"La guerra in Europa: Adriatico, Jugoslavia, Balcani"

No
Però
Buoni divento Venturini
Sette parola Olga Capasso bene dal Governo e la raccolta fa propendere Napolitano anche sul filo di lana venduto solido vengono battuto ampiamente venne un cordiale benvenuto la la tavola rotonda questa mattina
Soprattutto i reality di fatto annota su questo tema del male la presentazione di una nuova rivista che piuttosto un libro è una rivista si chiama linee è una rivista italiana di geopolitica monovolume si occupa della governo prima realmente preoccupante noi pensavamo non si dovessimo più occupare di un primo difesa del genere idea in tema di questo genere
Europa
Però queste la realtà
Adesso si sa che ha detto può dire qualche idea come possiamo superare
Noi aspettiamo ancora presidente della Camera onorevole Napolitano rientrato si è scusato verrà un po'più tardi easy listening in quindici minuti poi fatti Ceparana anche alla tavola rotonda e condiviso dalla formula
Grazie Caracciolo che io risiedo dibattito grazie ringrazio molto Erich Kush della stampa estera per l'ospitalità e l'interesse dimostrato per questa nuova rivista una rivista che sostanzialmente vuole indirizzarsi verso due assi
Il primo è quello di capire
Qual è la nuova collocazione geopolitica dell'Italia dopo la fine della guerra fredda
Il secondo è un asse diciamo meno politico è quello di cercare di diffondere nel nostro Paese una cultura di diciamo di geopolitica e comunque di interesse per la politica internazionale che Nenni mass media ma anche diciamo a livello educativo sia nei licei che nell'università piuttosto trascurata e che invece diventa non solo sempre più interessante ma che sempre più importante
Visti i sommovimenti che stanno sconvolgendo la carta del mondo dell'Europa in particolare
Quindi una rivista con uno scopo formativo e informativo convinti come siamo che la discussione su questi temi non posso essere ristretta
Ai soli venti si somme professore alle élite più ristrette ma debba in qualche modo coinvolgere l'opinione pubblica nel senso più vasto del termine
Opinione pubblica che mi pare anche dal successo del del primo numero senta un po'la mancanza dell'informazione
Su questi temi perché chiaramente quello che noi troviamo sui giornali o che vediamo in televisione molto spesso non può diciamo spiegare le radici storiche
Delle crisi e delle guerre che stanno sconvolgendo in questo momento il mondo quindi noi cerchiamo di riprodurre
I diversi punti di vista e le le diverse visioni delle parti in conflitto lo abbiamo fatto nel caso del Numero jugoslavo lo faremo anche quando ci occuperemo per esempio del lavaggio politica del Vaticano che sarà il tema del prossimo numero uscirà di qui a un mese o delle altre questioni speriamo meno bellicose e meno urgenti che saranno trattate nei prossimi numeri ma io qui sono solamente in veste di diciamo direttore d'orchestra e non pretendo di fare la recensione della mia rivista quindi darei senz'altro la parola a Cesare Merlini per introdurre questa discussione grazie
Grazie Caracciolo
Chiede di la tua parola adesso e
Soprattutto di aver preso l'iniziativa di questa rivista
Di questioni internazionali di cui mi sembra si sentisse il bisogno nel Paese
E mi fa piacere sentire che nella prima
Il primo numero avuto successo di pubblico questo mi sembra un fatto utile importante come alcuni di voi sanno io vengo dall'Istituto affari internazionali
E dopo lunga discussione interna all'istituto noi abbiamo deciso che e la rivista dell'Istituto
Fosse in inglese
è stata una scelta difficile da fare perché è una scelta di rivolgersi al pubblico internazionale anziché al pubblico italiano
E ma nel prendere questa decisione Doi abbiamo auspicato
Che altri noi non potevamo permetterci il lusso dico subito di fare tutte e due
E che altri e realizzassero una una
Intervista una rivista di questioni internazionali e quindi a me sembra che iniziativa di di rimesse sia l'iniziativa da salutare
Con
Con soddisfazione
Naturalmente nel presentare
Come qui ci ha chiesto di fare il primo numero della rivista
Non posso non vedere nell'editoriale di questo primo numero una specie di manifesto fuori programma
Della rivista
E
Vorrei innanzitutto soffermarmi appunto sull'editoriale
Sul quale vorrei accentuare anche per amore del dibattito gli aspetti critici che mi mi vengono dalla lettura di questi gioviale
E in questo senso essendo sì definito Lucio Caracciolo
Il direttore d'orchestra non vorrei essere uno strumento non perfettamente allineato con la sua interpretazione della dei della di quello che deve essere questo dialogo credo che
Ci siano in questa presentazione in questi editoriale portassero anche alla tematica specifica con cui dedicato questo numero
Delle
Degli spunti o molto molto giusti e molto utili
Però
Ognuno di questi poi sbocca su un esito sulla quale io vorrei esprimere qualche perplessità
Di Fabio esprimerò quattro
è vero che l'Italia negli ultimi cinquant'anni
è stata dominata da due culture
Quella marxista e quella cattolica
La Società italiana nello stesso tempo
Si è mossa in una direzione
Che non corrispondeva a queste due culture
Ma nella direzione di una terza cultura tende se minoritaria nel Paese
Che è quella laica e liberale
L'alta liberale e una terza cosa che dirò dopo
Questo sfasamento
Fra
Il corso di evoluzione della società italiana e la dominanza di due culture
Che giustamente li dito viale di Limes mette in rilievo
A mio avviso all'origine di una crisi culturale
Di un fenomeno di dei o legislazione
Essendo quelle due culture dominate da aspetti ideologici che a mio avviso e anche all'origine della crisi di corruzione del sistema politico italiano che stiamo vivendo
Secondo osservazione
E vero come dice la rivista come dicevi di tre piani di Limes
Che atlantismo ed Europa Isma'hanno surrogato Anna come dice la rivista
Il testo alla carente coscienza nazionale se un'osservazione molto giusto
En passant vorrei rilevare che uno dei difetti forse il principale dei difetti dei movimenti europei mistici
In Italia è stato quello di giocare apertamente sul questa surrogazione
A prescindere dall'evoluzione interna del Paese accontentarsi che l'Italia sia is prime S in favore dell'Europa
In generalmente a parole ma anche nella sostanza
Tuttavia nel questo tempo in cui c'era questa
Questa surrogazione
E della quale rispetta la coscienza nazionale
L'Italia non ha sviluppato un sufficiente senso dello Stato ed è questo che avrei preferito di vedere indicato assuma vocato al senso dello Stato più cava coscienza nazionale
Mi si dirà
Coscienza nazionale e senso dello Stato vanno di pari passo è vero però
A seconda che il concetto dominante e con cento nazionale oppure il senso dello Stato il risultato può essere profondamente diverso
Dice la rivista a pagina dieci che
Che la forza del sentimento nazionale positiva quando rinsalda la stabilità dello Stato
E e se non la rissa
E l'accentuazione della coscienza nazionale
Per di più come viene fatto e come dirottò poco e in relazione al territorio
Che può diventare invece indagati negativa nel senso che ispira il nazionale ex
E questo mi porta la terza osservazione
E di nuovo vero quello che dice l'editoriale di Limes
Nel
Che le due culture dominanti sopra menzionate hanno rimosso la nazione
Ma è anche vero che nel frattempo l'Italia affatto integrazione
Più o meno coscientemente ci può dire soprattutto nella prima fase
Che come i imporrà di Molière affatto integrazione senza saperlo a diversi livelli
La comunità tornato Fondo monetario rigata il G7
A metà degli anni Settanta
Pressappoco si può vedere come poi questo fare integrazione diventato più cosciente più efficaci
Ecco la terza cultura che ho detto c'è una terza cosa che lascerò per dopo
La cultura ho detto laica liberale aggiungerei e integrazioni sta
Anche la l'aspetto integrazioni sta della cultura italiana è stato prevalentemente minoritario però vincente perché corrispondente all'evoluzione della società italiana che si è sempre più integrata nel sistema internazionale
