War Room COM - La pace

Un giorno
Mentre Giorgio
Bentornati ben tornati a Ur un comma il nostro appuntamento settimanale con le novità e le tematiche della comunicazione nato dalla war room di Enrico Cisnetto e sinceri auguri di buon anno se pur tardivi perché ci sta seguendo
L'umanità dovrebbe vivere in pace una considerazione che è tornata di attualità in quest'ultimo biennio dopo che l'autocrazia di Vladimir Putin ha riportato il conflitto armato tra le nazioni sul suolo del continente europeo
E che ha confermato come la lunga straordinaria parentesi di pace già sconvolta dalle guerre nell'ex Jugoslavia che ha contraddistinto l'Europa dal mille novecentoquarantacinque
Costituisca malauguratamente l'eccezione anziché la regola come peraltro la Scola del realismo politico nelle relazioni internazionali c'ha sempre ribadito e cercato di ricordare pur con il comprensibile scetticismo ma anche nella consapevolezza dell'imprevedibilità dirompente delle mosse del personaggio
Il mondo guarda se il ciclone Trump ospite nelle scorse giornate a Davos avrà qualche effetto collaterale nella direzione di produrre delle tre lingue se non delle forme di pace effettive
C'è chi dice che la politica presenta oggi un problema proprio rispetto alla pace un aspetto innegabile al pari della centralità della industria degli armamenti nell'economia mondiale in questa fase ma si ride l'altrettanto innegabile il fatto che di fronte allo scenario di rivolgimento geo politico in corso da tempo
La fine della spinta propulsiva chiamiamola così della globalizzazione disegnando l'americano non abbiano alcun risvolto utenti qui pacifismo i velleitari l'idealismo i generici per quanto questi ultimi possano essere animati dalle migliori intenzioni
La guerra costituisce al pari dell'aggressività biologica uno scenario inestirpabile che tutti vorremmo cancellare ma che si può purtroppo soltanto cercare di contenere e mettere in sonno
Sì quelli che viviamo non sono per le scelte sciagurate di alcuni attori dalla Russia il Medioriente quei tempi di auspicabile letargo della violenza bellica
Nella consapevolezza per ricorderà un proverbio ben noto alla cosiddetta saggezza popolare che l'ottimo e nemico del buono ovvero nella fattispecie che una tregua e da perseguire con tenacia e costanza anche se non coincide con la pace definitiva auspicabile ma in quel caso per l'appunto utopica e irrealizzabile ed ecco perché per avvicinarci alla pace
Bisogna studiare anche le dinamiche della guerra per un verso e per l'altro le dinamiche negoziali e delle trattative qui relativi protagonisti apparati tecnici prevalentemente appartenenti alle file della diplomazia
Che devono professionalmente di spiegarle e perseguirli
Ci guida in questi ragionamenti di oggi un libro di cui parliamo con l'autrice Arianna Arisi Rota a cui do il benvenuto
La professoressa di Storia contemporanea all'Università di Pavia ha pubblicato poco tempo fa giustappunto il libro pace per le edizioni del Mulino e ne parliamo con Fulvio Cammarano da qui do il benvenuto
Buona sera
Professore di Storia contemporanea all'Università di Bologna e già presidente della Cisco la Società scientifica degli studiosi di storia contemporanea
Vorrebbero come cominciare con è la professoressa Arisi Rota e provare a chiederle di definire ben sapendo che è tutt'altro che facile la categoria di pace e quella correlata di sicurezza
Intanto punto buonasera e grazie per l'invito Roma la pace generalmente viene definita a contrariis come non guerra questa è una vecchia abitudine che ci arriva proprio data ai secoli passati in un intervallo
La pace fra materie di guerra
Finché quasi nel mentre già calcio dunque negli anni Sessanta altro edotto il concetto di pace positiva cioè di un processo che ha appunto una sua autonomia una sua
Logica e delle sue regole che
Certamente la alla fine molto visibile la guerra assoluti instante siamo più abituati a vedere la e a percepirla anche nei suoi orrori di una pace che difficilmente visualizzabile
E e controlla deve soprattutto alla pace non scoppia la guerra sì la pace richiede tempo noi siamo invece abituati alle decisioni gli effetti in tempo reale
La pace un processo è un processo che ripristina delle relazioni quindi ha bisogno di un orizzonte all'Italia di un rapporto tra almeno due struggenti i due contendenti due nemici chiamiamoli così
E appunto richiede la capacità di anche fare delle rinunce Migliarese fare alto un punto di incontro in quel mito del grande come lo definiscono i negoziatori
