"Uscire dalla legislazione dell'emergenza"

Per problemi a ma legati al comizio precedente al partito radicale
Non siamo riusciti ad iniziare non prima delle nove ormai quasi le dieci
Come Federazione Romanì democrazia proletaria avevamo deciso di fare questi iniziativa non solamente perché vorremmo ricordare una data una data brutta della storia della sinistra italiana della sinistra romana
Ma soprattutto perché è importante
Usare questa giornata non pensando assolutamente al momento elettorale o o le prossime elezioni ma soprattutto per cominciare a capire e credo che anche la manifestazione che c'è stata oggi pomeriggio in cui anche democrazia proletaria
Ha partecipato aveva soprattutto il significato di riportare nelle piazze e nelle strade
Chi in questi anni ha continuato a combattere a combattere contro un sistema che continua oltre che a discriminare anche a creare le condizioni per cui molti compagni giovani o meno giovani
Hanno pagato spesse volte anche con la vita come è successo in pochi giorni fa con i soci primario Scrocca
Una sistema che dagli anni Settanta sette in poi viene avanti che sempre di più condizionerà la vita e le lotte dei proletari
Ma soprattutto anche del non essere riusciti ancora come sinistri in generale a confrontarci con quello che sono state le pesanti condizioni che le leggi speciali del del fine degli anni Settanta hanno imposto al movimento operaio prioritaria ai giovani
Perché in questa giornata noi vorremmo fare alcuni interventi
Politici di alcuni compagni di piedi alcuni compagni che sono vicini al PPI
Di alcuni compagni che in questi anni ho perché avvocati o perché alta hanno lavorato indifesa dei compagni arrestati oggi eravate in difesa dei diritti anche spesse volte di semplici diritti dei lavoratori
Successivamente agli interventi ci sarà uno spettacolo musicale di un gruppo musicale dell'Isola di Capoverde
Adesso do subito la parola sperando di riuscire a fare in quaranta minuti questi sei interventi al compagno Peppe mattina avvocato che credo che la maggior parte dei compagni qui presente in piazza conoscano
Ma compagni io sono in questa gelida serata di maggio sono alquanto imbarazzato sulle cose da dire
Cosa hanno significato dieci anni per me purtroppo hanno significato soprattutto processi difesa di di molti dei situazioni nelle quali compagni si sono trovati coinvolti con tutta l'evoluzione che c'è stata in campo politico in quella che un tempo si chiamava sinistra extraparlamentare e quindi di con l'obbligo di misurarmi quotidianamente con i problemi dell'emergenza delle leggi dell'emergenza dei pentiti di misurarmi con i momenti drammatici che ci sono stati che sono stati tanto per dire qualche nome Fabrizio c'è l'uso Pietro Bruno e oggi Mario Scrocca
E tutto questo
Secondo me però sempre all'insegna della di una prospettiva che consenta di raggiungere gli obiettivi o perlomeno di avvicinarci agli obiettivi che sono stati praticati variamente per quanto riguarda il caso il caso di oggi che è il caso di vario Scrocca credo che vada detta una cosa io ho letto tante cose sui giornali spesso cose che non rappresentavano quella che a mio avviso e la realtà
Che è sottesa dal caso di Mario Scrocca il caso e Mario Scrocca secondo me al di là del fatto drammatico umano e questo è fuori discussione
Emblematico per due dati uno per l'uso spregiudicati Simo che si fa da parte di dei magistrati delle dichiarazioni dei pentiti e e della facilità con la quale sì emettono i mandati di cattura perché si è chiaro che il giudice che ha emesso il mandato di cattura non era un giudice né peggiore né migliore di tanti altri
Ma è diventata oramai prassi costante e quindi questo è il dato di fatto che va sottolineato e il dato di fatto che non ci deve far domandare come ho letto spesso sui giornali era innocente ma allora era innocente o era colpevole
Il dato di fatto è che Mario Scrocca non doveva essere arrestato perché nessun indizio o perlomeno nessun indizio inteso in senso tecnico c'erano solo vaghe
E generiche dichiarazioni quelle vaghe e generiche dichiarazioni che hanno poi imposto al tribunale della libertà
Dopo come come sapete qualche giorno fa di annullare lo stesso i denti comandato
Di cattura
E messo nei confronti di altra persona imputata si è chiaro che il mandato di cattura la motivazione gli indizi erano gli stessi identici e sul mandato di cattura c'erano due nomi uno era quello di Mario Scrocca
Quindi dobbiamo dire per certo quello che avevamo che io avevo sempre detto e cioè che indizi non ce n'erano adesso anche per quello che può valere il sigillo il crisma di un tribunale
E l'altro dato importante in questo caso è che di carcere si muore le mie dichiarazioni o meglio la denuncia sporta dalla moglie di Mario Scrocca da Rossella
Ha destato grande scalpore gli agenti di custodia si sono dovuti di essere stati additati quali
Presunti autori di chissà che il che è assolutamente falso non so chi quale interessata fonte ha cercato di fare un polverone su quella che è una realtà drammatica
I dubbi che Mario Scrocca
Mario Scrocca è morto di morte violenta i dubbi
