Presentazione del XIII Rapporto annuale sull'economia dell'immigrazione "Talenti e competenze nell'Europa del futuro" a cura della Fondazione Leone Moressa

Sia per essere
Venuti a questa conferenza stampa che abbiamo convocato anche quest'anno avendo l'onore e il piacere di presentare alla Camera dei deputati il rapporto annuale due mila ventitré sull'economia dell'immigrazione curato dalla Fondazione leone Moressa
è uno strumento fondamentale per conoscere
Attraverso i numeri attraverso i dati la fotografia della situazione del nostro Paese e della apporto che i lavoratori stranieri danno alla nostra economia da un punto di vista lavorativo e quindi di creazione del pile da un punto di vista contributivo da un punto di vista fiscale e conoscere e ovviamente darò subito poi la parola al dottor Enrico Di Pasquale della Fondazione Moressa e conoscere le caratteristiche di questo apporto perché questo è uno strumento fondamentale
Perché il tema dell'immigrazione e il tema del lavoro svolto dai cittadini stranieri nel nostro Paese è probabilmente il tema che più al centro della strumentalizzazione della scontro politico
E anche ovviamente dell'uso propagandistico che se ne fa e invece poi quando si riesce ad avere un approccio meno viziato dalla appunto dalla dalla propaganda o dalla necessità di cercare inseguire il consenso demonizzare
Qualcuno si scopre che i dati ci dicono qualcosa di univoco e di abbastanza inconfutabile
Del resto sono gli stessi dati che erano contenuti nel Documento di economia e finanza presentato da questo governo alcuni mesi fa nel quale si scriveva chiaramente che l'unica variabile su cui si poteva intervenire
Per modificare il rapporto debito PIL nel nostro Paese era l'aumento di lavoratori stranieri in Italia
Quindi l'unico approccio davvero strategico che il nostro dicono i nostri governi attualmente questo governo ma mi viene da dire i nostri governi dovrebbero avere e quello di investire su accoglienza integrazione
Formazione professionale proprio per favorire questo tipo di inclusione attraverso attraverso il lavoro ovviamente questo tipo di lettura che in una data solamente il Mef malandata più recentemente alla in occasione del Forum Ambrosetti appunto a Cernobbio lo stesso forma Busetti presentando in piedi perché sostanzialmente indicava la stessa cosa in quel caso si enfatizzava di più l'aspetto demografico quindi l'andamento demografico
Del nostro Paese questa questo tipo di discussione cioè partendo da questo tipi di dati dovrebbe impegnare le nostre istituzioni a tutti i livelli ovviamente a partire dai decisori politici nazionali e quindi dal Parlamento e e dal governo
Credo invece e questo ovviamente è una mia opinione poi lascio subito la parola alla ai ricercatori che hanno curato lo studio che sì continui a fare fatica ad affermare la realtà dei fatti cioè si continui sostanzialmente a nasconderci l'importanza di questo fenomeno
E soprattutto come governare questo fenomeno può dare delle possibilità di crescita di benessere di sviluppo al nostro paese e ridurre anche la conflittualità sociale
E ridurre anche la marginalità
Enrico Di Pasquale hanno
Silvia Rocchi
Quindi ringrazio dell'invito io sono una di ricercatore della Fondazione Leone Moressa Chiara tronchi in fondazione che da anni grazie anche al sostegno tra CGIA di Mestre studia l'immigrazione ma soprattutto da un punto di vista economico
Il rapporto di quest'anno a diciamo si focalizza su tre parole taglienti competenze e futuro
Quando parliamo di talenti e di competenze ma sforzo quando parliamo di futuro pensiamo ai giovani
Come l'Italia riesce a valorizzare il talenti e le competenze dei giovani per capirlo facciamo un confronto tra gli indicatori italiani e la media europea
E vediamo subito che ci sono delle situazioni di forte criticità
Innanzitutto l'istruzione l'Italia a un numero estremamente elevato rispetto alla media europea degli abbandoni scolastici e a un lume ero molto più basso dei laureati