Ora rilevo che nell'introduzione di Limes la parola integrazione non è mai menzionata
Quindi diciamo ci sono problemi di rimozione di un tipo ma mi domando se non ci sia un problema di rimozione nel servire nella nell'altra direzione
Quarta e ultima osservazione
E vero che per lui definita per l'Italia lo dice in prima pagina nella prima pagina detto editoriale e finita lì la rendita di posizione
E che occorre pertanto cito di nuovo a svolgere un ruolo importante specifico a cui ci siamo fra l'altro i nostri partner comunitari
Condivido perfettamente e mi sembra importante dirlo questo momento è finita
Però se io passo qualche pagina dopo
Leggo
Che bisogna ricominciare a pensare in termini di posta in gioco territoriale
Ecco che questo ruolo attivo viene identificato con un'azione territoriale
E la riscoperta del senso nazionale viene portata nel non sugli aspetti istituzionali dello Stato
Ma sugli aspetti naturale il territorio potrebbe esser Lavazza eccetera che è alla fonte del nazionalismo cioè della non integrazione
Ecco
Io ho condensato in questi quattro punti il miei motivi di consenso sull'impostazione del della rivista e anche quelli che sono i miei aspetti critici c'è del nuovo nella rivista certamente in bianco un nuovo che dire nella lettura
Sono stato interrotto da qualche sperduto
A perché sono allergico la polvere c'è c'è un un chi di polveroso di ritorno in soffitta nella soffitta dove c'è appesa la la giubba del nonno con un buco nella manica per la pallottola beccata sul Montello non so
Un ritorno i i indietro
Nella novità in cui ci sono certamente dei fattori positivi di riscoperta ma a mio avviso rischiano di rimanere fuori da quello che è l'evoluzione recente della Società italiana e della Società internazionale
Il dibattito sulle cose internazionali che viene che uno coglie andando oggi
Negli Stati Uniti in Germania perfino in Giappone
è un dibattito che in questo momento è accentrato incentrato su cose diverse
Che non
Il il territorio
Per esempio
Elemento molto importante in America
Il rapporto che esiste fra la sicurezza nazionale la sicurezza collettiva questo è il grande problema che ci si dibatte negli istituti
Di questioni internazionale negli Stati Uniti che cosa significa
La la politica estera era per l'antica definizione della cultura americana nella politica al Science americana era la difesa degli interessi nazionali
Adesso negli Stati Uniti il grande dibattito e se partecipare o meno a forze i i internazionali di più di pace
Risolto fino adesso col fatto che c'era la leadership americana e quindi quella internazionale dalla Correa al-Khoei terra un po'una copertura
Ma adesso c'è questa decisione che gli Stati Uniti hanno preso che insomma alle alle fu truppe americane saranno sotto comando esterno
A mio avviso questo qui è un è un passaggio importante
Che sta suscitando un punto un dibattito negli negli Stati Uniti abbastanza forte il problema degli Stati Uniti alle del lemma degli Stati Uniti
E quello di essere contemporaneamente una delle Nazioni Unite
Ed essere i leader delle Nazioni Unite e ci sono da riconciliare delle difficoltà non indica non indifferente
Ma il problema come ben sapete della partecipazione alle forze internazionale di pace non è limitata agli Stati Uniti e il grosso
Centro del dibattito di politica internazionale in Germania
E anche in Giappone
Per brevità non mi soffermerò su altri aspetti ma un altro punto molto importante oggi è
Il il giorno regionalismo vs globali istmo
Nel commercio internazionale
Dobbiamo pensare a grandi aree regionali Nafta Comunità europea eventualmente un'area Paci Asia Pacifico o dobbiamo fare o o questo va contro il globali smontiamo realizzato attraverso ricatti
Ecco quindi ma mi sembra che questi dovrebbero essere temi date nere molto presenti nella nel prosieguo
Della dell'attività che mi auguro lunga e di successo della rivista Limes
Aggiungerò brevemente una considerazione sul numero specifico dei Balcani sui Balcani che abbiamo qui di fronte a noi poi ci sono esperti molto più competenti di me qui su questo aspetto specifico Nagara discussione andrò sui sui problemi dell'oggi ma quello che vorrei notare che questa impostazione della rivista che ho analizzato condiviso e criticato in parte in parte nella né né in quanto detto finora si riflette nell'analisi che c'è sui Balcani un'analisi interessantissima di grande completezza grande precisione
Punti di vista aiuta a vedere punti di vista Diversi c'è una documentazione molto utile molto ricca
Ecco colpisce che non ci siano dei capitoli che di che parlino della c'è e la Jugoslavia la NATO e la Jugoslavia ma soprattutto le Nazioni Unite e la jugoslava
Cioè gli organismi internazionali perché difficile immaginare trovare nella storia una crisi
E internazionale o in Terna
Si può discutere a non finire su questo ma insomma una crisi
Grave con Guerra militare e civile tutto quello quel che ce nella situazione Jugoslavia nel quale ci sia stato un investiti che viene una analoga
Che è un analogo investimento di di responsabilità nei confronti degli Stati e diede delle organismi internazionali certo il piano Panza ove non oggi sembra no non avviato un gran successo ma domani potremmo vedere che poi non è finito nel cestino della carta straccia
A me quello che mi interessa il mettere in rilievo il fatto che è la prima volta che noi abbiamo un signore che si presentano in nome della Comunità europea
Insieme con un signore che parla a nome delle Nazioni Unite che vanno sul posto affrontano una crisi che propongono una soluzione
Una soluzione criticabili sì ma da questo criticatissima da questo o da quell'altro aspetto
Che però tutti critici non sono riusciti a che le a a compensare a sostituire con un'altra proposta un'altra proposta credibile
La partecipazione forse crescente della NATO ebbene significativo di un cambio del ruolo della NATO in questa direzione c'è qualcuno che dice la partecipazione dell'amato
E l'indicazione del fallimento dell'Europa io personalmente non sono mai stato sostenitore della tesi che questo era un problema europeo che con poteva agli europei i i in maniera prioritaria
Abbiamo coinvolto ormai da quasi un secolo gli Stati Uniti nella sicurezza
Del continente
Perché si deve dire che questo problema europeo dunque non che non riguarda loro
Se la NATO che un organismo Atlantico può fare una funzione di organizzazione militare comunque l'Europa avrebbe avuto bisogno di un appoggio da Amato se non altro per la parte intelligenze sorveglianza Rea
E satellitare
Cosa c'è di scandaloso
Io sono sostenitore di una tesi
Che chiamo quella della sussidiarietà rovesciata voi sapete la sussidiarietà né alla Comunità europea e quella che dice che bisogna passare al livello superiore c'è da nazionale all'Europeo solo quando questo quando un problema non è affrontato efficacemente a livello inferiore cioè a vedere a livello nazionale io credo che nella sicurezza internazionale ma andiamo verso una sorride sussidiarietà rovesciata
La il massimo di legittimità di intervento pacificatore sia con il massimo livello dell'organismo internazionale coinvolto quindi le Nazioni Unite
I livelli inferiore leggina
Leggi se ci fosse la CSCE leggi Europa ancora a ad un livello inferiore subentrano completare sostituire se necessario il livello superiore
Io credo di aver parlato anche troppo lungo via Fermi era il paese mi fermerei qua ringrazio moltissimo per le sue interessantissime osservazioni Merlini poi magari rispondono molto brevemente alla fine
Solo un punto vorrei chiarire anche per comprare da un possibile equivoco quando noi ci riferiamo territorio innanzitutto lo facciamo perché non siamo una rivista il relazioni internazionali ma una rivista di geopolitica che piuttosto differente
E in secondo luogo perché il territorio e di fatto adesso riscoperto come fattore politico più politico che dir si voglia