Quindi è uno sforzo che è faticoso
La sicurezza è un altro versante ma le due ormai coesistono anzi da un punto di vista lessicale la sicurezza dagli anni ottanta dalla fine degli anni ottanta del Novecento cioè dalla fine della guerra fredda
Ha avuto un'impennata nell'uso dell'Est i compositori oggi come anche giornalistico e la sicurezza se ci pensiamo anche la da mine che troviamo ordinato al Consiglio delle Nazioni Unite che non è mai stato chiamato Consiglio di pace ma sicurezza la sicurezza chiaramente un altro concetto
Ma si sta sempre di più Hakan do a quello di pace pace in sicurezza una pace sicura o appunto che garantisca sicurezza manichini rispetto perché quindi la sicurezza sante che oggi è invocata da tutti ma è un anche rischio un rischio che tuonò infrazione sul del formare il processo di pace
Trascinandolo è appunto tirandolo verso le esigenze assolutizza anche di una delle parti così vanificando in un certo senso l'incontro
La coppia pace guerra attraversato la teoria politica
In particolare nella contemporaneità dove ha vissuto una serie di rivolgimenti che sono quelli di pensatori che hanno rifondato riformulato o che si sono rifatti ai classici maniera ma in maniera profondamente diversa dalle origini voglio chiedere al professor Cammarano come legge appunto la teoria politica questo binomio così complessa e contraddittoria
Sì buonasera certo la questione è davvero complessa intanto volevo dire che questo libro affronta non modo molto efficace un tema davvero difficile perché appunto
La pace è un progetto è un processo dunque nona la spettacolarità che alla guerra come diceva giustamente Arisi Rota e e dunque questo tema difficile
Rimarrà difficile nei secoli non è una profezia perché il tema della giustizia e della sicurezza che sono legati alla pace come sentivamo in realtà
Rimangono
Categorie opinabili ambigue e dunque evidente che si chiede la pace con giustizia con sicurezza ma per chi che sino a che punto
E questo aspetto ha attraversato la storia contemporanea non c'è dubbio che la pace di cui parliamo oggi così come la guerra di cui parliamo oggi
Nasce con la contemporaneità nasce come dire con la rivoluzione francese soprattutto con Napoleone no da lì
Allora ha origine un modo di pensare
La pace la guerra che prima non esistevano e dunque in in qualche modo la difficoltà la novità che si amplia e ma umano che si va avanti con la prima guerra mondiale diventa inarrestabile sta nel fatto che la guerra diventa nella contemporaneità una questione esistenziale
Mentre prima era una questione come dire
Diplomatica legata alle relazioni internazionali dopo diventa esistenziale
Diventa una lotta contro un nemico indegno cioè un nemico che non è degno di essere riconosciuto come avversario ma solo come nemico da eliminare è evidente che è un salto di qualità che rende
La pace è un qualcosa difficile da
Aggiungere perché se io devo eliminare il nemico evidente che il discorso pace si complica P. facile fare riferimento al caso imita la sua Teoria dell'inimicizia totale
Che un'inimicizia come dire che collegata al fatto che il nemico non è il mio nemico e nemico dell'umanità elementi e il nemico del popolo il dunque in quanto tale non ha diritti chiede che quale nemico dell'umanità
Può a vere o possiamo riconoscere i diritti allora in questo contesto che va a viviamo conosciamo benissimo con le guerre attuali dall'altra parte non c'è un avversario da sconfiggere ma un nemico da eliminare
La dimensione proprio questa dimensione totalizzante biopolitica come avrebbe detto un certo filone di pensiero della guerra rende invece per contro l'insieme dei passaggi complicati delicati in gran parte affidati a corpi tecnici di diplomatici dell'avvicinamento alla pace attraverso tutta una serie di step intermedi qualcosa di irriducibilmente diverso
Lo vorrei chiedere alla professoressa Arisi Rota quali sono le technicalities che accompagnano il processo di negoziazione che porta alla tregua eppure auspicabilmente alla pace
E quali sono gli snodi anche dal punto di vista concettuale oltre che storico che la caratterizzano
Ma sicuramente mi veniva in mente ascoltando il professor Cammarano
Il tema iniziale di un movimento verso la pace pace cambino la pace in movimento quindici a questa dimensione proprio in quel chi va in un certo senso trasforma il nemico cominciare pensa però come un possibile partner questa è una frase che Nelson Mandela ha detto che spiegare il perché si era seduto