Palmette questo anche dovuto a minori Investimenti che si fanno nel nell'istruzione fatti l'incidenza del PIL della spesa per l'istruzione è pari a quattro virgola uno contro la media del quattro virgola otto Europa e si riflette sul mercato del lavoro solo il quarantotto per cento dei giovani tra i venti e i ventinove anni lavora alla media europea e molto più alta arriva al sessantacinque per cento
Ad essere più elevato è il numero di giovani che non lavorano e non studiano i cosiddetti me
Il fatto di non riuscire a dare un sistema economico stabile prigionia Cagno situazione economica stabile si riflette sulle nascite
Quindi l'Italia non solo ha un tasso di fecondità totale estremamente basso ma negli ultimi dieci anni ha perso il ventidue per cento di nuovi nati
La media europea e ai meno cinque per cento questo vuol dire che ci sono delle nazioni europee che hanno incrementato nello stesso periodo in atti un esempio la Germania nello stesso periodo aumentato del diciassette per cento
Il numero diamoci
Questa instabilità ha fatto sì che molti italiani lasciassero il nostro Paese per andare all'estero e in particolare molti giovani sono circa trecento mila i giovani dei venti e trentaquattro anni che hanno lasciato il Paese
E abbiamo anche un altro problema per quel che riguarda il giovane ogni un problema demografico
Quello che abbiamo visto sul tasso di fecondità non è relativo solo all'ultimo periodo mai del mille novecentosettantasette che non abbiamo più un tasso di fecondità tale da consentire un ricambio generazionale e questo a farsi che oggi abbiamo meno giovani
Ed esattamente dal due mila e due abbiamo perso tre milioni di giovani dai diciotto ai ai Nike trentaquattro
E ci siamo guadagnati il primato rispetto al resto dell'Europa della nazione con la più bassa incidenza di giovani
Allo stesso tempo abbiamo perso anche forza lavoro solo confrontando i dati del due mila diciannove vediamo che la popolazione lavorativa è diminuita di oltre un milione di unità
E se ci focalizziamo sugli esterni attuali occupati il dieci per cento di loro a almeno sessanta anni
Quindi quale sarà il futuro dell'Italia sicuramente ci aspetta un futuro con più anziani nel due mila e cinquanta il trentacinque per cento della popolazione avrà almeno sessantacinque anni
E il rapporto tra gli individui in età lavorativa e non sarà paritario il che vuol dire che la guerra non sarà più sostenibile
Questo comporta con maggiore bisogno di manodopera ma soprattutto maggiore bisogno di tali
In questa cornice si inseriscono gli stranieri che ricordiamo essere cinque milioni l'otto virgola sei per cento della popolazione italiana non ha cittadinanza italiana ricordiamo a essere una popolazione ancora con un tasso naturale e positivo ci sono più in atti che morti ricordiamo essere una popolazione con un'età media molto più bassa rispetto a quella degli italiani
Il più di stranieri è un'età media di trentacinque anni gli italiani di quarantasette
E ricordiamo essere anche una popolazione che si sta integrando o meglio che praticamente integrata nel nostro Paese
Basti pensare che negli ultimi dieci anni sono diventati italiani quindi sono scomparsi della statistica dei cinque milioni uno virgola cinque milioni di stranieri
E di tornando i cinque milioni di stranieri residenti il diciotto per cento di loro in atto in Italia
Per quel che riguarda in atti il quattordici per cento dei nati nel due mila ventuno hanno cittadinanza straniera e il dieci per cento dei matrimoni riguarda coppie miste
Quindi tutti indicatori che fanno capire come la popolazione straniera si stia integrando nel nostro Paese
Motivo principale per cui gli stranieri arrivano in in grano e per lavorare per migliorare le proprie condizioni di vita e infatti un occupato su dieci in Italia ha cittadinanza straniera si tratta di due virgola quattro milioni di occupati
Occupazione che non entra in concorrenza con quella degli italiani perché italiani e stranieri fanno lavori diversi
Gli stranieri sono principalmente occupati in persone in professioni non qualificate
Anche in questo caso non sfruttiamo i talenti che abbiamo infatti l'Italia ha tra il principalmente immigrazione poco qualificata pre Lagatta in professioni manuali
E stagionali e anche nel caso in cui in cui arrivino lavoratori qualificati vengono comunque inseriti in professioni non qualificate non adeguate al titolo di studio