A indipendentemente dalle nostre preferenze che certamente non andrebbero nel senso di una riscoperta delle radici etnico territoriali ma è un fatto e noi dobbiamo cercare di renderne conto
Adesso tre la parola all'ambasciatore Sergio Vento che fra l'altro essendo stato anche ambasciatore a Belgrado un'esperienza diretta in questo campo
Prego
Nelle settimane scorse
Si è parlato molto Vines
Di un'iniziativa urgente volta colmare un vuoto
Una pausa piuttosto nella
Politica italiana ci
Risolve la c'è
Ha ricordato alcune delle cause no ma insomma comunque la che hanno determinato questo vuoto
Tra quelle che Merlini è ricordato io metterei il luce in particolare
La conclusione della seconda guerra mondiale
Con i suoi insegnamenti recognition Teresa prodotte sulla cultura politica del nostro Paese con il necessario riflessi sulla politica estera
Del nostro Paese
Non a caso
Perché ho detto di parlo sto poi ho restituito tutto
Estremisti a casa ha trovato anche in questo caso una confermo
Ora parlare di geopolitica
è quanto mai necessario
Propone una dimensione riversa
Non un'alternativa
Alle interpretazioni sulle crisi
E soprattutto alle interpretazioni cui in Europa
Con la guerra in Europa
Piccolo
Il primo numero di Limes
La transizione una trascrizione attenti rapidissimi
In larga misura andata aldilà nei suoi contenuti anche quelle che potevano essere
Le intenzioni e le aspettative
Ha proposto con un prepotente ritorno della storia sulla scena
Ritorno della storia non significa necessariamente ritorno della polvere
Fu ritorno di
Elementi o fattori totalmente desueti
Significa semplicemente aver affiancato alle logiche
Dell'integrazione dell'oggi che del localismo alle logiche poi degli aprì il giornalismo costruttivo altre logiche
Che abbiamo visto all'opera che vediamo all'opera purtroppo soprattutto ribatte
Soprattutto nei Balcani ma con riflessi molto importanti anche nei comportamenti
Negli indirizzi
Non sempre coerenti peraltro dei principali soggetti Esterni alla crisi bancaria
Quindi un prepotente
Una prepotente riaffermazione in qualche modo
E i diritti della storia
Che si credeva
In qualche modo accantonati superati dalle logiche integrative
Dalle logiche della regionalizzazione
Il fallimento della CSCE
Questo è un punto sul quale di avviso
Sarà necessario soffermarsi per il fallimento della conferenza sulla sicurezza e la cooperazione europea che avrebbe dovuto assicurare una transizione soffice morbido costruttiva dalla logica confronto alla logica della collaborazione
E l'integrazione passiamo
In larga misura
Anche è inutile nasconderlo
Un
Una performance
Abbastanza modesta nella stessa comunità europee
Quando addirittura
Alcune contraddizioni di comportamento non hanno avuto degli effetti controproducenti
La geopolitica risalendo correndo
Padre
Dell'organizzazione scientifica in questa materia Russel
Alla fine dell'Ottocento
Poggia su due categorie fondamentale
La posizione e lo spazio la verrà
Secondo la terminologia
La posizione di ogni fine mese
E lo spazio circostanze del padre ogni Paese Simone
è improprio per l'Italia resuscitare il rilanciare le leggi della geopolitica in questo momento
La mia risposta negativa l'Italia insieme alla Germania e alla Grecia
Condivide il discutibile privilegio di aprire tra i Paesi comunitari fra i duplici delle frontiere resterà
Alla comunità
Questo è un dato molto importante
Altri paesi comunitari non hanno frontiere esterne alla comunità
A parte la costituzione della Svizzera può riguardare in qualche modo la
Quindi il nostro Paese di un Paese a forte sovraesposizione Stern lo dimostrano in questi giorni in queste settimane la circostanza
Che il nostro contributo allo sforzo deciso dal Consiglio di Sicurezza delle azioni e interpretato dalla più attuale
Lo sforzo sulla Bosnia Erzegovina
Mobilità necessariamente
Dodici quattordici sedici basi reti italiane
Dal Friuli fino alla Sicilia
Un dato di fatto
La sovraesposizione Esterna del nostro Paese dovuta a questa circostanza in Villani eravamo millilitri posizione e spazio
Si traduce anche in tanti altri aspetti
Destabilizzanti o comunque inquietanti per il nostro Paese connesse alla destabilizzazione dei Balcani
è il primo numero di Limes c'è un'inquietante e coraggioso
Piccolo saggio Paolo Rumiz Piccolo di Trieste che descrive alcuni aspetti sinora trascurabile non adeguatamente ricordati della destabilizzazione dello spazio ex jugoslava
Quindi
Da gennaio politica non certo in opposizione alle logiche del integrazione del pluralismo
Della regionalizzazione costruttiva operativa
Ma geopolitica per descrivere i limiti
Delle logiche d'integrazione
E delle logiche del Governo
Il vento sono dinanzi agli occhi insomma
Per quanto riguarda in modo particolare poi
Diciamo
Diventa
Tra integrazione disintegrazione tra loro
Il loro
Io sono d'accordo voglio dire che forse i processi integrativi
Sono ineluttabilmente destinati a proseguire sì al centro
Al centro intendo al centro del sistema internazionale
Mi riferisco al processo integrativo europeo che per quante esitazioni e incertezze Possa conoscere in realtà sembra indicare il senso di marcia forse contenti leggermente rallentato
Mi riferisco per esempio alloggi integrativa al centro del sistema per quanto riguarda la nascita tra gli Stati Uniti Canada messi
E anche altre logiche potenzialmente integrative al centro del sistema in Estremo Oriente
Fermo restando il problema di collegare queste logiche integrative tra loro quella europea quella americana
Quella
Asia
Dove l'Estremo Oriente ruotante ovviamente intorno al Giappone
E alla al nuovo fattore cinese
Viceversa esiste il rischio concreto che logiche visivo integrative sia firmino
Alla periferia
Dei grandi sistemi
Questo è il caso dei Balcani
Ma è anche il caso
Delle repubbliche ex sovietiche del Caucaso e dell'Asia centrale
Con
Pesanti coinvolgimenti anche di soggetti Esterni e confida
Il perché
Si possano saltare questa ipotesi
Di un andamento piuttosto divaricato fra integrazione dei grandi sistemi al centro e disintegrazione o fenomeni disintegra chili alla periferia resta ancora soggetto discussione di approfondimento di andare forse un'altra circostanza
Vorrei venire brevemente
Alla
Al caso della ex Jugoslavia
E alle circostanze che hanno portato
Alla sua disintegrazione
Credo che sia necessario un breve riferimento alla dimensione storico istituzionale
Si è detto
Da taluni
Che esista un filo conduttore
Nemmeno tanto invisibile
Tra Sarajevo quattordici e Sarajevo novantadue
Ci troveremmo in presenza in qualche modo attraverso una serie i processi di reazioni a catena
Nel corso dei
Diciamo dodici mesi
Il conflitto che va dal giugno novantuno
Alda maggio giugno novantadue dalla Slovenia e la Croazia e la Bosnia Erzegovina perfetto di una evidente scontato prevedibile e previsto Domino situazioni conflittuali
Dinanzi
Autore di quelle manifestazioni di prepotente ritorno della storia
Sulla scena
Il primo numero di anni messa contiene un saggio
Magistrale a mio avviso il documentatissimo nemica Corinna
Un pubblicista uno studioso
Di lingua tedesca
Che ripeto
In maniera esemplare francese censito riscontri alcune delle invenzioni storni si parla anche tedesco suggerì scrive molto aggressiva molto bene perfetto
Descrive molto su
Quando in stampa tristi da austriaci dalla Welt al allo standard di Vienna
Che ha ricostruito ripeto in maniera egregia
Lo sviluppo
Di
Della politica estera
Europea nei confronti dei Balcani
Al momento del diciamo alla vigilia
E in conseguenza della disintegrazione degli imperi
Cioè sullo sfondo della debolezza dell'Impero ottomano
Della conflittualità tra l'Impero russo zarista dell'Impero austro ungarico il ruolo dell'impero tedesco
In parte frenante
Questo è molto importante di un questa conflittualità per l'intero staff l'impero zarista frenante per ragioni di equilibri generali in Europa centrale nel rapporto stesso tra la Germania e la Russia
Il filo conduttore che lega collegamenti Sarajevo quattordici Sarajevo novantadue
Va ricollegato ad un'altra circostanza
Storica
