La crisi del settore auto: l'Europa arranca, mentre Cina e Usa hanno imboccato con decisione la strada della transizione dal motore endotermico tradizionale all'elettrico.
Dopo circa ottant'anni, Volkswagen annuncia che potrebbe chiudere uno o più stabilimenti in Germania.
La Cina ha messo in campo investimenti massicci a sostegno dell'auto elettrica, le sovvenzioni statali hanno fatto la differenza.
Gli Usa intendono difendersi dall'arrivo di auto cinesi con dazi fino al 100 per cento.
L'Unione europea intende fare altrettanto, ma … fermandosi tra il 17 e il 37 per cento, poiché il mercato cinese ci è indispensabile sia per l'export che per gli approvigionamenti.
La risposta messa in campo dall'Ue non è sufficiente: non bastano sussidi all'acquisto di vetture elettriche, scelte Paese per Paese, senza un coordinamento.
Serve un grande piano comunitario per l'auto elettrica, per accompagnare la transizione; servono grandi investimenti comunitari sul modello del Next generation Eu e l'intervento di pubblico e privato.
La transizione va accompagnata, non fermata: è ragionevole affrontare con gradualità il percorso verso l'obiettivo dello stop al motore endotermico entro il 2035, ma rinviare non è una soluzione.
Non è la Commissione Ue a voler perseguire ostinatamente l'obiettivo dell'auto elettrica: è lo sviluppo di Cina e Usa a renderlo inevitabile.
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