Meeting di Rimini 2017 - Nuovi italiani, nuovi europei. I giovani e le sfide della società multietnica

Possiamo cominciare
Buongiorno a tutti buon pomeriggio sono molto contenta sono Elisabetta Soglio una giornalista del Corriere della Sera sono molto contenta di essere qui di tornare di essere tornata al Meeting di Rimini perché ha ragione il presidente Violante che ho intervistato qualche giorno fa qui si pensa ai giovani qui si pensa a formare i giovani e qui ci sono o grandi possibilità per per scambiare opinioni
E lo faremo cercheremo di farlo anche questo pomeriggio parlando di un tema importante e molto di attualità anche in questi giorni
Anche se poi vedremo in questi giorni è d'attualità diciamo per una in una chiave
Negativa qui invece noi cercheremo di parlare della possibilità di di fare integrazione raccontando esperienze positive di giovani di di seconda generazione
Non solo in realtà che sono pienamente integrati nella nostra società quindi cercheremo di di approfondire queste storie che poi sono le storie della di una delle delle mostre del meeting
Nuove generazioni di i volti giovani dell'Italia multietnica che è curata
Tra gli altri da un nutrito gruppo di persone e tra gli altri da da Giorgio Paolucci giornalista scrittore è stato anche il mio capo dal venire tanti anni fa quindi diciamo lo tratto molto bene anche un po'per riverenza Katie rimane nella vita
E abbiamo con noi e ospiti il ministro Valeria Fedeli della pubblica istruzione che ringraziamo di essere anche lei ospite al Meeting di Rimini e
E abbiamo anche con noi Eraldo Affinati che scrittore più amate molto autore delle scuole cremini direttamente a ha preparato la tra l'altro la prefazione alle volume che illustra questa mostra se non l'avete vista andate a vederla perché è veramente straordinaria e soprattutto in giorni come questi dove siamo ancora tutti molto colpiti dall'ennesimo attentato attentato che che ha colpito Barcellona una città comunque vicina a noi
Ci aiuta forse a ridimensionare i nostri giudizi e o quanto meno ad avere una visione più ampia e più complessiva del del problema del dell'immigrazione
Io lascerei subito la parola a Giorgio Paolucci che civili magari ci aiuta proprio a illustrare brevemente i contenuti della mostra so che anche un video da farci vedere quindi Giorgio lascerei la parola Thee
Bene grazie
Vi aspettiamo ovviamente tutti alla mostra ma vediamo un piccolo aperitivo con questo video che vediamo tra poco
Che fa vedere subito qual è la prospettiva con cui ci siamo messi di fronte a questo spaccato d'Italia che è la prospettiva dell'incontro la prospettiva di far parlare questa realtà anziché metterci a parlare addosso a questa realtà
Quindi prima di tutto vorrei farvi vedere questo video
Supporto di altri pagano più ecuadoregno penso di essere un cinquanta cinquanta un per la cinquanta cinquanta voglio dire di più cento cento
Stavo vedendo o meno francese era quand'ero piena di finalità e la legge italiana non voglia essere avanzata al centro meridionale
Fare tutta la vita la rumena preferisco essere qui finora nessuna sempre combattuta sull'essere
Sezione italiana restano ma sai bene ma in realtà negli ultimi tempi poi impara Zarate sta in mezzo
Solo da dove provengano sulla famiglia insomma e nella vetrina Italia strano parte viene papà storica da parte di mamma albanese penso che che ce l'hanno scoperto da quando gli ho detto io che seppero albanese
Quelli di prima generazione ad affrontare il problema di entrare nella società e farne parte né invece dobbiamo dimostrare alle persone che pensano che magari noi iniziamo la rovina della società
Che invece possiamo contribuire liberarla io mi sento sono vent'anni che sono a Milano mi sento milanese
Il Comune ha fatto scendere il mondo farà sempre più gusti mi reputo molto una una sorta di pizza kebab turco al cento per cento Pizza al cento per cento kebab e riuscendo a unire completamente entrambi in un solo risultato quando mi capita il ritornare in Marocco o in una cavità mi accolgono sette di una sana mia manto per Sensi è diventata una quelli che rimandano Estero
Annuncia a quei tempi siete l'albero senza radici non può crescere forte questo che penso anche della persona perché senza senza eredità forte non non potrebbe diventarlo nessuno quello che ci lascino nostri genitori non è un qualcosa di molto pesante ma è una ricchezza un terzo un tesoro in in in innesti no senza la fatica di tutte le storie oggi in Europa di di tante giovani verso ricerca disperata dell'identità ma non come un manganello ad applicare sulla testa degli altri i giovani Pariani
Devo essere sincero anche gli adulti anche sono stati ma però amo tutti d'
Sono
Guaio sta bene
Sala Romana barcollo ma non mollo
Allora mi sta molto a con una frase una piccola parola in dialetto barese è stato in un
Ecco è un piccolo spaccato dell'Italia che abbiamo voluto raccontare in questa mostra dare visibilità a quello che c'è
Alcuni dopo la mostra sono venuti a dirci alcuni visitatori ma non pensavamo che le cose fossero già così pensavamo che questo fosse il futuro invece il presente e il presente fatto da un milione e mezzo di giovani
Minorenni figli degli immigrati
Che sono arrivati qua ragazzi nati in Italia oppure bambini che sono arrivati qua da piccoli Sonora hanno raggiunto i genitori hanno frequentato le nostre scuole
Stanno diventando un pezzo dell'Italia che cambia un pezzo dell'Italia multietnica sono un nuovo volto di come si può essere italiani al di là della di quello che c'è scritto sul passaporto sulla carta d'identità hanno un grandissimo desiderio di appartenenza
Di appartenenza alla nostra società non solo dal punto di vista linguistico ma anche dal punto di vista valoriale un desiderio di amicizia un desiderio di fare società insieme di con vivere un milione e mezzo dicevo di di questi nuovi italiani ottocento quindici mila sono gli studenti stranieri che vanno a scuola dalla scuola dell'infanzia fino alla scuola superiore
Nove per cento del totale della popolazione scolastica e sei su dieci sono nati in Italia quindi fin da piccoli condividono il destino dei nostri figli e dei nostri nipoti
E questo è il tentativo che la mostra fa è proprio il tentativo di valorizzare l'esperienza di raccontare quello che c'è e non di fare della sociologia non di fare della statistica non di fare della politica anzitutto ma di dare atto del grande cambiamento che è in atto nel nostro paese e quindi la prima parola chiave della mostra la parola cambiamento
E per testimoniare questo cambiamento io credo che noi abbiamo anche il compito se mi permettete come giornalista credo anche il dovere di cambiare la narrazione
Cioè di rendere la narrazione di questi temi meno ansiogena meno legata ai fenomeni drammatici e negativi che pure ci sono
E rispetto ai quali non dobbiamo assolutamente chiudere gli occhi ma di far vedere che questa foresta silenziosa sta crescendo sta cambiando la pelle i parametri della nostra società
Quindi una mostra non da leggere ma anzitutto da vivere pensiamo che la nostra mostra sia un po'un piccolo avvenimento un cantiere aperto e anche anche per chi verrà a visitarla vedrà come l'abbiamo concepita con spazi aperti dove è possibile vedere dei video che parlano della scuola della famiglia
Delle società sportive dei gruppi di aggregazione dove questi giovani incontrano altre persone e soprattutto di coinvolgere i visitatori in un'esperienza facciamo due incontri al giorno in cui abbiamo invitato i protagonisti dei sette video che abbiamo girato a farsi conoscere
Dai dai visitatori dal popolo del meeting Green annoverare c'era il cinese edera via Oria rilancia la cinese si c'era un cinese che ha inventato una radio le Ria in via Paolo Sarpi nella Chinatown milanese insieme a uno dei più antichi macellai milanesi quindi un esempio di come l'amicizia racconta e la convivenza può creare anche impresa un'impresa del bene potremmo dire
