L'Europa e la guerra. Dallo spirito di Helsinki alle prospettive di pace

Ma
Bene se tutti abbiamo presupposto possiamo possiamo cominciare
Eminenze eccellenze cari amici buon giorno benvenuti a questo incontro intitolato L'Europa e la guerra dallo spirito di Helsinki alle prospettive di pace
Un saluto anche a tutti coloro che ci seguono attraverso la diretta streaming che è curata da fatica media ed è fruibile sul sito di vaticani USA e dimensioni
Iniziamo subito dando la parola all'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede Francesco Di Nitto
Buongiorno felice ridargli oggi il benvenuto qui a Palazzo Borromeo
Come sapete il signor Presidente
Non ha potuto essere presente come avrebbe voluto e penso di interpretare subito i sentimenti di voi tutti nel rivolgermi i nostri migliori auguri di pronto ristabilimento
L'evento di oggi è stato organizzato in collaborazione con la rivista di geopolitica Limes e i media vaticani
Vorrei innanzitutto salutare seminari sarebbe lentissima il cardinal Parolin Segretario di Stato e di sua Santità sua Eccellenza fra John dalla luogotenente di Gran Maestro dell'Ordine di Malta
L'onorevole Giorgio Siri Sottosegretario di Stato agli affari esteri e la cooperazione internazionale semina sarebbe lentissima il cardinale Giovanni Battista Re decano del collegio cardinalizio prefetto emerito dalla Congregazione per i vescovi
Vorrei quindi ringraziare i nostri organizzatori Andrea Tornielli direttore editoriale dei media praticanti Lucio Caracciolo direttore di Limes che modererà la tavola rotonda
E quindi i nostri relatori il professor Matteo Luigi Napolitano dell'Università degli studi del Molise che fornirà un inquadramento storico
Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant'Egidio Claudio Descalzi amministratore delegato di ENI e la professoressa Monica lucrato della Libera università Maria Santissima Assunta LUMSA che animeranno il dibattito saluto anche tutte le persone che ci seguono da remoto e ringrazio il Centro televisivo vaticano che permette la divulgazione in streaming dell'evento di oggi grazie a tutti e lascio la parola ad Andrea Tornielli
E il signor ambasciatore anche i nostri migliori auguri di pronta guarigione al presidente Mattarella la parola ora da Andrea Tornielli che è direttore editoriale e dei media vaticani che con la rivista di geopolitica Limes hanno collaborato alla realizzazione di questa iniziativa
Mille Henze eccellenze cari amici ringrazio l'Ambasciatore Francesco De Nitto il quale oltre ospita c'è stato il federatore che ha condiviso passo dopo passo la costruzione di questo incontro
Questa iniziativa nasce dal confronto quotidiano nel nostro dicastero per la comunicazione con il prefetto Paolo Ruffini e con i colleghi dell'Osservatore Romano e di Radio Vaticana vaticani USA e dai dialoghi con il direttore di Limes Lucio Caracciolo abbiamo cercato di descrivere
La brutalità della guerra di aggressione dell'Ucraina da parte della Russia raccontando le storie delle vittime e degli sfollati abbiamo cercato di riflettere
Pubblicando anche qualche parere fuori dal coro
Abbiamo fatto ecco agli appelli di papa Francesco per l'Ucraina senza tralasciare gli altri conflitti dimenticati sui quali egli cerca di mantenere desta l'attenzione
Giovanni Paolo secondo subito dopo gli attacchi dell'undici settembre due mila e uno affermò
è profanazione della religione far violenza all'uomo in nome di Dio
Il suo appello allora riferito al terrorismo islamista e a quello che veniva ideologicamente definito scontro di civiltà resta valido anche oggi
Anche per la guerra scoppiata nel cuore dell'Europa
Che vede aggressori e aggrediti condividere lo stesso Battesimo la stessa liturgia e in molti casi la stessa lingua
Scrisse ancora papà positivo nel due mila e uno
Non c'è pace senza giustizia non c'è giustizia senza perdono
Questo monito non mi stancherò di ripetere a quanti coltivano dentro disse oddio desiderio di vendetta bramosia di distruzione
Parole che purtroppo non hanno perso la loro attualità
Ci ha colpiti una coincidenza prima il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa
Poiché il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin in occasione della presentazione
Del libro leve Solferino sugli interventi papali contro la guerra e infine lo stesso papa Francesco all'inizio del suo recente viaggio in Kazakistan
Nei loro interventi hanno citato la Conferenza di Helsinki
E hanno fatto riferimento a quello spirito di collaborazione che alla metà degli anni Settanta contribuì alla distensione in Europa
Questo incontro tra ispirazione dalle loro parole
Non tanto per analizzare ciò che si in chi è stato perché per le mutate condizioni non potrà più essere ma per confrontarci con creatività e coraggio sulle possibilità di tornare al tavolo del negoziato
Come ci ricordava Robert Schuman citato proprio dal presidente Mattarella il Consiglio d'Europa
La pace non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi proporzionali ai pericoli che la minacciano
Oggi avvertiamo la gravità della minaccia e per questo ospitiamo sforzi creativi di uguali proporzioni grazie
Grazie direttore Tornielli de ora il momento di riflettere su che cosa abbia rappresentato per l'Europa tutta la Conferenza di Helsinki
Ci aiuterà in questo il professor Matteo Luigi Napolitano che è docente presso l'Università degli studi del Molise al quale diamo ora la parola prego
Eminenza
Signor ambasciatore
Cari amici
L'atto finale
Siglato ST primo agosto mille novecentosettantacinque
Rappresenta un faro della storia diplomatica stati europei di entrambi i blocchi concordavano su un comune in futuro
Per i Paesi socialisti si trattava di veder riconosciute come immutabili le frontiere europea del dopoguerra
E inclusa la divisione della Germania
Per gli occidentali si trattava di contrastare la lotta ideologica ingaggiata da Mosca era il primo vertice veramente paneuropeo del dopoguerra
La Conferenza si aprì il tre luglio mille novecentosettantatré a guidare la delegazione vaticana Helsinki c'era monsignor Agostino Casaroli futuro segretario di Stato di San Giovanni Paolo secondo
A guidare quella italiana c'era il ministro degli Esteri Giuseppe Medici
Per l'URSS
Era una prova cruciale il delegato sovietico andrei dormi Co
Diffuse una dichiarazione generale sui fondamenti della sicurezza europea e sui principi dei rapporti fra gli stati
Questa dichiarazione questo documento evidenziava l'uguaglianza sovrana degli stati non ricorso alla forza negli affari interni la non ingerenza
Il diritto di autodeterminazione dei popoli i diritti dell'uomo
E delle libertà fondamentali anche libertà religiose e naturalmente altri principi di cooperazione internazionale insomma quello finlandese
Era un terreno seminato di speranza
Al culmine di un lavoro di due anni il primo agosto mille novecentosettantacinque fu firmato l'atto finale di Helsinki
Una dichiarazione sui principi che sono alla base delle reciproche relazioni degli Stati partecipanti e sul loro impegno in favore della pace della sicurezza e della giustizia
Alla base c'erano anche i principi contenuti nel documento di Brunico ma particolare rilievo stavano assumendo il rispetto rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali inizialmente definiti contatti umani o diritti religiosi
E poi disarmo generale completo sotto controllo internazionale le prospettive di cooperazione nei campi economico umanitario e civile
Denunciati dell'atto finale lasciavano sperare che i principi della CSCE avessero largo e felice seguito nelle successive riunioni internazionale
Lacci esserci Enti alimentato le speranze di morti da Est a Ovest movimenti gruppi pensatori attivisti pacifisti gli hanno dedicato la vita all'unico scopo di vedere realizzati i principi consacrati nell'Atto finale di Helsinki
I principi di Helsinki hanno fatto il loro corso non hanno potuto la repressione poliziesca il controllo delle vite degli altri e la minaccia di marginazione sociale
Diplomazia e società civile si erano alleate in loro difesa come dimostra l'andamento delle grandi conferenze internazionali successive
E la crescente partecipazione di molti soggetti non statuali nell'intero processo della CSCE
Mikhail sentieri ci Gorbaciov
Avrebbe portato Vento Nuovo nelle relazioni internazionali anche grazie a lui vertici della CSCE divennero
Terreno di dialogo e di larga partecipazione a Vienna nel mille novecentottantanove fu menzionata per la prima volta la dimensione umana pilastro indispensabile di quella nuova casa comune europea reclamata da molti
