La cooperazione allo sviluppo italiana negli anni '90

Quasi regola Roma
Allora noi
Va be'quello
Se nessun
Bene noi presentiamo Poggi la continuazione di un'iniziativa che sia stata era stata avviata l'anno scorso e che aveva incontrato lecco molto favorevole
Proverò molto interessata
Innanzitutto nel mondo di tutti gli attori tutti coloro che sono interessati e partecipano allora con la impresa che era cooperazione Allo sviluppo e poi in genere nel mondo politico credo anche nel mondo economico ha trascorso noi presentammo per la prima volta un analisi della politica italiana di cooperazione allo sviluppo in pratica un'analisi della politica italiana in quel sogno di un po'troppo l'approvazione della legge quarantanove in particolare poi negli ultimi due anni
E già l'anno scorso quando presentammo quel nostro lavoro nostro cioè del Centro studi di politica internazionale
Cespi già quando presentavo qui in questa stessa sala quel nostro lavoro
Non prendemmo quattro l'impegno ma
Prospettando la possibilità di rendere annuale questo nostro rapporto
Bene il volume che oggi
Presentiamo e appunto il primo risultato di quel nostro impegno a cui noi speriamo che ne seguiranno regolarmente altri italiani
E il rapporto per il mille novecentonovantuno sulla politica italiana di cooperazione allo sviluppo
Non è il solo tema a cui dediti alla sua attenzione il nostro centro studi
Ma è certamente uno dei temi che è diventato il più importante del nostro lavoro
Io do più importante perché abbiamo la convinzione
Che nella politica estera italiana
La cooperazione e lo sviluppo
Sia per i mezzi che mette in movimento mezzi che sulla nostra apparire del tutto come insufficienti inadeguati per le esigenze che la politica di cooperazione allo sviluppo presente ma credo su tempo non sono dei mezzi dei mezzi indifferente
Anche in un Bilancio astronomico come quello italiano a uso costruiscono una cifra non trascura
D'altra parte è ma ci siamo anche convinti che la politica di cooperazione lo sviluppo sia parte
Essenziale di quel grande problema
Che credo
Sia destinato ad avere sempre più importanza
Che anche se non è stato affrontato ufficialmente riunione del G7 di Monaco era certamente sullo sfondo anche attraverso Ivana allargamento terre dei temi che identitario di sviluppi nel mondo sta presentando
E quindi
La parte di una non soltanto della politica estera italiana ma di un più grande di un più grande dramma ma
Per questo l'anno scorso vi è stato spesso nascosti o si è avviato in Italia un dibattito di un certo interesse su questo tema
Sia per iniziative parlamentari
Sia per la conferenza che il ministero degli Esteri avevo organizzato sulla copre il suo gruppo mondiale sul tema più generale dello sviluppo e dell'aiuto tra rapportarmi
Che sia il Pd appunto per iniziative a cui ricettive di istituti come il nostro che hanno concentrato la loro attenzione su questo tema bene
Io non ho da dirvi più niente il risultato del nostro lavoro di quest'anno è in questo volumetto che sta voi invece
Il Crediop gruppo di procedere in questo modo diamo veramente a parola per una decina di minuti
Cercano di essere Ricci già nella osservare
I termini tempo ai due curatori due auto cultori lo stesso tempo
Eppure primi saggi del volume cioè a Maria Cristina corressi mia destra Josè Luis diciamo sì che alla mia sinistra
Dopodiché già nel dibattito con ringraziare qui tutti coloro che sollecitati da noi Hai essere presenti a intervenire nel dibattito hanno accettato il nostro invito e sono qui stamattina i presidenti quindi subito di prendere loro la parola
E nell'ordine vi dico il senatore Achille ispettore Bonalumi
Tutto mutare il responsabile dell'arco azione di Mediocredito centrale
Micucci
Spinetti del Narducci e scritta naturalmente se via via altri e i nostri invitati di aggiungeremmo nella lista dopodiché però sarò ben contento che tutti gli altri presenti lo vogliamo fare prendeva abitualmente la però
Carlo vada ricominciano vicenda realistico corre senza limiterò da alcune
Riflessioni molto sintetiche per per ragioni di tempo presentando soprattutto le conclusioni alcune delle conclusioni a cui siamo arrivate in questo con questo rapporto e poi il sole però la fine due questioni cui interrogativi se volete anche per alimentare un po'dibattito
Vorrei se mi è permesso credo a nome anche di salute ringraziare molto realtà tutte le persone che hanno collaborato questo rapporto e tutti gli autori alcuni dei quali sono qua presenti che hanno fatto lavoro molto prezioso e come potete leggere soprattutto hanno si è sviluppato così un rapporto di di scambio di idee secondo me molto fecondo anche su altri lavori non solo su questo
Ecco detto questo dicevo farò tre conclusioni per sottolineature sintetiche che l'ha presentata e tante conclusioni del nostro lavoro
Altre ugualmente le riporterà poi chissà usi nel suo intervento il primo elemento che vuole sottolineare e che già rilevava Boffa
E che è stato certamente negli ultimi due anni una aumento della discussione della riflessione
Sulla cooperazione allo sviluppo in Italia e diretto in generale sulla sul cooperazione lo sviluppo internazionale che in parte dovuto naturalmente
Così è una sensazione di inefficacia anche in questa cooperazione trent'anni cooperazione internazionale
Ma io credo sia in parte dovuto anche una serie di spinte oggettive di fattore di mutamento di fattori di pressione che si sono create sulla cooperazione allo sviluppo ne cito qualcuno
Alcuni sono tipicamente italiani direi che riguardano la cooperazione italiana e sono per esempio il bilancio certamente non positivo di alcune esperienze di cooperazione in alcune aree tradizionalmente privilegiate dalla cooperazione italiana in caso presidente naturalmente quello del Corno ma attualmente non è solo ce ne sono altri meno drammatici ma che lasciano certamente delle perplessità sull'azione italiana
Malta queste sono alcuni fattori di mutamento il quale internazionale ecco abbastanza ovvi che vanno dalla e cambiamenti verificate se all'esterno cioè si dispiega TT dell'estate la questione jugoslava naturalmente la stessa questione albanese flussi migratori ma che riguardano anche tutta l'area mediterranea cito soltanto a questo proposito il caso della guerra del Golfo e tutto quello che attorno alla guerra del Golfo si è verificato
Di nuove fenomeni migratori nell'area mediterranea e oggi direi con molto evidente ad esempio tutta la questione de atteggiamento verso l'Algeria per citare il nuovo solo il caso più più evidente
Ecco tutti questi fattori hanno certamente ho portato a dei tentativi di ridefinire in qualche modo l'approccio di regine rampe della cooperazione allo sviluppo italiana
Cioè di riordinare in qualche modo le sue priorità i suoi criteri sui canali intervento e di trovare forse una nuova formula di rapporto tra la cooperazione che la politica estera
Direi che fosse c'è un'innovazione dell'ultimo periodo negli ultimi due tre anni che più o meno corrisponde la gestione dell'onorevole De Michelis è stata poi mente quella dice di fare uno sforzo per collocare più saldamente Qualcomm modo per ancorare cui saldamente la cooperazione allo sviluppo all'interno della politica estera e di sicurezza dell'Italia cercando di Fini e mi appunto dei criteri obiettivi le priorità anche di tipo gioca
E questo il primo elemento secondo elemento
E che però secondo me esentare adesso entrare nel dettaglio dell'approccio diede l'approccio generale che si è dato a questo problema a me pare che di fatto questi tentativi di rivedere la politica di cooperazione si siano soffermati
Abbia avuto risultati soprattutto sotto un profilo che è quello di portare una revisione di fatto nella pratica in parte affermata in parte soltanto di fatto e delle priorità geografiche italiane c'è di nuovo l'elemento di maggiore concentrazione è stato quello di vedere priorità geografiche più che di vedere come dirò altri tipi di i contenuti re metodologici addirittura della cooperazione allo sviluppo
E con uno spostamento c'è una revisione che priorità geografiche su questo credo che tornerà anche rissa o si con lo spostamento dalle aree di tradizionali Teresa cooperazione italiana
E che sono l'Africa subsahariana e più generale direi paesi meno avanzati che sono quelli che hanno beneficiato proprio in termini di dati quantitativi in gran parte d'aiuto lo sviluppo italiano negli anni ottanta verso nuove in parte questo naturalmente
Diciamo questa revisione priorità abili ufficiato giudica abbastanza parzialmente attualmente Lester l'Est europeo comunque la fascia prese poi in casa albanese Caucaso relativamente nuovo
E ma beneficiato pose ancor di più l'area mediterranea c'è un forte incremento se noi contabilizziamo solo gli aiuti normale lo sviluppo ma anche per esempio tutti i fondi straordinari e decisi sulla base per gli effetti attesi al del gol per la guerra del Golfo c'è un forte accentuazione del peso specifico dire dell'area mediterranea dei Paesi arabi intesi in senso lato all'interno delle priorità geografiche
Della cooperazione Italia l'altro elemento abbastanza evidente su quale tornerà ad esaudire un maggior uso d'aiuto pubblico allo sviluppo e relazione alcuni obiettivi di tipo commerciale ed economico dell'Italia e quindi è una maggiore attenzione verso Paesi di maggiori dimensioni economiche in Asia America latina soprattutto comunque di maggior interesse e dal punto di vista dell'economia italiana
E il terzo elemento che fa un po'da contrappunto quello che dicevo sulla su sulla revisione priorità geografiche e che secondo me persiste
Una carenza molto visibile
Sul piano della definizione degli obiettivi specifici della cooperazione allo sviluppo dei suoi metodi non non vi è un grande esportazione per definire anche leggendo i rapporti sereni ufficiale sulla cooperazione allo sviluppo e leggendo anche programmi paese uno piani di cooperazione sviluppo per definire quali sono gli obiettivi interni di priorità chiave dello sviluppo
Che si vogliono aggiunge appunto Trezzo erogazione degli aiuti con tutto ciò che questo poi dovrebbe comportare che una definizione degli obiettivi dovrebbe comportare naturalmente in termini di strumenti specifici della cooperazione di di fondi anche speciali eventualmente nel caso in cui fosse necessario di canali eretti attori protagonisti di tutti soggetti che la cooperazione fanno e di modello organizzativo naturalmente che altrettanto importante e di funzionamento direi anche e della macchina delle metodologie di intervento faccio solo alcuni esempi
Si vedono qualcuno una elementi molto visibile secondo me la mancanza di strumenti specifici della cooperazione per esempio rispetto alla possibilità di raggiungere obiettivi funzionali che si dice molto spesso sì vicina discussione politica soprattutto che è necessario finalizzare gli interventi che sono a protezione dell'ambiente questo testo c'è proposte presentiamo una saggio abbastanza articolato di Cannata e a fare sulla sulla politica di protezione ambientale un caso specifico che professa Helen specifico del Burkina Faso crescono e dimostra molto bene i limiti e dell'azione italiana dice ci sono delle priorità che vengono affermate la tutela ambientale e il controllo della popolazione sola protezione Latona protezione di tutti i deboli
La la questione dei diritti umani e la democrazia eccetera oca alcune grandi emergenze sociali come profughi rifugiati in alcune aree ma mancanze con nomi manca degli strumenti specifici per riuscire ad affrontare questi problemi anche se questi sono indicati nella nella negli obiettivi diciamo teorici la cooperazione italiana e quindi anche l'efficacia di questa azione risulta molto spesso abbastanza limitati o comunque sommessa diciamo da considerazioni più generali
E un altro elemento un alto esempio dovrei fare la poca valorizzazione di tutti gli elementi di cooperazione decentrata che ormai fanno parte integrante diciamo della visione per esempio la Comunità economica europea e non solo se per i Paesi nordici
E dire che modelli italiani ancora un modello che finora è sempre stato fondamentalmente un modello basato sui rapporti tra governi cioè se volete un po'centralista statalista in qualche modo e al di là delle riflessioni che su questo si potrebbero fare sul piano del generale vuole sognare che a me pare che oggi questo modello sia poco adatto a tener conto delle e movimenti dei cambiamenti che si stanno verificando nei paesi del sviluppo che vanno sempre più verso forme di maggior articolazione società civili e del e dei sistemi politici locali o del decentramento Rocca e quanti qui per esempio nel nostro rapporto c'è un saggio
Ma ricerche empirica molto lunga formata sulle ONG italiane intromesso degli elementi molto interessanti anche sui cambiamenti del mondo gli organismi non governativi su quali credo varrebbe la pena di per riflette sagge pirandelliani
Un'Atene mentre attualmente quello della macchina organizzativa qua mi limito a rimandare a un capitolo anche questo motto lineare scritto Daniele fanciulla C Caputo affronto propri problemi di funzionamento della che vuole finire con solo due osservazioni come dicevo due questioni realtà che vorrei buttare sul tavolo in modo così anche per aprire fosse un po'la discussione
E e la prima è queste io devo dire che cercando di vedere il rapporto tra cooperazione politica estera soprattutto in casi di versi devo dire subito sull'Africa perché Nanni aree di competenza maggiore ma anche in altri casi oggi
E devo dire che l'interrogativo sulla validità della nozione stessa di collegare la politica estera cooperato lo sviluppo è e io che da questo punto all'ordine del giorno e dico subito che erano opzione sulla quale io ero d'accordo momento pestata approvata la legge e ma devo dire che almeno stando l'applicazione pratica di queste concezioni che io credo esposto levare qualche dubbio cioè se veramente collegamento debba essere con la politica estero di sicurezza o se invece con appunto una definizione di priorità per lo sviluppo che vanno un po'al di là di una visione per lo meno ristretta tra politica estera italiana anche se dopo questa un'ovvietà che naturalmente la cooperazione è uno strumento importante le relazioni e tra noi e i paesi in via di sviluppo
C'è poi evitare che piuttosto è quello delle come cercavo di dire delle finalità che questa cooperazione si dà pace se queste finalità allora debbano esserci Narita di tipo politico diplomatico invece finalità come vengono definite le resta sul piano beh dibattito internazionale di punto di priorità chiave dello spirito
Vorrei far notare che parato la definizione in questi termini avrebbe il vantaggio di rendere più facili integrazione tra la cooperazione bilaterale quella multilaterale perché le due cose sarebbe in qualche modo più omogenee
E la seconda elemento vuole studiare per chiudere che è una conseguenza della prima riflessione se volete e se l'attuale modello organizzativo in qualche modo è ancora un modello bandito cioè se l'idea di mantenere all'interno del ministero degli Esteri la cooperazione allo sviluppo sia eticamente a forma più efficace Dini che ne faceva una questione cacciano ne faccio una questione diciamo politica generale
O se invece non si debba andare verso qualche altra formula un Ministero della cooperazione all'agenzia tenuto anche conto che process integrazione europea al maggior coordinamento che avevo appena por mente richiederà qualche revisione anche nel modello organizzativo per garantire possibilità di maggiore coordinamento sul piano sul piano europeo
Grazie Cristina
Vento corretto
Fonti del rapporto fra cooperazione
E politica economica ed estera dell'Italia la nostra ipotesi e che negli ultimi anni si verificato un mutamento nel modello della cooperazione questo mutamento rapportato se ha una concezione diversa che in passato dello strumento cooperazioni sia una differente articolazione con la politica estera ma ancora di più con la politica economica esterna
Ricordiamo in modo molto schematico
Che negli anni ottanta il modello di cooperazione italiano aveva come caratteristica principale il fatto che la politica di aiuti era destinata in modo preponderante ai Paesi meno avanzati
Ma guidata questa politica da una forte motivazione a favorire l'interessi delle imprese italiane e con i strumenti a caratteri spiccatamente commerciale in particolare ricordiamo l'aiuto legato le conseguenze principali di questo modello sono state da un lato un profondo conflitto d'interessi tra la politica di aiuti italiana e lo sviluppo del Paese destinatario
E dall'altra il fatto che l'interessi parziali che venivano beneficiati dagli aiuti non favorivano una migliore e più incisiva politica economica dell'Italia verso i Paesi in via di sviluppo
Così abbiamo un muro abbiamo avuto un modello Betty Polo visti come le abbiamo chiamato che ha beneficiato poco i Paesi destinatari
Altrettanto poco la penetrazione economica e commerciale dell'Italia e molto soltanto alle imprese partecipanti
Questa politica è stata ampiamente criticata ed entrati in crisi in forma evidente nel mille novecentottantanove
Ciò ha coinciso tra l'altro con la nomina di De Michelis a ministro degli affari esteri la sua gestione perciò il periodo degli ultimi tre anni può essere vista come la prima risposta alla sollecitazione dei cambiamenti nella politica di cooperazione in questi ultimi anni due sono gli aspetti della cooperazione maggiormente modificati
I fondi di aiuto e le nuove priorità geografiche da un lato e il rapporto tra gli aiuti e la politica economica estera dall'altro riguardo al primo punto Pussy possiamo individuare i seguenti cinque cambiamenti
Primo alla cooperazione comunicazione esterna dell'Italia verso i Paesi non comunitari se è giunto in modo più sistematico la collaborazione con l'Est