Pensata al Fai parleremo a tempo parleremo di prestazioni quindi la prima parola è la parola cambiamento fotografare un cambiamento che c'è giacché già in atto
La seconda grande parola che la mostra propone è un viaggio dentro la parola tradizione e quindi dentro la parola eredità che il meeting ha messo nel suo titolo prendendolo dal Faust di dirette
Ed è interessante ad esempio notare e lo facciamo vedere all'inizio della mostra che questa parola tradizione molto presente nella testa e nel cuore dei ragazzi delle nuove generazioni
Noi abbiamo messo all'ingresso due due frasi una di un celebre teologo cattolico Romano Guardini
Che scrive nella monotonia del puro proseguire nove soffoca eremo
Cioè la tradizione non può essere semplicemente la ripetizione meccanica
Di valori e di esperienze ma ha bisogno sempre di esser fatta propria dai giovani
Deve essere misurata con la libertà delle persone
Non posso semplicemente concepire la tradizione come un sacco con il porto dietro le spalle
A un certo punto questo sacco lo devo aprire e vedere se quello che c'è dentro mi corrisponde c'è qualcosa che funziona per costruire la mia felicità e questa è un'operazione che i giovani delle nuove generazioni fanno perché hanno alle spalle tradizioni spesso molto
Lontane molto diverse da quelle dell'Occidente e le confrontano con quelle che l'Occidente gli propone
Giorgio ti interrompo ma perché secondo me questa questa esperienza di confrontarsi con la tradizione poi anche un'esperienza anche dei dei giovani italiani perché anche i romani italiani si può si misurano con la tradizione
Dei loro genitori che oggi è distante anni luce perché sappiamo che come dire le generazioni cambiano molto velocemente quindi è un tema che poi alla fine riguarda tutti Nord confrontarsi con una cultura poi per trovare un'identità è una cosa che accomuna i giovani italiani giovani
Nati da genitori stranieri
Fatti uno una delle delle cose più interessanti che abbiamo riscontrato andando in giro per l'Italia nei mesi scorsi a fare queste interviste è vedere questa corrispondenza cioè vedere che in modo con cui si guarda al passato
Con cui si considerasse il passato può essere una cosa utile al presente è solo la verifica della corrispondenza cioè se questo passato mi corrisponde mi dice qualcosa di vitale lo prendo
Sì solo per dovere non lo prendo più e questo lo fanno sia i giovani figli di immigrati si agli italiani to cure in questo senso
La mostra una mostra che illuminando un mondo ci ributta la palla addosso cioè ci costringe a rifarci questa domanda rispetto come stiamo nei confronti dei nostri figlio nei confronti dei nostri nipoti
Per la terza la terza parola chiave è la parola identità
I giovani percepiscono l'identità come qualche cosa che è in evoluzione non una cassaforte
Nella quale metto dei valori li chiudo a chiave per paura che qualcuno li venga a rubare li tenga a corrompere
Identità nome non come una corazza che io indosso per combattere contro il nemico che sta invadendo il mio territorio ma l'identità come una serie di certezze che con cui su cui la mia vita è radicata e nello stesso tempo come una grande apertura
Un'apertura verso l'altro la identità si compie solo nella misura in cui è incapace di è capace di incontrare tutti
No nella misura in cui si chiude in una torre pensando di poter difendere il territorio la vera identità è un'identità capace di incontrare tutti in forza delle certezze che l'anima non posso dire tu
Non posso dire io se non dico noi la la la la pienezza dell'io si realizza nell'incontro con l'altro e questo è molto evidente in questi giovani
Che arrivano in Italia da piccoli o nascono in Italia con un patrimonio molto diverso da quello nostro ma capiscono quanto l'incontro col nostro patrimonio li può arricchire in questo senso a mio parere possono essere anche un indicare anche una direzione quando diciamo che si vuole difendere l'identità italiana
A volte questa parola può essere fraintesa può essere strumentalizzata identità italiana non è ripeto un orto chiuso ma è qualche cosa che è sempre stata capace nei secoli di fare i conti con le persone che in Italia arrivavano che l'Italia la invadevano ma che ne venivano contaminati c'è un saggio al termine del catalogo
Della nostra mostra che racconta proprio questo l'Italia
Da sempre terra di contaminazioni l'Italia da sempre terra che è stata capace di farsi contaminare di contaminare che arrivava l'esperienza che viene dalla costruzione di questa mostra ce lo conferma
Cioè il fatto che questi giovani hanno voglia di interloquire con noi dieci rendono capaci di aprire il nostro orizzonte a quello che l'Italia del futuro un'Italia che farà sempre di più i conti con questa nuova realtà e che da questa nuova realtà potrà io credo arricchirsi grazie Giorgio
Una mostra diceva Giorgio che no non parte da dati da statistiche parte dal racconto di storie volti storie esperienze forse anche per questo non mostra molto immediata come dire di facile con cui è facile poi interagire trovarsi questo metodo delle storie delle testimonianze è un metodo su cui anche Eraldo Affinati ci può aiutare perché l'esperienza delle scuole Penny Wirth non sono esperienze basate su storie quindi io ti direi aiutaci a capire
Come tu hai già sperimentato la possibilità di integrazione in questi tuoi dieci anni di attività
Guardi io partirei dalle fotografie che abbiamo recentemente visto sui giornali di quei terroristi marocchini
Che erano giovanissimi più piccolo aveva diciassette anni i più grandicelli venti ventuno ventidue anni io ho insegnato per tanti anni la città di ragazzi e ragazze proprio ragazzi così alle porte di Roma nella punto e questa comunità educativa
Che accoglieva immigrati minorenni non ha accompagnati io ho conosciuto molti di questi di questi ragazzi
Ha voglia di uno di loro on perché a cui ha dedicato anche un libro appunto intitolato la città di ragazzi in cura contro il viaggio che ho fatto in Marocco andando a ritrovare diciamo così i luoghi della partenza di questi i miei studenti proprio ieri uno di loro piano dalla fotografia di suo figlio figlio era nato e dice qualche modo testimoniando come dire un cerchio chiuso e quindi istintivamente ho pensato
Da una parte abbiamo avuto il terrorista dall'altra parte abbiamo avuto un cittadino italiano come questi che abbiamo appena visto nei filmati
Cos'è che non avete che cos'è ho pensato dentro di me diciamo cos'è che non ha funzionato in Spagna
Nel momento in cui alcuni di questi si sono radicali usati e cosa invece ha funzionato in Italia quando i miei studenti molti di loro di vedo che oggi sono risolti hanno trovato lavoro
La risposta è la scuola la scuola gli adulti credibili gli adulti credibili che questi ragazzi hanno trovato
La prima domanda che mi faccio quindi Ce l'adulto credibile
In quale modo noi possiamo rappresentare per questi ragazzi
Il quarto in misura un'esperienza fondativa formativa farli diventare grande adulto credibile quello che compie una scelta che dice io trattante possibili strade
Scelgo di praticare questa strada e te la offro atti adolescente come punto di riferimento
Sì l'adulto non fa questo se l'adulto resta eternamente giovane da un punto di vista spirituale prima ancora che è una graticola
E quella è quell'adolescente potrà in un primo momento seguirlo magari affascinato dalla sua posizione però immediatamente lo abbandonerà perché i ragazzi hanno bisogno di certezze di punti saldi
Io ho insegnato trent'anni italiano e storia negli istituti professionali di Stato ragazzi dai quattordici ai diciotto anni prima di dedicarmi ai ragazzi immigrati con la fondazione della della scuola Poemi Wilton insieme a mia moglie
Anna Luce Lenzi
Cosa o chi ha titolo ho capito che il fondo oggi dobbiamo rifondare l'esperienza il senso vero il senso pieno dell'esperienza