Indiscussi la Jugoslavia
La prima è dimostrabile
E in parte la seconda Jugoslavia
Si è andata creando per sottrarsi
Per sottrazione
Da interi dici
Questo è stato il caso
Lo Stato serbo all'inizio dell'Ottocento questo è stato successivamente
Il caso per la nascita della prima di posare
Sottrazione dall'Impero austro-ungarico questa era stato il caso
Per la Macedonia per sottrazione occasione delle guerre balcaniche eccetto dodici tredici sempre dall'Impero ottomano
E infine che in qualche modo
Per sottrazione egualmente la Jugoslavia abilità consolidato
Cioè proprio spazio alle proprie frontiere alla fine la seconda guerra mondiale
Per sottrazione
Dall'Italia
Io non voglio entrare adesso nella discussione se gli assetti che erano scaturiti dalla prima guerra mondiale o degli assetti
Al cento per cento giudizi precisi questo ci porterebbe a una
Beh non c'è dubbio che questa formazione per sottrazione
Diciamo quindi per effetto di spinte centrifughe dagli Imperi in decadimento in disfacimento da pesi sconfitti
Territori di nazionalità
Avesse trovato poi un momento aggregante
In una comune matrice
Culturale che registrato il sud anche se questa comune matrice
Poteva essere messa in discussione
Da
Il massimalismo provato sloveno o poteva messe essere messa in discussione
Dal nazionalismo gran serbo
Il quale nei confronti dello jugoslavo Isma'quantomeno
Nel periodo fra le due guerre mondiali non aveva mai manifestato necessariamente un grande interesse sappiamo tutti che già alla fine degli anni Venti pare Alessandro Casati orge Jugoslavia dinanzi a una certa irrequietezza del nazionalismo croato
Aderiva
Non tanto lui quanto uno dei suoi più ascoltati consiglieri nella fattispecie non fu molto ascoltato aveva proposto la possibilità di dar vita ad uno stato provato fortemente diminuito naturalmente nella dimensione viceversa massima cui nazionalismo Prato aspira
A questo processo che sottrazione che aveva dato vita alla prima e alla seconda jugoslava lo sguardo cioè sottrazione da paesi vicini
E naturalmente si sommava complicando lo e il problema della disseminazione del popolo serbo al di là delle frontiere della Serbia
Ci siamo trovati
Tra il mille novecentonovanta mille novecentonovantuno
A
Tentare
E purtroppo senza successo
Una armonizzazione
Tra
Il ritorno prepotente della storia
E la spinta quindi al dissolvimento della Jugoslavia per sottrazione
Ossia l'aspirazione rovente ho provato a creare il proprio Stato nazionale
Ad armonizzare dicevo questi processi
Ivi incluso naturalmente
Quello che ispirata
L'unità territoriale statuale del popolo serbo
Dubbiamente combinata
Successi per la creazione di Stati nazionali
L'ho provato
In qualche modo quello multietnico Bosnia molto più problematico
Beh ci siamo trovati Danzi appunto dicevo di armonizzare queste spinte ai principi Caracci esserci
Ho parlato prima di un fallimento della CSC
Questo è un tema che meriterà approfondimenti in altre sedi
La CSCE tra l'Atto di Helsinki veniva centosettantacinque la Carta di Parigi del novembre mille novecentonovanta
Attraversato una forte poderosa positiva evoluzione allargando la sfera dei propri interventi allargando la sfera anche dei principi che in qualche modo avrebbero dovuto governare l'Europa della transizione e del dopo guerra fredda
Purtroppo
L'armonizzazione fra questi principi si è rivelata impossibile
Addirittura si è rivelata controproducente
Mi riferisco in modo particolare all'armonizzazione dei principi relativi alla sovranità degli Stati
Cibi non ingerenza
Ha rispetto delle frontiere
A quello di autodeterminazione
In modo particolare questi due ultimi sorta di difficilissima armonizzazione
L'autodeterminarsi e il rispetto delle fonti
Nel caso jugoslavo e noto a tutti
Che il principio di autodeterminazione
Portato alla creazione Stati su base
Clinica relativamente omogenea
E si ha urtato al da un lato al principio della modifica delle frontiere esterne della Jugoslavia ma dall'altro a quello della immutabilità delle frontiere interne della stessa ex-Jugoslavia
Non c'è dubbio che il sistema CSCE
Dovrà affrontare
Queste
Questi elementi di contraddizione
Tanto più che si potrebbero riproporsi
Ad un certo momento
In altre situazioni si stanno già riproponendo nel conflitto tra armeni che azeri nel Caucaso
Ma potrebbero effettivamente riproporsi in maniera ancora più esplosiva in altre situazioni
Negli stessi Balcani e altro
Io vorrei fermarmi qui in queste osservazioni delle quali ho cercato
Stabilire un collegamento tra la dimensione culturale politica e strategica
Che la riproposizione della dimensione geopolitica
Effettuo
E promuove
E il caso specifico
Della
Guerra nei Balcani
Ruotante intorno alla disintegrazione della Jugoslavia
Ritengo che per quanto riguarda l'Italia siamo partire l'Italia corre conclude contabile per dare un po'di circolarità questo a questo intervento
La frammentazione dello spazio seconda dimensione quindi della geopolitica la frammentazione dello spazio al di là dell'Adriatico
Non è nell'interesse del nostro
Si tratterà quindi di promuovere attraverso un processo di pace basato forse su scritte ieri in qualche modo intelligenti realistici
Una stabilizzazione dello spazio Balcani
Questo rischia
Come ho detto prima di mettere in serio pericolo gli interessi di sicurezza interessi di collaborazione regionale economica e non regionale tra il nostro paese e
Bacino Adriatico balcanico e dal
Grazie ambasciatore Vento magari poi di parleremo anche di questo tema finale che mi pare molto interessante sull'interesse nazionale italiano che si dirige contro la frammentazione dello spazio esterno
Vicino
Sta arrivando Presidente Napolitano dovrebbe essere quindi a minuti intanto darei la parola per il suo intervento a Franco Venturini
In quanto giornalista io mi sento irresistibilmente attratto dall'attualità forse dalla cronaca
E allora prendo spunto da alcune cose che ho sentito soprattutto dall'amico Merlini
Constatando che due osservazioni fatte da Luís le avevo fatte anch'io leggendo questo primo numero di Limes soltanto che da queste osservazioni arrivo poi a conclusioni molto diverse
Da quelle di Merlino
è vero che
In non solo nell'editoriale ma nell'impostazione generale di questa rivista
Si parla molto di interesse nazionale se ne lamenta la lentezza di formazione si parla poco di cultura dell'integrazione
Ma dico io con quanto ritardo questo avviene noi non siamo un Paese come per esempio la Francia il caso più tipico
Che negli ultimi decenni è riuscito ad abbinare la cultura dell'integrazione e la cultura dell'interesse nazionale e e con quale Energia la Francia difende i suoi interessi nazionali
Non siamo un Paese nel quale dalla signora Guerra oggi
I processi decisionali politici
L'establishment istituzionale manchi altri establishment che dovrebbero partecipare alla definizione degli interessi nazionali quello dei media per cominciare dal mio orticello
Quello dei militari quello di di tutte quelle componenti che formano che contribuiscono a definire l'interesse nazionale in questo nostro Paese questo no
Il processo di identificazione degli interessi nazionali non è avvenuto non è avvenuto per le ragioni che la rivista a mio avviso correttamente indica e che anche sulle quali anche Merlini concorda
Ma dicevo io mi sento attratto dall'attualità allora
Se noi leggiamo
Quello che i giornali hanno con colpevole leggerezza dunque faccio autocritica di categoria riferito nei giorni scorsi quando improvvisamente ci si è accorti che il la Serbia
Forse aveva gli Scud certamente aveva degli aerei che potevano colpirci
E dunque questa immediata reazione di timore davanti a a un fattore che evidentemente non era stato valutato ma la Serbia
I suoi miti o che possono colpire l'Italia da molto tempo il dispositivo NATO che entrato in funzione per applicare il divieto di sorvolo è un dispositivo fatto in un certo mondo nell'Adriatico c'è una tale quantità di forze che se si alzasse velivolo con intenzioni ostili e credo che non arriverebbe sull'obiettivo e così via tutta una serie di osservazioni da quelle tecnico militari a quelle politico decisionali che non solo questa serie non è apparsa sulla stampa dunque ripeto faccio autocritica di categoria ma non mi risulta che
