Presentazione del libro "Gli eroi di via Fani" di Filippo Boni

Dalla possibilità stasera di presentare un libro davvero struggente
è scritto in un modo bellissimo vi accorgerete leggendolo che ogni pagina porta un pezzetto di storia che colpisce il cuore che colpisce la memoria
E che soprattutto fa amare le persone che stanno dentro questa storia
Che ha una storia come ha detto Cinzia che è ancora una delle pagine più cruciali della nostra contemporaneità una delle pagine ancora tutte da chiarire della nostra contemporaneità come sono purtroppo tante altre tessere del mosaico dello stragismo in Italia
Filippo però è una persona a cui io sono fortemente legato perché ha iniziato a scrivere quando era piccino e io credo di avere avuto una delle sue prime lettere
Allora non lo conoscevo conoscevo bene la sua famiglia conoscevo bene
Il sogno della sua famiglia nella attività turistico-ricettive del nostro territorio
Nella la passione per la storia del nostro territorio e anche l'impegno politico della sua famiglia ma Filippo non lo conoscevo ero sindaco a Cavriglia ricevetti un giorno una lettera bellissima anche quella
E mi criticata per delle scelte urbanistiche che erano state fatte nell'aria mineraria di Cavriglia
è una lettera molto bella io lo chiamai subito iniziamo a parlare ed allora ci siamo scritti molte altre cose anzi lui ha scritto molto più timidi
Ed è stato un percorso che fino ad oggi ha saputo a me dare tantissimo perché davvero Filippo oltre che a sua persona che scrive delle cose molto belle a un'umanità una l'ironia una fantasia però anche il rigore il rigore dello storico che assolutamente impagabile inversamente proporzionale all'età che ha e allora io sono davvero molto contento stasera di essere qui a presentare questo libro sono contento perché questo libro lo presentiamo con degli amici
Arriverà tra pochissimo essendo quella che è la più lontana Riva per ultima l'assessora di Firenze
Cecilia del re c'è il Presidente del consiglio regionale Eugenio Giani che è una figura di grande radicamento nel nostro territorio e che naturalmente ha voluto noi siamo molto contenti di essere qui significare con la sua presenza all'impegno che anche ha messo la Regione Toscana il Consiglio regionale proprio oggi fa ha riconosciuto a Filippo Bon il il il simbolo della Toscana come riconoscimento in una cerimonia che si avvenuta in Consiglio regionale c'è Giovanni Ricci che uno
Filtri
Della scorta perché il libro come è stato giustamente detto è un libro
Paura
Delle figure che spessissimo non sono neanche citati sono solamente citate come legittime e da allora per quarant'anni sono rimaste nell'oblio
Filippo ha fatto un percorso andando a qui a ritrovare unione dei familiari rifacendo riemergere le loro storie e ne ha portate a una grande dignità di questi servitori del popolo di questi
Agenti
Come ricordava Pasolini quando parlava della polizia che stava dalla parte del popolo che avevano con grande spirito di servizio
Dato un servizio straordinario alla nostra democrazia e al nostro Paese ha raccontato le loro storie le ha messe insieme è diventato un amico e tutti i familiari e soprattutto con il suo scritto ha saputo ricordare e concludo su questo la persona
Che ha in questo libro che è in tutte le pagine dell'amore come dicevo per la sua famiglia c'è Luciano suo padre
In un'altra lettera e mi ha scritto Filippo molti anni dopo in un passaggio aveva scritto a casa o il sogno di mio padre
Che ha bisogno di un testimone
Di un trascinatore di un futuro ecco lui voleva essere questo
Prendere il testimone delle cose che ha fatto suo padre portarle avanti questo è sicuramente il lavoro più preziose più bello che fino ad oggi ha fatto ma che sicuramente non è che una delle tessere per il suo lavoro con noi stasera c'è
Appunto come dicevo Eugenio Giani c'è Giovanni Ricci e ho il piacere piacere sono molto contento perché Walter Veltroni che a subito accettato di venire a presentare questo libro
Io darei la parola ed Eugenio
A Chiavari
Grazie ma io devo dire che quando leggiamo questo libro che viviamo quello che ci racconta è qualcosa che oggi a Firenze ci consente di rispondere lo dico con assoluta serenità al fatto che proprio a Firenze alla CPA
Abbiamo ospitato un'occasione Comi Barbara Balzerani una delle responsabili mai pentite
Abbiamo usato delle parole a dir poco irriguardose verso coloro che nella tragedia sono stati eroi perché hanno fino in fondo vissuto il loro dovere e che in qualche modo rappresentano punti di riferimento di un servizio umile
Senza voler balzare su riflettori della cronaca ma fondamentale nella difesa dello Stato nella difesa di una personalità come Aldo Moro che in quella mattina del sedici marzo stava a di quaranta anni fa stava andando a votare la fiducia al governo Andreotti un Governo che in quel momento rappresentava un voler abbracciare tutte le forze politiche per dare una risposta a un momento di crisi particolarmente acuta che viveva il nostro Paese io lo ricordo perché bene anche offrire lo spaccato da cui nasce la nostra memoria perché all'liti in via Benedetto Dei che in quella giorno si raccolsero tutti gli studenti io avevo diciannove anni però il coordinatore dei comitati
Unitari degli studenti medi a Firenze e ricordo la commozione il senso drammatico di quello che il movimento studentesco allora visse furono passaggi quelli della vicenda Moro che segnarono anche il nostro Paese negli anni successivi perché da un lato o ci fu una spinta che nelle scuole vive veniva che ci portò al rispetto della legge al vivere nella legalità quello che era la giusta legittima aspirazione di una generazione di essere protagonista nella fase di un governo del paese che aveva bisogno di interventi incisivi forti veri e dall'altra però degli anni di piombo furono questi indubbiamente le Brigate Rosse rappresentarono una via che accostato molto in questo Paese
E devo dire che quando noi pensiamo a quei momenti ricordo l'ondata emotiva drammatica che anche ragazzi di diciannove anni vivevano leggere questo libro ha dato finalmente il senso del fatto che appagare fortemente il prezzo di quei momenti spesso furono degli eroi come quei cinque uomini di scorta segnarono con la perdita della loro vita
Degli eroi che non hanno avuto poi l'evidenza sulla cronaca se vedi Balzerani sui sociale che appare subito un'ampia cronaca della sua vita
Su Wikipedia
Se naturalmente parli di Aldo Moro tutti noi sappiamo il segno nella storia di questo Paese che questo statista ha lasciato ma se parli dei cinque uomini della scorta che quel giorno vissero da eroi nella loro umiltà e modestia l'ultimo momento all'ultimo istante della loro vita spesso alla grande maggioranza di Dinoi il loro nome e cognome appare come qualcosa che devi andare a rileggere sulle cronache perché in mente non ti rimane e tutto questo questo libro ce ne rende ragione offrendo Filippo è stato bravissimo in questo nell'incontro con i familiari un profilo umano autentico di ciascuno dei cinque due carabinieri tre poliziotti i due carabinieri già con unità che gli aveva consentito di mettere su una famiglia e quindi sia per Ricci che per Leonardi la cronaca di quello che è avvenuto anche dopo ai figli nipoti al senso di una famiglia che è stata privata nel momento e nel culmine della loro età dei punti di riferimento