Oggi molto spesso le nostre parole non sono legittimate
Sono parole libere sono parole gratuite sono parole che vanno diciamo così per conto loro non sono radicate dall'esperienza ecco perché i ragazzi ci abbandonano ecco perché gli adolescenti e scappano ecco perché a volte molte delle nostre diciamo vite non sono per loro affascinante
Non sono più dei punti di riferimento alla scuola benemerito ne abbiamo pensato di rinnovare qui ed ora il sogno di don Lorenzo Milani a cui ho dedicato il mio più il mio ultimo libro intitolato L'uomo del futuro
Pensare di fare una scuola che prende il nome da un grande romanzo per ragazzi di Silvio D'Arzo intitolato Penny Wilton e sua madre pensare di fare una scuola basata sulla qualità della relazione umana
E questo è
Facile da dire ma difficile da mettere in pratica
Quando un professore interclasse e ha di fronte venticinque ragazzi
Uno di fronte uno diverso dall'altro ci può essere DSA il bene se quello bravo le le due seconda generazione almeno il neo arrivato e deve ricondurre tutti ad un disegno unitario di fronte alla pagina dei Promessi sposi o dei Malavoglia di Verga
Devi riuscire a come dire trasmettere la tradizione devi formare la coscienza di questo ragazzo
Ecco tu come insegnante ti devi mettere in gioco non puoi pensare di recitare un ruolo non puoi pensare di distribuire come se fosse un traffico concettuale la tradizione mercificare il programma e mettere il voto
Allora io ho cercato della pendio UIL torno di realizzare questo in contromano ecco il
La prefazione col fatto al libro che illustra questa questa mostra dico abbiamo visto i filmati s'intitola la sfida dell'incontro perché è una sfida perché non è tutta rose e fiori non è abbracciamoci vogliamoci bene significa capire chi sei tu
Chi sono io da dove vieni tu da dove vengo io ecco perché sono andato in Marocco a vedere da dove venivano mare Faris ecco perché sono andato in Gambia vedere da dove veniva caliche volevo capire quali erano le come dire i punti della partenza volevo conoscere nulla foce
Il che non la conosciamo quando arrivano a Lampedusa arrivano in Italia volevo conoscere la sorgente capire da dove vengono
E allora ho pensato che la pendio Victor potesse rappresentare anche luogo di questo incontro ma tra chi avveniva questo incontro poi tra i liceali italiani i ragazzi degli si chiude nel diciamo delle delle scuole medie superiori e i loro coetanei immigrati
E vi assicuro che quest'anno che abbiamo fatto circa trenta confezioni con licei soltanto a Roma per favorire i tirocini formativi di questi nostri studenti
Diciamo che insegnavo italiano all'opera anime grati quest'anno ha avuto uno degli spettacoli per me più belli che in segno da tanti anni vedere non so Giulia del liceo Virgilio di Roma
Quindi è la voglio dire la ragazzi età di diciassette anni scegliere la buona borghesia romana
Che si mette seduto di fronte al rush dura appena arrivato dal Bangladesh analfabeta nella lingua madre
Che non aveva mai tenuto una penna in mano ecco vedere questi due adolescenti che mai e poi mai si sarebbero incontrati se non ci fosse stata quella piattaforma che in qualche modo avevamo creato per loro questi due adolescenti incontrarsi
Ed ecco che Julian segna il verbo essere Zerbo a vivere a a questo suo coetaneo bengalese ecco uno spettacolo senza azionare l'idea che l'Italia in questo momento possa essere il laboratorio antropologico della nuova Europa ecco di fronte a me con questa scuola Penny Milton inventata
Dal niente sostanzialmente io e mia moglie due insegnanti abbastanza irrequieti
Non contenti tutto sommato di quello schema chiuso che in fondo però avevamo sperimentato per tutta la nostra carriera scolastica si inventa una scuola in cui chiamo la raccolta
Il Paese il paese molto ma molto più bello di quello che noi vediamo in televisione è un Paese disposta a lavorare gratis affondo perduto e questa importante a fondo perduto
Io vi ringrazio di questa testimonianza perché sento diciamo una attenzione che in fondo ci accomuna che è quella di chi vuole uscire dal sistema retributivo che ci governa io chiedo e tu mi dai
E io quindi non ti do se tu non mi dai no non è questo noi abbiamo dei volontario sono ormai centinaia in tutt'Italia a partire dalla Sicilia fino in Friuli e qui in Emilia abbiamo alcune sedi importanti a Forlì via Faenza abbiamo dei volontari volontari che si mettono in gioco gratuitamente
Non solo ex insegnante anche persone che vengono da altre esperienze che vivevano in questa attività una come dire attitudine pedagogica spesso a loro stessi ignota
Ma voglio chiudere questo mio primo intervento Ricordando Giulio che per me è stato diciamo glielo studente Mino
Di riferimento al quale ho dedicato il mio libro intitolato significativamente elogio del ripetente chi era Giulio
Giulio era uno era stato bocciato in prima al primo liceo scientifico era stato bocciato all'istituto nautico stava per essere bocciato anche all'istituto Carlo Cattaneo
Dove io insegnavo che perché aveva un po'dei comportamenti dei professori qualche modo sanzionava no
Anche perché lui rifiutava il sistema di valutazione che lo aveva già condannato e stava quindi per andare a da a come dire ad ingrossare le file lunghissime doloroso e la dispersione scolastica un giorno lo presi da parte edifici questa proposta fortissima dico
Giulio ormai dura scuola vedo che stai proprio ai limiti di Cova perché non vieni con me oggi pomeriggio che ti andiamo ad insegnare l'italiano agli immigrati
E questo ragazzo all'inizio perplesso che mi dice professore proviamo facciamo questa prova oggi Origgio vengo alle due Scud a scuola e me lo vedo tutti tutti i martedì pomeriggio Giulio che viene tutto l'anno
A fare l'insegnamento dell'italiano agli immigrati nati proprio lo stesso proprio del ragazzo che era stato irrequieto lo stesso che era stato bocciato lo stesso che era stato indisciplinato lo stesso che era stato ribelle si proprio lui si trasforma il volontario
E mi aiuta a dividere
Anche e gli altri ragazzi quando c'erano delle tensioni fra loro intervenendo fra ponendosi fra di loro come se fosse già un piccolo educatore per me quella è stata una delle
Cose più belle che ho visto la mia lunga carriera insegnante ed è quella la ragione perché ho pensato qua dobbiamo lavorare dobbiamo lavorare per fare in modo che l'esperienza deteriore di Barbiana non resti
Inascoltata
Bella questa
è bella questa cosa di di una scuola dove si guarda alla qualità della relazione umana di una scuola laboratorio antropologico di un nuovo modo di di stare insieme e di convivere
Lamenta una cosa straordinaria poi affinati lo sa intanto ringrazio dell'invito sono particolarmente contenta di essere qui a questo dibattito
Perché mi aggancio subito ad una delle cose
Che qui che sono state presentate in realtà infidi o che cosa ci dicono io vorrei partire da questo di Dio ci dicono che poco si racconta della qualità
Della scuola italiana della qualità dell'insegnamento italiano della qualità della relazione umana nelle scuole perché queste testimonianze
Che Ciampi che abbiamo visto prima è che sono visibili completamente nella mostra che anch'io invito a vedere ci dicono che in realtà la scuola italiana una scuola che include non solo abbiamo l'esperienza della scuola di Barbiana cinquant'anni fa diciamo l'abbiamo ricordata quest'anno ma cioè proprio concettualmente nella scuola italiana
L'inclusione che ha due caratteristiche
Includi perché la scuola serve esattamente a confidare insieme tra differenze io vorrei sempre ricordare qui che la scuola italiana è l'unica scuola in Europa
Che include i diversamente abili voi sapete che negli altri Paesi europei ci sono ancora le classi differenziate ecco per dire che bisogna raccontarla la scuola italiana che nel raccontare la scuola italiana la scuola inclusiva significa che noi abbiamo nel nostro DNA culturale
