Reading tratto dal libro «Quella notte all'Heysel» di Emilio Targia e Gianluca Casadei (Sperling & Kupfer) in occasione del 37º anniversario della Strage allo Stadio Heysel di Bruxelles

Un paio di scarpe tracciate ce n'erano a decine di scarpe così il giorno dopo sulle gradinate di cemento marzo del settore Z dello stadio riserve Bruxelles
Scarpe che erano condotto fin lì migliaia di tifosi per la festa più grande che Fútbol le squadre di club potesse celebrare c'è una finale di Coppa dei Campioni
Scarpe che poi sarebbero dovute divenire complici di salti di gioia invece erano lì da sole con impressi i segni di una violenza inaudita le fissati quelle scarpe
E sembravano quasi parlare
In Inghilterra il football è spesso sinonimo di bellezza di magia ci pensavo qualche giorno fa mentre riguardava una vecchia partita del Liverpool di tre anni fa e tutti piangevano dopo l'impresa contro l'Ajax in Champions League
E quell'inno fantastico i brividi che si respirava nell'aria dentro a quel coro avvolgenti come si può mi chiedevo trasformare tutta questa bellezza in orrore com'è potuto succedere quella sera trentasette anni fa e chi fu a spegnere l'interruttore di quella gioia fanciullesca
Ci sono i commi che a volte si travestono da sogni e quando poi te ne accorgi è troppo tardi e ai se non c'è una parola che schioccare come una frustata che evoca sulle soltanto quella notte e quella strage un termine ormai
Svuotato del suo valore originario a esami fatti non è più uno stadio così come Ustica non è più un'isola nell'italicus più prego
In Belgio quello stadio prima lo hanno abbattuto poi lo hanno ricostruito nel novantacinque la maga vedo come stadio Re Baldovino come se bastasse questo a cancellare la storia qua cancellare quello che significa davvero ai sei per vecchio stadio oggi resta solo il cancello principale unico testimone di quella sciagurata notte del ventinove maggio del mille e novecento ottantacinque
Allora eravamo arrivati in tanti in treno dall'Italia a Bruxelles e quella mattina del ventinove maggio sciarpe magliette bandiere bianconere infilate tutte dentro una specie di sogno come gli ombrelloni ancora che sulla spiaggia al mattino presto quando soffia quell'aria piena di promesse
Non induciamo molto io l'amico Giampiero che mi accompagnava raggiungemmo subito lo stadio volevamo può dirci fino in fondo alla clessidra che avrebbe scandito ligure fino al fischio d'inizio appena arrivati scorgiamo una fila lunghissima tenuta a bada da alcune guardie a cavallo
Un unico ingresso per il nostro settore una porticina in cui si entrava uno per volta una porta di un metro scarso di lunghezza che distilla vendessi col contagocce
Qualcuno protestava qualcun altro urlava parole poco gentili ma la polizia in fondo alla fila non batteva ciglio gli agenti a cavallo facevano roteare duro manganello come una specie di via io per ingannare il tempo e per ingannare noi
Verso le cinque e mezza diciassette trenta arrivano finalmente all'ingresso piuttosto stropicciati fulmina ma con lo sguardo il personale davanti la porticina spieghiamo loro che era impossibile fare entrare tutta quella gente da un minuscolo accesso ma non rispose non risposero
Armarono squadre sufficienza ci spinsero dentro
Come un carro bestiame senza nemmeno strapparci biglietto sono occhiata veloce nessun controllo ma veramente ci aspettavamo ordine competenza qui nell'Europa che disegnava il nostro futuro invece ci rendemmo conto di essere precipitati direttamente nel Medioevo del calcio
Una volta dentro riprendemmo posti auto ci aggiustiamo giubbotto i capelli come per ritrovare la compostezza necessaria per quel momento solenne per noi poi finalmente di fronte a lui spalancò il palcoscenico della finale c'era una luce bellissima sul prato
Primo sguardo quasi confondeva gli occhi le emozioni nostro settore l'M NO era totalmente invaso dalle bandiere poi c'era questo rosso arancio del sole che si abbassava avvolgeva il tripudio di bianco e di nero che regalava un effetto speciale di contrasti
In tantissimi aveva la mania tutta la squadra partì subito un coro Juve Juve uno scemo sciarpe che volteggiavano tante bandiere tricolore qualche vessillo francese in omaggio a Michel Platini
E poi tantissimi striscioni infinita che disegnavano porla geopolitica del tipo bianconero
Io provai immaginare li quanti sarebbero stati quegli striscioni se la finale si fosse svolta in uno stadio
Più grande prova a immaginare gli altri striscioni d'Italia appesi in salotto sul terrazzo tu la tv chissà dove a manifestare presenza virtuale di quelli che avrebbero voluto essere qui con noi