E questo non cambia nemmeno se lui le persone occupate sono qui presenti in Italia da oltre vent'anni si crea quindi un'immobilità sociale che limita le opportunità di integrazione e determina uno spreco vitali
Lei problematiche demografiche che abbiamo visto e il fatto che ci sia stata la ripresa economica apposta pandemia ha fatto sì che sentisse la mancanza di manodopera
Per questo sono aumentati i permessi di lavoro ricordiamo che i permessi di lavoro sono gestiti dal decreto flussi
Decreto flussi che ha avuto un'inversione di tendenza se negli anni precedenti abile quote per lavoro intorno ai trenta mila
Lavoratori sia per stagionali che per non stagionali dal due mila ventidue al due mila venticinque sono previsti quasi seicento mila nuovi ingressi per lavoro
La fondazione ha cercato di calcolare l'impatto economico che questi lavoratori avranno nelle casse dello Stato
Quindi considerando visti e le riflessioni fatte precedentemente sul lavoro degli stranieri che si occupano di lavori meno qualificati e considerando che si tratta di nuovi ingressi
Abbiamo localizzato queste nuovi lavoratori nelle prime tre fasce di reddito
E in base all'ora l'iniquità e siamo riusciti a calcolare quali l'importo degli rispetta delle tasse e dei contributi che lo Stato riceverà da questi nuovi ingressi e abbiamo quantificato quindi oltre tre miliardi di auguro
Quindi da questi dati si capisce che l'occupazione regolarizzata ha un vantaggio per il Paese ricorda anche che gli occupati che sono già presenti nel nostro territorio
Contribuiscono a far crescere il PIL infatti il loro contributo pari al dieci per cento dell'attuale PIL ma per i dati più economici lascio la parola al mia collega ricco di Pasqua
Grazie che farò tre flash
Tre approfondimenti su tre ambiti specifici dell'economia dell'immigrazione il primo
Ambito è l'imprenditoria immigrata
Quando parliamo di in prese immigrate parliamo in realtà di ovviamente imprese attive in Italia ma condotte da imprenditori nati all'estero questa è la fonte datata Infocamere quindi dal sistema delle camere di commercio
Quindi sono inclusi in questo calcolo anche liberi professionisti le partite IVA e tutti i ruoli imprenditoriali quindi soci amministratori titolari unici
Quindi abbiamo alla fine del due mila ventidue in Italia circa settecentosessantuno mila imprenditori immigrati quindi persone fisiche che hanno ruoli cariche in imprese attive in Italia
Di
Questo equivale a circa un decimo del totale dieci virgola uno per cento
Le principali nazionalità rappresentate parlando ovviamente di paese di nascita sono Cina Romania che Marocco quindi paesi abbastanza stabilmente
Presenti in Italia
Tuttavia negli ultimi anni c'è stata una forte crescita dei Paesi dell'Asia meridionale quindi Bangladesh Pakistan India sono i Paesi più dinamici dal punto di vista della dell'imprenditorialità e come le vedete dal grafico
Si tratta di una crescita che non ha conosciuto crisi nemmeno nel due mila otto nemmeno durante la pandemia ma è in costante aumento sia in termini assoluti sia per quanto riguarda l'incidenza sul totale degli imprenditori
Questo perché a fronte di un calo
Di imprenditori nati in Italia meno dieci per cento negli ultimi dodici anni c'è stato invece un aumento dei nati all'estero di quasi più quaranta per cento sempre negli ultimi dodici anni
Come detto mediamente rappresentano il dieci per cento ma arrivano al diciassette per cento nell'edilizia e oltre il dodici per cento in settori come il commercio la ristorazione quindi una presenza in quei settori
Possiamo dire
Quasi mai
Julie Italia quasi imprescindibile
Per le imprese italiane
Vedete dalla mappa come la prevalenza di incidenza di presenza straniera sia al centro nord
Quindi Toscana Lazio Lombardia Emilia Romagna Veneto questo a dimostrare una tendenza degli imprenditori immigrati a a stabilirsi in distretti già operativi generalmente
A livello settoriale si si vede una specializzazione per nazionalità
Che va ad inserirsi appunto dove quei settori sono già presenti caso eclatante il tessile di Prato in Toscana
Quanti