Da Mosca alieni in grado da sesso a chi effettua erano ormai tanti i figli di Helsinki
Perestrojka democratica il movimento di Orio gas
Il gruppo Mosca Helsinki di del due mila al PCI e basta
E tanti altri
Il nove novembre mille novecentottantanove cadeva il più solido confine della guerra fredda
Il muro di Berlino divenne Brescia aperta sui due mondi incontrati sì a Helsinki
I regimi collettivista insisto andavano molti funzionari socialisti improvvisamente capirono quanto fosse in crisi il sistema collettivista
Gli analisti occidentali si accorsero allora volta di aver sovrastimato la tenuta del sistema socialista
La riunificazione tedesca nell'ottobre del mille novecentonovanta attua quella revisione pacifica e concordata delle frontiere auspicata nei lavori della CSCE
Il vertice di Parigi del novembre successivo consacrò l'interdipendenza e il libero movimento delle persone
Il rispetto dei diritti fondamentali e una maggior trasparenza negli affari economici culturali e militari
Al motto se vuoi la pace prepara la guerra si tratta di sostituire lo slogan se vuoi veramente la pace
Preparava sono queste note vergate da monsignor Casaroli e conservate fra le sue carte
Queste parole ancora oggi sono un'agenda per la pace
Gli europei che si erano dati convegno Helsinki forse avvertivano che l'opera di riappacificazione iniziata nel mille novecentoquarantacinque era rimasta incompiuta
Ciò spiega come mai la CSCE sia stata vista da più parti come la vittoria della distensione
All'indomani della caduta del comunismo la CSC è si è trasformata nell'attuale oscene
Compasso il bipolarismo classico che cosa è rimasto dei principi dieci siti
La guerra fredda accettava la logica della coesistenza pacifica fra due sistemi litigare senza annientati sì
Ma oggi
Oggi è necessaria una profonda riflessione oggi come allora la coesistenza fra Paesi tanto diversi che è uno dei pilastri di Helsinki
Ha bisogno di fondarsi sulla pace e la pace si fonda sulla fiducia solo così la coesistenza pacifica può trasformarsi in pacifica collaborazione un'altra delle ricette di Helsinki
Uguaglianza
Non ricorso alla forza inviolabilità delle frontiere negoziato non ingerenza diritti dell'uomo libertà autodeterminazione dei popoli
In un cantiere di edilizia diplomatica questi pilastri di Helsinki sarebbero i primi a necessitare oggi di una rigorosa ristrutturazione
Ma in che modo
In un recente romanzo scandinavo il protagonista una notte si mette a sognare in latino una lingua a lui del tutto sconosciuta
Al risveglio de
Decide di studiare latino per tutta la vita fino a divenire uno dei più grandi Latini Steely Dan
Fuor di metafora
Ci serve sogno immaginazione e inventiva
Il sogno di diventare qualcosa che ancora non siamo l'immaginazione e l'inventiva dell'armonicista che umilmente coglie valorizza e mette in relazione le cose buone che ancora circondano
E a noi abitanti di questo continente serve infine un Europa che sia alimentata da una rinnovata coscienza giuridica dei suoi attori
Ancor prima che dall'inchiostro con cui si firmano i trattati
A volte dobbiamo dichiararci incapaci di intravedere Lourdes diritto della storia ma la storia europea pur fatta di guerre
E anche una storia di percorsi di pace
Noi come europei siamo stati in grado di tracciare
E dunque possiamo riprovarci grazie
Grazie grazie professor Han Napolitano per questo prezioso inquadramento storico e prende ora la parola il cardinale Pietro Parolin al Segretario di Stato di papa Francesco che entrerà nel vivo del tema che oggi dibattiamo e di quel dramma purtroppo ancora presente
Della guerra in Ucraina preminenza
Signor ambasciatore
Eminenza
Eccellenze
Signore e signori cari amici
Saluto tutti cordialmente ed esprimo gratitudine per questa iniziativa
Che l'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede in collaborazione con i media vaticani e la rivista Limes ha promosso
Durante l'Angelus del due ottobre scorso il Santo Padre Francesco affermava
Dopo sette mesi di ostilità si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici
Anche quelli finora eventualmente non utilizzati
Per far finire questa immane tragedia
La guerra in se stessa è un errore e un orrore
Più di due mesi sono passati da allora e giunti ormai al nono mese ancora assistiamo agli errori e agli orrori della guerra in Ucraina
Che ha avuto inizio con l'aggressione perpetrata dall'esercito della federazione russa
Di fronte alle immagini che ogni giorno ormai già il ventiquattro febbraio scorso ci vengono proposte c'è il rischio dell'assuefazione
Finiamo quasi per non fare più caso alle notizie della pioggia di missili distruttivi
Le armi intelligenti non esistono
Dei tanti morti civili dei bambini rimasti sotto le macerie
Dei soldati uccisi degli sfollati
Di un Paese disastrato dalle città semi distrutte senza energia elettrica dall'ambiente devastato
Le lacrime
Del Papa in preghiera ai piedi dell'Immacolata in piazza di Spagna l'otto dicembre scorso sono credo un antidoto potente contro il rischio dell'abitudine
E dell'indifferenza
E qui desidero ripetere il suo appello
Affinché si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici anche quelli finora inutilizzati per arrivare a un cessate il fuoco è una pace giusta
Nelle ultime settimane abbiamo registrato qualche spiraglio per una possibile riapertura del negoziato ma anche chiusure e la cui assi dei bombardamenti
Terrorizza il fatto che si sia tornati a parlare dell'uso di ordigni nucleari e di guerra atomica Como come eventuali possibili eventualità possibili
Preoccupa che in diversi Paesi del mondo si sia accelerata la corsa al riarmo con ingenti investimenti di denaro
Che potrebbero essere impiegati per combattere la fame creare lavoro assicurare cure mediche adeguati a milioni di persone che non ne hanno mai avute
Cari amici non possiamo non domandarci se stiamo veramente facendo di tutto tutto il possibile per porre fine a questa tragedia
Nell'Angelus del due ottobre il Papa si è rivolto direttamente al Presidente della Federazione Russa e al presidente dell'Ucraina
Supplicando il primo di fermare questa spirale di violenza e di morte
E appellandosi al secondo affinché sia aperto a serie proposte di pace
Ma nelle parole di Francesco c'era anche un altro preciso invito che mi pare non sia stato colto con l'adeguata attenzione
L'invito rivolto a tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle nazioni perché facciano tutto il possibile per porre fine alla guerra in corso
Senza lasciarsi coinvolgere in pericolosa escalation e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo
Lo spunto per l'incontro di oggi ci viene offerto come ricordava anche prima il dottor Tornielli
Ci viene offerto dalle parole che in questi mesi si è il presidente della Repubblica italiana sia il Santo Padre hanno dedicato alla conferenza di Helsinki
Un evento particolarmente significativo per la storia mondiale per l'Europa e anche per la Santa Sede
Che per la prima volta dei tempi del Congresso di Vienna torno a prendere parte una conferenza internazionale portando il suo contributo per il dialogo
La comprensione reciproca la pace e la giustizia internazionale
Come abbiamo ascoltato anche poco fa oggi non ci sono le condizioni perché si ripeta quanto accaduto ai Helsinki
Ma ci sono le condizioni e se non ci sono dobbiamo lavorare affinché si realizzino per far rivivere lo spirito di Helsinki adoperandoci con creatività
Abbiamo bisogno di affrontare questa crisi questa guerra e le tante guerre dimenticate con strumenti nuovi
Non possiamo leggere il presente e immaginare il futuro soltanto sulla base di vecchi schemi delle vecchie alleanze militari o delle colonizzazioni ideologiche ed economiche
Abbiamo bisogno di immaginare e di costruire un nuovo concetto di pace e di solidarietà internazionale
Ricordandoci che tanti Paesi e tanti popoli chiedono di essere ascoltati rappresentati
Abbiamo bisogno di realizzare nuove regole per i rapporti internazionali che oggi ci appaiono passatemi l'espressione molto più liquidi e dunque inconsistenti rispetto al passato
Abbiamo bisogno di coraggio di scommettere sulla pace e non sull'ineluttabilità della guerra
Sul dialogo e sulla cooperazione non sulle minacce e sulle divisioni abbiamo bisogno di una dell'escalation militare verbale
Per ritrovare il volto dell'altro perché ogni guerra diceva il venerabile monsignor Tonino Bello trova la sua radice nella dissolvenza dei volti
Perché dunque non torni non tornare a rileggere ciò che è scaturito dalla Conferenza di Helsinki così da riprendere alcuni dei suoi frutti e metterli a tema in una forma nuova