Vicine Leonardi erano persone già esperte Ricci era l'autista abilissimo bravo che tenta anche con delle manovre di venir meno alla morsa in cui le macchine
Di questo complesso attentato delle brigare De Rossi avevano previsto un po'tutto per immobilizzare le macchine
Non riesce proprio perché quello era un attentato preparato da mesi a tavolino con tutte le perizie
Drammatica del caso e dall'altra parte Leonardi l'uomo che ha più di cinquant'anni ha già anche Luino e figli
Carabinieri figlio di carabiniere con delle testimonianze drammatiche del percorso di vita fatto da Luís dal padre e che arriva a coprire il corpo di no di Moro fino alla fine non curandosi di se stesse ma di curare la vita di Moro ed infatti le Brigate Rosse tireranno fuori
Il corpo di Moro vivo per quella drammatica successione di fatti che poi la prigionia di Moro in fondo perché fino in fondo questi uomini dello Stato questi servitori dello Stato hanno fatto il loro dovere che era quello della protezione l'altro vita la generosità si esprime fino all'ultimo momento
L'autista abile fedele che quel giorno c'era perché doveva sostituire il collega
Il Leonardi chi è la figura di fiducia che segue Moro in ogni momento dal momento politico importante alla tombola come viene qui raccontato
O al momento in cui dire dei momenti diciamo di relax come i tre poliziotti che invece erano tre ragazzi giovani che il lavoro della scorta lo stavano vivendo senza che poi lascino
Moglie figli ma lasciano invece parenti genitori
Quello che il libro mette in evidenza che cinque famiglie vivranno drammaticamente momenti segnati da quello che avviene quel sedici marzo del mille novecentosettantotto
Realtà è proprio il profilo umano delle persone che lasciano la loro vita in questo estremo sacrificio ma anche delle famiglie che saranno per sempre segnate e che finora era sconosciuto al grande pubblico
Proprio perché e qui la risposta Barbara balza Balzerani perché nessuno di coloro che vive drammaticamente attraverso il loro congiunto il fatto del sedici marzo cercherà mai di mettersi in evidenza
E il fatto che proprio l'umanità e la capacità di sapere convincere a far parlare persone che per quarant'anni non avevano parlato rende questa testimonianza di Filippo Boni veramente unica
Devo dire che Filippo l'abbiamo voluto stamattina in Consiglio regionale riconoscere con la consegna del Pegaso lo ricordava l'amico sopra oggi proprio perché in qualche modo anche Filippo rappresenta per me la testimonianza di un impegno civile dei giovani che debba estremamente valorizzato è uno storico ha studiato alla Cesare Alfieri
Anch'io lo conobbi nel suo ruolo di impegno politico il vice sindaco a Capriglia in un giorno in cui si presentava un bel libro sul Risorgimento
The professor Bertini aveva presentato in più di quaranta comuni della Toscana per me fu una scoperta allo Civita il ragionamento la preparazione
De Filippo
Ritrovare questo ragazzo che poi appunto
Cioè qui
Dell'innocente il sindaco di caraibica Aprilia che l'aveva chiamato a fare il vice sindaco ritrovare questo ragazzo impegnato politicamente e civilmente nel suo ruolo più professionale di storico
Con una testimonianza così originale importante ringrazio Longanesi di avergli dato fiato che spazio qualcosa che riconcilia anche con l'impegno politico dei giovani di oggi
Devo dire che questa naturalmente questo libro è il frutto di un lavoro serio cinque mila chilometri affatto Filippo nell'andare a trovare uno per uno gli esponenti delle cinque famiglie dei di coloro che svolgevano quella sedici di marzo
Il loro compito nella scorta ad Aldo Moro e vengono fuori delle testimonianze struggenti non solo sulle persone ma sul loro percorso di vita il primo è Leonardi bellissimo raccontare dal padre di Oreste Ernesto
Il la sua avventura di guerra il suo mille novecentosedici sulle trincee alle leve e al ghiaccio
Colpito in quello che era la drammatica quest'anno sono cento anni dalla prima quella mondiale la drammatica sorte di tanti giovani che in quelle trincee c'andavano senza magari sapere cosa c'era poco più oltre il proprio Paese ecco in quel caso il padre di Oreste Ernesto era stato già di per sé un eroe in quel momento dirittura questa pallottola che aveva avuto complicata nel polmone se l'ha trascinata fino al mille novecentoquarantaquattro quando gli era degenerata non tumori a quel punto aveva lasciato Luís una famiglia di tre figli appunto reste due sorelline e poi i il matrimonio e poi il generale una nuova famiglia
La unità la serietà la modestia che diventa di per sé una saga familiare di tanti italiani che con molta serietà e molto militano fatto fino in fondo il loro dovere quindi eroi silenziosi ma che sono coloro che hanno arginato anche con il loro esempio quello che era un fenomeno quello del terrorismo armato delle Brigate Rosse che stava davvero rovinando e mettendo a repentaglio la vita di questo Paese
Ecco il fatto che in quarant'anni non avessero mai avuto
Quel senso di evidenza e di conoscenza ciascuno di noi
Del loro percorso della loro vita della loro serietà del loro modo di essere di lordi come vivevano come agenti dello stato i valori più autentici su cui si fonda la nostra convivenza la qualcosa
Che questo libro invece riesce a esprimere colmando veramente un vuoto e io per questo ringrazio
Davvero di cuore Filippo ma ringrazio Giovanni Ricci di essere qua perché con la sua testimonianza porta in evidenza il ruolo la professionalità il modo la dedizione con cui suo padre in quel momento si rapportava ad Aldo Moro ma è come se si rapporta se attraverso Aldo Moro
Al nostro senso della comunità
Nei suoi valori più belli
Quindi da parte mia davvero grazie fatto che la presenza di Walter Veltroni
Rappresenta per tutti noi in qualche modo un segno forte di presenza che onore lavoro di Filippo grazie davvero di cuore
A Luís per aver scritto una testimonianza così importante i suoi cinque mila chilometri solo qualcosa che vende un servizio ai valori più belli in cui noi crediamo degli e vediamo i nostri giovani poter crescere in questo Paese grazie a Giannino Badoglio immediatamente a dare la parola a
Giovanni Ricci raccomandando a tutti di riuscire perché dobbiamo sviluppare il ragionamento abbiamo tante persone grazie Giovanni buonasera grazie a tutti
Ringrazio grande va Filippo Boni
Io penso che sia parlo uno storico
Che
è riuscito
A capire
E a comprendere
L'umanità
Anzi Adda ha ridato umanità
Volto e dignità a cinque persone che erano da quarant'anni schiacciate sotto la dicitura la scorta di Aldo Moro
Ma il pregio più grande di Filippo è quello di aver creato in questo libro
Io le definisco cinque pie pietre d'inciampo
Perché se no noi di questi cinque persone
Strano che erano nascosti Aldo Moro è bassa l'invece ha creato cinque pietre d'inciampo che ti costringono a capire a comprendere alleggeriti chi erano come hanno vissuto cosa sono stati
Ha ridato dignità a queste persone
E soprattutto in particolare io vi vi dico perché non voglio togliervi e poi ce lo spiegherà meglio Filippo
La bellezza della lettura di questo libro
Che racconta non solo cinque vite ma racconta uno spaccato del nostro Paese
Dalla prima guerra mondiale fino a questi sedici marzo ma anche i riti delle famiglie dopo
Non tanto le sofferenze ma quanto un pochino quello che è stato di sentirsi isolati il sentirsi il dovere andare avanti per forza