Che questa morte violenta fosse stata provocata da lui stesso o da altri c'erano tutti perché Mario Scrocca meno di trenta ore prima di essere trovato morto o perlomeno esanime perché esanime perché poi è stato soccorso
Portato all'ospedale
Aveva detto in mia presenza al giudice temo della mia incolumità e questo era quanto bastava per rendere doveroso da parte dei familiari
E di né difensore a questo punto non più divario Scrocca evidentemente ma dei familiari di lasciare aperto tutto il ventaglio delle ipotesi ma la cosa importante è che sia che Mario Scrocca come oramai sembra abbastanza assodato ma le indagini proseguono da parte del magistrato che se ne occupa dicevo sia che Mario Scrocca sia morto
De per essersi suicidato sia ipotesi inverosimile oramai ripeto sia morto altrimenti il dato di fatto e uno che in carcere si può anche morire quando si è in una situazione drammatica qual è quella dei primi giorni di carcerazione qual è quella dell'isolamento dell'isolamento questo avviene perché per carenze istituzionali perché il numero degli agenti che hanno protestato su questo insufficiente perché ci sono una serie di carenze che certo non è qui il caso di affrontare
E quindi ripeto credo che questo
Questa questo drammatici Simo episodio di Mario Scrocca di questo compagno di ventott'anni
Perfettamente sereno e tranquillo che aveva la sua famiglia i suoi interessi politici
E lì con e li portava avanti come li aveva sempre portati avanti ricordo che durante l'interrogatorio ha detto
Ma c'è chi si diverte andare allo stadio fanno benissimo e nessuno ha nulla da ridire io personalmente ritengo non non mi diverto ma ritengo opportuno e giusto
Fare politica ho sempre fatto politica da quando stavo a scuola a diciott'anni a diciassette anni la seguito a fare tutt'oggi quindi dicevo compagni e amici credo che tutti dobbiamo tenere presente questo caso dobbiamo tener presente questo caso perché da una parte per battere una volta per tutte queste maledette leggi dell'emergenza
E la pratica poi giudiziaria che queste leggi moltiplica per cento nella loro perfidia e dall'altra perché in carcere non si muoia
Sia che si muoia del per mano propria che per mano di altri grazie
Ringraziano compagno Peppe adesso diamo la parola compagno Paolo l'opzione chiede la lega comunista rivoluzionaria uno studente
Ma io come altri compagni qui in piazza
Eravamo presenti dieci anni fa al dodici maggio a quello che era successo anche se eravamo molto più giovani ovviamente amo degli studenti e viene vivevamo quel movimento di allora
Rispetto a
A dieci anni di distanza riflettere su quello che è stato su quello che tutt'oggi accade
Su quello che è passato sicuramente molte cose molte risposte
Non ci sono venute molte risposte ancora dobbiamo cercarle molte analisi probabilmente non sono andate andate troppo a fondo su questi dieci anni di storia
Ma c'è un un primo dato importante dieci anni fa
Come oggi Mario scocca in una condizione del tutto riversa venivano assassinati venivano assassinati compagni prima Francesco Lorusso a Bologna poi Giorgiana Masi qui a Roma
Un contesto del tutto diverso chiunque se lo può ricordare
E c'era un movimento studentesco era sull'onda di movimento studentesco che però cominciava e cominciava a sentirsi in modo palpabile una repressione una repressione violenta mai vista Melissa in questo Paese almeno per la generazione che usciva dopo il Sessantotto
In quel contesto
Non ci vuole poi molto tempo non passarono molti anni per rendersi conto che il vero obiettivo non era poi tanto
Quel movimento studentesco quegli studenti di allora ma era quello di far tornare indietro un'Italia un'Italia che era avanzato un intero Paese
Che che essi negli anni Settanta esso è fin sul finire degli anni Ottanta aveva creduto nella possibilità di poter cambiare
E allora è chiaro che
Che ne dobbiamo cercare di capire come mai queste accadute che cosa è cambiato dirlo per fino ad oggi
Quello che allora
Era chiaro
E che c'è stato un gioco un gioco molto molto semplice che si vedeva sotto gli occhi di tutti da una parte l'aggressione spudorata da parte degli degli apparati dello Stato violenta e nient'altro che se e nient'altro che cui sto dall'altra una sinistra sguarnite che davanti a un attacco che poi toccava e avrà e avrebbe toccato poi negli anni successivo tutti i lavoratori fin fin sull'inizio degli anni ottanta
Non non aveva alcun tipo di risposta
Gli apparati sindacali e capitolarono davanti a a queste leggi repressive il PC si faceva stato è una condizione estremamente estremamente diversa
Da quelle che erano state invece sul sull'inizio degli anni settanta le speranze che avevano portato ad avanza all'avanzata di sinistra le speranze di cambiamento
Noi viviamo oggi questa condizione strana di una speranza frustrata ormai la viviamo da tempo dobbiamo capire che non che due atteggiamenti su questi non sono più ammissibili sicuramente uno tollerare credere che gli anni settanta fossero soltanto quello che fossero soltanto quello che oggi si cerca di dipingere nelle aule di tribunali non erano queste erano qualcosa di molto meglio
E dall'altro bisogna cercare però di non far finta che non sia cambiato qualcosa perché qualcosa è cambiato ed è cambiata in peggio poco