Ha a trattare quando era ancora in prigione con inviati del Governo Sircana
Quindi il primo il primissimo assistette nella fase che i tecnici chiamano addirittura prenegoziale
Implica la costruzione di un rapporto fra le parti una qualunque siano un rapporto che può essere di inimicizia aggressività di odio e odio ecco dare è quindi si farà confidence building cioè ricucire a rammendare come si può ovviamente con l'aiuto spesso sempre più spesso
Di una terza parte che non è mai completamente super partes ma che ha un facilitatore e che ha delle idee politiche perché non dimentichiamolo la pace
Bisogno di volontà politica senza la volontà politica non annullasse avrà Mansi avranno dei surrogati uno dei o dei appunto piccoli artifici
Non tregua nulla tregua il tornando al confine Stirling sicuramente la fase preliminare poi c'è il tavolo con i progetti e le proposte le formule e generalmente si parte
Dalla dettagli e si va verso l'architettura complessiva o viceversa si può partire da una disegno più totale andare poi a stento peste passo dopo passo quasi un viaggio una metafora del viaggio applicati processi traccette mettere appunto i dettagli che generalmente i tecnici
Se sono dettagli molto complesse tecnicamente penso
Al di sul nucleare con l'Iran anche ahimè ormai quasi appunto in un limbo
Dopo il ritiro americano ma insomma i dettagli tecnici vanno alle appendice per non appesantire troppo il testo del trattato di pace
Sicuramente importante alla globalità era quella che si chiama l'implementazione non si può avere tutto e subito guardate anche la tregua di questo di questa nostra ad esporsi inizio di due mila venticinque per fasi e tre fasi una punto di quarantadue giorni poi un auspicabile seconda fase una terrazza e una tregua io libero racconto uno una finestra di opportunità perché è un test per la a c'è perché sicuramente offre il terreno per vedere se le parti stanno facendo sul serio
O come dicono in gergo un gli operatori poiché non solo rinsaldare le forze per poi colpire ancora più forti farle poco otto trenta ma l'importante è dare una chance alla pace prendere anche la tregua con una prova una prova generale un laboratorio sul quale rimettere ordine rimettere ordine sul campo e provare una ripartenza
Quindi io credo che l'aspetto psicologico della costituzione del rapporto fra le parti anche grazie a un'opera di mediazione efficace sia l'aspetto più interessante anche dal punto di vista del settore umano del processo di pace
L'aspetto psicologico e anche potremmo dire fisico di prossimità nel senso che le trattative le ultime trattative complicatissime a cui lei faceva riferimento tra israeliani e i dirigenti di Hamas
Si svolgono in edifici in hotel di lusso per la verità del Qatar su piani differenti le due parti non si incontra nessuno i facilitatori per l'appunto a fare la spola dimostrazione
I nodi o esistenziale di un odio totale e della DC
Ci colta di ricostruire di cercare di rammendare la possibilità di un incontro è un tema che si trasferisce e mi rivolgo nuovamente al professor Cammarano anche le opinioni pubbliche
Nel senso che noi viviamo un'epoca nella quale la polarizzazione la radicalizzazione la delegittimazione
Per citare dei suoi studi del passato all'interno dell'opinione pubblica portano anche ad una sorta di tifoseria così da hooligans rispetto al posizionamento per cui Pezzi di utile pubblica tifano per le parti in lotta è in guerra c'è un dividendo politico della pace oggi oppure la polarizzazione rende anche la tregua per l'appunto qualcosa di troppo
Lontano di di non appassionanti di distante da queste passioni viscerali che troppo spesso però sono forme di alimentazione dell'inimicizia che dall'interno si trasferiscono all'eterno
Perché sì certo presto è un aspetto chiave
Che non possiamo non considerare cioè e in realtà noi continuiamo a parlare diciamo così per abitudine di civili ma è evidente che ormai le guerre del
Contemporaneo
Non hanno più civili nel senso che tutti sono intrappolati dentro la dinamica della guerra
E dunque io credo che il motivo per cui diciamo la prima guerra mondiale in modo in modo esplosivo ma la fine dell'Ottocento
In modo netto dal rappresentano dei teli spartiacque e perché da quel momento il nazionalismo ha trasformato
Incivili inattivi sostenitori della causa nazionale si possono uccidere eliminare i civili senza problemi perché sono percepiti come con belligeranti non non sono più innocenti no ma belligeranti sotto altre vesti
