L'editoriale della direttrice di Radio Radicale, Giovanna Reanda

Nel giorno dello sciopero generale indetto da CGIL e Willy in piazza c'erano galassia variegate e battaglie diverse uniti tutti da un unico sentimento la protesta
Poi nei giorni successivi questa protesta invece scesa con i movimenti pro pal moltissime le bandiere appunto del del della Palestina
E molte anche quelle di Hamas i sindacati hanno portato i lavoratori in piazza contro la manovra
E gli studenti hanno manifestato anche contro il ministro Valditara gli attivisti dei centri sociali a Torino si sono scontrati con le forze dell'ordine in maniera molto dura il segretario generale Landini ha usato un linguaggio forte ha rivendicato la necessità della rivolta senza la quale ha detto non c'è libertà ha attaccato il ministro Salvini lo ha sfidato lo ha sfidato a riaprire le trattative e dice di non essersi pentito perché il governo deve rispondere a quelle cinquecento mila persone che hanno chiesto di essere ascoltate
Ma incitare alla rivolta può essere considerato un gesto salvifico come diceva ieri Revelli
O è un sintomo in sé foriero di pericolosa violenza che la sinistra non riesce a condannare come invece ha detto Ricolfi
E ancora
Questo governo ha un governo che non tollera il dissenso che inasprisce le sanzioni con nuove fattispecie di reato che precedette lavoratori
Oppure a un governo che si sta difendendo da attacchi strumentali di un sindacato che sceglie la via dello sciopero per ragioni esclusivamente politiche
No è la risposta non ce l'abbiamo e ci chiediamo se questi scioperi che secondo Salvini sono davvero troppi
Sicuramente sono poco efficaci si fatica a concentrarsi sulle motivazioni insomma
Il piazza ci vanno anche i violenti e certo non sono non solo loro ma si agisce senza che ad esempio la sinistra riesca a trovare parole di condanna prenderne le distanze e questo ancora vero
Dopo il sette di ottobre quando in risposta al pogrom ma di Hamas è iniziata la controffensiva dello Stato israeliano
L'esercizio del dissenso in democrazia è tutelato debba salvaguardato ma uno stato di diritto non può d'altro canto Tolle tollerare intimidazioni che hanno reso impossibile e questo sì in modo violento lo svolgimento di incontri di convegni addirittura impedendo ad alcuni di partecipare per non dire di riuscire a prendere la parola
Le persone sentono pesantemente gli affetti dei salari che non crescono di una sanità pubblica allo stremo
E hanno il diritto di manifestare ma chiediamoci se dalle nostre piazze sta salendo un grido di equità una richiesta di giustizia sociale
O invece si sta alimentando per un cinico calcolo politico una protesta violenta molto fine a se stessa
Che serve a forma sfogare la rabbia e la frustrazione ma che rischia di diventare l'alibi per futuri giri di vite securitaria
E forse neanche troppo futuri