Allora oggi ne dobbiamo capire cercare di di riprendere le nostre energie e cercare di di riprendere la nostra la nostra lotta partendo da un'esperienza totalmente diversa partendo però da questa memoria storica che gli altri cercano di cancellare che cercano di manipolare di ricostruire appunto nelle aule di tribunale
Noi rivendichiamo quella memoria storica la rivendichiamo come un pezzo delle lotte delle lotte che hanno scosse hanno fatto avanzare questo Paese
Però queste lotte si sono infrante contro qualcosa oggi a distanza di dieci anni
A tutt'oggi come nel caso di Mario scocca
Probabilmente rimarrà speriamo di no ma probabilmente rimarrà insoluto il caso di Giorgiana Masi rimasto insoluto il caso di Francesco Lorusso e molti altri
Davanti a questa situazione non dobbiamo dobbiamo capire che non possiamo che cercare di ricostruire alla base un'alternativa qualcosa di nuovo non possiamo che e che capire che nella nostra nelle nostre nuove condizioni in questi anni
Quello che noi dobbiamo cercare di fare per esempio noi studenti
Tutt'oggi cerchiamo di di FIAT l'acciaio è quella memoria storica di allora ecco e sappiamo quanto sia difficile
E che dobbiamo riprendere a lottare dobbiamo far sì che le otto che le lotte di oggi
Non solo ripulendo il passato ma imparino dal passato per poter ci può aiutare voglio stare in avanti in modo molto molto più consapevole ma anche in modo molto più positivo
Adesso diamo la parola al compagno Mauro palmate la rivista Antigone che è stato comitato sette aprile
Io credo compagni che la giornata di oggi
Oltre all'indubbio valore
Nel ricordo nella commemorazione nella rabbia
E l'episodio di dieci anni fa
E della nostra attualità degli episodi di questi giorni
Debba stimolare però anche una riflessione
E questa riflessione sta nel fatto che da almeno uno o due anni siamo stati bombardati da un messaggio pendente ad affermare che l'emergenza era finita
Che la legislazione d'emergenza era un problema passato che ormai si andava verso pacificazione ivi si andava verso una situazione del tutto risolto
Ecco credo che i due episodi così distanti tra loro ma così vicini nella loro drammaticità
Ci facciano vedere come le divergenze di dieci anni fa diete l'impunità di sparare le leggi di emergenza davano impunità davano e danno la possibilità di sparare
Le leggi d'emergenza attuale danno la possibilità di produrre morte attraverso la carcerazione di soggetti soltanto sulla base di labili testimonianze di pentiti
è un merger sa di allora emergenza di oggi il problema vero sta nel fatto che al di là delle affermazioni di uscita dall'emergenza noi siamo ancora collocati dentro quella logica che ha prodotto quella legislazione
Siamo collocati dentro l'emergenza come norme nessuna delle norme è stata cancellata nessuna delle norme eccezionali è stata abolita neppure quella che porta la firma e il nome dell'attuale presidente dalla Repubblica nessuna di quei decreti di quelle norme che hanno prodotto morti e disastri sono state abolite
E credo che oltre a essere presente nelle norme l'emergenza sia fortemente presente ancora nelle inchieste nelle prassi nella semplicità con cui si emettono i mandati di cattura
Nella drammaticità dei processi che ancora nella disattenzione generale
Beh vanno avanti e producono anni su anni di carcere soprattutto l'emergenza ancora fortemente presente la realtà carceraria
Che al di là delle campagne di stampa che ogni tanto tenta una presentare ce l'ha come risolta come ormai fortemente liberalizzata
E ancora una realtà in grado di produrre morte morte quasi sempre morale del soggetto incarcerato morte molto spesso anche fisica concreta drammatica
E allora penso che molti degli impegni che nelle prossime settimane ascolteremo molte delle realtà che e con cui ci misureremo in termini anche nelle prossime campagne elettorali che in campagna elettorale
Si misureranno anche sulla capacità di uscire da un problema che ha segnato una ferita così drammatiche in questo Paese e in cui va portato diciamo fortemente un principio va riportato fortemente un principio
Primo il principio del rito del ritorno ad una legalità che in questi anni è stata fortemente aggredita
Secondo il principio del ritorno dalla politica alle soluzioni politiche di quelle tra Masi drammatiche lacerazioni che nella politica erano nate e che non possono essere risolte
All'interno soltanto di una logica giuridica giudiziaria e poliziesca
Ecco penso che la capacità
Di impegni politici si misuri il suo problemi così forti così drammatici come quello del ripristino di una
Certezza di elementi di diritto e come quella di ripristino di una capacità di affrontare politicamente
Tutto ciò che politicamente si è prodotto anche drammaticamente in questi anni
Ringraziamo il compagno Mauro Palma studiamo la parola la compagna Loredana De Petris della segreteria nazionale democrazia proletaria
Ai compagni che mi hanno preceduto hanno tutti ricordato
Quella quel giorno di dieci anni fa
Molti di noi molti io stessa molti di questi che stanno oggi di nuovo in piazza
Erano
Molto molto più giovani