Scusate
Non mi risulta che sia stata nemmeno
Almeno pubblicamente discussa a livello politico a livello parlamentare
E allora il problema dell'interesse nazionale questo e che da noi non esiste
Una sensibilizzazione dell'opinione pubblica e non si può definire un interesse nazionale senza il concorso dell'opinione pubblica in un Paese democratico questo è impossibile
Orbene l'opinione pubblica italiana riceve da alcuni de ha ricevuto per alcuni decenni lo stesso messaggio che era un messaggio di sostanziale
Del lega ad altri dei nostri interessi nazionali e che era un messaggio sulla base del quale la nostra sicurezza i nostri interessi venivano comunque gestiti in sede multilaterale con scarso bisogno in fondo di un nostro approfondimento nazionale
Dunque su questo primo punto dico ben venga
Una discussione anche al limite provocatoria anche manchevole sul piano della cultura dell'integrazione che però porti sul tappeto questo tema dell'interesse nazionale
Da noi così Acerbo ancora oggi e sul quale siamo a mio avviso tanto in ritardo
Il secondo la seconda osservazione Merlini che ho fatto anch'io leggendo Limes
E quella sulla mancanza di un capitolo che riguardi nel caso specifico della ex Jugoslavia
Il ruolo delle grandi organizzazioni internazionali in effetti si parla poco del ruolo della cioè del ruolo della NATO del ruolo dell'ONU
Però anche qui arrivò a conclusioni diverse nel senso dico forse per fortuna se ne parla poco perché se se ne dovesse parlare
Credo che se ne dovrebbe parlare con accenti assai tristi preoccupati
Io su questo tema o un un posizione che risulta essere minoritaria sia in Italia che altrove ma un po'meno ultimamente
Ritengo che il il il tipo di presenza delle nostre organizzazioni internazionali nella crisi positivo slava sia stato che stia diventando presso che disastrosa perché io non trascuro il fatto che l'ONU con il suo intervento umanitario
Abbia salvato sicuramente migliaia di vite umane figuriamoci se questo può essere trascurata
Non trascuro il fatto che la NATO
Abbia trovato comunque con il divieto di sorvolo della Bosnia un qualche tipo di presenza chi ha un significato ma quando il comandante delle forze militari serbe va all'appuntamento con il generale Mori Yo con gli aerei NATO che sorvoliamo lo spazio aereo ci va in elicottero come ha fatto
Questo significa che la credibilità di quella nostra alleanza viene ridicolizzata
Quando la comunità europea
Si consuma in una serie infinita di consigli ministeriali e di riunioni di ogni tipo
Sostanzialmente rinviando sempre delle decisioni
Questo consuma e logora la credibilità politica di quella comunità europea che pure negli accordi di Maastricht ha oltre alle intese economiche monetarie anche per lo meno il traguardo di una unione politica
Quando l'ONU
Diciamo sì sì sì tormenta e questo è più comprensibile politicamente negli equilibri del Consiglio di sicurezza nell'esigenza di aspettare per esempio il referendum russo prima di passare alle sanzioni
In certi dissensi profondi che in sede ONU si manifestano e dunque non riesce ad andare oltre un'azione umanitaria anche questo credo che consumi quel logori quel prestigio dell'ONU
Che era stata la grande conquista della fine del bipolarismo della contrapposizione dei blocchi ricordiamoci che all'indomani della guerra del Golfo comunque la si voglia giudicare questo lo slogan che in realtà di più non era del nuovo ordine mondiale si reggeva su questi su queste nuove istituzioni si reggeva
Su una prospettiva sia pure vaga chiamiamolo così di il governo mondiale ma che non era utopica perché c'era un nuovo consenso in sede Nazioni Unite che poteva portare a azioni comuni ora questa questo fenomeno di logoramento della credibilità del istituzioni internazionali politiche militari europea mondiali e naturalmente non posso non citare gli Stati Uniti perché gli Stati Uniti che lo vogliano o meno sono profondamente inseriti in questo processo di logoramento
Provoca un danno che va al di là della pur tremenda tragedia umanitaria alla quale stiamo assistendo noi rischiamo che questa crisi prolungandosi
Lasci l'Occidente ma in sostanza il Bondo
Posto blocchi senza credibilità sufficiente non per imporre qualcosa ma per governare la trasformazione la transizione alla quale già stiamo assistendo e che continuerà in Europa la postilla che non è certamente l'unico focolaio che potrebbe creare problemi diciamo appunto visto che siamo qui geopolitici
Ora
Dove è mancato qual è la soluzione dove è mancato un contributo diverso io certamente non sostengo
L'ipotesi assurda di un intervento militare alla Rambo che sarebbe tecnicamente praticamente impossibile comunque un costo che nessun fronte interno di nessun Paese occidentale potrebbe sostenere
Dico però che in una situazione di quel genere della quale si conoscevano le complicazioni in anticipo neanche all'inizio della crisi sono cose di molti molti di di molti decenni dunque
Chi lavorava su queste cose certamente sapeva in una crisi di quel genere non si doveva andare a un negoziato senza vere quello che da sempre l'elemento fondamentale di qualunque negoziato e cioè un deterrente
L'Occidente a sistematicamente rinunciato a quel mix di opzioni
Politiche
Multilaterali e bilaterali e militari perché non esiste un deterrente senza una componente militare e si è trovato alla fine senza questo deterrente dunque senza la capacità di ottenere quasi nemmeno l'ascolto da parte dei serbi in particolare cito alcuni casi rapidissimi quando si bombarda Dubrovnik basta
Forse riunire una flottiglia allarmi Dubrovnik per dare un segnale quando si fa la conferenza di Londra
Che fu organizzata con tanto clamore e tutte le parti sottoscrivono
Che le armi pesanti saranno riunite e consegnate alla sorveglianza dell'ONU
Ed esiste un documento solenne a livello internazionale in questo senso se poi questo non avviene non si può far finta di nulla perché si perde qualsiasi credibilità e così via gli esempi sono molti oggi questi esempi si chiamano ancora
Sarajevo sempre Mizzau lo sappiamo tutti purtroppo basta guardare il telegiornale
Si passa a una politica di sanzioni più severa sulla quale personalmente anche questa non voglio fare
Il Bastian contrario ma ho molte perplessità perché anche lì conoscendo la Serbia una politica di sanzioni almeno nel breve termine può soltanto infiammare ulteriormente
Il nazionalismo serbo non certamente ammorbidire la sua dirigenza credo che mi pare che questa questa difficoltà dell'Occidente atto
O fare quel mix di cui parlavo prima si si va facendo sempre più difficile perché il prezzo mamma hanno si alza e alla fine si rischia di commettere degli errori per esempio si parla molto oggi è di bombardamenti selettivi su obiettivi specifici io non sono affatto convinto che questo possa essere una soluzione
Ma forse se ci fosse mi riferisco a un a un suggerimento di Flora lì un rischio visto sul sulle lattine qualche giorno fa se ci fosse un vertice internazionale dedicato a questo dal quale uscisse un certo tipo di ultimatum se ci fosse una concentrazione di forze insomma ci sono tanti strumenti che la collettività internazionale ben conosce perché li ha usati altrove
E che invece a mio avviso con un certo colpevole ritardo con certa colpevole
Paura di farlo
Non vengono usati nella crisi positivo sulla il pericolo è e concludo con questo che quel figlio al quale si riferiva ambasciatore Vento tra Sarajevo quattordici e Sarajevo novantatré
Possa diventare
Tremendamente simili vicino alla verità non oggi non perché la crisi post jugoslava debba far scoppiare un conflitto mondiale ma domani
Perché se l'Occidente con tutte le sue organizzazioni dovesse uscire da questa crisi screditato
