"La parola d'ordine è questa...": il 10 giugno di Benito Mussolini (1914 - 1941)

Radio radicale non c'è dubbio che il dieci giunti a sia una data molto importante nella storia
Italiana il dieci giugno viene assassinato Giacomo Matteotti il dieci giugno l'Italia del mille novecentoquaranta l'Italia entra in il Enguerrand né in quella che sarà la seconda guerra mondiale dal mille novecentoventiquattro al mille novecentoquaranta passano sedici anni
Ho voluto fare un piccolo viaggio sul dieci giugno perché in quella data ci sono tante coincidenze coincidenze secondo me importanti e da valutare nella storia di di Mussolini e di quello che poi lui ha ha affatto e quindi ho voluto diciamo unire alcune date quella del dieci giugno del mille novecentoquattordici all'epilogo della settimana rossa all'insurrezione
Popolare che era nata da un eccidio ha fatto ad Ancona dopo uno sciopero al all'interno di una di uno sciopero generale che fu revocato dopo alcuni giorni dalla dalla Confederazione italiana del lavoro e che provocò una grande delusione il Mussolini
La morte violenta di di Matteotti del dieci giugno del mille novecentoventiquattro e poi la dichiarazione di guerra e il discorso di Benito Mussolini alla Camera dei fasci e delle corporazioni il dieci giugno del mille novecento
Quarantuno cosa lega questi questi episodi probabilmente
La violenza che si portano dietro
E soprattutto l'ammissione di un di un di un di un errore il passo il passo in indietro
Nel dieci giugno del mille novecentoquattordici c'è un elemento di grande violenza quel quel giorno Benito Mussolini viene picchiato a Milano dalla dalla polizia che lo colpisce violentemente alla nuca
Il corriere della sera dell'undici giugno del mille novecentoquattordici scrive
Il direttore dell'Avanti Benito Mussolini giunse in piazza del del Duomo attorniato da alcuni amici un quarto d'ora dopo che vi erano arrivati i primi gruppi di dimostranti la presenza di Mussolini fu subito notata scrive il Corriere della Sera
Dell'undici giugno mille novecentoquattordici ed intorno a lui si raduna un centinaio di dimostranti subito dopo gli agenti di fronte alla grandinata del Duomo iniziarono rapidissima evoluzione volarono in questo frangente alcuni sassi
Il gruppo di persone in cui si trovava Mussolini fu raggiunto dagli agenti vi fu un tafferuglio corsero Legnate e una di queste colpi alla nuca Mussolini sfondando il dieci cappello
E non so se Mussolini
Ha pensato a questa a questa questo clima di violenza alla violenza che aveva subito il dieci giugno del mille novecentoquattordici
Quando seppe della morte di di Matteotti o il giorno in cui dichiarava guerra di certo il giorno dopo l'undici giugno del mille novecentoquattordici
Dovette alzare in qualche modo la bandiera bianca dichiarare cessato all'Arena di Milano dove il giorno prima aveva tenuto un infuocato discorso lo di quindi faremo ascoltare una una parte tra qualche istante naturalmente sarà una parte recitata perché all'epoca non vi erano registrazioni
E
E vi faremo vedere la la scena violenta dell'assassinio di Giacomo Matteotti e un passo importante della dichiarazione di guerra del dieci giugno del mille novecento quaranta l'elemento comune tra il dieci giugno del mille novecentoquattordici
Delle mille novecentoquaranta è un termine che utilizza Mussolini in questi due discorsi
La parola d'ordine è questa
Nel primo caso quello del mille novecentoquattordici è quello di continuare lo sciopero generale
Nel caso del mille novecentoquaranta sarà quella di di vincere inutile dire che entrambe le diciamo le promesse i propositi di Mussolini se si sono sono stati traditi
Sia perché il giorno dopo ha dovuto fare marcia indietro davanti all'Arena che aveva che aveva infuocato il giorno prima il dieci giugno del mille novecento
Quattordici avrebbe fatto anche marcia indietro un anno dopo il dieci il dieci giugno del mille novecentoquaranta quando fu costretto dalle circostanze a parlare alla Camera dei fasci e delle corporazioni per fare una breve apparizione
In piazza Venezia senza dire nulla perché probabilmente non aveva più niente da dire se non ammettere che era iniziata la china del che l'avrebbe portato alla fine buona visione buon ascolto
Lo sciopero deve continuare
Dal discorso di Benito Mussolini il dieci giugno mille novecentoquattordici all'Arena di Milano intervento riportato il giorno successivo dal Corriere della Sera
E da avanti organo del Partito Socialista Italiano diretto dallo stesso Benito Mussolini