Secondo ciò avviato sia un processo di creazione Chirivì versione del risorse in particulare c'è un incremento del quarantacinque per cento dei fondi stanziati per l'azione esterna dell'Italia
Triennio novantuno novantatré riguardo al triennio ottantasette ottantanove
Terzo l'aumento del risorse e dovuto quasi esclusivamente i fondi destinati all'Europa centrorientale ed Elio De straordinaria il Medioriente in conseguenza della guerra del cuore
L'aiuto pubblico allo sviluppo in senso stretto quindi si è mantenuto è stazionario e in termini reali è diminuito
Quarto l'elemento devi versione del risorse più significativo riguarda l'Africa subsahariana unica aria per la quale e prevista nella cooperazione italiana una riduzione anche in termini assoluti Quinto infine la diversione del risorse presento un più netto orientamento versi pane verso Paesi funzionali agli interessi economici dell'Italia
Non solo del Sud verso l'Est quindi Mara i paesi dei minori interessi economico ai Paesi di maggiore interesse
In America Latina l'Argentina e probabilmente il Brasile
In Asia la Cina e infine i paesi a reddito medio del bacino del Mediterraneo
A questo proposito il nostro rapporto ha considerato due studi del caso
L'Algeria e lavorato da Mina dalle Chai e l'Argentina che viene analizzato sia nel capitolo sulla politica economica estera che in quello dedicato al trattato di associazione particulare studiato da Laura Frigenti
Le nuove priorità geografiche i principi e gli strumenti dell'attuale politica di aiuti dell'Italia hanno creato nella pratica due tipi di cooperazione una rivolta ai Paesi meno avanzati di aiuti allo sviluppo e un'altra probabilmente più significativa indirizzata ai Paesi di reddito medio o con grandi potenzialità economica di collaborazione industriale le abbiamo chiamato in questo nuovo modello non è spariscono molte dei tratti di quello precedente
Ma è fondamentale il nuovo è impazzita quella collaborazione industriale
Tutto ciò ha riformulato il rapporto tra cooperazione politica economica estera io ha tolto molto degli ambiti molte delle ambiguità precedenti
In primo luogo le nuove priorità geografiche certamente offrono maggiori possibilità di penetrazione commerciali e delocalizzazione produttiva per l'economia italiana
E in secondo luogo e riscontrabile un'importanza crescente dei diversi strumenti economici della cooperazione in particolare i crediti di aiuto come si può vedere nel capitolo del rapporto dedicato all'andamento dei flussi realizzatore Stefano Paternostro
E la promezio né delle società miste cioè le joint ventures con la creazione della Simest il nuovo disegno di legge sull'innovazione delle piccole e medie imprese
Che si aggiungono all'articolo sette della legge quarantanove
In realtà questo modello di cooperazione sembra piuttosto un tentativo di proporre un modello di politica economica ed estera i da questo punto di vista conta senz'altro non so a nostro parere con elementi di molto interesse
In primo luogo perché un disegno di politica economica verso i Paesi in via di sviluppo non era mai esistita
E in secondo luogo perché pensiamo possa avere delle prospettive comunque se possiamo fare nel caso dell'Argentina e in generale con i Paesi del Mercosur
I problemi quindi si presentano in questa nuova ambiguità e cioè nel fatto di far passare come cooperazione allo sviluppo quello che in realtà è una proposta di politica economica verso i paesi non OCSE in contrasto c'è da dire che il modello precedente non formulava né una politica di cooperazione né una politica economica quali prospettive possiamo domandarci a un modello di cooperazione di questo tipo
In ciò incidono sia condizionamenti interni che esterni tra i primi devono essere considerato prima l'ammontare stesso dei fondi e cooperazione perché non è non è non è dato assolutamente un mantenimento dati i problemi di bilancio dello Stato se il e dei lunghi tempi in cui l'ho chiesto o sapere tra redditività della cooperazione e incremento dei fondi
In secondo luogo il grado di coordinamento che possa essere raggiunto tra la operazioni Illy altri strumenti di politica economica ed estera legati i ministeri economici
Verso la distribuzione dei fondi tra i diversi tipi di cooperazione cioè si noi riteniamo che tende a prevalere la cooperazione la collaborazione industriale
Non è detto che non ci sia anche un conflitto di interessi tra le diverse cooperazione quindi tra aiuti allo sviluppo aiuti d'emergenza e con lavorazioni industriali
E quarto i cambiamenti che si possano verificare nella gestione e nel modello organizzativo della cooperazione ma sono soprattutto i condizionamenti esterni quelle che limitano questo modello e cioè la cooperazione italiana si muove in quest'ottica in controtendenza con i criteri adottati sia in sede europea sia in sede OCSE in primo luogo perché i vincoli Wuxi proibiscono ormai l'utilizzo degli strumenti della cooperazione in particolare i crediti agevolati a fini di penetrazione commerciale
Secondo perché la politica comunitaria privilegia gli aiuti allo sviluppo sulla cooperazione economica
Terzo perché l'orientamento della cooperazione internazionale lo sviluppo si indirizzano verso altre priorità
Ambienti diritti umani consolidamento democratico lotta alla povertà estrema investimenti nelle risorse umane come fattore fondamentale dello sviluppo questioni che ancora sono marginali nella cooperazione italiana
E quarto infine il coordinamento europeo nel terreno della cooperazione allo sviluppo difficilmente sarà fondato sugli interessi economici dei Paesi membri dato il grado di conflittualità che ciò comporta
Grazie
Grazie agli scarsi mi pare che i due relatori
Entrambi con una capacità di sintesi cui dunque il moderatore non può non essere sensibile ingrato abbiano più che illustrato il rapporto che a molti aspetti anche nei dosaggi di maggiore ricchezza
Di argomenti hanno soprattutto concentrato l'attenzione su alcuni problemi
Che dal rapporto emergono e che fosse possono essere già alla base ferita nostra discussione
A questo punto io comincerà invece a dare la parola ai nostri gli imputati che hanno accettato di venire a parlare qui
E ai cui esprimo una volta di più la mia gratitudine il primo il senatore Achille lite è stato durante tutta la passata legislatura il presidente della Commissione esteri del Senato
Io sono un po'intimorito dal grande capacità di sintesi
Dei due relatori ed effetti in dieci minuti hanno dato un quadro
Molto comprensibile pieno di di stimoli
E l'imbarazzo nasce anche dal fatto che ho visto solo poche ore fa il rapporto e quindi
Su di esso non posso esprimere giudizi se non la convinzione che esso sarà di estremo
Yuto nel lavoro che ciascuno sta svolgendo però a due delle domande che Cristina Ercolessi le diciamo che hanno posto credo che si debba dare risposta anche nel quadro di un brevissimo ragionamento che io volevo fare
E il primo è questo innanzitutto
La cooperazione italiana non soffre certo di mancanza di dichiarazioni programmatiche o di impegni governativi anzi ne abbiamo
Ora il Governo il Parlamento sono stati particolarmente generosi in questi
Non sembra per la verità che alle dichiarazioni all'impegni programmatici siano seguiti i grandi mutamenti nel lavoro pratico di cooperazione io adesso vorrei analizzare quanto diciamo si diceva dei degli aspetti di cambiamento intervenuti nel corso degli ultimi due anni
Come quel famoso marito che chissà perché non se ne era proprio a corto nel senso che e vero le dichiarazioni di De Micheli sono state molto mette
Direi un certo andazzo così in indifferenziato che prima regnava ha subito una modificazione ma più per effetto di un taglio di una ridefinizione delle aree di intervento piuttosto che dei metodi e della filosofia
Io sono curioso di vedere ecco come diciamo così illustra nel suo saggio questo cambiamento
Da una politica di cooperazione ad una politica economica verso i paesi non OCSE cioè che
Uno dei punti che è sempre stato oggetto
Di
Di discussione ma che sinceramente a me non è non era dato di avvertire con questa pregnanza con cui è stato illustrato
Quindi io credo che gli obiettivi che ci dobbiamo porre sono proprio quelli
Più che sforzarci di di di inventare nuove valutazioni il problema di capire
La coerenza tra
Dichiarazioni fatte le attività di cooperazione come si svolgono
E in questo senso senza dimenticare che ormai veramente siamo alle soglie
L'integrazione economica europea lira e tutto
Quanto si dice in questi giorni ma il documento sulla cooperazione pubblicato e reso pubblico dal dal consiglio della comunità e molto chiaro definisce una serie di impegni precisi per gli stati membri ai quali non credo si possa
Così
Nei nei
Sfuggire né modificare e d'altra parte vorrei dire Bofa se lo ricorda certamente che proprio nel primo punto delle conclusioni
A cui era giunta la Commissione esteri del Senato una sua indagine conoscitiva c'era proprio questo punto della modificazione inevitabile delle politiche di cooperazione dei singoli Stati a fronte
Di un impegno comunitario maggiore cioè di un coordinamento non solo delle politica bilaterali perché in teoria il coordinamento alle politiche bilaterali può essere fatto in modo indolore ma l'acquisizione sempre maggiore di fondi destinati alla cooperazione
Da direi da da gestire da parte della comunità
E quindi il problema la cooperazione bilaterale a mio parere verrà modificato proprio dal fatto che su alcuni principi generali e questo forse ha ragione diciamo così
Su alcuni principi generali cioè sulla lotta alla povertà sulla lotta all'emarginazione una politica
Con una prevalenza i soggetti meno
Più deboli e così via questo sicuramente deve rientrare in una logica comunitaria cioè in una logica di cooperazione che tenga conto delle sinergie possibili dal fatto della non dispersione in tante politiche bilaterali io l'unica cosa che ho imparato in questi cinque anni di viaggi come presidente la commissione è quello di avere assistito
Ad una gara fra Paesi della comunità negli stessi Paesi beneficiari che sicuramente ha portato a degli sprechi e delle sovrapposizioni
Che hanno di redditi di nessuno di nessuna utilità per i Paesi beneficiari stessi
E che appunto in un quadro diverso possono invece a parità di fondi essere più produttivi oppure incrementando i fondi ancora maggiormente protetti quindi certamente la politica di cooperazione italiana
Dovrà appunto nei riserva di verificare se questo sia già avvenuto si integrerà di più con la politica economica verso l'estero dei paesi non OCSE quante volte in Commissione si era detto no qui bisogna distinguere molto bene tra politica di cooperazione e politica di penetrazione commerciale verso i paesi non OCSE si era sempre accusato la cooperazione di di di avere scambiato i due campi e di a vere direi dato prevalenza alla politica di penetrazione commerciale e anche qui si dice quando alla conclusione diciamo che parlava di
Perché c'è stato poco beneficio per lo sviluppo dei Paesi beneficiari poco per la penetrazione italiana molto per gli interessi industriali italiani ecco già si dà un giudizio sul modo in cui si è fatto cooperazione
Io termino qui perché penso appunto che ci sia
Una profonda revisione da fare in termini di di rapporto fra politica bilaterale politica comunitaria insisto molto su questo termine perché
Al di là di quelli che sono i fatti che io ritengo congiunturali ad esempio quanto si diceva sul forte incremento nel Medioriente ha seguito la politica del Golfo o di una fase acuta di provvedimenti di emergenza per quanto riguarda i Paesi dell'Est in modo particolare l'Italia ha fatto per Albania Jugoslavia che hanno certamente
Concentrato una parte gli aiuti consistenti verso questo due are
E a parte il discorso generale sulle sulla dimensione sulla quantità degli aiuti
Anche qui la grande forbice fra ministro che
Stimolava gli altri parte della comunità ad arrivare all'uno per cento del prodotto nazionale lordo mentre l'Italia regrediva fino a toccare ormai lo zero trentatré per cento qualcosa in meno
Della media dei Paesi OCSE che si è attestata allo zero trentacinque nell'anno scorso
Quindi problema e di
Vedere se nell'attuale situazione economica con le dichiarazioni programmatiche al nuovo governo sia possibile recuperare anche in termini quantitativi
Ma a parte questo c'è anche termino qui il problema degli strumenti
Noi abbiamo per anni difeso la legge quarantanove dicendo che la legge era se non perfetta certamente buona
E che erano solamente i mondi della sua attuazione che lasciavano a desiderare
Qualcuno di noi per la verità aveva iniziato qualche anno fa a manifestare qualche dubbio sulla effettiva bontà della legge
Ma direi che è prevalsa così giudizi generale di verificare fino in fondo la sua attuabilità piena
Alla luce della mia esperienza che non è un'esperienza di governo l'esperienza parlamentare quindi di
Sua avvisa controllo dell'attività governativa
Io penso che sia arrivato il momento di riconoscere che
La gestione della cooperazione da parte del ministero degli Esteri e praticamente impossibile ormai si è arrivati a una
A una dicotomia fra il momento della decisione momento d'attuazione assolutamente insopportabile
Al di là di ogni ragionevolezza pur tenuto conto di tutti gli strumenti che ci sono che frappongono
Ministero del Tesoro tutti i controlli burocratici e così via
Senza citare tutti i balletti delle gestioni fuori bilancio che in Parlamento abbiamo fatto sotto stimoli diversi alcuni dei quali seriamente magari motivati da da da ragioni nobili ma chiaramente
Incomprensibile dal punto di vista la logica della efficace ebbene allora io credo che la tanto discussa Agenzia o comunque di uno strumento snello certo sotto il controllo politico del ministero degli Esteri questo è fuori discussione
Ma capace di autonomia in termini maggiori di quanto si possa fare ora è una questione essenziale la rotazione dei diplomatici a capo dei vari servizi alcuni dei quali molto spesso non preparati al nuovo compito Porta a da allungamenti dei tempi ripeto che non non sono più sopportabili c'è una cooperano abolire cooperazione ha un senso anche se a una coerenza fra decisioni e tempi di attuazione perché un Progetto deciso in un certo momento attuato cinque anni dopo o non avere più lo stesso senso che aveva quando fu pensato e quindi io penso che tra le tante cose proprio in vista
Di una nuova politica bilaterale perfetto
Dell'auspicata concentrazione maggiore di di politica di cooperazione nella comunità ci debba portare anche a strumenti differenti
Non credo che che questo possa comportare nessuna modifica delle linee politico delle linee strategiche
Ma possa portare a un
Maggiore efficacia perché il anche il grado di sopportabilità dei Paesi beneficiari nei confronti della cooperazione italiana comincia a mostrare delle crepe vistose almeno io l'ho potuto verificare in alcuni paesi che avevano contato effettivamente su una serie di progetti perché nel nel nel nel variegato campo della cooperazione alcuni programmi Paesi alcune commissioni miste aveva fatto dei lavori anche greggi avevano individuato settori
Prioritari che avrebbero significato veramente buone prospettive di di di sviluppo
Ma appunto la la disparità fra decisioni e realizzazioni ha fatto sì che molte volte la frustrazione determinata da questi ritardi abbia che incrinato veramente un rapporto politico anche alla fine e allora poiché io sono convinto che su questo non non sono molto d'accordo
Sulle prime parole di di Cristina Ercolessi che aveva dei dubbi se la politica di cooperazione debba essere strettamente legato alla politica estera un Paese non solamente avere finalità di sviluppo ecco io queste finalità di sviluppo le assegno accertamenti alla politica multilaterale dalla comunità ma è fuori di dubbio inevitabile che una politica bilaterale di un Paese debba risentire
Delle delle sue strategie di politica estera ebbene questo può avvenire semplicemente se poi questa operazione ha efficacia e capacità di penetrazione seria altrimenti si risolve in un ulteriore boomerang e questo credo che nessuno se lo debba augurare grazie
Grazie volto e Tirelli
Subito entrato nel temi più scottanti divide la discussione adesso al senatore Bonalumi
Presidente chiedo di palmo Davis
Sì era cercare via di attenermi e quindi di attenerci a a quanto c'era
Prefissato il senatore poco fa affinché questo questo occasione sia l'inizio di un dibattito non tanto capace di proiettarsi nel tempo ma di arrivare una qualche conclusione che ricordando precedenti iniziative di Palma quello
Riuscire a fare un inventario della nostra attività di cooperazione attraverso
Una conferenza appunto sulla cooperazione italiana anche se quella fatta quest'estate dal ministero è stata comunque un'occasione anche essa utile
Sulla materia in continuo mutamento in continua discussione
E quindi da questo punto di vista pochi o tanti che siano state le risorse messe a disposizione
Trenta mila miliardi credo che siano una cifra cospicua sul terreno del del del monitoraggio per riuscire
A capire come procedere su questo su questo disco
Credo in primo luogo lo accennerò proprio in in maniera radente
Se qualche elemento concettuale c'è qualche premessa generale sulla quale io credo che sia giunta anche l'ora tra le tante che vengono o messe in campo di scegliere
Quelle a cui fare riferimento rispetto o o alle nostre valutazioni sia sulla legge sia sulla gestione della cooperazione Italia
Non c'è dubbio che prima della mille novecentottantanove nel mondo noi avevamo due nord che aiutavano due su tutto questo al di là della proporzione
