In Italiano, please! Istigazione all'uso della nostra lingua all'università: intervista a Marco Cerase

Radio radicale ci occupiamo di di di cultura e di di di università lo facciamo con Marco Cerase che un funzionario della Camera dei deputati che pubblica saggi di attualità di attualità politica e libri documentazione per approfondire un tema che viene discusso periodicamente anche nelle nelle Aule parlamentari non molto tempo fa un vice presidente della Camera dei deputati
Parlando dell'uso della lingua inglese contesto durante l'esame di una di un atto di indirizzo parlamentare l'utilizzo di parole in lingua
Inglese chiedendo che non fossero ha citato il caso solo sollevato da dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli noi oggi vogliamo parlare del rapporto tra lingua inglese e università
Marco Cerase ha pubblicato in italiano plissé istigazione all'uso della nostra lingua all'università che si avvale di diversi contributi è di Total dal da Armando editore e che si occupa di una di una disputa culturale che è sorta dopo l'approvazione della riforma dell'università la legge Gelmini nelle nel due mila e i dieci che gli imponeva in qualche modo al agli istituti universitari italiani di utilizzare la lingua inglese allora come è nata l'idea di di questo di questo libro nasce tutto dalla dalla dalla scelta
Del Politecnico di Milano che cosa è successo dopo l'approvazione della legge Gelmini
Sì buonasera agli ascoltatori di radio radicale questo libro è l'esito di un'idea originariamente riversa in realtà
Ero partito da una nota sentenza la nota sentenza come forse gli ascoltatori di radio radicale sanno
è un genere letterario molto noto a quelli che sia costano e studiano il diritto anche a chi lo pratica
Avvocati ricercatori professori ci si cimentano spesso con questo genere letterario che popolano da sentenza cioè l'analisi e il commento
Di una sentenza e quindi ero partito da partito da questo anche perché penso che l'analisi il commento delle pronunzie giurisprudenziali
Siano un fattore siano una cosa molto formativa e informativa nel senso che peraltro diciamo una buona pratica di lettura delle sentenze consentirebbe anche di affrancarsi da un modo qualche volta superficiale di fare cronaca giudiziaria e cronaca sulle vicende giudiziarie
Come lei giustamente ricordava alla sentenza da cui era partita una sentenza della Corte costituzionale la quarantadue del diciassette che riguarda la legittimità costituzionale
Della legge Gelmini laddove essa consente realtà non impone ma consente alle università nell'ambito di i loro disegni e loro strategie di internazionalizzazione di offrire corsi in inglese cioè di allargare l'offerta formativa anche alla modalità di insegnamento in inglese
Era successo che il Politecnico di Milano diversi anni fa ormai nel due mila dodici aveva stabilito di insegnare tutti i suoi corsi del biennio diciamo specialistico magistrale esclusivamente in inglese
Quindi dagli hanno fuori completamente l'italiano dalla parte successiva al triennio iniziale
Del dei corsi di laurea
Questo aveva comportato una discussione piuttosto animata dentro lo stesso Politecnico e aveva fatto così muovere un ricorso al TAR della Lombardia
Il TAR della Lombardia aveva ritenuto che la legge Gelmini fosse legittima ove interpretata nel senso che consentiva corsi anche in italiano ma invece potesse incorrere in un'illegittimità costituzionale se fosse stata interpretata nel senso che i corsi si insegnavano solo in Italia quindi scegliendo la prima di queste interpretazioni il TAR Lombardia aveva accolto il ricorso dei contrari alla delibera al Politecnico e e aveva detto sì sì benissimo fare il corso anche in italiano
E quindi accolse il ricorso di quelli che erano contrari alle dall'inglese esclusivo viceversa il Consiglio di Stato cui invece l'università e il Ministero dell'Istruzione si erano rivolti il consiglio è stato non aveva ritenuto che fosse possibile interpretare la legge Gelmini in questa maniera la due quaranta del due mila dieci come lei ricordava poc'anzi
E quindi se la questione alla Corte la Corte costituzionale si apre su un po'il suo tempo ha deciso a voi
Con diciamo nel diciassette e ha ribadito invece l'interpretazione del TAR quindi dicendo benissimo la legge Gelmini benissimo l'internazionalizzazione purché questo non significa non significhi inglese esclusivo
Ma sinché significhi corsi in inglese aggiuntivi a quelli di italiano questa è un po'e la vicenda alla quale mi ero accostato partendo da una nota sentenza Boy diciamo al grappolo le questioni sono uscite fuori ed è nato questo volumetto allora