Nell'esperienza come viene detto e come veniva raccontata anche quella che fa affinati molto importante significativa il fatto che accogliere però è integrare attenzione non è inserire non è che prendo inserisco in un contesto che non cambia è una reciproca ricchezza a me piace molto il concetto
Che veniva espresso prima cioè i nuovi italiani guardate che sono anche le nostre ragazzi i nostri ragazzi i nostri figli i nostri nipoti che crescono dentro a classi che sono composte diversamente gli ottocentoquindici mila ragazze e ragazzi che frequentano le nostre scuole sono una ricchezza reciproca come una ricchezza reciproca sono le diverse situazioni le diverse umanità le diverse caratteristiche che i singoli hanno ecco io credo che questo sia la prima cosa che vada affermata la seconda però che voglio affermare qui è
Che ci sono contraddizioni in questo percorso che facile qua fra Dinoi dirlo affermarlo ma guardate ci sono altre due cose però che sono significative se vogliamo proseguire da questo punto di vista a rendere la scuola italiana il punto di volta anche per conto rispondere al riappropriarci di quello che ci hanno consegnato diciamo le nostre generazioni nostri padri da scuola è il motore di questo cambiamento
Poco secondo me in questo Paese
Sì riconosce la funzione generale della distruzione delle educazione sembra che sia un tema che riguardi soltanto il ministero della pubblica istruzione dell'Università e della Ricerca guardate il tema dell'educazione dell'istruzione riguarda l'insieme
Della società se vogliamo davvero puntare a che le nuove generazioni costruiscono attraverso conoscenze e competenze qualità di relazione umana una società a differenza delle nuove società nascono dalle nascono assolutamente dalle scuole
Però nascono
Alle scuole sia le scuole si riconosce una funzione generale per il Paese
Sì alle scuole si riconoscono i valori che sono espressi guardate non si fa scuola la finalità della scuole ovviamente la formazione e l'educazione delle studentesse e degli studenti punto centrale ma come la si fa la scuola
Quella che noi non possiamo restare un Paese che non fa e non da riconoscimento culturale e sociale agli insegnanti ai presìdi a tutto il personale che opera dentro la scuola perché sono loro che poi concretamente quotidianamente
Fanno libere l'insieme delle responsabilità che si hanno perché guardiamo anche le esperienze di volontariato è vero ma il sistema scolastico è lungo e largo nel nostro Paese anzi dovrebbe includere di più aumentare i livelli di istruzione di partecipazione ma chi regge
Tutto questo l'Oregon esattamente gli insegnanti docenti l'insieme del personale
Ecco perché io penso che quando si parla ed è fondamentale i nuovi italiani significa però saper investire sul serio in una qualità culturale formativa più forte alle nostre insegnanti i nostri insegnanti lo fanno
Guardate sì c'è anche questo capitolo cosa che diceva affinati mi permetto di dirla va bene
Non devi avere solo uno scambio tra ti do la mia competenza la mia professionalità e il riconoscimento economico ma guardate non può andare lontano un paese in cui nella graduatoria nazionale
Le retribuzione dei docenti sono le più basse di tutta la pubblica amministrazione non è possibile
Perché vuol dire non riconoscere il valore a questa funzione lo dico perché questo è un altro degli elementi importanti non possiamo continuare a chiedere e giustamente perché la scuola è un punto di svolta decisivo
Il meglio per le nostre ragazze per i nostri ragazzi e non supportarli con nuove competenze nuova didattica nuova qualità dell'insegnamento anche perché su questo io penso che gli investimenti che abbiamo avviato siano assolutamente importanti
Siccome so che non devo essere sintesi stringate lasciamo aiuto con una cosa in però chiudo con una cosa in fondo la scuola se non è questo se non include non è scuola lo diceva non io ma don Milani la scuola per chi già ce la fa
E parziale come un ospedale non lo fai per chi e sanno lo fai per chi ha bisogno esattamente di avere più strumenti anche di conoscenza e di convivenza e poi in una mondo che interdipendente che già cambiato se vogliamo davvero puntare su i nuovi italiani le nuove italiane da scuole centrale dobbiamo farlo diventare un tema di tutto il Paese però grazie ministro
Ma quindici anche annunciato che civili che farà ora farà una battaglia guardi che nelle scappano via le parole avrà farà una battaglia per le retribuzioni dell'esilio ed io lo faccio guardate il problema non è un fatto demagogico certo che lo faccio
Ma lo faccio perché diventa importante se tu hai una competenza una professionalità che consideri importante per l'insieme del Paese sulla degli socialmente riconoscere e se la riconosce socialmente la devi anche riconoscere da un punto di vista retributivo e anche dal punto di vista della funzione anche numericamente spesso se no non è vero
Ma è giusta questa battaglia perché una battaglia che rimette al centro il valore dell'educazione permanente guardate non lo dico io utilizzo una frase che a me ha molto colpito mi appartiene per storia mai solo che mi ha molto colpito in un recente incontro anche con papa Francesco quando lui a sette mila ragazzi che abbiamo incontrato
Insieme nella Sala Nervi dice la sfida è la sfida all'educazione alla comunità educante ma la comunità educante fatta di tante parti è fatta della scuola dei componenti della scuola è fatta dai decisori politici
Ma è fatta dall'insieme della società se tu marginalizzati chi sta nella scuola non c'è dubbio che poi non affronti nemmeno mi permetto di dirlo rapporto tra i nuovi italiani quelli che hanno origini differenti
Che tu diciamo in qualche modo mette all'interno della scuola in una relazione nuova e positiva con l'insieme
Delle realtà italiane ma c'è un rapporto nuovo che dobbiamo anche creare con i territori con le famiglie che stanno nei territori e qui secondo me c'è una seconda sfida che il rapporto tra comunità educante della scuola e famiglie io penso che su questi temi dei nuovi italiani delle nuove italiane dobbiamo rilanciare la corresponsabilità educativa tra scuola famiglie società non ignorando non ignorando anche che quell'origine che tu recuperi in qualche modo mantenendola innovando le modificandola dentro i percorsi formativi nella scuola per le ragazze per i ragazzi ha però bisogno anche che sia in relazione con la famiglia di queste ragazzi di questi ragazzi perché senno noi diciamo rischiamo di non lo prenderei libere queste ragazze e questi ragazzi davvero nella propria scelta di riappropriarsi delle e di tenere le proprie origini ma anche di una relazione positivo con le proprie famiglie non voglio citare esempi che ci sono stati in questi mesi ma guardate che il tema si pone ecco perché la sfida della comunità educante è una sfida che riguarda tutti non riguarda soltanto la scuola grazie ministro
L'ha detto e fa la battaglia qui ci sono i testimoni
Ma ho già annunciato non è una novità di
Giorgio Paolucci
All'inizio del del suo intervento affinati faceva riferimento ai fatti di Barcellona un ragazzo di diciassette anni
Un adolescente a faceva parte di questo commando che avrebbe avuto obiettivi e ancora più devastanti e che comunque ha ha gettato un Paese e anche un po'tutta tutta l'Europa ancora una volta nello sgomento
Facendo questa mostra affrontando questo tema avete valutato il fatto che comunque c'è anche la reazione di chi dice si va be'voi ci fate vedere questi però in realtà ci sono anche quegli altri
Sì anche perché avevamo in mente che
Chi esce dalla mostra potrebbe dire una mostra buonista va tutto bene
Che tutte storie di successo storie di eccellenza ma il marcio non lo raccontate i problemi non li volete