E non stiamo parlando semplicemente di questi cioè qui Firenze io mi ricordo
Ci sono figure come Lando Conti e Fausto Dionisi quindi era un periodo importantissimo
Quegli anni settanta in cui ci siamo ritrovati
Veramente in particolar modo chi vestiva una divisa
Ad essere ad avere paura ma non poteva aver paura davanti alla famiglia e davanti al ai propri superiori e lo faceva quel lavoro pur avendo paura con orgoglio ecco il grande pregio di Filippo
Che disegna
Queste persone che il titolo ridefinisce eroi ma come sono tagliati o i tanti tanti poliziotti anti carabinieri anti finanziari che oggi ci proteggono sci garantiscono la sicurezza ci garantiscono la democrazia
Ecco signori io dico grazie a Filippo Boni perché dopo quarant'anni è riuscito
A lasciare una traccia indelebile
E la mente
Perché farà ricordare a chi c'era ma soprattutto darà modo a chi non c'era di poter comprendere i chi fossero queste cinque persone
Perché vedere sì io dico Montinaro Di Cillo
Nessuno sa chi sono
Sono purtroppo gli uomini alla quarto Savona quindici gli uomini della scorta di Falcone
Ecco
Quello che io spero e auguro a Filippo che questo libro sia da spartiacque
Tra quello che era
Il nozionismo storico Olla ricostruzioni di fatti avvenuti e quello che è una nuova via di scrivere un nuovo modo di scrivere che ha trovato Filippo che è quello di raccontare
Queste persone e spero che anche le famiglie e appunto dei caduti della scorta di Falconi e di Borsellino ma così come gli altri tanti altri
Diverso anche ai gli agenti ai due carabinieri che erano con Coco aitanti e i tanti tanti agenti di polizia e carabinieri che sono morti in quegli anni o sono morti negli anni successivi gli anni della guerra alla mafia
Ecco gli auguro tanto bene perché veramente
è un lui ha saputo scrivere un libro che credimi fa commuovere
Fa veramente commuovere e non lo dico perché voglio fare pubblicità al libro anzi ringrazio la Longanesi che ci ha accolto al raccolto questa nostra l'iniziativa di Filippo perché
è stata ha creduto in questo lavoro e ecco
Niente non posso dire nient'altro perché ci ha detto tutto grazie
Grazie Giovanni allora
Avevamo annunciato prima c'era Cecilia Verrecchia un'amica che l'assessore al Comune di Firenze quindi a nostra padrona di casa andrà
Scusatemi
Il ritardo innanzitutto è un piacere essere qua
E oggi sono qua sia in veste istituzionale quale Assessore del Comune di Firenze allo sviluppo economico sia in veste di amica di Filippo e di Paola la moglie di fili perché qua presenti amica e collega
E in veste istituzionale mi sento di dire che è bello e importante che oggi a Firenze abbiano voce e le vittime di quella strage
Le vittime le gli eroi di via Fani la scorta di alto moro che perse la vita tragicamente quel giorno ed è importante
Che trovano trovino oggi voce a distanza di poche settimane da quando sono risuonate in questa città le risate della Balzerani
E quindi compiacere gli oggi sono qua e ribadisco quanto appunto questo libro abbia davvero una un'importanza voglio dire storica
Perché l'indignazione che c'è stata dopo quelle risate qualche settimana fa da parte non solo della città di Firenze ma di tutta Italia
Davvero forse ha dato il segno della consapevolezza della gravità di quei fatti ci ha voluto forse un po'più di tempo ecco per prendere una posizioni è dura e netta e ed ecco che oggi con la storia che di queste cinque figli Filippo ha raccontato
Quelle quegli uomini hanno trovato voci e e tono tornati per così dire a vivere
Dall'altra sono qui come ho detto in veste di amica di Filippo idee davvero un'emozione aver letto quel libro non emoziona per letto quel libro perché in quel libro oltre alle vite degli uomini di via Fani c'è anche tanto della vita di Filippo della vita di suo padre che ha lasciato Filippo sette anni fa
E devo dire che davvero anche a me questo libro ha commosso molto per tutte le vite compresa quella di Filippo che sono raccontate in questo in questo libro ecco quando conosciuto Filippo suo padre se n'era già andato
Mentre Paola la la conosco da prima perché Paola era mia collega all'università
Sei eravamo insieme tra l'altro in via Laura quando quella mattina al professore di diritto del lavoro sia io che Paola siamo giuslavoristi quando quella mattina il professore nostro diritto del lavoro Riccardo Del Punta entrò in aula
E in lacrime sci annunciò che era stato ucciso Marco Biagi per mano delle Brigate russi ecco conosciuto Filippo invece dopo e quando l'ho conosciuta ho avvertito subito il dolore che Filippo ancora portava con sede era vivo ed era un dolore che non si rassegnava alla perdita del padre e queste qualcosa sebbene Filippo se una persona perché lo conosce perché lo conosce e lo dico entusiasta sempre gioviale indica estremamente curiosa di uno spessore davvero come pochi se ne trovano
Però ecco questo dolore lo si avvertiva che devo dire che questo dolore quelle quella sensibilità e ciò che gli ha permesso di andare a raccogliere in questo viaggio di quattro mila chilometri il dolore di queste famiglie che non deve essere stato facile tra l'altro raccogliere e lo ha fatto appunto con questa chiave di lettura con quel dolore con quella promessa che aveva fatto al padre sette anni prima
Io devo dire la parte più bella infatti di questo libro per me è stata quando Filippo ha scritto
Ce l'ha fatta
Dopo sette anni e sei mesi da quella promessa da quando avevo promesso a mio padre che avrei fatto quel viaggio
E che avrei raccontato le vite di quegli uomini io l'ho fatto quel viaggio raccontato promesso e ho mantenuto la promessa a mio padre
Ecco devo dire che questa storia incredibile incredibile alla storia degli eroi di via Fani ma è incredibile la storia di Filippo la storia del padre di Filippo che incontra
Francesco Zizzi poco prima che Francesco Zizzi se ne andasse poco prima che Francesco Zizzi
Anche lasciasse la la sua fidanzata con la quale si doveva sposare i due vite parallele quella di Luciano e di sua moglie quella di Francesco Zizzi e della fidanzata che grazie a Filippo buoni dopo quarant'anni è riuscita rincontrare le sorelle di Francesco Zizzi
E così bene come questo tempo c'è voluto del tempo a Filippo per intraprendere questo viaggio c'è voluto del tempo alle sorelle e alla fidanzata di di Francesco Zizzi per rincontrarsi
C'è voluto del tempo Alessandro il figlio di Oreste Leonardi
Per parlare trentotto anni di silenzio da parte del figlio di Oreste Leonardi
Che era l'uomo della scorta più vicino forse a Aldo Moro era l'uomo con cui sono stati insieme quindici anni e tra l'altro nel libro Filippo riesce a raccontarci questi uomini tramite degli episodi di vita quotidiana e allora
La tenerezza rivedere Oreste Leonardi che era un uomo
Si racconta molto sicuro di sé non era ansioso mentre su Aldo Moro si si racconta che era un uomo intelligente sensibile questo lo sappiamo ma si disegnerà anche anzi osa insicuro ecco allora Oreste Leonardi
Bis con Oreste l'abc si completavano a vicenda e la tenerezza rivedere Oreste Nardini che stampava le foto di quando era insieme Aldo Moro e le conservava gelosamente ecco questo dà l'idea dell'attaccamento di quest'uomo ha al suo presidente
E quindi ci ha voluto trentotto anni anche perché Sandro il figlio di Oreste Leonardi parlasse riusciste a parlare e le sue parole sono uscite fuori forte come dei macigni