Lei nel nel nel suo saggio utilizza un po'il metodo del flashback nel senso parte dalla vicenda del Politecnico però poi fa un salto indietro la discussione sulla legge Gelmini allora
Quando c'è stata lì il dibattito parlamentare sulla riforma Gelmini
Si era consapevoli a che tipo di equivoci si andava si andava incontro introducendo quel tipo di norma
E soprattutto quali erano state le posizioni espresse e hanno avuto un carattere di tipo ideologico allora chi difende a spada tratta l'italiano viene diciamo etichettato tout-court come un uomo di destra un nazionalista allora uscendo uscendo da questi luoghi comuni e tipo di dibattito c'è stato
Sì diciamo subito che a quel tempo stiamo parlando della stare autunno del due mila dieci siamo sufficientemente lontani dall'attualità politica di adesso quindi l'attualità politica di di questi giorni la lascerei senz'altro da parte per molti motivi diciamo è anche così non è proficuo finalmente in questa sede addentrarmi sì
Invece la questione che forse in realtà quando si fece quella disposizione che poi portò al all'approvazione di questo famoso articolo due in realtà secondo me è possibile che non ci si aspettava questa questa questa evoluzione io riporto la nascita della della della possibilità di offrire
Corsi in in inglese ci fu un emendamento del senatore come racconto nel libro ci fu un emendamento dell'allora senatore Rutelli
Che loro lo presentò poi questo emendamento fu a sua volta riformulato durante l'esame in commissione alla Camera
E da questo punto di vista secondo me non ci fu particolare carattere ideologico semplicemente io penso che si intendesse un po'aprire e rendere più flessibile
L'offerta l'offerta formativa delle università
Sicuramente diciamo l'intento almeno per quanto mi riguarda l'intento allora era condivisibile se si intendesse
Aprire a ulteriori formule ad arricchire le formule
Formative dei dei dei corsi di laurea il problema è che però diciamo su questo solco segno è stato un meccanismo secondo me che poi ha portato un po'a selezionare in alto
La frequenza dell'Università perché nel momento in cui si dice che
I corsi si insegnano soltanto in inglese
Ripeto sono i corsi di laurea specialistica quindi stiamo parlando diciamo un po'della cima
Della della piramide formativa educativa di di distruzione di specializzazione se si mette un filtro lì su diventa un problema diventa un fattore selettivo non diventa secondo me almeno questa era la mia impressione dal punto di vista anche
Come posso dire educativo e pedagogico non diventa invece un fatto non è più un fatto diciamo di offerta di opportunità ad una platea più ampia
Questa questa questione quindi che appunto i lavori trovato una sentenza come come lei dice mi ha indotto a fare questi flashback e questi è questa retrospettiva sui lavori parlamentari e sul confronto culturale che si è avuto
Proprio perché in fondo si va un po'alle radici anche della dell'intento e del senso diciamo che ispira l'impianto dei nostri corsi universitari
Ecco Comense che atteggiamento hanno avuto sì alla stampa che il mondo accademico nei confronti di queste polemiche lei riporta poco nero con una certa minuzia anche il dibattito culturale che ne è seguito
Che poi si è si è protratto anche quanto si è ripresentato il problema di fare una riforma qui nella scorsa legislatura quando si è trattato della riforma della buona scuola allora come ci si è posti di fronte a questa disputa culturale e tra la stampa il mondo accademico
E diciamo che alcuni organi di stampa particolare
Appunto quelli più vicini al mondo delle organizzazioni
Diciamo dell'associazione di categoria delle imprese
Erano molto erano molto favorevoli anche in qua a questa interpretazione per così dire esclusiva io quindi riporto un po'le prese di posizione quello che io ho trovato diciamo
Talora così curioso
E io in particolare non non mi ci sono ritrovato particolarmente è stata questa ambiguità tra il considerare
Un fattore di avanzamento all'insegnamento esclusivo di materie in inglese
Però
Come dire poi facendo l'occhiolino a un'esigenza vera questa sì vera
Dell'insegnamento dell'inglese
Allora come si diceva prima come dicevo prima
A mio avviso è importante
Insegnare l'inglese a tutti da piccoli come succede in altri Paesi per esempio in Germania per esempio nei Paesi scandinavi in maniera tale che appunto che quando si arriva ai col signor sia in inglese uno lo conosce già e quello diventa una una un'opportunità
Questa distinzione a mio avviso tra l'insegnamento dell'inglese è un indice che è un insegnamento in inglese e di altre materie
Questa distinzione qualche volta mia passo che la si volesse la si conoscesse bellissima si conosca bene la simili quel bene ma la si voglia un pochino confondere su questo punto diciamo mi sono cimentato in qualche rilievo così qualche rilievo critico ironico
