"Il problema della guerra e le vie della pace" Norberto Bobbio, 1979 - Congresso della Società Italiana di Filosofia del Diritto

Rendere in modo che
Quando iniziamo fra tre quattro minuti
Non ci sia un afflusso rumoroso
C'è una spiegazione
Cosa
Secondo me questo
No
Chiedo
No
Stiamo
Saranno israeliano
Torniamo
Discorsi formali
Ma
Non ricordo
Allora appena
Allora
Possiamo iniziare
La nostra seduta
Desidero innanzitutto a nome mio personale
E della Società italiana di Filosofia del Diritto
Esprimere la gratitudine
All'università
Statale
Di Milano qui rappresentata dal protettore che ci ospita
A Enzo Ferrari oltre che come amico
E collega
Come preside della facoltà di giurisprudenza
Di Milano
Alle istituzioni che hanno collaborato e reso possibile
Questo congresso vale a dire la fondazione Courmayeur e il Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale
è una felice occasione questa a parte l'argomento
Per incontrarci nuovamente la nostra società tiene un congresso ordinario
Ogni due anni
Ha ripreso in maniera espressa
Citando
Parole di Bobbio una sua opera
Il tema della guerra e delle vie della pace
è un tema evidentemente Complesso
Sul quale attendiamo
Punti di vista
Illustrazioni
Chiavi di comprensione
Da parte dei relatori
Innanzitutto dai relatori di questa mattina vale a dire il professor Mario gli ori
E il professor Fausto Pocar Presidente del Tribunale penale internazionale dell'Aja per la ex Jugoslavia
Dell'università di me l'hanno anche se siamo credo noi tutti consapevoli che purtroppo non dipende nella filosofi del diritto nei dai giuristi né dalla gli accademici in senso lato poi trovare effettivamente queste vie della pace un contributo però di chiarimento
E di comprensione di queste realtà
Temo connaturate
Almeno in un certo senso all'uomo è necessario e utile
E per questo la Società italiana di filosofia del diritto ne ha fatto oggetto di questo congresso
Io cercherò di far seguire l'orario previsto per la seduta di questa mattina
Quindi in linea di massima dovremmo verso le tredici concludere questa riunione per gli adempimenti successivi e tra l'altro il trasferimento a Courmayeur
Con il che dopo senz'altro la parola
Al prorettore dell'Università di ma di Milano che il nostro ospite nel senso di Anfitrione che nuovamente ringrazio grazie Caro Presidente e grazie a tutti voi innanzitutto per aver scelto la la nostra sede come sede del vostro congresso della Società italiana di diretto io devo porta rappresento ovviamente rettore il quale a Roma oggi purtroppo potrà pure a Roma nel senso che non non è un'affermazione leghista voglio dire e a Roma per per Monti perché con la la Conferenza dei rettori impegni più pressanti del mondo accademico ben conosce urgono in in questi momenti e quindi non poteva non essere presente
Vi ringrazio di aver scelto Milano vi ringrazio di aver sentito la nostra la nostra sede non vi rubo assolutamente tempo per assoluta in capi incapacità personale di intervenire sull'argomento perché già il titolo francamente mi mi lascia proprio profondamente tremebondo io non sono laureato in agraria le lascio immaginare
La mia competenza in materia quindi è semplicemente un un benvenuto un saluto se mi consentite questo invece fuori da protocollo al professor Pocar che in questa carica mi ha preceduto
Qualche anno fa ad Acqui mi lega una simpatia personale che credo ricambiata
Un saluto naturalmente
Ai colleghi al preside della facoltà al professore gli ori col quale fino a poco momento pochi minuti fa stavamo contendendo ci spazi in queste delle attività che contraddistingue il consiglio di amministrazione dell'università
Tra gli ospiti presenti invece mi corre l'obbligo di ringraziare e salutare il presidente la Corte d'Appello Grecchi che qui con voi oggi
E poi basta non vi rubo più neanche un secondo vi auguro soltanto dei proficui lavori un ottimo svolgimento dalla vostra già mezza giornata milanese
Molte grazie dò la parola l'ambasciatore Renato Ruggiero che non c'è
Da spesso e quindi pannelli esige presidente diciamo moltissimo portare
Quale ambasciatore Ruggiero appunto impossibilitato a partecipare
Visto che è già numerosi numerosi impegni aggiunto quello di consigliere della presidenza del consiglio per la Costituzione europea
Mi ha pregato di leggere il saluto che lui stesso avrebbe pronunciato se avesse potuto essere
Il tema di questo congresso di filosofia del diritto il problema della guerra e le vie della pace che simbolicamente riprende il titolo di un famoso libro di Norberto Bobbio apparso nel mille novecentosettantanove recentemente ripubblicato ci si pone oggi dinanzi con particolare e drammatico urgenza ma soprattutto in forme nuove rispetto alla storia degli ultimi tre secoli che pure sono stati funestata e da un gran numero di guerre Hitachi critici tentativi
I tecnici critici tentativi purtroppo raramente riusciti eredità ad assetti pacifici stabili dei rapporti internazionali intesi come relazione fra Stati sovrani regolate dal diritto internazionale moderno la cosiddetta globalizzazione questione centrale nel dibattito economico politico e sociologico degli ultimi due decenni ha messo in crisi precisamente questo quadro storico e concettuale sostituendo alla tradizionale logica internazionale
Una logica come si suol dire transnazionale irrispettosa delle frontiere statali e dello stesso principio di sovranità
Come le comunicazioni che avvengono oggi in tempo reale vincendo ogni artificiale ostacolo
Così anche le grandi sfide che tradizionalmente si situano alla radice dell'alternativa tra guerra e pace coinvolgono l'umanità tutta sempre più senza barriere geopolitiche
Così avviene con la povertà che sembra piuttosto crescere che diminuire con la fame e le malattie che ne sono il riflesso più grave con la carenza di acqua dolce che rischia di diffondersi e di diventare cronica con la crisi ecologica con il deficit energetico e corrispondentemente con i movimenti e i fenomeni sociali
Di diversa natura che da queste sfide scaturiscono o traggono occasione anche la battaglia per il riconoscimento normativo e per l'effettivo rispetto di diritti umani la richiesta di istruzione generalizzata le rivendicazioni etico religiose e quelle etnico identitarie
Le migrazioni massiccia e inarrestabile dei Paesi poveri ai Paesi ricchi la pressione crescente per un nuovo ordine economico mondiale i conflitti il commercio di armi il terrorismo
Le guerre dunque tutto ciò che sia esso positivo negativo sia esso il diritto la sua negazione avviene su una scala transnazionale disconoscendo i confini ai quali siamo a pezzi
Le guerre sono globalizzate non nel senso della simultanea partecipazione un conflitto armato delle più grandi potenze terrestri schierati in campi avversi e chiaramente definiti come accade nelle due guerre mondiali del secolo ventesimo
Ma piuttosto nel se nel senso del simultaneo coinvolgimento diretto o indiretto potenziale se non attuale di tutti i popoli della terra in eventi bellici
Dovunque insorti indipendentemente dalle scelte dei rispettivi Stati i governi
L'erosione dei confini nazionali e la dimensione appunto sconfinata delle cause economiche politiche sociali che possono ingenerare conflitti armati
E degli effetti che ne derivano Cipro peggio in una realtà in cui le parti avverse compaiono in modo sfumato e confuso sempre più con penetrante l'una nell'altra
La distinzione fra amico e nemico per non dire la definizione stessa di amico e di nemico e oggi fonte di incertezza
Non vi è più l'identificazione tra contendenti e territorialità fra le parti belligeranti e gli stati o le nazioni la guerra preventiva argomento di viva discussioni etico politica non viene teorizzate condotta esclusivamente contro quello Stato da cui si teme posso provenire un pericolo imminente
Ma contro l'avversario che se può così una mente coincidere con un Paese precisamente individuato e chiamato collettivamente a rispondere delle scelte di un governo può anche quindi è mossa contro un avversario indistinto invisibile che copre più territori partecipa di più governi vive stabilmente la vita di chi lo contrasta e minaccia non solo questa vita ma anche quella dei propri simili e dei propri stessi amici
Non solo il terrorismo internazionale ma sotto vari aspetti anche la così detta guerra al terrorismo operano in questo spazio indeterminato con queste caratteristiche e questi affetti
In tal modo mentre si incaponisce sempre più l'idea statuale che è la struttura portante del diritto internazionale degli ultimi secoli e più specificamente dell'ordine internazionale uscito dal secondo conflitto mondiale
Nasce e si rafforza l'idea di un mondo che nello stesso tempo globalizzate frammentato un mondiali ISMU a macchina colori incerte cangiante che si scompongono e ricompongono seguendo logiche ora unificante ora diversi ficcanti
Lo constatiamo con chiarezza anche nel mercato economico che è globale per definizione ma nei quali in realtà coesistono e si contrappongono interessi economici settoriali che Regione a Lizzano o bilaterali Zano gli scambi sfuggendo alla comune regolamentazioni giuridica
Creando da sé il proprio diritto un diritto mutevole costruite i distrutto a misura delle contingenze del singolo settore o della singola relazione
Molti ritengono che l'invocazione kantiana della pace perpetua non sia mai stato utopica come in questo momento storico
L'estensione del contratto sociale dallo Stato nazione all'Arena delle relazioni internazionali pare a molti improponibile
In certo senso lo è perché nella società odierna in perpetuo movimento e difficile concepire una struttura politico universale dotata del potere sovrano di statuire e applicare il diritto e al tempo stesso democratica
Una struttura in breve che riflette i principi ideologici del giusto così divismo statalistico dell'Ottocento liberale
I molti era il multilateralismo non solo politico ma anche etico e giuridico e nelle cose di oggi come dimostra la grave difficoltà incontrata dalle politico unitario unilaterali improntate all'idea del pensiero unico
Eppure una volta rifiutato l'unilateralismo l'obiettivo dell'umanità del ventunesimo secolo non può essere quello opposto della massima e incontrollabile frammentazione
Dobbiamo costruire urgentemente strutture politiche transnazionali capaci di mediare governare i conflitti tenendo conto della tendenza dei conflitti stessi delle loro cause
Ed egli ora Effetti a sfuggire come già detto all'artificiale rigidità dei confini
L'esempio della costruzione europea e ancora oggi il più significativo per individuare la strada da percorrere
La sua riuscita sin qui malgrado le crisi ricorrenti e dipesa dalla capacità della classe politica dei Paesi europei di dar vita istituzioni comuni sopranazionali come quelle previste dai trattati da ultimo la moneta unica e la banca centrale
Istituzione che operano cioè sulla base di una delega delle sovranità nazionali condivise
è questo il quadro strutturale che ha salvato l'Europa delle guerre garantendole se non la kantiana pace perpetua perlomeno sessant'anni di pace il più lungo periodo delle guerre nella storia senza guerre nella storia europea
Appositi la positività del modello della costruzione europea appare in luce più chiara se osserviamo per contrapposizione il modello delle Nazioni Unite
Il cui programma per il terzo millennio non ha avuto né purtroppo avrà successo precisamente a causa della sua perdurante logiche Inter statuale che intergovernativa ed è questo aggiungo il grave pericolo che oggi corre la stessa costruzione europea che va sperimentando un pericoloso ritorno alla politica interna intergovernativa dovuto non solo al prevalere di uno di quei momenti centrifughe che appaiono ciclicamente da quando nacque la comunità quasi cinquant'anni or sono