Che porta accerto la cooperazione occidentale quella di matrice ONU quella del del primo secondo e del terzo dicendo decennio rispetto a quanto faceva noi i Paesi del socialismo reale rispetto ad alcune zone del terzo ma al di là della proporzione in termini di responsabilità politiche in termini di risorse economiche a disposizione questo riferimento dei due Nord Alice petto i due su lo citavo soltanto perché tutto questo porta a a trasformare anche in termini di linguaggio tutte queste espressioni terzo mondo
Sviluppo sotto sviluppo eccetera ultimamente
Sono stato in questo grosso centro studi cileno dissi e plana che è riconosciuto come il migliore tutta l'America latina la parola terzo mondo è lui diventato la parola impronunciabile dal punto it riguarderà solo l'America Latina e via discorrendo ora non vorrei che questi fossero riferimenti soltanto per avviare una discussione puramente nominalistica si tratta di vedere se nominalistica se invece questa trascina voglio dire una serie di considerazioni per ora da questo punto di vista le considerazione nel quale io giungo ore che oggi la politica di cooperazione per quanto riguarda l'Area europea
Vede e l'utilizzo degli strumenti che per esempio sono stati adottati dalla legge quarantanove e che gran parte alimentato la legge approvata sul filo di lana favore dei paesi dell'est europeo questa idea che sia possibile attraverso gli strumenti di cooperazione fare
Dall'Atlantico agli Urali una grande realtà di mercato fare il mercato dalla l'Atlantico agli puro
Questo lo dico per che in qualche misura in questa corsa privilegiare sempre più il discorso
Tv unificare le due Europa e questi due universi CIO politico-militari che erano privato lotta dell'ottantanove le realtà che conosciamo nasce improvvisamente pericolosamente questa sfiducia
Nei confronti dei di tutto quello che finora operativamente concettualmente abbiamo fatto nei confronti dei Paesi del Terzo Mondo io per semplificazione tradita Contino a usare questa espressione per rendere nel senso che prima dell'ottantanove c'era in piedi questa idea
Che l'area del sottosviluppo l'area del terzo mondo di potesse diventare l'Area privilegiata interlocutrice dell'area OCSE quindi noi prima dall'ottantanove avevamo questi due nordica il tavolo due su dopo l'ottantanove c'è oggi in questo scontro tra voglio dire la possibilità di fare questo grande mercato tra i Paesi della comunità negli ex Paesi del socialismo reale che in qualche modo mette in crisi voglio dire il discorso ti come operava l'OCSE nei confronti del Terzo Mondo che dice
Una sorta di analisi critica di sfiducia su come il Terzo Mondo ha camminato su questo tipo di su questo tipo di terreno rispetto alla a chi mi ha preceduto vorrei ricordare che questa questa è Estero follia che si applica anche alla politica anche a questi nostri dibattito il cui quando si dice che l'OCSE i documenti della CEI piccolo tutta una serie di cose che condivido questa idea poiché vedere sempre l'Italia voglio dire
Come i Paesi che non applica queste direttive
Ritengo che in gran parte questo sia vero ma se poi non diamo
No
Dunque a a a loro
Ad a
A a
Fu un no va a ma a amare avevano qua
Ma avrà cura domani caduta
Va avanti hanno ma quello che vorrà insomma
A a a allora anch'
A a a poca roba no
A con
La cooperazione italiana perché non vorrei che in questo modo di affrontare le cose nascesse un pericolo reale una sorta di delegittimazione delle politiche di cooperazione queste critiche in questi rilievi discorre mentre oggi
Inattesa e il recente e la recente conferenza dell'io lo dimostra in attesa che venga avanti un accordo planetario che non vedo io credo che nonostante tutto la politica dico
Tutto concrete
Certo alle politiche che vogliamo discuterlo formazione che in questi nostri dibattiti in questi nostri rapporti
Guai se in qualche misura senza accorgersi in arrivassimo questa sorta di delegittimazione della politica
Di cooperazione il trovi aiutare come aiutare perché aiutare è una domanda che si rinnova nella sua quotidianità per quanto riguarda la nostra situazione
Io credo l'avvio di questo di tantomeno dimostrazione che in Italia rimaniamo troppo polarizzati sugli aspetti normativi
Della politica di cooperazione lasciato lo dire al sottoscritto che per una serie di congiunture mi son trovato a essere il relatore di tutti e tre i i provvedimenti a cui si fa riferimento quando parliamo di queste cose la trentotto la settantatré e la quarantanove ora non dubbio che e che e questa è una materia che va che va più che ripensata riordinata
Anche perché tutta una serie di elementi che sono contenuti soprattutto ma la legge quarantanove emergenza intervento straordinario interventi strutturali sì corto circuito è no per le ragioni che ha detto prima il presidente Achille cioè sono tutte espressioni
Voglio dire che evaporano rispetto voglio dire a questa grossa sfasatura tra quanto attiene durante la commissione mista tra quanto avviene nel comitato direzionale quanto poi operativamente il tutto viene posto in marcia e da questo punto di vista io non mi stancherò mai di dire che
Il decreto di attuazione della legge prima si cestina ma questo non lo dico adesso lo dico o danni meglio secondo me si potrebbero mettere a semplificazione trasparenza molte cose
Cioè in realtà quello che fa l'ufficio quindicesimo cioè che coordina che gestisce gli uffici quello che lui fa viene poi smontato dall'Ufficio terzo che è l'ufficio giuridico o viceversa quindi voglio dire quello che il legislatore aveva immaginato con la legge quarantanove e tutti i passaggi rischia di diventare più passaggi a livello più momenti di potere in dialettica tra di loro
Nella direzione generale della cooperazione piuttosto che elementi che dovrebbero voglio dire concorrerà rispetto del finalità delle finalità della della legge e anche l'aspetto finanziario
Qui pochi ricordano che anche su come indirizzare questo tipo di politica pesa il fatto che noi abbiamo iniziato con la legge trentotto una decina di fatto il bilanciere una trentina di miliardi siamo arrivati così venticinque mila nel Periodo ministero del tesoro a Andreatta
Dove tutti questi aumenti di fondo fondi erano tutti o menti che non andavano sul capitolo del fondo di cooperazione che è lo strumento per potere fare la cooperazione come strumento di politica estera e tutte le cose che abbiamo cioè in realtà questo quel questo fatto che vede assommato il magro bilancio del funzionamento del ministero degli esteri che sono circa mille duecento miliardi lo zero diciotto del del del bilancio complessivo dello Stato
Vengono sommati i cinquecento miliardi del fondo di cooperazione tutte le altre risorse che hanno moltiplicato voglio dire la crescita del fabbisogno e finanza sono sempre stati fatti sul capitolo nove zero zero uno nove zero cinque del ministro del tesoro
Quindi in qualche misura dalla cooperazione che passasse principalmente attraverso la politica dei crediti
Faccio queste
Queste questi piccoli ricordi perché ha tante volte nel dibattito voglio dirlo non mi rendo conto se noi continuiamo a parlare facendo riferimento de facendo riferimento a a cose astratte noi invece vogliamo far riferimento su come effettivamente la situazione della nostra cooperazione si trova ad opera io concludo in un minuto o ricordando che lo dice il presidente Achilli guardando qui mentre aspettavo l'inizio di questa seduta il documento che chiudeva la nostra Commissione che andava Cine
Lo do per letto ma mantiene una sua attonita estremamente vistosa
Ora io voglio dire che se la cooperazione è strumento di politica estera
Io Chima che mettermi nel dilemma che aveva detto la dottoressa alcolemici credo che questo articolo uno che credo abbia qualificato fortemente la legge quarantanove
Serva per superare la tentazione di considerare a appunto o o bla politica estera o la cooperazione come strumenti di i permanente emergenza
E e quindi che finiscono inevitabilmente di essere momenti sostitutivi della penetrazione commerciale
Da questo punto di vista quindi proprio perché in qualche misura va riconosciuto all'Italia una collocazione tra le più dinamiche perché vanno ricordati anche alcuni ragguardevoli risultati
Ma con altrettanta forza ricordato che probabilmente la nostra cooperazione oltre che essere una cooperazione dispersiva
è una cooperazione che continua ad operare dentro o questa specie di assemblaggio un po'confuso di assistenza tecnica classica di aiuto di emergenza di aiuto alimentare di aiuto sanitario
Di processi politici e sociali di mutazione secondo la vostra etica di realizzazione di grandi lavori infrastrutturali di organizzazione dei processi produttivi di sviluppo del terziario di sviluppo di tecnologie di avanguardia
Di ricerca scientifica applicata di aiuto la bilancia dei pagamenti disposto coi nostri su un po'di fornitura di materiali e macchinari
E addirittura una mancanza di finanziamenti agevolati ha fatto sì che qualunque credito al di fuori del consenso sia da noi riconducibile solo all'ipotesi spesso esageratamente vantaggiosa del credito di aiuto
Quindi se noi mettiamo insieme una cooperazione che si presenta sulla carta tra il più flessibile tra le più innovative del mondo
Ma la dispersione geografica più nulla moltiplicità delle cose che che che che che che che che possiamo fare
Rischiamo veramente di rendere la gestione veramente faticosa e burocrati e per ultimo il dilemma
Sul problema se questa è una politica che vada gestita dentro il ministero degli esteri o attraverso un'agenzia o attraverso un ministero
Non lo possiamo fare soltanto se risolviamo il rapporto tra la gestione della cosa pubblica e la necessità manageriale con cui si gestiscono questi tipi di i processi
Se noi non rispondiamo a questo tipo di quesito anche il problema voglio dire se sia più efficace e più rispondente la gestione dalla politica di cooperazione attraverso questi tre momenti istituzionali diversi rischia di farci perdere del tempo
E per ultimo vorrei ricordare che noi tutti quando abbiamo fatto queste leggi sia dalla dalla labile ventidue la legge Pedini del minore centosettanta settantuno quella trentotto la settantatré la quarta nove abbiamo sempre immaginato che l'OMC
Fosse in qualche misura il reticolo lo strumento per verificare la bontà di questo tipo di cooperazione ora da questo punto di vista il fatto che e ho concluso veramente non ci troviamo in una situazione in cui c'è una leggera crescita una maggiore disponibilità finanziarie do le medicine ma che questi in questi ultimi mesi siano passati da mille cinquecento a seicento operatori sul terreno dimostra se vogliamo ritenere l'ONG che a loro volta hanno bisogno di una rimessione di una riflessione uno una sorta di fotocellula che si può verificare lo stato
Di salute della cooperazione direi che questo elemento di una crescita delle disponibilità a finanziare favore delle energie anche se in una misura non confrontabile con le risorse messe a disposizione ai progetti in quanto tali o messi a disposizione per la politica dei crediti aiuti comodi cliente discorrendo
E questo pauroso calo
Del numero di volontari che operano sul terreno magari un moltiplicarsi delle strutture delle leggi perché ultimamente si sono aggiunte anche quelle sindacali credono che esso credo che siano
Tutta una serie di elementi che ci devono far riflettere non tanto per polemizzare ma perché questa riflessione sia sul problema concettuale si sul problema strutturale sia veramente positivo grazie
Grazie Bonalumi
La parola adesso al dottor Borrelli Moser irresponsabile della cooperazione per il Mediocredito centrale io vorrei pregare tutti coloro che intervengono nei limiti del possibile visitare entro i dieci minuti
Che io avevo ipotizzato come tempo di parola interveniamo prego grazie
Io non sono un così buon oratore come quelli che mi hanno preceduto per cui e spero di riuscire a tediarvi meno leggendo il mio intervento che tra l'altro mi consentirà di stare rigidamente emittenti indicati dal presidente
Ecco vorrei iniziare con l'esprimere il mio apprezzamento intanto per il contributo di analisi che ci ha offerto dal rapporto del novantuno del Sestri sulla cooperazione allo sviluppo dell'Italia
Contributo che ha seguito quello del rapporto dell'anno precedente e mi permetto di ricordare a quello della stimolante relazione
Svolta dallo stesso cespi nel corso della conferenza sulla cooperazione allo sviluppo che si è tenuta a Roma nell'ottobre dell'anno scorso
Si tratta di un contributo di analisi estremamente ricco e che può aiutare molti non addetti ai lavori ad addentrarsi nei meandri e della cooperazione italiana senza rischiare di smarrirsi
Ma che poi dettare anche molti addetti ai lavori a ritrovare il il senso della riflessione contro la tendenza all'asiatici ingabbiare nella routine quotidiana
Ecco perché non dobbiamo dimenticare che se è vero che l'attività di cooperazione italiana e fatta di limiti e ritardi come peraltro è stato ben evidenziato anche nel rapporto e se è fatta anche di impegno e professi
Una Lita che a volte sono fortemente penalizzati da carichi di lavoro assolutamente spropositato rispetto alle risorse umane disponibili e alle e strutture esistenti a questo riguardo io credo che tutti i presenti trattando sui prevalentemente di addetti ai lavori
Conoscono lo stato di sotto dimensionamento strutturale della cooperazione italiana rispetto alle necessità ma anche rispetto alle altre cooperazioni per non parlare e degli organismi internazionali che si occupano di sviluppo
E allora ben venga lo stimolo alla riflessione rappresentato da strumenti come questo rapporto del CESPI naturalmente sia quanto sia d'accordo con le analisi esposte sia quando lo si è meno il rapporto tra l'altro e così ricco di spunti anche in relazione alla situazione politica economica del tutto particolare che stiamo attraversando
Da sopraffare quasi che ha soltanto pochi minuti per intendere intervenire fornire un contributo alla discussione
Credo che sceglierò la scorciatoia di concentrarmi su una sottolineatura ricorrente del rapporto soprattutto nel saggio peraltro ottimo di Richard ieri saune
E cioè che nell'attività di cooperazione e dell'Italia esiste un'eccessiva confusione tra politiche commerciali e politiche umanitarie
Mi sembra è che rispetto a questa confusione che peraltro rappresenta un dato di fatto di difficile contestazione
E con la posizione del rapporto sia quella di porre le due politiche in contrapposizione come se non esistesse spazio per una confusione positiva
Una posizione di questo tipo è alimentata per la verità dallo stesso testo della legge quarantanove troppo orientato verso le grandi enunciazioni di principio
E scarsamente attento agli strumenti concreti per i raggiungimento degli obiettivi dati
Personalmente e credo che sia un errore contrapporre l'anima altruista quella mercanti lista della cooperazione italiana e che invece sia necessario pensare alla cooperazione come un processo capace di fondere insieme gli interessi anche di tipo economico
Di tutte le parti in causa
L'essenziale e che in fondo a questo processo ci sia una possibilità di sviluppo il più possibile globale per i più può essere a questo riguardo credo che una posizione molto equilibrata
Sia quella espressa nella comunità nella comunicazione del comitato consultivo per la cooperazione allo sviluppo nella richiamata Conferenza sulla cooperazione dell'ottobre scorso
Essa diceva la lego molto breve
Il diritto allo sviluppo non è assistenza così come la cooperazione allo sviluppo né la sua più vera accezione non è assistenza il suo obiettivo finali infatti e favorire uno sviluppo stabile e sostenibile dell'economia
E contribuire ad innescare quei processi di crescita attraverso i quali i Paesi raggiungono presto una loro maggiore autonomia ed una diretta integrazione con quanto avviene nel mercato economico mondiale
La cooperazione quindi pur ponendosi come obiettivo principale la soddisfazione dei bisogni primari ed un intervento immediato nelle situazioni di emergenza deve favorire una crescita stabile utilizzando quindi in maniera sinergica gli strumenti offerti dalla cooperazione sociale ed a quella economica e commerciale
Io credo che una posizione di questo tipo possa tra l'altro ad aiutare ad affrontare uno dei problemi
Come cruciale di questa fase che quello di raccogliere attorno all'attività di cooperazione un minimo di consenso da parte dell'opinione pubblica e delle forze sociali
Tale consenso ovviamente può derivare da una serie di motivazioni le più diverse ma è fuori dubbio che esso si fonda soprattutto sulla coscienza che i fondi della cooperazione sono ben spesi
E nel senso Coming comune dell'opinione pubblica non illudiamoci sono ben spesi soltanto quei fondi che assicurano un ritorno concreto non toh non troppo dilazionato nel tempo
Perché questo discorso sul consenso
Per il semplice motivo che a mio avviso ove si aggravasse ulteriormente l'attuale crisi di consenso attorno all'attività di cooperazione si correrebbe il rischio di dover ridimensionare drasticamente tale attività
Sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo
Talleri di mais ridimensionamento passerebbe ovviamente attraverso il taglio dei fondi della cooperazione che forse sotto l'incalzare del disastro della spesa pubblica e dietro l'angolo più di quanto riusciamo ad immaginare
A proposito di fondi disponibili voglio ricordare risulta anche dal rapporto peraltro che all'inizio degli anni settanta in periodo di elevato consenso attorno all'attività di cooperazione Italia aveva aderito con entusiasmo all'obiettivo di destinare lo zero sta ottanta per cento del prodotto nazionale lordo all'aiuto ai paesi in via di sviluppo
Questo obiettivo è stato perseguito con una certa coerenza per alcuni anni ma poi in presenza di una spesa pubblica costantemente fuori controllo è stato di fatto abbandonato
E noto a tutti infatti ed è stato sottolineato nel rapporto del Sestri