Allora che contributi ci sono nel nel libro allora visto che c'è uno scambio epistolare una prefazione la la postazione postfazione di un un ex deputato e giunti un ex presidente del della commissione
Cultura allora quali sono stati i loro contributi nel nel dibattito che lei ha voluto riportare in qualche modo in primo piano con questo libro
Dunque allora sì ci sono quattro scritti ulteriori rispetto al mio questo per dire che diciamo anche come costume come dire culturale anche di formazione
Sempre bene non
Diciamo attaccarsi ad hoc minestre sempre aperti al dibattito e alla alla dialettica
E quindi diciamo io ho pensato di chiamare a discutere su questo tema persone che avessero anche impressioni impostazioni molto diverse dalla mia
E quindi ne è uscita un po'una una un insieme di scritti una prefazione tre postazioni che sono un po'una serie di sfumature la prefazione del professor Giovanni Solimene che è un ordinario di biblioteconomia a Roma uno persona estremamente colta
Navigata di questi aspetti di formazione di anche di veicolo linguistico dei contenuti formativi
E poi invece alla fine c'è un intervento epistolare anche un po'scherzoso in qualche misura di Vincenzo Morreale che è un ex collega punto per la Camera dei Deputati attualmente segretario generale dell'Associazione italiana
Associazione degli istituti culturali italiana italiani laici e poi ci sono appunto il contributo dell'onorevole Valentina Aprea come le diceva il è una ex vicepresidente del è un ex Presidente
Della commissione cultura che invece tendenzialmente favorevole all'IPA diciamo alla la strada intrapresa
Dal Politecnico e poi c'è una una una postazione più sfumata un po'più dubbiosa di Pippo Civati che è stato parlamentare nell'altra legislatura che appunto ricercatore di di filosofia il quale ha è più sfumato anche se diciamo riconosce
In qualche misura la la fondatezza della
Insomma della mia linea di ragionamento
E quindi ho pensato così di offrire anche un ventaglio
Di un ventaglio di di opinioni su questo tema che c'ha insomma mi sembrava che ci avesse un tirasse aggrappo lo tante tante altre tematiche che queste si potrebbero rivelarsi ancora attuali
Un'ultima questione che forse sulla diciamo dal dalla disputa del del libro lei ritiene che con la Breaks sette noi assisteremo a una decadenza dell'inglese a un diciamo a un ritorno ai vecchi fasti del del del del francese oppure ritorna legalità ritmo delle delle delle lingue europee
Questo onestamente non so dire
L'inglese credo che ormai sia in effetti un po'una lingua franca per per tutto il mondo si parla di globi esce no di lingua globale
E quindi anche per come posso dire per la presidenza degli Stati Uniti ormai diciamo l'inglese si sparge nel mondo è vero sì per l'impero inglese
Dell'Ottocento insomma anzi che prima
Dei secoli dal diciassettesimo regole poi però
Però direi che
L'inglese diciamo secondo me non non ti senti non risentirebbe
Di di una di una breve exit quale che ne sia la forma si appunto
Ci sarà
Quindi penso che più o meno da questo punto di vista resteremo resteremo su diciamo su su questi temi insomma
Certamente
Penso che conoscere le lingue sia una cosa importante
L'inglese ovviamente francese io mi spingo fino a dire che probabilmente a un certo punto
Anche le lingue più distanti come presento cinese mandarino insomma penso che sia un fattore di grande fortificazioni irrobustimento culturale formativo
Per tutti ecco purché sia un'opportunità per tutti all'inizio e non un fattore telefonando all'ingresso una barriera in cima insomma si quando perpetrata per arrivare come dice la Costituzione più ai più alti gradi ai più elevati
Gradi dello studio che devono essere assicurati a tutti i capaci e meritevoli ancorché privi di mezzi
Beh io la la ringrazio molto per averci aiutato in questo viaggio in questa disputa culturale ringrazio Marco Cerase autore di in italiano plissé istigazione all'uso della nostra lingua all'università
Che si presenta il diciassette gennaio due mila diciassette nell'auletta diciotto mila diciannove due mila diciannove mila alle diciassette due mila diciannove alle diciassette il diciassette gennaio nell'auletta di Santa Maria in Aquiro che è una saletta del Senato a piazza Capranica settantadue bene allora ne facciamo anche richiede la copertina
Del del libro perché lo volesse acquistare per per leggere o una una fetta o del di di polemica diciamo universitarie del del di piccola
Di piccola polemica politica grazie a Marco Ceraso autore di in italiano plissé edito da Armando editore