Ma anche allo smarrimento del significato dell'unità europea presso alcune élite politica degli stessi paesi dell'Europa occidentale e probabilmente anche all'allargamento a Paesi in cui il ritorno alla democrazia dopo la lunga parentesi totalitaria
Si è confuso con la rinascita del nazionalismo ed esaltazione di specifiche identità etniche linguistiche culturali religiose
Gli ostacoli incontrati nel processo di ratifica della Costituzione europea sono un indice evidente di questa preoccupante stato di cose
è dunque fondamentale nel tempo attuale non tanto costruire e perfezionare le tradizionali istituzioni nazionali e internazionali quanto piuttosto riprendere con forza in Europa
Indicare ad altre aree del mondo che non significa normalmente naturalmente esportare né tanto meno forzare
Il modello della delega delle sovranità nazionali condivise cioè del Governo Comune di problemi che eccedono la capacità di intervento dei singoli Paesi
Inficiano la legittimazione delle rispettive classi politiche e diventano terreno fertile di scontri e di conflitti in un mondo che con una classica espressione sociologica possiamo descrivere se nulla cambia come sempre più a nomi come il congresso della Società italiana di più Sofia del diritto che si apre oggi in questo tenero e proseguirà nei prossimi due giorni a Courmayeur
Affronterà questi temi con l'intervento non solo di numerosi e qualificati studiosi di questa disciplina che su di esse riflette da secoli ma anche di specialisti di discipline affini politologi i filosofi della politica economisti sociologi
Sono convinto che dal conflitto che dal confronto fra tante voci usciranno approfondimenti stimoli e proposte
Il quale Presidente della Fondazione Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale che ha patrocinato e organizzato questo importante evento insieme l'Università di Milano e alla Fondazione Courmayeur che ringrazio entrante auguro a tutti i congressisti buon lavoro
Ringrazio nuovamente
Il rappresentante vicepresidente chi
Del Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale certo la parola ad Enzo Ferrari nella sua veste di presi dalla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Milano
Bene
Altro caserme
Aperto si senta bene cari amici e colleghi io sono lieto e onorato di portare di il saluto della facoltà di giurisprudenza che terrà nove giorni ancora o la Ventura e l'onore di rappresentare quale presi
E porta anche il saluto dell'Istituto di Filosofia Sociologia del diritto
A nome di tutti i colleghi delle diverse generazioni io sono diventato ormai più anziano e nel ricordo degli studiosi che più meritatamente di media avrebbero oggi ha colto qui Renato Treves Uberto Scarpelli Vincenzo Tomei
I filosofi del diritto si ritrovano a Milano dopo molti anni con una conferenza di tanta ampiezza
Dobbiamo risalire nientemeno che al mille novecentosessantasette
Quando nell'aula magna qui accanto è di inizio con una relazione del mio amatissimo maestro Treves il congresso della internazionale Fiorani con più presto zaffiro Sufi
Che fu organizzato come quello odierno del Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale al cui vertice era loro un altro indimenticato amico Adolfo Beria di Argentine
Anche allora il congresso si mosse verso altre più amena sede Gardone Riviera
Io al suo termine con l'assistenza di Mario Lozano quale segretario fu eletto presidente della ITR Alessandro passa Randone tre e traccio con questo nome una linea ideale con quel lontano e felice avvenimento se pensiamo che il nostro congresso proseguirà Courmayeur
Grazie al munifico invito della omonima fondazione presieduta dal nipote di Alessandro Ludovico passando al tre
Che ringrazio vivamente
L'ideale ricongiungimento naturalmente non finisce qui
Dopo quasi quarant'anni vi sono qui io vi saranno a Courmayeur alcuni amici che anche allora parteciparono e che saluto con affetto e con un certo grado di commozione
Erano come chi vi parla i giovani di allora alcuni come Mario Cattaneo di cui abbiamo oggi una bella relazione neo vincitore di concorso
Altri prossimi vincitori altri ancora come il caro amico Reliance Díaz che ci onora della sua presenza che abbiamo appena insignito della onore della laurea honoris causa di questa facoltà ancora afflitti da problemi di ostracismo e di persecuzione
Non è meno forte legame ideale che ci unisce oggi a coloro che non sono qui per anni o per salute rivolgo un affettuoso pensiero a Sergio Cotta che fu nostro Presidente per molti anni
O che purtroppo ci hanno lasciato nel corso di questo lungo il tratto di strada permettetemi di ricordare a costoro solo collettivamente perché la lista in me sarebbe lunga e fonte di mestizia
Un riferimento esplicito però si impone come ovvio ed è quello di Norberto Bobbio il cui nome accompagna col titolo di una delle sue numerose opere il tema di questo congresso
Il problema della guerra e le vie della pace
Perché questo titolo non è difficile immaginarlo ne parlammo per la prima volta a Catania nel due mila e quattro quando eravamo già nel pieno di quei conflitti armati che hanno funestato l'alba del terzo millennio
E di cui si osa si usa collocare l'inizio con qualche approssimazione giacché la scelta delle date non Everts Frei all'undici settembre due mila e uno
L'Afghanistan e l'Iraq erano già campi di battaglia e non erano come noto gli unici
Ora a distanza di due anni dal Congresso catanese la situazione è tale che possiamo dire non certo per compiacerci e ne
Che nessun tema congressuale è stato purtroppo tanto coincidente con la realtà quotidiana quasi che la nostra non fosse un'associazione culturale che si riunisce ogni biennio
Ma un partito politico un giornale quotidiano impegnati a discutere dell'oggi e ad assumere decisioni immediate
Non è così naturalmente l'urgenza del quotidiano non fu nemmeno del tutto decisiva nella scelta del tema
Per quanto mi riguarda l'argomento più rilevante fu piuttosto la constatazione che il destino si stava Burlando ancora una volta dell'umanità facendo dell'umorismo macabro
Non erano trascorsi che pochi anni da quando caduto il muro di Berlino e ricordo ancora durante un convegno in Polonia in una freddissima sera la testimonianza commossa di colleghi che vi avevano assistito
Tra cui onorò Neil ricorda una filosofa britannica di rango
Non era però non era passato ancora molto tempo per le strade italiane si leggeva un manifesto credo fosse di un partito dell'estrema sinistra che diceva è scoppiata la pace
O da quando i grandi della terra nella reggia di Versailles l'avevano solenni Zagato con un grande banchetto la fine del dopoguerra e con essa simultaneamente la fine della guerra fredda
Stavamo ancora celebrando la pace ed eravamo già coinvolte nella tragedia somala nei massacri in Ruanda nell'invasione del chiudete nella catastrofe jugoslava
Come potevano tacere i filosofi e i filosofi del diritto in specie di questa brutale replica della storia per usare una frase che abbiamo diritto proprio da Bormio
Che cosa avevamo sbagliato di che cosa non c'eravamo a corte per abbandonarsi a tanto ottimismo
Su quali movimenti sociali avevamo chiuso gli occhi quali stanze erano state escluse dall'agenda politica dei moderiamo governanti quali ragioni avevamo ignorato e su quali torti eravamo passati come sopra con indifferenza
Da qui parve allora scaturiva la necessità l'urgenza di approfondire la riflessione tornando su un argomento che ha occupato le menti più elette della filosofia sin dall'antichità e che investe in modo particolare il mondo del diritto
La guerra infatti negazione rottura di un ordine normativo e pressione violenta per la sua sostituzione con un altro ordine normativo
Imposto da altri con regole simili oppure del tutto diverso per natura valori e stili della vita sociale come spesso avviene nella storia umana
In fondo è una riedizione della caduta di Costantinopoli quella che ci fa balenare davanti la voce più radicale del fondamentalismo islamico
Siamo coscienti di ciò che è cambiato il densissimo saluto dell'ambasciatore Ruggiero lo dice con chiarezza e del resto si tratta del nocciolo di discussioni giuridico politiche in corso da anni
La nostra organizzazione mondiale per non dire mentale ruota attorno ai principio persiani e Graziani
Il nostro ius belli a Capaci se quello che si ispira ai principi di sovranità e reciprocità Frente che detengono il monopolio del diritto
Fra Stati che creano diritto e nel migliore dei casi è sempre un perfettamente e spesso fintamente si sottopongono al diritto che creano questo panorama che si suo far coincidere storicamente con la pace di Westfalia con un'altra approssimazione storica e in discussione da molti anni
Ma mentre se ne discute nei congressi quella logica perdura tuttavia viene continuamente sfidata da fenomeni naturali sociali e culturali che la negano appunto come si nega un ordine normativo attraverso la guerra
Fenomeni transnazionali come si usa dire le cui regole soffocano quelle statali e internazionali e semmai vengono a loro volta sfidate le regole settoriali
Che nascono dalle comunità dalle culture dalle religioni dall'impresa dalle concrezioni di interessi fino all'azione delle organizzazioni criminali che tengono in mano molto spesso
La tenacia della pace e della guerra
Prego le che serpeggiano infiltrandosi nei territori e contribuendo a renderne impercettibili confini
Del resto tanto artificiali in molti casi da risultare essi stessi dei formidabili produttori di conflitti per le loro capacità non solo di escludere di dividere ma anche di racchiudere forzosamente popoli gruppi che vorrebbero essere divisi
Se questo è il quadro che si è venuta delineando negli ultimi anni o meglio decenni nella lontana intervista che gli feci nel mille novecentosettantanove Dahrendorf mi diceva che lo Stato nazionale fatto al fatto il suo tempo e che è l'ultima delle organizzazioni in fatto di utilità
E già nel mille novecentosessantacinque Uberto Scarpelli diceva che il mondo di domani o di domani l'altro non sarà più il mondo degli Stati
Se questo è il quadro dicevo dovremmo impegnarci a dico a comprenderne ingegnarsi di comprenderne più profondamente gli aspetti che impegno dei filosofi da molte prospettive
La fattuale innanzitutto perché nessuna riflessione può prescindere da un grado di conoscenza empirica
Pur dando per scontato che ognuno rappresenta la fattualità attraverso le lenti della costruzione sociale e per fattuale intendo la conoscenza di un numero di variabili sufficiente a dare un minimo di affidabilità alle nostre prospettive non meno importante della prospettiva fattuale quella etica
Che ci chiama oggi in causa prepotentemente nel dibattito di di cui nessuno vent'anni fa avrebbe potuto prevedere la rinascita informe tanto dementi fra assolutismo assolutismi e relativismo
Uso il plurale per gli assolutismi
Perché le visioni del mondo che hanno pretesa di verità e di esclusività sono tante e fra loro essenzialmente avverse anche se capaci contingentemente di allearsi
Il relativismo invece uno solo perché è un'attitudine scettica di fronte ogni verità proclamata con parole umane e soprattutto sospetto autocritico che le proprie opinioni potrebbero essere confutate da migliori opinioni autori
E riunisce quindi nella comune propensione per il dubbio persone di diversa opinione non entro in questo dibattito anche se la mia provenienza accademica dall'autore di spirito critico e spirito dogmatico cito ancora Treves può rivelare il mio punto di vista che è appunto quello del dubbio
Mi limito a dire che proprio in questi giorni stiamo assistendo con qualche preoccupazione alle possibili conseguenze di quella che in inglese possiamo definire col titolo di un libro americano di qualche anno fa un cachet Orazio prezzo