Perché non lavorare insieme per realizzare una nuova grande Conferenza europea dedicata alla pace
Possiamo domandarci l'Europa crede ancora nelle regole che essa stessa si è data dopo la seconda guerra mondiale grazie alla lungimiranza dei suoi padri fondatori
La Conferenza di Helsinki con le sue importanti acquisizioni vide la proposizione di molte idee provenienti da molti movimenti pacifisti
Non mi è certo ignoto il rischio ideologico presente in talune posizioni di allora e di oggi
Così come il fatto che negli anni Settanta tale coinvolgimento avvenne secondo una moda allentata il volto caotica e disorganizzata
Proprio per questo mi permetto di suggerire la necessità di un maggiore coinvolgimento organizzato preordinato della società civile europea
Dei movimenti per la pace delle tinca anche e delle organizzazioni che a tutti i livelli operano per educare alla pace e al dialogo
No no Relais chiamo il desiderio di pace che alberga nel cuore dei nostri popoli nella soffitta dei sogni irrealizzabili
Abbiamo il dovere di prenderlo sul serio
E di trovare vie percorribili per concretizzarlo senza rifugiarsi nella giustificazione dell'ineluttabilità della guerra
Non leghiamo nel regno dell'utopia il sogno di tanti giovani
Non riduciamo a conflitto ideologico partitico il desiderio di impegnarsi per la pace e la volontà di costruirla che albergano intanto i nostri giovani
Questo coinvolgimento cioè l'inclusione dei movimenti pacifisti nel lavoro di elaborazione di formule da proporre agli Stati per una nuova il sì che potrebbe contribuire a rinfrescare ringiovanire quei concetti di pace solidarietà che vengono richiamati a volte a gettone e secondo le convenienze ma dei quali oggi pochi sembrano prendersi effettivamente cura
Guardiamo perciò alla storia per imparare l'Est dalle sue lezioni ma cerchiamo al tempo stesso di non leggere la realtà odierna con gli schemi del passato
Servono impegni strumenti nuovi bisogna osare di più e impegnarsi di più
Nel mille novecentosessantatré George San Giovanni ventitreesimo scriveva nell'enciclica Pacem in terris
Giustizia saggezza ed umanità domandano che venga arrestata la corsa agli armamenti si riducano simultaneamente reciprocamente gli armamenti già esistenti
Si mettano al bando le armi nucleari si pervenga finalmente al disarmo integrato da controlli efficaci
Purtroppo abbiamo visto nelle scorse settimane quanto sia concreta la possibilità di scivolare nel baratro del conflitto nucleare anche motivo di un errore umano
Il disarmo e l'unica risposta adeguata risolutiva se vogliamo costruire un futuro di pace
Cerchiamo insieme di muovere qualche passo concreto in questa direzione
Non restiamo sordi al grido dei popoli che chiedono pace non guerra
Pane non armi cure non aggressione giustizia non lo sfruttamento economico
Energie pulite e rinnovabili per lo sviluppo non Energia Atomica per ordini distruttivi che negano la possibilità di futuro per la nostra casa comune
Abbiamo bisogno del contributo di tutti e specialmente di quello dei giovani per non farci ripiegare sono gli stessi per non essere sordi al grido di pace che si leva da tante parti
Consentitemi ora una citazione tratta dall'enciclica fratelli tutti di papa Francesco
Bisogna assicurare dice il Papa bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e l'infaticabile ricorso al negoziato
Ai buoni uffici all'arbitrato come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite vera norma giuridica fondamentale
La Carta delle Nazioni Unite rispettata e applicata con trasparenza e sincerità e un punto di riferimento obbligatorio di giustizia un veicolo di pace
Ma ciò esige di non mascherare intenzioni legittime e di non porre gli interessi particolari di un paese o di un gruppo al di sopra del bene comune mondiale
Se la norma viene considerato uno strumento a cui ricorrere quando risulta favorevole o da eludere quando non lo si non lo è
Si scatenano forze incontrollabili che danneggiano gravemente la società i più deboli la fraternità l'ambiente i beni culturali con perdite irrecuperabili per la comunità globale fine della citazione
Tutte le guerre degli ultimi decenni hanno preteso di avere una giustificazione ha scritto ancora il Santo Padre in questa enciclica
Nessuno nega il diritto di difendersi se si viene attaccati
Come sancisce pure il Catechismo della Chiesa cattolica stabilendo alcune rigorose condizioni di legittimità morale per la guerra difensiva
Non possiamo però nasconderci che lo sviluppo delle armi nucleari chimiche biologiche unite alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie impensabili fino a pochi decenni fa
Ha notato alla guerra un potere distruttivo incontrollabile che colpisce purtroppo molti civili innocenti
Anche se l'esperienza di essi che appare oggi R. effettivi lei nelle sue caratteristiche peculiarità cerchiamo di recuperare lo spirito di Helsinki
Torniamo a rileggere la dichiarazione sui principi che guidano le relazioni tra gli Stati partecipanti che venne inserita nell'atto finale
Un decalogo che prevedeva uguaglianza sovrana rispetto dei diritti inerenti alla sovranità non ricorso alla minaccia con l'uso della forza inviolabilità delle frontiere in The
Rita territoriale degli Stati risoluzione pacifica delle controversie non intervento negli affari interni
Rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali inclusa la libertà di pensiero coscienza religione credo
Uguaglianza dei diritti ero dovettero e autodeterminazione dei popoli cooperazione tra gli Stati adempimento in buona fede degli obblighi di diritto internazionale
Ciascuno dei nuovi sentendo rileggere questo decalogo avrà già calcolato quante volte questi principi sono stati violati
Ma siamo ancora in tempo cerchiamo dunque di percorrere nuove vie di pace a partire dall'Europa senza escludere nessuno
Impieghiamo energie risorse a promuovere il dialogo e il negoziato
Investiamo di più sulla pace ad ogni livello a partire dall'educazione scolastica
Collaboriamo e sosteniamo quei leader che continuano a credere nella pace anche quando tutto sembra oscurare assi ed essere inghiottito dal Demone satanico della guerra
L'Europa torni ad essere faro di una civiltà fondata sulla pace sul diritto e sulla giustizia internazionale
L'Italia grazie alla sua storia le sue risorse umane può svolgere un ruolo importante in questo nuovo percorso di dialogo e cooperazione
E la Santa Sede da parte sua che è pronta a fare tutto il possibile per favorire questo percorso
Ci auguriamo di far rivivere lo spirito di Helsinki modo rinnovato e adeguato alle situazioni del presente
Impegniamoci tutti a scrivere una pagina nuova della storia d'Europa e del mondo per porre fine alla barbarie fratricida in corso in Ucraina
Impegniamoci tutti a costruire un nuovo sistema di relazioni internazionali nel quale non siano soli potenti purtroppo i prepotenti a prendere le decisioni
Torniamo allo spirito di Helsinki per ritrovare la via della pace in Europa
Ripetiamo con le parole pronunciate da San Paolo sesto alle Nazioni Unite
Esametri Lager esametri Lager
Non più la guerra non più la guerra la pace la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell'intera umanità grazie
Grazie eminenza grazie per le sue parole grazie per averci rinnovato gli appelli di papa Francesco affinché tacciano le armi
Affinché vengano promosse iniziative di dialogo con nuovi strumenti un'urgenza questa che condividiamo con lei con il Santo Padre con il caro popolo ucraino
Io ora lascio il microfono a Lucio Caracciolo direttore di Limes che modererà questa tavola rotonda
Grazie mille eccellenza eminenza amici
Grazie di essere qui quando qualche mese fa con l'amico Andrea Tornielli e con l'ambasciatore Dynit abbiamo cominciato a preparare questo incontro ci siamo chiesti se non fossimo fuori tempo nel senso che i voli stimo anticipare qualcosa che a partire è ancora oggi molto molto lontano
No io penso proprio che non sia così penso che la vostra presenza così autorevole oggi ci ricordi sempre il fatto che non è mai troppo presto per preparare la pace
La differenza fondamentale io credo fra la Conferenza di Helsinki della situazione attuale nella conferenza che speriamo accogliendo anche quanto si diceva adesso il cardinale Parolin possa concludere questa guerra e che quella conferenza si svolgeva in pace
Si svolgeva non solo in pace fa quando esistevano due blocchi
Il che significava una significativa consentitemi la ripetizione riduzione della complessità