Il il secondo ambito di approfondimento e quello della fiscalità quindi l'impatto fiscale che la presenza straniera porta al nostro Paese
Abbiamo alla fine del due mila ventidue di o meglio secondo le dichiarazioni dei redditi due mila ventidue quindi anno d'imposta due mila ventuno
Quattro virgola tre milioni di contribuenti nati all'estero questo è un dato fornito dal messo a
Si può stimare a partire da questo la componente di stranieri quindi di cittadini con cittadinanza non italiana in due virgola due milioni di contribuenti stranieri quindi poco meno rispetto ai due virgola quattro milioni di occupati che abbiamo visto prima
Anche in questo caso vedete la tendenza degli ultimi anni
Sia per quanto riguarda il numero di contribuenti sia per quanto riguarda i redditi dichiarati che l'IRPEF versata c'è una tendenza di costante continua crescita in questo caso interrotta solo nel due mila venti ovviamente a causa della pandemia
Vedete però dal dal grafico
A barre la parte in rosso sono i redditi dichiarati dei nati all'estero la parte include nati in Italia e vedete come di contribuenti immigrati si concentrano prevalentemente nelle fasce di reddito più basse quindi il quarantacinque per cento dei nati all'estero dichiara meno di dieci mila euro annui
Mentre tra i nati in Italia solo il ventotto per cento al contrario nella fascia più alta oltre cinquanta mila euro annui dichiarati troviamo il due per cento solo dei nati all'estero e invece il sei virgola cinque per cento rinato in Italia questo comporta quindi una differenza diretto medio per cui mediamente un contribuente italiano dichiara ventitré mila circa ventitré mila euro che versa oltre cinque mila seicento euro di IRPEF al contrario un contribuente mediamente nata a nato all'estero mediamente dichiara quindici mila euro di reddito e versa tre mila quattrocento euro diretta fu quindi un differenziale di circa otto mila euro
Né i redditi tra nati all'estero e anche in Italia e oltre due mila euro di IRPEF di differenza tra nati all'estro nati in Italia questo chiaramente conferma quelle
Quelle considerazioni fatte prima sulla sull'immobilità sociale e sulla
Segmentazione del mercato del lavoro
Avanti nonostante comunque questa limitazione nelle fasce di reddito più basse
Possiamo affermare che il saldo tra costi benefici dell'immigrazione per le casse dello Stato è positivo questo viene calcolato
Considerando le entrate e le uscite monetarie per appunto l'amministrazione centrale e
Mettendo quindi sul piatto della bilancia da un lato il gesto fiscale e le entrate contributive date dai contribuenti stranieri e dall'altro lato la quota parte di servizi di UE il faro di cui
Gli immigrati beneficiano
Questo naturalmente va detto è calcolato considerando la platea complessiva di immigrati di cinque milioni di residenti quindi
Non si limita al costo dell'accoglienza
Che ovviamente ha un costo a carico dello Stato ma tiene conto anche delle tasse dei cittadini stranieri
Che lavorano
Quindi dal lato delle entrate
Abbiamo un totale di oltre ventinove miliardi di euro complessivi di Irpef e l'Iva
Tasse sui consumi quindi imposte su tabacchi lotterie eccetera tasse tipo tipo cari immutato sì
Ci sono anche le tasse sui permessi di soggiorno sulle acquisizioni di cittadinanza ovviamente i contributi previdenziali sociali
Dal lato delle uscite viene considerato un calcolo basato sul sul costo medio quindi viene considerato
Viene viene stimata la componente di immigrati beneficiari delle vari voci di Welfare che sulla spesa complessiva per quella voce calcolata quindi la quota parte in capo agli immigrati
Per fare il caso ad esempio della delle spese per l'istruzione viene considerata la spesa complessiva nazionale rapportata per il numero di alunni stranieri
Questo è un dato che porta a questo calcolo una sottostima
O meglio una una stima prudenziale di quelle che sono le entrate
E invece un calcolo probabilmente sovrastimato per le uscite
Per tornare all'esempio dell'istruzione
Chiaramente non è che la spesa per l'istruzione aumentar all'aumentarle degli alunni stranieri mentre il calcolo dei costi dei costi medi
Parte da questo presupposto quindi diciamo con questa stima prudenziale rimaniamo comunque con un saldo positivo