Di allora erano scesi in piazza sull'onda appunto di di quel movimento del del settantasette
E la morte di di Giorgiana Masi assegnato probabilmente per per molti di noi per la mia generazione per la generazione di molti di questi che oggi sono in piazza
Un un ricordo indelebile nella nella memoria un ricordo purtroppo che è stato rinnovato nella sua drammaticità in tutti in tutti questi anni
E non a caso oggi appunto ci siamo trovati prima di venire anche in in questa piazza questa manifestazione ad un'altra manifestazione ad un altro corteo per un'altra per un'altra morte
Una morte appunto figlia anch'essa voluta da quel clima
Che non è cominciato soltanto nel settantasette come compagni ricorderanno ma molto già già prima nel nel settantacinque un clima di emergenza
Che è atteso ad opporsi con con forza a quelle che erano le spinte del movimento a quelli che erano le lotte di massa
Degli anni degli anni settanta e ci ritroviamo in questo ottantasette
Non soltanto con la trama cita a la trama di Citati alcune delle morti in carcere che si susseguono in modo inesorabile ormai nel negli ultimi negli ultimi anni
Quasi ancora a testimoniare ancora una volta la forza della vendetta di uno stato che continua a mie tre vittime su su chi è aveva fatto parte di quei movimenti e succhi comunque in questa società è emarginato pensiamo per esempio alle morti di tossicodipendenti appena entrati in carcere che ci sono stati anche in questa città a Roma nel carcere
Di di Rebibbia o anche Regina Coeli negli ultimi negli ultimi anni
Ma ecco in oltre queste queste morti in carcere questa violenza del carcere proprio nel nell'ultimo anno stiamo consumando stiamo vedendo consumare l'ultimo atto
Di questa vendetta dello Stato l'ultimo atto quasi estremo di quella che è stata
L'emergenza di questi anni e vediamo appunto come pensiamo al processo di Milano si stanno adesso
Riscrivendo gli anni incredibili del incredibili per noi che l'abbiamo vissuti di lotte di passioni di speranze degli anni settanta e si stanno riscrivendo dando patenti di di violenza di gruppi violenti
Che si scontravano dà di loro tra di loro
Le idealità le speranze di quei giovani di quelli che erano scesi in piazza nel settantaquattro e nel settantacinque nel settantasei nel settantasette
Sono cancellate
E appiattite
Su un'etichetta di di pura violenza
E come se lo Stato stesse appunto consumando l'ultima vendetta contro quel movimento che si era sviluppato negli anni settanta
Per noi quindi è stato doveroso ricordare in questa manifestazione quella data del dodici maggio di dieci anni fa
Come è stato è doveroso appunto ricordare la morte
E chiedere giustizia anche per la morte di di Mario di Mario Scrocca di qualche giorno fa
è stato doveroso perché noi ci sentiamo
Ancora dentro quegli anni Settanta ci sentiamo come e la forza politica che vissuta che maturate anche attenti ha costruito
La possibilità anche di del del cambiamento
E la voglia della trasformazione in quegli anni settanta e stiamo quindi probabilmente oggi in piazza come siamo stati in tutti questi anni schierati in prima fila contro la l'emergenza contro la legislazione d'emergenza
Contro il carcere e l'assurdità drammatica del del carcere
Per ricordare e testimoniare e lavorare concretamente perché appunto
Quelle idee e quelle lotte quei sogni quelle speranze di trasformazione non siano cancellate non siano etichettate come qualcosa di di violento
Noi ci sentiamo come parte
Importante e fondamentale di quella sinistra di quella sinistra che è scesa in piazza
Negli anni Settanta che scese in piazza contro le strade la strage della tensione degli anni settanta che è scesa in piazza nel nel settantasette
E la nostra opposizione contro la legislazione d'emergenza non è stato un fatto in questi anni semplicemente da di di puro principio o o petizione
Ma è stato un un un impegno concreto un impegno concreto nel nel lavoro sulle carceri come è stato un impegno concreto
Contro la legislazione d'emergenza ed è questo io credo proprio ricordando Giorgiana Masi e e l'impegno verso l'ultima morte
Di Mario di Mario Scrocca e quello che probabilmente noi di DP appunto vogliamo dire questa sera
Grazie alla compagna Loredana
Adesso prima di dare la parola al compagno Franco Russo diamo la parola a compagna Rossella e la moglie divario Scrocca a cui va tutta la nostra solidarietà in questa drammatica momento
Innanzitutto io vorrei ringraziare per avermi dato la possibilità di dire quello che penso rispetto la morte di mio marito
A dieci anni dall'assassinio di Giorgiana Masi del quale responsabile fanno tutt'oggi impuniti ancora una volta purtroppo si deve denunciare l'assassinio di un altro compagno
La prima cosa che voglio smascherare con forza e la mistificazione la struttura che fa da fornita in questi giorni dalla stampa ufficiale sulla figura di Mario
Mario prima di tutto era un lavoratore era un comunista nessuno può infangare debutta e deturpare la sua storia che appartiene al movimento di classe alla sinistra di classe tutta Mario ha partecipato alle lotte degli studenti già dalla metà degli anni settanta e non si è fermato non ha cambiato vita come qualcuno ha detto