Oggi abbiamo di fronte dei fronti molto frastagliati e soprattutto dobbiamo sempre ricordare che questa guerra non è solamente la guerra che si svolge in Ucraina in seguito all'invasione russa di quel paese ma è una guerra che ha riflessi mondiali Pecce ne parleranno fra l'altro illustri
Relatori che dai rispettivi punti di vista vorranno illuminarci sul percorso verso la pace
E quindi è con grande piacere che comincerei dando la parola al professor Andrea Riccardi fondatore della Comunità di Sant'Egidio prego
Sì grazie
Dallo spirito di Helsinki alla prospettiva di pace dove siamo a che punto siamo di questo percorso ideale
Dobbiamo essere sinceri lo spirito di Helsinki è perduto dietro le nostre spalle e non ci ritroviamo in una prospettiva di guerra senza pace
Lo dico subito auspicare una prospettiva di pace non è abbandonare l'Ucraina optare per la Russia ma porsi il problema del Popolo Ucraino aggredito dalla Russia
E martoriato dei suoi sette otto milioni di esuli un quinto del suo popolo senza dimenticare mezzo milione di russi che ha lasciato il loro Paese
Con lo spettro
Che il conflitto si eternit si come accade in Siria e come accade con i conflitti di questo nostro mondo globale
Ma parlare di Helsinki ma Helsinki oggi non è più la stessa cosa esiti che accolse le delegazioni
A negoziare era Helsinki del presidente che con della neutralità attiva oggi la Finlandia quella Finlandia politica non esiste più
Fa parte dell'Unione Europea vuole entrare nella NATO
Eh sì che fu frutto di un grande compromesso compromesso che fu criticato
Ma è il sinking anche fu all'origine di una grande visione
Lo ha detto Napolitano non debbo ripeterlo consacrava l'inviolabilità delle frontiere
Lo status quo
Ma faceva sua una visione della cooperazione europea e
Affermava diritti umani e libertà fondamentali soggette una verifica o comune tema sottovalutato da Mosca allora
Ma che fu decisivo nello sviluppare una società civile amante della pace e della libertà
Il carino al Wojtyla
Che credeva in Helsinki a differenza del cardinal vicini siti che la considerava
Un'espressione solita della politica sovietica diceva di Helsinki l'hanno voluta e ora noi ce ne serviamo
Non dobbiamo sottovalutare in questo scontro frontale con la Russia il valore della comunicazione culturale
Dei sei mi di libertà e di diritti che possono servire a fare polvere una società
Il cardinale ha già parlato dell'Atto di Helsinki del suo valore del decalogo
Io vorrei solo ricordare quello che Paolo sesto
Che cos'è profondamente il valore di Helsinki disse nel suo messaggio Helsinki come superamento di Yalta
Quindi come una svolta nella storia e come possibilità di circolazione
Dei valori cristiani dell'uguaglianza della fraternità dell'umanesimo del diritto ispiratore della vita sociale e politica
E Giovanni Paolo secondo avrebbe lavorato su questo visione unitaria del continente spingendo a farlo evolvere e qui ancora
Oggetto di dibattito il ruolo di Giovanni Paolo secondo nel cambiamento dell'Est molto trascurato dalla storiografia che a mio avviso enorme
Ieri Icaria Parolin presentando una bella biografia atti
Sulla pira in tre volumi ricordava il giudizio di la Pira su web siti non mi ripeto
Ma oggi ci chiediamo
Abbiamo visioni di questo tipo
Possiamo essere sfidati come abbiamo ascoltato ora a visioni di questo tipo
Cioè almeno a uno oltre la guerra
Ho solamente siamo costretti a una politica congiunturale in cui nessuno agli il gioco in mano
Constatiamo la mancanza di una visione ma la necessità di una visione perché per superare la guerra bisogna anche dirsi che Europa vogliamo
E la mancanza di una visione dell'oltre è uno dei limiti dell'accordo
Degli accordi di ministro tanto che la cancelliera l'ex cancelliera Merkel ha potuto recentemente parlare degli accordi di Minsk
In favore
Di un congelamento della situazione
Utile al rafforzamento della Resistenza Ucraina interpretato dei russi minuscola come una preparazione della guerra
Sì senza visione
Però cari amici
Per cominciare a guardare al futuro bisogna approvare a congelare una guerra così intensa e difficile cercare le piste di pace
Senza una visione e con una guerra che consuma le nostre energie intellettuali politiche e diplomatica
Un cessate il fuoco almeno una tregua di Natale sarebbero rilevanti
E qui si misura
Il Papa nel due mila e quattordici parlò di guerra fratricida
Che non piacque perché la parola fraternità tra i popoli ucraini e russi viene considerata parte della propaganda russa ma è una realtà storica
E negare una tregua di Natale
Come sembra si stia profilando
è anche una contraddizione con le radici cristiane di due Paesi nati dal battesimo di Rossi
Ma come proporre tregua e come proporre cessate il fuoco in un quadro in cui tutto è affidato alle armi e niente o
Poco niente sbagliato poco e investito sulla diplomazia
Eppure bisogna fermarsi
Bisogna fermare almeno per un momento un treno che corre solo subire Maribell ICI
E va a un appuntamento futuro drammatico raffreddare il conflitto è necessario per guardare il domani
E io anche forse questo non centra caro Lucio ma ho anche la sensazione che nelle nostre società occidentali nonostante l'appoggio ufficiale all'Ucraina
L'accoglienza ai profughi e il sostegno umanitario a quel paese così fervidi e meritevoli fino a ieri si vadano restringendo
Tu l'hai detto a tutto ci si abitua e l'opinione pubblica dei nostri paesi sta occidentali sta un pochino cambiando
Del resto l'Europa stessa mi si perdoni la sua genericità ma dobbiamo dircelo
A due velocità due sensibilità diverse sul futuro a partire dal problema fondamentale del rapporto con la Russia
Che è vista nell'estate apertamente come una minaccia perché la liberazione dal dominio russo sovietico eh
Vicina non è così lontana
E il Risorgimento i nazionali datano di tre decenni certo
Il cronista della storia che sono ricorda che il Regno d'Italia scrisse nel mille ottocentottantadue la triplice alleanza anche con l'Austria Ungheria a poco più di vent'anni dalla seconda guerra di indipendenza
Quindi superando quel forte sentimento anti ostrica COO che aveva fatto il Risorgimento italiano
Diversa è la considerazione occidentale da quello polacco baltica
Quella italiana che alle spalle un rapporto con la Russia fin dalla guerra fredda quella francese che da decoro ha sovente guardata un Oropa dall'Atlantico agli Urali quella tedesca e che ora sta attraversando una fase complessa
Se diversa
Tra le due Europe e la valutazione della Russia come minacce o risorsa
La risposta alla questione russa nella visione del futuro è ineliminabile
Certo
Tanto principalmente tutto dipende dalla Russia suo è stata la decisione di aggredire l'Ucraina di perseguire una politica bellica
E la Russia e alle appresa con l'eterna questione della politica e della cultura russa
Espressa dalla notissima poesia di solo ti offro quale orienta rivolta alla Russia quale Oriente vuoi tue essere l'Oriente di Serse intendendo un destino asiatico
O l'Oriente di Cristo
Cosa vuole Mosca insomma
Come l'Europa vede il futuro della Russia
Un rapporto con essa nella cooperazione e la sicurezza o un isolamento fino ad auspicare la balcanizzazione della Russia che sta in alcune visioni dalla risposta a queste domande dipende tanto per le scelte del futuro per concludere qui si vede come la costruzione del mondo globale affidata la finanza gli interessi economici abbia lasciato dei vuoti enorme
La sua valutazione l'umiliazione delle strutture che interpretano le tensioni uniti Hive dal nostro mondo a partire dall'ONU ma anche l'OSCE che tanto cambiata
Sono espressione di questa crisi
L'assenza di un umanesimo globale capace di mettere in luce i diritti dei cittadini e dei popoli né un'altra espressione la stentata globalizzazione spirituale delle religioni attraverso le genti il rinnovato attraverso il dialogo il rinnovato diritto delle genti
Io credo che quest'occasione è importante e io ringrazio Vatican media Limes l'ambasciata presso la Santa Sede
Perché ci fa misurare come siamo nel guado con poche visioni e idee di pace
Ma anche ci fa misurare con la necessità vorrei dire la vocazione di essere attori creativi e non solo soggetti reattivi in quella logica di guerra
Io credo che questa vocazione ad andare oltre
Insegna e la Sapienza ebraica in un detto Oppo maschilista quando mancano gli uomini sforzati tu di essere un uomo essere soggetti attori creativi
E credo che prima di tutto sia doveroso pensare a stagioni di tregua per avviarsi a una costruzione articolata di convivenza sicure cooperativa