Perché comunque ha avuto il coraggio di dire che sono arrivate prima le leggi per i pentiti per i brigatisti piuttosto che le leggi da parte dello Stato per le vittime delle stragi terroristiche
Ecco chi è riuscito a parlare e a detto che comunque il suo senso è stato una medicina per lui non un in deferente sa
Ma un modo di proteggersi da uno Stato che gli aveva comunque lasciati soli ecco che grazie a questo libro grazie alle parole di Filippo queste cinque dite oggi tornano a vivere e sono non soltanto le cinque vite di cinque vuoi di cinque eroi uomini ma anche le vite delle donne che erano dietro a questi eroi sia nel momento in cui queste donne
Era nuovo in casa mentre gli uomini erano a fianco di Aldo Moro perché ancor qui si ricorda come nella famiglia ad esempio di Oreste Leonardi Manning tutta perché erano uomini che uscivano a casa la mattina rientravano la sera
Come fosse poi la madre a star dietro ai figli e quindi accresce le quando tornavo resterà Nardi a casa ecco era l'Oreste Leonardi il più buono tra i due ma quasi per farsi perdonare dell'assenza
E poi sono state le donne dopo a dover mandare avanti le famiglie a dover andare avanti nonostante queste queste questa tragico evento che ha cambiato per sempre le loro vite la lo la forza di queste donne viene fuori in tutta evidenza e la scena la parte finale
Dove Filippo grazie a Filippo quasi come davvero si chiudesse un cerca un filo rosso che passa da quell'incontro
Tra il babbo di Filippo e Francesco Zizzi l'uomo della scorta che quel giorno non doveva essere lì ma sostituì uno degli uomini della scorta
Ecco forse se davvero sia credenti come io lo sono sembra davvero che ci sia un disegno una provvidenza che ha portato a quell'incontro al quale ha portato Filippo a scrivere magistralmente questo libro
Perché lo ha fatto con la sensibilità che ho detto che i fili qua ma anche con quella competenza scientifica dello storico che viene fuori nella pur ricostruzione di questo libro grazie a tutte le commissioni di inchiesta parlamentari che andato a ricercare grazie a tutto il lavoro
Di archivio di bibliografia che è riuscito a fare quindi grazie davvero a Filippo per questo lavoro
Per chi ha un lavoro importantissimo per non dimenticare per non fare memoria e per questo mi fa piacere annunciare che con il sindaco Nardella abbiamo deciso di intitolare agli uomini della scorta gli eroi di via Fani
I giardini che si trovano lungo il Lungarno Aldo Moro di Firenze in modo tale che la memoria si possa per pesare e ci sia qua Firenze sul luogo per ricordarli Craxi
Grazie Cecilia credo che le testimonianze di Eugenio di Cecilia quella di Giovanni naturalmente ce l'abbiano accompagnato davvero dentro questo libro in un modo coinvolgente bello e toccante anche struggente ma vedrete che la cosa più bella è la lettura perché la sua scrittura ed è una scrittura una narrazione che di in trappole era appena comincerete a leggerlo e adesso però ascoltiamolo Philip
Allora
Intanto
La mente grazie grazie di essere qui grazie alla Feltrinelli che mi ha dato l'opportunità di essere qua grazie al Comune di Firenze a Cecilia Eugenio Giani
A Giovanni che ormai siamo grandi amici a Enzo Brogi alle sue parole e grazie a Walter Veltroni
Che per me un pilastro della della mia vita ci siamo incrociati una volta ho avuto questa fortuna alcuni anni fa grazie a Enzo di poterlo intervistare oggi e qui accanto a me per me avente un giorno bellissimo
è un giorno bellissimo perché ho l'opportunità dopo queste belle parole piene di piene di umanità che che ho sentito di di potervi brevemente raccontare chi erano i cinque eroi di via Fani chi erano gli uomini della scorta di Aldo Moro
Io vorrei ripartire da una domanda chi siamo noi cioè ognuno di noi che è qui stasera questo pomeriggio chi chi è si interroghi affondo su chi è non è una domanda di filosofia
Ripartire da questa fase quella che alle dieci e diciannove del sedici marzo del settantotto le Brigate Rosse in una telefonata agli organi di stampa
In qualche modo in questa frase che proferire la questa mattina abbiamo sequestrato il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro ed eliminato la sua scorta teste di cuoio di Cossiga ricordiamoci queste due parole teste di cuoio di Cossiga
Ora ognuno di voi pensi alla propria famiglia i propri affetti
Pensi ai propri figli ai propri fratelli e alle sorelle e all'interno del proprio microcosmo familiare all'interno delle vostre vite
Pensate ad un vostro familiare
E pensate che da un giorno all'altro improvvisamente quel familiare possa sparire improvvisamente Possa in qualche modo interrompere i gangli dell'orologio della vostra piccola grande storia
Quindi state pensando a delle persone
Pensate che il sedici marzo del mille novecentosettantotto è stato il nostro undici settembre la nostra vita quel giorno è cambiata la storia della Repubblica italiana è cambiata
Ed è cambiata sul cinque corpi che nel corso di questi anni sono rimasti intrappolati in via Fani di loro abbiamo ricordato per tanto tempo i nomi
Abbiamo qui accanto l'amico fraterno per me è Giovanni Ricci che il figlio di Domenico l'autista di Moro dal sessantatré
Oreste Leonardi che era la sua ombra anche Luigi da vent'anni quasi Francesco cc al primo giorno di lavoro Raffaele io sino da Casola di Napoli Giulio Rivera un ragazzo migrante i ventiquattro anni
Di Julio Nesi un borgo abbarbicato nella campagna brulla molisana a pochi metri da te a pochi chilometri da Termoli vicino al mare
Questi erano
Gli uomini di via Fani gli uomini intrappolati in via Fani perché di loro ricordiamo tutti la morte ognuno di voi sicuramente ricorda perfettamente almeno per chi c'era che cosa stava facendo in quel momento con chi era
E di che cosa parlava
In quel gesto in quell'attimo in cui ricordo c'è
La dimostrazione la riprova che la nostra storia la nostra vita è cambiata inesorabilmente anche dell'undici settembre ci ricordiamo con chi eravamo e cosa stavamo facendo è la dimostrazione che la grande storia entra nella piccola storia
Torniamo al sedici marzo però a quei cinque corpi rimasti intrappolati in quelle due auto una FIAT centotrenta blu a bordo della quale viaggiava Aldo Moro
E a bordo della quale viaggiava Oreste Leonardi dalla condotta dal padre di Giovanni da Domenico Ricci dietro c'era un'Alfetta bianca che era guidata da Giulio Rivera
Il ragazzo di Julio Nesi ventiquattro anni accanto aveva Francesco Zizzi ufficialmente il caposcorta in realtà il caposcorta reale era Oreste Leonardi però ufficialmente per quello che diciamo il protocollo in quel momento richiedeva Francesco Zizzi era il caposcorta della di di Moro quel giorno dietro viaggiava Raffaele Iozia
Chi erano quei ragazzi chi erano quegli uomini chi erano le teste di cuoio di Cossiga
Erano cinque ragazzi in fuga dal sud della maggior parte di loro
Dalle campagne di Julio Nesi della Puglia di Fasano Francesco Zizzi delle Marche il padre di di Giovanni Domenico la Staffolo San Paolo di Jesi e Staffolo due comuni che nella valle di Jesi si avvicinano al mare risale un vento bellissimo dalla dal dal ma Adriatico che riesce a a profumare le vigne
A dare un sapore particolare ai tralci di Verdicchio è lo stesso vento il maestrale che arriva a Casola di Napoli un piccolo paese che forse nessuno di voi conosce vicino a Gragnano forse lo conoscete per la pasta e forse anche per un po'