E poi scendemmo lentamente le gradinate ci disse mamma in basso vicino alla rete di recinzione quasi sulla pista d'atletica che circonda il campo ma ci rendiamo subito conto che in caso di emergenza sarebbe stato impossibile uscire se non attraverso la pista stessa quindi un'assurdità
Distogliere lo sguardo da un mare di bandiere bianconere della curva è lo allunghiamo verso la parte opposta dello stadio che realtà era abbastanza vicina ben visibile nell'altra curva si distingue da bene la macchia bianca rossa della tifoseria inglese due terzi della curva
Due spicchi su tre i settori x ypsilon sulla destra il punto di vista
Nostro di osservazione
Settore Z della curva invece nel terzo spicchio quello più a sinistra
E lì c'erano tanti suoi cori Bianconi però pochi striscioni perché sembrava un tifo non organizzato anche se di spiccata marca bianco era però fra le due tifoserie si estingueva a occhio nudo un numero esiguo di agenti forse una decina di più in basso lungo la recinzione uno di loro là in fondo teneva al guinzaglio un cane lupo
Io mi voltai e mi appoggiai con le spalle al cancelletto che dava sulla pista d'atletica per godermi la visuale della mia curva in questo modo testimoni stante senza volerlo mi ritrovai sulla vista perché il cancelletto era aperto era solo su chiuso nessuno mi fermo io ero sulla pista
Alcuni operai dello stadio stavo lavorando per rinforzare la rete che divida gli spalti dal campo
E io mi chiesi perché lo facessero alle sei del pomeriggio ma quando mancavano due ore
Alla partita
Ore diciotto e quindici i cori si fecero più intensi lo stadio aveva preso un po'il ritmo il sole era diventato una specie di carezza complice si era abbassato ed era appoggiato sui bambini in campo intenti in un'amichevole legavano infatti i pulcini della Juventus contro quelli del Liverpool
Il calcio del futuro prima dello show dei campioni li notaio alcuni oggetti volare dal settore degli inglesi verso lo Z quell'occupata dai tifosi italiani anche da quelli neutrali e poi partì un razzo
Lanciato ancora da tifoseria dei Reds e io pensai a qualche scaramuccia non mi preoccupa di più di tanto o forse istintivamente rimossi ogni idea di pericolo
Sono le diciotto e quarantacinque un signore elegante ascoltava la sua radiolina questo era quello che avevamo che ci agganciava al mondo esterno vediamo telefoni non avevamo nulla parliamo solo le voci di uno stadio rimbalzando scomposte
E questo oggetto di plastica dall'unico momento che ci consentiva di avere notizie certe in quel caos
Riascoltare Galina e ci riferì di aver sentito nell'ultimo notiziario alcune rapine in centro hanno appena detto che un gruppo di tifosi inglesi ha rapinato un negozio di vestiti altri hanno sfondato con una panchina la vetrina di una gioielleria da ripeto le bandiere di gioielli orologi
E se la sono data a gambe ci spiegò
Io buttai lotti all'orologio quasi le seppie mancava un'ora e un quarto il fischio d'inizio non mi pareva vero è un po'quasi mi dispiaceva che ormai
La clessidra stava finendo la sua corsa
Tra poco si cominciava sul serio i colori bianconeri erano partiti un po'in disordine succede quando hai una tifoseria molto composita che arriva un po'da tutta Italia
Però adesso abbiano quasi trovato il ritmo perché erano molto emozionati i tifosi in una finale di Coppa dei Campioni tornano sempre un po'bambini e ciascuno era lì a coltivare il proprio senso di gioia di stupore con lo sguardo fisso sul verde del campo
Ciascuno a cantare un po'per conto proprio poi piano piano i sentimenti servono dializzati avevano trovato un ritmo a un equilibrio poi un senso di comunione fino a diventare
L'unico campo un battere di mani serrata ordinato a scandire slogan più cari e così anche le bandiere prima onde laterale poi Monica mareggiata coordinata avvolgente la tifoseria bianconera perfezionava il proprio ritmo mentre lo stadio diventava una specie di giocattoli luminoso con i contorni dell'emozione
Insomma sembrava tutto fin troppo bello ingiusto in quel momento allo stadio paese di Bruxelles
Lo schiaffo che interruppe la chimica di quella magia fu uomo di un ragazzo
Guardate la giungla tra curva gli inglesi caricava caricano
Che siamo tutti la curva opposto di di di colpo cercando di di mettere a fuoco
La prima cosa che notammo fu un fuggi fuggi generale dal settore zero verso il muretto di cinta esterno una macchia bianconera che si spostava velocemente verso la nostra sinistra