Attivi collaboratori del primato nazionale allora in questo senso la la situazione si complica non ci sono due eserciti che si confrontano ma ci sono due nazioni o due
Diciamo realtà e comunità
Che si percepiscono come nazioni che si scontrano senza vere la possibilità di immaginare una dimensione non coinvolta ecco mancano i non coinvolti quelli da proteggere e anche in queste guerre abbiamo visto uccidere i civili non è un problema
Perché la percezione dell'opinione pubblica di una parte vede dunque i civili dei nemici anche se non hanno delle armi perché appunto
Sostengono posizioni situazioni indegne
Sostengono posizioni dei nemici dell'umanità e della dignità e allora questo complica
Molto di più questi processi infatti lo vediamo sono meccanismi sono stati ben descritti adesso
La collega Risi Rota sono dei meccanismi che richiedono la consapevolezza che nessuno può considerarsi innocente questa è la percezione dei belligeranti e che viene trasmessa anche a chi sta fuori a chi guarda e a chi partecipa attraverso lei l'informazione a questo tipo di di scontro non vendi innocenti muoiono palestinesi bambini anziani e chiedo alle ma sono in realtà tifosi militanti di una ideologia da sradicare e ovviamente viceversa allora è evidente che qui c'è la grande difficoltà
La fine dell'ideologia per usare un'etichetta diciamo che andrebbe circoscritta sempre diciamo ridefinite rigo figurata
Non ha lasciato sul campo il liberalismo come molti avevano auspicato casomai neoliberismo ma soprattutto il nazionalismo
Ed è proprio questa ideologia nazionalista variamente ridefinita colorata di tinte più laiche o più religiose come vediamo del Medioriente che è diventata centrale all'interno del palcoscenico contemporaneo e rende sempre più rari in luoghi dei quali praticare forme di tregua l'intero dei quali come diceva la professoressa Arisi Rota cercare di rammendare di costruire confidenza
Questo libro libro affascinante mi ha particolarmente colpito il ruolo di Ginevra
Una città e naturalmente all'interno di una nazione che ha fatto dell'arma della neutralità la propria bandiera
Da tanti punti di vista che ha costruito un ruolo che si è costruito un ruolo che hanno svolto un ruolo importantissimo anche dal punto di vista della nascita di questi apparati tecnici dedicati alle negoziazioni
Ci può raccontare questo pezzo di storia da dove nasce in in che modo si proietta sulla contemporaneità
Bencivenga una vocazione storica di anche così cosmopolitismo di pensiero protestante di anche produttività che di circolazione di idee e di persone Giarda all'Illuminismo ovviamente ma poi nell'Ottocento che Ginevra diventa proprio la sede scelta
Ad esempio al segretario ci fosse internazionale dal mille ottocentosessantatré oppure il primi congressi e della lega della pace libertà uno per esempio nel mille ottocentosessantasette con Giuseppe Garibaldi precedente quindi Ginevra precocemente nella contemporaneità
La Croce figlia di persone dedite che tendano ad elaborare sulla sulla possibilità di dire
Bastare le guerre ricordo ad esempio che nella Ginevra raggiante il primo dopoguerra negli anni Venti del Novecento con quindi operativa in quella città
La Società delle Nazioni quartier generale di quello che nella visione del segnale doveva essere lo strumento di di concertazione e chi composizione delle controversie internazionali gruppo di molto attivi internazionalisti in maggioranza americani
Provarono appunto lavorare a una armi salvando della guerra dall'attività della società internazionale ne sono già stati degli sforzi interessanti possono apparire ingenui ma collocati in quel tempo storico
Veramente sono da ricordare così come da ricordare che oggi Ginevra una specie di micro Cosimo fatto di circa settecentocinquanta organizzazioni non governative trentadue mila funzionare
Trecentosessantasei mila delegati chiamiamo fanno Ginevra appunto lavorare di fatto negli organismi multilaterali anche se oggi multilateralismo in crisi ma bisogna sperare in una sua riforme nella sua nuova forza
Ginevra dicevo è il la sede di della tecnocrazia della pace
Rilanciare un processo di pace sangue ente ci si incontrava no Ginevra giustamente seguiranno operare ci ricordava china formulate dei colloqui di pace dei round di colloqui di pace fra i nemici accenni non per vero che questi siedano intorno al medesimo tavolo Roma spara forcing Sox cioè appunto di colloqui mediati con dei dei intermediari che fanno la spola fra le delegazioni niente di nuovo sotto il sole nel mille seicentoquarantotto