Che la crescita in termini reali degli stanziamenti per la cooperazione è stata negli ultimi anni irrisoria con il risultato che l'aiuto italiano dopo aver raggiunto il picco dello zero quarantadue per cento
Del prodotto nazionale lordo nel mille novecentottantanove
E precipitato nel mille novecentonovanta allo zero e trentadue per cento cioè al visto al di sotto della media molto al di sotto della media degli altri Paesi industrializzati con una tendenza alla diminuzione ulteriore
La stessa proposta del ministro De Michelis di destinare all'aiuto ai più Vs
Del sud ed è lesta l'uno per cento del PNL è stata universalmente giudicata di grande interesse ma poco realistica
Tra l'altro si ricorderà quanto sia dovuto faticare in sede di preparazione della legge finanziaria
Per il mille novecentonovantadue per recuperare gli ottocento miliardi che erano stati tagliati e che avrebbero reso impresentabile la conferenza sulla cooperazione dell'ottobre scorso
E così e lo stanziamento per il mille novecentonovantadue è stato in qualche modo salvaguardato ma purtroppo con lo stanziamento non è stata salvaguardata la vera disponibilità dei fondi
Infatti tra le ultime misure del Governo Andreotti nell'ambito della più generale azione di contenimento della spesa pubblica ve n'è una passata peraltro mi sembra piuttosto inosservata che da che taglia drasticamente la disponibilità dei fondi della cooperazione per il corrente anno
Questa misura ove non fosse corretta dal nuovo governo cosa che francamente appare assai difficile anche alla luce delle tiepide dichiarazione programmatica riguardo del nuovo Presidente del Consiglio onorevole Amato
Ecco questa misura provocherà l'interruzione della decretazione per esempio di nuovi crediti di aiuto fino alla fine del prossimo mese e di settembre
Prego chi voglio ricordare che i crediti aiuto già approvati dal CX dal Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo inattesa e di essere decretati dal ministro del Tesoro sono ben ventidue per circa quattrocento miliardi ma soprattutto questa misura provocherà la pressoché totale sospensione dell'erogazione dei crediti di aiuto nel corrente trimestre luglio settembre
Con una forte possibilità che tale sospensione sia protratta fino alla fine dell'anno
In pratica non sarebbero effettuate alle scadenze previste erogazioni per un ammontare compreso tra i duecento e i cinquecento miliardi a seconda che si protragga o meno questa
Questa situazione di sospensione con conseguenze facilmente immaginabili sui progetti sui progetti in corso
è un queste brevi considerazione sugli stanziamenti e sui fondi e disponibili per l'attività di cooperazione ho tentato di mettere a fuoco il rischio di ridimensionamento di tale attività
Che potrebbe preludere ad un declino mi sembra poco edificante
Tale rischio e particolarmente grave nel momento nel momento attuale a causa del convergere come ho detto di due formidabili guastatori
Da un lato il deficit sempre meno sostenibile del bilancio dello Stato che imporrà tagli dolorosi in tutte le direzioni
Dall'altro la crisi di consenso attorno all'attività di cooperazione derivante in buona parte dal giudizio tendenzialmente negativo anche anche se non sempre giustificato direi sui suoi risultati
Ecco contro questo rischio credo sia necessario oggi più che mai uno sforzo di riflessione di analisi per ridare slancio e prospettiva alla cooperazione Italia italiana a partire da un domani che non sia possibilmente troppo lontano
Ecco in tal senso penso che il rapporto del CESPI rappresenti un contributo di grande utilità che merita di essere ovviamente incoraggiato e sostenuto
Grazie molto Borrelli io avevo una preghiera che rivolgerei presenti
Ringrazio evidentemente tutti gli intervenuti per l'attenzione che portano al nostro teorie e questa sarà chiare notevoli pregi ha un difetto particolare
E cioè che tutte le conversazioni a latere diciamo che si fanno risuonano in maniera tale e impedire praticamente a chi parla di qui di farsi sentire la mia preghiera e poi che esiste un bar al di là di una
Separazione dovrebbe essere chi ha delle conversazioni da fare per cortesia
Facilitare la discussione si trasferisca nel da Conversi di chiudendo la porta
Ringrazio chi vorrà seguire il consiglio
Poteva nostra discussione ridare la parola al professor Paolo Guerrieri dell'Università di Napoli
Una differenza di chi mi ha preceduto io non sono un ha detto ai lavori ma in realtà mi occupo cioè mi sono occupato anche di recente di cooperazione come tema di analisi di riflessione
In questa quindi ottica che io vorrei fare alcune considerazioni prendendo spunto proprio dalla rapporto del CESPI sulla cooperazione allo sviluppo di una rapporto novantuno
Ho avuto modo di leggere un paio di capitoli centrali devo dire che ho molto apprezzato e quindi
Da questo vorrei trarre spunto per molto brevissime considerazioni di carattere generale sul tema della cooperazione alcune più specifiche sull'Italia
è molto vero come ha ricordato anche questa mattina Cristina Ercolessi che molto di recente si è riaperto un dibattito che non è certamente nuovo
Si è riaperto sulle finalità della cooperazione gli strumenti gli obiettivi meccanismi e questa riapertura è dovuta naturalmente a fenomeni di grande rilevanza che hanno interessato il quadro internazionale con me
L'ingresso di nuovi attori
In qualche modo di nuovi partner nuove domande
Di cooperazione e anche di nuove tematiche che rispetto alle tematiche tradizionale popolazione povertà si sono affacciate con forza nel campo della cooperazione abbiamo quindi sentito parlare ma serve la cooperazione serve l'aiuto allo sviluppo e questo un diciamo in campo arrivano di riflessione anche degli economisti è un dibattito che va avanti da decenni direi che l'evidenza teorica ed empirica portati hard dare un una risposta che può essere un qualificato sì serve la cooperazione
Un qualificato sì che però diciamo porta immediatamente a sottolineare
Come sia ambiguo il legame fra aiuti cooperazione allo sviluppo e crescita economica di un Paese non abbiamo ricette in mano per poter affermare con diciamo sufficiente evidenza quale poi siano forme da privilegiare da questo punto di vista per poter rafforzare questo legame sappiamo però che l'aiuto resta importante e sappiamo altresì che
Quello che è avvenuto in questi anni che l'aiuto ha fronteggiato una realtà del Terzo Mondo che profondamente diversa da quella che non fosse dieci o quindici anni fa
Il Sud è ormai una frammentazione di gruppi di Paesi che conoscono livelli di sviluppo assai diversi che quindi richiedono anche risposte diverse da questo punto di vista è molto vero
Che l'aiuto e la cooperazione va oggi visto in stretto collegamento con quelli che sono i rapporti commerciali finanziari tra paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo
E in questo quadro complessivo che va valutata l'efficacia di certi interventi quindi anche che va valutato debba considerato il il quali meccanismi utilizzare
E qui lo farò in conclusione l'Italia come al solito si presenta con diciamo un problema di fondo che è quello di aver usato troppo spesso e anche di recente la cooperazione apposto di qualcos'altro questo è un problema centrale che emerge proprio dal vedere che cosa altri paesi
Fanno della cooperazione perché qui va detto chiaramente e su questo devo dire
Non sono pienamente d'accordo con una certa impostazione del rapporto la cooperazione negli altri paesi più avanzati e in generale ha sempre avuto più motivazioni oltre quella umanitaria
Sono motivazioni economiche sono motivazioni politico strategiche ma questo è un dato di fatto il problema vero è quale mix trovare in questa combinazione
Non cercare un appiattimento in qualche modo di privilegiare per forza una sola di queste motivazioni perché questo lo considero urne obiettivo in qualche modo di difficile attuazione che anche fosse realizzato toglierebbe incisività lo cooperazione almeno l'esperienza dei paesi più avanzati c'insegna questo
Privi cercare un mix efficace significa riconoscere che ormai verso molti paesi l'aiuto la cooperazione e uno strumento spuntato non serve più per realizzare certi ed è determinati obiettivi questo per esempio riguarda alcuni Paesi dell'America latina riguarda alcuni Paesi dell'Est asiatico
Devo dire riguarda diciamo altresì anche alcuni Paesi se vogliamo
Del del del Nordafrica usare la cooperazione gli aiuti in sostituzione
Ad esempio di misure politiche commerciali di misure politiche finanziarie è un grande spreco ma è qualche cosa ancora di peggio a livello economico è il prezzo diciamo prefiggersi un obiettivo commetti sbagliata
E questo per esempio è evidente nel momento in cui andiamo a vedere in molti casi ad esempio per quanto riguarda oggi il problema dei paesi dell'Est
Noi stiamo usando o stiamo utilizzando mezzi finanziari per ottenere una serie di obiettivi che in realtà ad esempio richiedono tutta una serie di misure sul piano delle politiche commerciali Cosmo riguarda l'Italia riguarda in generale i Paesi europei noi diamo da una parte e dall'altra li chiamo tre volte quello che stiamo dando con una con con con l'altra mano
Allora
Pensare di come dire perseguire una politica di chiusura commerciale come la comunità europea i Paesi europei stanno facendo perché non illudiamoci che gli accordi di cooperazione abbiamo risolto il problema dell'apertura
Sui settori chiave l'Europa resta la comunità un mercato chiuso i quei settori sono quelli che più serve ora quei Paesi allora qui siamo diciamo classico problema i tra i dopo
Noi stiamo dando uno da una parte i togliendo tre dall'altra come accesso al mercato comunitario questa è un esempio per come quando usato in maniera distorta la cooperazione diciamo non raggiunge determinati risultati perché non può raggiungere i da questo punto di vista quindi questo naturalmente riguarda direi in generale i Paesi ma riguarda più in specifico anche il caso italiano
Perché e molto vero che c'è stato un cambiamento più di recente in questo io son d'accordo con l'impostazione data in nei capitoli di di del di di crisi nel con lei si è divisa usi del rapporto
Direi che sono meno d'accordo sull'enfasi punto data questo cambiamento sto sono d'accordo che più un cambiamento per ora di destinazione geografica
Una una maggiore in fasi su determinati riorientamento in tema di cooperazione allo sviluppo cooperazione industriale come viene chiamata del rapporto ma questo anche un adeguamento dell'Italia a quelli che sono modelli che altri Paesi perseguono
L'Italia ha fatto in passato una cattiva politica da questo punto di vista perché non abbiamo privilegiato ritorni economici a breve termine
Legando gli aiuti e ci siamo preclusi i veri ritorni economici che sono quelle di istaurare rapporti con questi Paesi in chiave di ricettività di queste economie di nostre potenzialità in campo tecnologico industriale qui devo dire stiamo colmando un divario
Che era enorme rispetto a Paesi come la Germania la Francia e il Giappone
Quindi sono passi molto timidi per ora ma che vanno nella giusta direzione io non mi preoccupo da questo punto di vista di uno stravolgimento dello strumento della cooperazione io mi preoccupo che questo resti in Italia
Venga usato appunto in sostituzione di quello che non c'è che una politica commerciale che una politica gli diciamo di determinati flussi finanziari questo è il problema che io vedo diciamo con con e e grave il problema cioè che ancor più che negli anni ottanta sì
Riproduca questo errore di caricare la cooperazione e l'aiuto di obiettivi altri perché non c'è altro strumento che possa essere usato
Perché lo ripeto non non mi scandalizza affatto che compaiano
Un insieme di motivazioni dietro la politica di cooperazione sarebbe grave che così non fosse perché andiamo a vedere le esperienze di Paesi appunto avanzati più e quanto noi e troveremo un mix di combinazioni il problema è che se lasciato come dire assestante solo lo strumento aiuto lo sviluppo diventa uno strumento che persegue male o addirittura rende assai poco sul piano poi dei ritorni che ci si ripromette
Questo è allora il l'accento che io come dire la la la preoccupazione maggiore e da questo punto di vista naturalmente ci sono molte cose da fare perché questo non avvenga anche negli anni Novanta
E lo vedrà i non solo nel campo dalla politica di cooperazione ma anche nel campo delle altre politiche Berzo calare in via di sviluppo e verso l'area dell'Est europeo non ho naturalmente tempo per sottolinearle grazie
Grazie quelli do adesso la parola Piero Fassino
Della segreteria PDS
Responsabile del suo ufficio relazioni Inter
Dopo otto favola il Consigliere su come al consigliere Spinetti che è responsabile dell'ufficio primo
Del dipartimento per la cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri
Va bene io credo detto per partire da come dire un'affermazione che
Per cortesia credo debba essere di verità e cioè che la politica di cooperazione
è diventato in questi anni un'assunzione in termini culturali che in termini pratici si è tradotta in un colossale alibi per la verità
Non c'è governo non se istanza organizzazione internazionale che non dedichi al tema della cooperazione attenzione interni
Di affermazione di principio
Credo che non ci sia governo che non abbia convocato la Conferenza credo che non ci sia l'associazione internazionale che non abbia promosso un ufficio
Ma poi questo scarsissima mentre si è tradotto in politica
A me pare più che evidente dal fatto che il rapporto per esempio l'ultimo rapporto e Nazioni Unite unite sullo stato dalla povertà del mondo dimostra che il divario tra Nord e Sud e aumenta se si va a vedere la quantità di risorse che sui bilanci di ogni Stato in particolare nella parte ricca del mondo sono destinate alla cooperazione sono i lanci minimi sono cifre minime
Irrisoria rispetto alla ricchezza che quest'di cui questi Paesi dispongono percentuali minime rispetto al Bilancio di ciascuno di essi
E
Per di più scarsissima mente queste politiche hanno corrisposto a interessi dei Paesi destinatari
Ma invece quelle poche risorse sono state destinate da alcuni piccoli paesi più diciamo o avveduti o per esperienza politica più attenti all'aspetto più propriamente politico per estendere una propria capacità di influenza politica su certe aree
E altri come nostro paese che non viene da un'esperienza né imperiale ne coloniale ha tradotto quelle poche risorse spese sostanzialmente nel sostenere scelte di singole imprese oppure ancora cosa ancora peggiore come HP caduto in Somalia nel Corno d'Africa per fare della cooperazione uno strumento spaventoso di dispersione di denaro di corruzione politica
Io so di essere molto brutale ma è la verità
Perché se noi non partiamo dal diversi che finché non c'è un salto in termini di comportamenti pratici da parte dei Paesi ricchi questo tema rischia di essere soltanto un alibi dopodiché le conseguenze saranno minime e nelle ragioni di scambio e nei rapporti economici e politici le contraddizioni diventeranno sempre più acute noi rischiamo soltanto di appunto raccontati dalle dalle Torino
Questo vale per l'Italia vale per l'Europa io sono molto d'accordo quanto diceva adesso Guerrieri
In realtà l'Europa continua a funzionare verso i mercati terzi come recato chiuso e protetto
Tutta la vicenda dell'Uruguay Round e più che significativa
Non c'è accordo commerciale che si riesca a definire che in qualche modo rompa un rapporto di sudditanza dei mercati terzi rispetto al mercato europeo
Allora mentre tutto questo viene poi la cooperazione diventa come dire una foglia di fico
E appunto si cerca con la cooperazione di continuare a non fare i conti col fatto che è necessaria una politica economica internazionale radicalmente diversa e che bisogna mettere in causa ragioni di scambio a lungo da lungo periodo consolida
Quindi a me pare che questo sia intanto un primo dato per non parlare di altri questo riguarda anche noi
La quantità di risorse che noi destiniamo sul nostro Bilancio è minima le modalità con cui queste risorse sono utilizzate è pessima
Credo che se c'è un settore fortemente criticato in termini anche di gestione operativa della pubblica amministrazione italiana è particolarmente Ministero degli esteri appunto
La direzione generale della cooperazione su cui non a caso si appuntano molte critiche che non mi pare si possono dire del tutto infondate
Allora io credo che questo sia un primo dato qua come si cambia in termini intanto di concreto impegno concreta disponibilità a fare della politica di cooperazione una cosa diverso
C'è un problema intanto di risorse che certo per il nostro paese reso più complicato dal fatto che poi a un Bilancio pubblico che quello che è che ha una situazione economica finanziarie conosce
Lo stato di indebitamento che a tutti è noto che al centro delle attenzioni della manovra economica proprio in queste giorni
Io credo che stabilito che l'Italia è un Paese che ha una situazione economico-finanziaria sicuramente più debole di altri però quanto meno un problema di incremento delle risorse reperibile attraverso una diverso utilizzo di risorse che oggi nel bilancio pubblico vengono spesi per altra destinazione non lo dobbiamo porre
D'altra parte i mutati scenari internazionali sul terreno non soltanto politico anche strategico-militare rendono praticabile oggi la costruzione di una politica di difesa di una politica delle spese militari assai diversa da quella che fino a qualche anno fa era a torto o a ragione ritenuta indispensabile
Allora un primo problema che a me pare noi dobbiamo porre in modo concreto è se pur dentro un quadro economico finanziario del nostro Paese che ha margini come dire di flessibilità e l'esplicita non grandi però se come dire una diversa allocazione di risorse che oggi vengono destinate alla politica militare l'ha poi difeso ad altre destinazioni per la politica di cooperazione e c'è un incremento significativo