I tifosi del Liverpool avevano sfondato la fragile recinzione e il rosso delle magliette trascinava invadendo il settore dei tifosi juventini
Bastardi sussurra un signore davanti a me con spiccata cadenza marchigiana intuendo che qualcosa di brutto stava per accadere erano le diciannove e zero otto
E lì la bellezza di quel pomeriggio cominciava a vacillare eravamo sorpresi un po'spiazzati e increduli
A un certo punto vedremo chiaramente la macchia rossa degli invasori fare dietrofront e la fuga di poi italiani rallentare
Forse sono intervenuti i gendarmi pensammo adesso divideranno di nuovo due settori nostri potranno tornare al loro posto
Ingenui per una speranza vana
Guarda di nuovo caricano di nuovo Monterosso anomala ma senza regola di natura i supporters eretta stavano invadendo rinnovatore deposita gli anni la Rete da pollaio che li divideva sembrava polverizzata sparita
E spariti s'materializzati sembravano anche quei dieci poliziotti chiamati a presidiare quella delicata linea di confine
Vedi l'inglese ritirarsi di nuove tornare nel loro settore forse è finita infilai ciò che nella mia cinepresa super otto e cominciai a riprendere collo Zuma che mi aiutava un po'a capire meglio ora li vedevo i pochi pochissimi gendarmi sotto il settore Z
E li vedevo agitarsi sembravano smarriti come noi sembravano impotenti gesticolavano scomposti agitavano in molti turchi che probabilmente non funzionavano
Causa improvvisazione
Intanto dentro un pauroso ondeggiamento i tifosi naufraghi cercavano disperatamente una ciambella di salvataggio lo stadio era ormai un focolaio di cuori di Coriano mariti sguardi atterriti di urla isolate quelli che non erano ammassati vicino al muretto continuavano a scappare sulla pista d'atletica ma dove non arrivano gli inglesi ci pensavano i gendarmi
Come i gendarmi ci pensavano i gendarmi perché i gendarmi non distinguevano fra tifosi in fuga gli aggressori che manca nell'angolo chiunque cercasse scampo sul prato
Eppure gli aggressori erano da riconoscibili anche della nostra posizione bastavano i cuori delle sciarpe dei cappellini rosso bianconero rosso bianconero
Niente era difficile fare confusione pure i gendarmi evidentemente non sapevano nemmeno che partita si stesse per giocarsi figurarsi se conosci con i colori
Allora scorgiamo altri tifosi italiani scappare verso la parte alta dello spicchio Z saltare su una cosa un po'la di legno in cima catapultarsi fuori dallo stadio
Erano immagini assurdo totalmente estranee al al mondo del calcio dello sport erano immagini che facevamo fatica a comprendere
Intanto altri agenti che arrivavano a quel punto sono diventati un centinaio in tutto
Ora però dove non dividersi perché anche nella nostra curva l'aria si era fatta pesante quasi incandescente la curva più che capire aveva intuito e arriva all'otto gli altri qualcuno parlava di italiani feriti ma le notizie rimbalzavano imprecise veloci frammentarie concitate le uniche fonti
Erano ancora le radioline di qualcuno
Che masticava un po'di francese
Gli altoparlanti intanto gravitavano inviti alla calma appelli surreale quasi provocatori ma perché mai avremmo dovuto restare calmi davanti al più ci stava accadendo perché poi cosa voleva dire calma in quella centrifuga impazzita di rabbia e di paura
Altro che caldi erano arrabbiati ramo spaventati eravamo impotenti
Gli italiani tanto precipitavano uno sull'altro travolgendo si avvicenda nel settore Z cercando scampo gli spazi che si accingevano a vista d'occhio il muro laterale in arco sotto il peso della folla crollò di schianto come cartapesta
E le persone cattive una sull'altra mentre altri restavano impigliate in quell'assurdo filo spinato perché c'era un filo spinato all'estero
Misure di sicurezza da campo di concentramento
Alle diciannove e trentadue Paolo su tutto e su tutti un silenzio lunare assoluto tremendo e sulle gradinate restavano centodue persone
Trentanove di loro poi non ce l'avrebbero fatta
Il clima la sempre più teso lo stadio come una stanza satura di gas che poteva esplodere la prima scintilla noi continuava a guardarci negli occhi certo di notizie di conforto diciannove e trentotto arriva un'altra squadra dei gendarmi accolta da un applauso irridente
Si distribuiranno su tutto il perimetro del campo forma formando cordoni di sicurezza di fronte in tram delle curve una diga precaria e tardiva dopo ondate fatali
Tutti intuimmo che il peggio si era consumato ma non li conoscevamo né il peso e nella gravità arrivò la notizia di tre italiani feriti forse accoltellati dissero poi un'altra voce si gelò il sangue sono molti di più