Dai cittadini in cui la delegazione dei principi protestanti e l'altra quella dei principi cattolici tentavano di fare la pace qui può essere passata alla storia economia di pace di Westfalia
Questo questo dialogo a distanza fra sordi fu risolto da una spoletta entrano shuttle diplomacy ante litteram messa in atto dal due
Diplomatici italiani di grande esperienza Fabio Chigi diplomatico pontificio Alvise Contarini diplomatico veneziano due delle diplomazie che hanno dato alla storia della diplomazia della techno
E la tecnicità direi dell'agire diplomatico grandi personalità quindi Ginevra ieri come oggi rimane una un luogo di competenze
Forse un po'elefantiaco in questo momento ma credo che staremo peggio se non ci fosse una competenza come quella diffusa negli uffici ginevrini
Dunque un ruolo italiano di due stati politicamente come formula di regimi antitetici naturalmente ce lo Stato Pontificio e la Serenissima Repubblica di Venezia ma ambedue a loro modo per formule diverse o universali o cosmopoliti
Rivolgo l'ultima domanda al professore Cammarano traendo spunto dal libro appunto molto interessante della professoressa Arisi Rota noi vediamo questo esercito scusate l'espressione forse un po'impropria di tecnocrati della pace
Che a Ginevra e a Vienna operano per cercare di costruire dialogo tra sordi come diceva la professoressa
Oggi invece all'interno di questo mondo in cui multilateralismo e profondamente in crisi in cui il caos am purtroppo dominante si sta diffondendo anche per ragioni comunicative l'idea di una diplomazia personale ovvero di relazioni quasi private quasi amicali amichevoli sappiamo che non può costitutivamente esser davvero così
Tra capi di Stato in particolare contro l Inter
Il nuovo-vecchio diciamo così presidente per la seconda volta degli Stati Uniti Trump molto agisce su questa idea della diplomazia personale
E professore Marano le sembra una formula praticabile nelle relazioni internazionali e dal punto di vista politico cosa significa
Per guarda aveva assolutamente praticabile perché io credo davvero che il processo di pace necessiti sempre e comunque
Del cultura del riconoscimento il riconoscimento all'avversario
Non c'è quasi guerra direi che non nasca dal mancato riconoscimento e dunque l'aspetto personale individuale
Finisce per avere un ruolo decisivo a mio avviso dunque questo aspetto va pensato perché dentro queste dinamiche non troviamo una delle possibili chiavi il riconoscimento della dignità dell'avversario è ovvio che è una cosa molto complessa e difficile che richiede di quell'esercito di operatori della pace però
Se non partiamo da questa concetto chiave non riusciamo a capire molte delle guerre
Attuali o anche quelle
Del del passato della contemporaneità certamente Putin ha sempre segnalato che il mancato riconoscimento della Russia come superpotenza è alla base della sua iniziativa e della sua volontà di riconquistare
Questo riconoscimento attraverso la ripresa del del vecchio intero zarista dunque a mio avviso
Diciamo sarà sempre più difficile fare la pace perché
è necessario recuperare una perdita una alle lesione del se
Che est percepita sempre come perdita di potere allora dentro questa dinamica bisogna lavorare ed è una dinamica complessa ma in questo caso la la personalità diciamo il ruolo degli individui possono avere insomma
Vero importante
E questo ci dice quanto la dimensione psicologica come diceva la professoressa resi rotta o per citare il professor Kamaran in questo caso quasi antropologica
Sì è davvero rilevante anche nelle relazioni internazionali visto che sono visto che abbiamo ospitato quest'oggi due eminenti studiosi di storia mi permetto di dire loro mi correggeranno naturalmente è che né il pendolo della storia
Dopo aver parlato e ragionato tanto sui movimenti collettivi oggi è come se essi stessi Modou ritorno alla storia dei remi iniziale quella fatta dai grandi quella fatta da i protagonisti di cui la diplomazia personale e appunto una manifestazione ricordo il volume scritto dalla professoressa Arianna Arisi Rota è una parola controtempo pubblicato dal Mulino De Pace vi ringrazio moltissimo professor Cammarano è professoressa di rotta per questa conversazione brillante
E do appuntamento chi ci ha seguito alla prossima puntata di Voroncov molte grazie
Grazie a voi
Un giorno