Ricordo sommessamente che fra assolutismi non è possibile o quanto meno è più difficile il negoziato
E poi la prospettiva dei diritti e del diritto dobbiamo rassegnarci a un sistema transnazionale di diritti fondamentali privo di un'autorità giudiziaria dotata di universale legittimazione che ne curi il bilanciamento il rispetto
Potremo dire più facilmente di fronte a sistemi normativi che si intersecano si combattono in uno spazio territoriale indefinito
Frutto di una moltitudine di fonti simultaneamente all'opera richiamate orda l'uno dall'altro attore sociale o non dobbiamo piuttosto cercare di inaugurare una stagione neo illuministica che dia certezze quanto meno procedurali
E invece se fosse vero il contrario se il mondo quello me quel ma quanto meno il mondo che più conta convergenza effettivamente come sempre ci dice Lawrence Freedman verso un modello unico dettato dalla globalizzazione economica e culturale
Non dovremmo pur sempre cercare illuministica mente nell'efficacia dei diritti fondamentali il temperamento dell'auctoritas Orsi Ana
E infine del problema dello spazio fisico naturale se la geografia politica cui siamo avvezzi andate in frantumi rendiamoci conto che la geografia fisica ci opprime ci avvolge che rischia di soffocare ci non soltanto le risorse naturali più essenziali penso all'acqua dolce avete guardato da un aereo come sono ridotti i ghiacciai alpini se questi le risorse rischiano di esaurirsi
No non solo le risorse rischiano di esaurirsi ma proprio lo spazio complessivo del nostro pianeta di fronte alla velocità dei processi all'incontra stabilità delle esigenze primarie si sta riducendo effettivamente alle dimensioni di quell'aiuola di cui parla il poeta
E non c'è bisogno di essere mal Tusian e per indovinare che il tasso di conflittualità cresce quando gli spazi sono più stretti e le risorse sono più scarsa
Questi altri non meno importanti temi che affronteremo nel nostro congresso iniziando fin da ora con due relazioni di grande interesse
Io li confesso non ho preparato nessuna relazione un po'per la mia veste di organizzatore assieme preziosi amici del centro di prevenzione e difesa sociale
Un po'per gli impegni locali e nazionali legati alla carica di prese d'ormai quasi scaduto
Forse non è casuale forse ancora un problema di umorismo della sorte di ironia della sorte che io concluda il mandato di preside cogliendo a Milano in Filosofia del diritto che mi avessero vicepresidente una settimana prima e nello stesso luogo
Catania in cui assunsi la presidenza della nostra Conferenza nazionale due anni fa
Forse proprio segno del destino che mi suggerisce ora di impegnarmi più a fondo nella riflessione su temi caldi e appassionanti come questi nei prossimi anni soprattutto col vostro aiuto grazie e buon lavoro
Caro Enzo ti ringrazio
Della bellissima introduzione
Ti prego però come relativista non lasciarti andare adesso al fatalismo imbocca un po'meno il destino per favore sono relativista quanto temi forse di più grazie
Con questi gossip
Con questo poiché mi sembra che il presidente
Della giunta regionale Della Valle d'Aosta non sia presente
Posso solo possiamo passare alle due relazioni introduttive in senso proprio a quello del professor Mario Jorio e poi a quella del professor Fausto Pocar cercando di rispettare i tempi che ci siamo dati
Grazie
Il il tema che mi è stato chiesto di trattare non è un argomento su cui abbia mai né scritto né studiato quindi farò solo del mio meglio
Il mio senso di inadeguatezza aumentato naturalmente anche dall'invito a muovermi nello spirito di Norberto Bobbio
Però
Il tema stesso è un tema terribile come dice Bona nate in uno dei suoi libri di una nuda e sovrastante immensità
Chiunque non si rendano senta questo credo che sia inadatto a cominciare a trattare il tema della guerra non è solo la contemplazione della guerra ma quello della storia che fa questo affetto
Ci troviamo di fronte un brulichio di esseri umani notti e in gran parte ignoti come tutti noi destinati a morire in pace o in guerra indifferentemente
Leggiamo di grandezze atrocità strettamente legati tra di loro tutto questo cita la forte impressione che l'uomo non conti niente salvo che non venga impegnato in qualche cosa e di più grandi di lui e perché non una guerra
Dall'altra parte
Quindi io volevo
Cominciare più poco analiticamente più con un'immagine che con delle parole l'immagine che mi viene in mente quella di un'immensa colonna traiana
Una spirale di atrocità e di sofferenze che sale verso il nulla qualche volta in splendido marmo
A tutto questo che ci dà la sensazione di schiacciarsi possiamo contrapporre una morale un diritto che attribuiscono valore a ogni singolo un essere umano
Le parole della Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America sono le più belle che ci siano e dicono
Riteniamo che queste verità siano auto evidenti che tutti gli uomini siano creati uguali
Che siano stati dotati dal loro Creatore di ideali e nasce il teen alienabili diritti e che tra questi siano la ditta la libertà e la ricerca della felicità
Parole di questo genere ispirate da queste parole si trovano ora nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo sono però le splendide ma appunto sono parole spesso trascurate la realtà della storia continua ostinatamente a ignorarle così ci muoviamo in un cerchio tra speranza e pessimismo vorrei ricordarvi che Bobbio è sempre stato un pessimista su queste cose per esempio
Naturalmente nessuno si aspetterà che faccio una relazione a livello di Bobbio massaggio del nostro maestro mette almeno un po'qualche punto fermo per me a un tema vertiginoso egli trattava condotta da filosofo del diritto
Il dei rapporti tra la guerra e il diritto e farà così anch'io
Naturalmente questo sarà il punto d'arrivo delle mie elucubrazioni un po'vacillanti anche il pessimismo di Bobbio come ho detto mi sembra purtroppo giustificato non ci sono soluzioni ottimali al problema della guerra
Ciascuna a dei costi e dei rischi immensi comunque bisognerà che arrivi a dire qualcosa del diritto della guerra e che del resto non punto centrale forse dall'approccio moderno la guerra alla pace
Anch'io parlerò quasi sempre della guerra come fa come osservava Bobbio perché dal punto di vista teorico Guerra e pace non sono due termini equivalenti il problema è la guerra quello di cui parliamo è la guerra alla pace e quello che resta dopo aver risolto il problema dalla guerra
Sui discorsi della guerra
Se la guerra terrificante il panorama dei discorsi e delle teorizzazioni di sulla guerra non è confortante
La guerra talmente spaventosa che molti sembrano ritenerne Cesario per opinioni nette certe le cose te
Come ho detto non si pre a quel tema non si presta bene
Le diverse opinioni vengono spesso costrette in uno schema binario e per di più nella discussione sulla guerra è molto frequente il disprezzo e la condanna delle opinioni diverse dalla dalla propria anatemi non solo sulle risposte ma persino sulle domande un esempio tipico è quello della problema della guerra giusta il tentativo di capire la guerra senza sembra diventare anche su un'impresa di guerra
Con due fronti contrapposti da una pace il pensiero dei criminali bellicosi degli amici tema Tamerlano dall'altra dell'imbecille imbelli
E come se lo studioso fosse spinto dalla crudeltà della guerra a compiere una sorta di sacrificio cruento dell'intelletto quasi a compensare le incertezze al senso di impotenza che questo tema non può mancare di suscitare
L'angoscia che idee venne intenzionate prove Cano proprio cane conseguenze disastrose
Si può capire se questa è l'atteggiamento degli accademici qual è la ferocia delle discussioni tra i movimenti politici
E i movimenti di opinione quanto i belligeranti naturalmente le idee fanno parte della guerra e quindi dobbiamo aspettarci che siano ferocemente esposte
Da parte mia come ho detto non credo di avere risposte in bianco e nero ma una serie di mi trovo davanti una miriade di problemi sia di fatto che di valore tra loro interconnessi
Deve di infinita complessità e difficile da comporre in un quadro unitario
Naturalmente la complessità ittica essi moltiplica perché non abbiamo solo la nostra cultura ma varie culture che ciascuna con etiche spesso incompatibili
Di un'unica cosa mi sentirei di dire di essere certo che nessuno è in grado di prevedere il futuro questa è una illusione totale e il fatto che il futuro non può essere previsto dovrebbe ha perlomeno suggerire la prudenza nella avanzare opinioni previsioni soprattutto ricette
Non sto consigliando il cinismo ma dicendo che è rischioso confondere i nostri desideri con i fatti
Quindi mi chiedo e propongo di fornire un con un contributo critico analitico minimo ovviamente
Credo che sia mio dovere parlare della guerra cercando di distinguere i fatti dei valori e che nessuno di voi mi ringrazierà ebbe se vi producesse adesso indigeribile minestrone di valori fatti timori e speranze ipotesi pregiudizi
Con tutto ciò in questi argomenti non credo neanche nelle teorie neutrali
Prima value free come si dice ritengo che i valori dello studioso siano inevitabilmente presenti nelle sue analisi e che non possono mai essere interamente esorcizzata i quindi che finiranno con l'influenzare quello che dice
Se non altro per selezionare i fatti a cui dare rilievo credo che l'unico rimedio a alla faziosità e la partigianeria sia quella di rendere pubblici i valori e direi dimettervi rende i pubblici affronta all'inizio
Come primo passo dello sforzo di tenerli separati evidenziati dei fatti sforzo che alla fine è sempre relativo e così rendere più facile ai miei ascoltatori di esorcizzare
Dunque per mettere in guardia dei miei pregiudizi e non per narcisismo che dirò subito in due righe le mie opinioni direttamente rilevanti sul tema della guerra
Come ho detto non so dove vado al mondo nel breve e nel lungo periodo e credo fortemente che non lo sappia nessuno
Condanno la guerra di aggressione come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali di qualunque tipo
Ritengo che basti una sola parte per fare la guerra approvo quindi che si mantengono forze armate efficienti alla difesa approva anche la guerra di difesa adeguata respingerà l'attacco per dissuadere l'aggressore per riprovarci
Ritengo che la deterrenza armata scoraggiando la guerra ciò vi grandemente sia al potenziale aggredito sia al potenziale aggressore
Quindi sempre in sintesi dire di quello che dirò e detto da una persona pacifica che disapprova il pacifismo
A dire il vero
Di due posizioni teoricamente possibili che la guerra sia sempre un bene e che la guerra sia sempre un male
Ritengo superfluo occuparmi della prima la guerra sempre subito perché trovo in circolazione solo la seconda nella forma del pacifismo sempre subito
La prima non c'è per lo meno non c'è nella nostra cultura o non c'è in questa forma estrema
Questa tesi dunque adesso ti è la tesi pacifista non nessun tipo ideale non solo si oppone a qualunque guerra Now spicca il disarmo unilaterale sempre subito
E i suoi sostenitori quindi sono tenuti a ritenere possibile risolvere ogni conflitto internazionale in modo non bellico anche tra due Stati del quale uno abbia forze armate l'altro ne sia privo disarmato
Naturalmente la storia senso comune ci dicono che questa è una politica estera molto rischiosa
Ho parlato già troppo dei miei valore delle mie preferenze ma solo per esorcizzare lì non per difenderli non intendo difenderle
Non ho detto ancora quasi niente della guerra e dire il vero sono in illustre compagnia perché la nostra Costituzione non dice Cranko osa in proposito