La curva urlava buffoni con tutto il fiato che aveva in gola il gendarme militari gossip inadeguati
Qualcuno comincia a parlare di un morto altri di bambino accoltellato a un gruppo di ultrà bianconeri però non bastò quel coro miei bastardo quelle voci incontrollate loro volevano entrare in campo
Volevano sapere e capire
Così guadagnano la pista d'atletica e affrontarono gli agenti con i bastoni delle bandiere i poliziotti indietreggiano spiazzati intanto in molti avevano già ritirato gli striscioni in segno di protesta altri li avrebbero capovolti
E altri avrebbero seguiti viale scritti viene umile Club vi agli slogan dire come dire città non c'era più provenienza adesso non c'era più geografica tutti uguali rientra quella strana giostra
Che girava al contrario
La maggioranza per la nostra curva chiedeva agli ultras di fermarsi di smetterla qualcuno urlava giochiamo altri vogliono scappare uscire da quella follia ma la porticina Alain altro una boa di ottanta centimetri
In un mare in tempesta una boa irraggiungibile diciannove quarantanove sul tabellone rettangolare una scritta beffarda si prega di contenere ogni manifestazione di gioia o di disapprovazione nei limiti della sportività
E di collaborare con i servizi di sicurezza nell'esercizio delle loro funzioni dell'esercizio
Credo funzioni
Dove
Intanto arrivarono anche i poliziotti a cavallo in fila per due il capo formazione davanti agitava una spada dettando il ritmo dell'ingresso in campo è successo davvero così una scena grottesca
E invece era una tragedia di cui però non conosciamo l'entità né tanto meno il finale
Dall'altra parte dello stadio erano finalmente formato un cordone di agenti leggendario per dividere il settore Zago da quell'occupata dagli inglesi ma erano le venti e zero cinque in teoria mancavano dieci minuti sarebbero mancati dieci minuti all'inizio della finale
Pensiero volo in un istante in quel caos ai familiari e agli amici a casa quattrocento milioni di persone allora appena acceso la tv illudendosi di vedere una partita di calcio ad una serata di festa
E scoprendo invece di essere in diretta con una guerra
Sul campo c'era di tutto il tutto senza logiche colori ruoli si intrecciavano eravamo al centro di qualcosa che non capivamo leggo guardavamo né governavamo in cielo beffardi sfrecciavano addirittura aerei militari
Sotto al settore Z intanto vicino lo striscione di Bisceglie è un atto di del Monterotondo Juventus Club
I tifosi juventini avevano cercato scampo sul prato perché non ne volevano sapere di risalire in quella trappola mortale devastanti Manganelli dei gendarmi insistesse per cercare di riportarli indietro
Ci curarsi se avevano paura dei manganelli dei gendarmi piuttosto che piuttosto che tornare indietro in mezzo agli hooligans
E quelli insistevano Maroni manganellate spingevano i tifosi intimandogli Abdallah proposto ma quale posto Michele un posto quel settore posso dire un indiano un incubo legalizzato erano destinazione criminale non era un posto dunque tornare
Le venti e quindici nessun fischio d'inizio nessuna finale lo stadio era un campo di battaglia sopra gli elicotteri Puma bianchi e rossi uno atterrò all'esterno dello stadio diceva le tribune non si capiva cosa stesse accadendo là fuori qualcuno lo
Con parole poco riferibili ma dove sono finiti i piani d'emergenza i protocolli di sicurezza i reparti speciali assieme a Brussel mica nella giungla siamo a Bruxelles
Nel settore Zeman proprio dove intanto si sporgevano due persone che venivano portate via in barella proprio all'altezza di uno striscione che recitava Amelia bianconera
Sono le venti e ventinove
Apparvero le maglie bianconere di Marco Tardelli Antonio Cabrini e Sergio Brio a pochi metri da noi subito circondati strattonati da decine di persone
Durano scapparono restarono lì piantati sulla pista d'atletica arrivano poi Scirea Platini Boniek Bonini Tacconi e Brjansk
Lì ma solo lì a parlare con i tifosi cercando di ascoltare le loro richieste le preoccupazioni la pressione intorno si allentò ma la posta era sugli spalti le sto incandescenti giocatori bianconeri si sbracciava alzavano la voce parlavano anche con quelli rimasti in maniera ordinata sulle gradinate
Poi fecero ampi gesti con le mani per invitare tutti alla calma
E tornano verso gli spogliatoi con aria niente affatto Serena
Però quel gesto
Sembra poco eppure produsse un qualche immediato effetto benefico come una specie di carezza a un animale feritoie e spaesato
