Immigrazione: il naufragio "invisibile" nel Mar Jonio. Collegamento con Sergio Scandura

Buongiorno Antonello agli ascoltatori di radio radicale bene anzitutto una considerazione iniziale l'operazione silenziatore su questo dramma del mare del Mar Jonio cipresso incredibile naufragio a quanto pare sta riuscendo nonostante appunto gli elementi di cronaca che emergono seppur tra mille incertezze giova osare ovviamente
Il il condizionale dopo la fuga
Dall'ospedale di Polistena uno dei superstiti un ventisettenne iracheno è stato fermato dalla mobile di Reggio Calabria secondo l'assunto della Procura di di Locri avrebbe ucciso una ragazza irachena di sedici anni a bordo soffocando la mentre la barca era da giorni alla deriva la madre della ragazza sarebbe tra i superstiti ma le notizie ancora sono molto molto incerte peraltro vi diciamo ancora non abbiamo un numero certo di quanti colpi siano stati recuperati chi dice trenta chi trentacinque che addirittura quaranta
Lino Franjo si è consumato o quanto meno nel suo ritrovamento alla barca segna fondata il sedici sera undici superstiti arrivati il giorno diciassette e poi via via i cadaveri
Che venivano rinvenuti dalle corposo operazioni lì ricerca della guardia costiera e dei suoi velivoli ma del giorno ventuno alloggi quindi siamo già a sei giorni vedi calendario non abbiamo più notizie ufficiali né dai comunicati di aggiornamento della Guardia Costiera italiana
Nel dalla Prefettura di di Reggio
Costretti al silenzio le organizzazioni internazionali
Conosce rossa italiana sei decimi da Medici senza frontiere UNHCR Oyemna perché perché non sono state gradite le prime interviste in prima battuta che hanno sollevato questo dramma soprattutto un'intervista al diciassette della responsabile della Croce Rossa Italiana è una dichiarazione diffusa con le prime testimonianze da Medici senza frontiere
Da parte della sua mediatrice culturale e poi c'è il problema dell'agibilità della stampa che ovviamente non viene vista di buon occhio in questa operazione sin il senatore i giornalisti di Crotone in modo autonomo hanno preso posizione hanno inviato una lite in una lettera all'ultimo miglio del Viminale quindi al prefetto tocca denunciano come si vuol tenere la stampa lontano dai dai naufraghi c'è un clima ostile nei confronti della stampa denunciano i giornalisti di Crotone
Che per due da due anni diventa sempre più difficile documentare gli arrivi in porto per accedere bisogna chiedere l'autorizzazione a ogni singolo evento almeno a due enti tra capitaneria di porto
Autorità portuale da questo punto di vista se ne diamo un'interrogazione Filippo Sensi che ha pure denunciato l'esistenza di eventuali una marca da bollo da pagare per i giornalisti insomma tutto incredibile
Intanto i vescovi della Calabria denunciano anche loro attraverso la con locale Conferenza Episcopale
Un oltraggio anonimo e invisibile non pervenuti Ordine dei giornalisti non pervenuta la federazione ha c'della stampa i vari sindacati anche della RAI i CDR delle redazioni chiunque si sia attivato peraltro in questi giorni in queste settimane
In allarmi rischio Orban e pelle Meloni poi d'altra vicenda il Governo continua a perdere le cause in tribunale il fermo i mariti guarda il sequestro che il due che una marzo possibilista punto sottoposto a fermo amministrativo umani Tiguan il due marzo scorso si è visto sparare da criminali in acque internazionali
Da criminali spacciati per guardia costiera libica il cinque marzo poi arriva al porto ricordo di Crotone dopo aver sbarcato settantasette sopravvissuti signor vista raggiungerà appunto secondo i dettami del decreto del Teodosio e leggi di un sequestro della nave bene
Il giudice il dottore aveva intanto già dissequestrato pochi giorni dopo in via cautelare
La nave poi c'è stata la trattazione pel in udienza
Al tribunale civile di Crotone l'avvocatura dello Stato non è riuscita a produrre argomenti a supporto di questa sanzione le ONG hanno vinto dimostrando molti aspetti che già abitano non sono nelle leggi nelle convenzioni internazionali ma anche le pronunce della Corte Suprema di Cassazione sul caso RAI credevo stava se la son ventotto ma soprattutto cosa ha detto il giudice al Tribunale di Crotone primo la ONG non era tenuta obbedire ai libici la Libia non è un luogo sicuro
Non è qualificabile come soccorso quello di una guardia costiera armata gli effetti non si è mai visto una guardia costiera armata che spara durante i soccorsi ma soprattutto un ultimo punto e qui chiudiamo
La nave non è un plesso forse galleggiante non è un luogo sicuro galleggiante perché scrive il giudice non può considerarsi compiuto il dovere di soccorso con il salvataggio dei norreni sulla nave e con la loro permanenza su di essa
Perché tali persone hanno diritto a presentare la domanda di protezione internazionale secondo la convenzione di Ginevra del mille novecentocinquantuno
Operazione che non può certo essere effettuata sulla nave
E questo è un aspetto critico non di poco conto tra i tanti che poi vedrete si presenterà poi con il protocollo Albania per ora è tutto restituisco la linea