La generazione che ci ha preceduto in condizioni non facili l'ha fatto con essi
Essi chi lei ricordava il cardinal Casaroli carino al Silvestrini
Ho sentito anche di un premio per la pace ci serve intitolato al suo nome e tante altre figure
Avrà la nostra generazione questa capacità è questo coraggio
La pace ha ricordato il presidente Macrone a Roma e sempre in pura
E io credo che compito della nostra generazione essere costruttiva se non si vuol fare imporre la guerra come futuro grazie
Grazie Andrea mi piace cogliere nel suo l'intervento
L'accento sul rischio che questa guerra venga considerata eterna
Perché il ventiquattro febbraio noi pensavamo di vivere in un'Europa che potesse concepire l'eternità della pace naturalmente era un'illusione siamo tutti immersi nella storia ma accettare che questa guerra sia prima di tutto state ineluttabile
E poi inguaribile
Sarebbe imperdonabile e kora peggio che abitua sì all'idea che fu il futuro di pace sia scritto e quindi l'idea del congelamento ovverosia di cessate il fuoco
Potrebbe essere una prima fase però come dicevo all'inizio questa guerra non è solamente quello che si svolge nel teatro di guerra ucraino ma ha ripercussioni dappertutto e speriamo che non ne abbia altre perché in genere questi conflitti sono pochi il pretesto per a riaprire vecchi contenziosi e mi fermo qui
Siccome le queste conseguenze poi hanno dei riflessi non solamente in termini di pace o di guerra ma anche di vivibilità del pianeta di sicurezza energetica
E di sviluppo mi piace adesso ascoltare la voce dell'amministratore delegato vieni Claudio Descalzi prego
Sì grazie grazie dell'invito
Anche grazie invitato a parlare di un tema così così complessa
Perché abbiamo parlato di Eltsin che indaghi han parlato di Russia d Europa l'abbiam parlato decine di Stati Uniti ne abbia parlato di Africa
Questa guerra dire che c'ha preso nel momento più debole dell'Europa
E anche con una Russia che aveva già abbiamo già spostato l'asse
Parlo un podista energetico degli interessi economici verso esterna
Verso la Cina verso l'India verso destra per dare non solo case ma anche petrolio anche prodotte
Loro otto in un metro esteri ammidi grandissima debolezza debolezze perché e scarica di energia non NRG atropina
A una situazione di competitività interna e con gli Stati Uniti
In questo momento l'industria europea paga pagava già prima della guerra tre volte le energie adesso paga quasi sette volte otto volte regia i giri in senso lato signor soprattutto case ma diciamo poi faremo anche l'elettricità
Ha dei tassi che stanno salendo negli Stati Uniti questi tassi devono compensati da incentivi e quindi abbiamo una migrazione dell'industria europea verso
Verso gli Stati Uniti dove aree dove riesce a vivere perché qua sta chiudendo
Quindi c'è una situazione
Perché parlavamo corriamo il rischio di dimenticare questa guerra questa guerra con queste sanzioni correttissime perché meglio sanzionare che attaccare
Facendo una ulteriore passo di guerra progressista attive queste sanzioni stanno indebolendo il proprio la la struttura interna dell'Europa un'OPA che qualcuno di sono editore di prendere appunto ha spiegato che diverrà sfacelo Europa del nord Europa del sud c'è un'OPA dell'Est
C'è un'OPA ricche un'OPA o non OPA povera
Quindi siamo ulteriormente divisi quindi abbiamo una divergenza di interesse una divergenza dimessi di mezzi la Germania
Che ha un debito diciamo debito PIL di del del sessantaquattro per cento e un centocinquanta per cento
Di rapporto fra debito e PIL ha dato Doohan ha messo a disposizione duecento miliardi
Come i sussidi per i problemi energetici non possiamo farlo non potrà mai farlo nessun altro Paese europeo potrà farlo ora tutto questo distrae
Dall'Ucraina distrae dalla Russia
Distrae dai problemi degli altri perché stiamo sempre di più
Non dico affondando ma facendo fatica a trovare una soluzione dei problemi che sono nostre
Gli Stati Uniti solo autosufficiente
Hanno un grande mercato una grande energia una
Dei sussidi che comunque
Combattono e gli aumento del tasso di interesse per combattere l'inflazione
E sono autosufficienti con un mercato ampio
Tutta la parte diciamo russa si sposa
Con chi ha bisogno di regia perché la Cina è un grandissimo mercato l'India un grandissimo mercato
La Russia con il Medioriente sta dando sempre più dell'Egira quindi si stanno creando dei ruoli molto diversi da quelli che ricordavamo già solo alle due mila nel due mila la gran parte del mercato il quarantacinque del mercato e l'America subito il mondo adesso il quindici per cento
E a complemento è diventato cinese
Quindi c'è una polarizzazione di mondi che si stanno muovendo come se fosse una tettonica mondiale che si muove e che si stanno unendo l'Europa è sola
è la sola che sta subendo il peso delle sanzioni
E la sola che sta lottando veramente per un cambiamento climatico perché c'è anche queste due siamo delle sonde le guerre quella più triste energetico
E non ha più uno una partnership così chiara avete visto poco pochi giorni fa von der Leyen Ikea
Diciamo se se ha ripreso gli Stati Uniti proprio per questo discorso di grossi incentivi e non con un gap maggiore fra Stati Uniti Europa
Che chi è rimasto da solo
è rimasta l'Europa senza energia con una diciamo con una con indosso insista atrofizzandoci proprio perché non è alimentata con il sangue del del diciamo di un di un di un Energia che viene da un'industria chiedere l'occupazione
E d'altra parte ci sono c'è l'Africa
L'Africa che sta subendo conseguenze incredibili per questa guerra perché il cinquanta sessanta per cento dei cereali e del grano
Vengono da sta Russia soprattutto in Ucraina quindi c'è un profilo genetico un problema di alimentazione serissimo l'Egitto e ha assolutamente colpito sta spendendo
Miliardi di valuta
Per poter acquisire alimentazione però tutto qui tutto questo bisogna leggeva dal punto di vista macro perché
E difficile
Che le parole le sole parole possono portare una soluzione
Le parole sono importanti sono fondamentale
Ma se vengono continuamente dette senza delle soluzioni concrete
Ci si fa l'abitudine come alla guerra e si gira intorno a se stesse
Dobbiamo capire che ci sono dei problemi esistenziali terribili in Europa c'è una povertà che sta crescendo l'Africa ancora di più ancora di più la situazione in Africa per chi vive e vede l'Africa con me
Alcuni Dinoi vediamo che la situazione sta peggiorando e si stare radicalizzato ancora di più sia molto molto sono pochissimi finora niente sono tantissime
Noi cerchiamo di aiutare i due punti di vista della crescita energetica pulita loro ci guardano con due occhi così perché non hanno neanche l'energia quella consideriamo sporca tornando anch'ce l'hanno però nulla nulla possono anche usare non hanno neanche l'imitazione
Allora il proprio e ci sono tante altre guerre nel mondo non c'è solo l'Ucraina loro vanno tante in Africa e si stupiscono molte volte che noi siamo così visto così preoccupati giustamente preoccupati perché Luca ed è vicino a noi
E venivamo da sessanta e i settanta anni di pace e quindi siamo scioccati motivo Simona siamo nati riempito di tracce pensiamo che la pace sia la normalità purtroppo non è la normalità se non ci applichiamo se non ci sono
L'ITC e non c'è una leadership
Profonda
Con valori
Con valori spirituali che guarda profondamente avessero mare non in modo superficiale e non il proprio interesse per questo è un'altra cosa che ci manca perché dopo tanti anni di pace
Abituali dolci
Alla pace ha denunciato Rizzato quei muscoli intellettuali e spirituali chi ci devono difendere dai momenti di guerra
Quindi tutto questo non accade per caso
E cemento logico ritorno sono storico lontano da me e non sono neanche diciamo un politico un gioco politico però è veramente un circolo dove ci siamo in tempo annegato in intimorite le nostre difese e siamo in ogni momento
In cui è molto difficile reagire perché le come dicevo la tettonica della geopolitica si sta spostando siamo rimasti soli non so e non si parla più di Europa si parla di Stati Uniti e Cina
In vedete nelle dialogo mondiale economico
Commerciali si parlò di Stati Uniti e non si parla più di Europa
Loro OPA ha una grande opportunità apri tutte aver la visione la capacità di essere solidale non siamo solidali ovviamente perché abbiamo abbiamo cioè l'Europa non è uno Stato non è che una federazione
è un numero di è un un numero ventisette ero altri paesi con lingue diverse colture diversi mix energetici versi in tipo di industria diversa
Quindi si può rendere coeso una situazione così
Sparpagliata