Ora lo scenario di fronte ad avere quello di una guerra civile tutta la polizia di Brussel cala concentrato allo stadio Heysel l'odore di bruciato nell'aria si infilava in gola c'era un frastuono terribile suono dello stadio prima così armonioso era diventato
Una informe stratificazione di urla e rumori corpi estranei nella colonna sonora di una finale di calcio
E a un certo punto un signore di fronte a me che teneva per mano un bambino che era avuto nove dieci anni mi tirò per il giubbotto e mi sussurrò
Sette morti
Anche due bambini
Sette morti sentito
Lo disse sottovoce perché forse immaginava che cosa fare dovuto innescare quella notizia in un clima del genere io lo guarda negli occhi mi chiese ma perché lo sta dicendo a me è sicuro
Io allargo le braccia Point Cufone labbra in una smorfia di dolore
Ed incredulità i suoi occhi sembrano spegnersi e poi guardare fisso nel vuoto altrove
C'era uno stadio intero ed urlava che di quella cosa disse sottovoce
Però presto questo sullo divenne un urlo passo di bocca in bocca quando arrivava era un pugno nello stomaco ventun molti ragazzi ventuno italiani morti il giù
Adesso non potevamo più far finta di non sentire il pugno era troppo forte prima sette ore ventuno forse di più era qualcosa che ti cambiava respiro di cambiare battito del cuore come se il braccio di una gru tutti agganciasse
Finestre sospese per un attimo sopra lo stadio fermando il tempo per capire per comprendere o per salvarti
Un attimo soltanto poi da gruppi mollette che butta giù in quell'incubo senza riguardo notizie a quel punto si diffuse velocemente in tutta la curva molti tifosi nel settore parlarono andiamo via chiesero di non giocare la partita
Alcuni capi ultrà con i megafoni chiesto insistentemente di rimuovere gli striscioni e molti obbedirono
La Missa lì dentro una rabbia che che non sapevo che non conoscevo cerca di controllare devi darmi una direzione in quell'inferno scesi no sulla pista tanto il cancelletto era aperto chiese ragazzina Croce Rossa quanti fossero d'avere morti ma mi risposero che non lo sapevano
Che sapevano solo che gli inglesi avevano caricato l'Italia da giù
L'esitante
L'attenzione si allentò per qualche minuto poi un gruppo di ultrà torno in pista sparando uno striscione con la scritta Rezza animals
La parte della curva che riuscì a leggerlo libera un applauso istintivo qualcuno si mise a urlare animals animals con tutto il fiato era uno sfogo tentativo di rimuovere il senso di disperazione smaltimento che ci attanagliava tutti
Molti cercava di raggiungere un'altra curva venivano fermati
Intanto gli altoparlanti dello stadio continuano a diffondere messaggi personali Francesco Rossi comunica alla cugino Daniele di aspettarlo di fronte all'ingresso tribune e così via
Lentamente il prato sembrò svuotarsi confusamente in sottofondo ancora urla cori elicotteri gli zoccoli dei cavalli sulla pista d'atletica Izzo politica palle sulla pista da tre
Alle ventuno e trenta tutto quel rumore di fondo così estraneo un campo di calcio che sollevo accomuna braccio la voce di Gaetano Scirea il capitale la Juventus arrivo Chiara dolce nonostante il riverbero metallico all'amplificazione
La partita della giocata per consentire alle forze dell'ordine di organizzare l'evacuazione del terreno diceva uno Scirea piuttosto a Marazzato imbarazzato concedere
Quasi
E quasi insicuro evidentemente non abituato a tra
A diffondere annunci ed altoparlanti in uno stadio
Però insomma restò al microfono dissestate carminio rispondeva provocazioni giochiamo per fuori
E allora intorno al campo intanto esercito cavalleria noi non sapevamo come reagiranno le ventuno e quarantadue di fronte la decisione disputerà l'incontro non sappiamo cosa pensare di fronte a queste di fronte a noi stessi si gioca nonostante quello che è successo cosa è successo davvero
Sì già come prendere tempo per evitare una guerra
Notizie sui morti sono vere o false l'avevamo tutte dentro e queste domande
La trazione la percepivamo tutta intorno a noi quella specie di bolla dentro la quale eravamo finiti non specie di tempo sospese o incapace di decifrare con esattezza quello che era successo quello che stava succedendo e quello che sarebbe potuto ancora succedere
Eravamo allo stadio ai SerT ma eravamo anche altrove eravamo luogo privo risposte certe
Guardammo la partita come attraverso un filtro le immagini sfocate laudi attutito al tempo rallentato
Tuttavia tentammo ugualmente di agganciare lo sguardo al pallone che rotolava di farci quasi catturare stordire da quella partita da avevamo disperato bisogno per metabolizzare qualcosa che era parecchio più grande di noi rischiava di travolgere cit