Del resto usato avete sentito più o meno le stesse parole dell'articolo undici si limita a ripudiare esplicitamente la guerra d'aggressione cioè la guerra come strumento di offesa alla libertà di alta degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali
E un po'ipocritamente affida la determinazione di quale altra guerra si apre permessa al Silenzio e all'argomento a contrario
Come spesso accade naturalmente in nota Europa osservavo la differenza tra questo articolo è quello della Costituzione giapponese che questo sia un articolo esplicitamente pacifista e incidentalmente violato secco
Come spesso accade il dicevo il diavolo sta nei dettagli e al di sotto delle formule generali vengono fuori problemi spinosi per esempio per la Costituzione italiana rimangono indeterminati e così rimango in terminati anche nella mia etica devo confessare che cosa sia una guerra che cosa sia un attacco e cosa sia la difesa se si ha messo una guerra di difesa preventiva che cosa si possa fare o debba fare nella guerra
Quanto si devono preparare la guerra difensiva armamenti eserciti militari e mille altri tutti questi problemi nel formulazione costituzionale in quella che vi ho servito all'inizio restano ovviamente in determinati
Non voglio farvi perdere tempo cercando adesso di goffamente di elencare a classificare le giustificazioni della guerra
Ripetendo solo che è molto raro nella letteratura guerra l'opinione che la guerra sia una cosa buone se l'unica citazione che ho trovato l'avete note una rete da Benito Mussolini che peraltro anche lui poi a metà della frase si pente dice qualcosa d'altro
E tutte le teorie politiche che oggi giustificano la guerra o qualche guerra la considerano un male necessario a certe condizioni per evitare mali peggiori e devo dire che anche nelle piazze forse non nelle piazze arabe ma nelle nostre la sita generalmente per scontato che la guerra sia un male
A meno che per qualche ragione non sia giusta o giustificata nel qual caso e male necessario male minore una guerra giusta quindi o moralmente giustificata è una guerra che risulta un male minore della pace in quel momento in quella guerra
Quella giusta non vuol dire altro che questo
Per peraltro non possiamo aperta pertanto non possiamo esorcizzare la nozione di guerra giusta
Senza evitare del tutto di affrontare il problema etico se la guerra sia mai giustificata se si è giustificata nel senso che si è permesso obbligatorio nella morale a cui facciamo riferimento se si è giustificata solo la guerra di difesa auto ovvero anche la guerra di aggressione
Quando si tratta di proteggere naturalmente certi beni raggiungere certi fini e come si distingua l'aggressione della difesa cosa non facile
Argomenti del genere vengono usati tutti i giorni e guerre sono state sono combattute in questo momento in base ad essi sostenere che esiste una guerra giusta vuol dire sostenere che esiste almeno un tipo di guerra che eticamente giustificato negare che esiste una simile guerra può essere la conclusione dell'argomento a cui
Di cui oggi discutiamo non la sua premessa salto perché se no dovreste rinunciare anche al pranzo non solo la relazione i Pocar il la parte sulle novità della guerra mi limito elencarle le grandi novità dei nostri degli ultimi cinquecento anni naturalmente breve periodo nella storia dell'uomo sono l'avvento della tecnologia l'avvento della Società industriale
L'avvento delle armi termonucleari non come diceva Bobbio un po'genericamente delle armi nucleari ma del maggior ve lo ricordate il Madre Muccio al a Jacques de straccia un distruzione
Reciproca assicurata questo era la differenza che faceva di dire a Bobbio che il problema si era semplificato sia pure orrendamente perché la guerra volevate
Termonucleare voleva dire la totale distruzione dell'umanità
Oggi la catastrofe termonucleare non è più così temuta non so se ha ragione o torto speriamo ragione però quello che viene tenuto è senz'altro ragione
è la sono due cose da una parte la proliferazione che renderebbe l'uso dell'arma nucleare non più della assicurata distruzione reciproca ma dell'arma nucleare più facile e quindi più pericolosa e dall'altro la possibilità che delle armi nucleari si impadroniscono terroristi o guerriglieri
Il quarto punto della novità della guerra sono appunto la guerriglia il terrorismo
A dire il vero
Visto che sono d'attualità gli dà un po'più di spazio non è proprio
Se secondo me è un po'c'è un po'di miopia in questo però insomma a dire il vero queste
Modalità della guerra sono vecchie quanto l'umanità se definiamo la guerra classica come lo scontro armato collettivo tra gruppi che si scontrano per talmente ciò oggi vuol dire in sostanza che si scontrano in uniforme e si distinguono per l'uniforme
E di Fini e definiamo invece i guerriglieri come coloro che combattono i nemici nascondendosi in mezzo alla popolazione civile quindi senza uniforme
E i terroristi coloro che colpiscono con le armi la popolazione civile spessa dell'avversario o la propria o chiunque indifferentemente ovunque come vedete le definizioni non hanno giudizi di valore
Fin qui nella loro versione attuale si può dire che anche queste due forme di te di guerra sono legate al fenomeno dell'industrializzazione e qualcuno le ha chiamati la guerra dei deboli
Per deboli naturalmente non si deve intendere i deboli come i miti
O i deboli in assoluto ma quei gruppi bellicosi che sono relativamente deboli a per lo meno rispetto agli Stati sul piano delle risorse industriali belliche non hanno abbastanza industria bellica a loro disposizione ma si servono accortamente dei prodotti della tecnologia per fare la guerra
Non è però il caso
Direi di adagiarci in una visione romantica del piccolo gruppo che si oppone al Moloch spesso i guerriglieri o terroristi sono il braccio armato di uno stato che vuole lanciare il sasso e nascondere la mano sono forme di guerra poco costosa
Come dicevo sopra guerriera terroriste non indossano l'uniforme non volendo e potendo resistere a viso aperto contro le risorse belliche messi in campo dall'apparato industriale degli avversari
Non si distinguono dei civili si nascondono tra peraltro nella nella popolazione o nelle giungle della città colpiscono e fuggono l'agguato e l'attentato sono le loro armi a supplementare la guerriglia dall'altro lato rispetto alla guerra degli eserciti e quando non ci sono neppure le forze per condurre la guerriglia c'è il terrorismo che impiega risorse
Industriale ancora minore
Il terrore nella forma degli attentati contro i non combattenti sciolte scelti più o meno a caso
I cosiddetti soft target s'è una forma efficacissima di guerra soprattutto in presenza di mezzi di comunicazione di massa perché effetti psicologici e politici incomparabilmente maggiori ai danni effettivi
Il terrorismo in moderni in particolare e pensatore specificamente per la copertura televisiva con le sue azioni puntuali produce venti momentanee frequenti gli attentati producono risultati fin ma abili
E in aggiunta il guerrigliero il terrorista traggono vantaggio mediatico dal fatto che la eventuale difeso rappresaglia del nemico sbagliano bersaglio colpiscano civili
Anche gli eserciti regolari cioè quelli che combattono in uniforme usano talora direttamente tattiche di guerriglia e terroristiche le tattiche di guerriglia in uniforme degli eserciti si chiamano azione di commando
Come è noto e altre tattiche degli eserciti sono esclusivamente terroristiche l'esempio classico è quello dei bombardamenti dare a ma anche la guerra tradizionale vedi risparmia conosceva tutta una serie di tattiche naturalmente terroristiche il cui scopo era di agire terrorizzando i jet la popolazione civile degli avversari
Quindi racchette in tra questi casi resterebbero mette in forma di domanda solo la differenza della divisa poiché in questo caso gli uomini in divisa colpiscono anche i civili per definizione
La differenza di viene assai sottile
Oltre che la presenza degli uniformi riposa interamente sull'elemento delle intenzioni e delle cosiddette regole di ingaggio
Per i terroristi guerriglieri gli attacchi ai civili sono sempre voluti e intenzionali perché sono la tattica indispensabile a loro modo di fare la guerra per gli eserciti in uniforme l'azione non terroristica quando le vittime civili quando ritiene sua civili sono danni collaterali previsti ma non voluti e si cerca di evitare quando possibile sono un male necessario certamente una tattica occasionale
Perché si tratta qui di discutere alta non dei fatti ma della di della giustificazione etica di queste condotte rimando alla parte successiva in cui tratterò specificamente dei problemi ITC forse dovremmo rinunciare alla alla pranzo tutto sommato
La guerriglia e il terrorismo
Dell'etica
La guerriglia e il terrorismo
Ci fanno pensare che la storia dalla guerra tecnologica non sia in questo momento interamente la storia dalla vittoria dei paesi delle società più industriali di aghi industrializzati
E di quella provvisoriamente più forte Tracy sul piano militare gli Stati Uniti d'America
In particolare oggi il terrorismo è considerato come una strada verso la vittoria da gruppi o Stati che sono o si sentono minacciati non solo dalla forza militare militare del mondo industriale
Ma soprattutto dalle idee esigenze dall'attrattiva dei cambiamenti sociali e politici portati dalla tecnologia dall'industria
Insomma da quello che costoro chiamano mondo occidentale ma che da molto tempo non è più esclusivamente occidentale
In in quest'ultimo decennio decennio anni in particolare da alcuni gruppi Stati musulmani il terrorismo sembra esser divenuti in questi casi la via più facile per esercitare la forza militare proteggendo lo stesso tempo ristabilendo la propria singolarità
In questi casi non si cerca di acquisire forza anche militare portando il porto il Paese all'industrializzazione
Nonostante che questa sia la strada seguita con successo da altri popoli non ci dentali prima i giapponesi poi sudcoreani ditte Guagliani thailandesi oggi gli indiani malesi indonesiani dizioni ticinesi in tutti questi casi peraltro con guerre abbastanza spaventose prima dopo che durante
Speriamo che cinesi ci arrivino senza guerra
Concludendo la parte sui fatti faccia un bel salto a pagina sedici
Concludo col fatto più importante della guerra citato naturalmente dal massimo teorico della guerra Clause pizze
Il conquistatore ama sempre la pace Napoleone lo ha sempre affermato nei propri riguardi e pretenderebbe di entrare tranquillamente senza opposizione nel nostro Stato
In altri termini sono proprio i deboli cioè coloro che sono sempre esposti a doversi difendere che devono sempre essere armati per non venire sorpresi quelli che vogliono possono leggere la citazione successiva sui maori
L'etica della guerra
Allora nelle pagine precedenti ha sostenuto che l'industrializzazione utilizzazione della società è il maggiore elemento di novità della guerra contemporanea ha un doppio affetto aumento enormemente la ricchezza liberando l'umanità dal ciclo di estrazione repressione della Società agraria
E modifica radicalmente il modo di operare della guerra
Questa novità a si accompagna gli elementi di sempre l'aggressività individuale e di gruppo incanalate oggi nelle ideologie
I conflitti di interesse reali o percepiti ho evitato finora i problemi di etica della e di diritto peraltro le OPA accennato in quanto fatti da cui non si poteva
Interamente prescindere
Il problema etico dalla guerra e così frustrante che ci si può chiedere spesso se ci si ci si è chiesto se ha senso cercare di applicare l'etica della guerra alla guerra l'etica si è sviluppata in rapporti civili all'interno della tribù direbbero gli etnologi