Privo di quegli strumenti che devono in qualche modo garantire la stabilità ripeto in questa fase di transizioni verso un nuovo ordine che vedremo quale sarà in quel caso si si creerebbe un vuoto che potrebbe effettivamente dare spazio agli scenari più catastrofici ecco io non voglio concludere con una nota tanto pessimistica spero che la riflessione che i governi occidentali stanno facendo proprio in questi giorni porti a qualcosa di meglio
Però
Ritengo anche che l'esempio della ti riposi usava debba insegnarci che su alcune cose e meglio pagare subito un prezzo dieci piuttosto che dover pagare domani un prezzo cento
Grazie Venturini anche per averci riportato alla attualità drammatica con questa analisi abbastanza disperante degli errori che sono stati commessi dalla comunità internazionale che adesso è molto difficile riparare
Ma darei adesso la parola al Presidente della Camera Giorgio Napolitano
I dopo fra conclusioni finiremo di credibilità a una mezz'ora grazie presidente
Grazie mi scuso per la difficoltà in cui mi sono trovato partecipare fin dall'inizio quindi non so se ripeterò cose già dette o se uscirò troppo dal seminato della discussione che qui si è svolta voglio dire subito che
Svolgerò qualche considerazione sull'impegno complessivo della rivista quale risulta dall'editoriale ed alla tavola rotonda di apertura
Piuttosto che su situazioni specifiche complesse e drammatiche come quelle che sono trattate nella restante parte del fascicolo a proposito della situazione nella ex Jugoslavia io aggiungerei soltanto poche parole perché ho sentito per la parte conclusiva dell'intervento di Venturini nel senso che mi sembra siano fondate molte considerazioni critiche sui comportamenti tenuti dalla Comunità europea e più in generale dalla comunità internazionale
Nei mesi scorsi sono da considerarsi con estrema preoccupazioni tutte le complessità e difficoltà che presenta oggi una prospettiva di più determinato intervento delle Nazioni Unite
In una forma o nell'altra
In quella
Tragica realtà Bosnia campi ritorno sull'idea perché francamente da da molto tempo sostengo questa tesi che sono stati commessi gravi errori politici nella fase iniziale una fase in cui davvero si poteva ancora tentare una diplomazia preventiva o si poteva ancora tentare operazioni di mantenimento della pace siamo poi entrate in una fase estremamente più complicata difficile che non è di mantenimento della pace questo sarebbe davvero un eufemismo mai di ristabilimento della pace di fronte non ad una linea di confine tra Stato aggressore è stato aggredito ma di fronte a a abbondanti tremendo scontro at Nico nazionale all'interno del territorio di Luna vedesse pubbliche della ex Jugoslavia poi con connessioni possibili
Ulteriori coinvolgimenti amplificazioni e
Insomma la mia convinzione e che proprio nella fase iniziale in realtà la comunità internazionale abbia oscillato Traldi Lusi ione che si potesse preservare
La unità
Della Repubblica federativa di Jugoslavia jugoslava
E e una certa precipitazione nella opposta a Dini e a del riconoscimento della indipendenza delle singole repubbliche sottovalutando io credo che ci sia stato un errore cara vedi sotto valutazione politica delle implicazioni di quel processo quel processo in realtà assai debolmente si è tentato di condizionarlo di governarlo
Ci si è attenuti al di fuori di ogni sproposito di nuova regolamentazione dei rapporti di convivenza
Tra le Repubbliche della ex Jugoslavia con tutto quel che ciò avrebbe comportato anche di eventuale revisione degli assetti territoriali io credo che in quella fase si potesse e dovesse fare di più
Da parte e della comunità europea e della comunità internazionale sono prevalse altre logiche altre ottiche anche all'interno della comunità
Sono prevalse le le sollecitazioni gli approcci soprattutto di qualcuno dei nostri partners credo che l'Italia abbia avuto in un certo periodo anche una linea giustamente
Più prudente e più graduali is sta ma non erano sufficienti prudenza e gradualismo
E qui mi fermo per passare ad un discorso che naturalmente può risultare più agevole perché più distaccato odi grande prospettiva come quello che giustificano questo inizio di Limes la introduzione di questa nuova voce nel panorama della nostra cultura politica io credo che si debba apprezzare questa iniziativa e e credo che si debba riconoscere importanza al tema anzi al compito che la rivista si assume
Quello un dibattito di un confronto di una discussione per la ricostruzione se vogliamo usare questo termine
O la ridefinizione di una identità nazionale di un interesse nazionale di una politica estera italiana io credo che davvero dobbiamo considerare questi problemi come problemi che si pongono in termini profondamente nuovi rispetto anche a non tanti anni fa c'è stata una svolta storica c'è stata una cesura profonda e davvero molti dei parametri che hanno governato
Tanti comportamenti culturali e politici nessuno praticamente scomparsi
Ho visto tra le affermazioni contenute nelle pagine iniziali questa rivista editoriale tavola rotonda
La frase la fine del bipolarismo riconsegna tutti a se stessi credo che questo sia sostanzialmente vero
E e sotto diversi e sotto diversi profili cioè da un lato noi abbiamo avuto la conclusione di una lunga fase storica quella dei la sfida del confronto tra ideologia contrapposte all'interno del nostro Paese
E dall'altro abbiamo avuto il superamento della lunga fase storica della contrapposizione tra blocchi contrapposti in Europa e su scala mondiale blocchi politico ideologici e politico-militari con tutte le conseguenze che ciò avuto sulla nostra vita culturale sulla nostra vita politica sulla nostra politica estera e io ritengo che nella fase che si è aperta a partire dal mille novecento ottantanove in Europa e all'interno di ciascuna delle società democratiche dell'Europa occidentale
Mi permetto se mi è consentito soltanto questo richiamo personale
Di di ricordare come
Punto più di un anno e mezzo fa in occasione di alcune conferenze
Da venire negli Stati Uniti d'America e poi dammi raccolte in volume io mi sia un po'esercitato su questo tema che in quel momento forse poteva apparire non condiviso cioè no quello che è accaduto all'Est
Il grande rivolgimento all'estero non può non avere un impatto profondo
Sui termini della competizione politica e della vita culturale in Occidente nei paesi della Europa occidentale quindi
Di fronte a questo siamo non ce ne siamo fino in fondo resi ben conto quindi talvolta ci attardiamo su alcuni di quei parametri che io invece dicevo e ripeto sono indubbiamente venuti meno e non dovremmo neppure a venire impaccio affari contiguo questo tema che in altri Paesi
Si è imposto all'attenzione dell'est ma anche dell'Ovest si è imposto all'attenzione in termini perfino inquietanti e che noi non dobbiamo rimuovere che è appunto il tema
Delle culture o identità nazionali e degli interessi nazionali
Ritengo che poi insomma ci sia da approfondire un discorso retrospettivo tre
Suppongo che Limes si voglia impegnare soprattutto guardando avanti
A
Come ricostruire o ridefinire queste categorie però e tutt'altro che inutile approfondire la riflessione sui decenni trascorsi e ci sono elementi di questa prima ricostruzione per esempio nella tavola rotonda che non mi persuade onore ecco insomma credo che il discorso debba essere un po'più articolato intanto debba essere anche portata avanti la distinzione che pur si introduce in un certo senso credo che la discussione debba procedere su due binari paralleli anche se destinati ad incontrarsi da un lato quello che viene poi qui spesso
Indicato come il discorso pubblico sulla nazione sulla cultura nazionale italiana sulla cultura della nazione e discorso sulla politica estera italiana
Sono due discorsi che hanno anche una