Dopo il fischio finale in cima al settore meglio la nostra curva bengala rosso illuminando strisce lo striscione che lo Juventus Club Torino che non era stato rimosso
Una specie di illusione di normalità
Restammo tutti al nostro posto minuti lunghissimi pieni di niente
Intanto la giusta una facendo uscire i tifosi inglesi ma il resto del pubblico rimase al proprio posto e anche noi
E continuava a fissare i i riflettori bianchi dell'Heysel come ipnotizzati in campo verde ormai vuoto il rosso ocra della pista la pratica del tutto inghiottita dagli stivali da esercito belga che occupava ormai ogni corsia
Dopo pochi minuti la giù
Non c'era più nessuno
Il blocco Z restava lì muto e deserto immerso il suo dolore assurdo e innocente
Vale trentanove vittime di quella notte c'è un bambino si chiama Andrea
Aveva undici anni Andrea l'età in cui il calcio la musica della vita la misura della gioia andava in quinta elementare in quinta elementare Andrea l'ultimo anno di scuola dove ti senti bambino che poi con le medie c.d. Renta grandi ti cambiano i quaderni ricambi di sogni
La tecnologico Andrea sicuro al timone del suo computerino Utic venti che già gli andava stretto ed era ingegnoso Andrea delle pile è un intreccio di fili e aveva costruito suo campanello personale perché per entrare in camera sua e di pregato di suonare Brighenti
Quante volte l'ho detto ai genitori scendo a giocare a pallone in cortile perché si dice così due bambini si gioca a pallone Calcio per i grandi quante volte era appoggiato suo maglione per per Andrea per farne il palo Della Porta precari un pomeriggio di di primavera
Papà saliva in finale mi porti andiamo a Bruxelles
A casa André aveva appena finito di aprire i dieci pacchetti di figurine nuovi arrivati regalo come una benedizione Brini il Papa in tre in camera sua egli dice che è riuscito nel miracolo ritrovare due biglietti per la finale che ci andranno insieme e l'UE non sta più nella pelle
Gli sale dentro l'emozione profonda sconosciuta Juventus Liverpool una delle partite più importanti della storia Juventus la vedrà dal vivo col suo papà
Andrea c'è già andato allo stadio al Sant'Elia di Cagliari però stavolta sarà diverso andrà all'estero vedrà una partita molto importante la finale di Coppa dei Campioni in uno stadio che quella sera guarderà tutto il pianeta a nemmeno cento pacchetti di figurine di prendere lo stesso
Adriano racconta subito ai compagni di squadra che lui andrà a Bruxelles a vedere la Juve la finale lo racconta anche i compagni di quinta elementare che andrà all'Heysel e conta i giorni come se fosse dicembre aspettando Natale
E quando finalmente il suo Natale arriva a Bruxelles e quasi estate
I gialloblu salta azzurro intenso luce fortissima mano nella mano con Papandrea si mangia con gli occhi la stazione taxi le strade conta le bandiere bianconere legge le insegne dei negozi esamina attentamente e le Marche delle auto
Chissà dove giocano a pallone qui a Bruxelles i bambini come me chissà se sanno chi è Gigi Riva
Quando entra nello stadio Andrea un sussulto si chiama col fazzoletto che al collo fazzoletto bianco nero timore di perderlo
Comincia a fissare lo stadio ma se avesse di fronte un giocattolo immenso etimo della Juve dall'altra curva entrano già idolo chiuse Jürgen seppur deciso gli regalò il primo sottile brivido
Andrà si sente già un po'più grande in quello stadio degli sembra sterminata di sale in corpo l'emozione dolce l'emozione di un bambino dentro al suo sogno poi Andrea viene fame papali sorride li tira fuori un sacchetto giallo di cioccolatini di colore qui sono buonissimi sai Andrea facciamo ce li bastare
La merenda quei cioccolatini quella giusta per un pomeriggio così poi quando sente le urla a pochi metri e due però Andrea non capisce pensa che sia qualche tifoso un po'più vivace degli altri
E poi cioccolatino fondente ripieno è buono e le grida però si fanno sempre più citato nel settore Z
Intorno alla brava gente comincia a guardare verso sinistra grida riguarda l'inglese scavalcano Andrea cerca di guardare di capire allunga la testa ma e sua madre quarantasei non mi consente di avvisare linfomi Rex che caricano a testa bassa quindi un primo scossone
Spazza via Lulli e suo papà dal loro posto in piedi come tutti gli altri
Giovanni il Papa gli stringe forte la mano tra domanda papà che succede poi di colpo si rinnova abbracciato al padre ma non è un abbraccio come gli altri stavolta suo padre lo tiene stretto come mai prima
Giovanni cerca di scappare verso il lato destro inglesi hanno invaso il nostro settore dobbiamo scappare Andrea nel hanno invaso perché gli abbiamo fatto