E anche in conflitto con se stessa
Ci vogliono dei dei leader delle persone che ha di una visione che apre una spiritualità
Perché ovviamente questa siamo dentro l'esternalizzazione estremizzazione darà materialismo della della allontanamento dei valori
Spirituale
E dobbiamo secondo me in questa situazione molto Stra stangata
Sì poi polemiche opportunità
Prima cosa bisogna rendersi conto della propria debolezza
Cioè dobbiamo fare un grande atto d'umiltà la grande Europa ancora un grande mercato deve fare un grande alto dubita pensare di essere debole
Perché solo in quel momento forse riusciamo a recuperare la forza interiore che abbiamo questo non
Dentro di debolezza di consapevolezza di essere deboli ci fa chief dove far diventare anche visionari visionari verso chi è più debole di noi ci dobbiamo aiutare in quel momento io parlo dell'Africa ovviamente possiamo trovare la nostra forza
Perché l'Africa a quell'energia che noi non abbiamo a quella capacità di soffrire abbiamo alla necessità di trovare una vera nello spirito di ieri Sejima adesso traslato da un turista teutonico di sicurezza alimentare energetica di cooperazione forte
Quindi questi due grandi entità
Uguale fra di loro perché l'Africa non è una un Paese non è un assessore una federazione una confederazione son tanti stati culture diverse lingue diverse abbiamo tante similitudini ma devo soprattutto sinistro siamo deboli
Loro lo sanno noi non lo sappiamo se ci rendiamo conto che riusciamo a creare
Un momento di grande solidarietà che si può creare
Diciamo che l'Africa non è stato terreno di conquista selvaggio
Tra virgolette molto peggio dell'Ucraina
Uccisioni
Schiavismo
Sfruttamento ancora o addio adesso parliamo delle terre rare di tutto Tito il cobalto quello che serve per il futuro viene sfruttato terribilmente in Africa in altri casi sui siti
Si soffre come l'Ucraina Sissi sotto alcuni Ucraina dei più lontana
Ci siamo abituati e il rischio che corriamo che con l'Ucraina questo
Quindi se l'Europa riuscisse veramente aiutare se stesso aiutando l'Africa
Partendo dal principio dell'università
Del rispetto quindi portando qualcosa
Condividendo
I problemi e rischi che vi faccio un esempio
Noi ormai da da tantissimo parlo di noi come come da tantissimo tempo ovviamente
Lavoriamo in Africa verso non so se siamo la prima città in Africa forse noi Nordafrica sicuramente sì ma lavoriamo in tutto sei in quindici Paesi
Dal dal negli ultimi dieci quindici anni abbiamo deciso
Di forse diciamo guardare meno profitti e più al valore cosa vuol dire questo
Siamo facciamo sempre speculazione più gas e petrolio
Ma abbiamo preso una decisione quella di
Non commercializzare scortare
La maggior parte del gas che produciamo
Non è una cosa semplice ma qualora così cosa vuol dire questo vuol dire che lo dai al mercato domestico vuol dire che lavori alle per l'accesso regia dice beh ma allora cosa vuol dire poiché apprendisti enormi
Prima di essere pagato possieda i casi non ci sono infrastrutture devi fare
Centrali elettriche ciclo combinato mi ha messo due miliardi per i fari reti alte tensioni medie distribuzione cosa che abbiamo fatto
Provette non abbia ancora ripreso tutti sordide ammessa devoluto convincere più di tutti i bordi i board sono passati il consiglio di vessazione ai nostri investitori però abbiamo creato
Una credibilità perché abbiamo preso dei rischi con loro
Non a caso durante dodici quindici anni fino a dodici anni di guerra in Libia non ce ne sono mai andate perché noi produciamo petrolio produciamo casa
E diamo tutto il gas una piccola parte vanità arriva a tutto gas domestico e senza quel caso non potrebbero vivere perché abbiamo dato quel gas perché in nel due fino al due mila otto due mila e sette usavano Carbone
Quindi abbiamo sostituito con qualcosa che e molto molto molto meno inquinante adesso sono legati ma hanno apprezzato il fatto
Che invece di mandarlo in Italia dove c'è un mercato sicuramente solventi può pagare abbiamo definito fare abbiamo fatto la stessa cosa in gara la stessa cosa in Congo gran parte del gas in Nigeria in Algeria in Egitto
Noi ci troviamo diamo tutto il gas esso incomincia ad esportarlo perché ha bisogno di valuta per comprare
Cibo
Allora questo modo di fare
Potrà essere fatto benissimo fare ha fatto un privato Piccolo e mi è grande ma piccola rispetto all'Africa i bisogni dell'Africa loro promesso sette otto anni fa centocinquanta miliardi quindici miliardi che diventano centocinquanta leva per fare progetti di questo tipo
Non è stato speso nulla
Non è stato speso nulla i soldi non contano controlli pregio dell'idea di Lippi Progetti la capacità di parlare di integrarsi allora ho parlato dell'Africa e non stavo parlando di si e di del dell'Ucraina
Però se vogliamo pensare a una pace dobbiamo avere in mente la figura globale
E dobbiamo fare sì che le persone i leader politici che non vogliono la guerra ma che sono sempre in conflitto con se stessi e con il leader politico che è vicino a lui il vicino la guerra non è sempre una guerra con le armi
La guerra una guerra del concetto del pensiero dell'aggressione anche aggressione a parole fisiche che una persona verso un'altra persona quello momento già di guerra
E lì che dobbiamo spaventarci allarmarci
Quindi il discorso diciamo e più compresso bisogna essere ottimisti si dobbiamo essere ottimisti perché poi l'uomo
Le le situazioni più estreme
Riesce a trovare delle soluzioni
Se non è un uomo violento
Se non è un uomo violento si è un uomo che ha dei valori
Quindi quello che dovevano augurarci e che ci sia visione ci sia competenza
Ci sia a comprensione per gli altri ci sia umiltà ci sia consapevolezza che siamo deboli
Ci sia rispetto per gli altri
E si può tutto ci sia la volontà di volere bene agli altri
E non combatterli grazie
Grazie Claudio Descalzi perché ci ha allargato di quadro che ha ricordato anche la famosa espressione di Papa Francesco Maria diversi anni fa sul terza guerra mondiale a pezzi
E soprattutto ci ha ricordato anche del necessità
Di stabilire un molto diverso rapporto con l'Africa
Anche perché è molto più vicina di quanto noi pensiamo sia e immaginare che situazioni prima si faceva riferimento alla Libia che attualmente vive una fase diciamo di relativa molto relativa tranquillità siano date per sempre beh non è così abbiamo avuto un'esplosione da quella parte fra l'altro indotta da alcuni Paesi europei
E questa fragilità anche della nostra frontiera con l'Africa ci deve essere ricordata così non dobbiamo mai dimenticare le guerre che devastano l'Africa
Nell'indifferenza quasi totale di noi europei dell'Occidente da molti anni con esiti I Need dal punto di vista anche umano
Superiori a quelli che noi vediamo in Ucraina
è un piacere ora ascoltare per ultima che direi
Illuminante definitiva la voce del diritto
La voce del diritto che qui inespressa
Dalla nostra ospite il università LUMSA la professoressa fugato cui do molto volentieri la parola
Grazie dottor Caracciolo devo dire anzitutto che sono davvero molto grata
Agli organizzatori di questo incontro deve avermi voluto coinvolgere per consentimi quindi di dire qualcosa in un momento in una sede così importante compensativa che trovo
Non solo tempestiva ma altamente significativa
Io sono internazionalista e quindi io alcune cose nella nell'ottica del diritto internazionale che quella che mi compete
L'indie-rock organizzando le in funzione del titolo di questa iniziativa quindi dirò qualcosa prima superò per la guerra poi parlerò brevemente dello spirito di Helsinki che cosa c'che cosa nel nel nel creiamo per l'oggi e infine quali sono le prospettive di pace
Uno per la guerra
L'adesione della Russia all'Ucraina ha riportato la guerra in Europa l'ha riportata perché l'abbiamo già avuta la guerra in Europa nel mille novecentonovantanove quando la NATO ha attaccato la Serbia
La guerra è una tragedia
Dobbiamo fare secondo me almeno due riflessioni oltre a quelle molto illuminanti che hanno offerto i colleghi la prima solo dieci anni fa più o meno dieci anni fa nel due mila dodici l'Unione Europea che dell'Europa
La componente istituzionalizzata e certamente così molto significativa ha ricevuto il Nobel per la pace e la motivazione
Del Nobel per la pace che l'Europa che l'Unione Europea ricevuto era che sapeva garantito per più di sei decenni la pace e la promozione della pace la riconciliazione la democrazia e i diritti ma né in Europa
La seconda considerazione
Non può sfuggire che il valore della pace è tra i valori Cardini della politica estera
Per l'Unione europea è scritto a chiare lettere nei trattati