Per la criminalità organizzata che si muove in quelle terre siamo sul golfo di Sorriento un posto meraviglioso
Da casa della famiglia io sino c'è una vista stupenda una casa semplice che loro stessi hanno costruito era una famiglia di coloni i contadini coltivavano Nucci mandarini
Avevano un po'di vigna erano dei terrazzamenti che cadevano a picco sul mare
Da quella finestra c'è un panorama meraviglioso io la mattina
Cui ho avuto la fortuna di conoscere la famiglia aiutino suo fratello mi accompagnò
Lungo la strada all'interno di un sentiero siamo arrivati in cima
Alle terrazze e
Guardando questo panorama stupendo da cui il Vesuvio era ancora leggermente innevato mi disse le viste i panorami avvolte salvano anche la nostra vita
è una ricchezza anche poter essere nati qua e hanno i questa visita di questo mare di questo di questa montagna sia in gran parte salvato questo orizzonte ci ha salvato perché anche tutto questo fa parte della bellezza
Il mio viaggio inizia realtà però un anno prima inizia nel settantasette
Inizia quando per puro caso mio padre nella tratto di autostrada compreso fra il casello di Firenze Sud e il casello di Incisa anzi tra il casello di Incisa al casello di Firenze sud viene avvicinato da una macchina rimane in panne con la sua centoventisei scende un giovane con i baffi un sorriso solare che viaggia
Con nel sedile posteriore una chitarra
Quel ragazzo si chiama Francesco zitti si offre di dare un passaggio a mio padre e al Cai giunti al casello di Incisa quando mio padre si rende conto che il portafoglio rimasto nel cruscotto della macchina
Gli offre delle delle monete per telefonare dei gettoni insieme quei settori rimane una moneta da cinquanta lire mio padre una persona molto sensibile come molti di noi forse come lo sono anch'io
E conserva in un bireattore Hakata d'un biglietto i la testimonianza di quel gesto
Passano alcuni mesi si dimenticano un po'loro in quel viaggio si scambiano le vite e il sedici marzo del settantotto mentre davanti alla televisione mentre sta guardando il telegiornale passano le immagini dei cinque agenti di scorta
E nella fotografia crede di ricordare che forse uno di quei cinque Francesco sì sì è proprio lui è quello che gli ha dato quel pensare quel passaggio che si ha dimostrato particolarmente generoso in quel momento
Franco stava tornando da latina dove aveva la fidanzata stava dirigendosi a Parma dove nel settantasette era vice brigadiere
Va a vedere effettivamente lui quel biglietto si era puntato il nome e cognome
Così nell'edizione straordinaria pubblica fa una copia di quei cinque uomini appunto era un biglietto sedi state settantasette sedici marzo mille novecentosettantotto per non dimenticarlo per non dimenticarli quel biglietto rimane all'interno
Di una scatola che ognuno di noi ha di biscotti dove all'interno c'erano un sacco di ricordi di famiglia dei miei genitori
Che io nel tempo sono andato a ricercare soprattutto in un periodo complesso quando mio padre si ammali cancro dopo il due mila cinque e ovviamente una famiglia una malattia come questa la spezza a metà ecco all'interno di quella scatola trovo questo questa testimonianza di generosità di cui lui non mi rivela subito il perché lo farà qualche mese prima di andarsene
E fu così che questa fu la scintilla che in qualche modo ha innescato questo viaggio che mi ha permesso di fare cinque mila chilometri pensavo mentre prima proferiva amo la parola cinque mila chilometri sono niente rispetto a quelli che ha composto la scorta che hanno che ha percorso la scorta di Moro
Nel corso del tempo perché pensate che il padre Di Giovanni Dometti Domenico Ricci
Andava dovunque andasse Moro con la macchina da Terracina bella Monte tutti i viaggi istituzionali che Moro facesse lui c'era e lo Scar osava dappertutto
Si guadagnava poco sì la paga era bassissima non c'erano benefici non c'erano rimborsi spese si dovevano pagare
Affitti si dovevano pagare CM il cibo do da andavano a mangiare in posti di fortuna anche quando Moro stava via per quindici venti giorni alla vita massacrante quella che facevano spesso anche scambiandosi turni
Domenico Ricci per dire però per dipingere bello rapidamente
A una anche lui nasce da una famiglia di coloni e come il fratello Giuseppe decide poi di farsi carabiniere arriva a Roma dopo un percorso anche scolastico
E e si ritrova fortunatamente grazie alle sue doti di automobilista hai
Di motociclista autista della scorta di Moro per lui ha un grandissimo privilegio
Ah si innamora di una donna Maria anche lei
La madre di Giovanni originaria delle Marche fra famiglia semplice Giovanni Domenico rimane attaccato alla terra però pensate che nella carta d'identità lui non vuole
Inserire il nome
L'agente a arma dei carabinieri carabiniere lui preferisce
Lasciare la parola colono perché per lui le radici la terra rimangono la cosa più importante tante che pensa anche di dare una mano al fruttivendolo sotto casa che diventa sua amica Silvana e la sua famiglia se fratelli
Nel tempo libero va pensate a dargli una mano gratuitamente perché così toccava i prodotti delle delle Marche della sua terra
Nel contempo porta la famiglia al mare fanno una vita serena una una TAC una vita normale e nella normalità spesso sì c'era la più grande bellezza che ognuno di noi possa scoprire quella bellezza che si interrompe il sedici marzo del settantotto quando Giovanni dall'edizione straordinaria della Repubblica viene a sapere che è avvenuto il massacro di via Fani rapimento di Aldo Moro e dalla fotografia
Del terribile che che compare sull'edizione straordinaria di Repubblica compare una mano che penso alla alla mano attaccato un orologio quell'orologio uno Zenit
C'è un un telo bianco sopra quel corpo sotto quel corpo lui capisce che c'è suo padre
Quel giorno non era andato a scuola sarebbe andato nel sarebbe andato nel pomeriggio e per lui per lui quel giorno come per il suo fratello per sua madre finisce un mondo pensate che in quegli anni non c'erano aiuti non erano previsti nessun tipo di aiuto non solo di carattere economico ma soprattutto di carattere psicologico non c'erano
Medici non c'erano i chi perché potessero in qualche modo supportare queste famiglie nel corso della loro seconda vita una vita indotta una sofferenza indotta terribile
La madre di Giovanni Maria però ha avuto la forza eccezionale riuscita a sobbarcarsi sulle proprie spalle il dolore della propria famiglia consapevole che il sedici marzo nel frattempo è cambiata la storia e a portare questi due ragazzi che oggi sono due uomini sulla strada
Della consapevolezza e non della rabbia non dell'odio non del rancore
Giovanni oggi è un uomo che è un esempio per ognuno di noi
è un esempio per quello che fa quotidianamente perché riesce è riuscito a trovare la forza di andare al di là del muro di raccontare
Che cosa significa essere figlio di Domenico Ricci e che cosa significa aver vissuto il sedici marzo mille novecentosettantotto riuscito anche a trovare la forza di incontrare alcuni dei suoi carnefici
Non tutti ce l'hanno avuta questa
Questa forza giovani ha iniziato un percorso con loro che ha portato anche all'elaborazione di un libro il libro dell'incontro non soltanto dalla sua storia ma dalla storia di altre
Altri familiari vittime del terrorismo