Guardare in faccia e invece abbiamo voluto appunto inserire in una delle cinque stanze della mostra una stanza dedicata al terrorismo
In cui c'è un video secondo me il più bello della della mostra dal punto di vista delle cose che che chiesto tu in questo momento che fa vedere che cosa accade che cosa non ha funzionato diceva prima affinati
In questo processo di trasmissione di valori e di esperienze che cosa è saltato perché un giovane non un foreign Fighter non a un soldato di ritorno ma un giovane nato nelle nostre nei nostri paesi nelle nostre città che è andato a scuola insieme i nostri figli che non ha problemi di lingua
E che si è apparentemente totalmente integrato e che magari fino a un anno fa andava in discoteca si divertiva sembrava apparentemente uguale agli altri che cosa accade nella testa di un ragazzo di diciassette vent'anni
Perché avvenga improvvisamente questa rottura questa ribellione nei confronti sia dei padri sia dell'eredità che ha recepito dai padri sia della di quello che ha respirato
Della degli elementi culturali e vitali che ha respirato nel paese in cui è nato ed è cresciuto
E abbiamo avuto l'occasione la voglio raccontare perché uno dei frutti più belli di questo lavoro di andare intervistare alla periferia di Bologna
La madre Valeria Htc a Collina la madre del primo terrorista Italo marocchino che ha partecipato all'attentato di Londra nel marzo del di quest'anno
Una signora bolognese convertita all'Islam
Sposata a Onna cittadino marocchino Pecchia cresciuto questo ragazzo che viveva in parte in Marocco in parte in Italia e che racconta come a un certo punto lo ha visto
Allontanarsi allontanarsi non solo fisicamente ma allontanarsi dalla mente e dal cuore di sua madre e a un certo punto dice
Ho visto che lui si stava o si ficca Ando usa questo termine impressionante cioè ci stava riducendo a uno scheletro aveva dimenticato
Che cosa vuol dire cercare la verità che cosa vuol dire cercare la bellezza non era più un una una ragazzo appassionato della realtà
Mi mandò una foto da Londra dove era andato a lavorare in cui aveva uno sguardo che io non avevo mai visto uno sguardo cupo e io gli scrissi e gli dissi mandami un'altra foto tu non sei quello che c'è in questa foto
E allora capi troppo tardi che lui se ne stava andando se n'era andato anche dalla da questa passione della ricerca religiosa che insieme avevano avevano vissuto beh mi diceva voglio andare in Siria perché in Siria c'è la possibilità di lavorare di rifarsi una famiglia Mamma vieni anche tu in Siria
E lei gli rispose no io sto benissimo qua non vengo in Siria a cercarmi dei guai ma perché tu vuoi andare là
Non lo riconoscevo più mio figlio aveva dimenticato di cercare la verità aveva dimenticato che si vive per cercare la bellezza per cercare il compimento disse
Ecco io credo che qui siamo al cuore della questione del terrorismo prima ancora che ragionare comprensibilmente di prevenzione di controllo di collaborazione tra i servizi segreti l'altro giorno c'era un servizio alla radio che ha dato delle cifre impressionanti
A proposito dei servizi segreti inglesi ora non trovo le cifre ma faceva vedere quanti quante persone ci vorrebbero circa sessanta mila persone perseguire i sospetti
Terroristi in Inghilterra sessanta mila persone ogni giorno
Per seguire il il se i sospetti terroristi solo l'Inghilterra e il capo dei servizi segreti diceva non possiamo farcela ci vuole altro noi non possiamo bastare
Ecco ci vuole altro che cosa ci vuole
Ci vuole quello che prima ricordava affinati
Ci vuole il fascino ci vuole un'attrattiva più forte del vuoto che si è creato nella mente di questi giovani perché ogni vuoto che si crea verrà riempito dalla violenza se non viene riempito da qualche cosa di positivo
Ecco la mostra credo che abbia uno dei suoi punti le più acuti e più commoventi nella testimonianza di questa donna e in quello che Point CIA raccontato il professore ugual Faruk del grande lavoro educativo
Il che serve perché questo vuoto venga riempito di esperienze affascinanti di esperienze attrattive di esperienze positive e non della segatura del nichilismo che porta a questi giovani a morire
La la vostra è accompagnato ovviamente da un catalogo a cui Eraldo Affinati ha ha fatto una una prefazione
Molto di cuore e molto di analisi lucida mi ha colpito una una delle cose uno dei passaggi di questa prefazione in cui parli di della fragile di una fragilità spirituale che viene fuori nel momento in cui ci troviamo a dover affrontare questi questi flussi questo tentativo appunto di di integrare ti volevo chiedere di spiegarci meglio col cosa intendi per fragilità spirituale un problema nostro di noi italiani
Europeo è un problema generale da cosa viene
Dunque affinché krautrock grande studioso francese scrittori per titolato L'identità inserisce per dire che in Europa e come se ci fosse come dire il tentativo di ritrovare delle ragioni
Dello stare insieme no cioè noi europei siamo quelli che abbiamo una delle responsabilità storiche più più forti nei confronti dei cosiddetti dannati della terra
E dobbiamo riuscire a ritrovare come dire il modo per anche risarcire
Anche questi popoli rispetto alla al peso della colonizzazione che noi abbiamo avuto e noi italiani in particolare dentro l'Europa abbia un compito storico
Perché noi non siamo soltanto la frontiera meridionale dell'Europa ma siamo il paese che dove dove è nato l'umanesimo siamo il paese dove è nato di Rinascimento governato lo spirito critico
Noi dovremo metterci alla testa idealmente di dette del vecchio continente perché l'Europa è nata nei monasteri benedettini inevitabilmente dovremmo
Noi dettare le regole a Max scrittrice non farcele dettare da loro ma questo come potremmo farlo se non nel confronto umano diretto con questi nuovi popoli allora
Qua diciamo le le reazioni possono essere due porcile una sorta di romanticismo verso gli altri che ci porterebbe ad abbandonare le nostre tradizioni
Oppure ci può essere una chiusura isterica nella nostra posizione identitaria ecco sono entrambe due posizioni sbagliate io credo che noi dobbiamo riuscire a trovare
Forza nei nostri valori misurando liberò con quelli altro voi
Quindi mettendoli in gioco non tenendoli in cassaforte altrimenti sei tu i tuoi valori che ritieni diciamo nascosti diciamo coperti da un'assicurazione e chiaro che quei valori restano lettera morta e poi ti accorgi
E che non ci servono a niente le nostre radici certo avuto un ragazzone i video mi sono segnato dice senza radici l'albero non cresce è un ragazzo di questi abbiamo sentito prime prima ma le radici di un uomo
Provate a immaginare si intrecciano a quelle di tutti gli altri
Cioè non è che le radici di un uomo sono soltanto sue
Si intrecciano a quelle di tutti gli altri allora ecco che se tu fai liberare le radici della tua pianta cioè la tua storia inevitabilmente come si chiama sì in causa tutti gli altri
E questo movimento che ti porta a uscire dall'individualismo questo mondo movimento che ti porta a uscire dall'egoismo dal soggettivismo ti porta verso una coralità
Non a mediando tira l'altro non polveri usando dire all'altro affermando la può caratterizzare
Fortificato dal confronto con l'altro
Ecco questo lavoro spesso in quale altro luogo possiamo farlo se non è la scuola e lì e lì è leader nella scuola che noi ci giochiamo tutto e nella scuola che noi cerchiamo di ritrovare il senso di questo incontro
Però c'è un problema e la ministra arriva lo sottolineava
Mi sembra in modo anche doloroso no lo scollamento fra
La scuola e la famiglia
E qua acqua inutile nascondercelo ma gli insegnanti oggi sono più soli sono più soli rispetto a come era don Lorenzo Milani a Barbiana dedico perché cioè don Lorenzo Milani con i suoi primi sei piccoli monaci quando andava dagli dei genitori di questi di questi bambini