Ed è quindi il valore che dovrebbe informare anziché deve informare la sua azione verso l'esterno non solo questo ma l'Unione Europea e tenuta a un obbligo in base ai trattati alla stretta osservanza allo sviluppo del diritto internazionale sto citando dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del multilateralismo
E cosa che forse qui interessa ancora di più nella sua azione sulla scena internazionale dicono sempre trattati e chiamata a preservare la pace
Prevenire conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale non solo secondo i principi della Carta delle Nazioni Unite ma espressamente richiamato secondo i principi dell'Atto finale di Helsinki
Allora queste due osservazioni minime
Mi
Mi fanno venire spontanea una domanda
Sta agendo l'Unione europea in questa precisa fase con sufficiente determinazione come attore di pace dovrebbe essere un attore di pace ecco è lecito chiederselo ed è lecito chiederselo perché se da un lato come soggetto di diritto internazionale ha giustamente fermamente condannato l'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina
Ha però poi anche assunto una serie di iniziative che vanno in una direzione assolutamente opposta rispetto a quella della promozione della pace e mi riferisco in particolare
A la sensazione che tante volte non si allontana dal contribuire all'escalation se non altro verbale
E poi alle due iniziative recenti la proposta di istituire un Tribunale per i crimini commessi dalla Russia e ancora la designazione della Russia da parte come Stato terrorista ora ecco è lecito dubitare che in una fase come quella attuale queste iniziative siano coerenti con la sua veste di attore di pace
Secondo punto lo spirito di Helsinki abbiamo sentito parole importanti da parte di tutti su così la storia le le condizioni in cui
è maturato lo spirito ti anziché a me insomma sembra di dover sottolineare dal punto di vista diciamo così anche internazionali distico che un fattore e che mi sembra estremamente rilevante che da cogliere per anche per logica allo spirito di Helsinki è la determinazione che ha contraddistinto quella quella conferenza la la la folla l'attivazione poiché i lavori di quella conferenza la determinazione con cui si intendeva creare procura da ricreare un clima di collaborazione e fra gli stati europei sulla base dell'equilibrio delle forze cioè sulla base di una realistica assunzione
Che quello era il fattore ineludibile era inutile proposte di superarlo bisogna fare i conti con l'equilibrio delle forze in campo e lavorare con quell'equilibrio delle forze e questo diciamo incrementava la determinazione a cooperare anche fra dissimile fra
Stati che erano agli antipodi su quasi tutti i fronti
E portava necessariamente come condizione di di di questo lavoro la tolleranza per le rispettive differenze
E l'accantonamento di quel moralismo ideologico autoreferenziale che aveva contraddistingue forse le relazioni normalmente le relazioni fra antagonisti
Essi chi mi pare di poter dire era anche un uno stile era quindi anche uno stile di relazioni era uno stile di relazione improntato al rispetto reciproco e
Dell'Est della sovranità di ognuno ognuno aveva il diritto di parlare ognuna rispettato come ente sovrano questo molto in linea con un principio fondamentale del diritto internazionale che quello della eguaglianza sovrana e
Anche il riconoscimento ma magari malvolentieri per alcuni del diritto di ognuno degli Stati che partecipavano alla Conferenza di Helsinki per quanto diversi per quanto diciamo
Un consista meno condivisibili di sviluppare liberamente il proprio sito proprio sistema politico economico sociale e culturale
E di farlo
Quando con la la l'ampia lì per tali determinate leggi e regolamenti di decidere se entrare o no ad accordi internazionali se far partono già alleanze se restare neutrale
Il metodo era fortemente cooperativo nonostante lo ripeto le differenze e questo mi sembra estremamente così significa significativo per l'oggi
Cooperativo e paritario improntato appunto al rispetto delle della sovranità di ognuno degli Stati partecipanti amici o non amici ora alla luce di questo quello che lo spirito di Al sin chi suggerisce per l'oggi e che è necessario avere un atteggiamento di consapevole realismo per avviare un dialogo fra Diversi fra antagonisti
Tra Paesi che sono sia antagonisti DiVersi divisi ma sono vicini sono contigui e quindi è abbastanza ineludibile ristabilire le condizioni di una cooperazione per la soluzione di gravissimi problemi che concernono tutti
Ma l'altro elemento che lo spirito di anzi in chi favorisce qual è stato il fattore unificante che cos'è che ha tenuto uniti oltre queste questo bisogno di ristabilire condizioni di cooperazione i principi del diritto internazionale il cardinale Parolin li ha letti
E sono quelli che sono scritti nell'articolo negli articoli uno e due della Carta delle Nazioni Unite intorno a quei principi
D'si è individuato il minimo comun denominatore che avrebbe consentito almeno queste erano le le aspettative di ristabilire un clima di cooperazione proprio questo degli stati fecero ad Helsinki
Allora come oggi io credo sia necessario per recuperare un riequilibrio delle forze intorno al quale si sono strutturati i principi fondamentali del diritto internazionale con la Carta delle Nazioni Unite
Riconfermati sviluppati poi successivamente a più riprese sempre in fase di estrema crisi delle relazioni internazionali pensiamo alla dichiarazione sulle relazioni amichevoli di sui principi di diritto internazionale relativi alle relazioni amichevoli fra gli stati del settanta
Elaborata a partire dalla terribile crisi del mille novecentosessantadue
E poi di nuovo riconfermati adesso sicché quando appunto la la la la il clima della guerra fredda rendeva diciamo impossibile o si riteneva che rendesse impossibile qualsiasi dialogo in Europa
Ora recuperare l'equilibrio delle forze significa anche prendere atto che Enzo è stato progressivamente scardinato in questi ultimi anni ed è stato scardinato proprio dalle ripetute violazioni
Dei principi fondamentali del diritto internazionale e primariamente il primo di questi principi che è il divieto dell'uso tra forza
Questo scardinamento e sicuramente uno dei fattori principali della degenerazione delle relazioni internazionali che stiamo vivendo che abbiamo vissuto negli ultimi decenni
E a questo punto da questo punto di vista risuonano molto pertinenti alcune parole del Papa
Il quale in una recente in un recente intervento ha detto occorre avere il coraggio di affrontare le cause dei conflitti
Abbandonando interessi e disegni di egemonia il coraggio di superare la categoria del nemico per diventare costruttori di fraternità universale ecco questa mi pare una un elemento che non non può essere trascurato perché siamo arrivati a questo punto quali causano porta ad affrontarlo in maniera diciamo Franca determinata
E ultimo punto le prospettive della pace
Le prospettive della pace dipendono dal diritto internazionale
Sarà evidentemente che questo il mio bias ma io credo che non ci sia nessuna alternativa è quasi superfluo dirlo le prospettive della pace dipendono dal ripristino della legalità internazionale
L'unica strada per il dispetto Della Pace per il ristabilimento della pace rispetto del diritto internazionale che con un'immagine estremamente condivisibile significativa è stato definito recentemente il vero patrimonio comune dell'umanità
Il diritto internazionale è il vero patrimonio patrimonio comune dell'umanità ed la nostra Corte costituzionale lo ha definito non a caso patrimonio comune delle genti a volte ce lo dimentichiamo ci sembra che sia da qualche parte non ci aiuti non è così
è l'unico assetto che può assicurare relazioni internazionali ordinate nel segno della presentazione della pace che è necessario alla sopravvivenza dell'umanità stava a Sondrio
Che ha sviluppato gli strumenti per il ripristino della legalità internazionale
Quando essa venga violata occorre quindi fare che cosa volgersi agli strumenti di soluzione delle controversie che il diritto internazionale contiene quelli diplomatici quelli arbitrali
Occorre ristabilire la pace mediante il diritto e su questo punto ci sono alcune osservazioni però che occorre fare avendo lo mettendo lo sguardo sulla situazione attuale
La buona fede
Il cardinale Parolin la la ricordato poco fa
è necessario ed è un obbligo di diritto internazionale quello di comportarsi in buona fede e questo obbligo assume evidentemente una valenza significativa per quanto in realtà in tutti gli ambiti del diritto internazionale ma particolarmente quando ci poniamo di fronte alla prospettiva di un negoziato
