivo, si pensa invece a forme di agevolazione per gli utenti (ad es.
rottamazione dei vecchi apparecchi) e per gli operatori (ad es.
stanziamenti in ragione degli investimenti da effettuare); all'individuazione di tutte le misure necessarie per agevolare/rendere obbligatoria la cablatura per i nuovi nuclei abitativi ed industriali e l'utilizzo di apparati di ricezione comuni.
Si mette in luce inoltre l'esigenza di un presidio da parte del Ministero, perché il processo di digitalizzazione si attui in maniera positiva ed efficace per gli imprenditori e per il Paese.
E la necessità di interventi di sostegno e di incentivo mirati per le piccole emittenti televisive e radiofoniche, anche per consentire un migliore sviluppo del loro mercato.
Per le telecomunicazioni mobili, si ritiene indispensabile intervenire per rimuovere criticità e anomalie, note ormai da tempo, in molte direzioni.
Sul regime fiscale, per esempio.
Ma anche sull'inquinamento elettromagnetico e sui finanziamenti per il settore.
A proposito, Federcomin esprime l'insoddisfazione del settore ICT per come è stata gestita, nella precedente Finanziaria (e quindi sia chiaro che non viene attribuita la responsabilità a questo Governo), l'assegnazione del 10% dei proventi della gara per l'Umts (circa 2.600 miliardi).
Solo una quota minoritaria del Fondo dei 2.600 miliardi è stata effettivamente destinata al settore.
Sul nuovo quadro normativo comunitario, è invece auspicabile che i lavori del Consiglio dei Ministri Ue impediscano il sostanziarsi di «impianti normativi» eccessivamente rigidi per un mercato ormai maturo e concorrenziale quale quello delle telecomunicazioni mobili.
Per quanto concerne le telecomunicazioni fisse, è necessario rimuovere barriere ed ostacoli per una larga diffusione delle reti a banda larga in tutto il Paese, evitando l'applicazione di oneri civici differenziati sul territorio da parte delle Amministrazioni locali ed assicurando una parità di trattamento al cittadino sul territorio stesso.Infine, sulla Legge Finanziaria per il 2002 Alberto Tripi ha ricordato che il settore ICT non ha trovato il posto che gli compete, in relazione al suo ruolo di traino dell'economia italiana, anche in una fase economica di rallentamento, qual'è quella attuale.
Non troppa soddisfazione, però, dai ministri Stanca e Gasparri.
Il primo sperava in una Finanziaria più generosa, il secondo chiede maggiore armonizzazione delle norme a livello europeo Roma, 11 dicembre 2001 - E' dedicata ai nuovi scenari dell'Ict, l'annuale assemblea di Federcomin.
La Federazione di Confindustria delle aziende di telecomunicazioni, radiotelevisione ed informatica, ospita quest'oggi il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, il Ministro per l'Innovazione Tecnologica, Lucio Stanca,il … Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, il Segretario Generale del Censis Giuseppe de Rita, ed il Vicepresidente di Booz Allen & Hamilton Fernando Napolitano.Una Finanziaria poco generosa con l'Ict«Mi attiverò affinché i percorsi legislativi per norme che potranno riguardare il settore delle telecomunicazioni e l'informatica possano avere un giusto rilievo e un rapido iter».
Parola del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, il quale aggiunge che ci sarà una «concertazione fra parlamento ed esecutivo per approntare un provvedimento legislativo ad hoc per il settore».Malgrado la promessa di Casini, resta il fatto che la finanziaria è stata poco generosa con il settore dell'Information communication tecnology (Ict).
«Speravamo di avere un sforzo maggiore dalla finanziaria per l'Ict - spiega il ministro Lucio Stanca - ma con gli attentati dell'11 settembre sono state cambiate alcune voci di spesa.
Ora contiamo di fare delle economie sul presente per investire nel futuro».
Analizzando l'andamento del settore delle telecomunicazioni Stanca sottolinea come la bolla speculativa che negli scorsi anni ha interessato i titoli del settore abbia «creato delle aspettative irrealistiche».
«Ora - aggiunge - la bolla è scoppiata e finalmente siamo ritornati su un terreno realistico».«L'errore è stato quello di credere che la new economy potesse sostituire la hold economy, mentre le nuove tecnologie sono uno strumento per il cambiamento di ciò che già esiste».
Il ministro confida nella ripresa economica, ripresa che ci sarà nel 2002 e che «riguarderà soprattutto l'Ict», un settore che, ha sottolineato, «nel 2001, in piena crisi economica è cresciuto del 9%».Secca replica del ministro alle polemiche seguite alla chiusura dell'Aipa.
Stanca ricorda che l'Aipa non è un'autorità, perché non dipende dal parlamento ma dal governo.
«Il vero nome - rileva - sarebbe quello di agenzia perchè non ha da regolamentare un mercato o i diritti inviolabili delle persone.
E' uno strumento operativo del governo, tant'è che dipende direttamente dal ministro, cioè da me.Creando il dipartimento ci sarebbe una situazione di duplicazione e quindi la chiusura dell'aipa è solo una razionalizzazione».Nell'Ict gli italiani sono più europeisti di altri paesi«Ci sono paesi europei che impediscono l'accordo per un'armonizzazione delle telecomunicazioni a livello dell'Unione».
Il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, tiene a sottolineare il fatto che gli italiani sono «più europeisti di tanti altri paesi, anche di quelle nazioni che vogliono dare lezioni all'Italia su altri argomenti».Il ministro non spiega però a quali paesi si riferisce.
«Non parlo di un mercato unico, ma almeno di un'armonizzazione perchè ci sono situazioni diverse.