E questo gesto molto importante che dimostra anche la capacità che ha avuto mai a sua madre di infondere ai suoi figli la forza da una parte cristiana ma dall'altra anche molto laica del perdono e anche della riconciliazione
Oggi è un esempio perché ha creato un'associazione alla quale io
Ho telefonato alla quale io ho scritto ringrazia Sergio Flamigni l'ho incontrato che ha mi ha permesso di dare la scintilla di compiere questo questo grande viaggio e che mi ha permesso di conoscere gli altri uomini della scorta
Di volevo leggere soltanto un brevissimo pezzo molto breve
Che racconta la storia di Cinzia che la figlia di Oreste Leonardi
E che la mattina del sedici marzo si trovava a scuola mentre suo padre
Si trovava in via Fani arrivava sul convoglio in via Fani stava per essere interrogata in matematica allora ecco era quasi finita la professoressa terminò la lezione poi si fece minacciosa allora ragazzi adesso negli ultimi dieci minuti interroghiamo Leonardi dunque viene lei
Bussano bruscamente alla porta era il bidello la pronto non ebbe il pure il tempo di dire avanti tra quello che era già entrato era bianco come il muro si riconosceva solo perché aveva un grembiule blu indosso
Professoressa
Provo pro professoressa po'uscire un attimo la donna capì che la questione era grave uscì in tutta fretta mentre i ragazzi in classe ne approfittarono per vigna sale rientrò dopo pochi attimi Cinzia può venire un momento fuori per favore
Non terminò di pronunciare quelle poche parole che fra urla risate preoccupazioni e domande i ragazzi con i loro vocio coprirono tutte le raccomandazioni della prossima ragazzi fermi non mi non vi muovete da qui Cinzia con calma si alza dalla sedia uscì la proprio l'aspettava sulla porta la guardo con occhi carichi di compassione lesse in quello sguardo un'inquietudine Insane profonda che lasciava trasparire commiserazione pene infinite
Le posa una mano sulla spalla non lo so più il lei passo al tu aspettai Cinzia ti stanno venendo a prendere
In tre anni di scuola non era mai accaduto quel tono confidenziale ha terrorizzato perché professore sa cosa è successo mi dica qualcosa stamattina hanno rapito Aldo Moro non sappiamo ancora nulla di preciso però è meglio se torni a casa
La prosa sapeva tutto ma non voleva essere lei a dirlo a quella ragazza che poco prima stava per interrogare in matematica
Cinzia sentiti sangue celarsi le vene Levene un conato di vomito si trattenne al muro si sedette su una sedia penso al basso di suo padre quella mattina nella penombra che a tutti i vasi che non aveva avuto il tempo di dargli Ileana era intenta a scuotere i cuscini la madre in camera Oreste non aveva richiamato di solito non telefonata improvvisamente mentre il corridoio era ancora bagnato avendo passato lo straccio da poco squillò il telefono
La i corsi a rispondere era una cucina che poneva domande strane Ileana sei a casa ma Oreste dove è in servizio perché
No così tutto bene ho sentito che c'è stato un incidente ma nulla di che silenzio
A lei tremano le gambe su Goffredo ma non percepì grande preoccupazione dal tono della voce la telefonata si interruppe ma dopo pochi minuti suonarono al campanello erano i vicini di casa a cui presto si aggiunsero i cugini Ileana capì che la situazione era grave
Accese la tv non vide lo speciale del TG sentì solo la notizia confusa che Moro era stato rapito in via Fani e che in un conflitto a fuoco alcuni agenti erano stati uccisi mentre altri forse ricoverati al Policlinico Gemelli
La casa divenne un via vai di gente lei si chiuse in camera e corse a recuperare un vecchio Santino nascosto nel comodino che usava sempre quando voleva pregare in solitudine
Nel silenzio seduta sulla coperta del letto prego che Oreste non fosse in fin di vita che non fosse stato ucciso lo chiesi addio con tutta se stessa quel Dio che onorava ogni giorno ogni domenica che ricordava in ogni preghiera chiuse gli occhi e passarono minuti che parla per ore
Cinzia spalancò la porta improvvisamente frantumando tutte le preghiere come un vetro sfondato da una sassata
Corse ad abbracciarla restarono ferme appiccicate l'una l'altra sul letto senza dire nulla per lungo tempo
Figlia mia dobbiamo avere fede coraggio le sussurrò in un orecchio Cinzia non parlo non pianse non reagì
Aspettano solo certezze in quell'appartamento che ormai era un porto di mare dai curiosi e disperati dai conoscenti agli amici dai parenti ai passanti arrivarono tutti
Trascorsero tre ore lunghissime poi poco dopo pranzo giunsero due carabinieri Solaro la porta aprì un cugino chiesero di Leana
Signora il maresciallo Oreste Leonardi è deceduto questa mattina in via Fani ucciso dal fuoco dei terroristi le nostre più sentite condoglianze è un eroe sia fiera di lui
Ileana si voltò in mezzo a tanti volti nel corridoio trova quello di Cinzia si aggrappò ai suoi occhi la rivide piccolissima un batuffolo bianco che si muoveva nella culla aveva il medesimo sguardo pungente di allora aveva capito
In quell'occhiata si mosse un'esistenza si frantumò Mosaico cade il loro albero lei abbassò la testa virò verso la camera in uso al cuscino cercando l'addio di papà
Nel basso dell'alba di poco prima poi corsi alla finestra del soggiorno quella finestra che lui adorata guarda il cielo senza dire più nulla
E senza muovere più gli occhi dalle
Ecco
Volevo dirvi che Cinzia Leonardi è morta cinquant'anni
Solo quattro anni fa morta portata via da un tumore non ha mai più parlato
è rimasta in Sudamerica tanti anni con suo figlio Michelangelo che oggi è un giornalista non vuole più tornare in Italia è tornata a morire nel letto dove suo papà la salutò quella mattina
Io credo che questo piccolo passaggio questo piccola lettura sia il miglior modo per rispondere a Barbara Balzerani
Nel loro silenzio
In questi quarant'anni
Queste persone con una dignità che voi non non vi rendete conto che la potrete scoprire soltanto leggendo il libro ma non basterà
Ci danno una lezione incredibile
Perché dalla loro storia passa la nostra storia dalla loro vita dal loro dolore passa la nostra liberazione perché in qualche modo il sedici marzo del settantotto su quelle vite sia segnata una nuova liberazione
Quando Piero Calamandrei parlava i giovani all'inizio degli anni Cinquanta ricordando loro dov'era nata la Costituzione
Chiedeva di lei esortava a visitare le montagne dove i partigiani erano stati uccisi impiccati era lei che era stata scritta la nostra Costituzione ecco io penso che la nostra Costituzione sia stata
Scritta ma soprattutto difesa in via Fani ed è stata difesa sulla pelle di quelli come Giovanni che oggi hanno la forza di essere qui insieme a me insieme a voi a condividere
Questo momento così bello perché si può trovare la bellezza anche soprattutto partendo dal dolore
C'è una frase molto importante per me e la uso per chiudere questo mio breve intervento ringraziando chi ancora che ho proferito a Roma e che racconta la vita di Giovanni racconta la vita degli agenti di scorta dimore soprattutto dei loro familiari
E che in qualche modo dovrebbe essere un esempio un po'per tutti noi per ricostruire un futuro del nostro Paese
Migliore più fecondo anche partendo dalla storia che abbiamo la possibilità di scoprire forse nel mio viaggio c'è qualcosa di più alto che vincere o perdere vivere o morire dona anzi
Grazie
Walter Veltroni in questi anni in questi quarant'anni in qualche modo a vario livello