Significativo della nostra delle delle risorse che il nostro Paese destinato e Diego per
Secondo aspetto
Io concordo con quanto è stato detto sia introduzione sia già da alcuni
Senta Modena discussione
Per fare apolidi e cooperazione sono necessarie mi pare tre condizioni
La prima è che un Paese abbia una politica estera affermazione ovvia ma se si guarda all'Italia non così scontato
Non così scontata
E vero io sono d'accordo mi pare che ci fosse nella relazione di salute
L'affermazione che da quando c'è De Michelis diciamo rispetto al passato qualche elemento di maggiore chiarezza su che tipo di politica estera l'Italia vuole fare c'è anche se questo spesso si è trovato un'affermazione di principio a cui poi sono seguite più come dire
Tentativi e conati che è una vera strategia di politica estera però bisogna avere una politica estera
Bisogna avere una politica estere indizi sul terreno economico che non può essere sostituita dalla politica di cooperazione e qui c'è il problema di che politica economico finanziaria sostiene l'Italia nelle ragioni di scambi internazionali di che politica del commercio estero
E naturalmente c'è da essere molto come dire depressi a pensare che il nostro Paese un Paese che ha sostituito Ruggiero con Vito Lattanzio la dice lunga questo su come appunto si no nel precedente gabinetto persona sostituito con uno che non è tanto meglio di Vito Lattanzio qui
E Vitalone se non ricordo male
Questo punto di vista la dimostrazione del fatto che
Non c'è non c'è una politica economica del nostro Paese sul piano internazionale e terzo terzo aspetto ci vuole poi una politica della cooperazione io credo che però caricare sulla politica cooperazioni funzioni non proprio come è stato fatto in questi anni sostanzialmente solo cercando di surrogare sapendo che poi non era vero era un comodo Ali cercando di surrogare l'assenza di una politica economica del nostro Paese sul piano internazionale di penetrazione commerciale di interscambio di apertura dei mercati e di crescita delle nostre Inter relazioni economiche internazionali con l'Aprilia cooperazione sia del tutto improprio e velleitario peraltro dato diciamo la assoluta inadeguatezza
Dello degli strumenti quindi a me pare che noi dobbiamo anche battersi se vogliamo sostenere un rilancio della politica di cooperazione occorre battersi contestualmente perché ci sia da parte del nostro Paese una politica economica internazionale vera
Di cui la politica e cooperazione e un aspetto è un tassello che ha una propria autonomia che a propri fini specifici e a questi fini specifici vari condotti Fini
Intendiamoci sono state finalità sono state mi pare individuate perché quelle indicate né ancora nella conferenza che c'è stata qualche mese fa
E più volte enunciata dello stesso ministro De Michelis e cioè che lo aiuto lo sviluppo deve poi destinarsi sostanzialmente alla consolidamento e rafforzamento del dei diritti umani al consolidamento i processi democratici ad alcune grandi priorità
Basiche di sviluppo come la questione demografica la questione ambientale cioè diciamo le priorità che sosta dedicate sono quelle io credo il problema è che allora bisogna ricondurre a questo a queste finalità la politica di cooperazione non caricare sulla politica politica di cooperazione altre finalità che invece possono essere devono essere perseguite da una politica economica internazionale
Ma questo allora è decisivo per per esempio per scegliere l'allocazione geografica e territoriale delle risorse che si destinano la politica di cooperazione io sono molto d'accordo
Fare certe scelte che con una cosa è stato da cui fare scelte di nostra in interventi al vento che la politica economica e di presenza di politica estera nostro paese in America Latina io ho considero che sia una scelta strategica
E non a caso nostro partito qualche mese fa ha dedicato un convegno appunto al tema del rapporto strategico nei prossimi anni tra Europa e America latina ma per gran parte dei Paesi dell'America latina la categoria del terzo mondo del tutto impropria
E allora il provenire l'Uruguay proviene dall'argentino problemi del civile oppure nelle liste dello stesso Brasile che pure a contraddizioni interne drammatiche come sappiamo di altra natura
No e sono più legate a che politica economico commerciale un paese come l'Italia la Comunità economica europea in grado di fare verso questi Paesi che non affidare alla politica cooperazione il sostegno diciamo alla no
Allocazione di questi Paesi in una fascia diversa da quella tradizionale del terzo mondo sottosviluppo che è il processo che in itinere in questi in questi anni quindi
Mi pare che questo sia diciamo la il tenere insieme
Il tenere insieme al tempo stesso articolare tra le diverse funzioni che sono la politica estera politica economica internazionale la politica
Di cooperazione che si tengono perché Lunardi sono dell'altra ma non possono essere talmente confusa da caricare su ciascuna tutte le competenze tutte le funzioni che invece ciascuno deve perseguire in modo però finisco
Tutto questo pone anche un ragionamento da fare sugli strumenti
Sugli strumenti in due direzioni prima questione
Io credo che si ponga il problema sempre di più di una distinzione in termini funzionali operativi tra quelli che sono gli strumenti con cui si persegue la politica estera e quelli che sono gli strumenti con cui si può si persegue la politica di cooperazione adesso io non so se bisogna fare l'agenzia piuttosto che un'altra cosa è una discussione da fare di merito
Ma certo che lo schema direzione generale del ministero degli esteri come pura branca diciamo di rischia di essere assolutamente inadeguata oltre a tutti i problemi di gestione di merito che su questa direzione generale diciamo
Si potrebbero si potrebbero far
Quindi il problema di una disturbi una distinzione operativa che tenda a autonomi Tzara gli strumenti anche rendendoli più flessibili in termini di efficienza e di efficacia mi pare che sia ormai è una questione assolutamente lo del giorno che peraltro è scelta
Sia pure con modalità diverse che molti Paesi europei hanno già compiuto
Seconda questione e il problema in ogni caso di costruire sapendo che però è molto che è faticoso ma l'essere faticoso non significa che bisogna rinunciare a perseguire questo obiettivo bisogna costruire gran gradualmente strumenti che consentano un intervento che non sia soltanto del nostro paese ma sia comunitario
E da questo punto di vista quali forme di interrelazione si stabiliscono sul terreno dell'intervento e della strumentazione operativa tra i Paesi della comunità posto che appunto c'è il problema dei non soltanto dello sviluppo delle politiche di ogni paese
E la cooperazione ma anche di un salto di qualità nella
Intervento su questo tema da parte della comunità nel suo insieme grazie che grazie persino do la parola adesso consigliere Spinetti
Che è responsabile Ufficio primo devo scusarmi con lui prima ha usato l'espressione dipartimento anziché direzione generale dico presso io volevo dire che è un lapsus che ha una sua ragione essendo io stato
Lungo essendo ancora sia pure soltanto teoricamente
Fautore di un'organizzazione di gran parte del ministero
Per il dipartimento comunque come la direzione generale in questi casi è sempre chiamate
A bordo contento spiega edito asset
Prima del CIPE sue considerazioni dopodiché la parola sarà a Massimo Micucci che si occupa di cooperazione allo sviluppo
Nel quadro del PDS come responsabile di questa
Io ringrazio innanzitutto il cespi perché il rapporto di quest'anno è stato un fonte di riflessione molto importante anche per noi
Leggendo il rapporto di quest'anno ma francamente riteniamo che effettivamente sia uno strumento che è molto utile per noi nel nostro lavoro
Di riflessione premetto anche che parlo a titolo personale e comincio con una riflessione che non parte strettamente dalla rapporto spesso ma una preoccupazione che ho sentito riflessa in molti interventi
Ed è una riflessione sul dato quantitativo della cooperazione italiana non è stato dato oggi il dato del nostro risultati relativi al novantuno nel novantuno noi siamo usciti allo zero venticinque zero ventisei per cento del prodotto nato
Quello che diceva all'inizio senatori a chi la percezione dei Paesi OPEC
Pista lentezza della macchina della dire cooperazione
Beh questo dato dello zero venticinque per cento nel novantuno nasce da due fattori centrali
Da un calo sul multilaterale in quanto è stato un anno in cui non ci sono state di costituzioni di capitale di banche fondi e un altro che è stato il problema della
Entrata e uscita dentro o fuori bilancio la continua alta Linna per quello che riguardava la gestione del fondo di cooperazione
Nel novantadue il dato
Rischia di essere peggiore eccetto un elemento che è stato anche orari e della direttiva della Presidenza del Consiglio in ordine alla spesa pubblica il fondo rotativo già bloccato leve decretazioni sul fondo rotativo sono ferme
E cominciano a essere bloccate dal ministero del Tesoro alle decretazioni sul fondo di cooperazione quindi sicuramente in questi due anni c'è un elemento di discontinuità
Che nasce oltre che dalle ipotizzabili cause relative al funzionamento ordinario della direzione generale da queste due cause specifiche e in particolare quest'anno se le attività di cooperazione non dovessero essere ritenute degli impegni internazionali dell'Italia si andrebbe a un nuovo blocco delle attività di cooperazione questo che cosa comporti su quelle problematiche che sono state accennate mi sembra molto voglio aggiungere un'altra cosa ammettiamo che queste difficoltà non ci fossero stati
E che nel mille novecentonovantuno tutti i cinque mila miliardi stanziati fossero stati erogati effettivamente Italia si sarebbe attestata sullo zero trentacinque per cento del prodotto nazionale lordo cioè nella mente attacca
Sì
Nella prossima legge finanziaria e nelle successive non ci fossero degli aumenti degli stanziamenti
Rimanesse ero gli stanziamenti attuali su una media di cinque mila miliardi considerando un riduzione in termini reali del sette otto per cento non ci troveremmo con degli stanziamenti che ci porterebbero ha un tetto che ci vincolerebbe allo zero trenta al massimo come capacità di Spesal salvo poi verificare se siamo capaci di spendere fino all'ultima lira gli stanziamenti quindi in relazione a quelli che sono stati tradizionalmente l'obiettivi di fondo della quantitativi della cooperazione italiana e lo stesso zero sette per cento che è stato ripreso come obiettivo di fondo anche dal presidente del Consiglio nelle dichiarazioni programmatiche ci troviamo invece questo drammatico tetto che scende che comprime a meno che non ci siano delle decisioni politiche che di anno il rilievo alla cooperazione necessaria ritorno adesso al rapporto vero e proprio abbiamo apprezzato molto come è stato riferito il processo che ha portato alla conferenza dello scorso ottobre e la descrizione degli obiettivi nuovi che la cooperazione italiana si può porre vorrei osservare però una cosa che quello che è uscito dalla conferenza che era in fondo un adeguamento della cooperazione italiana quello che era lo stato del pensiero e dell'evoluzione del pensiero essenzialmente in sede da quindi nell'ambito dei Paesi donatori
Non era una decisione operativa noi ci troviamo adesso proprio in quel periodo intermedio di cui aveva parlato il ministro De Michelis
Tra una conferenza che va appunto il carattere di Conferenza internazionale di avvio di un processo di lavoro verso una conferenza nazionale la terza conferenza nazionale della cooperazione che il ministro si è impegnato di fronte alle commissioni esteri
Ad organizzare
E noi siamo appunto nel mezzo di questo processo nel mezzo di questo processo questo è un tema che abbiamo sottoposto subito all'attenzione del nuovo ministro
Quindi immagino che il nuovo ministro si pronuncerà non appena lo riterrà in ordine alla prosecuzione del lavoro di preparazione di questa terza conferenza ma proprio perché siamo in questo periodo di transizione di questo lavoro
C'è un punto centrale che fa parte di questo lavoro e dell'aggiornamento degli indirizzi di cooperazione che sono quelli che sono stati stabiliti subito dopo l'approvazione della legge quarantanove
E che in base alle conclusioni della conferenza dello scorso ottobre devono essere aggiornati bene questo è un punto di passaggio che serve poi per far tradurre nella programmazione che anch'essa deve essere presentata quella relativa agli anni novantadue novantaquattro dei primi elementi relativi a quello che rilevava il rapporto cioè il rapporto dice quando sono stati indicati una serie di obiettivi diritti umani demografia ambiente eccetera eccetera
In che modo si traducono per attivamente beh questo è una cosa che stiamo facendo ma voglio dire che le decisioni degli organi decisionali in questa materia non ci sono ancora stati c'è un progetto che noi abbiamo pronto e che non appena potrà essere sottoposto all'approvazione secondo la procedura stabilita dalla legge quattrocentododici quindi presentazione della programmazione
Alle commissioni Esteri e quindi approvazione del citiamo pronti a farlo ma questo è un passaggio necessario che deve essere ancora fatto
Sulla traduzione di tutti questi elementi nuovi dunque la cooperazione dagli obiettivi tradizionali e negli obiettivi tradizionali ci metto le due anime che sono citate nel rapporto l'anima diciamo umanitaria e l'anima collaborazione industriale
Io sono molto d'accordo col professor guerrieri quando non si tratta secondo me di contrapporre ma adesso non mi volevo soffermare su cui dicevo a queste motivazioni poi nell'ambito di tutta l'elaborazione sullo sviluppo partecipativo c'è stato un processo di allargamento di tutte le finalità della cooperazione la cooperazione si vede caricare di una serie di compiti non solo in Italia che fuori tutta una serie di compiti aggiuntivo
E a questo punto bit da qualche parte bisognerà tirare una linea non è una riflessione solo italiana questa su dove bisogna tirare la linea delle attività di cooperazione anche in sede Dazzi comincia a riflettere su dove si debba a un certo punto fermarsi
Ci sono tutta una serie che sono quelle legate alla sicurezza che direi al Peace Building e questo è un campo su cui mi pare c'è un abbastanza generale consenso
Che la cooperazione ormai si entrata non solo quella italiana accompagnamento dei processi di pacificazione in Angola in Mozambico in Etiopia però faccio un esempio un punto di discussione era il peacekeeping in Cambogia e un'operazione di aiuto allo sviluppo cioè in mano mano si sta spingendo sempre più in là il confine della cooperazione il rapporto tra aiuto allo sviluppo migrazioni intervenire sul problema delicato dell'emigrazione ma anche questo e cooperazione allo sviluppo e qualche altra cosa quindi c'è un problema effettivamente di ridelimitazione del campo della cooperazione
Sullo spostamento delle priorità geografiche che sarebbe quello che si è già in qualche modo registrato ma io direi che
Nella valutazione corretta che è stata fatta dalla rapporto sottolineare due cose uno
Non sono affatto convinto dello spostamento di risorse all'Est secondo me lo spostamento di risorse all'Est non c'è stato affatto sono stati dei fenomeni marginali e per quanto riguarda poi l'Italia adesso c'è uno strumento ad hoc a parte che riguarda i Paesi dell'Est
E non vorrei che per i paesi delle si verificasse una confusione tra quelli che sono strumenti non di aiuto pubblico allo sviluppo
Cioè delle forme che molto a volte brevemente vengono chiamate di cooperazione ma non sono aiuto pubblico perché non hanno le le mento concessionarie insito nel quindi io direi che al momento attuale rebus sic stantibus su un problema di versione di fondi nei confronti dei Paesi dell'Est non c'è
C'è stata indiscutibilmente una crescita politicamente voluta della cooperazione con i Paesi del bacino del Mediterraneo che c'è stato un calo dell'Africa subsahariana però non darei un carattere permanente a questa
Spostamento di risorse che tra l'altro non è stato codificato da nessuna decisione
Di fatto c'è stato un fenomeno che quello della pratica mente sparizione della cooperazione con il Corno d'Africa e questo ha ovviamente determinato un buco nelle erogazioni all'Africa subsahariana
E c'è un elemento che non è stato secondo me considerato dal rapporto e l'integrazione del multilaterale nel senso che se sul bilaterale si nota questo calo della Africa subsahariana non è del tutto
Evidente la parte di aiuto multilaterale che poi si indirizza nuovamente all'Africa subsahariana
Volevo accennare un attimo anche al problema ed è anche il punto su cui ero d'accordo col professor guerrieri sul fatto che la cooperazione comunque una molteplicità di compiti anzi abbiamo visto che c'è una tendenza ad espandere lì in modo a volte eccessivo
E sul problema della collaborazione industriale mi pare gli Southey aveva accennato che noi andremo in controtendenza con quello che si fanno sì ma non mi pare proprio
I vincoli che sono stabiliti dalla le Cindy package sono dei vincoli ai quali siamo ovviamente tenuti che siamo ovviamente tenuti a rispettare e poi per quello che riguarda il discorso sulla collaborazione insiste leale come se fosse qualche cosa di altro da le altra cooperazione ma abbiamo visto la cooperazione a un'ampia serie di strumenti e di certo il terreno della cooperazione indotto industriale dello sviluppo dai Paesi donatori non è affatto un terreno sottostante sotto valutato e molto vivo nell'ambito della comunità dei Paesi donatori il discorso anzi sul