Questi la mamma quando il bambino andava a lamentarsi perché magari più gli aveva dato uno Chino toscano punto uno scappellotto rispondeva dicendo solo della dato uno deve però due
Cioè la mamma diciamo del bambino di Barbiana
Ed in qualche modo sosteneva l'azione del maestro oggi invece non è così io che insegno da tanti altri vi dico che spesso nel le famiglie
In qualche misura che quando ci sono perché molte volte non ci sono sono assenti a volte crea un ostacolo all'azione educativa allora noi dobbiamo ricucire questo strappo
Dobbiamo sanare questa ferita dobbiamo asciugare queste lacrime perché questo è un problema grosso perché qui c'è una frattura proprio etica per cui da una parte abbiamo come dire il pronunciamento di di questi valori no e dall'altra abbiamo i ragazzi abbandonati a se stessi
Io riconosco perché ho insegnato tanto nelle borgate romane vedo chi sono questi ragazzi sono ragazzi che il pomeriggio non hanno punti di riferimento
E sono ancora i Gianni di cui parlava don Lorenzo Milani quando affermava il concetto di uguaglianza delle posizioni di partenza
Un mito novecentesco no quante volte l'abbiamo sentito dire tutti devono partire dalla stessa posizione
Però poi quando tu a dai il sei la sufficienza Pierino
E lo mette sullo stesso piano del sei che tu dai a Gianni ma non sono sullo stesso piano quei due sei perché Gianni non ha mai letto un libro in vita sua
Invece Pierino quando arriva in classe ha già letto libri già andato a teatro visto film quindi il sei di Pierino avrebbe detto il priore di Barbiana
Forse poteva essere cinque Tezze di Gianni doveva essere otto cioè tu devi premiare il movimento prima ancora che il traguardo che di questi ragazzi raggiungono
Allora per fare questo hai bisogno di un'alleanza un'alleanza con i genitori con le istituzioni
E io che viaggio che vado spesso in molte scuole italiane mi accorgo che ci sono degli insegnanti davvero appassionati davvero pronti a mettersi in gioco a sporcarsi le mani a non tenersi alle pulite dentro la tasca
Però spesso si trovano a volte imprigionati in una rete burocratica che a volte penalizzati nelle mortifica le migliori
Iniziative
Io mi ricorderò sempre quello che mi disse una professoressa al termine un corso di formazione quando io feci un incontro
Raccontai questa più o meno con i toni verso usando adesso no alla fine lei mi disse dice emarginati ma io adesso devo andare a scrivere il bilancio delle competenze dice oggi pomeriggio come dire ma come faccio io poi a realizzare
Questa diciamo intensità dell'esperienza no e quelli che noi dobbiamo anche lavorare dobbiamo riuscire a alleggerire il lavoro ammettere il come dire l'insegnante fresco diciamo con tutta la sua forza con tutta la la sua intensità di fronte al ragazzo scuro urlandogli mettendogli via tutti quei pesi burocratici e a volte lo appesantiscono
Però dobbiamo avere la forza di parlare a tutti nella scuola non lo può fare da sola non è che possiamo attribuire alla scuola un peso che non può apportare da sola dobbiamo ritrovare delle azioni comuni da fare anche se il colore della nostra casacca è diverso
Dobbiamo ritrovarci in azioni comuni voi all'Avenue Merton abbiamo volontari che sono diversi uno dall'altro ci può essere uno che fa questa azione per motivi politici perché all'idea politica da da realizzare un atto che ha una fede religiosa
Un altro che ha una crisi esistenziale a cui contrapporsi sono diverse queste persone forse se parlassero tra di loro entrerebbero in disaccordo ma come mai poi però messi di fronte a Mohamed Siria si trovano perfettamente
Nella sensazione di pura gratuita che realizzano con lui ecco lo dobbiamo trovare tante azioni come queste
Capaci di unirci invece di dividere
Però
Beh però ad dice tante
Ve be'quando e quante applausi strappa però quando si parla di insegnanti vuol dire che la categoria dei docenti in Italia non è proprio da buttare via assurdamente riconoscimento questa una cosa lui lo fa nel summit antitruffa
Ieri il papa papa Francesco per la giornata del migrante lascia ha lanciato questo messaggio
In cui ha chiesto che venga sostanzialmente riconosciuta e certificata la nazionalità al momento della nascita
Lui non ha parlato di ius soli ovviamente però questo è il dibattito che c'è in corso adesso al al Parlamento e che sta un po'anche dividendo la politica italiana
Lei ha una posizione molto chiara che ha più volte dichiarato
Ma crede che a favore ovviamente della dell'approvazione di questa norma lei crede che si stia affrontando questo tema nella maniera giusta e soprattutto crede che come dire la nostra classe politica sarà in grado di arrivare ad una decisione saggia equa e che vada nella direzione di questa necessità di integrazione
Tanto grazie telefona questa domanda la mia convinzione lo espressa più volte ma voglio anche precisare in questo modo
Le qui stiamo parlando di integrazione di nuove italiane di nuovi italiani cioè di ottocentoventi mila ragazze e ragazzi che sono già nel nostro percorso scolastico
Sono nati in Italia ci sono arrivati con di uno dei genitori che sono qui e noi parliamo esattamente di qualità della relazione umana questi sono ragazze e ragazzi che studiano la nostra lingua ti fanno le nostre squadre mangiano i nostri CP giocano con i nostri ragazzi tra di loro ovviamente si comportano anche con curiosità rispetto alle proprie differenze
Quando poi invece c'è un tema che riguarda la loro cittadinanza che vuol dire semplicemente poi una cosa importante non solo votare attenzione ma anche poter ESP
Fare alcune attività o non poterle fare sia io non è la cittadinanza ecco lì c'è una cesura ecco io credo che la società italiana questa è la mia convinzione sia molto più avanti della rappresentazione della bassa qualità del dibattito politico che in sede istituzionale abbiamo dato su questo tema lo voglio dire perché
Si possono avere opinioni diverse ovviamente su questo
Però guardate che anche la qualità del dibattito politico deve essere rispettoso perché comunque stai parlando di bambine di bambini di ragazze e di ragazzi in carne ed ossa che ti seguono nel dibattito pubblico e cosa possono comprendere quando ab
Ascoltano espressioni molto violente quando si confonde il loro con un tema che non c'entra nulla come quelle invece importante complesso complicato da gestire come l'immigrazione e la parte diciamo
Esattamente di sicurezza questo guardate un tema importante io dico che una classe dirigente che vuole davvero creare condizioni positive una classe dirigente che deve trovare un punto di sintesi positiva su questa legge sapendo che non è di per sé risolutiva
Ma è un terzo che corrisponde però esattamente ad una scelta di valori che ci appartengono io spero che ce la faremo perché se non ce la facessimo guardate la dico così diventerà un po'più complicato quando andiamo nelle classi a parlare di integrazione di capacità di conoscenza di relazione tra su oggetti e persone umane a dire tu sì e tu no
E poi lo voglio dire qui perché a me sta molto a cuore quello che succederà anche in termini proprio di ricorrenza l'anno prossimo
Voi sapete che quest'anno al ventisette di dicembre
Ricorre l'anniversario di settant'anni della firma della nostra carta costituzionale e al primo di gennaio del due mila e diciotto sono settant'anni in cui è in vigore la nostra carta costituzionale
Il che significa per esempio oltre alle tante altre cose che ci sono no in quella carta abbiamo un articolo che l'articolo tre della Costituzione che dice che nessuno deve essere discriminato
In base al sesso si dice ancora la parola razza perché ovviamente per non dimenticare le leggi razziali di opinione politica
Tizio di condizione economica e così via