Come applicarla i rapporti tra gli Stati e come applicarla a una situazione caratterizzata dall'obiettivo di uccidersi l'un l'altro
Su questo tema il Bobbio della situazione di Bobbio degli anni settanta era più semplice la prospettiva di una guerra termonucleare di sterminio globale era
Per quanto terrificante sul piano intellettuale semplificava eritrei facciano mentre etico e giuridico dalla guerra
Sul piano giuridico dice Bobbio la prospettiva di una guerra nucleare avente insensate tutte le regole
Giuridiche
Della guerra nella guerra come si dice in questo caso
Lo stesso sul piano etico la guerra termonucleare di sterminio totale è il male assoluto e la questione finisce qui naturalmente dal punto di vista del principi
Questa terrorizzante semplicità etica e giuridica sembra svanita
Certo le guerre tradizionali della seconda metà del secolo scorso sono state relativamente poche e limitate rispetto al passato certamente non abbiamo avuto la terza guerra mondiale questo risultato va considerato senz'altro positivo
Se le cose cambiano un pochino se in questo quadro relativamente incoraggiante devono essere conteggiate le guerriglie il terrorismo
Come dicevo sopra la guerriglia quanto alla modalità va considerato metodo intermedio tra la guerra di eserciti del terrorismo inclinando verso l'una o l'altra a seconda dei casi come forma di guerra guerriglia e terrorismo comportano meno vittime e danni crea una guerra tra due Stati industriali moderni
Maglia bit i problemi etici agli abituali problemi etici e giuridici della guerra ne aggiungono di loro infatti queste modalità di guerra mettono in crisi
Le pur scarse regole etiche giuridiche sulla condotta delle guerre tradizionali faticosamente definite precariamente osservate in secoli di guerre in Europa e oggi incorporate nel diritto internazionale dalle convenzioni di Ginevra
Terrorismo e guerriglia non fanno prigionieri per così dire quando esaminiamo l'etica del guerrigliero del terrorismo ha però del terrorista però non possiamo comprenderla esclusivamente come una scelta tattica
Adottata perché necessaria a vincere in quanto tale peraltro come si è visto è tattica regolarmente impiegata anche dagli eserciti cosiddetti regolari
Radice del terrorismo dei terroristi quello che ne consideriamo tale c'è un atteggiamento emotivo ed etico peculiare che non può essere compreso solo tramite che può esser compreso solo tramite la psicologia del profondo e so trovare la migliore rappresentazione che conosco nel titolo del libro di Pascal Bruckner la tentazione dell'innocenza
La tentazione di cui parla Bruckner è quella di collocare la propria parte nel ruolo di vittima innocente
Colpita all'inizio della storia o per lo meno della storia che si vuole considerare da un tale grado di ingiustizie violenza autorizzare la vittima all'uso di ogni mezzo sentendosi interamente esonerata da ogni costrizione ittica valida per gli altri
Non solo nei confronti dell'avversario e i tic diretto ma contro tutti
La tentazione per il gruppo cause innocente e dunque quella di esentare sì da qualunque limite etico in guerra e in pace perché qualunque azione contro chiunque viene considerata come legittima difesa e un passo ristabilimento della giustizia sulla terra
In altre parole non viene riconosciuto al nemico alcun merito vantaggio ho diritto nella conduzione della guerra non gli viene riconosciuta in altre parole la recita reciprocità è chiaro che a questo punto le
Convenzione di Ginevra vanno a quel paese così
Il il il nemico che si trattiene viene ritenuto per solo una nemico debole perché era assoluto stupido e timoroso
Questo naturalmente non vuol dire che l'addizionale barbarie etica della guerra di guerriglia di terrorismo si è tutto dalla parte delle forze armate irregolari cioè non in uniforme
Certo indossare l'uniforme per combattere non è una cosa irrilevante sul piano etico dobbiamo dimenticarci di questo da darlo per scontato è vero che chi indossa l'uniforme lo fa primariamente per il motivo militare distinguere combattenti amici e nemici
Ma indossando l'uniforme il combattente in qualche modo si preoccupa anche dei civili rendendo più facile ai suoi nemici non ucciderli rendendoli più facile uccidere lui
Gli eserciti regolari come ha detto sopra hanno spesso praticato e praticano azioni confini terroristici e tattiche di guerriglia a comando sia pure indossando l'uniforme e come integrazione di tattiche militari
Gli eserciti possono essere barbari mentre i guerriglieri terroristi debbono esserlo in quanto della loro unica principale arma
Oltre alla tentazione che l'esercito dell'esercito regolare che di usare tattiche di guerriglia di
Di terrorismo c'è una questione che mi sembra più importante cioè è la tentazione e la dell'esercito regolare a usare
Metodi di contrasto di fronte al terrorismo alla guerriglia che sul piano etico possono essere identici alla fine a quelli delle avversarie ed è consiste per dir la in breve nell'uso delle armi pesanti contro combattenti che sono inframmezzati civili non occasionalmente o momentaneamente ma perché questa ripete la tattica fondamentale della guerriglia quando si usano armi pesanti in un'area vietata da civili la presenza o meno di uniformi non fa più molto
Differenza
Ora per è un esercito moderno vincere questo tipo di guerre è relativamente facile qualora non ci si pongono limiti umanitari l'esempio classico sono le tattiche impiegate a fama in Siria nel mille novecentottantadue
Il caso è noto non solo per il numero strabiliante di vittime pentito venti a trentotto mila ma anche perché il comandante siriano si vantò pubblicamente della propria tattica uso indiscriminato delle armi pesanti distruzioni tutti gli edifici nelle zone di combattimento
E una volta schiacciata la resistenza armata sterminio sistematico dei sospetti incarcerazione deportazione incontrollata dei restanti il comandante siriano sostenne che erano trentotto mila i morti
Una volta tanto le analisi obiettive dicevano che son stati solo venti mila
Un numero di morti spaventoso il per una situazione puntuale
Che mostra che è molto facile vincere la guerriglia è molto difficile vincere una guerriglia sì sì posso se si vogliono rispettare i non combattenti
Ma è pur sempre un tipo di guerra che rende del tutto precaria la differenza di principio che ho delineato sopra
Tra regole etiche che reggono l'azione terroriste guerrigliera la tentazione dell'innocenza e quella considerata legittima secondo la tradizionale etica militare contro la guerriglia
Se è vero che per il terrorista dunque la uccisione dei civile giustificato obbligatorio intenzionale ricercata
Mentre per l'esercito in uniforme che combatte i guerriglieri e collaterale un male necessario prevedibile meritato quanto possibile sì applichiamo quindi a tutto questo un criterio etico ritagliato pressappoco dalle convenzioni di Ginevra
Ci troviamo
Di solito a dare questo giudizio quei rilievi terroristi sono sempre da condannare dal punto di vista dell'etica nella guerra gli eserciti che colpiscono i civili per rispondere alla guerriglia sono da condannare solo quando non fanno il possibile per risparmiare i civili come accade sempre nella guerra c'è qualcosa di profondamente insoddisfacente nella seconda parte di questo giudizio lo stesso tipo di comportamento risulta da discriminare eticamente a secondo delle intenzioni di chi lo compie in base a un calcolo del tutto opinabile della sua necessità
Militare lo sapevamo in partenza quel Riglietta erotismo mettono in crisi le poche e misere regole dell'etica della guerra
Sicuramente questo è un buon argomento di etica della guerra contro le guerre guerra irregolari una ragione etica addizionale per non scegliere di fare la guerra Traverso il terrorismo e la guerriglia e di questo io mi devo accontentare
Vorrei ora esaminare dal punto di vista etico l'argomento oggi forse più usato per la giustificazione etica delle guerre l'argomento della occupazione originarie Nattino prima possesso io
Che giustifica anche la risposta violenta l'aggressione come autodifesa
L'uso spesso di questo argomento beninteso una differenza rispetto atteggiamenti più feroci al miglioramento se vogliamo
Perché una maggior valore Della Pace l'occupazione originarie presentate infatti come pacifica perché non contrastata la guerra giustificata come risposta alla rottura della pace da parte di altri
Ma come dire vedremo e dare questo è un la l'argomento è l'omaggio che il vizio porge alla virtù cioè ipocrisia
E il fatto importante che per il possesso principio del possesso originario porta ad argomenti etici del tutto applichi inapplicabile alla storia reale dei popoli
E la cosa curiosa è che questo principio venga dato Borbone se mai si discuta chi ha ragione in base al principio e il principio la storia filosofiche illustre
C'è una discussione in questo momento che sta quella che ha preso quota dal allora dal libro di di Ross
Cantet tutto quanto eccetto il maggiore ostacolo etico l'uso di questo argomento in tutti i casi reali e che il possesso attuale non è mai il risultato dell'occupazione originaria di un territorio disabitato
Tutte le occupazioni di terre attuali hanno all'origine la conquista e la guerra sono state sottratte con la violenza ai precedenti occupanti
La differenza dell'antichità dell'operazione il fatto che il popolo spossessato sia ancora in grado di protestare o invece sia stato sterminato o segnalata bene assorbito
Non sarebbero da tacere neppure i problemi minori riguardanti cosa realmente si occupa quale attività costituisce l'occupazione privata o pubblica dove si estende lo spazio occupazione del problema dei nomadi queste altre cose
Ma sono secondari è prendiamo l'esempio della Palestina che è notissimo la Palestina conoscono tutti e pure i mezzi di comunicazione di massa continuano a citare le pretese di possesso dei contendenti della guerra
Presente come se fossero in grado di risolvere questa vicenda sul piano morale
Gli arabi sostengono di avere oggi possesso legittimo precedente e anche un diritto di ritorno
E lamentano i moderni crociati sionisti ma sono stati o il impone solo i conquistatori non meno dei crociati solo alcuni secoli prima per lo più per di più lo mettono ne sono fieri
Gli ebrei precedenti agli arabi e agli invasori della terra promessa come racconta senza compunzione la Bibbia senza contare naturalmente l'intermezzo di romani e persiani i cui discendenti per fortuna non rivendicano al momento la Palestina
I popoli precedenti agli ebrei erano di certo i famosi filistei erano di certi invasori anche essi a questo punto la storia scritta si perde ma non cambia la giustizia un'ingiustizia della cosa
Ieri già visti imprudentemente parlano di tragedia dell'Andalusia riconquista cristiana ma la loro memoria e curiosamente sembra non estendersi alla conquista araba dalla stessa Andalusia
Sottratta con la guerra i discendenti dei precedenti invasori feroci Visigoti i quali a loro volta mi pare aver fatto il punto
L'etica non riconosce le amnesie non conosce l'istituto della prescrizione dell'ingiustizia o dell'usucapione della giustizia tanto meno in seguito lo sterminio di chi l'ha subita dunque l'argomento del pacifico possesso non è mai in grado di rispondere alla domanda se che occupo oggi un territorio a giusto titolo ad occuparlo
Ritagliando opportunamente il punto iniziale l'astensione del processo del possesso la conquista violenta diventa possesso pacifico e può giustificare qualunque pretesa territoriale o qualunque
O qualunque accesso alle risorse
Naturalmente la giustificazione del dominio territoriale in base al pacifico possesso prioritario relativa giustificazione della violenza come autodifesa sono principi etici e non solo solo principi etici sono anche alla base di fondamentali istituti del diritto primitivo