La fase di passaggio in cui ha molte economie di Paesi in via di sviluppo si trovano nei confronti dei processi di privatizzazione per quello che riguarda ad esempio anche la collaborazione con i Paesi del Nord Africa c'è questo problema prendendo anche il caso dell'Algeria o della Tunisia di sostegno alla nascita di una piccola e media impresa quindi direi che è un po'difficile a un certo punto anche qui tagliare tagliare le due questioni ed è poi sempre difficili anche se è giusto
Distinguere quelli che sono appunto aiuto allo sviluppo quindi eventuale utilizzazione del credito di aiuto o del dono per sostenere il settore industriale da iniziative più nettamente commerciali ma dico in questo caso noi non facciamo che infilarci
Nel solco che segnato dalla dall'OCSE
Dal nel si ripete
Un altro punto a cui vorrei accennare e la comunità si è accennato al documento che ha fatto circolare Marin sulla cooperazione comunitaria l'orizzonte dell'anno due mila
In realtà è difficile pensare che ci sia nell'immediato un grosso trasferimento di competenze dal livello bilaterale a quello comunitario
Il documento comunitario si fonda sul principio di sussidiarietà che più o meno il refrain del momento ma anche appunto nel settore della cooperazione non è tanto la che si pensa a un trasferimento di gestione di progetti di cooperazione alla comunità che non non è possibile neanche per le strutture stesse della comunità che
E se possibile più lenta della cooperazione italiana nelle erogazioni e la l'attuazione dei progetti se gli si ponesse un forte carico di lavoro aggiuntivo non lo vorrebbe probabilmente lo rifiuterebbe
Il settore su cui si concentra la comunità invece quello della definizione del coordinamento e della definizione di una serie di principi comuni alle attività di cooperazione dei dodici Stati membri senza escludere il fatto che la gestione diretta di alcune questioni possa essere demandata la comunità la Commissione fa una da una serie di indicazioni su cui di dice
E si propone come gestore di una possibile serie di programmi però sono una serie di programmi specificamente settoriali la demografia l'ambiente le migrazioni la politica migratoria bene dove ci sono dei legami tra sviluppo e migrazioni si propone come gestore
E comunque colloca l'eventuale fornitura delle risorse per queste operazioni quando scadranno i protocolli di cooperazione attualmente in vigore per l'IACP per i paesi del Maghreb per l'America latina quindi è una data che va tra il novantaquattro e il novantasei in cui si dovrà eventualmente porre un problema di risorse alla comune
Un altro problema importante a cui ha accennato e quello del rapporto tra la politiche di cooperazione e le altre politiche quello è un problema serio e grave per tutte le cooperazione in realtà il rischio c'è ed è evidente che le politiche di cooperazione siano un elemento di compensazione
Nel senso che nel momento in cui in particolare sotto il profilo delle politiche commerciali industriali agricole
Ci sono dei negoziati estremamente difficili
Il rischio evidente ed è un fatto che si è verificato che le politiche di cooperazione siano in qualche modo unico un elemento di compensazione non di sinergia però o io terrei anche presente che sia pure in questo ambito anch'fossero anche un elemento di compensazione una funzione abbastanza ineludibile
E che rimane di importanza centrale
Mi pare per concludere ritornando a quello che era un accenno del problema dell'inserimento di tutti
I risultati della Conferenza sulla cooperazione nella nostra programmazione che non sempre questo si può tradurre poi in quello che una programmazione richiede cioè dei dati numerici alcuni settori come l'ambiente come
La demografia possono essere inseriti in un ambito programmatorio con degli stanziamenti
Abito difficilmente come l'Institution building o lo sviluppo dei diritti umani coi processi di pacificazione possano essere quantificati in termini di programmazione quindi evidente che per una serie di obiettivi devono quello che si può pensare poi a volte è una serie di parametri come il parametro dello zero quindici per cento che noi ci siamo posti per gli aiuti ai Paesi meno avanzati si possono a volte pensare gli altri parametri ma non l'inserimento in programmazione di tetti fissi numerici che poi possono essere di difficile gestione
Ecco come dico queste sono riflessioni che sono nate anche leggendo il rapporto del CESPI e quindi io termino ringraziando ancora una volta redattori del rapporto
Grazie Benedetti allora insomma signor Ricucci sì responsabile politico presso lo sviluppo nel bisogna al al agganciare subito e poi la parola sarà data Claudio per Capucci che ci sentire
Una voce del ONG ancora ascoltata oggi e poi senatore Giangiacomo Migone che vicepresidente della Commissione e stringersi
Mentre
Io già avendo letto il rapporto del CESPI ascoltando le dichiarazioni
In Parlamento del
Presidente del consiglio Amato aveva avuto la sensazione che questo divario tra intenzioni e fatte la cooperazione non era destinato all'avvicinarsi ma dopo gli ultimi interventi che ho ascoltato in particolare quello proprio adesso molto puntuale del consigliere Spini di questa convinzione diventa francamente un punto centrale nodale nel senso che se è vero che positivamente
Il presidente del Consiglio Amato ha ha confermato gli indirizzi della conferenza internazionale di cooperazione addirittura il mantenimento dell'obiettivo dello zero virgola sette per cento ma siamo addirittura scesi allo zero
Vertici venticinque per capacità di erogazione B il percorso da fare tenendo conto della situazione della spesa pubblica in Italia del bilancio
Del nostro Paese è un percorso lungo e credo che avranno una duro lavoro da fare non solo il ministro o ministro degli Esteri ha probabilmente anche i parlamentari per capire cosa è andato effettivamente a dire cosa potrà mantenere di ciò che ha detto
Questo governo credo che questa sia la prima questione che mi era già venuta saggia sollevata
Diciamo dal rapporto alture rapporto e ci spiega a emerge da questa discussione ancora più fondata e ancora più ragionevole mi sembra l'esigenza contemporanea di indicare quali siano per serietà le risorse da cui almeno da cui attingere
Per non arrivare perlomeno ad una drastica riduzione dell'impegno di solidarietà e contemporaneamente perché senza l'una non va neppure l'altra quali siano le misure da adottare che secondo me anche senza esplicitarlo direttamente il rapporto del CESPI pone poneva già anche rapporto precedente per la verità e qua punto di vista dei criteri e parametri anche in rapporto alla conferenza internazionale di ottobre
E beh io credo e qui la questione è stata sollevata da da Fassino di un collegamento tra disarmo e sviluppo in sostanza cosa di cui si parlò e parlo addirittura onorevole Club Craxi alla conferenza internazionale sia di ancora più stringente attualità vista la situazione appunto del del nostro deficit pubblico deficit di bilancio ora se io dico una cosa
è per fare a mio avviso stando anche ad altri lavori fatti dal cespi un esempio quello sul nuovo modello di difesa italiano sarebbe perfettamente possibile rendere credibile fattuale anche la proposta del Presidente del Consiglio cioè di mantenersi Lodetti e quindi almeno di non ridurre la percentuale fino a oggi stanziata per l'aiuto pubblico allo sviluppo
Comunque credo che sia un fattore etico oltre che politico se entrano in considerazione che riguardano le nuove sfide alla sicurezza
Anche e a pieno titolo le tematiche e le politiche di cooperazione soprattutto verso l'Est soprattutto verso alcuni Paesi del sud credo che sia perfettamente ragionevole sia eticamente indispensabile porre almeno il tema che non diminuiscano
Gli aiuto aiuto pubblico allo sviluppo se non diminuisce anche di più la spesa militare un modello che è ancora un modello arretrato e questa è la prima questione che volevo porre in merito alle altre questioni sono state più
Discusse qua
E alla questione per esempio del rapporto tra politica estera politico nomi che e politica di cooperazione è stato detto molto
Se è stata sostitutiva la politica Digo vera azione sia in parte di politiche estere nei confronti almeno di alcune aree alcuni Paesi o dipendenti da un'idea come certe idea delle politiche estere da condurre
E se è stata sostitutiva anche della politica economica i della politica economica del nostro Paese c'è avvenuto è stato ecco chiarito allusione abbastanza bene rapporto in modo diverso in una prima fase e e poi in un'altra sostanza una specie di modello fino all'ottantanove una specie di modello vorrei essere un po'provocatorio non è mia la frase una specie di modello Irpinia
Per la prima fase in cui si sono fatte enormi spesi quasi esclusivamente però per infrastrutturale a sostegno del comparto edilizio in Paesi anche poveri e poverissimi ma senza grandi risultati per lo sviluppo di quei Paesi in sostanza e con una serie di conseguenze anche di mancanza di trasparenza e di questioni che sono state anche qui richiamate e ricorda
Oggi vediamo un modello diverso al di là delle dichiarazioni però un modello che sempre sostituti un po'più organico risponde diceva risalti rispetta l'idea una politica economica internazionale ma sempre sostitutivo di quest'ultima e quindi per con obiettivi e finalità che non sono specifiche di quelle di cooperazione ora me la cosa che appare più grave di questo anche da un punto di vista di trasparenza che così operando noi non sapremo mai quanto diamo a che cosa
E cioè acché pezzo anche piccolo dello sviluppo di ogni paese di ogni area di ogni problema
Contribuire o meno
Se non fare una distinzione non è semplicemente un fattore ottantun Fattorie etico o perché non si debba mescolare
Esigenze problemi carattere commerciale con questioni di cooperazione ma se non si definiscono compiti specificità obiettivi coerenze criteri qui sono stati richiamati in modo molto rigoroso non sapremo mai se quella cosa sia un'opera infrastrutturale ossia uno programma di sostegno all'istituisce un bel dì nega avuto un risultato almeno perché sanno sempre per così dire altri interessi Gori entreranno altri interessi che definiranno se c'è stato un vantaggio mi
Altro tema vado rompo per punti altro tema che è stato appena evocato ma secondo me è un tema molto attuale forse anche merito l'iniziativa immediata
In chiusura vasi di legislatura lutti l'occasione l'ultima finanziaria c'è stata una battaglia politica per introdurre con l'articolo tre una cosa che il rapporto non può riportare soltanto in una nota per così dire mai credo sia stato una battaglia positiva con l'articolo della legge finanziaria
Per imporre finalmente un comportamento nel modo di affidare i lavori alla nella cooperazione allo sviluppo imporlo per così dire appunto la direzione generale cooperazione lo sviluppo al ministero tesori imposte procedure di tipo comunitario europeo nell'affidamento dei lavori e l'obbligo cioè per legare per tutti quanti i lavori ora in un momento in cui di questa questione di trasparenza mi pare nel Paese si parli si parli moltissimo il fatto che ci sia quell'articolo insieme ad altre condizionalità che vengono poste non solo per la trasparenza penso che sia uno strumento importante
E però bisognerebbe sapere se è stato fatto qualche passo da parte la direzione generale cooperazione allo sviluppo per cominciare ad istruire le procedure per mettersi in condizione di fare almeno una gara perché qui si è parlato di trenta mila miliardi ma non so se c'è se diciamo ci stavo statali fatte tante gare quante le dita
Di una mano o di domani nel corso di questi anni in cui appunto trenta mila miliardi sono stati affidati esclusivamente con lo strumento a lato via privata mentre la legge prevedeva altro ora io credo che questo punto della trasparenza anche per legarsi ai punti dell'efficienza sia un punto fondamentale oggi da cui ripartire per garantire coerenza tutti quanti discorsi che vengono fatti quindi l'applicazione di questo obiettivo
Blue più dopo le questioni delle coerenze dare di versioni sia geografiche delle incoerenze rispetta i criteri
Ora qui sia rivendicato giustamente che non necessariamente appunto politiche cooperazione sono conflittuali con esigenze umanitarie sono conflittuali con l'esigenza di altro tipo di collaborazione industriale però io su questa base vorrei capire se è vero che questo poi davanti in modo non conflittuale oppure se senza nessun conflitto in verità hanno prevalso tutte altre esigenze sono proprio le esigenze punto la collaborazione industriale oppure della esigenze del commercio estero io Predatore qualcuno mi spiegasse perché se le priorità e Viviani sono quelle che certo tipo di Rispetto sui diretti sui diritti umani eccetera improvvisamente in atti in Asia si stabilisce che l'India passa Paesi seconda priorità e parecchie centinaia se non migliaia di miliardi vanno la Cina vorrei capire se questo corrisponda all'anima umanitaria o se è stato fatto a un'analisi sulla rapporto tra queste due anime per fare una scelta così importante per il destino diciamo così dei nostri fondi di cooperazione io credo che qui ci sia un punto un punto interrogativo molto forte che per esempio non corrisponde con i criteri dagli anche con certi comportamenti assunti da altri paesi industrializzati anche molto importanti il dibattito non a caso aperto anche negli Stati Uniti d'America sulla questione degli aiuti il rapporto con la Cina e che vede contrapposti su quest'argomento democratici
Alla al al presidente degli Stati Uniti d'America cito solo il caso la Cina ma ne potrei citare molti altri di incoerenza
Di conflitto tra le due anime di prevalenza dell'anima che invece l'anima utilitaristica adesso io mi esprimo per forza in termini banalizzazione quello riguarda le scelte di di cooperazione perché il conflitto non ci sia i criteri dunque gli indirizzi vanno rispettati e vanno rispettati in modo estremamente rigoroso e da ultimo davvero la questione della efficienza io credo che il problema sia quello che hanno qui riproposto non solo Cristina Ercolessi nella sua con le due domande con cui ha concluso la sua illustrazione ma anche a chi lire lo stesso Fassino allori nei loro interventi
Da quando si è insediata purtroppo al ministero degli Esteri una macchina spesa con questa portata
Le cose sono andate come sono andate
Ora sia colpa degli esso colpa sono andate in questo modo vero che voglio dire siamo tutta una parte o dall'altra l'orientamento generale il conflitto appunto tra le diverse anime ha dato al prodotto questo tipo di risultati di cui tutti quanti unanimemente si lamentano confondenti interessi economici attività diplomatiche competenze tecniche in genere a vantaggio
Di alcuni a svantaggio delle altre
Siccome ovunque in questo nostro paese per fortuna si richiede di tornare alla capacità della pubblica amministrazione
Di valorizzare competenze tecniche e professionali e siccome al tempo stesso la politica specifica cooperazione qui da tutti è stato richiesto che la parte che riguarda e la politica italiana che cooperazione con i paesi in via di sviluppo aiuto pubblico allo sviluppo deve avere obiettivi su sui propri specifici sia pure coordinati con altri queste due cose mi fanno dire che ci vogliono strumenti più specifici
Di quelli che avevamo immaginato con la legge quarantanove è un dibattito da non fare a cuor leggero da fare alla fine di tutte queste considerazioni altrimenti si fondi batte di bue ingegneria istituzionale e l'agenzia può funzionare perfettamente anche peggio di quanto abbia funzionato
A direzione generale cooperazione lo sviluppo però oggi il tema è anche questo insieme grida Eric anche quello degli strumenti
E tra gli strumenti considerare che o rovente azione non significa certo questa ho detto
Trasferimento ad un ulteriore struttura della Comunità europea di tutta la cooperazione anche se qualcosa la comunità europea
L'esempio sull'emergenza può cominciare a fare anche un'attività multilaterale
Però o i numeri d'azione della nostra cooperazione significa presenta all'Arci strumenti e ci mettono in grado e dialogare con gli altri Paesi i quali hanno prevalentemente strumenti specifici pur avendo politiche poi integrate di politica economica internazionale di politica
Estera solo agenzie di cooperazione abbiamo il dibattito su questo Knox vincolandolo da quelle altre questioni politiche di fondo e dalle questioni trasparenza e di coerenza e credo che forse potremo riprendere a a lavorare in modo proficuo sulle idee sulle proposte che il rapporto novantuno del CESPI Cia presentato grazie grazie Micucci e Claudio per Marcucci
Vertice
Io ho ho apprezzato molto
I risultati a cui è giunta alla ricerca del CESPI sulle pendenze della cooperazione italiana percorso nel novantuno ma rifugi loda la tentazione di addentrarmi in
Riflessioni di carattere più generale o politico che fin qui tra l'altro sono state già abbondantemente realizzate per attenermi opportunamente a quella parte di ricerca condotta sulle organizzazioni non governative italiane in quanto reputo che questo sia il mio compito precipuo in questa sede per mettere a fuoco un settore che finora è stato toccato solamente in maniera marginale
E perché esso abbia come nel rapporto stesso
Il risalto che invece merita esordisco con un plauso al tentativo complessivamente assai riuscito
In particolare nei confronti dell'autrice va negli anni che si è dimostrata acuta evitabile nello stenderlo
Questo si caratterizza come uno dei primi tentativi di studio di riflessione approfondita su una tematica emergente come quella della cooperazione non governativa che a dire il vero avrei desiderato fosse risultato più dall'autonoma volontà
Delle ONG italiane piuttosto che di guardarsi allo specchio piuttosto che
Da una sollecitazione esterna sia pure
Da molti di noi accorta con favore