Di un miliardo e ottocento milioni dato principalmente dal fatto che di immigrati hanno un basso impatto sulla spesa pubblica circa il tre per cento che ricordiamo la popolazione di oltre l'otto per cento quindi
Impatto sulla spesa pubblica che ha basso principalmente per ragioni demografiche quindi immigrati sono prevalentemente lavoratori e contribuenti attivi
L'ultimo l'ultimo flash di approfondimento sul tema delle rimesse degli immigrati quindi di flussi di denaro inviati in patria
Si tratta di una componente molto significativa per le famiglie immigrate con un ammontare nell'ultimo anno di oltre otto miliardi di euro pari allo zero quattro per cento del PIL
E chiaramente è una
Una un flusso di denaro importante per le famiglie nei paesi d'origine ricordiamo che tendenzialmente il percorso migratorio eh quasi sempre un investimento fatto dalla famiglia
E quindi famiglie chi si aspetta anche un ritorno anche economico
Ma non solo economico ma anche di relazioni di conoscenze però dal punto di vista economico questi flussi vanno a ad aiutare le famiglie in bisogni essenziali e piccoli Investimenti di spese sanitarie spese distruzione
Eccetera
Chiaramente non sono quasi mai
Dunque influiscono quasi mai in grandi investimenti per il Paese di destinazione Comi nonna aiutano ostruire infrastrutture
O strade ma ci sono comunque degli esempi di canalizzazione delle rimesse con ad esempio associazione di immigrati che mettono insieme i propri risparmi per appunto
Creare delle economie di scala
Tra i Paesi beneficiari i principali sono Bangladesh Pakistan Filippine quindi sopra tutto la la l'area dell'Asia meridionale e vedete come significativo anche il valore pro capite c'era portando questo il volume di denaro inviato per la popolazione residente in Italia abbiamo una media di circa centotrentasei euro al mese per ciascun cittadino immigrato e addirittura arriviamo a circa seicento euro al mese per i cittadini del Bangladesh e quattrocento euro al mese per i cittadini del Pakistan
Infine noi confrontiamo questo flusso questi otto oltre otto miliardi
Con quelli che sono invece gli aiuti che l'Italia da alla ai paesi in via di sviluppo quindi gli aiuti pubblici allo sviluppo che nell'ultimo anno ammontano a poco più di sei miliardi quindi lo zero virgola trentadue per cento del PIL questo per dare un confronto sul fatto che l'aiuto che viene dagli immigrati verso i paesi origine molto più alto rispetto all'aiuto dato istituzionalmente dall'Italia
Ricordiamo che per quanto riguarda la spesa in cooperazione internazionale
Appunto attualmente arriviamo allo zero tre Bardaro trentadue per cento considerando però all'interno anche la spesa per l'accoglienza dei rifugiati gli aiuti per la le vaccinazioni Covi d'e l'emergenza Ucraina quindi comunque considerando tutto questo siamo ben lontani dal da quel traguardo dello zero virgola sette per cento del PIL stabilito in sede di Nazioni Unite e quindi al contrario
L'aiuto proveniente dagli immigrati è molto più consistente
Ecco questo era un popolare il quadro dell'economia dell'immigrazione e quindi del contributo economico che l'immigrazione in Italia oggi da e come abbiamo visto grazie alla agli ingressi programmati continuerà a dare
Anche nei prossimi anni
Grazie
Grazie non so se ci sono delle domande
Prego
Microfono così seguono anche sentono anche chi ci segue da remoto
Ecco un passivo devo sapere io mi ricordo che anche voi lo scorso avete presentato sempre qui le stesse edizioni di questo rapporto
Rispetto all'edizione dell'anno dell'anno scorso quindi rispetto ai dati alle elaborazioni precedenti avete riscontrato una tendenza a un cambiamento qualcosa che ci dice dove dove sta andando la presenza di immigrati nel nostro Paese grazie
Ma allora la tendenza come presenza demografica sostanzialmente stabile siamo intorno ai cinque milioni e anche a livello lavorativo due milioni in quattro siamo in leggera crescita
Gli indicatori economici come abbiamo visto la presenza del Minghella presenza di imprenditori