La buona fede di chi prima di tutto delle parti della controversia quindi le parti della contro l'anziano un obbligo di comportarsi in buona fede cosa vuol dire obbligo di comportarsi buona fede
Vuol dire che il primo rinegoziato non è lo scambio di ma accuse litigi io ma è una sede
Nella quale le parti prendono parte ad una discussione con l'intenzione di risolvere la controversia quindi ciò che cozza contraddistingue il negoziato non è semplicemente scambiarsi diciamo posizioni o ma l'intenzione di risolvere la la la controversa e quindi abbiamo un problema oggi perché mi continuiamo a sentire da entrambe le parti e da che che ci sono delle precondizioni sulle quali non sono disposti a negoziare dunque negoziato
In questa in questo questo con queste premesse
è difficile che possa partire ricordiamo alle parti che è necessario da parte loro atteggiamento un atteggiamento di buona fede e quindi la disponibilità invece a muoversi dalle proprie posizioni iniziali che possono essere una base di partenza ma sulle quali occorre poi essere disposti a negoziare
Mi pare importante sottolineare che lo stesso atteggiamento di buona fede richiesto tutti le violazioni macroscopiche del diritto internazionale non non non producono effetti limitati alle parti che sono direttamente colpite dalle relazioni nel nostro caso la Russia e l'Ucraina ma realtà si estendono e coinvolgono l'intera comunità internazionale allora l'atteggiamento di buona fede richiesto a tutti
Gli Stati a tutti quelli che anche magari nella specifica veste di negoziatori mediatori facilitatori devono operare e questo di nove un obbligo del diritto internazionale per la soluzione pacifica della controversia
Questo implica per esempio che secondo il diritto internazionale e mi pare di poter dire nello spirito di Helsinki
Non si può puntare a sovvertire l'equilibrio delle forze non si può consacrato dal diritto internazionale non ci si può proporre il sovvertimento dell'avversario
O il scusate sovvertimento del regime politico dell'avversario non ci si può proporre la Callas cancellazione dell'avversario
Non si possono adottare comportamenti che sono suscettibili di aggravare la controversia ecco non sono sicura che quello che sta avvenendo sia in realtà conforme a questi obblighi di diritto internazionale sotto questo aspetto è assolutamente necessario individuare figure super partes
Che godono della fiducia che entrambe le parti
Perché possano appunto facilitare o mediare o ma esercitare i propri buoni uffici affinché le parti avvia il nuovo negoziato e da questo punto di vista mi pare che sarebbe da valorizzare la disponibilità dichiarata da parte della Santa Sede
Consentitemi altri altri due osservazioni la prima non credo che contribuisca affatto a creare le condizioni per la soluzione la controversia che contribuiscono affatto le limitazioni della libertà di espressione che sono stati adottati da molti Stati perché
Perché la conoscenza dei fatti tutti i fatti non solo una parte dei fatti è una condizione ineliminabile per avviare la soluzione di una controversia questo un conto ma secondo si tratta di una gravissima violazione dello Stato di diritto dei diritti fondamentali delle persone si tratta di una violazione che è capace di incidere sulla modo in cui la fu la società civile comprende il conflitto e quindi reagisce al conflitto
E credo che questo sia un aspetto molto importante certamente la Russia e l'Ucraina possono limitare la libertà d'espressione sono Paesi in guerra quindi si trovano in quella condizione per cui certe libertà fondamentali possono essere derogate quando lo Stato si trova in una situazione di emergenza
Estremamente grave certamente la guerra lo è ma noi dei Paesi occidentali che proclamano il loro rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali perché fanno questo perché chiudono all'accesso alle fonti d'informazione russa abbiamo paura della trasparenza
Mi sembra un un aspetto su cui bisognerebbe riflettere
La legittima difesa il diritto internazionale riconosce la legittima difesa individuale e collettiva anzi addirittura riconosce il diritto naturale alla legittima difesa individuale e collettiva in caso di attacco armato
Ma il diritto internazionale ne stabilisce anche i limiti
E questo a volte viene dimenticato soprattutto assegna oggi nel sistema di diritto internazionale posto creazione della Carta delle Nazioni Unite post mille novecentoquarantacinque una funzione una specifica funzione la legittima difesa lo stato può legittimamente rispondere
All'attacco armato che abbia subito ma viene meno la finalità scettico repressiva mentre deve prevalere la finalità anche nella sede tra legittima difesa del ripristino della pace e della legalità internazionale
Non è un caso che l'articolo cinquantuno riconosce il diritto naturale alla della carta scusate riconosce il diritto naturale la legittima difesa fintanto che il Consiglio di sicurezza non abbia fatto il proprio lavoro fintanto che ora voi mi direte va bene ma in questo caso il Consiglio di Sicurezza non c'è ed operante quindi che succede in questo caso da succede che non viene meno la ratio della norma quindi chi sostituisce quindi la comunità internazionale che sostituisce diciamo il Consiglio di sicurezza è tenuto a rispettare la stessa logica quella scritta nella Carta delle Nazioni Unite quella difesa dalla Corte internazionale di giustizia
Legittima difesa non ha non può avere una funzione afflittivo punitiva ha una funzione di promuovere il ripristino della legalità internazionale e la stessa cosa considerazioni analoghe non le stesse dobbiamo farli a proposito delle misure che gli Stati occidentali stanno adottando in reazione al grave alla gravi violazioni di diritto internazionale commessa dalla Russia e queste misure hanno anche carattere sanzionatorio e svolgono una funzione benefica si possono svolge una funzione benefica riconosciuta dal diritto internazionale ma attenzione anche qui il diritto internazionale stabilisce chiaramente quale deve essere la finalità di queste misure eventualmente sanzionatoria o di carattere ritorsivo non devono aggravare né ampia registi del conflitto
Devono essere dirette unicamente specificamente ad indurre lo Stato responsabile lo statuto della relazione ad osservare gli obblighi derivanti dalle responsabilità internazionale
Non mi pare che si possa dire che a quanto sta avvenendo anche tenendo conto delle dichiarazioni bellicose con cui vengono accompagnati in accompagnata da molte parti l'adozione delle sanzioni
Concludo il multilateralismo rispettoso delle altrui sotto sovranità e tollerante delle Arthur delle altrui differente differenze alieno da disegni egemonici
Praticato ad Helsinki è l'unica strada possibile per riportare mantenere la pace fra gli stati a garanzia del progresso dell'umanità il diritto internazionale è una conquista da questo punto di vista certamente perfezionabile
Anzi da perfezionare ma
Il rispetto del diritto internazionale il ripristino della legalità quando essa venga violata da parte di tutti i suoi soggetti neanche il presupposto ineludibile salvo ad entrare in una spirale di violenza e di
Causa senza rimedio tanto più preoccupante visto che si insomma stiamo parlando di una guerra che coinvolge potenze nucleari grazie
Le stressanti Tempo scaduto non c'è il tempo di fare particolari conclusioni solo due brevissime osservazioni la prima è che lo spirito di Helsinki e lo spirito di discutere su base paritaria fra amici e nemici
Qualsiasi conferenza internazionale che si è fatta solamente fra consentaneità tre amici alla conferenza internazionale che non ha senso
E sotto questo profilo forse l'ultima vera conferenza internazionale che si sia svolto in Europa è stato il Congresso di Vienna perché certamente non era questo lo spirito di Versailles o di chi altro
E la seconda considerazione riguarda il concetto di pace impura
Cui faceva prima riferimento Andrea evocata da Mazzone
Si dice spesso si ripete
Che non c'è pace senza giustizia io penso sia più vero il contrario non certo non c'è giustizia senza pace
Grazie grazie a tutti per per aver partecipato grazie a quanti ci hanno seguito da casa con la diretta streaming curata da Patrizia mettiamo
Grazie ai nostri illustri relatori e ci auguriamo davvero che lo spirito di Helsinki così come lo spirito di pace di fraternità universale tornino a soffiare sull'Europa sul voto