C'è però una differenza decisiva tra gli istituti del diritto sia pure primitivo e i principi etici
Il diritto infatti può ricorrere a interventi normativi di delimitazione artificiale oppositiva
Che trasformano i principi etici norme giuridiche le quali possono essere effettivamente applicate alla realtà della storia si pensi come esempio l'usucapione seppure in diritto privato ma non importa
Il diritto può fissare artificialmente la durata degli aspetti dell'usucapione cosa indici di brio sul piano etico artificialmente qui vuol dire che il diritto positivo Ceglie termine modalità di per sé non più giusti di altri
La giustificazione etica di questo procedimento giuridico essendo che una qualche regola occorre naturalmente per la vendetta lo stesso questo argomenta vecchissima l'argomento del bonum Pia precetto un un argomento classico a favore del diritto del contratto sociale
Non voglio disegna iniziare la discussione su questo punto ne parlo così alla buona solo per stupirmi insieme a voi che un difetto così radicale così evidente della giustificazione morale delle guerre in corso
Venga sistematicamente ignorato dalla stampa dei movimenti di opinione oltre che naturalmente del combatte
Scusate se sono pedante non sto argomentando che il diritto internazionale
Sì è utile per ottenere la pace limitare la guerra sostengo invece che riferimento a norme di diritto internazionale
E concettualmente necessaria per poter giustificare eticamente l'autodifesa e il possesso pacifico l'etica da sola non basta
Senza una convenzione giuridica nonostante l'illusione del contrario non è possibile avanzare neppure la più basilare argomento a difesa della pace nella libertà il diritto di un popolo che sta nella sua tra virgolette terra e chiede solo di essere lasciato in pace cioè in pace libero
Non ci basta in questo campo un'etica politica fatta di regole di primo grado che ci dicono cosa dobbiamo non dobbiamo fare quali diritti abbiamo non bastano diritti e non basta la Dichiarazione universale dei diritti fondamentali dell'uomo
E sa presuppone che questi problemi siano già risolti Dieter in pace libere benissimo ma a partire da quando senza un'integrazione giuridiche convenzionale questo tipo di argomenti finisce col giustificare in realtà uno stato di natura obesi hanno ciò a dire di cui abbiamo bisogno è un'etica politica che si renda conto dei propri limiti di fronte all'ingiustizia e violenze millenari della storia e prescrive come rimedio etico di secondo grado un diritto al di un ricorso diritto positivo internazionale
Un'etica funzionante non sarà quella che cerca di definire meglio il possesso di Gina Ario la quella che fa riferimento a un meccanismo giuridico eticamente eccetera accettabile per fissarne arbitrariamente i requisiti giuridici
Per prima cosa si dovrà stabilire artificialmente il momento di fine della storia cioè di inizio dell'era della pace
è significativo che questa offre frase questa tesi della fine della storia si riproponga da ogni cambiamento importante degli equilibri internazionale è stata citata anche prima
Non ci si rende conto che essa non vale come tesi descrittiva ma come esigenza prescrittiva l'esigenza per così dire di porre fine alla storia delle violenze
Beninteso il nostro senso etico primario ha difficoltà ad accettare questa storia di gioco delle sedie musicali che quando finisce la musica della storia che è seduto seduto e chi è in piedi ha perso
Ma
è un gioco che sta alla base della fondazione di ogni diritto positivo
Per questo non abbiamo bisogno di un diritto presuntuosamente naturale oppure saremmo daccapo ma consapevolmente umilmente positivo e convenzionale cioè composto di regole realistiche accettabili nella maggioranza delle situazioni e post secondo procedura accettabile dalla maggioranza dei popoli senza l'aggiunta dei necessari elementi di artifici tale artificialità giuridica
L'argomento etico della libertà dei popoli e inapplicabile alla storia umana ogni giustificazione prende l'aspetto del ladrone o discendente di ladroni che si lamenta di venire rapinato
Questa considerazione dovrebbe anche suggerire una certa moderazione l'esclusione degli emigranti io mi fermo a metà della mia relazione perché il tempo e questo vi prego di leggerla
Ringrazio
Mario gli ori per la sua relazione chiarificatrice mi permetto di aggiungere a positivo e convenzionale coercitivi
Perché di diritti positivi convenzionali
Che poi non potessero per ragioni di fatto essere quel sibili appunto sono la dimostrazione
Le tante Paci che lo stesso Mario ha citato e che remotamente sono state a volte all'origine di successive gravissime guerre dico questo non per amor di polemica certamente ma per sottolineare a mia volta quanto il problema sia Complesso sfuggente e purtroppo al di là in buona misura delle nostre riflessioni
Colgo l'occasione di questo intervento per ringraziare della loro presenza il dottor Giuseppe Grechi Presidente della corte d'appello e la dottoressa Livia Pomodoro presidente del tribunale dei minorenni
Con questo do la parola alla relazione conclusiva di questa mattinata vale a dire al professor Fausto Pocar qui alla mia destra
Ringraziandolo molto della sua presenza prego
Grazie
Io vorrei innanzitutto ringraziare il Società italiana di Filosofia del Diritto
E ringraziare in particolare l'amico Enzo Ferrari che mi ha invitato a partecipare
Questo interessante incontro devo dire che ho accettato con qualche esitazione danno un filosofo
Perché sempre
Delicato parlare un
In un incontro in cui le categorie di pensiero e di linguaggio possono e inevitabilmente possono essere diversi e l'amico Mario Iori mia aiutato un po'fine del suo interessantissimo intervento
Dando qualche giustificazione filosofica del ricorso al diritto internazionale ecco quindi evitando di doverlo fare io se il giustificazione del ricorso al diritto internazionale viene dai filosofi
Motivo per l'internazionalisti ovviamente di soddisfazione sotto un certo profilo ma anche
Rende il dibattito forse più facile
D'altra parte il il momento in cui questa iniziativa si colloca è di particolare attualità interesse è già stato rilevato nel corso di questa mattinata come i problemi della guerra e le vie della pace
Si si pongano in questo momento
In un contesto che largamente diverso forse dal contesto in cui si collocavano tradizionalmente anche se
Vi sono nonostante tutto una serie di elementi che forse non mostrano ancora che il contesto sia poi molto molto diverso da quello tradizionale
Anche se arricchito evidentemente da una serie di elementi da una serie di fatti di sviluppi che rendono sempre meno chiaro forse sempre meno soddisfacente il quadro delle relazioni internazionali dal punto di vista delle strategie da adottare ai fini di una pace durevole che poi ai fini dell'eliminazione della guerra perché questo poi la sostanza del raggiungimento del raggiungimento della pace
La prima risposta che viene da dare a un tema come questo di assoluto scetticismo ed è inevitabile che di fronte agli eventi che abbiamo quali gli ammassi sito in questi ultimi anni la prima risposta non possono essere che che scettica
Tuttavia mi sembra che il momento di riflessione sia importante perché il momento attuale attraversato da una crisi delle istituzioni internazionali
E forse del diritto internazionale nella sua configurazione più recente
Che non ammette la liceità della guerra se non per legittima difesa individuale o collettiva e su questo tornerò in un fra un momento gli avvenimenti degli ultimi tempi se guardiamo gli ultimi decenni direi dalla fine del dalla caduta del muro di Berlino in poi sembrano riportarci a al passato
Per questo dico che la situazione non è poi così diverso dal passato a un tempo in cui il diritto internazionale non conosceva istituti di cooperazione fra Stati
E ammetteva senza esitazione la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali se leggiamo le pagine di Grozio a giusto titolo considerato uno dei padri fondatori del diritto internazionale moderno vi si distingue direttamente due branche del diritto è ancora il diritto di pace il diritto applicabile internazionale applicabile a quando
C'è una situazione di pace e un altro diritto internazionale applicabile quando viceversa c'è una situazione di guerra il diritto di guerra
Accanto a un diritto costituito da regole di coesistenza di cooperazione degli stati forse a quell'epoca più dico esistenza che di cooperazione si colloca
Un complesso di regole destinate a valere in caso di guerra considerata di per sé non illecita ma semplicemente come uno stato d'essere delle relazioni internazionali diverso dalla pace e bisognoso di regole specifiche
Di disciplina delle relazioni fra gli stati e devo dire questi principi hanno continuato ad essere riconosciuti come fondamentali fino a quando si è cominciato a distinguere la fra guerre e e a parlare di guerre giuste e di guerre ingiuste e quindi ad ammettere la guerra solo in certe situazioni e viceversa scartato la in un determinate altre situazioni
Vorrei a questo punto direi che se in linea di principio il ricorso alla guerra
Come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali è stato per lungo tempo considerato legittimo in linea di principio non sono mancate lo sappiamo nella storia
Sul piano non solo strettamente giuridico teorie intese a trovare una giustificazione della guerra
Ho in ogni circostanza
Tutte le guerre sarebbero legittimo quello che dicevo un momento fa o in talune circostanze soltanto approvando si quindi alcune guerre condannandosi altre guerre o anche a negare la possibilità di giustificazione naturalmente ma questo ci interessa meno Norberto Bobbio in quel suo studio sul del settantanove che è stato più volte citato
E che reca il titolo di questo convegno analizzando queste teorie di giustificazione né pone in luce le contraddizioni soprattutto nei tempi moderni
Non voglio ripercorrere l'analisi di Bobbio ben conosciuta e in larga misura ovviamente condivisibile
Anche se forse non nella misura
In cui è dato un rilievo eccessivo mi pare alle circostanze della guerra fredda alle armi termonucleari
Che eliminerebbero una serie di problemi mentre la storia recente mostra che non li eliminano e quindi non eliminando certe caratteristiche delle guerre tradizionali e ovviamente
Giusti
Comprensibile che Bobbio abbia fatto quell'analisi
Nel momento in cui il libro è stato scritto e abbia raggiunto delle certe conclusioni in quel determinato momento storico ma se si guarda la prefazione alle edizioni successive
Anche Bobbio corregge un po'la sua prospettiva in questa direzione
Ma soprattutto mi pare significativo sottolineare che il suo rifiuto della guerra giusta
Coincide con la decadenza della teoria della guerra giusta
Che era in auge per molto tempo e che in qualche misura fu rifiutata dal patto della Società delle Nazioni e apparentemente fu abbandonata secondo quello che si dice normalmente la lettura normale della Carta delle Nazioni Unite in misura totale dallo Statuto delle Nazioni Unite ma mi pare e come meglio dirò in realtà nello Statuto delle Nazioni Unite latterie della guerra giusta a mio avviso semplicemente rivisitata e riproposta in diverse forme
Suscettibili di dare luogo a deviazioni
Alle quali cercherò di sulle quali cercherò di dire qualcosa nel corso di questa di questa relazione
Con la merce che vorrei chiarire questo punto perché con l'avvento delle Nazioni Unite dopo il secondo conflitto mondiale
Gli istanti
Della che hanno creato lo che hanno adottato la carta dei San Francisco hanno voluto creare un sistema generale di rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali
Nel sistema delineato dallo Statuto vi è un divieto generale Espresso del ricorso alla forza armata che è ammessa solo in due circostanze
La prima sorge dalla violazione del divieto della guerra da parte di uno stato se uno stato viola la norma
Lo stato aggredito a la possibilità di difendere cioè a la possibilità di condurre una guerra
Armata per legittima difesa al fine di respingere l'attacco subito e sempre che la sua azione sia spirata necessità e proporzionalità
Ah quindi care l'eccezionalità della guerra difensiva
Lo statuto delle Nazioni Unite precisa che anche in questo caso
La guerra usa la parola guerra perché stiamo parlando delle catene UE eravate voi mente la carte alleanze unite nuova non usa il termine guerra parla semplicemente di uso della forza armata
La lo Statuto precisa che anche in questo caso la guerra difensive legittima non a tempo indefinito
Legittima solo fino a quando la organizzazione
Sia riuscita a porre in essere le misure necessarie a far fronte alla situazione quindi non è una
Una liceità indeterminata della guerra difensiva ma è un liceità limitata anche in questo caso che risponde a quel principio del rifiuto generale della della guerra ma la Carta prevede anche un altro possibilità di guerra
Non è la limitata alla guerra strettamente difensiva e prevede che la guerra possa essere posta in essere quando a porle in essere sia la stessa collettività dell'Istat nel suo complesso
Se è rappresentata dalle Nazioni Unite stesse attraverso i suoi organi di Consiglio di sicurezza assemblea generale ma essenzialmente il Consiglio di sicurezza che il compito del mantenimento della pace e questo al fine di Rispoli stimare una situazione in cui il diritto internazionale non sia stato rispettato quindi la situazione di aggressione che
Alla quale accennavo prima ma anche nell'ipotesi in cui l'uso della forza armata sia necessario
Per fronteggiare una minaccia alla pace soltanto quindi anche quando non ci sia un'aggressione in corso ma si possa pensare a un'aggressione a un'aggressione in corso
Ora il singolo ci sono due
Posizioni qui il singolo stato
Può utilizzare la forza solo per legittima difesa non la può utilizzare per far fronte a una minaccia alla pace che ritenga sussistente qui può farlo solo in caso di aggressione ma il Consiglio di sicurezza al contrario
Può usare la forza può fare la guerra in sostanza anche in caso di sola minaccia alla pace col solo
Obbligo di cercare prima
Altri mezzi pacifici di risoluzione della controversia e per tenere lontana la minaccia alla pace
Quindi si tratta di un uso della forza che strettamente collegato con il mantenimento della pace e con rispetto dei diritti fondamentali della persona che sono alla base della
Coesistenza pacifica degli Stati secondo la Carta delle Nazioni Unite introduco i diritti individuali in questo perché fra gli scopi dell'Organizzazione delle Nazioni Unite nell'articolo uno della carta
Accanto al mantenimento della pace alla promo vi è la promozione del rispetto dei diritti dell'uomo dei diritti della persona per per tutti senza distinzione senza discriminazioni di alcun genere per cui
Pace e diritti umani da una parte rifiuto della guerra sono due elementi che nella Carta delle Nazioni Unite sono gli elementi portanti di tutta la organizzazione da una parte il mantenimento della pace dall'altra la centralità del del ring di dell'individuo a dispetto dei cui diritti la pace
E preordinata è una grossa innovazione evidentemente rispetto al periodo precedente dove la posizione dell'individuo era sostanzialmente irrilevante per il diritto internazionale
Salva l'ipotesi che il trattamento dell'individuo
Mettesse in gioco le relazioni fra gli Stati trattandosi di minoranze trattandosi di stranieri che avevano un collegamento con la con altri con altri Stati
Ora
La Carta delle Nazioni Unite introduce questo elemento che in qualche modo va tenuto presente se pensiamo alla situazione attuale delle relazioni internazionali
In cui accanto all'estate vi sono una serie di altri attori
Che non sono propriamente propriamente statali ma anche se consideriamo la comunità ancora come costituite essenzialmente da Stati
Il fatto che il trattamento interno dell'individuo e abbia un rilievo dal punto di vista internazionale cambia ovviamente la prospettiva delle relazioni tra Stati ma cambia anche la prospettiva della guerra
Cambia sostanzialmente la prospettiva della guerra perché abbiamo detto il sistema delle Nazioni Unite non esclude completamente la guerra di difesa ma anche di offesa nel caso di minaccia la pace
A meno di considerarla come difesa di pura difesa ma potrebbe anche essere di offesa per evitare la per evitare la minaccia
Ma la subordina all'esercizio collettivo da parte dell'organizzazione rappresentate tutti gli stati esclude l'esercizio individuale se non
Come abbiamo detto nel caso è legittima difesa e per un tempo limitato
Ho già detto la carta non parla di guerra
Parla di uso della forza armata
Però la sostanza della questione a mio avviso non cambia per nulla l'uso della forza armata è un mezzo per fare la guerra
Possiamo cambiare le parole perché nella filosofia della carta c'è il rifiuto generale della guerra ma la sostanza è che si sia autorizzata l'uso della forza armata si autorizza la guerra no si autorizza evidentemente con certi limiti ma è chiaro che le il linguaggio non cambia la sostanza la stanze come del resto è stato posto in luce molto chiaramente da illustri giuristi e anche da organismi internazionali che dovevano determinare se in determinate circostanze si dovesse applicare il diritto di pace o il diritto di guerra diritto di guerra che oggi dopo la carta anche i giuristi non utilizzano più anche l'internazionalisti non parlano più di diritto di guerra la categoria diritto di guerra di Grozio è sparita dal linguaggio giuridico
E i giuristi parlando diritto dei conflitti armati ma che il conflitto armato se non la guerra o addirittura più frequentemente ancora di diritto umanitario internazionale quasi che il l'unico elemento rilevante del conflitto sia l'aspetto della protezione dei combattenti entro certi limiti
E in limiti maggiori della protezione dei civili di coloro che non partecipano al conflitto armato ma e questo è fatto per sottolineare la novità diciamo nel anche nel diritto di guerra per cui non tutto è lecito durante la guerra e la posizione dell'individuo questo è un portato della cartella deve essere deve essere tenuta presente come non era tenuto invece presente
Nel nel passato
Ora in questa accettazione della forza anche di offesa purché collettiva serie minacce alla pace o gravi violazioni dei diritti umani perché la pace collegata con i diritti umani quindi alla grave violazione di diritti umani
è una minaccia alla pace e quindi può dar luogo alla alla guerra può dar luogo all'intervento collettivo
Vi è da una parte un riconoscimento della inediti Petta abilità della guerra
La carta finisce pur rifiutando la guerra questa contraddizione che riconosce che la guerra inevitabile che senza guerra
Non è ovvio che le i conflitti internazionali
Le dispute internazionali possano risolversi e non vi è forse in fondo il tentativo di limitare la guerra alla guerra giusta
Non è una riproposizione della teoria della guerra giusta sotto altre forme
A mio avviso è è lecito porsi la domanda ma credo che la risposta lapide sia sia non possa essere che positiva perché accertata la guerra di difesa
Perché perché è giusta perché giustificata per dall'aggressione
E accettata la guerra a difesa della pace o per stabilire la pace e protegge i diritti individuali perché è giusta perché eticamente giusta ma sempre e un più che un rifiuto totale della guerra ci troviamo di fronte a un
L'imitazione della guerra cerca di limitare la guerra quelle guerre che siano
Giuste ma guerra giusta è solo quella collettiva non è quella individuale la guerra è quella dell'intera comunità dell'intera Comunità degli Stati che decide che l'intervento necessario
Però un sistema di questo tipo che affida all'esercizio della guerra giusta all'organizzazione collettiva inevitabilmente dipende strettamente dal funzionamento efficace dell'organizzazione collettiva perché se la organizzazione collettiva non funziona e è chiaro che il
Le conclusioni sono due o la guerra non è mai possibile
Ma dire non è possibile un'affermazione difficile in termini giuridici o la guerra oppure si deve arrivare ad altre soluzioni se l'organizzazione non è in grado di funzionare efficacemente perché non le sono dati gli strumenti necessari dai suoi membri gli stati come possono quindi essere attuati i principi sul quale l'organizzazione si fonda pace e diritti umani perché questo è lo scopo dell'organizzazione se i mezzi che
Potrebbero richiedere la coercizione quindi l'uso della guerra non funzionò come raggiungere gli obiettivi del rimane uno spazio per raggiungere gli obiettivi in assenza del funzionamento corretto delle istituzioni
Quando un'azione armata sia necessaria alla protezione
Mi pare che ci sia un inevitabile tensione fra il principio del rifiuto della guerra da una parte e la protezione dei diritti umani dall'altra parte
Se nel caso in cui
La organizzazione collettiva non riesca ad ad operare la carta non dice nulla a questo riguardo non prevede questa ipotesi essa dispone per la guerra di difesa
Temporaneamente finché la organizzazione non sia in grado di intervenire
Se non lo è in modo definitivo
Implicitamente questo significa che la guerra di difesa può continuare e ritorniamo quindi ad una situazione tradizionale di conflitto Frassati
Perché questa è la sostanza se l'organizzazione non funziona l'organizzazione autorizza le parti l'aggressore l'aggredito a fare la guerra a loro
Anche se autorizza solo la difesa evidentemente non autorizza l'ha offesa perché siccome l'offesa è un dato di fatto in pratica ritorniamo a una situazione tradizionale di conflitto
Ma quei d'per la minaccia alla pace
Che comprende secondo la giurisprudenza ormai costante del Consiglio di sicurezza anche la violazione dei diritti fondamentali
Possono in questo caso gli stati procedere individualmente a condurre una guerra giusta per proteggere la pace i diritti umani in altre parole il fatto
Che la organizzazione preveda con obiettivo questo se il funzionamento dell'organizzazione
Viene meno possono individualmente listati intervenire
Operare come devono ai fini della tutela di quei principi a cui è finalizzata alla organizzazione la Carta delle Nazioni Unite sembra escludere
Una una possibilità di questo genere o perlomeno sembra non prevedere l'ipotesi forse perché basata sul principio che l'organizzazione deve funzionare e non accetta il principio che l'organizzazione stessa non postula non possa funzionare ma realtà chiaramente diverso
E abbiamo visto rinascere recentemente conflitti inter statali senza intervento dall'organizzazione che gli stati hanno giustificato più o meno apertamente a seconda dei casi o come difesa legittima
Facendo rientrare in quelle in quella possibilità gli autorizzazione prendo il caso dell'Afghanistan
L'Afghanistan l'intervento in Afghanistan
La guerra afgana è stata giustificata come difesa legittima in seguito all'attacco alle Torri
E anche il Consiglio di sicurezza nella prima risoluzione che ha adottato dopo l'attacco alle Torri ha parlato di legittima difesa
Parla ha riservato la possibilità di legittima difesa secondo la Carta delle Nazioni Unite
Nelle risoluzioni successive se le rimangiato questo punto di vista perché non ha più ripreso non l'abbia ripetuto però intanto evidentemente chi voleva agire è utilizzare la legittima difesa
Come per giustificare la guerra in Afghanistan l'ha fatto e si è basato anche se l'autorità del Consiglio di sicurezza