L'indagine che pure su un campione limitato a mio avviso offre uno spaccato alquanto completo che devo offrire alle ONG italiana e ai suoi interlocutori seri motivi di critica e di ripensamento
Ma l'operazione non governativa viene
Assolta nel complessivamente nel giudizio che emerge dalla ricerca del CESPI anzi
Qualcosa di più che tanto
Si rilevano il vero in maniera esplicito tra le eliche elementi di critica quali la dispersione geografica la mette lamentazione degli sforzi con conseguente scarsa incisività dell'operato dell'ONG ma che rimangono pur tuttavia giudizi marginali in relazione ad un bilancio della nostra azione complessivamente positivo
Ma mi piaci rifuggire da qualsiasi sorta di autocompiacimento e proprio da tali limiti partire per la proposta anche controcorrente rispetto a tanti elogi in questa come in altre sedi come quella parlamentare non v'è dubbio che per sua natura l'ONG diciamo sia portata a rispondere alle più utenti che esigenze dello sviluppo del Sud del mondo per come viene configurata nella legge per la sua stessa storia non starò qui a farla
Portata in maniera innata al perseguimento degli interessi dei più deboli di indifesi e a coltivare finalità solidaristiche proprie dello sviluppo
Ma vorrei sottolineare che questo patrimonio di valori ed opere
Che si mantiene ricco e vivo nella gran parte dell'associazionismo italiano
Diciamo non può essere eterno non può essere eterno corre anche il rischio di corrompere sì se un'attenta azione riformatrice del legislatore
Un corretto ruolo dello Stato una vigilanza dell'intero associazionismo non governativo non vengono messe in campo a correggere distorsioni già fin troppo accentuate per non essere preoccupati di una loro positiva soluzione
Vorrei concentrare brevemente alcune riflessioni su due dei nodi tra i tanti che sono stati messi a fuoco dalla ricerca del CESPI
Il problema della proliferazione delle ONG italiane il problema della valutazione del loro operato
E parto da i dati con qualche approssimazione sulle unità
Si legge e già sappiamo abbondantemente che nello scorso lustro
Le ONG italiane sono esattamente raddoppiate sono passate da sessanta a centoventi ONG aventi idoneità e quindi diritto al finanziamento pubblico
Ora io ritengo che non si possa partire da una severissime autocritica della politica che l'ONG hanno operato in questo campo per poi arrivare a qualsivoglia proposta
Diciamo con molta franchezza che leone gi italiani hanno cavalcato la politica dei cento fiori della proliferazione nell'omissione di compensare attraverso la molteplicità dei soggetti sociali dei limiti di diversa natura voi professionali voi l'incidenza di potere contrattuale di farsi voce forte della società civile italiana nei confronti dei problemi dello sviluppo
Il COCIS che la Federazione laica dello Digitalia ne scrive ormai da diversi anni
Che tale crescita è stata provocata dalle maglie larghe di una legge Forsu troppo generosa più che da una tenti go moto sociale organizzativo verso le finalità della legge
E quindi come poter frenare chiedo io ieri oggi nuovi pesanti spinte a nuove idoneità e quindi nuovi finanziamenti pubblici di gruppi di interesse particolaristico
Che evidentemente sono assai presenti nel nostro campo se non partendo da un pubblico disconoscimento dei propri errori iniziali per poter gridare fortemente
La richiesta di inversione di tendenza vitali spinte richiedere la riforma del sistema di concessione i troppo facili idoneità
Ma si potrebbe obiettare facilmente
La classica difesa per garantire una continuità assistita di un certo status sociale ed economico da molti da molti ambito niente di più falso
Il finanziamento pubblico esige il massimo rigore per coloro come lo energiche se ne fanno gestori in vista di finalità di carattere generale e quindi non può essere concepita una qualsiasi formula form formula
Ipotesi di idoneità e di quindi di accesso al finanziamento pubblico senza la revoca delle stesse delle stesse concessioni
A questo punto devo leggi italiane sono preoccupate perché un iniziale tentativo della pubblica amministrazione di percorrere questo sentiero che si sta rivelando impervio vi è stato ma poi non è corrisposto a ciò un adeguato riconoscimento dei meriti temiamo fortemente che
Potranno alla stessa maniera non essere riconosciuti analogamente anche i demeriti cosa del tutto diseducativa
La proliferazione dell'italiano ha prodotto un innalzamento del livello di coscienza dei nostri cittadini finalità la quale siamo anche per definizione deputati
Se questo è avvenuto avvenuto per altre ragioni e lo è avvenuto ne sono sicuramente certo anche se in maniera non soddisfacente
Ne tale progresso proliferazione a prodotto una più incisiva iniziativa nel sud del mondo al contrario
Si è realizzata una dispersione delle iniziative sul territorio ed interventi a pioggia nel Sud d'altronde i margini ristretti
Mi riferisco un punto di vista economico in cui opera l'ONG italiane impediscono strategie di respiro internazionale se non sorrette da economia grande scala impossibili da realizzare con limitate risorse
Solo quindi un'inversione di queste tendenze dalla dispersione a processi di unità può garantire un ruolo dell'ONG italiana all'altezza delle sfide internazionali dello sviluppo e nel confronto con la dimensione europea delle ONG
Basti un breve flash gli amici italiani che pure sono portatrici
Di politiche internazionali di valori e di cultura italiana ebbene nella loro dispersione esistono si trovano a stretto contatto nella loro operatività nei paesi con ONG di altri paesi soprattutto nordici con ben altra tradizione vero da un lato ma con ben altre possibilità con altre caracca Paci tardi interloquire in maniera efficace e con credibilità
Che abbiamo rischiato di perdere veramente negli ultimi anni con i nostri partner del sud
E a questo punto però fatte tutte le autocritiche che si vogliono non si può
Non evidenziare il ruolo preminente della pubblica amministrazione nella responsabilità di tali fenomeni le idoneità quindi l'utilizzo del denaro pubblico sono state concesse all'italiana
Non voglio entrare in ulteriori dettagli il tempo non lo consente
E purtroppo non c'è alcun segnale chiaro qualche sintomatico ma non altro
Di un dialogo costruttivo volto a tessere insieme nella doverosa distinzione dei ruoli un quadro nuovo che tende a premiare percorsi innovativi e virtuosi verso forme nuove di unità che pure l'ONG italiana
E ormai matura ad affrontare sono questi
E questo il primo nodo che particolarmente Cicci Cicci ci soffoca e vorrei rispondere all'amico Bonalumi
Nel rispetto evidentemente di quella cultura che ritiene
Il fatto che un numero minore di volontari sia stato possibile trasferire nel Terzo Mondo negli ultimi anni che
Purtuttavia
Tale tale tale risultato non è semplicemente anche ma non solo dovuto alla alla alla alla ad un certo ad un certo alta certe maggiori difficoltà che le ONG italiane hanno avuto nella loro azione
Soprattutto nel biennio di crisi ma anche a obiettive tendenze che si stanno manifestando nel sud del mondo dove diciamocelo francamente sempre meno richiedono apporti del volontario classico italiano tecnici qualificati si ma evidentemente anche i partner del sud
Accettano o poco più come anche erroneamente si fece in Italia nello scorso decennio
Personale di scarsa qualificazione pur se animato dai più nobili ideali al contrario di quanto quindi auspicato e qui passa al secondo punto sto per chiudere la più assoluta assenza di valutazioni nell'operato nostro e più in generale dell'intera attività di cooperazione italiana da un lato mortifica quanto di positivo del certo la gran parte è stato sinora realizzato ma dall'altro introduce alla lunga in un corpo sano come quello della cooperazione non governativa ne sono convinto germi di una cultura subalterna
Di tipo assistenziale se non addirittura clientelare che andrebbero invece definitivamente estirpati dal nostro campo
Il fatto che il capitoletto sulla valutazione A pagina duecentotrentasei sia così scarno la dice lunga più che le generiche informazioni che le ONG hanno potuto fornire alla ricercatrice sulla difficoltà i diari ritardo anche delle ONG in questo campo d'altronde organizzare qualsivoglia sistema di valutazione comporta livelli di elaborazione che le ONG
Tra le più serie capaci illuminati stanno già affrontando ma soprattutto disponibilità di risorse che sono loro precluse dati gli attuali livelli di finanziamento
E per inciso le valutazioni poi non sono semplicemente quelle che si riferiscono ai circa le auto-valutazioni ma sono soprattutto il quelle fatte da coloro che non debbono essere valutati ovviamente
Di fatto mai danni la pubblica amministrazione non ha individuato per il soggetto MG degli interlocutori adeguatamente competenti che validi lo dobbiamo dire
Costanti nel tempo la moria dei responsabili dell'Ufficio maneggi e di circa un consigliere
D'ambasciata all'anno
E a queste carenze evidenziate sopra
Si è si è tentato malamente mi si permetta di supplire chiamando i rappresentanti delle onde
A togliere le castagne dal fuoco a voler essere generosi uso questo termine alla tessitura da parte de la pubblica amministrazione di un consenso evidentemente difficile da gestire in assenza di regole e con tale velocità di interlocutori
O piuttosto si sono chiamati questi rappresentanti a a si sono attratti su un terreno di tipo consociativo in cui l'ONG sono cadute e continuano a cadere
In una sorta di mercatino dei finanziamenti
Noi io rivendicherà e un ruolo riformatore della pubblica amministrazione che aiuti in un processo di maturazione anziché difficoltà lo come in questi casi e sviene sto chiudendo l'esempio dei programmi promossi di quest'anno ne è un triste caso voglio solo dire che non posso che concordare con liberale Costa quando quando fa l'interrogazione per per per richiamare ad un rispetto di criteri di metodo quando in molti casi purtroppo certi programmi anche ogni G. quest'anno non sono stati sono stati portati all'approvazione del Comitato de la commissione G. consultiva ma in molti casi senza né as neanche essere aperti
Eppure ministro De Michelis nel sottolineare un ruolo cardine e le ONG nella cooperazione italiana ci prometteva anche adeguati studi Ray conoscenza approfondita valutazioni proprio per valorizzare al meglio il nostro operato tutto ciò non è successo
Comprendiamo anche in parte le ragioni auspichiamo che questo possa avvenire nella prossima false
Venga allora in tanta approssimazione il modello europeo donazioni globali a chi più si distingue su basi di criteri certi e verificabili
E e che alle che premi più meritevoli meritevoli e possono alleviare la pubblica amministrazione da estenuanti trattative valutazione ex-ante che poi rimangono lettera morta ma piuttosto possano far concentrare le risorse umane qualifichi la per essere illimitate vanno usate in senso ottimale in una valutazione ex post
Quindi vorremmo chiamare la pubblica amministrazione dalle affermazioni positive alla gestione di un rapporto nuovo come cita il rapporto e di una situazione difficile come quello attuale del nostro Paese non valgono certo difese edulcorata e credo di non averle fatte
Tanto meno corporative di questa come di altre categorie sociali piuttosto una seria riflessione dei propri limiti ma proprio partendo da questi io voglio rivendicare appieno la profonda validità
Del ruolo e della funzione finora esercitate dalle coniugi italiani e che meritano
Più ampi spazi
In quanto hanno sinora indubbiamente nobilitato la cooperazione tra grazie per dar voce a parola Oscar
Un poco d'ufficio a intervenire in questo dibattito non essendo un addetto ai lavori avrei preferito per la verità limitarmi ad ascoltare a prendere appunti il motivo per cui non mi sono cancellato
Perché penso che un contributo lo posso dare ed è quello del rapporto tra queste politiche e l'opinione pubblica italiana
Queste politiche per vivere hanno bisogno di sostegno e il sostegno non può semplicemente essere limitato
A una coalizione di governo o ai partiti politici in senso o atto
Perché la premessa da cui noi dobbiamo partire
Quella della valutazione di un mondo che è radicalmente cambiato
E i due cambiamenti fondamentali che influenzano questo tipo di attività sono da una parte la fine della guerra fredda e dall'altra la crisi del sistema politico italiano
La prima costatazione è di evidente interesse perché offre delle nuove opportunità
Cioè sottrae la cooperazione al ricatto della ragion di Stato di blocco che caratterizzava la fase storica precedente
Ogni intervento veniva valutato per i suoi effetti
Non si non politici nel senso alto del termine diritti umani sviluppo della democrazia modernizzazione eccetera
Ma per gli effetti che aveva sugli equilibri di potere est-ovest cioè il rapporto nord-sud era distorto e strumentalizzato da dal rapporto diciamo di scontro connivenza che era tipico tra i due blocchi
E così com'è oggi esiste la possibilità di un nuovo ruolo delle Nazioni Unite dal punto di vista della prevenzione dei conflitti la politica di sicurezza e così via perché questo organismo non è più paralizzato da un sistema di veti incrociati
Noi possiamo costatare non vorrei eccedere in ottimismo che un oggetto tipo di condizionamento che aggravato negativamente sulla politica dello sviluppo della cooperazione è venuto meno ma l'aspetto su cui mi volevo soffermare invece l'altro che ho enunciato cioè quello della crisi del sistema politico italiano
Il mio vecchio amico Bonalumi ci conosciamo da tantissimo tempo ma posto un problema molto serio cioè quella della legittimazione della cooperazione e noi dobbiamo sapere se vogliamo essere realistici questa discussione dobbiamo sapere che partiamo
Non dall'anno zero due ma da una gara me delegittimazione
Della cooperazione così come è stata portata avanti dal nostro paese che è strettamente legata alla legge delegittimazione dei sistemi partitici del del sì del sistema politico del nostro paese quindi la prima condizione per ottenere un sostegno che vada al di là così del teatrino tradizionale della politica che stabilisca quindi un rapporto con i cittadini
E quello di essere chiari sul passato
Fassino quando ha dato Arcuri giudizi a questi proposito non è che lei li ha dati per il gusto di essere scortese
Ma perché per rendere in esame concretamente quelle che sono state alcune esperienze le più negative poi ce ne sono evidentemente altre di più positive è necessario i cespi ci fornisce con questo con questo libro e con questo rapporto una splendida occasione per riflettere sul presente e sul futuro avendo anche presente il passato cioè l'esperienza del della Somalia
E dell'Etiopia e troppo recente perché possa essere passata semplicemente in cavalleria
E il mix che è stato effettuato rispetto all'intervento di questi Paesi
E troppo significativo rispetto agli errori che più non devono essere commessi perché non ci si faccia una una seria riflessione perché il problema non è soltanto quello
Non è soltanto di un problema di corruzione
A tutti e due gli estremi ti questo di questo rapporto
C'è anche stato un problema di velleitarismo politico di concezione sostanzialmente anacronistica è arretrata del rapporto sarà interesse nazionale e cooperazione
Io credo che noi siamo d'accordo su questa è è una questione se vogliamo se questa discussione dell'alternativa tra interessi intravvede nazionale cooperazione può diventa una disputa puramente puramente terminologica io credo che le finalità generali
Di cooperazione sono nell'interesse del nostro Paese oltre che il paesi del Nord insomma non sto a dire tutte le cose giuste che rischiano di essere di diventare banali se sono ripetute
Ma l'idea invece come fossimo così nel Danubio degli anni Venti
Piuttosto piuttosto che in qualche situazione africana che ancora risente della politica coloniale
Di utilizzare strumenti di cooperazione per avere un tornaconto politico per fare delle scelte di politica interna che poi si ribellano
Oltre che contrario accusa quei principi ormai internazionalmente accettati anche di corto respiro politico è la strada che noi dobbiamo assolutamente evitare
Quindi
Da questo punto di vista io dopo una valutazione do una polo trazione positiva
Del mutamento delle priorità geografiche a hanno quest'aspetto certamente che l'abbandono
L'abbandono di una certa area di intervento
Ma deve essere chiaro che questa cosa ha un senso dopo perché questi Paesi non siano bisognosi li abbiamo lasciati più bisognosi di quanto non vi abbiamo otto Rovatti
Ma perché questo forse può significare un mutamento di Indirizzo
Anche se è un'altra precisazione che credo vada fatta
Che non possiamo accettare
Una impostazione di sostegno ai Paesi dell'Est Europa che sottragga risorse come abbiamo visto limitatissime alla cooperazione del sud tra io credo che l'impegno per quanto riguarda l'Est Europa sia assolutamente doveroso ma sia in qualche modo faccio una battuta espressione di una politica interna che l'Europa deve fare
Noi dobbiamo considerare questi Paesi come parte del territorio europeo rispetto a cui noi abbiamo tutte quelle responsabilità di sostegno e di sviluppo
Che abbiamo nei confronti dei territori degli attuali degli attuali membri
Della ce
Che però è altra cosa Rispetto
Rispetto alle esigenze che nascono dal rapporto dal rapporto nord sud
Quindi io vorrei vorrei invitare il mio amico Borra lumi ad una certa cautela quando liquida come esterofilia l'attenzione a alcune normative di organismi internazionali di cui noi facciamo parte e il mancato rispetto di queste normative da parte del governo italiano non sono gli Estero fidi
Sì
Sì no ma così così così come io e credo tu non condividi
Un atteggiamento faccio un esempio che non c'entra no sulla questione morale siamo tutti colpevoli e quindi siamo tutti assolti