Non c'è mica da poco rispondere non c'è mica neppure
Inglesi adesso che arrivano in massa Andrea suo papà vengono scaraventati addosso a chi sta già scappando come loro il settore Z è una centrifuga i Reds sono non da impazzire
Andrea adesso ha paura getta interrogativi infila il no con la mano
Per il suo padre che gli fa da scudo gli dice che sarei tranquillo di resistere che fra poco sarà tutto finito
E Andrea in quel marasma cerca solo di respirare di compensare i diversi stretto suo papà la sua unica ciambella di salvataggio informare impazzito
E per un attimo l'onda rallenta la morsa si attenua si riprende fiato ci sembra composti da sulla testa forse finita
Giovanni accarezza Andrea che accenna un sorriso ma quelli sono Furio sono belve impazzite caricano ancora adesso vanno tutti in onda di sballottato e trascina via di risucchia
Andrea si stringe forte sopra partorì la domani in terra poi si rialzano può ancora in terra Giovanni non lo molla Andrea cerca di rimanere in piedi riprendere fiato di proteggersi dei calci di quelli che scappano
A un certo punto non sente più nulla nel proprio dolore non ha più paura
Si stringe porta su papà
Si stringe forte sopra va e basta
Andrea Casu l'aveva undici anni
E Andrea suo padre Giovanni che ne aveva quarantaquattro sono due delle trentanove vittime bellezze
Il mattino dopo arrivano lampo il sonno era una fuga innaturale disperato tentativo di convincere me stesso che fosse stato solo un brutto sogno duro pochi istanti mi guardai la mia faccia bianca nello specchio verticale appoggiato al letto
La tv trasmetteva notizie aggiornamenti sulla strage allo stadio
Ventiquattr'ore prima il termine ai sali fondeva gioia solo a pronunciarlo era diventato un buco nero un fremito un insulto adesso che un suono orribile inaccettabile
Vagavano in centro senza una meta precisa il corpo e la mente chiedevano solo di scaricare respirare riassestare il motore recuperare il senso e la realtà ma eravamo ancora dentro a quella specie di Bollate
Sì avevamo capito che era successo ma non è che riuscivano ancora razionalizzare a declinare emozioni chiare può avere un pensiero lucido su ciò che era accaduto
Insomma contavamo può galleggiare a camminare
Così in un attimo decisi distinto ritornare all'Heysel presi la metropolitana scesi poco distante dallo stadio Insolera velato di grigio la luce bella del giorno prima
Non c'era più Kiefer mai da un fioraio fai un mazzo di margherite scrissi di getto un biglietto lo infila i suoi fiori forse un modo per parlare con persone che non conosceva che sentivamo vicine col
Ingresso della esatta era pieno di polizia
Adesso le grandi pulizie ieri no
Lampeggianti accesi ben visibili anche da lontano decisi che dovevo entrare e dovevo portare quella Margherita e quelle poche parole sulle gradinate del settore Zeto dovevo e basta a qualunque costo umano alcune intenzione di lasciare quel mazzo lì all'ingresso Polito ovviamente mi fermo bruscamente your life faccia cose che poi la memoria cancelliera non lusinghieri
Ma credo che fui convincente perché mi tolse le mani di dosso e con la radio diciamo superiore che arrivo subito
Forse mi arrestano pensai
Mi fissò poi con occhi difficile dimenticare le sto in silenzio perché secondo infilo in quello spazio lo sguardo un po'triste un po'impotente poi afferrò ancora la radio impartendo un ordine che solo cento stretto mi impedì di cogliere arrivarono due agenti
E mi accompagnarono all'interno dello stadio
Una volta dentro mi trova immerso in un silenzio irreale guardando Block zeta mi spiegò il sangue stop bisogna fermarsi un attimo fare dal respiro
Attraversare la pista d'atletica arrivare fin sotto il settore zeppa di fronte a me è uno spettacolo difficile da dimenticare che le gradinate erano campo di battaglia
Il vento sibila le faceva sbattere nastro di plastica bianca rossa che delimitava pare era l'unico rumore che arrivava all'orecchio
Camminare con discrezione a terra sciarpe pezzi di bandiere brandelli di vestiti giornali panini nel cellophane scarpe calzini bottiglie dei capelli di cinture Phil più occhiali buste di plastica
Il sogno spogliato offeso e violentato dei tifosi io venti
Mi diressi nel punto in cui Boretto cedette gli oggetti a terra si moltiplicavano sensazione terribile come camminare sopra un sudario una specie di gigantesca Sindone di cemento andato a male
Dall'Empire passo per non disturbare quel luogo così fresco di dolore le balaustre di ferro e cemento hanno completamente piegata e
Il peso della folla