Ma ne ha continuato sul posto di lavoro ha continuato in tutti questi anni a dare il suo contributo allo sviluppo delle lotte dei lavoratori ecco perché Mario era prima di tutto un comunista
A più di dieci giorni dalla sua morte l'inchiesta sulle cause e sulle modalità della sua scomparsa resta aperta esistono infatti numerosi elementi oscuri che gravano pesantemente sulla vicenda dell'arresto della morte di Mario
E che dovremmo avere la capacità di far pesare sulle spalle della magistratura dei carabinieri della direzione del carcere di Regina Coeli e di quegli ambienti politici che hanno quanto meno favorito la morte di Mario
Intanto dovranno essere chiarite le motivazioni che hanno spinto i giudici Iamonte Catenacci ad emettere due mandati di cattura per turni Cilio quando dopo solo pochi giorni il tribunale della libertà le revocati per mancanza di elementi sufficienti valida sul giustificare questa operazione
Un'operazione di polizia si badi costruita sulle dichiarazioni di una pentita all'epoca appena quattordicenne su fatti risalenti a quasi dieci anni addietro esso assoluta assenza non dico di prove ma anche di soli indizi seri
In sé lo in secondo luogo si dovrà spiegare perché non sono stati portati tutti i possibili soccorsi per salvare Mario e ci dovranno spiegare ancora come mai si sarebbe impiccato con un asciugamano di piccole dimensioni in una cella realizzata in modo da evitare la possibilità all'impiccagione
Intendo affermare con forza che sommaria pesato una sentenza di morte ad emetterlo sono state le leggi speciali vecchia interessa salvaguardare rafforzarle
Sono stati l'arbitro lo strapotere di quei magistrati che sulla criminalizzazione la repressione della sinistra rivoluzionaria hanno costruito le loro fortune
Ad emettere le è stata la volontà precisa di un settore consistente delle forze politiche dominanti di rileggere in chiave poliziesca la storia degli anni settanta per giocarla conto il movimento di classe
Mario è stato ucciso dalla logica dell'emergenza che attenzione non è confinato da quell'insieme di misure legislative repressive prese nel corso dell'ultimo decennio da una pratica storia usano storica usata da sempre dalla giustizia di classe per colpire lavoratori il movimento i compagni
è necessario porre un freno alla politica dei blitz costruite pilotati in assenza completa di elementi di prova penalizzati con il solo scopo di indebolire il movimento di classe
Fermare l'uno generalizzato detentivi coinvolgerà ampi settori di lavoratori e compagni in questa battaglia affinché le morti da carcere come quella di Mario non si ripetano
Ringraziamo la compagna Rossella
Dava la parola compagnia franco russo per le conclusioni di questa iniziativa per la prima parte
Compagni democrazia proletaria
Ha deciso ben prima delle elezioni di ricordare il decennale di Giorgiana Masi
Una compagna anch'essa molto giovane diciannovenne una studentessa impegnata nel movimento femminista
Partecipe della raccolta delle firme per gli otto referendum indetto dal partito radicale acqua deriva tutta la nuova sinistra
Che era venuta a quel giorno in piazza quel dodici maggio mille novecentosettantasette
A manifestare a manifestare pacificamente
Quel giorno compagni come già è stato ricordata da un giorno altamente drammatico
Per la nostra città ma anche per il nostro Paese
Da settimane e settimane a Roma non si poteva più manifestare
C'era stato semplicemente una possibilità di rompere il divieto
Della questura del ministero degli Interni allora diretto da Cossiga solo per il primo maggio
E per settimane gli studenti la nuova sinistra qualsiasi associazione non poteva mettere piede al di fuori delle proprie caso delle proprie strutture quel giorno era tutta la nuova sinistra
Di allora scendere in piazza per rompere quel divieto per fare in modo che la morsa mortale in cui gli apparati dello Stato
E gruppi che avevano scelto anche la lotta armata stavano stringendo il movimento
E fu in questa situazione quando vennero usate al largo raggio le squadre speciali che trovò la morte Giorgiana Masi vennero feriti altri compagni venne picchiato un un giornalista un fotografo furono presi a calci compagnia dell'allora Democrazia proletaria che era allora solo un cartello elettorale Pinto il compagno Massimo Gorla
E gli studenti furono attaccati duramente fin quando alle venti o alle venti e quindici di quella sera Giorgiana Masi rimase a terra
Noi abbiamo oggi voluto ricordare Giorgiana Masi e purtroppo l'abbiamo voluta ricordare anche sulla spinta della morte di Mario di Mario Scrocca
E compagni però in quei giorni non c'è stata solo la morte di Giorgiana Masi ho detto che è stata una giornata drammatica per il Paese io così la voglio ricordare perché non certo il caso ha voluto che quel dodici maggio del mille novecentosettantasette
Mentre a Roma avvenivano per sette ore consecutivi degli scontri
Meglio degli assalti
Da parte della polizia
Anche in borghese
Mentre cioè la polizia veniva usata contro il movimento dei giovani perché non erano solo studenti è bene in quel dodici maggio compagni