Istituzionale culturale politico sociale come cittadino come uomo dei diritti e della cultura Lia vissuti gli attraversati come anche tanti noi ma certo è stato uno spettatore e un attore
Importante e Walter Veltroni Alletto questo libro
Così ce lo racconta
Dunque fatta della tara del fatto che di solito chi presenta un libro è difficile che parli male di quel libro
Fatta la tara di questa diciamo consuetudine che di questa buona abitudine
Prendete le cose che sto per dirvi su questo libro nella loro
Letteralità
è un libro molto coraggioso molto bello
Molto coraggioso perché appunto come ha detto
Giovanni Ricci
è un libro che parla di dei dimenticati
Non credo che ce ne siano altri di libri così sicuramente non ci sono su via Fani raramente ci sono su altri casi di
Persone semplici che abbiano pagato con la loro vita durante gli anni del terrorismo soprattutto ce l'avevano una divisa addosso
Ed è un libro molto bello perché scritto bene scritto bene scritto con passione scritto con calore un libro in cui si vede l'empatia tra l'autore
Il suo cuore e le persone delle quali ci si occupa quelle che ci sono e quelle che non ci sono più
è un libro che consente di conoscere i familiari delle vittime di di affanni e al tempo stesso di conoscere i cinque agenti
Non solo con una fotografia è un nome
Ma con una storia
La storia della ditta
E la bellezza del lavoro che ha fatto Filippo è quello di riconnettere i figli per cui ciascuna persona un prima
A un durante e a un dopo il durante la propria vita interrotta a via Fani il prima e la propria famiglia la propria terra le proprie origini il dopo sono quelli che sono rimasti crea un bellissimo
Trittico di
Boccioni chiede
Si chiama gli ha di quelli che vanno quelli che restano e così è un po'questa questa storia un trittico la struttura narrativa è organizzata in modo tale che il lettore entri in queste tre dimensioni che sono le dimensioni della vita
Noi siamo schiacciati oggi in questo presente assoluto io lo chiamo il presidentissimo per coniare un neologismo dispregiativo
Ma noi siamo schiacciati in una dimensione di presente assoluto in cui la memoria e anche il desiderio di futuro sono fortemente penalizzate questo libro ci restituisce la tridimensionalità della nostra esperienza umana
E la restituisce parlando di questi cinque
Esseri umani
Leonardi rigidità era Gizzi io cucino
I cui corpi io ricordo
Esposti nella Basilica il San Lorenzo dove si svolsero i funerali ai quali partecipa era un ragazzino nero giovane ero consigliere comunale a Roma partecipai a quei
A quei funerali
E questo libro ci consente anche di restituire un pochino di memoria di che cosa sono stati quegli anni
Perché questa dimensione del presente assoluto Fassino che come sempre è successo nella storia italiana quando sono accaduti dei punti di rottura molto forte
Poi
Metto in gioco
A passare al capitolo successivo non ci fermiamo a riflettere non analizziamo non approfondiamo non vediamo criticamente pensiero col fascismo non abbiamo fatto così qui ci siamo interrogati fino in fondo sulle ragioni per le quali quell'esperienza è potuta nascere il nostro civilissimo Paese
E così non ci siamo interrogati su come sia potuto accadere che alcune menti
Anche qualificate persone che stavano nelle università che venivano da certe famiglie
Abbiano un certo punto ha deciso di ingaggiare una la più stupida delle guerre mai conosciute
Una guerra dichiarata in nome
Chi del comunismo chi del fascismo
E che ha prodotto degli affetti che che sono stati sostanzialmente degli effetti di stabilizzazione del potere esistente
Paradosso della storia
Ottenuto attraverso la ditta
Di chi sparava
Su persone perché in guerra quando si sta in guerra
Si sa che si sta in guerra
E quando si ci si spara ci si spara da due trincee
E quella invece era una guerra unilaterale
è una guerra dichiarate praticata da persone che come degli avvoltoi potevano apparire in un momento della giornata del la settimana del mese allora apparivano quasi tutti i giorni e potevano strappare una vita da quel contesto di relazione familiare di affetti che questo libro racconta molto bene
Vicino a casa mia abitava Massimo D'Antona ed è stato ucciso poco lontano da da dove io abito
Massimo D'Antona andava
A piedi al suo lavoro con una borsa in mano
Ed è stato ucciso da gente che aveva la pistola in mano nella differenza tra quella borse quella pistola sta la differenza tra il terrorismo la democrazia
Aggiungo
Prima Enzo ha citato la famosa lettera di Pasolini dopo Valle Giulia
Pasolini sorprese tutti
Mi piaceva enormemente proprio perché era irregolare la sorprendente era
Non era mai scontato non era mai ortodosso il suo pensiero quando dopo Valle Giulia data nella quale occasione nella quale tutti si schierarono a favore degli studenti e contro la repressione della polizia
Pasolini prese carta e penna per raccontare come si dovesse stare dalla parte dei giovani proletari indivisa piuttosto che dalla parte dei figli della borghesia che tiravano le pietre allora si tiravano le pietre
Poi dalle pietre si è passati alle molotov dalle molotov o si è passati
Alle armi
Quella guerra cambiato il volto al nostro Paese Filippo ha detto molto giustamente questa l'Italia è cambiata
In questo non le Brigate Rosse
Ma coloro i quali avevano interesse a che l'Italia prendesse un corso invece che un altro loro sì hanno vinto no le Brigate Rosse che sono state lo strumento di un disegno di stabilizzazione di cui questo libro traccia parlando degli agenti della scorta e fa bene a farlo perché questi cinque esseri umani
Sono stati uccisi per una ragione politica
Non sono stati uccisi in un conflitto a fuoco con dei delinquenti sono stati uccisi per una ragione politica
E allora se si vuole rendere loro l'onore necessario bisogna andare alle radici di questa ragione politica
E bisogna capire perché è potuto accadere
Che il presidente della Democrazia Cristiana
L'uomo probabilmente centrale
In quel momento politico
Forse rapito nel giorno in cui si formava il primo governo che aveva il Partito comunista nella maggioranza
Fosse sequestrato per cinquantacinque giorni dentro la città di Roma
E forse ucciso come poi è stato ucciso con il suo corpo trovato in una strada a metà tra Piazza del Gesù e via delle Botteghe Oscure
Cos'altro dovevamo fare i brigatisti per far capire che cosa volevano che cosa volevano dire lo rapiscono il giorno del governo di maggioranza
In cui entra in maggioranza il PC e lo uccidono lasciando il suo corpo tra via delle Botteghe Oscure e Piazza del Gesù
Con
Come racconta nel suo libro Filippo
C'è un momento
Io ero bambino giocavo a pallone a villa Borghese raccontato in un libro
Giocavamo a pallone a un certo punto qualcuno dice c'è Moro
E Moro passeggiavamo Roma va molto passeggiare passeggiava meditando e dietro di lui c'era il maresciallo Leonardi
Un nel libero si racconta molto giustamente di un incontro che scosse profondamente umanamente Moro tanto che Moro a un certo punto disse io smetto di fare politica
Fu l'incontro con il segretario di Stato americano Kissinger
Che gli disse Holley cambia politica oppure pagherà un prezzo molto alto
Moro stette male male fisicamente dopo questo incontro
C'è una frase che nel libro di portata che Moro disse
Delle in guerra contro l'Unione Sovietica io contro gli Stati Uniti e la Germania