Della folle in fuga l'aveva divelto e come fossero state di burro
Io salì ancora i gradini con circospezione gradinate quasi in punta di piedi senza calpestare però nessuno degli oggetti in terra che fotografavano in modo impressionante quello che era accaduto oggetti che sembravano fissarne
Macerie di guerra eppure così vive
Vengo in pace voglio solo deporre un mazzo di fiori vicino a quello che resta del Moretto pensai tra me e me vorrei abbracciarvi per come posso per interrompere un istante questo strazio senza senso
Senza perché voglio soltanto portare un po'di cose di calore nel gesto di questa curva che nessun solo ormai potrà mai più scalda
Aggiunsi Moretto posa il mazzo di margherite con le parole nascoste in un biglietto
E mi inginocchiati restai lì fermo in ginocchio di fronte a quella vi sono non so per quanto cinque minuti mezz'ora boh non non non lo so pensare intensamente a quello che era successo poche ore potere prima forse pregare e chiusi gli occhi
Non riuscivo più andare via volevo restare lì a proteggere tardivamente quel luogo quel tappeto direste Giorgetti e magliette che sembrava ancora chiedere aiuto mai visti prima tanti oggetti urlare così forte il vento aumentava le mie spalle verrà come una specie di respiro come un lamento
Mi assalì un brivido mi alza in piedi appoggia e l'ultima carezza in terra e comincia a scendere feci i gradini della curva a testa bassa registrando ancora ogni oggetto ogni dettaglio
Pensai lì ai familiari delle vittime a quanto avrebbe fatto loro male camminare dentro questa gigantesca ferita aperta
Poi buttare un ultimo sguardo a quella richieda pollaio piegata per terra
Sulle gradinate ride ancora lattine di birre ancora chiuse sassi vetri bulloni
Che era l'arsenale operaio degli hooligans i loro proiettili a buon mercato poi il vento cessò l'aria
Era immobile
Prima di andare via raccolsi tutta la rabbia la forza che avevo attira il calcio un pezzo di muro dello stadio verso l'uscita lasciai l'impronta della mia scarpa un buco profondo un centimetro
Fly se non era mica uno stabile era un giocattolo di cartapesta
Una trappola di cemento marcio
Una volta per ricordarsi qualcosa di importante si faceva un nodo al fazzoletto chissà che se lo ricorda
Mi piace pensare che un giorno gli imbecilli senza memoria né coscienza trasmetteranno insultano le vittime dell'Heysel loro familiari
Mi piace pensare che un giorno quelli che ancora oggi in qualche bar sui social o altrove sta lì a sparare sentenze su quella coppa sul fatto se dovesse giocare giocare la smetteranno
E magari cominciano a chiedersi davvero cosa
Cosa sia accaduto quel giorno c'era da chiedere davvero dell'Heysel ammettendo di non saperne nulla
Mi piace pensare che le giovani generazioni che invece hanno a cuore la storia la memoria del genio nome ai sei si fermino un attimo a pensare
Per provare a capire perché nel sì per chiedere che cosa accadde quella sera per chiedersi per chiedere chi fossero
Però Bruno Alfonso Giancarlo Andrea Giovanni meno Willy Giuseppina dire Dionisio Eugenio
E Francesco e Tarcisio e Giancarlo e Alberto Richard
Il Giovacchino e Roberto e Barbara e Franco e Gianni e poi Sergio Joris Luciano Luigi Benito padre di Domenico Antonio e poi Claude Mario Domenico Gianfranco Mario Giuseppe
Tarcisio
Jean-Michel
E Claudio
La memoria
Mi piace pensare come sostiene Marco Paolini al concerto di manutenzione ogni memoria manutenzione di memoria un lavoro in cui sporcarsi le mani tutti i giorni tra Grasso bulloni e viti ecco le vernice
Spartire pare la memoria oggi nel regno del notizie consumata in un secondo e gettata in un istante sostiene Paolini è un gesto di civiltà e di educazione
Provare a ricordare a condividere storie oggi il regno della velocità che tutto cancella e che tutto dimenticato
è un gesto di ribellione
E allora ribelli angosce rallentiamo combattiamo
Recuperiamo storie raccontiamo le proteggiamo le proviamo a fare manutenzione
Ti memoria
Perché la memoria un fuoco acceso e riscalda
Perché la memoria e luce che illumina e perché credo senza memoria
Saremmo riusciti spenta
Lasciare Gianluca Casadei
Sulla fisarmonica e Center che
Raccontare credo sobrietà ed essenzialità cosa che
Ho cercato in maniera totalmente imperfetta con certezza di di raccontare ma ci sembrava giusto provarci quindi grazie per essere stati qui
E voglio ringraziare ovviamente ancora la Regione Piemonte si va dall'assessore ragazze raccolti presso liquidata presidente ceco elettori ha detto ridetto sporta Juventus Football Club che potrà essere ormai grazie davvero