In sede di Consiglio europeo dei ministri delle comunicazioni, la scorsa settimana l'Italia ha fatto delle proposte verso l'armonizzazione.
Spero che il parlamento europeo ci dia una mano a convincere i paesi che stanno frenando».
Gasparri cita tra gli altri il caso dell'Umts, «che è diventato una sorta di suk».
Per le prossime licenze, dice il ministro, toccherà mettersi d'accordo a livello europeo.Le stime di FedercominL'introduzione dei lavori è affidata al Presidente di Federcomin, Alberto Tripi.
Si parte degli importanti eventi degli ultimi mesi e dai loro riflessi sull'Ict.
L'Internet stock crash, il rallentamento dell'economia USA e le tensioni internazionali, hanno concorso a determinare una sensibilità negativa del mercato ed attese di sviluppo del mercato Ict più «realistiche».Il settore Ict nel clima di altalenante incertezza dell'economia mondiale segna comunque progetti largamente positivi e con cifre che danno il senso di un'espansione che non si arresta neanche nei periodi di crisi economica.
La crescita del mercato europeo si presenta prudente, ma pur sempre soddisfacente, +6,0% nel 2001 e +6,3 nel 2002, per poi riprendere in misura più sensibile negli anni successivi (+7,4% nel 2003 e +9,2% nel 2004).Per il settore italiano dell'ICT Federcomin stima tassi di incremento più significativi: +8,7% e +8,1% per il 2001 e 2002 e aumenti di nuovo a due cifre per il biennio successivo: +11,2% e +13,5%.
Possibili aree di crescita, secondo Federcomin, si individuano nella domanda di banda larga, prevista in aumento fino a 2,3 miliardi di euro al 2005, con un recupero del ritardo rispetto all'Europa, e nell'effetto comunicazione, che si estende anche al mercato della videocomunicazione (per la sicurezza personale e il contenimento dei costi di viaggio), per la telesorveglianza (come sicurezza delle infrastrutture) e l'entertainment (intesa come "voglia di casa" e offerta di pay-tv).Dopo stime inizialmente deformanti sulla realtà della Net economy a medio-lungo termine, va maturando una presa di coscienza e un ritorno alla realtà che vede un mercato in crescita positiva, ma ridimensionato nelle aspettative di inizio anno.Federcomin sostiene che la sicurezza si trasforma per diventare salvaguardia degli asset aziendali, soluzione integrata, progetto continuo e strategico non più rinviabile, asset aziendale vero e proprio.
Per dare un ordine di grandezza a questo fenomeno, ad oggi si stima che al 2005 la spesa in soluzioni legate alla security IT supererà i 1.500 milioni di euro.E le proposteSvariate le proposte di Federcomin per affronatre i temi prioritari dell'Ict.
Tripi illustra il progetto di dedicare un intero canale trasmissivo della futura televisione digitale terrestre alla diffusione di programmi educativi e di aggiornamento tecnologico.
L'idea è di utilizzare da subito un canale televisivo satellitare, e di incentivare l'aggiornamento tecnologico con iniziative rivolte a favorire la diffusione del Personal Computer e dell'uso di Internet, mediante agevolazioni soprattutto fiscali.Per il settore radiotelevisivo, si pensa invece a forme di agevolazione per gli utenti (ad es.
rottamazione dei vecchi apparecchi) e per gli operatori (ad es.
stanziamenti in ragione degli investimenti da effettuare); all'individuazione di tutte le misure necessarie per agevolare/rendere obbligatoria la cablatura per i nuovi nuclei abitativi ed industriali e l'utilizzo di apparati di ricezione comuni.
Si mette in luce inoltre l'esigenza di un presidio da parte del Ministero, perché il processo di digitalizzazione si attui in maniera positiva ed efficace per gli imprenditori e per il Paese.
E la necessità di interventi di sostegno e di incentivo mirati per le piccole emittenti televisive e radiofoniche, anche per consentire un migliore sviluppo del loro mercato.
Per le telecomunicazioni mobili, si ritiene indispensabile intervenire per rimuovere criticità e anomalie, note ormai da tempo, in molte direzioni.
Sul regime fiscale, per esempio.
Ma anche sull'inquinamento elettromagnetico e sui finanziamenti per il settore.
A proposito, Federcomin esprime l'insoddisfazione del settore ICT per come è stata gestita, nella precedente Finanziaria (e quindi sia chiaro che non viene attribuita la responsabilità a questo Governo), l'assegnazione del 10% dei proventi della gara per l'Umts (circa 2.600 miliardi).
Solo una quota minoritaria del Fondo dei 2.600 miliardi è stata effettivamente destinata al settore.
Sul nuovo quadro normativo comunitario, è invece auspicabile che i lavori del Consiglio dei Ministri Ue impediscano il sostanziarsi di «impianti normativi» eccessivamente rigidi per un mercato ormai maturo e concorrenziale quale quello delle telecomunicazioni mobili.
Per quanto concerne le telecomunicazioni fisse, è necessario rimuovere barriere ed ostacoli per una larga diffusione delle reti a banda larga in tutto il Paese, evitando l'applicazione di oneri civici differenziati sul territorio da parte delle Amministrazioni locali ed assicurando una parità di trattamento al cittadino sul territorio stesso.Infine, sulla Legge Finanziaria per il 2002 Alberto Tripi ha ricordato che il settore ICT non ha trovato il posto che gli compete, in relazione al suo ruolo di traino dell'economia italiana, anche in una fase economica di rallentamento, qual'è quella attuale.
leggi tutto
riduci