Da la presenza del mercato del lavoro e anche i flussi di denaro inviato all'estero sono tutti in crescita principalmente dopo la pandemia c'è stata una ripresa sia dei redditi e quindi anche del del lavoro immigrato addirittura più mi in maniera più forte rispetto alla ripresa degli italiani
In qualche modo perché gli stranieri avevano risentito maggiormente contrappone colpo della pandemia e quindi anche la ripresa è stata più forte
Tuttavia il la novità principale è la riapertura del la l'aumento dei numeri del decreto flussi quindi è una novità diciamo non Interna alla presenta emigrata ma una decisione politica questi nuovi come abbiamo visto oltre cinquecento mila ingressi in quattro anni rappresentano la principale novità punto per il prossimo periodo dal punto di vista dell'immigrazione
Allora se non ci sono altre domande io rinviare la ringrazio Chiara tronchi nel rigo di Pasquale della Fondazione Moressa
Aggiungo solo una piccola considerazione che ovviamente non impegnava Fondazione ma a titolo personale io credo che di fronte a questo spaccato della realtà
Italiana che è diciamo
Chiedo che non andrebbe messo in discussione cioè si dovrebbe partiva discussione politica dovrebbe partire dalla presa d'atto di questa realtà di questi numeri
Il dato interessante degli aumento dei
I degli ingressi regolari attraverso i flussi previsti per i prossimi anni ecco probabilmente una riflessione andrebbe fatta anche su altre forme che possono favorire l'ingresso nel mercato del lavoro di cittadini stranieri cosa intenda ad esempio
Forme permanenti di regolarizzazione dei cittadini stranieri che sono già nel nostro Paese le stime ci parlano di diverse centinaia di migliaia di persone
E che però non riescono a regolarizzare la propria posizione e quindi a diventare a tutti gli effetti lavoratori regolari e contribuenti
Neanche quando hanno un datore di lavoro pronto ad assumermi da questo punto di vista le finestre di regolarizzazione che erano state aperte con con il provvedimento del due mila venti che poi si è trascinato purtroppo hanno riscontrato degli enormi problemi da un punto di vista diciamo burocratico
Molte persone sono rimaste sospese in un limbo perché la procedura è stata talmente lunga si è protratta per talmente tanto tempo che nel frattempo la propria condizione lavorativa è mutata
Ad esempio pensate a quello che può essere accaduto a chi svolgeva un lavoro di colf badanti e nel frattempo
E deceduta la persona il il datore di lavoro no e quindi si sono trovati in questo modo allora
è quello che noi crediamo ripeto questo impegno a Luino
Quindi a me
Nostra forza politica alla nostra componente parlamentare che questi fu finestre di regolarizzazione non dovrebbero essere delle finestre un ma che dovrebbero essere delle finestre sempre aperti permanentemente in modo da consentire
A determinate condizioni ad esempio la disponibilità di un dato blindature lavori di lavoro pronto ad assumere o la dimostrazione di un radicamento sociale e familiare nel Paese consentire di regolarizzarsi sempre non capiamo quale sia l'interesse a fronte di questi numeri di questa realtà interessa il pubblico l'interesse del nostro Stato a impedire che questo avvenga
E poi ovviamente anche modificare lo stesso meccanismo del decreto flussi che è un meccanismo molto rigido molto vecchio perché Maya
Diciamo più di vent'anni venticinque anni e che prevede presuppone che lo Stato abbia la capacità un po'preveggente di sapere nei vari settori esattamente qual è il fabbisogno sistematicamente i decreti flussi si scoprono essere inadeguati a rispondere alla vera domanda del sistema produttivo italiano e quindi allora probabilmente bisognerebbe intervenire anche lì con un sistema più flessibile che si basi sulla incontro della domanda e dell'offerta di lavoro e riesca davvero ad aumentare come tutti dicono ma nessuno lo fa i flussi regolari di ingresso nel nostro Paese di lavoratori
Speriamo insomma con la disponibilità è con il con il lavoro della Fondazione Moressa e con la disponibilità che c'hanno dato oggi ha presentato alla Camera dei deputati di aver dato un piccolo contributo a parlare di questo tema con toni meno a Cinisi meno propaga in distici è un po'più
Pragmatici e di governo grazie