C'era il Comitato centrale del Partito Comunista il quale era tutto preso da un libro osso problema come passare dal governo delle astensioni ad una maggioranza programmatica
Come farsi della democrazia cristiana legittimasse fino in fondo il ruolo del Partito comunista nell'aria di governo
Noi non stiamo guardando solo indietro noi non abbiamo voluto fare questa giornata che ci ha visto presenti alla manifestazione di oggi
A Trastevere
E stasera per dire o per ricordare al Partito Comunista quel che era ieri ma per dire che allora se è dimostrato fino in fondo la scelta statalista del Partito comunista quella stessa scelta che avrebbe portato gran parte non solo della reazione dello Stato della democrazia cristiana costituire il fronte della fermezza durante il sequestro di Aldo Moro ma allora il Partito Comunista scelto appunto di essere contro i movimenti e in quel giorno mentre appunto a Roma c'erano questi sconta il comitato centrale del Partito comunista con una relazione dell'allora capogruppo Alessandro Natta spiegava come bisognasse fermare la reazione
Non la reazione dello Stato quella che venne indicata come la reazione del movimento dei giovani del settantasette
E in quegli anni compagni settantasei settantasette non c'era solo lo scontro l'impatto la compressione la repressione del movimento dei giovani
C'era allora compagna anche delle scelte e le prime grandi scelte di attacco alla vita all'esistenza la condizione delle masse popolari perché fu il governo Andreotti nel settantasei e settantasette
A
Cancellare le festività
In maniera che gli operai potessero lavorare di più
E risale proprio al Governo Andreotti con le dell'astensione del Partito comunista il taglio sulla scala mobile
E cioè la cancellazione dei punti di scala mobile sulla liquidazione dei lavoratori
Quindi il settantasette fu un momento di reazione anti operaia che il Partito Comunista sposo in pieno per essere legittimata nella sua aspirazione ad entrare nell'aria
Di governo sulla compressione di un movimento giovanile che è la riscoperta la dimensione di massa
Fu l'attacco c'era la possibilità di sutura fra lotte operaie e nuova generazione
Giovanile studentesca ed allora questa lotta operaia questa generazione
Studentesca i giovani del settantasette che non erano solo all'università
Ebbero contro non solo il nemico tradizionale la Democrazia Cristiana il potere lo Stato ebbero contro anche la sinistra
In Italia nel settantasette si dimostrò la sinistra reale che cos'era
Certo anche i gruppi della nuova sinistra perché non possiamo nasconderci dietro un dito se vogliamo oggi parlar chiaro al Paese se vogliamo parlare oggi
Dicendo che vogliamo costruire noi un'alternativa di sinistra anche allora i gruppi erano piccoli settari si facevano la guerra l'un contro l'altro
E in un momento in cui nelle assemblee dell'Università bisognava combattere le prime avvisaglie del partito armato la chimera della lotta armata
Ecco allora perché il dodici maggio del settantasette è segnato nella nostra mente nella nostra memoria come la morte di Giorgiana Masi ma anche come la forte spinta il sacrificio
Gli ideali
Di una generazione che si era ripresentata sulla scena politica trovando contro disse
Un vastissimo schieramento e io compagni non voglio assolutamente annoiarvi a rileggervi i commenti i documenti che vennero fatti allora non vorrei ricordare come anche allora
Tentennante
Come lo è stato in quest'ultima crisi
L'allora ministro Cossiga non voleva neanche presentarsi in Parlamento a rispondere alle interrogazioni
Appunto perché tentennava però non tentennava nelle decisioni
Di attacco al movimento dei giovani non tentenna perché c'aveva ancora una volta dietro il grande partito quello che dovrebbe essere il grande difensore delle sorti del popolo italiano il Partito Comunista ecco compagni perché noi di Democrazia proletaria abbia voluto ricordarlo con forza questa giornata senza volerne fare assolutamente un momento di inizio dalla campagna elettorale vogliamo fare un momento di riflessione su che cosa sono stati quegli anni e che cosa è stato questo decennio e Mario Stroke anch'io vorrei dirvi qualcosa sul Mario Scrocca
Perché è vero io non ho conosciuto Mario la testimonianza di Rossella è stata molto metà così come è stata molto chiare bella la testimonianza dei suoi compagni di lavoro all'una all'assemblea dell'università
Però io di Mario Stracca posso dire testimoniare alcune cose intanto che cos'era la spora Giovanni ventitreesimo una scuola che aveva cominciato le sue lotte fin dal sessantotto e a Torre Spaccata nella zona sud di Roma
Dove per anni e anni i compagni dell'Augusto
I compagni del Botticelli del Francesco d'Assisi hanno fatto del loro
Le loro lotte
Dove i compagni poi del Calpurnio Fiamma della chiesetta occupata
Delle case occupate a Torre Spaccata dell'amaro hanno fatto le proprie battaglia dove c'è stata una riduzione sulle bollette dell'Acea un pezzo della lotta di classe qui a Roma
E allora sappiano i giudici catena cioè Ionta che Democrazia proletaria assumendocene con nome e cognome le responsabilità
Non consentirà che vengono criminalizzate quelle lotte così come l'abbiamo consentito che a Milano attraverso il processo Ramelli venissero criminalizzare le lotte antifasciste anti stragista