Lo stesso è il caso del recente della recente guerra
Condotta da Israele nei confronti delle vana
Anche questo è stata giustificata da legittima da legittima difesa ma comprende la legittima difesa
La la minaccia alla pace e non la
Non richiede invece una aggressioni in atto
La dottrina internazionalistica sembra dire che l'aggressione in atto è necessaria ecco per quindi ci sono delle forzature ma questo per dire qual è la giustificazione della giustezza della guerra è stata adottata questa giustificazione
Che questa fosse corretta o non corretta sposa oppure invece che alla legittima difesa e questo è ancora più interessante è ovviamente sì parla di guerre di offesa giuste
Il bombardamento NATO nel Kosovo è stato giustificato
Come guerra giusta in sostanza ciò come guerra individuale anche se di un'organizzazione ma è sempre un'organizzazione di un gruppo di Stati non l'intera comunità internazionale non c'era autorizzazione delle Nazioni Unite a riguardo
E è stata giustificata come
Una una
Una guerra di offesa giusta condotta da Stati in assenza di un intervento dell'organizzazione delle Nazioni Unite
Che questo sia stato detto in modo chiaro in modo aperto è è un discorso diverso però veste la sostanza delle cose prendendo atto che l'organizzazione interveniva si alcuni Stati
Sono sono intervenuti lo stesso e questa proprio un caso lampante di sostituzione alla organizzazione delle Nazioni Unite è la seconda ultima
Guerra in Iraq
La guerra fatta condotta dalle gli Stati Uniti nei confronti del Iraq di Saddam è stata sostanzialmente giustificata non come l'Afghanistan per legittima difesa
Perché si parlava di una minaccia possibile alla pace
Ci fossero delle armi di distruzione di massa in Iraq ma quanti Paesi sono armi di distruzione di massa la il presidente Bush ha detto chiaramente che l'obiettivo era quello di portare la democrazia emigra
Quindi di tutelare i diritti umani e di quindi è agire in funzione degli scopi dell'Organizzazione delle Nazioni Unite
Quando la organizzazione
Non era intervenuta in non era intervenuto in proposito altro nella prima guerra irachena dove un'autorizzazione c'è stata dove il Consiglio di Sicurezza agito anche se non direttamente tramite delega a ad alcuni ad alcuni Stati ora
Dobbiamo prendere atto di questa situazione
Concludere che la carta delle Nazioni Unite è di fatto modificato
E che la guerra giusta e di nuovo legittima nel diritto internazionale
Come implicitamente autorizzata dalla carta in base a la considerazione che il rifiuto della guerra sarebbe subordinato alla tutela degli obiettivi di pace protezione diritti umani sì da essere derogabile
Quando questi siano in pericolo e quando l'organizzazione non
Non intervenga il moltiplicarsi di situazioni di distacco dal principio della guerra
E a favore della guerra giusta individuale
Sembra giustificare una conclusione in questo senso potrebbe e alcuni hanno trovato alcuni giuristi hanno sono giunti a delle conclusioni che la carta si sta modificando e che il principio della guerra in realtà ammette la guerra giusta anche individuale ma se si arriva a questa conclusione
No questo non condurrebbe a rifiutare
In sostanza il sistema dell'organizzazione collettiva
E a tornare a una comunità internazionale disgregata
Sia pure caratterizzata da principi di comportamento che non necessariamente sono quelli tradizionali ma sarebbe questa la via per più sicura per raggiungere una pace durevole credo che la risposta
Non possano essere che negativa credo che sia più ragionevole partire dal principio che tutte queste manifestazioni in realtà costituiscono violazione dei principi della casta
E che
E che d'altra parte non si può pensare che il sistema istituito dalla carta sia un sistema perfetto
Che un sistema giuridico privo di violazione nessun sistema giuridica perfetto
C'è una fisiologia diciamo così del diritto nel sistema ma c'è anche la patologia del dieci e quindi la patologia va presa in considerazione
E non vanno confuse fisiologia patologia il diritto come tale la norma come tale e la violazione della norma ora se noi guardiamo la la posizione assunta frequentemente dai anche dalla dei media anche dal
Dal dall'opinione corrente la confusione fra patologia e Fisiologia è molto più frequente del diritto internazionale che con riferimento al diritto interno
Ma se uno va a guardare il diritto interno e guarda la patologia del diritto interno
Non so se poi le percentuali patologiche sono meno numerose nel diritto interno di quelle che possono essere il diritto internazionale cioè ogni sistema normativo a le sue patologie può avere delle possibilità di reazione delle patologie maggiori di quelle che ha il diritto internazionale dal punto di vista sanzionatorio ma non è detto che poi questo sia veritiero completamente le statistiche
Delle violazioni alle quali per le quali non è applicata nessuna sanzione perché di fatto non si trova
La responsabile della violazione sono altissime
Quindi non sono mai ridotte al al pubblico ma ma ci sono quindi il fatto semplicemente perché c'è una patologia di come spesso viene fatto di criticare l'organizzazione di mettere a carico dell'organizzazione la patologia quando la patologia fare è a carico dei di coloro che partecipano nella vita della della organizzazione
Diventa un esercizio privo di di significato l'Organizzazione delle Nazioni Unite una istituzione e addossarla delle responsabilità delle violazioni è chiaramente un colpire nella direzione nella direzione sbagliata
Un'istituzione come tutte le istituzioni se chi vi partecipa
Koper e la fa funzionare funzione se chi vi partecipa non la fa funzionare non funzionerà stazioni non funzionano da sole per per inerzia o per o per
Per movimento per movimento proprio è chiaro peraltro che le istituzioni possono migliorare
Che modifiche alle istituzioni possono e devono essere a portare ma non si può ridurre il dibattito in un dibattito a favore o contro le le nazioni le Nazioni Unite io qui salto alcune cose che ritroverete evidentemente nella relazione scritta più più avanti ma vorrei soltanto per perché vedo che l'ora corre per concludere queste mie brevi osservazioni dire che condivido molto quello che in termini di sintesi che è stato detto dall'ambasciatore Ruggiero nel suo intervento all'inizio
Che il problema e sostanzialmente ancora ancora io credo che nonostante tutti i mutamenti della comunità internazionale un problema di delega un problema di delegai ad istituzioni internazionali
Pensate alla guerra fredda
La guerra fredda caratterizzato sostanzialmente un periodo di pace mondiale
Che si è rotto nel momento in cui la guerra fredda è finita la caduta del muro di Berlino salutata da tutti come
Lo scoppio della pace in realtà è stato l'inizio di guerre di tipo tradizionale delle guerre che a cui eravamo abituati dall'Ottocento nel cui erano abituati prima perché questa perché è mancata la delega in sostanza io parlo di delega anche come una delega imposta con evidentemente la presenza delle superpotenze
Implicava che chiunque che non fosse una superpotenza dovesse delegare certe cose alle superpotenze dovesse obbligatoriamente non ha più spazio di manovra perché il due potenze erano d'accordo nell'evitare le situazioni di guerra
Tranne quelle che facevano fra di loro qualche volta ecco ma sempre sotto controllate sempre molto controllate e quindi questa delega imposta a un'autorità superiore che era rappresentata dalle superpotenze era manteneva la pace in qualche modo ma nel momento in cui le superpotenze son diventate una perché questa è la sostanza delle relazioni internazionali Wali la delega non è più accettata
Perché quella superpotenza che potrebbe agire che vuole agire come il garante della pace mondiale in realtà non rappresenta a sufficienza gli interessi di tutti
Le la presenza di diverse superpotenza rappresentava più o meno l'interesse di tutti
Questo non è più possibile adesso quindi l'unica possibilità adesso quella io penso di trovare delle formule per arrivare ad una dei lega sufficiente ad organizzazioni internazionali
Cambiando la struttura in parte delle Nazioni Unite evidentemente riformando la progetti di riforma sono in corso per tenere per tenere conto della della situazione della mutata situazione mondiale ma rimane quella di creare un organismo forte che Possa perché possa funzionare da garante è sempre stato così perché se pensate all'Ottocento ottocento ha rappresentato un periodo europeo di pace lunga non lunga come la pace del dopoguerra
Però dobbiamo scontare la questione dei Balcani perché se perdiamo i Balcani in Europa sono trent'anni di pace quarant'anni di pace e non di più ecco ma dal dal Congresso di Vienna alla guerra del settanta fra Francia e Germania
L'Europa è stata in pace sostanzialmente ciò dico la guerra evidentemente ma sostanzialmente l'equilibrio non si è mosso perché lei grandi potenze elargite messi d'accordo e ad imporre i sostanzialmente agli Stati di
Di accettare una delega un duro ordine superiore a questo Consiglio delle grandi potenze ecco quindi si deve arrivare di nuovo la soluzione di questo genere io credo se si vuole pensare una strategia della pace questa delega può tenere conto del nuovo può tenere conto del mutata situazione internazionale di quei fattori economici
Importante che saranno di cui parlava l'ambasciatore Ruggiero che saranno poi ripresi in altre sedute altre sessioni
In altre sessioni del convegno perché trattandosi di un organismo superiore può probabilmente a raccogliere o dovrebbe raccogliere istanze che non sono necessariamente solo le istanze degli Stati anche questo dovrebbe essere un motivo di delega
Usa la parola delega tra virgolette perché una delega parte spontanea e parte necessitata dalla dalla situazione ecco io mi fermo qui per non togliervi la la colazione evidentemente Dope scontata la la la carenza di pensiero filosofico che caratterizza la mia relazione ma spero che sia stata utile per avvicinarsi ad altri linguaggi
Tale ringrazio il professor Fausto Pocar per la sua interessantissima
Relazione
E se mi è consentito di indicare una delle tante implicazioni giusti lo so finché del suo intervento
Io mi sono sempre sentito vicino ai colleghi internazionalisti
Circa il principio di effettività a proposito della giuridicità o meno del diritto nazionale
Mi sembra che il professor Pocar si è andato a toccare sfiorare parlando parlando di delega
Ma con questa delega semi forzata vedi l'epoca del bipolarismo si è andato a toccare il problema della effettività del diritto internazionale
Un diritto internazionale che non è effettivo e diritto
Ha parlato giustamente professor Pocar di percentuali che si potrebbero fare tra le violazioni al diritto interno e le violazioni al diritto internazionale
Forse uno potrebbe dire che Bush non è abbastanza forte da solo per imporre agli altri che Illy è il delegato
Del diritto internazionale mentre questa forza avevano gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica quando no quando erano essi le superpotenze
Ricordo un grande imperatore romano Adriano
Famoso per le sue opere di pace
Per aver abbandonato
La politica di aggressione e di guerra del suo predecessore ma inesorabile
Punitore di ogni trasgressione e di ogni tentativo
Di turbamento della pace ai confini dell'interno
Quando Roma
Non fu più capace
Di mantenere la pace si sfasciò
Ringrazio ancora il professor Pocar la terrazza davanti ci attende per il cibo
Queste parole fermare con queste ricordo nostalgico dell'imperialismo romano eccetera nell'azione su consenso attraverso competenza ed era centrista
Esercita
All'interno pagare romana
Sembravano aggiungono derogare da una