Certa autonomia l'uno rispetto all'altro per quanto poi si alimentino avvicenda un sicuramente il primo costituisca supporto e retroterra del secondo ma manterrei una certa distinzione anche anche più netta anche più netta e ripeto avrei deve riserve su certi elementi di ricostruzione ma voglio dire soprattutto questo questo poiché il mio rilievo principale ova la mia preoccupazione principale noi non possiamo impegnarci
Su questo terreno
Cultura o interesse nazionale politica estera italiana rifare questo discorso senza rifare nello stesso tempo il discorso sull'Europa
Il discorso sulle
Ecco perché insomma qui sembra che ci sia stata una rimozione per decenni addirittura del tema Stato nazionale si dice in virtù di un prevalente
Approccio Humpty statalista
Che ci sia stata una rimozione del concetto di Stato nazionale soltanto ecco per debolezza fiacchezza
Un certezza di coscienza dell'interesse nazionale no noi dobbiamo non dimenticare che ha operato per decenni nel nostro Paese poi
Possiamo chiederci se sia stata una corrente minoritaria e Sissi e se politica mente sia stata
Usata
Per determinati fini ma noi abbiamo avuto una grossa corrente di contestazione dello Stato nazionale anzi degli Stati nazionali iniziare Europa Istica
è una parola che abbia qui bisogna ricordare di richiamare Altiero Altiero Spinelli
Non c'è stata soltanto come dire subalternità oscuramento
Rispetto al tema dello Stato nazionale e della cultura nazionale beh no c'è stato qualcos'altro ha operato anche un certo filone
Un certo convincimento che
Storicamente fosse segnato il destino degli Stati nazionali e che si dovesse da parte dell'Italia
Contribuire attivamente ad un processo di integrazione
Che appunto segnasse segnasse
Anche dal punto di vista
Istituzionale con l'avvento in ultima istanza di una vera e propria unione europea il superamento degli Stati nazionale
Allora noi dobbiamo rimettere in discussione anche questo ed esplicitamente
E se non vogliamo alimentare equivoci
Poiché ripeto che questa corrente la cui dignità
E la cui onestà intellettuale e politica nessuno può Better indubbio abbia finito anche per essere usata al fine di alimentare una retorica Europa Istica
Che ha mascherato molte cose che tra l'altro mascherato anche le incoerenze del nostro effettivo europeismo e un altro paio di maniche per un altro paio di maniche
Ecco ma non mi pare che noi possiamo riabilitare tout-court il parametro dello Stato nazionale come ingiustamente soffocato e soffocato come dire in nome di ideologiche più o meno Rete vive e e di interessi deteriori
I calcoli deteriori e allora dobbiamo un po'ridefinire
Il luogo dell'Italia e il futuro dell'Europa ecco il futuro dell'Europa tutte e due le cose insieme l'editoriale si conclude con un'affermazione
La nuova visione dell'Europa può scaturire solo dalla combinazione di progetti nazionali autonomi e convergenti ecco questo un bel tema di discussione
Perché non c'è dubbio che questa affermazione segna non esplicitamente può darsi che mi sbagli ma la contestazione qualcosa che ha invece rappresentato
Indirizzo europeistico di una parte importante della cultura e della politica italiana noi non abbiamo pensato per anni ad una combinazione dei progetti nazionali autonomi
Sia pure convergenti abbiamo pensato alla costruzione di un progetto sovranazionale
E datata quella visione
è stata come dire travolta dagli sviluppi storici recenti dobbiamo ripensare il tutto questione di cui si è discusso molto di cui si è discusso anche nel pelli però stranamente passato sotto silenzio in Italia curato proprio da Lucio Caracciolo parlo del dialogo a tre
Dahrendorf Geremek che Fiore
Ecco ma insomma io credo che su questo ora dobbiamo dobbiamo ragionare in modo in modo più esplicito
Per quello che riguarda la politica estera italiana
Ecco mi pare che Galli della Loggia
Abbia ragione a dire con tutti i nostri deficit culturali istituzionali una politica estera l'abbiamo avuto anche noi questa la sua affermazione
E e aggiunge che questo che abbiamo fatto per poco che sia stato e stato dovuto anche alla nostra collocazione geopolitica e geostrategica e poi qui ritorna naturalmente
Il classico tema sì l'Italia sia rimasta divisa nella sua politica estera fra le due vocazioni Europa il Mediterraneo poi si parla anche di una dimensione che è stata senza dubbio quella
La politica verso lesto sul confine orientale percorsi
Allora intanto cerchiamo di andare al di là di questa dichiarazione
Difensiva e consolatoria diciamo di Galli della Loggia vediamo se questo giudizio può essere approfondito se fallito
Come deve essere meglio meglio precisato
Però insomma io credo ecco che la geopolitica
Sia stata una dimensione non riconosciuta teoricamente ma
Operante politicamente
Ecco allora
Ci possiamo interrogare sul perché
Sia stata
Una messa non riconosciuta teoricamente però non c'è dubbio che politicamente abbia operando
Ma può continuare ad operare nel prossimo futuro nel futuro negli stessi termini in cui ha operato nel passato essendo cambiate tante coordinata e questo deve essere un po'mi mi sembra l'argomento
Io poi francamente davvero
Considerando mi modestamente un convinto e onesto europeista non ho mai pensato che da una politica europea dell'Italia e dalla stessa politica della comunità europea in quanto tale potesse essere espunta una dimensione mediterranea
Diciamo se non vogliamo andare a delle semplificazioni anche un po'grossolana e insomma
Cioè
L'Italia
Può precipitare può correre il rischio di precipitare
In una
Sorte levantina eccetera eccetera utili invece ricongiungersi con
L'Europa l Europa più avanzata Europa centrale e così via ma cioè io francamente
Credo che noi dobbiamo un po'sfuggire a queste alquanto
Schematiche e anche un poco banali dicotomia che ha
Ovviamente l'Italia deve averi una scelta conseguente di collocazione europea e di politica europea Istica ma quest'ultima pegni comprende e comprende non solo come interesse italiano ma come interesse europeo una dimensione una dimensione mediterranea
Cioè da ragionare poi su altri punti che sono più propriamente culturali e storico-culturali io credo che su questo mi sembra di avere visto una certa concordia tra i partecipanti alla tavola rotonda che sia stato del tutto corretto
Richiamare queste due presenze il Partito comunista italiano e la Chiesa cattolica come presenze che hanno significativamente contribuito a potenziare
Se non il ruolo internazionale dell'Italia perlomeno perlomeno l'interesse internazionale per l'Italia per l'Italia e però più che mai bisogna vedere che cosa rimane io credo che sia talmente ovvio dire che non rimane più nulla
Del del ruolo originale cruciale critico ti cerniera tutto quello che vogliamo rappresentato dal pc fino a quando c'è stato un un blocco sovietico mondo comunista
Che non ci si possa fermare qui è troppo ovvio perché ci si possa fermare qui bisogna vedere invece culture culture che hanno operato più profondamente e che vengono no contanti e poi vengono anche al limite da da un tronco precedente alla nascita del Partito Comunista come queste culture invece siano ancora presenti perché queste cose compaiono con la rapidità con cui scompaiono degli schieramenti
Politici o dei blocchi ove i blocchi militari e quindi su questo io credo che l'attenzione vada seriamente approfondita voglio anche suggerire perché io credo che sia
Un approccio piuttosto interessante che ci si confronti con la tematica che ha avuto Rai il merito di porre con il suo duro fornisce s'io credo che quello sia un punto di vista piuttosto interessante
Voi sapete che cosa sostiene
RAI dalle prime pagine alle ultime pagine del Libero
Infatti conclusa libero e proprio su un interrogativo dobbiamo interrogarci su che cosa siamo mutui su che cosa siamo noi si riferisce America ma il discorso vale anche per altre
Nazioni nazioni stato Stati nazionali e così via ma soprattutto le azioni e la sua tesi comunque fin dall'inizio e che non ci saranno più economie nazionali
Almeno nel modo in cui finora questo concetto è stato inteso e e che quello che rimarrà davvero un radicato entro i confini nazionali
Ma saranno
I popoli che comprendono una nazione e e che i fondamentali