La cronaca SI triste e non si deve nascondere ieri in Italia fu giornata di lutti
Vi furono altri morti ed altri feriti a Firenze a Fabriano a Torino a Milano
Non vi sono morti né feriti gravi però la brutalità poliziesca non manco io venne aggredito e Corridoni arrestato inerme
Il sistema di repressione a cui si attiene la polizia è semplicemente infame
I fatti di Ancona sono stati portati in Parlamento e al Senato i senatori hanno avuto il coraggio o meglio l'impudenza simile ma non meno oscena
I mandare un saluto alle autorità agli ufficiali e ai carabinieri che hanno permesso e commessi in Ancona l'efferato eccidio
Non sappiamo se tra i senatori vi siano i tre ultimi rinnegati del socialismo
Lo sapremo in seguito alla Camera vi furono dei tumulti provocati da Pietro ed Eugenio Chiesa da Gaudenzi Bocconi e Modigliani
Salandra ha risposto accettando la responsabilità morale dei fatti ha invitato alla calma dichiarando che dal canto suo farà altrettanto ma noi non possiamo prestar fede alle promesse governative
La parola d'ordine e questa lo sciopero deve continuare e si deve riprendere la propaganda antimilitarista per fare in modo che le baionette si alzino quando vogliamo noi dobbiamo far sì che il soldo del soldato sia presto un fatto compiuto
La nostra propaganda deve penetrare anche nelle caserme dove i figli del popolo si insegna ad uccidere i propri fratelli
Mussolini conclude
Il suo intervento invitando alla concordia vera i manifestanti alla solidarietà senza defezioni essenza vuoti tra tutti gli affratellati della legge universale del lavoro
Intervento di Mussolini
Accompagnato da applausi ed ovazioni
Tuttavia poche ore dopo Benito Mussolini interviene ancora una volta all'Arena di Milano stavolta non per chiedere di far continuare lo sciopero ma per la cessazione dello sciopero generale
L'intervento è dell'undici giugno mille novecento
Quattordici all'Arena di Milano lo stesso luogo dove poche ore prima lo stesso Benito Mussolini aveva incitato alla alla continuazione
Dello sciopero il discorso di Benito Mussolini viene pubblicato sul numero centosessanta di avanti del dodici giugno mille novecentoquattordici
Io comprendo perfettamente come molti fra di voi abbiano in questo momento la bocca amara anch'io questa strana sensazione
Se non l'unanimità certamente la maggior parte di voi che in questi tre giorni di sciopero e qui tenuta con l'anima profondamente commossa
Ed è Cerba altamente sdegnata per l'assassinio di Ancona avrà pensato e dunque giunta una buona volta l'ora in cui riusciremo a farla finita
Purtroppo dobbiamo constatare che circostanze che non dipendono dalla nostra volontà
O lavoratori non hanno ancora permesso la completa realizzazione di questo desiderio che nell'animo nostro la continuazione dello sciopero sarebbe un magnifico gesto che son certo qui a Milano riuscirebbe completamente
Ma io mi domando se non sarebbe Isso un inutile gesto in quanto che nelle altre città d'Italia lo sciopero è finito e dove non è finito
Agonizza
Mussolini conclude il suo intervento così
Compiacciamo uscì frattanto
Di questa manifestazione meravigliosa
Non sono un poeta ma vorrei esserlo per inneggiare al vostro magnifico un movimento o lavoratori c'è stato il poeta della ferrovia
Il poeta che ha cantato con il martellante ritmo del verso robusto il sonoro
La macchina rombante il simbolo più belle più vero del progresso e della civiltà
Ebbene io vorrei essere il poeta dello sciopero generale conclude Benito Mussolini con il suo intervento
Abbiamo cominciato la nostra manifestazione col grido di viva lo sciopero generale chiudiamo la o compagni o lavoratori ancora con il grido viva lo sciopero generale
Era
Allora
Ha detto il troppo ottantatré
Il primo aprile tutto
Claudio
Allora
Franco
Allora
Con
Un'ora
Segnata dal destino
Ma
E cerotti alla nostra patria
Allora
Lette e chi vicari irrevocabili
La dichiarazione di guerra
è già stata consegnata ai
Gli ambasciatori
Gran brutta parola d'ordine
è una ora
Categorica
Beh capiva bene a tutti
Chiamato alla sbarra
Ed accendere i fuori
Dalle Alpi alloggia rincaro
E cedere
La Camera dei fasci e delle corporazioni riunita in assemblea plenaria per il primo annuale dell'entrata in guerra
Corso di cinquantacinque minuti per regnò e Piero
Tento di documentazioni illuminati i rilievi e scarno di parole il Duce ha fatto il punto sul momento bellico e politico dell'arte come conclusione del primo anno della guerra italiana
Qua
Abolita grida il popolo italiano e il progetto oggi come ieri
E chiudo della