Testimonianze di malate e malati o di ex pazienti oncologici (survivor) di discriminazioni subite, diritti negati e calpestati, sono realtà.
Un colpo alla libertà delle persone, alla dignità, ai diritti di cui tutti siamo titolari.
Nel nostro Paese, un milione di persone è guarito dal cancro ma subisce discriminazioni: per accendere un mutuo, per adottare un bambino, per l'avanzamento di carriera, per chiedere un prestito od ottenere un finanziamento per … aprire un'attività, per richiedere una copertura assicurativa, per il reinserimento lavorativo.
In paesi europei quali Francia Lussemburgo Belgio Olanda e Portogallo il diritto all'oblio oncologico è realtà: la legge garantisce agli ex pazienti oncologici il diritto a non essere discriminati, a non essere «rappresentati» dalla malattia.
In Italia ancora no.
Andrea Schiena ha avuto nel 2018 una diagnosi di carcinoma pancreatico e in qualità (purtroppo) di malato oncologico, anche se in follow-up, ha conosciuto tante storie comuni di ha avuto un tumore e che purtroppo, alla guarigione clinica non corrisponde quella sociale.
È importante sostenere l'appello https://dirittoallobliotumori.org/ lanciato tra gli altri dalla Fondazione AIOM Associazione Italiana di oncologia medica, l'associazione Incontra Donna Onlus, per un intervento in tema di diritto all'oblio oncologico anche nel nostro paese.
In tre casi si tratta di leggi (Belgio, Portogallo e Francia), in Olanda lo strumento normativo adottato è stato un decreto, mentre nel caso del Lussemburgo si è optato per una convenzione stipulata tra il Ministero della Salute e l'Associazione delle compagnie di assicurazione e riassicurazione.
L'informazione è fondamentale.
La campagna #iononsonoilmiotumore #tunonseiiltuotumore sostiene le molte persone guarite, soprattutto giovani che si vedono negare l'accesso a servizi oppure ne fruiscono con difficoltà, anche decenni dopo aver completato il percorso terapeutico.
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