Titoli dotazioni
Di ciascuna nazione saranno le capacità
E la creatività
Dei cittadini
E arriva quindi ad una certa ipotesi che poi e quella di una massimizzazione della funzione dei sistemi educativi e formativi
Per potenziare questa autentica ricchezza nazionale che in una economia senza frontiere e pur tuttavia rappresentata
Ripeto dalla capacità ICCRI attività dei cittadini che vivono incontro quelli frontiere
Di ciascuno Stato nazionale e tra i quali però possono determinarsi lacerazioni profonde proprio a seconda che si riesca
Da parte di una ruota di quei cittadini di inserirsi in questo grande flusso di competizione e mentre un'altra parte rischia di essere spinta
Ecco mi sembra che davvero queste sollecitazione che poi
Sono poste anche altrove perché in
Rusconi anche raccolto alcune sue idee in un volumetto cioè anche qualche altra rivista che ha aperto una discussione mi pare di questi spunti siano veramente di enorme interesse e e quindi voglio concludere augurando ogni successo alla fatica di GMES grazie
Dopo quello che ha detto il presidente Napolitano mi sentirei di parlare molto lungo ma quindi cercherò di concentrarmi solamente su due punti
Beh mi sembra siano stati evocati sia da Napolitano ed agli altri interventi questa rivista è nata che se volete per reagire a un po'all'ottimismo secondo me piuttosto solido che sul
Tutto immediatamente all'ottantanove al crollo del comunismo si era pensato che la fine del comunismo visse una stagione di barili di Baghdad il progresso di sviluppo
Purtroppo vediamo che sta accadendo esatto contrario in certi casi contrario anche in termini di guerra
Il fatto che sia scoppiata dopo tanti anni nuovamente la guerra nel cuore dell'Europa dovrebbe farci riflettere e farci capire che quella ventata di ottimismo che percorse il mondo dopo l'ottantanove evidentemente non coglieva affatto il bersaglio e non interpretava la direzione della storia dicevo
Due punti solamente il primo è quello della diciamo dell'Europa e dei rischi di balcanizzazione dell'Europa io non credo che il caso jugoslavo sia diciamo la fine di un capitolo temo purtroppo che sia l'inizio di un nuovo capitolo
Molto pericoloso che non riguarda solamente la Jugoslavia con la regione balcanica ma ci riguarda direttamente come italiani come europei come italiani che vorrebbero costruire un Europa più solida
Si è detto Nibali debbono Domenghini insistesse su questo
Voi insistere troppo sul territorio
Io non ho come come ho già detto alcuna alcuna alcun sentimento di partecipazione per coloro che insistono sui una identità di carattere etnico territoriale di fatto però questo sta accadendo e non solo nelle regioni più povere dell'Europa o nelle regioni più lontane
Dell'Asia sta accadendo anche nel cuore stesso dell'Europa ricca basti pensare lo citiamo l'introduzione al caso del Belgio che praticamente rischia di avviarsi alla all'annientamento e mi domando che cosa questo possa significare la scomparsa di uno Stato come il Belgio nel cuore dell'Europa ma mi riferisco anche ai ai sintomi di dis-integrazione della Confederazione elvetica
Che secondo me in maniera abbastanza ridicola è stata posta addirittura modello per risolvere la crisi della Bosnia Erzegovina
Adesso
L'ultimo voto
Svizzero dimostrato proprio che c'è una spaccatura fra tedeschi francesi assolutamente evidente clamorosa si parla anche di diciamo di divisioni di Cantoni misti creando dei cantoni diciamo etnicamente puri ecco quando queste tematiche territoriali
Entrano nel cuore della della situazione centroeuropea
Allora vuol dire che c'è qualche cosa che non riguarda semplicemente i fattori economici o i fattori che vengono normalmente evocati dagli istituti di relazioni internazionali
Ritorna quello che uno studioso inglese chiamava l'imperativo territoriale e cioè il radicamento dell'uomo nel territorio che sia uno Stato nazionale una regione o qualsiasi cosa che possa essere chiamato patria e diciamo il la manipolazione di questo radicamento che certi leader politici anche per ragioni diciamo tassa abbastanza mediocre di conservazione del potere possono sviluppare indeterminati momenti è quello che secondo me è accaduto anche in Jugoslavia
Quindi dicevo i rischi di balcanizzazione toccano tutta l'Europa e quello che mi pare essere il fallimento di Maastricht al di là delle nostre buone volontà credo che sia anche un sintomo in in questo senso
Napolitano citava quella frase diciamo attivamente piuttosto drastica che abbiamo messo alla fine del vittoriale
Sul fatto che l'Europa non può esistere che sulla base della convergenza di interessi nazionali tema di fatto la comunità europea esiste ed è esistita anche sulla base di questo e soprattutto sulla base di questo nel senso che interesse della Francia della Germania il nostro e di altri paesi per motivi completamente diversi tra loro nostro soprattutto anche per recuperare un minimo di status internazionale dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale altri paesi e con altri interessi insomma c'era una convergenza di interessi nazionali e ovviamente sotto lo stimolo americano per creare la comunità europea ecco quel tipo di modello diciamo funzionalista temperato da un po'secondo me di retorica federalista secondo me è arrivato a conclusione nell'ottantanove e francamente diciamo il tentativo di Maastricht e cioè quello di portare alle estreme conseguenze funzionalismo proprio mentre mi cadevano le ragioni di fondo rischia di essere controproducente e di andare contro gli interessi
Stessi non solo nostri ma di chi punta veramente all'integrazione europea
Un'ultima parola sulla Jugoslavia
Mi pare che tutti hanno concordato sugli errori catastrofici che sono stati commessi dalla comunità internazionale
Dall'ONU dalla Comunità europea io penso che fra tutti gli errori si appunto parlato anche del riconoscimento secondo alcuni troppo anticipato della Croazia e della Slovenia ecco questo mi lascia francamente abbastanza incerto quello che mi pare essere stato l'errore capitale è stato il riconoscimento secondo me assurdo della Bosnia Erzegovina
Quella è stata diciamo indicazione hic sunt leonessa di ammazzate di per favore perché di diciamo è stato l'apertura di un fronte
Che in qualche modo
Magari anche inconsapevolmente sono voglio dire che ci sia stato del solo ma che indubbiamente ha aperto una conflittualità latente piuttosto che chiuderla
Ecco ora ci troviamo a dover imparare quello che secondo me è stato quell'errore capitale in condizioni assolutamente disperate
Vediamo che i serbi di Bosnia ormai si muovono in una logica puramente militare perché non si capirebbe altrimenti il rifiuto del corridoio che gli ha proposto Owen perché diciamo era quasi un un un un regalo per loro se avessero ragionato diciamo in termini politici
Ecco il fatto di avere scatenato una logica puramente militare in cui i nazionalismi più esasperati croati serbi
E altri vengono a scontrarsi militarmente è stato secondo me dovuto ha una visione piuttosto anche se volete idilliaca
Della situazione che era maturato dopo l'ottantanove ecco io credo che un approccio di tipo geopolitico con tutte le sue
Piuttosto crudo anche delle visioni
Pericolose nel senso che per esempio si può identificare l'interesse nazionale con dei fattori esclusivamente strategici ed economici quando invece secondo me dell'interesse nazionale di un Paese come l'Italia fa parte anche tutto quello bagaglio di valori
Democratici e di libertà che in qualche modo noi rappresentiamo e che difendiamo ecco
Mi rendo conto che c'è questo rischio però ecco nel nostro approccio sicuramente unilaterale e non pretendente ha una visione totale credo che di questo passo ci sia bisogno per cercare di capire per cercare di prevenire e per cercare di costruire una pace vera io ringrazio tutti i partecipanti e ringrazio soprattutto voi che siete gentilmente intervenuti
Inoltre per i trattamenti contestiamo diverse anch'io faccio contento di quella
Ma prima di farlo
Le