E non ci nascondiamo dietro un dito del movimento non ci nascondiamo dietro una foglia di fico diciamo che Democrazia proletaria
Quelle lotto della Roma sud e lei difenderà
Sappiamo benissimo che non solo errori
Ma avventurismo illusioni tentativi di verticalizzare come si diceva allora la lotta ci hanno visti contrari allora e ci vedono contrario oggi però ai giudici
Allo Stato io vorrei ricordare quel che ha detto alla madre
Di uno dei giovani fascisti uccisa Acca Larentia
Ha detto la madre di Stefano Recchioni no non ci siamo costituiti parte civile
E son parole che debbono farci riflettere
La madre di un giovane missino ha detto no non ci siamo costituiti parte civile perché anche la memoria deve saper comprendere quel che è successo la memoria non va usata solo per vendicarsi la memoria va usata anche per superare
E ci viene da una madre di un giovane fascista ucciso che ha avuto il figlio appunto ucciso da quel che dicono i giudici e da questa famoso Scorpion
Ma come mai questa classe politica questo potere non è in grado di comprendere di superare di dire un basta
Agli anni di piombo non per un colpo di spugna ma è per riaprire una possibilità d'una dinamica democratica al conflitto sociale
Per questo Democrazia proletaria nel ricordare quegli anni nel ricordare che nei giorni successivi al dodici maggio non fu solo la zona sud fu la scuola fermi alla zona nord e fu come oggi
Al circolo allora cinema Andrea Doria dove si riunivano i compagni come oggi ancora è sede di una lotta dei giovani
Furono i giorni in cui il movimento femminista sfido ancora una volta la polizia per poter portare i fiori
Sul cippo che venne immediatamente retto a Ponte Garibaldi per Giorgiana Masi sono pezzi appunto di una storia democratica di massa non dura storia da criminalizzare fu allora le componenti di sinistra che si batterono per impedire
Che il partito armato potesse aver l'egemonia su tutti gli strati del movimento ed è per questo che io avendo sentito oggi
L'amico Pannella
Dire che c'è qualcuno che s'è pentito e magari citava appunto la lettera
Di quel che lui chiama i compagni di prima linea
Quelli che oggi sostengono che l'unica democrazia e quella occidentale Democrazia proletaria si schierò allora contro la lotta armata per una ripresa sempre di una lotta di massa
Avendo come protagonisti le persone in carne e ossa nella loro individualità nella loro espressione di bisogni né a loro capacità di essere parte attiva e non divenisse schiacciati dagli apparati siano essi gli apparati dello Stato gli apparati della lotta armata
Ancora oggi democrazia proletaria non s'è pentita delle scelte che ha fatto e detto anche per le scelte fatte
Che Democrazia proletaria oggi può presentarsi in questo dodici maggio non perché ha le carte in regola ma perché è parte di un movimento democratica che vuole affermare la possibilità di trasformazione di questa società
Perché vede ancora oggi le possibilità di questa trasformazione non siamo pentiti
Se per pentiti si intende coloro che rinnegano i propri ideali seppe pentiti si intendono non coloro che riconoscono gli errori perché tanti errori ne abbiamo fatti
Anche noi ma coloro che disprezzando il proprio passato come se il presente potesse essere da un giorno all'altro senza radici come se la storia del movimento operaio non fosse attraversato da fratture da violenze da lotta da Uto critiche da momenti di innalzamento di superamento dei propri dei propri errori noi sappiamo della pochezza delle nostre forze ma sappiamo anche che in questi anni Democrazia proletaria nella battaglia contro l'emergenza contro le leggi speciali è stato dopo un punto di riferimento non da sola
Per fortuna non da sola per fortuna insieme ai compagni di Magistratura democratica insieme ai compagni del manifesto insieme ai compagni delle varie zone sud e nord della nostra città
Insieme in maniera differenziata abbiamo saputo mantenere aperta una linea abbiamo saputo mantenere aperta una strada non ci siamo mai rassegnati all'esistente
è per questo che oggi non abbiamo voluto rimettere insieme
Due morti due morti che ci pensano così come ci pensa alla morte di Margot Sanna un compagno anarchica anche esso morto suicida all'interno di Regina Coeli
E noi compagni ieri proprio perché non siamo degli ipocriti proprio perché abbiamo capito in tutti gli anni Settanta nelle lotte che abbiamo fatto è continuata fare negli anni ottanta
L'importanza di capire l'altro l'importanza
Di una lotta che posso avere per fortuna oggi un orizzonte che non sia la distruzione
Un conflitto quindi che possa svolgersi in tutta la sua ricchezza e forti di questa consapevolezza forte che va conquistata ed è per questo che vogliamo il socialismo c'è una società in cui la trasformazione non significhi lotta al nemico
Ieri una delegazione di Democrazia proletaria confidano Ventura
Loredana siamo andati a Regina Coeli
A dire agli agenti di custodia le cose che Peppe mattina c'ha detto qui perché ebbero gli agenti di custodia sono ritenuti offesi calunniati di quel che la stampa ha detto
Di quel che la stampa ha riferito