Ora se noi e questo ve lo faremo come campagne nelle scuole affronteremo in tutte le scuole tutto questo e ricorderemo e faremo discutere faremo ricordare faremo studiare faremo a prendere alle nostre ragazze i nostri ragazzi anche la vergogna che ci fu l'anno prossimo a ottant'anni delle leggi razziali quando il solo fatto di essere un ebreo venivi portato via da una scuola beh ma qual è il significato che diamo non riconoscendo ci Titan cittadinanza alle ragazze e ragazzi che sono già nelle nostre scuole che parlano nostra lingue che guardate Annan molto emozionato
Un mese fa al Pantheon a questi ragazzi che erano a cui sono andata ha portato il mio saluto eravamo in piazza insieme per testimoniare il bisogno di questa legge i giornalisti chiedevano ma tu di dove sei ovviamente intendendo di che origine sei ciascuno di loro rispondeva io sono di Modena sono di Reggio Emilia
Sono di Padova e la cosa guardate molto emozionante che tutti insieme abbiamo cantato l'inno nazionale so che sono simboli ma i simboli sono e significano anche appartenenza significano la capacità di essere italiani anche nel riconoscersi nei valori ecco io dico che se una classe politica contro tutte le attenzioni e con tutta la complessità che questo a non sono diciamo uno che la rende facile questa cosa so che ci sono contraddizioni ma un segnale importante
Se vogliamo andare avanti a costruire il rispetto della dignità delle persone partiamo
Dal fatto di riconoscere a queste bambine a questi bambini la cittadinanza doppi cicli di scuola che fanno con i nostri figli e con i nostri nipoti se non siamo capaci di fare questo secondo me subiamo una regressione culturale e poi diventa difficile dire che siamo ancora una forte e coesa comunità educante
Abbiamo ancora
Tempo per veloce ultimo giro di domande Giorgio che volevo chiedere la la mostra è già iniziata ci sono già le tante persone che la stanno visitando tante persone prenotate turche reazioni coglie anche rispetto a questo tema c'è la mostra iniziata praticamente tre giorni dopo l'attentato che reazioni ai colto reazioni di paura di un po'di diffidenza u invece
Magari non Saldini stupore rispetta realtà che non si conoscono ne abbiamo colto reazioni di curiosità
Le azioni i di curiosità di interesse e di voglia di andare a fondo
Di questo mondo gente sorpresa che appunto ci racconta ma non pensavo che le cose stessero così ma non solo dal punto di vista dei numeri ma anche dal punto di vista delle possibilità cioè alcuni ci hanno detto ma sì però ci sono anche tante tanti aspetti negativi che non avete messo in evidenza e altri ci hanno detto sì però se raccontate che queste storie di successo sono possibili vuol dire che si può vuol dire che si può che può accadere che Abdoulaye imbottito
Bambino di cinque anni nato a Dakar arrivi in Italia dopo che il padre ha venduto accendini per sette anni nella Galleria Vittorio Emanuele alla fine degli anni ottanta
E che con la sanatoria Martelli che forse qualcuno ancora ricorda
Si mette in regola poi diventa camionista poi diventa operaio poi fa arrivare con la moglie e i due figli che arriva Abdoulaye cinque anni nella scuola di Zingonia senza sapere una parola di italiano va in prima elementare
Si innamora chissà perché del fatto che mi dà grande vuol diventare avvocato
Fa le scuole superiori si iscrive all'Università Cattolica di Milano giurisprudenza Luís
Bambino di tradizione islamica professa ante si laurea diventa avvocato diventa il primo avvocato nero di origine africana del Foro di Milano una storia di successo una storia che dimostra che si può fa impressione vedere la storia di a Rambo all'Ilo vice
Giovane bosniaco di etnia rom che si chiama Rambo perché suo nonno non si era perso uno dei film di Sylvester Stallone i genitori hanno appiccicato questo nome un po'pericoloso soprattutto per un rom
Cresciuto in una bidonville alla periferia di Torino
Venduto e poi riacquistato e poi tolto ai genitori e poi adottato da una famiglia italiana
Vederlo oggi dopo vent'anni a capo di una di una commissione che si occupa della scolarizzazione educazione dei bambini e Roma alla periferia di Torino a capo di un progetto della Commissione europea
Quindi uno partito dal nulla
Il Pierino del racconto di Eraldo Affinati che è diventato leader di un gruppo di comunità educante allora se tutto questo accade
Accade perché noi siamo buonisti o accade perché davvero è possibile che si realizzi si realizzino queste storie di successo nel queste stabile successo l'abbiamo voluta raccontare e la gente rimasta colpita perché ha detto si può non non vogliamo dire che questa la normalità anche questa è l'Italia è anche questa l'Italia non l'abbiamo chiamata i volti giovani dell'Italia multietnica perché è un processo che è rinato io credo che stia alle istituzioni alla società civile agevolare questo processo
Chi è tirar fuori dal fango queste pepite d'oro e far vedere che loro c'
No c'è anche dentro il fango che è possibile rimuovere il fango e far vedere loro far vedere una possibilità di successo e tutte queste storie di successo ci colpisce perché sono connotate da una parola la parola incontro queste persone sono diventati così perché hanno incontrato qualcuno che ha cambiato la loro vita può essere stato il padre può essere stato il nonno un insegnante un amico un sacerdote l'allenatore della squadra di calcio il capo della band giovanile come è accaduto a Europe
Bambino
Figlio di una hutu di un padre hutu e di una madre Tuzzi scappati dal Ruanda durante le stragi del novantaquattro con questo bambino in braccio se lo sono portati a Mila a Roma
Hanno tenuto l'asilo politico e vent'anni dopo vediamo J.R. questo giovane ruandese a capo di una band musicale giovanile che gira per i quartieri di Roma durante le feste
E canta e balla l'hip hop coinvolgendo giovani di diciotto nazioni all'interno di un laboratorio della stazione Termini
L'esperienza del gruppo Termini Underground che noi presenteremo sabato alla fine del meeting alle dodici e mezzo il nell'ultimo dei nostri incontri ecco sono le piccole perle che ci sono si potrebbe dire che siamo buonisti noi vi diciamo che questa è l'Italia possibile e questa è l'Italia che vogliamo costruire insieme a loro
Anche Eraldo Affinati quest'ultima questione appunto parlava di incontro Giorgio Paolucci secondo Tecce paura dell'incontro c'è ancora paura dell'incontro
Sì c'è molta come dire ignoranza anche nei confronti di delle sorprese che potrebbero voglio dire regalarti questi incontri l'altro giorno Narnia volontario della perenne invito non mi diceva che sì prima ancora di di fare questa esperienza avesse incontrato un bengalese
Per strada rientrando a casa la sera dopo aver fatto la spesa probabilmente avrebbe scantonare atto dopo aver fatto la nostra esperienza di confronto quotidiano avere capito chi era questa persona
Come rileva Romano in dieci persone dentro la stanza che pagano quattrocento euro attesta cioè voglio dire quando hai capito che hai di fronte di ha fatto vedere su WhatsApp la foto Itaca
A dover unire dove lui ha vissuto quando hai visto e toccato con mano ti accorgi che queste paure
Questi timori non hanno ragione di essere nel momento in cui tu ti confronti davvero con questa persona che può anche regalarci una mela semplicemente perché capisce che gli hai fatto qualcosa
Per lui perché quindi non sa cos'altro tardi se non appunto questo frutto in segno di riconoscenza
Io dico che la democrazia ce la dobbiamo ricostruire sempre e questo lo dico perché da insegnante mi accorgo che nessuna generazione e migliore o peggiore della precedente ma tutte sono diverse hanno una forma diversa
E io che sono nipote di un uomo mio nonno Alfredo Cavina partigiano della trentaseiesima Brigata Garibaldi fucilato dai nazisti non lontano da qui da Rimini e mamma e romagnola
E voglio dire sempre lo dico questo penso sempre a mio nonno penso a quando Calamandrei diceva che dove morto un partigiano lì
è nata la democrazia ecco io penso al fatto che quando accompagno i miei studenti alle Fosse Ardeatine ho finito tutti studenti immigrati adesso o quando io glieli ti faccio conoscere Piero Terracina uno degli ultimi superstiti
