Sono stati discussi i seguenti argomenti: Bontempelli, Critica, Cultura, Futurismo, Letteratura, Savinio, Storia.
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Rubrica
Commissione
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critico letterario e scrittore
Buongiorno da critica e militanti di solito per neo avanguardia si intende più che un movimento artistico e culturale coerente
Un gruppo eclettico di ideologiche orci teorici e scrittori che negli anni Sessanta riprese lo la lezione dell'avanguardie storiche cercando di tra piantarla nel mondo
Del cosiddetto neocapitalismo in cui ormai ogni trasgressione era subito musei ficcata
E dunque non restava che liquidarla l'unicamente o sinistramente ma comunque con il tono di chi sa che i modelli sono finiti chi però non si voglia fare intimidire dalla pedanteria professionale e professorale di quel gruppo potrebbe osservare che una neo avanguardia c'era già stata più più snella e anche più talentuosa
Quella negli anni Venti di Alberto Savinio e di Massimo Bontempelli già quarantenne nel primo dopoguerra Bontempelli aveva reinventato la sua identità di giovane carducciano e poi di futurista sui generis con due libri formidabili la vita intensa e soprattutto la vita operosa dei veri e propri anti romanzi che anticipano tra l'altro Calvino e l'Unipol
E aveva aggiunto questi libri qualche pezzo teatrale che estremizza ava felicemente certo Pirandello
Il razionalismo sintetico di questo Bontempelli si inseriva nel clima di una cultura che svuotava sia le avanguardie sia alla tradizione psicologica del romanzo tardo ciuccio tardo ottocentesco
L'uomo era ormai considerato come una specie di autonomia un manichino metafisico
E a poco a poco all'interno di questo clima Bontempelli e si inventa anche una poetica codificata che intende addomesticare il lato più angoscioso
Di una simile visione il novecento Isma'che come nella pittura coeva prosciugare i paesaggi ritratti dei personaggi inseguendo il miraggio
Di una semplificazione di linee mitica alienata per così dire allora del resto gran parte della cultura europea era impegnata a cercare di creare nuovi miti poetici per la società di massa
Operazione interessante ma fallimentare perché i miti non si possono far nascere a tavolino non così in letteratura
E per Bontempelli miti sono quelli dei libri del realismo magico così detto degli anni Trenta
Pensiamo a libri narrativi come il Figlio di due madri Vita e morte di Adria e dei suoi figli e gente nel tempo del mille novecentotrentasette
Che oggi viene ristampato in una bella collana dall'editore utopia con una prefazione di Marinella Mascia galanteria
Non è un libro riuscito ma è appunto un libro significativo di una cultura e di un indubbio Taliento
Il problema è che si vede meglio dal cosa Bontempelli sta fuggendo che dove Bontempelli può arrivare o arriva fugge appunto da naturalismo da una trasgressivi Tappert dal sei e Tondo
Non ha però un'altra metà solida in realtà non fa altro che diciamo svuotare o gettare un Vello magico sopra
La tradizione e l'avanguardia di cui la suggestione e la sospensione dell'esito gente nel tempo è un caso tipico insomma di un certo gusto e la suggestione viene anche dal modo in cui il trattore sovrappone una fatalità irrealistica da tragedia senza tempo a dettagli dell'epoca e di provincia italiana date simboliche
E a traumi e dinamiche psicologiche tradizionali figli i rapporti tra le donne in particolare sono al centro di tutta la narrativa Bontempelli aveva di questo periodo i personaggi sembrano statue dive del muto che non si possono abbracciare
Che si muovono all'interno di architetture ed ecco ognuna nel suo capitolo la sua nicchia si direbbe il narratore ci fa vedere che intanto sta attirando i Filistei e così ci si stacca dalla storia ma al tempo stesso pretende anche di tenerci col fiato sospeso
Ed ecco appunto la storia che racconta l'impossibilità o rimozione della vita che la politica stessa Di Monte in pelli esige dunque ogni cinque anni nella famiglia Medici muore un componente come i suoi membri scoprono a poco a poco
E questo fatto genealogico sembra dipanarsi a partire da un evento originario la scomparsa nelle prime pagine e la profezia della matriarcato
Tutto è regola nella vita e nella morte dice la Kram vecchia con le maiuscole
Prima di morire di una morte verrebbe da dire programmata in cui non si capisce se lei esegue perfettamente o se crea un destino
E lo fa in solitudine come cui inviti di cui non si può conoscere il momento di massima e umana fragilità gli altri dopo di lei restano muoversi in un vuote in un sorta di ombra di vita perché non si sfugge a quel destino né legandosi a chi è fuori dalla famiglia né spostandosi nello spazio fuori dalla tenuta in cui tutto cominciato
Qui cioè Silvano il figlio della vecchia che ha Progetti astratto di Breschi che è stato dolorosamente
Vessato e svuotato di vita fin da piccolo dalla madre
Gli anni che viveva non sono che il demente esaurirsi della spinta propulsiva di lei in questo senso c'è sua moglie vittoria che invece si rianima ma e altrettanto incapace di trasformare questa rinascita rare fatta di donne in un'esistenza piena e resta circondata scrive Bontempelli da una aura divina del Renza
Poi ci sono le bambine Novara più avventurose più estroversa e Dirce più ossessiva che crescono tra silenzi molto lunghe scene improvvise di violenza fredda e incomprensibile
Finché la situazione inumana per cui sanno di dover morire di essere davanti a un caso che ha un po'del gioco d'azzardo è un po'della geometria implacabile della sorte tutto finirà ma non si sa chi delle due morirà prima porta a galla nelle ragazze nelle ultime discendenti
Sia un disperato attaccamento l'una all'altra e alla vita
Sia agli scatti dell'istinto di sopravvivenza delle speranze abiette uno spirito di sacrificio senza luce
E una degradazione nelle ultime pagine per quel che riguarda la superstite e una perdita di sei e che è forse l'unico modo per sfuggire all'angoscia dato che la vita essere incerti scrive Bontempelli
Insomma del mondo della vita del romanzo rimangono cui solo le insegne cartelli indicatori ma il mito non è nato e anche su un cartello indicatore una dichiarazione
Che sorge dal nulla e al nulla ritorna notevole sentenza tra le tante che si possono staccare dal contesto è quella che dice
Ci vuole molto più e molto meno che Roma per essere vidi ecco gente nel tempo usciva mentre la Roma imperiale in cui Bontempelli cominciava a non credere più si avviava verso cinque anni di catastrofe a risentirci venerdì prossimo
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