Perché è giusto è nostro diritto sapere come Mario è morto ma come morto
Marcos Ana come morta Pasqualina fissai a Rebibbia vogliamo sapere non per vendicarci vogliamo sapere non per criminalizzare vogliamo sapere non per mettere alla gogna perché lo sappiamo lo sforzo la difficoltà
Le condizioni disastrose in cui gli agenti di custodia lavorano a Regina Coeli ma anche abbiamo voluto dire agli agenti Regina Coeli certo comprendiamo il vostro
O lavoro la la durezza con cui svolge dei nostri compiti e a volte anche
La sagacia e sicuramente sempre l'umanità la comprensione dirle della situazione del cacciato soprattutto in un carcere come Regina Coeli e però dobbiamo dire delle cose quando il direttore del calcio non ha voluto incontrare Giuliano Ventura che andava portato lì non per dire Prodi fissi presenta con più e più compagni ma perché agivano venture al Comune di Roma e dal Comune di Roma di Rende dipendano le USL e quando noi ci siamo risentiti dire per l'ennesima volta a Regina Coeli che la USL e non fa niente per coloro che sono i portatori di AIDS all'interno delle carceri non fa niente per i tossicodipendente
Io ho potuto dire al direttore ecco perché sta doveva star di Giuliano Ventura tu che hai voluto applicare con rigore il termine regolarmente non confrontarti con Ventura perché il nostro compagne non solo lui potrebbe farsi interprete al comune di queste esigenze
E però voi operatori carcerari
Dovete ben comprendere di che cosa è fatta oggi la popolazione carceraria perché nel carcere compagni da quando hanno chiuso in manicomio o per lo meno o ritengono di averli chiusi perché hanno creato altri diritti ebbene tutti disagiati mentali coloro che magari per un oltraggio
Vengono sbattuti in prima in questura e poi in galera finiscono a Regina Coeli e i tossicodipendenti per piccoli reati finiscono a Regina Coeli e Regina Coeli però ci sono solo nove Psicologi
E quattro educatori
Nove psicologia cinquanta ore al mese di di lavoro e bene ma se gli operatori carcerari se voi agenti di custodia se tu direttore non ti mobilitino parli con la città
E non ti muovi insieme a quelle forze che il carcere la vogliono superare Regina Coeli rimarrà sempre lì eppure è stato aperto un altro carcere dicendo che doveva essere chiuso quello della di della lunga
Ecco compagni perché Democrazia proletaria
Nel ringraziarvi della vostra partecipazione alla manifestazione di oggi a questa iniziativa di stasera mantiene fermi i suoi impegni di una trasformazione democratica delle struttura partirà delle strutture
Toni della nostra presenza delle nostre delle nostre lotte questa giornata vuole essere un ricordo dei nostri compagni morti vuole essere anche un ricordo di chi ha perso la vita
Come i due giovani missini H Larentia
Non facendo però e non cancellando l'uso che è stato fatto dei fascisti da parte dello Stato non cancellando la durezza di quegli anni non cancellando il fatto che alla violenza fummo chiamati Fumo destinati e speriamo di non esserlo più perché non è questa la nostra la nostra volontà
Perché vogliamo superare quel che Brecht diceva della lotta comunista non volemmo Ester violenti eppure fumo costretti noi non vogliamo più essere costretti ad esercitare violenza ma vogliamo avere gli spazi per la trasformazione perché altrimenti la nostra volontà non per è una nostra scelta soggettiva
Non perché vogliamo pervicacemente ostinatamente come spesso si dice dei compagni democrazia proletaria continuerà a lottare ma perché vediamo intorno a noi non il solo di un nuovo Rinascimento ma oppressione miseria povertà sfruttamento e individualismo
Per quanto Craxi abbia raccontato il contrario noi non vogliamo usare violenza contro nessuno vogliamo solo lavorare collettivamente manifestare tutta la nostra volontà di solidarietà
Con gli oppressi e insieme a loro trasformare ma certo se questo potere se quest'aspetto partitocratico questi spazi non c'è l'idea noi continueremo la nostra battaglia avendo sempre come punto di riferimento il protagonismo degli oppressi la democrazia dei vinti perché sappiamo che solo lista all'umanità
Come ha dimostrato la vita
Di Mario Scrocca che non era un nostro compagno militante ma che ha dimostrato di non essere come ha detto un tuo compagno di lavoro un borghese piccolo piccolo che a ventott'anni è morto ma che in tutta la sua vita ha lottato non solo perché ma perché ha ritenuto che attraverso la lotta potesse esserci un destino di riscatto
Questa parola riscatto che ha una vecchia nobile parola del movimento operaio di cui Democrazia proletaria pastiera
Di farne parte perché son questi ideali che ancora ci spingono questi ideali che non sono solo dietro le nostre spalle purtroppo sono i valori che ci possono consentire di affrontare con forza con coraggio le morti che c'hanno segnato ma anche lanciare come è venuto a fare qui stasera Rossella
Una speranza una speranza che questo assetto di potere non vuole più da
Ringrazio i compagni che sono intervenuti adesso speriamo in un quarto d'ora venti minuti vuole riuscire a costruire qui sul palco il gruppo dell'Isola di Capoverde che per il Circolo letta suonerà grazie