E così ieri nel mondo separati in blocchi e allora era il tempo ancora della guerra fredda
Tanto che c'era scopriremo dopo Gladio per esempio
Lo scopriremo a partire dalla vicenda Moro perché Gladio comincia a spuntare nelle lettere di Moro quelle lettere che ci fu detto essere state estorte che invece sono la quintessenza del pensiero e persino della letteratura di Aldo Moro
Moro e Berlinguer stavano facendo una cosa che scuoteva le radici
Gli equilibri di Yalta
Quei due uomini così schivi così
Poco spettacolari diciamo che così legati ai propri principi alla propria identità e la propria comunità stavano facendo qualcosa di enorme
Moro
E c'è una cosa nel libro di Filippo
Che racconta la signora Leonardi
Che
Io non ricordavo il libro Mina e cioè che Moro era seduto
Con il maresciallo Leonardi sul treno
Italicus che poi come qualcuno ricorderà
Fu oggetto di un attentato morirono dodici persone Moro scese da quel treno perché doveva firmare delle carte urgenti
Ma Moro doveva stare su quel treno
Nella storia italiana questi segni si sono ripetuti molte volte io ricordo sempre che nel novantadue quando il Parlamento non riusciva a eleggere il presidente della Repubblica
Uscì una strana agenzia di stampa a Roma
Che disse la situazione non si sbloccherà finché non ci sarà un grande botto
E qualche giorno dopo
Ci fu l'attentato a Giovanni Falcone
More Berlingo Berlinguer sarà oggetto di un attentato qualche anno dopo la morte di Moro in Bulgaria cercheranno di ucciderlo con un incidente simulato un camion che va addosso alla macchina e uccide il pilota dalla macchina
Perché quei due esseri umani stavano cambiando questo Paese
Quella mattina via Fani cambia la storia italiana
Ma è possibile è possibile
Che chi aveva la responsabilità del potere in quel momento
Non avesse messo nel conto stiamo parlando del settantotto non è che stiamo parlando del mille novecentosessantasei in cui un attentato era inimmaginabile nel settantotto c'erano stati già tanti morti
Tanti rapimenti tanti attentati
Tante persone erano state gambizzato e tanti politici erano stati uccisi
Possibile che nessuno avesse pensato di dare una macchina blindata ad Aldo Moro
La storia d'Italia sarebbe andata in un altro modo se qualcuno avesse dato una macchina blindata da Aldo Moro
Non era così difficile capire che essendo lui
Il centro dell'equilibrio politico di questo Paese probabilmente era il più esposta
Questi ragazzi alcuni erano ragazzi Leonardi lo era meno avevano ciascuno una storia bellissima bellissima
Se fosse un film a questo questo libro si potrebbe estrarre dai cinque racconti il momento in cui nelle famiglie arriva la notizia
In ciascuna famiglia arriva in un modo diverso a casa di Giovanni Giovanni era lì sua madre sviene
Ha letto Filippo le pagine che riguardano la figlia del maresciallo Leonardi così sono tutte perché quel dolore
L'irruzione del dolore di una vita
E il suo esplodere come una granata che alle schegge perché chi ha sparato lì non ha ucciso solo quei cinque ragazzi
Ha fatto una strage ha fatto una strage perché ha distrutto la vita di famiglie intere oltre a cambiare il destino del Paese e quindi andrebbero
Imputati per il reato di strage
E quando tu uccidi cinque persone con quel livello di tecnica perché è incredibile quello che è accaduto quel giorno
Hanno sparato
Decine e decine di colpi
Sono riusciti a non colpire
L'onorevole Moro che stava sulla macchina e tutto intorno hanno fatto una carneficina solo la gente
Io cinema riuscito a scendere dalla macchina
A sparare qualche colpo prima di essere ucciso credo da diciannove colpi di arma da fuoco
Ricordare la vita di queste persone per ricordare il dolore che è stato prodotto significa ricordarsi della
Disumanità dell'odio
Da che cosa è nata questa storia qui queste macchine
Perché cosa sono nate dall'ottimo
Dall'idea che ogni tanto in certi momenti della storia si fa strada che l'altro da te sia da eliminare
Questi ragazzi non non erano nello stato internazionale delle multinazionali erano cinque proletari
Che furono uccisi come tanti altri non mi ricordo la macchia di sangue della gente Passamonti
Nel quartiere San Lorenzo a Roma
Allora
Se la mafia uccide solo d'estate il terrorismo colpiva prevalentemente d'inverno io o nella memoria
Tante
Macchie di sangue lavate dalla pioggia che scendeva tanti cerchi di gesso fatte attorno alle sagome del corpo lavati da da dalla pioggia che scendeva la mia generazione ha vissuto così ha vissuto nell'orrore se io ripenso
Ai fratelli Mattei due ragazzi figli di un segretario di sezione del movimento sociale bruciati vivi
Bruciati vivi un bambino e suo fratello
Da gente di potere operaio
Se penso alla storia
Di Walter Rossi ragazzo di estrema sinistra ucciso con un colpo di
Di pistola o Valerio Verbano ragazzo tra autonomia ammazzato in casa con un colpo di pistola alla schiena dopo aver immobilizzato il padre la madre ai che hanno sentito l'assassinio del padre
De del figlio questo è successo in Italia
E potrei citare decine di casi
Persone innocenti scambiate
Scambiate perché assomigliavano al bersaglio
Ragazzi di diciassette diciott'anni uccisi perché si sparava davanti a una sezione del partito di destra o di sinistra
I suoi successi e perché è successo perché si è affermato il principio che l'altro da te andava eliminato
Guardate che questo mostro nella storia ritorna ritorna e spesso è un mostro che si presenta sotto speci molto seducenti molto affascinanti sembra la soluzione del problema eliminare l'altro
Tu elimini Moro
Ha risolto il problema elimini ragazzi di questa scorta sono state centinaia i morti la stagione del terrorismo in Italia
E se non si sta attenti e quindi se non si usa la memoria
Questa se duttilità del dell'odio nei confronti dell'altro si ripresenta nitida senza l'accumulo di Auschwitz
Senza l'accumulo dei gulag
Senza l'accumulo delle stragi del terrorismo senza il dolore che questo ha provocato in famiglia che potevano essere le famiglie di quelli che magari guardano con simpatia a coloro che
Pensano che la soluzione del problema sia eliminare l'altro eliminare l'altro è l'idea dell'Isis
Lo sgozzare quelli che hanno una religione diversa dalla tua
E lo sparare in mezzo alla strada il mandare un camion contro delle persone inermi è quella roba lì che riaffiora come un mostro
In certi momenti della storia
Ma nei confronti di questo mostro c'è un solo antidoto
Che è la coscienza civile che si alimenta di un solo cibo che è la memoria toglie la memoria la coscienza civile
E tenderà come un fiore ad appassire
Perché la coscienza civile e la consapevolezza di ciò che nella storia si è prodotto è per usare l'espressione del libro di Gadda la cognizione del dolore
La cognizione del dolore
E questo libro un libro molto importante per questo
Perché consente a tutti noi
Attraverso il viaggio cinque mila chilometri attraverso la storia di queste famiglie attraverso la storia di questi proletari uccisi
Da una borghesia
Spesso diciamo armata di di una pistola contro il popolo il col il contrario di quello che diciamo si si proclamava in termini ideologici ci consente esattamente questo di riassumere tutta intera la cognizione del dolore
E quindi da questo punto di vista non è solo un libro ma è anche una grande utilissima testimonianza di impegno civile
Grazie a tutti naturalmente l'arresto ferito le vorrei per impreziosire aglio vostro libero con una dedica grazie