Di Auschwitz era ecco in quel momento io sto cercando nel mio piccolo di ricreare
Le condizioni affinché questi ragazzi capiscano che la democrazia non è che è una cosa che te la regalano
è un pacco diciamo postale che tu riusciti in dono una un lavoro faticoso faticoso di mediazione di confronto di ricucitura
E che ogni generazione chiamata a compiere ma mai mai come in questo momento storico questo lavoro
Davvero è significativo perché non è più diciamo la democrazia italiana di Barbiana ragazzi di Barbiana oggi vengono da tutto il mondo
E quindi diventa una questione planetaria di cui tu come essere umano uno non puoi non dichiarati responsabile
Ma non la responsabilità giuridica perché quelle anche i carnefici di Auschwitz dissero io eseguito gli ordini quindi non basta
è a diciamo affermare una responsabilità soltanto giuridica noi dobbiamo recuperare quello che diceva Dostoevskij
Io mi sento responsabile quando un uomo posa il suo sguardo su di me
Ecco quel tipo di responsabilità io credo che qui al Meeting questo sia la nota a mio avviso fondamentale una responsabilità per i giuridica primo orale per il sociale quello che distingue l'uomo dall'animale Kiss non l'insegnante è il portatore di questa resa per responsabilità ecco perché la scuola non può essere lasciata da sola
Le ha alzato la palla ministro
A fine anche realizzata la palla quindi altra banale la scuola non lo avrei fatto Conte non può essere lasciata da sola esattamente perché
Essere educatori essere educatrici significa esattamente essere essere messi nelle condizioni di costruire una convivenza civile di pace non di conflitto poco abbiamo affrontato questo aspetto ma credo anche che dal punto di vista proprio del contrasto a ogni forma di violenza l'educazione gli strumenti che può dare la scuola sono esattamente strumenti fondamentali pensate cito soltanto non solo il tema del terrorismo ma soprattutto dei ragazzi dei minori non accompagnati che arrivano meno stanno in alcuni luoghi più si inseriscono velocemente dentro la scuola più anni immediatamente l'apprendimento della lingua l'integrazione meno sono soggetti ovviamente a quella solitudine
Che poi si trasforma
Ma
Non lasciare la scuola da sola io lo voglio dire qui a questo meeting che considero un punto davvero di incontro di ascolto ma anche di capacità di costruire insieme su ciò che ci unisce
Io credo che dovremmo insieme ricostruire lo diceva finanzio lo riprendo perché Luisa che ci stiamo lavorando io voglio ricostruire davvero e lo stiamo già attivando un patto nuovo di merito concreto non solo di visione ma di atti concreti tra scuola mondo della scuola famiglia e società
Guardate senza questo le non riusciamo nemmeno a contrastare tutti gli elementi di violenza
Che entrano nella vita quotidiana della nostra società pensate gli elementi e dall'utilizzo del digitale che fondamentale rispetto al bullismo assai del bullismo
Pensate cosa significa qual è la nuova responsabilità che tutti abbiamo attraverso l'utilizzo del digitale
Su i contenuti formativi e distruzione allora questo non può vedere una cesura
Tra ciò che fa la scuola ciò che avviene in famiglia perché la conflittualità che si determina in realtà penalizza i percorsi di educazione quindi penalizza la forza che la scuola a io insisto per la formazione di una cittadina di un cittadino a trecentosessanta gradi e conoscenza e competenza ma è anche sforzo individuale in relazione
Alla comunità qui si è usato un termine che a me piaceva moltissimo perché è un concetto di fondo credo per ciascuna meno per ciascuno di noi
Sicuramente anche per me
L'identità tu la salvaguardia e comunque la giustifica in relazione all'altro all'altra nella sua diversità per noi stiamo e dobbiamo ricostruire in un'epoca differente da quelle precedenti che non sono
Nei migliori né peggiori però il concetto di relazione nuova di questa nuova umanità che ormai interconnessa anche questo un elemento che noi dobbiamo saper affrontare nella modernità
Non dobbiamo avere paura di queste nuove differenze dobbiamo saperli affrontare egli capire la paura io non sono diciamo una che elude i problemi so che c'è paura bisogna saper affrontare rispettare la paura ma la paura dobbiamo far corrispondere invece conoscenza
Stimola la curiosità perché e l'unica modalità con cui possiamo affrontare le sfide della comunità educante che abbiamo di fronte
Io lo dico così in conclusione mi è già capitato di dirlo
In altre occasioni ma ci tengo a dirlo qua guardate lo sforzo che dobbiamo fare tutti e ci tenevo veramente ridirlo qui e che sul terreno della comunità educante dell'educazione dell'istruzione
Le diamoci le giacche di parte
Lavoriamo insieme su ciò che è meglio non solo per le generazioni di oggi ma per gli adulti di oggi perché se noi prendiamo questo rapporto tre giovani adulti noi non era non saremo in grado diciamo di affrontarle tutte le sfide io credo che questo sia ci sia questa possibilità
In primis spettano e della politica
Smettere di dare diciamo spettacoli nel modo con cui anche discutiamo ma credo che una esperienza
Diciamo i dibattiti che si stanno sviluppando qui a questo meeting siano un contributo fondamentale devo dire mi dà anche molta più forza se perché la scuola i docenti e tutto il personale da domani sarà un po'meno solo
E un po'meno sono nell'affrontare le nostre sfide educative grazie grazie
Ecco proprio proprio perché e ci vuole una responsabilità collettiva viluppo soltanto un minuto diciamo quasi per fatto personale perché mi piace
Dire qui al meeting di una iniziativa nuova che sta appena dico al mio terzo bambino in realtà nei due grandi sono a casa però questo terzo bambino è un progetto editoriale nuovo del Corriere della Sera che ripeto mi piace raccontare per la prima volta in una parola e mezzo qui al Meeting perché credo che voi abbiate la sensibilità giusta per capire l'importanza di questa cosa che inizieremo dal diciannove settembre tutte le settimane il Corriere della Sera
Pubblicherà insieme al giornale un inserto
Di ventiquattro anche trentadue pagine interamente dedicato ai temi del terzo settore e che si intitolerà buone notizie impresa del bene
Perché siamo convinti che anche noi come parte comunicativa chi fa comunicazione anche noi non ci possiamo chiamare fuori dal dovere di dare una narrazione come si dice oggi più completa del mondo che ci sta
Davanti perché è giusto raccontare che ci sono le stragi che ci sono delle cose che non funzionano ma è anche giusto valorizzare il lavoro che tante
Tante associazioni tante cooperative tante imprese sociali oggi fanno e quindi per la prima volta in nel panorama editoriale facciamo questo tentativo sarà un esperimento spero che voi ci seguire i teli capirete ripeto lo sforzo proprio che vogliamo fare
Mi piaceva dirlo per la prima volta anche a nome del mio direttore qui al Meeting di Rimini perché ripeto credo ci sia anche una consonanza di disegno
Devo anche dire perché Giorgio me l'ha fatto notare che diciamo dietro questo Progetto c'è anche la scuola di Avvenire del mio oratorio insomma c'è c'è tutto una scuola dietro di cose che ti mettono dentro
Di don Milani che ti mettono dentro e che alla fine d'anno frutto cioè di venti anziana ma alla fine porti a casa qualche cosa
L'ultimissima cosa che vi dico è che si siccome bello continuare a incontrarsi al meeting e a a confrontarsi in questa maniera così positiva e costruttiva
Servono donazioni e sapete che all'interno dei dei padiglioni trovate le postazioni dona ora dovete andare proprio nei desk dedicati ci sono i volontari con la maglietta verde dona ora è se contribuiamo tutti magari con un piccolo sforzo facciamo tutti un mondo più bello grazie a tutti grazie al Ministro Valeria Fedeli grazie a Giorgio Paolucci e grazie Aldo affinati