Dobbiamo stare attenti a non trasferire questo tipo di logica dal punto di vista dei rapporti dei rapporti internazionali
Anche perché nelle avviano violazioni di queste non mer normative ci sono delle ponderazione di sia quantitative che qualitative
Allora non se l'è inventato nessuna esterofilo
Che il Governo italiano ha record assoluto della violazione delle norme ce no per poi fare un altro esempio così come non si è in vent'nessun'insisterò filo si è inventato il fatto che la politica della cooperazione nella sua parte più pregnante e politicamente più significativa rappresenta a se non il record assoluto compete per il record assoluto nella violazione di questi principi e di queste normative internazionali
Se non vogliamo essere reticenti queste cose le dobbiamo dire per trarne anche una conseguenza di ordine pratico
Io credo che nella divisione delle risorse noi dobbiamo rivalorizzare la partecipazione italiana
A forme multilaterali di cooperazione e questo è estremamente importante
Lo è importante per le risorse che abbiamo stanziato per la Jugoslavia dove non si capisce situazione diversa no ma esiste un alloggio un'analogia dove noi diamo pochissimo all'Alto commissariato per i rifugiati pretendiamo di gestire improprio le nostre risorse
Poi facendone o cattivo uso oppure addirittura non essendo capaci di spenderne magari per paura di farne cattivo uso allora io dico nel frattempo siccome i problemi esistono
Puntiamo maggiormente sui rapporti di carattere multilaterale anche se questo magari dispiace perché bisogna rinunciare a qualche tornaconto politico è anche economico
Di carattere di carattere immediato l'ultima battuta che vorrei fare
Hanno già parlato molto bene Micucci Fassino per quanto riguarda gli strumenti e su questo veramente vorrei sento di avere ancora molte cose da imparare
Vorrei però che si valorizzasse maggiormente l'esperienza il patrimonio morale ideale politico e anche tecnico delle migliaia di persone delle migliaia di italiani che disinteressatamente attraverso mari Progetti
Meritevoli e magari scarsamente finanziati si sono impegnati nei paesi del sud del mondo e della Kouloud cui capacità anche tecnica abbiamo urgente bisogno
Grazie Migone noi vogliamo adesso dovrà per concludere dai per due brevi repliche
La parola dai due curatori prima però ha chiesto di parlare per un breve intervento il professor Mario Toscano
Dell'università di Pisa dove coordina del resto un dottorato di ricerca sulla sociologia dello sviluppo
Prego
Brevissimo intervento per intanto esprimere il più vivo apprezzamento per il lavoro che è stato compiuto dal cespi non soltanto in questa occasione e devo dire che in questa occasione sarà sottoposta all'attenzione degli studenti delle dottorato di ricerca in Sociologia dello sviluppo all'Università di Pisa duramente
L'apprezzamento anche per questo prodotto viene dalle brevi relazioni che abbiamo ascoltato questa mattina
Oltre questa testimonianza mi sia consentito di esprimere una voce
Per così dire rilievi mente dissonanti
Perché e oggi noi abbiamo parlato della cooperazione bene io credo che la cooperazione sia profondamente attraversata da una categoria che in quella della separazione
La separazione che insiste intanto Piero tra i sorgenti della cooperazione e anche tra i sorgenti della cooperazione ridire appunto
Tra coloro i quali operano nei termini della cooperazione con altri popoli altre situazioni in questo caso sono gli oggetti della nostra attenzione e nello stesso tempo separazione tra i soggetti che lavorano in questo campo dico questo perché nella possibilità di comunicazione non è un caso che ho prendervi la parola sono grato al presidente di questa riunione odierna
Non è un caso che l'università centri e non c'entri in queste problematiche in realtà noi sappiamo che vi sono una molteplicità di iniziative non soltanto ed ero nel campo esterno all'università ma anche all'interno dell'università
Fosse necessario superare questo tipo di separazioni perché
Io ho sempre pensato e naturalmente lavoriamo su questi temi che l'oggetto di comune interesse ossia lo sviluppo sia un oggetto sì contraddizione lo sviluppo e una contraddizione una serie di contraddizioni
E lavoriamo appunto in e questa direzione per approfondire la nozione dello sviluppo quanto più approfondiamo questa nozione tanto più si elevano davanti ai nostri occhi gli contenuti tragici
Dello sviluppo
Veramente singolare questa è una contraddizione che annoto veramente singolare sapere che altrove già sono state preparate e sono state sviluppate pelle soluzioni ai enormi problemi che questa nozione comporta
E qui vorrei appunto esprimere una provocazione che obbedisce a un po'ai miei dubbi
Io credo che sia forse
Importante prepararci ad una sorta di sospensione
Delle
Problematiche della della cooperazione una sospensione
Che deve obbedire alla necessità di tuberi riflettere ulteriormente per reali programmi bene orientali mi pare che siamo stati un po'lamentati dagli autorevoli interventi che si sono susseguiti questa mattina proprio questo fatto la mancanza di una politica la mancanza di un orientamento la mancanza di precise linee su cui operare noi abbiamo fosse dato una importanza particolare alla routine della prassi
Dello sviluppo abbiamo dato una rilevanza relativamente modesta al pensiero
Orientato sullo sviluppo naturalmente in questa sorta di messa tra parentesi per ora della questione del cooperazione
In questa se volete anche una epoche di tipo osservazionale vero mettere tra parentesi
è chiaro che noi dovremmo in un certo senso resistere alla pressione del politico mi pare che la pressione del politico sia particolarmente decisa in questo campo e ma ci porta anche a quelle conclusioni che sono state più volte evocate dagli autorevoli personaggi che sono intervenuti quest'oggi ossia la inefficace a dei risultati ossia dei fatti e la Candela ridondanza delle parole sulla questione e chiaro che resistere alla pressione del politico significa dilatare nel
Nostro
Campo la cultura dello sviluppo la chiamiamo così per non avere ancora oggi una terminologia più adeguata mi pare il senatore con la tunica aderito sviluppo sotto sviluppo eccetera
è vero che è un tema di grande ambiguità un tema che concerne tutta la cultura del moderno ma io credo che proprio per la necessità di quella legittimazione che ci permetta di andare oltre lo zero ventitré zero venticinque per cento
Noi abbiamo bisogno di una più
Basta e più diffusa cultura dello sviluppo che permetta di superare quelle forme della separazione che di anzi ho citato noi oggi abbiamo fatto anche un'analisi del cattivo potere in realtà cattivo potere che attraversa un po'tutte le iniziative dello sviluppo
Io credo che ci sia un buon potere forse il buon potere illuminato
Dal pensiero e non voglio passare per un vetero idealista dal pensiero un pensiero orientato un pensiero che ci permetta quelle alleanze strategiche e che siano profondamente motivate
E vero dalla lettura più coerente e culturalmente appunto più efficace dell'oggetto al quale noi prestiamo la nostra attenzione
Questo senso noi stiamo lavorando a Pisa nell'ambito del dottorato in sociologia dello sviluppo e devo anche qui dire che nella categoria della separazione ognuno continua a lavorare un po'in solitudine e questa solitudine per essere colmata grazie
Grazie toscano allora brevemente dico credettero occupando al nuovo i nostri due curatori qui dalle cinque minuti ognuno perché altrimenti rischiamo di restare senza ascoltatori
Prego vestirsi ma siccome pare che son stati bravi Dinacci che rimane senz'ali anche adesso allora ma prima prima nella nella relazione nell'Anand tutti
No io vorrei riprendere solo due temi molto generali realtà che sono stati sollevati unito nelle cose particolari
E il primo riguarda la questione della ripartizione geografica del di quella che sta affermando di fatto nuova ripartizione geografica qualcuno ha detto in pale senatore chili fosse è una ripartizione congiunturale in cambiamento congiunturale devo confessare che anch'io questo sospetto nel senso che e in generale in Italia questo è esattamente uno dei problemi concambio del ministro degli Esteri cambia la ripartizione geografica c'è pare che non ci sia una una qualche di finita l'interesse dell'Italia
In quanto tale insomma che possa mantenesse nel tempo
A questo sospetto Nello stesso tempo devo dire che e la nuova ripartizione geografica cioè un maggiore accento sull'Est maggiore accento Suma di Terranera anche sorretta da una serie di motivazioni del tutto legittime credo anche e abbastanza convincenti io le critico per altri versi ma cannolo razionalità che quella di occuparsi delle aree diciamo più direttamente
Interessanti gli occhi occupanti se volete per la sicurezza di un paese come l'Italia ed una regione come quelle europea della stessa Comunità economica europea quindi delle are diciamo limitrofe che è un ragionamento
Che anche la sua sensatezza naturalmente
E quindi da questo punto di vista potrebbero rivelarsi meno congiunturali di quanto non potrebbe apparire e sono d'accordo però con una coda che notava consiglieri Spini dice che effettivamente anch'io trovo che non ci sia stato una grossa diversione vesto Leste dell'aiuto pubblico allo sviluppo in quanto tale non di altre forme di assistenza economica ma d'aiuto pubblico allo sviluppo in quanto che peraltro appunto è coperto da nata tipo di legge insomma che appunto non rientra in quelle lo notiamo in quella della cooperazione propriamente detto
E quello che Prodi preoccupate detto ciò e e non lo sottovaluterei lì profuse per rispondere Miconi è il caro amico nel Carlo in realtà dell'Africa subsahariana ma ma non perché l'Africa subsahariana perché l'Africa subsahariana è il sintomo del calo dei Paesi meno avanzati
C'è l'Africa subsahariana perché Paesi meno avanzati sono quasi tutti nell'Africa subsahariana insomma
No perché c'è qualcuno ce l'ha con la e queste è un problema molto grosso che se non è ci riporta al problema della specificità dello strumento cooperazione perché e nelle sue finalità
è ovvio c'è insomma Told anch'io che c'è un rapporto per forza con la politica estera per forza con la politica economica e sta politica commerciale altri podi così quello che a me preoccupa sul piano qualitativo e anche quantitativo naturalmente
E che io mi trovo di fronte a tediare del mondo in via di sviluppo
Che non solo vedono diminuire gli aiuti ma non è dono più una lira d'investimento straniero
E qui vedo non c'è c'è un calo parte Easton rivestimenti diretti e dei Paesi industrializzati nell'Africa into in genere i Paesi meno avanzati vedo diminuire livello d'integrazione commerciale ecco l'area OCSE non aumentarle allora
E questa preoccupazione che io ho rispetto a un contemporaneo calo anche dello strumento della cooperazione e in contrasto con quello che è avvenuto negli anni ottanta in cui la cooperazione aria un po'ha cercato diciamo di compensare il calo di altri tipo di flussi che l'ha dovuto in parte alla crisi del debito da altri tipi di fatto e quindi io uscirei un attimo da questo punto di vista dalla discussione modellato mistico modelle polisti con nessuno di noi in realtà la poneva la questione
Interviste evitarci stecca diciamo tra due modelli teorici come queste chiaro di nuovo ci troviamo di fronte a un mix per riportare l'attenzione su appunto le specificità è uno strumento per esempio
E questo riguarda anche la politica estera cioè quali sono le finalità di questo strumento cioè sull'agenda c'è la quest'ambiente o non c'è sull'agenda c'è la questione promozione del ruolo della donna nei paesi per sviluppo o non c'è
Sull'agenda c'è il problema immigrazione struttura demografica struttura dell'occupazione di questi Paesi o no
E ex queste solo nell'agenda di politica estera del nostro Paese queste classe sì allora la cooperazione di rispondere a queste cose
Se non ci sono c'è qua non ci sono secondo me via intermedia una questione di e queste sono tutt'altro che voglio dire altruistiche queste cose secondo me mi sembrano altri fortemente coi isteriche spesato dai flussi migratori all'ambiente più turistiche si così in qualche modo insomma e qui ed è anche un fattore di difficoltà a volte con paesi sviluppo proprio a ho preso qua anche poteva don affrontare questo tipo di più
Questo è il problema che vorrei porre debole proprio di specificità di questo tipo di strumento e l'altra questione la risposta senatore buona lunghi abbiamo vite consigliere Spinelli lo ringrazio molto di questo già confermato questa tendenza al calo molto preoccupante di cui fra l'altro tutti anche nel né punto il Presidente sviluppo in Africa modo particolare sono estremamente preoccupati come ovvio
Ecco io sono molto preoccupata del del calo ovviamente del quantitativo
Sottopelle caratteristica che sta assumendo però per risponda senatore Bonalumi sono anche molto preoccupata del problema della qualità questo tipo TTT di interventi perché c'è ed è vero un problema di consenso e legittimità e le Interna
Di questo tipo di politiche che questi ha risolto solo migliorando per la qualità dell'intervento e ma non è una lira in più se la qualità degli interventi non riuscirà a migliorare e quel mente a volte lo dico paradossalmente capitemi naturalmente non sono a favore di tagli ma Polo Salmezza uno strumento più piccolo poté quantitativamente ma meglio orientata o potrebbe portare dei risultati migliori di una ammontare episodi pazzesco una macchina che non è spendere perché poi non li spende perché lo scarto tra i due tra stanziamento erogazioni rimane altissimo quindi di per sé voglio dire l'aumento del delle stanziamenti può anche non voler dir niente voglio dire insomma questo
Ma
Grazie
Sì
E finì sulla sommità
Prima parte dicendo figlio anche sono d'accordo con m x non sia questa è una dichiarazione di principi che praticamente tutti condividiamo qua noi ci siamo messi un altro problema che è diverso
Cioè quelle quello che che che poi mi cui ci ha detto molto chiaramente e la realtà come ha funzionato e come è stato questo mi ora si tratta poi di fare un appello a favore della necessità di una combinazione ovviamente lo sottoscrivo perché sono completamente d'accordo con quello che guerrieri poi espressamente ha ha ha indicato
Quindi è il problema che si presentano in maniera molto concreta e per esempio quanto si fa e un una cooperazione con un Paese per esempio come l'Argentina no
Quello che in realtà assist si si vuole dire egli ha in termini propositivi sì noi arriviamo a questo e non solo che l'Italia si compra un pezzo delle telecomunicazioni argentini
Che quello va benissimo ENI io dico che va benissimo
Ma l'Argentina già molti altri problemi la responsabilità quindi di una politica di cooperazione e sì me lo permettete comprare tutto il pacco
Ci sono i poveri celle istituisce un peeling c'è il problema della democrazia ecco questi problemi e non è che si possono aveva
Farsi rappresentante ponte dell'Europa in quei confronti no altrimenti appare veramente comunale produzione dei club no dove un pezzettino
No di paese fisico si compra
No quindi queste per permettere un po'in termini bilaterali quando si collega questo con un problema di azione multilaterale non è vero che non creano limiti Juve dico semplicemente che l'utilizzazione degli strumenti dopo
Crediti a di aiuto o pezzi di articolo sette in funzioni de privatizzazioni oggi secondo le regole del consensus non è più possibile
Questo è queste urla una realtà certo si può pensare che nei prossimi due anni non succederà niente perché ci sono molti elementi che possono far e slittare i
L'applicazione dell'accordo consensus intorno all'OCSE ma questo è chiaro che non sarà più possibile
No quindi intanto quel tipo di strumento al di là che ci piaccia o no utilizzarlo non sarà più possibile quindi c'è bisogno di un raccordo molto più vasto e molto più articolato con gli altri strumenti
Lo stesso vale quando uno tenta di collegare la politica comunitaria con quell'italiana
Non è prevedibile nemmeno che la politica per comunitaria di oggi a domani passi
A a ai a a arrendere prioritari la cooperazione economica questa non è credibile la politica comunitaria continua RAI se soprattutto cooperazione allo sviluppo
Questo non sono scelte sia sono scelte che uno deve accettare a partire ricchi sono vincoli Paul Paul non accettarlo e e e il pulsare moltissimo il bilateralismo ma in termini europei
Certamente che crea dei vincoli molto precise no e quindi e e il e il senso o il pool temo ne avete proposta
Che uno dei vertici usare per rendere più realisti cui più possibile questo mix e anche e stabilire i vincoli che l'Unione europea propone e in particolare la comunità io per esempio in termini molto semplici e penso che una possibile alternativa che si sta discutendo a livello comunitario e vedere sì
Il multilaterali dei diversi Paesi membri
Viene di qualche maniera
Gestito a livello comunitario rimaneva tali che anche negli organismi internazionali non si presentino Paesi singoli ma la comunità europea si presenta e come tale e nel Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale
No questi per esempio sono e elementi proposte che sta che che Sisto no in questo momento su queste e che anche uno diciamo in questo caso l'Italia si deve pronunciare siete a corto non è d'accordo ma questi sono problemi de discussione attuali grazie
Ringrazio tutti gli intervenuti per a nome del CESPI per l'attenzione che hanno dato al nostro lavoro
Spero che sia un incoraggiamento per noi permette di affette all'impegno tutti preparare rapporto annuale sul tema della cooperazione allo sviluppo in questo caso se saremo capaci di essere Bettelli ai nostri progetti evitare appuntamento tra un anno con la speranza
Che possiamo constatare che i nostri dibattiti no restano soltanto parole
Porta a Comacchio
Grazie ancora